Il concetto di malattia e di cura nella

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Il concetto di malattia e di cura nella
Il concetto di malattia e di cura
nella popolazione immigrata e la
medicina transculturale
Morandi Matteo, Giordani Stefano
Reggio Emilia
5 maggio 2011
L’intimo conflitto “malattia”
SEGNI
INTERPRETAZIONI
DIAGNOSTICHE:
tecnologia, conoscenze
cliniche
INTERPRETAZIONE
SINTOMI: lingua, cultura
“MALATTIA”
CONDIZIONI PSICO-SOCIOCULTURAL-AMBIENTALI
CONDIZIONI BIOLOGICOGENETICHE
PRIMO
MAI
GENERALIZZARE!
Processo migratorio
• Preselezione:
effetto migrante sano /
capitale salute
• Durante il viaggio: patologie della
migrazione / pericoli ed abusi
• In Italia:
patologie dell’emarginazione
e della povertà
Immergersi nella cura dell’Altro
• Per raggiungere la profondità più intima
della malattia diventa fondamentale un
approccio transculturale…
…altrimenti le cure possono toccare soltanto
la superficie dei problemi, sottovalutare e
trascurare patologie anche gravi.
• Immergersi nella profondità della conoscenza della
cultura, delle condizioni di vita, evita il rischio di
attribuire etichette di malattie psichiatriche, quando
a volte si tratta solo di un’incomprensibilità tra le
culture.
• E' per questo che la malattia da
sondare è tanto differente quanto
l'insieme di tutti questi fattori
associati tra loro.
MALATTIA
Fare i conti con altri tipi di cura
• In genere per la medicina occidentale il
target è biochimico-molecolare.
• In genere per la medicina tradizionale il
problema e’ uno squilibrio biodinamico,
bioenergetico e spesso spiritualrelazionale.
Fenomenologia delle “stranezze”
• Stranezza:
Stranezza tutto ciò che non ha mai fatto parte
del nostro bagaglio di conoscenze
stranezza
[stra-néz-za] s.f.
1 L'essere strano: la s. della
situazione
Curiosità
CONOSCENZA
2 Azione, comportamento, evento
strano, inconsueto, imprevisto e
imprevedibile
La stranezza diventa momento di
approfondimento e di arricchimento
• Il primo approccio è fondamentale per
favorire un senso di fiducia nell’Altro
• Oppure al contrario può essere di ostacolo
• ALCUNI ESEMPI…..
Attenzione ai saluti e al
contatto fisico
• Alcune persone di una cultura diversa:
– non considerano rispettoso il contatto fisico o il
contatto visivo reciproco prolungato in particolare
tra sessi differenti (stretta di mano): cultura araba
ed orientale (spiccato senso del pudore)
– considerano offensivo indicare o toccare la testa
(in particolare toccare la testa dei bambini) o
mostrare la pianta dei piedi (gambe accavallate,
ecc…): cultura araba ed orientale
Attenzione alla presenza di
intermediari
• Alcune persone di una cultura diversa:
– potrebbero non sentirsi libere di comunicare in
presenza di un intermediario, in particolare se di
sesso opposto: cultura araba
– al contrario potrebbero migliorare la
comunicazione perché si sentirebbero tutelate, in
quanto la diade paziente-medico potrebbe
richiamare la paura del rito voodoo: culture
africane
– potrebbero essere in contrasto etnico con il
mediatore culturale
Attenzione all’abbigliamento
• Alcune persone di una cultura diversa:
– potrebbero indossare bracciali, collane,
cavigliere, anelli (fino a pugnali…) con significati
religiosi e quindi se necessario toglierli, chiedere
con molta delicatezza
– potrebbero avere, per religione o tradizione, abiti
lunghi, veli, turbanti, ecc… ; prima di passare alla
visita è fondamentale domandare cortesemente
se è ben accetta la visita da parte nostra, in
particolare se di sesso opposto
Attenzione alle visite
domiciliari:
• Alcune persone di una cultura diversa:
– potrebbero avere in casa particolari
ambienti sacri (piccoli santuari) e potrebbe
esserci l’abitudine di togliere le scarpe o il
copricapo prima di entrare
ANAMNESI IN
Attenzione a sintomatologia “strana”, a esiti
di violenze e a precedente pratiche
di cura tradizionale 1
• Alcune persone di una cultura diversa:
– potrebbero riferire una sintomatologia strana dettata
dalla propria cultura e dalla propria rappresentazione
della natura e del sovrannaturale (fuoco, spiriti, insetti,
ecc…): approfondire il significato di tali sintomi,
ricercandone le cause interpretative del paziente, le
possibili complicanze e strade terapeutiche, senza
cadere nell’etichettatura psichiatrica o nella comodità
dell’ “incomprensibile” (rielaborazione del lutto)
Attenzione a sintomatologia “strana”, a
esiti di violenze e a precedente pratiche
di cura tradizionale 2
– potrebbero presentare cicatrici,
cicatrici tatuaggi o esiti di
altre pratiche rituali che potrebbero essere confuse
con pregresse lesioni: indagare bene sul significato
e sulla causa di tali esiti
– potrebbero presentare esiti di violenza pregressa
(rifugiati politici) o di pratiche ancestrali violente
(come le mutilazioni genitali femminili) o legate a
cure tradizionali (escissione dell’ugola, bruciature su
cute in corrispondenza di organi doloranti, ecc…)
Attenzione a sintomatologia “strana”, a
esiti di violenze e a precedente pratiche
di cura tradizionale 3
– potrebbero essere affetti da stress molto intensi per le
condizioni generali precarie e presentare
sintomatologie da somatizzazione e da patologie da
trasculturazione (es. prurito sine materia, sindrome
dhat con astenia, apatia, inappetenza, dimagramento,
ansia, disfunzioni sessuali )
– potrebbero esprimere sintomatologia che si riferisce a
patologie tropicali a noi poco conosciute e quindi
l’invito è quello di migliorare la conoscenza sulle
patologie tropicali
– potrebbero esprimere sintomatologie “strane”, ma
riferibili a patologie o condizioni che conosciamo bene
(diabete, ipertensione, alcolismo, ecc…); non
dimentichiamo che anche loro possono averle
Attenzione alle abitudini
alimentari
• Alcune persone di una cultura diversa:
– potrebbero, per vari motivi (religiosi, tradizionali,
geografici) escludere dalla propria dieta determinati
alimenti (carne, uova, latte, ecc…) e quindi avere dei
deficit nutrizionali (es. konzo)
– potrebbero avere abitudini alimentari che favoriscono
l’insorgere di una particolare sintomatologia (gastriti
da spezie, ecc…) e quindi il consiglio è di indagare
approfonditamente e conoscere i vari componenti della
loro alimentazione
– potrebbero in determinati periodi rispettare momenti di
digiuno, parziale o totale
Ricordarsi di chiedere sempre:
• il Paese di provenienza
• la data di arrivo o rientro in Italia, perché conoscendo i periodi di
incubazione delle singole malattie, il medico potrà orientarsi in senso
diagnostico
• le condizioni e il percorso di viaggio: infatti è spesso proprio durante il
viaggio che il migrante è sottoposto a condizioni di estremo rischio per
la vita e per la salute, nelle attraversate del deserto e del mare, in mezzi
di fortuna sovraffollati e in penuria di cibo ed acqua.
• Il contesto sociale e culturale all’estero: ben diverse sono le condizioni
di vita di un ambiente rurale da quelle di un ambiente urbano.
• la situazione attuale in cui vive: è importante tenere in considerazione
le difficoltà che si vivono in un Paese straniero (nuovo clima ed
habitat, disoccupazione, lavori sottopagati, sfruttamento, droga,
prostituzione, emarginazione, ecc…). I problemi socio-economici
condizionano decisamente la salute. Se questi fossero risolti, rimane
comunque il distacco dal paese d’origine, dagli affetti familiari e ci si
potrebbe trovare di fronte ad una persona particolarmente fragile e
sottoposta a notevole stress.
• Anche la religione e la cultura influiscono molto su eventuali
fattori di rischio della patologia (abitudini alimentari, abitudini
sessuali, igiene personale, pratiche tradizionali, ecc…) e
sull’auspicabile compliance terapeutica (concetto di malattia e
cura, scambio e fiducia interculturale, esplicitazione ed
accoglimento dei bisogni, ecc…).
• In particolare ascoltare molto e cercare di entrare nel concetto
di malattia del migrante, perché spesso al malessere vengono
attribuite cause relazionali legate a rituali magici o a condizioni
di disarmonia con la comunità e con le proprie divinità. E’
importante avere un atteggiamento di ricerca per non rimanere
alla superficie dei sintomi o per rischiare di confondere
abitudini culturali a noi ignote come patologie psichiatriche.
• Inoltre, oltre alle donne vittime di tratta, portare particolare
attenzione ai richiedenti di asilo politico o comunque a
tutti coloro che provengono da Paesi dove sono presenti
guerre, carestie, epidemie, dittature e tortura.
In conclusione
Rimaniamo in ascolto, in
ricerca e…
MAI
GENERALIZZARE!
Elenco quesiti da considerare in anamnesi
1. Ha bevuto acqua o bevande non imbottigliate? (amebiasi, epatite A, febbre tifoide,
giardiasi, schistosomiasi, tripanosomiasi americana, ecc…)
2. Ha bevuto latte non pastorizzato? (brucellosi, tubercolosi, ecc…)
3. Ha mangiato
a. carne poco cotta di:
i. suino (tenia solium, cisticercosi, trichinellosi, toxoplasmosi)
ii. bovino (tenia saginata)
iii. cavallo (trichinellosi)
iv. montone o coniglio (cenurosi)
b. insalate o ortaggi freschi (distomatosi)
c. pesce o moluschi poco cotti (epatite A, febbre tidoide, botriocefalo, anisakis,
clonorchis, opistorchis)
4. Ha fatto bagni in acque stagnanti? (schistosomiasi)
5. Ha camminato a piedi nudi? (ancilostomiasi, Necator, strongiloidiasi)
6. Ha alloggiato e dormito in ambiente rurale, sovraffollato e/o in condizioni igieniche
precarie? (malaria, tubercolosi, febbre tifoide, colera, tifo, nematodi e protozoi
intestinali, ecc…)
7. Ha alloggiato e dormito in prossimità di animali? (leishmaniosi, tripanosomiasi,
rickettsiosi, toxoplasmosi, ecc…)
8. E’ stato punto da insetti? Li saprebbe riconoscere? (patologie vettoriali)
9. Ha avuto rapporti a rischio? (HIV, sifilide, altre IST, pediculosi, scabbia)
10. Ha fatto le vaccinazioni raccomandate e/o assunto la profilassi per la malaria?