Due anni tra stop e rinvii

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Due anni tra stop e rinvii
-MSGR - 20_CITTA - 3 - 27/02/17-N:
3
Primo Piano
Lunedì 27 Febbraio 2017
www.ilmessaggero.it
Il testamento biologico
L’ITER
ROMA Dopo due anni di lavori, la
legge sul testamento biologico è
pronta per lo sbarco nell’aula di
Montecitorio per l’approvazione
ma tra rinvii, ostruzionismo e soprattutto per la possibile chiusura anticipata della legislatura rischia, di non arrivare all’approvazione finale visto il passaggio
da fare in Senato. E questo nonostante la sempre più forte attenzione degli italiani sulla questione e i numerosi appelli a dotare il
paese di una normativa su questo argomento.
Anche i numeri sulla carta ci
sono visto che gran parte del Pd e
del M5s sono d’accordo su questo testo. L’allarme è scattato
qualche giorno fa, dopo che la
data per l’arrivo del testo approvato dalla Commissione Affari
sociali in aula per il dibattito e la
votazione, previsto per il 30 gennaio, prima era stato spostato al
20 febbraio e poi, di nuovo a marzo, in attesa del calendario ufficiale del prossimo mese.
Due anni tra stop e rinvii
così la legge resta al palo
Il provvedimento a rischio nel caso `La relatrice Lenzi: «L’ostruzionismo
di chiusura anticipata della legislatura ci ha rallentato, speriamo di farcela»
`
L’eutanasia in Europa
Gran Bretagna
Suicidio assistito
autorizzato
in casi estremi
Svezia
Eutanasia passiva
legale dal 2010
LA FIDUCIA
«Si è trattato di un problema tecnico - spiega al Messaggero la relatrice del testo Donata Lenzi
(Pd) - perché con la richiesta di fiducia che c’è stata, le commissioni si sono dovute fermare e mancava ancora il parere indispensabile delle commissioni giustizia
e affari costituzionali. Adesso
aspettiamo il calendario dei lavori ma credo che il testo arriverà
in aula all’inizio di marzo».
Secondo le indiscrezioni circolate in questi giorni, dovrebbe essere 6 marzo, ma non sarà una
passeggiata visto che trattandosi
di materia etica, i tempi sono
raddoppiati e dovendo fare poi
l’intero iter in Senato, il rischio è
che non si arrivi all’approvazione finale soprattutto se la legislatura finisce prima del tempo.
Eppure, spiega la relatrice
Lenzi, «al di là di qualche critica
che si sente, questa volta siamo
stati molto veloci. L’iter è iniziato esattamente due anni fa, il 4
febbraio 2015 è stato incardinato
il testo in commissione, parten-
AL CENTRO DEL TESTO
LE DISPOSIZIONI
SUI TRATTAMENTI
DA RICEVERE E LA
REVISIONE DEL
CONSENSO INFORMATO
Belgio
Legale dal 2002.
Dal 2014 anche
per i minori
Francia
Parzialmente
ammessa
l'eutanasia
passiva
IL GLOSSARIO
Eutanasia (attiva)
Decesso provocato
da somministrazione di farmaci
Eutanasia passiva
Interruzione cure che tengono
in vita il malato
Suicidio assistito
Atto autonomo di porre fine
alla propria vita con mezzi forniti
da un medico
Lussemburgo
Legale dal 2009
su richiesta
del malato
Fonte: Centre d'information sur l'Europe
do da 16 proposte di legge molto
diverse, da quelle che si ispiravano al testo Calabrò (Raffaele,
PDL, ndr), della precedente legislatura a quelle che si avvicinavano all’eutanasia. E’ stato un lavoro di mediazione ma alla fine
penso che si sia trovato un testo
equilibrato, che rispetta tutti e
devo dire che siamo anche riusciti a lavorare velocemente. Per un
po’ forse presi da altre problematiche ci hanno fatto lavorare abbastanza tranquillamente e anche l’ostruzionismo è stato limitato. Poi, quando si sono accorti
che eravamo in fase finale è incominciato un ostruzionismo più
forte, sono stati presentati 3.200
emendamenti che è il numero
«Una decisione giusta
per liberarsi dal dolore»
U
Olanda
Legali dal 2001
eutanasia
e suicidio
assistito
Svizzera
Legale il suicidio
assistito
ciazione aumentano costantemente. Andare a morire in esilio
è fortemente penalizzante. Il nostro Paese non ci riconosce il diritto di morire a casa, tra gli affetti».
Il dibattito è in corso da anni e
ora il disegno di legge sul testamento biologico è alla Camera.
«Si farà la solita legge papocchio
e per morire si continuerà ad andare in Svizzera. Manca la volontà politica. Ci sono troppi interessi. Si continua a fare teoria e si dimentica la sofferenza reale. Secondo Eurispes, il 78% degli italiani è favorevole all’eutanasia.
Per il 22% di contrari, però, il diritto viene negato. Ci dicono che
IL PRESIDENTE
DI EXIT ITALIA:
«CI VENGA
RICONOSCIUTO
IL DIRITTO
ALLA MORTE»
Piergiorgio Welby con la
moglie Mina, prima della sua
morte avvenuta nel 2006
Il dj Aniceto: «Per favore vivi»
Su Avvenire l’appello del disabile: «Non mollare»
Matteo Nassigh, 19 anni,
disabile gravissimo dalla
nascita, si appella a Fabo,
l’uomo che chiede l’eutanasia:
«non chiedere di morire, noi
non possiamo correre ma
siamo pensiero, e il pensiero
migliora il mondo». L’appello
si legge su Avvenire, insieme al
titolo su quanto Papa
Francesco ha detto ieri alla
comunità di Capodarco circa
la dignità della vita dei disabili,
sia fisici che psichici. Anche il
dj Aniceto, uno dei dj italiani,
più impegnati nel sociale, già
membro della “consulta
nazionale degli esperti ed
operatori” per il dipartimento
per le politiche antidroga a
Palazzo Chigi ed attualmente
impegnato in una campagna a
favore della vita contro tutte le
dipendenze sui maggiori
social network, è contrario
all’eutanasia e al Dj Fabio
chiede «per favore vivi».
«Leggendo le dichiarazioni di
L’intervista/1 Emilio Coveri
n viaggio in Svizzera per
“poter morire”. Emilio Coveri, presidente Exit Italia-Associazione italiana
per il diritto a una morte dignitosa, cosa pensa della decisione di dj Fabo?
«Sono contento per lui e per il
fatto che Marco Cappato dell’associazione Coscioni lo abbia accompagnato. Spero che qualche
giudice provi a fare un’ingiunzione per questo accompagnamento, ritengo sarebbe un vero boomerang... Un fatto esplosivo.
L’aspetto peggiore della vicenda
è rilevare quanto la politica italiana sia insensibile alla sofferenza che c’è intorno a noi».
Sofferenza che voi “misurate”
quotidianamente.
«Riceviamo novanta chiamate a
settimana. Una trentina sono di
persone in salute che vogliono il
testamento biologico. Le altre di
malati disperati. In passato abbiamo registrato circa 50 italiani
l’anno andati all’estero per morire. Nel 2017, forse, li supereremo. Gli iscritti alla nostra asso-
BATTAGLIA ANNUNCIATA
Germania
Eutanasia passiva
legale dal 2015
Spagna
Ammessi eutanasia
passiva e suicidio
assistito
più elevato ricevuto in questa
commissione e che poi grazie al
lavoro di mediazione del presidente della commissione Mario
Marazziti, sono stati ridotti a
288. Abbiamo avuto un confronto serrato, anche una seduta notturna tra le proteste ma alla fine
abbiamo raggiunto il traguardo».
Al centro del testo non solo le
DAT, le disposizioni anticipate
di trattamento che permettono
di decidere quali trattamenti voler ricevere in futuro in caso non
si è più in grado di decidere e che
vincolano il fiduciario pur lasciandogli la possibilità di modificare alcune cose, ma anche la
revisione del consenso informato. Praticamente, quel modulo
che attualmente viene fatto firmare in automatico a chi fa un
esame sanitario, un intervento o
delle cure, viene ripensato affinché il paziente venga davvero informato delle conseguenze e gli
dia realmente la possibilità sia di
darlo o di non darlo e ancora, è
questo è stato il punto di rottura,
di revocarlo una vola dato, se ha
cambiato idea.
Dj Fabo e sulla sua
commovente richiesta di
morire in Svizzera sono stato
malissimo. Una persona finché
ha un barlume di vita, merita
di vivere e in qualunque modo
e condizione. Chi siamo noi
per decidere la vita o la morte
nostra o di qualcuno. Di fronte
alla vita o alla morte, non
esistono giudici o sentenze,
politica o politicanti,
favorevoli o contrari. Esiste
solo la Fede».
Adesso mancano pochi giorni
per la prima vera prova di fuoco
in aula con la LegaNord (che in
commissione aveva già presentato un migliaio di emendamenti
ostruzionistici) che insieme a
Fratelli d’Italia (assente in commissione) ha annunciato una durissima battaglia, così come alcuni singoli parlamentari cattolici
come Eugenia Roccella e Paola
Binetti, mentre non si conosce
ancora la posizione che avrà
Ncd. Nonostante questo, per Lenzi «sulla carta c’è una grande
maggioranza a favore e penso
che entro aprile il testo dovrebbe
essere approvato». A quel punto
approderà al Senato dove, conclude la relatrice, «anche qui i
numeri sulla carta ci sono visto
che sia il Pd che M5s sono a favore. Discorso diverso sui tempi. Se
la legislatura va a scadenza naturale i tempi tecnici per l’approvazione finale ci sono tutti, se si interrompe prima, sarà difficile
che veda la luce».
Antonio Calitri
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DAI 3.200 EMENDAMENTI
INIZIALI SI È PASSATI
A 288. IN AULA
SI TEME L’OPPOSIZIONE
DELLA LEGA
E DEI FRATELLI D’ITALIA
L’intervista/2 Antonio Spagnolo
la vita è sacra ma, secondo noi, la
vita è nostra e ognuno ha il diritto di gestirla».
Contro
la
legalizzazione
dell’eutanasia, si adduce anche
il timore di un possibile aumento di casi.
«Il suicidio assistito è consentito
solo per malattie terribili, clinicamente accertate e irreversibili. Le volontà del soggetto sono
scritte e questi deve essere nelle
piene facoltà di intendere e volere. Se, fatti gli esami, la domanda
è accolta in Svizzera, il medico
per legge deve comunque tentare di far desistere il paziente.
Quando la decisione è presa, non
si prova più dolore ed è questo il
fine dell’eutanasia: liberare una
persona dalle sofferenze. Tutto
ciò ha un costo alto: 10 mila euro».
Non alla portata di tutti, quindi.
«No, l’eutanasia effettuata in
questo modo diventa un diritto
solo per chi se la può permettere.
Come associazione, avevamo
pensato di aiutare i pazienti che
non riuscivano a raccogliere la
somma ma è impossibile. Per la
legge, sarebbe una sorta di istigazione al suicidio. Non è giusto:
abbiamo il diritto alla vita, ci sia
riconosciuto quello alla morte».
Valeria Arnaldi
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«È la risposta sbagliata
la vita non è nostra»
i sono due visioni della vita
e della disponibilità della
vita. L’eutanasia vorrebbe
dare una risposta a un problema che potrebbe essere risolto
in altro modo». Antonio Gioacchino Spagnolo è direttore dell’Istituto
di bioetica dell’Università Cattolica.
Professore perché no all’eutanasia?
«E’ fuorviante l’idea che anticipare
la morte di una persona elimini solitudine, dolore e sofferenza. La medicina ha i mezzi per controllare i
sintomi. La medicina non può intervenire nel fine vita di una persona
perché non fa parte della sua essenza».
Perché non c’è una legge?
«Non c’è legge, ma anche nei Paesi
in cui la legge c’è, non viene sancita
l’idea che l’eutanasia sia legale. Anche se è depenalizzato il reato,
quando attuata secondo certe regole».
Una scelta da rigettare anche da
chi non è credente?
«Certo. La nostra Costituzione, che
è personalista, afferma il principio
«C
della indisponibilità della vita. La
perdita di una persona non interessa soltanto la persona stessa, ma
anche chi gli sta intorno. Non ci si
può chiudere nell’individualismo:
interessa anche alla società che la
persona sia presente».
Si parla di testamento biologico.
«Permettere che una persona dia
indicazioni su come vivere la fase finale della propria vita si può fare
tranquillamente anche ora, non c’è
bisogno di una legge. Ma questo
non ha a che fare con l’anticipo della morte. La questione è il contenuto di quelle indicazioni».
Cosa intende?
«Che cosa si chiede? Si chiede che
venga somministrato un farmaco
IL BIOETICO:
«POSIZIONE
DI TIPO
IDEOLOGICO
DIRE IL
CONTRARIO»
per anticipare la morte o per non
soffrire, per morire a casa, per non
essere lasciato solo?».
Si arriverà, per lei, a parlare di
una legge sull’eutanasia?
«Ritengo che con i fondamenti del
diritto che abbiamo, forse in analogia con altri Paesi, prima o poi ci si
potrà arrivare. Ma non si possono
mettere insieme le due cose, testamento biologico e fine vita: è un grimaldello che va smascherato».
Lei cosa direbbe a Fabo e chi si pone la questione di vita o di morte?
«Si tratta di trovare le persone giuste intorno: la solidarietà della società sta nell’accompagnare, con le
modalità del sollievo del dolore e
della sofferenza, piuttosto che trovare un mezzo per anticipare la
morte. Che dietro ci siano questioni
di tipo ideologico, nel dire che la
persona deve essere arbitro della
propria vita e della propria morte,
non possiamo negarlo».
In situazioni così, dove trovare il
senso di vita, se si è perso?
«La modalità con cui valutare la
qualità della vita è legata all’individuo. La domanda è davvero quanto
la persona abbia potuto trovare persone che gli abbiano mostrato altre
prospettive. L’eutanasia non si trova nell’armamentario terapeutico
del medico. Semplicemente la persona non esiste più».
Alessandra Camilletti
-TRX IL:26/02/17 23:03-NOTE:
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