GIORNALINO 2.pub - Istituto Comprensivo "Giorgio Perlasca"

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GIORNALINO 2.pub - Istituto Comprensivo "Giorgio Perlasca"
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
GIOVANNI XXIII
MASERA’ DI PADOVA
ANNO SCOLASTICO 2012-2013
Venerdì 19 aprile, si è svolta la Giornata dell’Arte
nell’intera scuola Papa Giovanni xxiii, dove si sono recate anche le classi quinte della scuola primaria.
Il prof Vittadello ha radunato tutti gli alunni in
atrio per spiegare la situazione e come ci dovevamo comportare: divertirsi, sì , ma con moderazione.
Finita la “ riunione” siamo entrati nelle rispettive
classi e abbiamo iniziato a lavorare.
I progetti erano ispirati al futurismo, movimento
artistico del 900 italiano. I futuristi volevano una
rottura violenta con tutto ciò di vecchio e scontato, esprimere la loro voglia di entrare in guerra,
rappresentare la velocità, il movimento e la forza.
I maggiori esponenti furono Boccioni, Carrà , Sant’ Elia, Russolo,
Il mio gruppo era molto efficiente e laborioso, pieno di idee alternative ed eccitanti, finché non siamo arrivate ad un punto morto. Poiché il prof non
aveva tempo per ascoltarci, impegnato com’era a
gestire una scuola intera, ci siamo arrese. Ci dispiaceva, ma appena abbiamo visto il progetto di
una nostra compagna e che nessuno la aiutava, l’
abbiamo incorporata nel gruppo.
L’idea era quella di rappresentare un libro che
cadeva dalla mensola, che si apriva e andava per
terra.
Per fare le pagine abbiamo utilizzato carta di
giornale e la copertina l’abbiamo dipinta di rosso
e attaccato un etichetta. I libri li abbiamo fissati
con la colla a caldo e per la mensola abbiamo uti
lizzato del cartone. Il risultato è stato sorprendente.
Mentre facevamo gli ultimi ritocchi, ma già da
prima, in atrio molti si facevano le foto e si dipingevano la faccia e le braccia. Dopo merenda,
chi aveva finito ha esposto fuori la propria opera
e si poteva girare e vedere gli altri lavori.
Questa è stata una bella giornata , un’importante opportunità per esprimere i propri sentimenti
e le idee, utilizzando la fantasia, collaborando
con i compagni e confrontandoci con le altre
classi.
Di certo questa sarà un’ attività da ripetere anche nei prossimi anni!
Alice B., 3^C
Come costruire un aquilone
Innanzitutto, i materiali utili alla costruzione di un aquilone sono:
bastoncini in legno; nastro adesivo; filo di nylon; ago; cordino sottile; carta da lucido o sacchetti di
plastica riciclati; nastro colorato o piume colorare; pennarelli; forbici; colla.
Di aquiloni, come ben sappiamo, ce ne sono davvero di vari tipi e forme; noi, andremo a realizzare il
classico aquilone “a diamante”, ovvero quello a forma di rombo, per intenderci.
Si procede subito costruendo l’armatura del nostro aquilone, servendoci dei nostri bastoncini in
legno. Per comodità, misuriamo i due bastoncini con un metro e li tagliamo affinché vengano
della lunghezza, rispettivamente di 60 e 40 centimetri (le misure, ovviamente, sono indicative);
Le due bacchette, dovranno poi unirsi, o meglio, incrociarsi: segniamo il punto esatto di congiuntura e le uniamo aiutandoci con colla e filo di nylon (ricordiamoci che la distanza tra l’inizio
del bastoncino più lungo ed il punto di unione dovrà essere di circa 20 centimetri);
Con una lima (oppure, prestando molta attenzione, una forbice o un coltello), andiamo a fare una
tacca alle quattro estremità dei bastoncini;
Fare passare la nostra cordicina dalle quattro tacche, realizzando così il contorno del nostro aquilone e, con la colla, fissare ogni estremità per rendere ancora più aderente il cordino ai
bastoncini;
A questo punto, possiamo decidere il materiale da utilizzare per la realizzazione della “copertura”
del nostro aquilone. Come segnalato all’inizio, tra l’occorrente utile, possiamo adoperare o dei
sacchetti di plastica (per esempio quelli dei rifiuti; se ne trovano anche di colorati!) oppure un
foglio di carta da lucido. Nel primo caso, il lavoro sarà meno impegnativo e più breve; in entrambi i casi, tuttavia, bisogna prendere le misure della “sagoma”
dell’aquilone e ritagliare il nostro sacchetto o foglio di carta da lucido, eccedendo un po’ rispetto
alle misure della sagoma: tutto ciò che andrà ad eccedere, verrà ripiegato ed incollato alla
cordicina;
I bordi, potranno essere rinforzati applicando dei pezzi di carta adesiva;
In caso di utilizzo di carta da lucido, possiamo sbizzarrirci con la realizzazione di disegni: in
questo caso, riproduciamo il disegno che più ci aggrada su un pezzo di carta velina che poi
andremo ad incollare su quella utilizzata per ricoprire l’aquilone;
Con l’ago ed il filo di nylon, possiamo andare ad abbellire il nostro aquilone, cucendo sui bordi e
sulla “coda” dei nastri o, in alternativa, delle piume colorate;
Realizziamo, infine, dei piccoli fori ai quattro angoli ai quali legheremo un piccolo filo; nel punto
di unione del filo, andremo a legare un filo più lungo che andrà a sostenere l’intero aquilone.
Marco M. e Luca B. 2^D
VISITA ALL’INTERNATO IGNOTO
Mercoledì 15 Maggio, noi della 3B, insieme alla 3C siamo andati a Terranegra (PD) per visitare il Museo e il Tempio
dell’Internato Ignoto. Questa Cittadella della Memoria è stata realizzata in ricordo degli I.M.I., soldati italiani che,
dopo l’8 Settembre 1943, data in cui l’Italia è diventata nemica della Germania, si sono rifiutati di combattere al fianco della Repubblica di Salò e dei nazisti, perciò sono stati rinchiusi in campi di internamento tedeschi. Il complesso è
costituito dal museo, dal “Giardino dei Giusti” e da una chiesa, il Tempio dell’Internato Ignoto. All’inizio della visita
abbiamo visto un carro bestiame tedesco, autentico, una volta utilizzato per trasportare deportati fino ai campi di concentramento. Il vagone era piccolo, ma all’epoca ci dovevano salire più o meno 60 persone; il viaggio poteva durare
addirittura settimane e loro non potevano mai scendere. Essendo tutti pigiati, non c’era posto per sedersi o per muoversi; inoltre, non c’erano neppure i bagni, perciò gli escrementi rimanevano sul carro e diffondevano malattie. Molto spesso delle ragazze trovavano, lungo i binari, nelle ferrovie, dei bigliettini, dove i soldati avevano scritto ciò che
stava loro accadendo e l’indirizzo delle famiglie; come solidarietà li spedivano ai destinatari dei foglietti per far avere notizie dei loro cari scomparsi.
Successivamente, abbiamo visitato il museo, dove, all’ingresso, si poteva ammirare una ricostruzione di un plastico,
di un campo di internamento; poi c’erano foto, cucchiai, ciotole, una divisa a strisce bianche e blu che gli internati
erano obbligati ad indossare, insieme a delle grandi e pesanti scarpe di legno. Abbiamo visto “radio Caterina” che si
erano costruiti gli I.M.I. durante il periodo di prigionia, per riuscire a comunicare con l’esterno, e una bandiera italiana, sempre realizzata da loro con il materiale di scarto che avevano trovato. C’erano anche le targhette che avevano
la funzione di distinguerli dagli altri internati e i triangoli di colore diverso che indicavano la “colpa” per cui erano
stati imprigionati: rosa per gli omosessuali, giallo per gli Ebrei e rosso per i dissidenti politici. Infine, in un’ala del
museo, all’interno di alcune urne c’era della terra dei campi di concentramento di Dachau, Buchenwald, Bergen Belsen e Mauthausen. In seguito, siamo entrati nella chiesa, fatta costruire da don Giovanni Fortin, che venne arrestato il
14 Dicembre 1943 dai nazifascisti per aver aiutato 12 militari inglesi in fuga, procurando loro cibo e vestiti; poi venne deportato a Dachau con la condanna d’essere “Traditore della Patria”. Appena il parroco uscì vivo dal campo di
concentramento, nel 1945, volle edificare questo tempio commemorativo per ricordare le vittime della deportazione.
Le porte in ferro ricordano il filo spinato; ai lati del Tempio ci sono due cappelle. In quella di sinistra si trova la tomba dell’Internato Ignoto, che custodisce il corpo di un internato, prelevato da una fossa comune di Colonia, in Germania, e portato prima nell’Altare della Patria a Roma e nel 1953 a Padova, come simbolo dei soldati morti nei campi di concentramento. Entrando nella chiesa, sulla parete a sinistra si trova un quadro che rappresenta Mafalda di Savoia, figlia del re Vittorio Emanuele III, morta nel campo di concentramento di Dachau. Sul lato destro si innalzano
due altari: il primo è in onore di Padre Kolbe, con sopra una tela in cui egli è raffigurato in piedi, tra due lager, e il
secondo dedicato a Edith Stein, filosofa e religiosa tedesca, morta ad Auschwitz, perché di origine ebrea.
L’ultima tappa della nostra visita è stato il “Giardino dei Giusti”, in cui sono ricordati molti Giusti, persone comuni
che hanno salvato delle vite durante alcuni genocidi, perché sapevano che era giusto farlo, senza però voler essere
considerati degli eroi. Infatti, i Giusti non hanno mai raccontato ciò che avevano fatto, ma sono state le persone che
loro hanno salvato a riconoscerli e a rendere noto il loro generoso operato. Tutti i Giusti sono ricordati con un albero,
simbolo della vita. Tra questi c’erano quelli dedicati a Giorgio Perlasca e a Carlo Angela, padre e nonno dei famosi
conduttori televisivi.
Quest’uscita mi è piaciuta perché è stata istruttiva, interessante e utile; ho potuto comprendere meglio la situazione in
cui si trovavano quelle persone, obbligate a lasciare la famiglia. A loro, infatti, era stato tolto tutto: la libertà, la forza
di reagire, gli affetti, la dignità. Mi ha permesso di approfondire un argomento che bisogna assolutamente conoscere
perché certi fatti non si ripetano mai più.
La cosa che mi è piaciuta di più è stata la rappresentazione, nel museo, di un uomo morto e accasciato sul filo spinato; la caratteristica interessante è che l’uomo è fatto di catene per me modo assai efficace per indicare la prigionia di
queste persone a cui è stato tolto tutto.
Aurora Z. 3^B
IL JAZZ
Ah… il jazz! Quanto mi piace questo genere musicale!
Esso è nato tra la fine dell’ Ottocento e l’ inizio del Novecento nel Sud degli Stati Uniti d’ America, grazie agli
schiavi neri nelle piantagioni.
Essi cantavano i WORKSONGS, dei canti permessi dai
proprietari terrieri perché il ritmo delle canzoni era lo
stesso del movimento delle braccia, quindi il lavoro era
più produttivo.
Poi, quando ci fu l’ abolizione della schiavitù, che coincide con la fine della guerra civile americana (1861/1865),
la condizione dei neri peggiorò. Gli ex-schiavi erano costretti a vagabondare per le città e per le campagne in
cerca di lavoro.
La loro misera condizione di vita era raccontata attraverso dei canti che hanno dato vita al Blues.
Intanto, con la fine della guerra civile, molte bande musicali militari si sciolsero, e i loro strumenti vennero messi
sul mercato a prezzi molto bassi.
I neri così poterono comperare degli strumenti e iniziare a
suonare le canzoni che conoscevano, senza che nessuno
glielo insegnasse.
Così nacque il jazz!
Dopo averlo studiato sui libri, il dieci aprile duemilatredici, nella sala in Corte da Zara, ho assistito ad un concerto : è stato fantastico!
I musicisti inventavano al momento cosa suonare, secondo il loro stato d’ animo.
Il capogruppo, soprannominato “Orso” per la sua stazza,
dopo averci brevemente riassunto le origini del jazz, ha
iniziato a suonare.
Dopodiché ha presentato i componenti del gruppo, tra i
quali c’ erano un trombettista e un sassofonista bravissimi.
Dopo averci presentato i vari strumenti, e aver suonato
alcuni brani, la band è stata sostituita da alcuni ragazzi
che hanno creato la base musicale per degli assoli del
trombettista e del sassofonista.
Come saluto i jazzisti hanno improvvisato un intero brano!
Sono sicuro che non mi dimenticherò mai di questa magnifica esperienza!!!!
Tommaso D. 3^C
Interview aux élèves du collège
Journaliste ” Qui est la lectrice de français de votre collège?”
Chiara “ Notre lectrice s’appelle Bénédicte.
Journaliste ” Elle vient d’où?”
“Elle est née à Paris et elle habite dans le sud de la France dans un village à côté de la Camargue.”
“Notre lectrice habite pas loin du parc régional de la Camargue qui est situé au bord de la Méditerranée dans le delta du
Rhone. C’est un territoire fragile formé de lagunes, dunes, marais d’eau douce et sansouires. La Camargue est une terre
riche d’espèces animales et végétales. En effet, c’est le paradis des chevaux sauvages et des flamands roses.
Bénédicte aime les chevaux en liberté”
“ Ci ha accompagnato per 6 lezioni nella lingua francese.”
Joel “ ça a été une expérience intéressante. ”
“La nostra lettrice di francese ha modi gentili e un carattere calmo e comprensivo. Ci ha aiutato a imparare bene il francese.”
Samuel ” E venuta a scuola sempre con un elegante trolley blu. L’ultima lezione con lei abbiamo fatto festa, perché era il
giorno del mio compleanno.”
Journaliste: ”Comment est-elle?”
“ Notre lectrice de français est intelligente et sympatique et ses leçons sont très utiles.”
“Ci ha insegnato molto sulla cultura e sulla lingua francese tramite schede, giochi e molto divertimento. Spero che questa
esperienza venga riproposta anche l’anno prossimo.”
Giulia “Elle est très belle.”
Lisa” Elle est gentille et artistique.”
Antonella ” E bionda, alta e magra con una carnagione chiara e degli occhi azzurri come il
cielo sereno.”
Journaliste:” Qu’est-ce que vous avez appris?”
Tommaso” Nous avons fait beaucoup d’exercices de prononciation avec elle.”
Chiara “ Abbiamo trascorso 6 lezioni in cui ci ha parlato tanto in francese, soprattutto delle sue origini e della sua famiglia.”
Antonella ”Con lei abbiamo saputo molte cose della scuola francese, dell’orario scolastico, degli studenti, e di come vengono dati i voti in Francia. Ci ha raccontato tante curiosità sulle città che conosce e su Parigi con i suoi monumenti.”
VOILÀ LE DELF À MASERÀ
Les
jeunes
étudiants
excités
pour
l’examen
MASERA’ Di PADOVA. Le 7 mai 2013. Les 25 collégiens de 4ème du collège « Papa Giovanni XXIII » ont passé l’examen DELF A1.
Franceschetti Greta, Gasparetto Sonia, Marchesan Evelyn, Salvò Caterina, Violatto
Marta, Bettio Alessia, Pulzato Elisa, Maistro Marco, Rinaldo Marco, Ruetta Laura, Zanetti Aurora, Barison
Martina, Basso Sara, Berto Alice, Bettio Carolina, Moro Silvia, Bagarello Giulia, Bordolean Ionela, Facchin
Marta, Lombardi Eleonora, Malerba Ilaria, Rigoni Marianna, Stecca Sara, Viel Vanessa, Faggion Giorgia
Maria.
Les filles et les garçons étaient très agités et préoccupés mais les professeurs les rassuraient.
En plus après l’examen oral le professeur locuteur natif leur a dit: «Vous ressemblez à de
vrais
français! Félicitations!».
En effet les épreuves du DELF A1 sont divisés en 4 étapes :
Compréhension de l’oral, compréhension des écrits, production écrite, production orale.
Voilà les interviews à deux collégiennes qui ont passé l’examen.
INTERVIEW A ELISA PULZATO DE LA CLASSE 3^B
Nous: «Bonjour Elisa, tu as participé à cet examen de français le DELF n’est –ce pas? Comment ça s'est passé pour toi?"
Elisa: «Eh bien, pas du tout facile, mais j’ai décidé de m’engager et je pense que cela s'est
très bien passé, je l'espère surtout".
Nous: «Nous savons qu’on a organisé des cours au collège pour la préparation aux examens
DELF. Peux- tu nous dire quelque chose à ce propos?"
Elisa: «Bien sûr: les cours ont duré 14 leçons faites à l’école le mardi de 13h10 à 14h05. Nous
avons été suivis par nos professeurs de français: Madame Prosdocimo et Madame Salvadego, à tour de rôle".
Nous: «Eh bien, comment ont été ces cours?".
Elisa: «Le professeur nous donnait des feuilles de travail avec beaucoup d’exercices vraiment bien plus difficiles que ceux de l’examen, juste pour nous entraîner. C’étaient les
exercices d’écoute les plus difficiles. Par exemple, reconnaître des messages au téléphone, à
la radio, par haut-parleur , enregistrés avec des numéros de portable, des dates, des prix…
distinguer 2 et 12 qui se ressemblent !!!! On s’est amusé tous ensemble!".
Nous: "Ok. Merci Elisa pour ta disponibilité ".
Elisa: «De rien. Ça a été un plaisir."
INTERVIEW À GIULIA BAGARELLO DE LA CLASSE 3^D
Nous: «Bonjour Giulia, toi aussi tu as fait ton inscription au DELF, comment ça s'est passé
pour toi?".
Gulia: "L’examen a été donc assez difficile au début, mais ensuite je me suis calmée et tout
est allé pour le mieux."
Nous : «Comment tu t’es sentie? Quelles émotions as- tu ressenties? "
Giulia: "j'ai été la première à entrer à l'oral, et je dois avouer que j'étais terrifiée et très tendue, finalement ça a été, assez simple: je devais échanger des informations à partir des cartes-mots tirées, répondre aux questions de l’examinatrice et préparer un dialogue à partir des
cartes-images choisies comme ça au sort."
Nous: «L’écrit, il a été comment?"
Giulia: "À mon avis, l’écrit n’a pas été difficile pour moi et puis, pendant les cours pour se
préparer, les exercices étaient bien plus difficiles !!».
Nous : "Est-ce que tu conseillerais cet examen à tes copains et à tes copines? Pourquoi?"
Giulia: "Bien sûr, parce que c’est une occasion pour avoir une certification internationale
pour nos projets d’avenir et que c'est un super entraînement pour l'examen de quatrième
que je vais bientôt aborder."
Nous : «Très bien, Giulia, merci beaucoup pour tes réponses et ta participation."
Giulia: "Je vous en prie."
Aurora Zanetti
Et Marco Maistro
Par
A propos de la correspondance scolaire !
Quest’anno tutti gli alunni di terza hanno scritto a coetanei francesi che studiano italiano seconda lingua europea. Sentiamo cosa ci dicono di questo progetto.
Sara « Cette année j’ai fait de la correspondance avec un garçon français qui s’appelle Anthony. Une expérience
vraiment significative pour moi. Super ! Il habite dans un village en France et il est en quatrième au collège « La
Lauzière ». Il est grand et gros aux yeux marron et aux cheveux châtains. Il m’a envoyé beaucoup de photos. »
Giulia” Moi, j’écris à un garçon français qui s’appelle Florian, il a 14 ans, il habite à Argentine en Savoie. Son école
est à Aiguebelle. J’ai reçu aussi une lettre de sa copine Cindy, mais je ne sais presque rien d’elle. J’espère que
nous deviendrons des amis ».
Marta « Mon correspondant français s’appelle Romain, il a 13 ans. Il habite en Savoie. Il est en 4ème A.
Dans sa classe, ils sont 26 élèves : 13 filles et 13 garçons. Il aime la viande, les pâtes et la pizza. Il m’a demandé si
je veux lui envoyer ma photo ».
Matteo” Avec ma prof nous avons commencé une correspondance avec des élèves français qui habitent à Bléré.
Ma correspondante s’appelle Charlène, elle est en 3ème F. Dans sa classe ils sont 25, mais au cours d’italien ils
sont 11. Nous nous sommes échangés des lettres et nous avons présenté notre village. Charlène m’a dit que Bléré
est un joli village. En classe nous avons fait une recherche: c’est un village agréablement fleuri qui se trouve dans
la région de la Touraine. Il s’agit d’une région historique parce qu’il y a beaucoup de châteaux de l’époque de la
Rénaissance. La classe de Charlène nous a envoyé aussi des recettes de plats de la tradition. Je fais cette correspondance volontiers et je dis merci aux profs pour m’avoir donné cette possibilité.”
Giorgia “Cette année j’ai fait une expérience super! Toute la classe écrit à son correspondant français. Moi j’écris
à Paul, c’est un garçon sympa et unique. Son sport préféré est le basket, mais il déteste l’équitation mon sport
préféré! J’espère de pouvoir le rencontrer un jour.”
Martina” Ma correspondante française s’appelle Zia elle a 14 ans, elle habite en France. Elle est au collège “Le
Réflessoir “à Bléré. Ma correspondance avec elle est très intéressante. Elle m’a envoyé beaucoup de lettres et des
photos adorables. Elle est gentille, généreuse et sincère. Elle est devenue mon amie ».
On 6th may 2013, the third classes and the second classes went to Corte da Zara to watch a show
dedicated to The Addams’ family. The actors played the main characters of the ghoulish family.
Our favourite character was Lurch, because he was very funny and the actor that played him was
very similar. That experience was very important for our pronunciation because after the show the
actors entertained us with English. The scene that we liked most was when Lurch accepted the job
at
Gomez’s
house,
because
the
butler
answered
only
with
grunts.
We enjoyed it very much because we have just studied the text in class, so we understood every
sentence. At the end of the show the actors made games, quizzes and questions about us and them.
They sang the Addams’ song, and then they taught it to us. This experience was very interesting!
Tommaso e Matteo 3^ C
Mi ha colpito
molto ladidisperazione
negli occhi
MOLTO FORTE INCREDIBILMENTE
VICINO
Stephen Daldry
delle persone che hanno perso le persone piè
Questa è la storia di un bambino, Oskar Shell, checare
dopoe aver
perso il padre delle
nell’attentato
delle torri
la consapevolezza
vittime intrappogemelle l’11 settembre 2001, è rimasto con tante domande
una sola
certezza:
non Non
smettere
di a
late che ed
presto
sarebbero
morte.
riesco
cercare. Dopo aver trovato nell’armadio di suo padre
una
chiave
con
il
nome
di
Black
scritto
sopra,
capire come l’uomo sia stato in grado di orgacomincia la visita di tutte le persone a New York con
questo
Il suo
legame
il padre
nizzare
unacognome.
“catastrofe”
simile
versocon
altri
uomiera quasi magico tanto da escludere quasi la figuranidella
madre,
per
questo
facendo
questa
ricerca
e spero proprio che una situazione così disacerca di trovare degli indizi che possono fargli sentire
padre
piùpiù.
vicino.
strosasuo
non
capiti
La madre, del tutto allo scuro delle intenzioni del figlio, un giorno trova tutti i suoi
e calcoli
Aliceschemi
B., 3^C
del viaggio e decide di aiutarlo precedendolo nelle sue mosse.
Oskar troverà un compagno di viaggio silenzioso che però saprà come esprimersi e alla fine capirà
che è suo nonno, soprattutto dalla sua alzata di spalle, cosa che a lui piaceva tanto. Capirà che la
madre è sempre stata li a proteggerlo anche se non fisicamente e alla fine riuscirà a trovare il proprietario della chiave, solo che non avrà niente a che fare con suo padre.
Questo film è stato molto significativo perché sono riusciti a riprodurre e a far rivivere le sensazioni, la disperazione sia delle vittime che dei loro familiari nella speranza di tornare a casa e di uscire
da quell’ incubo. Molte persone che sono morte non lavoravano neppure in quel posto, ma ci si trovavano per caso e molte non sono riuscite a vedere la morte in faccia e hanno preferito buttarsi giù,
essere liberi per l’ultima volta. I terroristi non hanno colpito nelle ore in cui erano presenti le persone più importanti, ma hanno colpito la gente comune, i lavorati dipendenti, per riscuotere maggior
caos e sofferenza dalla popolazione di New York.
GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA
Giorni fa, esattamente il
22/04/2013, non era un giorno qualunque
con una piccola gif (un formato
di immagini digitali animato) di Google:
era la "Giornata mondiale della Terra".
Ma che cos'è, esattamente?
Prima vediamo il perché di questa data:
anni fa, ovvero nel 1970, si celebra precisamente un mese e due giorni dopo l'Equinozio di Primavera (20 marzo). Si può
capire perfettamente che questa
"festività" è in onore del nostro caro pianeta Terra, unico e solo, e della sua accurata salvaguardia. Quest'anno è la quarantatreesima edizione: tutt'ora collaborano
ben 175 Stati, compresa l'Italia. I gruppi ecologisti lo utilizzano come occasione per valutare le problematiche del nostro pianeta: l'inquinamento dell' aria,
acqua e suolo, la
distruzione
degli ecosistemi, le migliaia di piante e
specie animali che scompaiono, e l'esauri-
mento delle risorse non rinnovabili. Si
insiste in soluzioni che permettano di
eliminare gli effetti negativi delle attività
dell'uomo: includono il riciclo dei materiali, la conservazione delle risorse naturali come il petrolio e i gas fossili, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, la cessazione della distruzione
di habitat fondamentali necessari per la
nostra tutela e la protezione delle specie
animali minacciate, come panda o orsi
polari.
Quindi, se volete dare una mano alla
cara amata Terra, evitate di inquinare,
anche se dite :-Ma è solo una piccola
cartaccia-, così un
giorno la natura vi potrà ringraziare.
Linda B., 2^D
Alcuni esempi da imitare
La strategia rientra nella politica dei adottati anche per celebrare la
Giornata della Terra e difendere la salute
della terra . Probabilmente
saranno insufficienti rispetto alle dimensioni del problema, ma hanno un
lato molto concreto. Dal primo luglio la
Francia imporrà regole precise
per ridurre le luci in città.
Soluzione perfetta per strutture con basso
fabbisogno energetico
Una misura che dovrebbe consentire un
risparmio energetico pari al
consumo annuale di 750 famiglie e una
riduzione delle emissioni di
CO2 di 250 mila tonnellate.
Il valore del provvedimento non si risolve
tutto nelle conseguenze in
termini di risparmio, ma riguarda un malcostume assai diffuso. Lo
dimostrano i tre punti del decreto varato
dal ministro dell'Ecologia,
Delphine Batho: primo, le luci negli
uffici dovranno essere spente al
massimo un'ora dopo la fine dell'attività;
secondo, le illuminazioni per le facciate
degli edifici non potranno più essere in
funzione dopo l'una del
mattino; terzo, le vetrine dei negozi dovranno essere spente anch'esse
all'una del mattino o un'ora dopo la fine
dell'occupazione dei locali in
caso di attività notturne.
È l’evento internazionale che mobilita
maggiormente il pianeta. Ogni
anno vi prendono parte 500 milioni di
persone. È la Giornata della Terra
24 ore che riaccendono la speranza e la
voglia di prendersi cura del
nostro pianeta.
In Germania il parco giochi di Kalkar è
diventato l'emblema della svolta
energetica tedesca: scivoli e giostrine
dove un tempo sorgeva il meglio
della tecnologia nucleare del pase, la
centrale di Kalkar. La svolta è
figlia del disastro di Fukushima, una
tragedia che ha cambiato
profondamente la strategia della Germania, unica potenza ad aver dato
ascolto all'addio totale all'atomo civile. In
passato la centrale forniva con
17 reattori il 33 percento del fabbisogno,
oggi ne forniscono molto di più
le rinnovabili.
La conversione per assicurare l'energia al
paese da fonti rinnovabili,
una volta completata, sarà costata mille
miliardi al paese.
Alice M., 2^D
Il C.C.R., anche quest’anno, propone a giugno la raccolta a
scuola degli oli esausti.
I ragazzi della 2°D approfondiscono l’argomento.
RICICLAGGIO
Gli oli esausti immessi in natura provocano ingenti danni ambientali. Il riciclaggio degli oli esausti è
un settore specifico del riciclaggio dei rifiuti e consiste in un insieme di operazioni che vengono svolte
su olio lubrificante o olio vegetale usati per ottenere oli rigenerati da re-immettere nel mercato. Possono essere raccolti presso le isole ecologiche o le ditte specializzate.
DANNI AMBIENTALI
Dove buttate l’olio della padella dopo una frittura? E quello che rimane
nei preparati sott’olio o nel tonno dopo aver mangiato tutto? Certo la
cosa più semplice sarebbe farli scomparire nel lavandino della cucina o
in qualche scarico. Assolutamente vietato! L’olio da frittura e gli altri oli
esausti non vanno buttati nei lavandini perché finiscono nelle falde acquifere dove formano una pellicola al di sotto della quale niente può rimanere in vita dato che impedisce gli scambi di ossigeno fra aria e acqua. L’olio “esausto” (arrivato a una temperatura di oltre 200°C) si trasforma chimica
mente, diventando un fluido denso e appiccicoso difficile da smaltire. E ancora, un litro d’olio vegetale rende non potabile un milione di litri d’acqua, quantità sufficiente per il consumo di acqua di una
persona per 14 anni.
COSA DERIVA DAGLI OLI ESAUSTI
Il Bio-diesel, il più conosciuto tra i combustibili alternativi al gasolio, è estratto da semi vegetali e per
la sua natura non è inquinante. L’olio vegetale esausto, oltre agli estratti di
semi vegetali, viene usato come base di partenza per fare il Bio-diesel o
gasolio ecologico, quindi il prodotto viene notevolmente nobilitato passando da rifiuto a combustibile ecologico. In più si può produrre sapone,
lubrificanti e tensioattivi.
Andrea e Massimiliano 2^ D
Il 21 dicembre 2010, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 24 marzo Giornata
Internazionale per il Diritto alla Verità riguardante gravi violazioni dei diritti umani e per la
dignità delle vittime.
Lo scopo della giornata è quello di:
- Onorare la memoria delle vittime di violazioni gravi e sistematiche dei diritti umani e promuovere
l’importanza del diritto alla verità e alla giustizia.
- Rendere omaggio a coloro che hanno dedicato la loro vita, e hanno perso la vita in, la lotta per promuovere e proteggere i diritti umani per tutti.
- Riconoscere, in particolare, il lavoro importante e i valori di Mons. Oscar Arnulfo Romero, di El
Salvador, che fu assassinato il 24 marzo 1980, dopo aver denunciato le violazioni dei diritti umani
delle popolazioni più vulnerabili per difendere i principi di tutela della vita, la promozione umana la
dignità e l’opposizione ad ogni forma di violenza.
Óscar Arnulfo Romero y Galdámez (Ciudad Barrios, 15 agosto 1917 – San Salvador, 24 marzo
1980) è stato un arcivescovo cattolico salvadoregno.
Fu arcivescovo di San Salvador, capitale di El Salvador. A causa del suo impegno nel denunciare le
violenze della dittatura del suo paese venne ucciso da un cecchino, mentre stava celebrando Messa.
Il 24 marzo 1980, mentre sta celebrando la Messa nella cappella dell’ospedale della Divina Provvidenza, viene ucciso da un sicario. Nell’omelia aveva ribadito la sua denuncia contro il governo di El
Salvador, che aggiornava quotidianamente le mappe dei campi minati mandando avanti bambini che
restavano squarciati dalle esplosioni. L’assassino sparò un solo colpo, che recise la vena giugulare
mentre Romero elevava l’ostia della comunione.
Le classi seconde e terze il giorno 6 giugno hanno organizzato uno spettacolo per riflettere proprio su queste tematiche.
Dopo un lavoro di approfondimento svolto in classe sui temi quali il diritto dei minori, i diritti
della donna, il diritto alla legalità, il diritto alla verità hanno presentato in palestra alcuni quadri con musiche, danze, drammatizzazioni, video. Si ringraziano in particolare le professoresse
Mascetti , Ponchia ,Buzzi e Veronese per aver coordinato i ragazzi.
Monica Rossini
Remiamo … verso il podio!
Mercoledì 29 maggio, ore 8.10, partiamo da scuola con l’autobus per partecipare alla fase provinciale dei G.S.S, giochi scolastici studenteschi di remoergometro. Ci siamo recati all’associazione sportiva dei Canottieri di Padova che sorge sulle rive del Bacchiglione.
Per partecipare, a scuola sono state fatte delle selezioni e la professoressa Veronese ha scelto chi ha fatto il
miglior tempo portando con sé tre ragazzi e tre ragazze per ogni annata.
Arrivati alla meta che dovevamo raggiungere, siamo scesi di corsa da pullman: era iniziato a piovere.
Subito ci siamo cambiati e riscaldati per non avere eventuali strappi.
Le scuole partecipanti erano in tutto sette e gareggiavano per ottenere il premio finale.
A rompere il giaccio con l’inizio della competizione siamo stati proprio noi, l’istituto comprensivo Giorgio
Perlasca: che sfortuna, su sette istituti!
La gara si è conclusa con buoni risultati e alcune cadute.
I ragazzi caduti hanno ripetuto subito la prova. Intanto, mentre le gare si svolgevano, siamo andati a cercare
un bel posto dove fare la foto ricordo. Qui, abbiamo incontrato Rossano Galtarossa, un canottiere italiano,
tra i pochi atleti ad essere riuscito a partecipare a cinque edizioni di Giochi Olimpici , raggiungendo ben
quattro volte il podio, e a gareggiare in dodici campionati mondiali.
Alla fine, ci sono state le premiazioni, il momento più atteso da tutti. Quattro ragazzi sono riusciti ad arrivare sul podio: Grivellaro, Volpin e Trevisan si sono classificati al secondo posto, mentre la Ragosta al primo.
Per concludere in bellezza, il nostro istituto si è classificato terzo, ai soli due decimi di secondo dal primo posto. Noi eravamo
contenti del risultato raggiunto, ancor di più con la coppa in
mano.
Per merenda la società Canottieri di Padova ci ha offerto su
vassoi gustosa frutta dai colori vivaci: banane, ciliegie, pesche,
fragole e mele.
La mattinata si è conclusa ed è stata una bellissima esperienza.
Laura e Manuel, 2^D
A tutto gas con… l’atletica!
Giovedi’ 30 Maggio abbiamo avuto l’occasione di praticare 5 attivita’ sportive:salto in alto, salto in lungo,
velocità, lancio del peso e resistenza.
Arrivati a scuola ci siamo trovati normalmente in cortile nelle nostre postazioni, ma, riuniti in atrio, la prof
Veronese ci ha esposto il programma della giornata.
La prima competizione è stata la prova della Resistenza dove hanno gareggiato le prime, e le seconde e le
terze insieme.
Per noi seconde è stato difficile piazzarci sul podio perché i ragazzi delle terze erano imbattibili!
Verso le 8.30 è iniziato salto in lungo seguito dalla velocità.
Per fortuna, la mattinata il sole ci ha sorriso altrimenti i giochi dell’altletica si sarebbero svolti dentro alla
palestra, ovviamente in forma ridotta.
Alle 9.00 è cominciato il lancio del peso nel quale si lanciavano pesi da 2kg/3kg.
La massima distanza è stata di 6.50 metri: il record di Marianna!
La merenda è stata un attimo di pausa per riposarci, rinfrescarci e…. ricaricarci!
L’ultima prova della giornata dell’altletica è stato il salto in alto che è stato l’unico gioco a svolgersi in palestra. Noi ci siamo seduti nelle gradinate per assistere alla gara.
Dopo tutte le specialità le prof e la preside hanno premiato i ragazzi che si sono piazzati sul podio con delle
medaglie d’oro, d’argento e di bronzo.
E’ stata sicuramente una giornata divertente
e diversa dal solito però noi alunni di seconda non vediamo l’ora che arrivi la prossima
edizione per fare il carico di medaglie!
Sofia, Elisa G. e Martina, 2^D
IL BASKET
Quante volte vi è mai capitato di fare uno sport senza però saperne le origini? Quindi se siete degli appassionati
del basket, leggete questo articolo!
La pallacanestro, conosciuta anche come basket, è uno
sport di squadra in cui due squadre di cinque giocatori si
affrontano per segnare con un pallone nel canestro avversario, secondo una serie di regole prefissate. È nato e
si è sviluppato a Springfield (Massachusetts) nel 1891, grazie all'idea di James Naismith, medico ed insegnante di educazione fisica canadese presso la YMCA International Training School di Springfield, al quale fu chiesto di trovare, in alternativa agli esercizi di ginnastica, uno sport che potesse tenere in allenamento durante la stagione invernale i giocatori di football.
Dalla fine del XIX secolo, il basket si è diffuso in tutto il mondo, grazie all'attività di propaganda della Federazione Internazionale Pallacanestro, fondata nel 1932. È uno sport
olimpico dalla XI Olimpiade, che si tenne a Berlino nel 1936.
Ispirato al gioco canadese duck-on-a-rock,in italiano “anatra su una roccia”, il basketball
vide la luce il 15 dicembre1891, regolato da tredici norme che prevedevano un cesto appeso alle estremità della palestra del centro sportivo e due squadre di nove giocatori.
Il nome del gioco fu coniato da uno degli allievi di James Naismith, Frank Mahan, dopo
che l'inventore aveva rifiutato di chiamarlo Naismithball. Il 21 dicembre si disputò la prima partita della storia della pallacanestro. Il 15 gennaio1892 Naismith pubblicò le regole del gioco; questa data è considerata la data di nascita ufficiale della pallacanestro.
La prima partita ufficiale venne disputata in nove contro nove il 20 gennaio e terminò 1
a 0 grazie al canestro di tale William "Willie" Chase. Il canestro fu applicato all'altezza
della tribuna. Da sottolineare che si usava come canestro un cesto di vimini e che
quando la palla vi entrava, si usava una scala per riprenderla.
Lo sport divenne popolare negli Stati Uniti in brevissimo tempo, cominciando subito dopo a diffondersi in tutto il mondo, attraverso la rete degli ostelli YMCA; gli allievi di Naismith divennero missionari e mentre viaggiavano nel mondo per portare il messaggio
cristiano, riuscivano a coinvolgere i giovani nel nuovo gioco.
Giulia R., 1^C
IL TORNEO DI BASKET!!!
Giovedì 16 maggio 2013 abbiamo partecipato al torneo di basket che si è
svolto in palestra, dopo scuola, dalle 13:30 alle 15:00, insieme al coach
Carlo Bettella e la nostra insegnante Sandra Veronese.
Dopo aver fatto uno spuntino, ci siamo precipitati in palestra e abbiamo
formato tre squadre composte da tre atleti ciascuna. Sfortunatamente noi,
Leonardo, Davide e Luca non eravamo nella stessa squadra.
La prima partita è stata disputata dalla squadra di Leonardo, l'Olanda
contro quella di Luca, l'Italia. La sfida è stata molto avvincente e combattuta, ma nessuno è riuscito a prendere il sopravvento. Alla fine grazie al
canestro di Leonardo ha vinto l'Olanda. La squadra formata da Leonardo,
Gianmario e Giacomo ha vinto contro tutte le altre squadre. Invece, la
squadra di formata da Luca, Giovanni ed Enrico ha perso sia la partita
contro l'Olanda sia quella contro la Spagna la squadra di Davide. La squadra si è qualificata seconda.
Infine, insieme ai più grandi, abbiamo fatto le foto e ci hanno consegnato i
premi. La squadra che è arrivata prima ha ricevuto in premio la maglia
del basket Maserà, chi è arrivato secondo dei calzini e chi è arrivato terzo
una cintura.
Questa giornata è stata molto divertente ed è nata da una proposta di noi
ragazzi passata attraverso il C.C.R alla Dirigente e agli insegnanti.
Sicuramente la riproporremo il prossimo anno scolastico.
Luca, Davide, Leonardo 2^ D
LE NAZIONALI DI
GINNASTICA ARTISTICA
120 km,4 ore di viaggio,un libro e tanta noia.
Destinazione Torino. Venerdì 24 maggio non sono venuta a scuola. Il
perchè lo spiego subito.
Beh tutto inizia in febbraio, più precisamente i primi giorni. In palestra
in quel periodo, durante le lezioni
di ginnastica artistica c’era la confusione più totale! In quel periodo c’erano gare su gare, prove su
prove, ma l’obbiettivo di quel periodo erano le nazionali: la gara più importante.
Dopo una serie di allenamenti che servivano per capire chi avrebbe dovuto
Andare, ci è stato comunicato che per la categoria delle mini sarebbero partite Erika,Gaia e
Valeria,per la categoria propaganda dovevo andare io e Emma e per la categoria under 15 sarebbe
partita solo Marta: ecco chi avrebbe rappresentato il Veneto!.
L’emozione era a mille e, dopo che la nostra allenatrice si è messa d’accordo sulla partenza, l’attesa
era snervante.
Dopo allenamenti faticosi,duri ma soprattutto dopo tanti urli da parte di Chiara che
pretendeva la perfezione,quel fatidico 24 maggio è arrivato: la tensione c’era, ma stavamo già
pregustando tutto il divertimento.
Dopo un viaggio assolutamente SNERVANTE, siamo arrivati a destinazione.
L’hotel era a quattro stelle con nostra grande sorpresa. Le stanze erano abbastanza grandi e c’era
tutto quello che ovviamente poteva servirci,io ero in camera con Marta e la nostra stanza era
davvero un disastro, la più disordinata.
Il pezzo forte dell’hotel era però il buffet della colazione...ci avrei passato ore la dentro: era pieno di
brioches di tutti i tipi, ma non mancavano Nutella,vari tipi di marmellata,c’era persino il telaio vero
dell’alveare da cui potevi prendere il miele .
Ovviamente non mancavano succhi di frutta, the e latte..
Sabato si è svolta la gara al palazzetto sportivo, eravamo tutte agitatissime. Per prime hanno
gareggiato le mini e per seconde noi.
Il mio primo attrezzo è stato la trave:quello che odio di più, ma, nonostante tutto, ho realizzato un punteggio abbastanza buono; il secondo attrezzo è stato il trampolino: anche questo è andato bene, ma non è stato
davvero eccezionale come avrei voluto.
L’ultimo era il corpo libero, quello su cui mi sentivo più sicura, ma è stato proprio
quello a togliermi quei pochi millesimi di punto che mi hanno fatto scendere dal podio: una piccola
incertezza ma un grande distacco da tutte le altre.
Rassegnata a non vincere niente per questa volta, siamo andati alle premiazioni dove,come avevo intuito,ho
avuto la conferma che l’unica coppa che avrei visto in quei due giorni, sarebbe stata quella del gelato.
La sera per consolazione abbiamo fatto un bel pigiama party dove ci siamo divertite davvero tantissimo.
Il giorno dopo con grande dispiacere da parte di tutte, siamo dovute tornare a casa.
Questa per me è stata un esperienza davvero fantastica che spero di poter ripetere.
Alice M.,2^D
Noi alunni di I B nel secondo quadrimestre abbiamo affrontato in Storia, tra gli altri argomenti, la
nascita dei Comuni nel Medioevo; abbiamo approfondito il modo di vivere all'interno di questi
primi nuclei cittadini (le botteghe, le strade tortuose e spesso sporche, le case turrite, strette e
addossate le une alle altre) e le principali strutture architettoniche che li caratterizzavano (le mura,
le chiese, il palazzo del comune). Con l'occasione, sia per mettere in pratica quanto appreso sia per
divertirci un po', abbiamo realizzato dei disegni che cercassero di rappresentare in modo personale
e il più possibile realistico quanto studiato. Qui ne è visibile qualche esempio.
Novità in cucina
Credo abbiate già sentito la parola “cake design”. Ecco anche
io sto provando realizzare delle decorazioni con la pasta di
zucchero, e devo dire che per ora mi sto proprio divertendo.
Se anche Voi, volete provare a realizzare queste delizie non
dovete fare altro che seguire la seguente ricetta. Ecco gli ingredienti necessari:
-500 g di zucchero a velo;
-50 g di glucosio;
-5 g di colla di pesce (conosciuta come gelatina);
-30 ml di acqua fredda;
-coloranti a piacere.
PREPARAZIONE -Mettere a bagno la gelatina in acqua molto fredda per 5 minuti e
lasciare ammorbidire. Sul fornello o nel microonde Scaldare il glucosio insieme ad
altra acqua, facendo attenzione a non farlo bollire; aggiungere la colla di pesce ( o
gelatina) ben strizzata nel glucosio e amalgamare. Setacciare lo zucchero a velo in
una ciotola e aggiungere il glucosio, impastare fino al suo completo assorbimento.
Continuare a lavorare il composto su una spianatoia cosparsa di zucchero a VELO.
Lavorare la pasta di zucchero fino a che non si appiccichi più alle Vostre mani. Con la
pasta di zucchero pronta, formare una specie di salamino e dividerlo in panetti; dopodiché aggiungere il colorante desiderato e lavorarlo fino a farlo assorbire. Arrivati a
questo punto, avvolgere il composto nella pellicola trasparente e conservarlo in un
luogo fresco e asciutto. Il glucosio potrà essere sostituito da miele molto denso; il risultato sarà lo stesso. Per dare forma alla pasta di zucchero o per ulteriori informazioni si potrà anche visitare il sito www.giallozafferano.it.
La mia ricetta si conclude qui. Spero che vi sia piaciuta e che sarete in molte a provarci.
Alla prossima.…
Aurora B. Classe 1° c
La mia prof d’italiano è come un peperoncino piccante: al primo morso, buono e
gustoso, ma poi ti lascia il bruciore in bocca.
Invece quella di matematica è come il kiwi: irritante come la sua buccia esterna, ma
dolce come la polpa.
L’insegnante di arte, per me, è come il latte al quale sono intollerante!
Ovviamente la prof di ginnastica è come il kebab piccante, fa sudare.
E’ come una mela, purtroppo è di stagione tutto l’anno, la prof di geografia!
Indistruttibile è la mia insegnante di musica, proprio come un cocco ...
Poi quella di inglese è come un fungo allucinogeno: quando spiega … vedi le stelle!
Il cibo indiano assomiglia molto all’insegnante di tecnologia: i suoi ingredienti sono
incomprensibili ...
Ed infine la prof di religione è come il mango: non ne conosco il sapore!
Motez M., 2^D
I LEGO:SOLO UN GIOCO DA
BAMBINI ???
I Lego, nati da una piccola falegnameria danese,sono dei semplici mattoncini assemblabili molto amati dai bambini. Infatti i Lego sono un gioco utile per loro, ne suscita la creatività,ne fonda il loro
futuro, come descritto nel libro di Davide Coero Borga “la scienza del giocattolaio” e intanto li trattiene ,per la gioia delle mamme!. Sono stati fondati anche dei parchi tematici, come quello di Legoland in California, in Inghilterra e in Germania,
di intrattenimento, di vendita, di esposizione di costruzioni Lego, ma anche di scambio per collezionisti. Un attimo: collezionisti ?
Sì, infatti i Lego non sono solo un gioco: per alcuni è solo un modo
di passare il tempo, per altri è una vera e propria passione.
Più recentemente i Lego sono stati usati anche per scopi scientifici.
Quest’ultimo è il caso della NASA, che utilizza i Lego per simulare il movimento di Curiosity, un
rover (traduzione letterale, “vagabondo”; è un veicolo costruito dall'uomo adibito al trasporto su un
corpo celeste) atterrato la scorsa estate su Marte, o per sviluppare processi d'intelligenza artificiale
nei dipartimenti di robotica.
Inoltre per la ditta Lego, nonostante la crisi, anzi soprattutto in questo periodo, stanno aumentando le
vendite. Infatti le richieste sono sempre più alte soprattutto negli Stati Uniti, in Cina e in Giappone.
Quindi, forse, questi Lego non sono poi così male…
Riccardo V. 2^C
Illustrissimo signor Sindaco,
ho deciso di scriverle questa lettera per proporle un progetto per la scuola “Papa Giovanni XXIII”. Per
noi alunni sarebbe molto bello avere una piccola fattoria qui a scuola; abbiamo un grande giardino
tutto intorno all'edificio che non sfruttiamo e questo sarebbe il modo migliore per utilizzarlo. Sono
consapevole che le sto chiedendo molto però è molto importante per la crescita di noi ragazzi. Infatti
gli animali responsabilizzano perché dovremo prenderci cura di loro, nutrirli, coccolarli e anche se
sarà un impegno enorme servirà a farci crescere. Servirebbero poi per le lezioni di scienze quando studiamo gli apparati (digestivo, respiratorio, riproduttivo, ... ) degli animali o per quando facciamo le
descrizioni in italiano, perché vedere dal vivo ciò che dovremo scrivere è molto importante e migliorerebbe la qualità dei nostri testi. Inoltre ci stimolerebbe a essere più dolci e affettuosi. Gli animali infatti migliorano il carattere dei ragazzi: anche i più spigolosi e i bulli, stringendo tra le braccia delle palline di pelo, si sciolgono. Ci insegnerebbe in più il rispetto verso le creature più indifese, o in generale,
verso ogni essere vivente. Inoltre con gli animali spesso si fanno lezioni con bambini e ragazzi che
hanno problemi fisici o psicologici. Mia sorella Gaia infatti che ha avuto problemi gravi da piccola,
nel periodo che abbiamo avuto un gattino è migliorata molto: con la scusa di dargli da mangiare faceva movimento, per coccolarlo le mani che faceva un po' fatica a usare, “hanno fatto i muscoli” e ora
riesce a comandarle perfettamente. Anche dall'aspetto morale è migliorata. Comunque, veniamo al
dunque... proporrei di costruire una piccola stalla sul giardino sul retro della scuola e altre strutture per
ospitare queste creature a 4 zampe, per esempio delle “casette”, dei recinti, delle voliere, una conigliera. Direi di iniziare con dei gattini, dei coniglietti, dei cani, dei cavalli,degli uccelli e delle galline. Inoltre avremo bisogno di un responsabile ( che controlli come vengono trattati gli animali ), di un veterinario (che controlli la loro salute) e di un “istruttore” che ci aiuti a prenderci cura di loro, che ci
insegni a cavalcare, quali mangimi sono migliori, come prenderli in braccio, … Vorrei organizzare il
tutto in questo modo. Ogni classe a rotazione, si prenderà cura della fattoria. Una classe si occupa di
una categoria di animali per una settimana e un'altra classe di un altro gruppo. Si farà lezione in giardino a volte. A volte inoltre alcuni alunni potranno portare a casa gli animali più piccoli per un paio di
giorni per fare delle ricerche più approfondite. Al pomeriggio noi alunni ci alterneremo sempre per
prenderci cura dei nostri animali. Poi si potranno fare dei doposcuola a pagamento per gli alunni dove
si può imparare a cavalcare, ad addestrare cani e uccelli,... Durante l'estate poi si potranno organizzare
centri estivi , dove si continuano a imparare cose nuove sugli animali e a prendersi cura di loro. Ora
concludo ripetendole ancora una volta che per noi è molto importante. La ringrazio per l'attenzione e
la prego di prendere in considerazione questa idea. Cordiali Saluti
Chiara S., 2^A
Bullismo a scuola, questo può uccidere la voglia di vivere.
Vittime dei bulli sono troppi adolescenti che non reggono la vergogna degli insulti,
che subiscono violenze a scuola o il più terribile dei furti : quello della loro anima.
Sono tante le storie di adolescenti che distruggono la loro vita come Amanda 15 anni, Jessica 16, Kameron 14. E tanti altri…
Ma so che non sempre è così. Non so se ci sia una ricetta, ma sicuramente per me in
questo momento l’amicizia lo è.
Gli adolescenti oggi vivono una specie di “full immersion” tra coetanei con cui condividono fantasie, paure, bisogni, avventure.
“ Si tratta di legami spontanei dato che gli adulti sono spesso assenti”, dice un noto
psicoterapeuta. Essi non sanno con chi prendersela per i disagi che vivono ed hanno
comportamenti eccessivi perché si sentono emarginati e hanno bisogno di attenzione.
Di certo non è un bel modo, ma purtroppo sono davvero incompresi e si nascondono
dietro una corazza .
Cosa vogliono molti adolescenti? Fare di tutto per essere superiori agli altri, far vedere che loro sono forti, fare in modo che gli altri li temano; per questo se la prendono con i più deboli...I più forti invece se li fanno amici, perché sanno di non poterci
competere.
È un enorme circolo vizioso da cui penso sia difficile uscire se non con l’attenzione
di un adulto che decide di occupare un po’ del suo tempo parlando e sapendo ascoltare noi adolescenti.
Aurora M. e Rossella R., 2^C
DAL MAROCCO : una focaccia particolare
INGREDIENTI
-Farina di qualsiasi tipo
-Mezza pentola di acqua tiepida
-sale
-Olio
-burro
PREPARAZIONE
Prendere un piatto grande quindi mescolare acqua, farina a piacere e del sale. Con il
mattarello stendere prima l’impasto fino a renderlo sottilissimo, tagliarlo e dividerlo
fino a farne delle forme a piacere. Prendere una padella e mettere poco olio; prima di
mettere l’ impasto ottenuto precedentemente, occorre aprire l’impasto e stendere all’
interno del burro fatto sciogliere su un pentolino. Richiudere l’impasto e metterlo a
friggere facendo attenzione a dargli la tipica forma quadrata.
Alla fine si otterrà una specie di focaccia secca, ma molto buona "personalizzabile" con
marmellata o miele.
Amin V. , IIC