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Giuseppe Marinello Sostenibilità, portare le politiche nazionali a livello locale Valeria Termini Mercato gas, più responsabilità per gli utenti Jos Delbeke Il senso della riforma EU ETS Marco Gay Senza strategia energetica si rimane al palo Carlo Malacarne Il gas senza i “take or pay” Simone Mori Mercato energetico libero e concorrenziale con fossili e rinnovabili Faccia a Faccia Chiara Braga (PD): Più rinnovabili e attenzione all’ambiente Davide Crippa (M5S): Ridurre il fabbisogno energetico Massimo Inguscio Dai nostri progetti le città fruibili di domani Roma, 4 luglio 2016: “Il sistema italiano della sostenibilità regge. Anche se occorre rimettere mano al sistema dei consorzi. A livello territoriale però vediamo enormi ritardi, specie nelle regioni meridionali e in particolari aree di esse, dovuti ad ataviche difficoltà, ma anche alle politiche regionali e locali”. Così Giuseppe Marinello, Presidente della Commissione Ambiente del Senato, nel suo intervento nell’ultimo numero di Elementi, house organ del gruppo Gestore dei Servizi Energetici, visibile sul sito www.gse.it. “Per superare queste disparità, ha continuato Marinello, bisognerebbe esprimere con maggiore incisività le politiche nazionali e il governo dovrebbe intervenire direttamente, anche con poteri di surroga”. Marinello, parlando delle rinnovabili, ha detto che rappresentano un’opportunità per il sud, ma con dei distinguo, sostenendo che “la redditività della produzione eolica a parità di strutture è maggiore in Sicilia, in Puglia, o in un'altra regione meridionale, rispetto a un impianto simile nella Pianura Padana. Ciò è legato alla presenza dell'Appennino che fa barriera lungo tutta la dorsale della Penisola tra oriente e occidente, tra i venti di levante e di ponente. Situazione rafforzata da politiche di indirizzo che hanno permesso un’enorme Comunicato Stampa Elementi, periodico del Gestore dei Servizi Energetici Valeria Termini, membro dell’Aeegsi, parlando del mercato del gas e in particolare sull’implementazione del Regolamento Ue, ha sostenuto che: “gli aspetti del quadro regolatorio da completare ai fini dell’avvio del nuovo regime di bilanciamento possono essere sintetizzati in quattro temi principali: la definizione dei criteri di intervento di Snam Rete Gas sul mercato; l’integrazione delle regole di funzionamento del mercato infra-giornaliero con le modalità di negoziazione dei prodotti “locational” (che comportano un obbligo di modifica dei flussi di immissione di gas in rete, riferito ad un preciso punto di immissione durante il giorno gas o nelle ore residue del giorno gas); la definizione degli “small adjustment” (un costo definito amministrativamente e volto a incentivare gli utenti a prevenire lo sbilanciamento del proprio portafoglio); possibili interventi in materia di “settlement” (determinazione delle partite fisiche ed economiche funzionali all’erogazione del servizio di trasporto e bilanciamento). In questa fase, l’Autorità sta consultando i propri orientamenti illustrati nel documento per la consultazione 103/2016/R/gas, relativi al completamento delle regole ai fini dell’implementazione del Regolamento”. Alla domanda, cosa cambierà per gli utenti?, la Termini ha così risposto: “con il nuovo regime, gli utenti saranno maggiormente responsabilizzati nel bilanciare il proprio portafoglio, facendo sì che il gestore della rete assuma, in questo, un ruolo “residuale”. Jos Delbeke, Direttore per il Clima della Commissione Europea, parlando dell’efficienza dell’EU ETS, ha detto che: “negli ultimi anni l’accumulo del surplus di quote in circolazione – in gran parte per via della profonda crisi economica che ha ridotto le emissioni in misura maggiore di quanto previsto – ha depresso i prezzi della CO2 indebolendo l’incentivo a ridurre le emissioni. La Riserva di Stabilità del mercato, operativa dal 2019, aiuterà a risolvere questo problema e a migliorarne la resilienza a più ampi shock, intervenendo sul lato offerta delle quote da collocare all’asta. Gli Comunicato Stampa dilatazione di tali interventi soprattutto in un’epoca in cui gli incentivi erano assolutamente allettanti. Ciò ha creato delle distorsioni: da un lato una enorme redditività del capitale, in alcuni periodi superiore alle due cifre quando quella sui mercati finanziari andava scemando. D'altro canto questo fenomeno ha visto un altro aspetto interessante: sono intervenuti una serie di soggetti che non avevano caratteristiche imprenditoriali, ma un ruolo di intermediazione, i cosiddetti sviluppatori. Si sono create così delle zone d'ombra nelle quali malaffare, cattiva politica, pessima burocrazia e addirittura criminalità organizzata spesso sono riuscite a inserirsi. Le cause di questo, Marinello le individua in “una distrazione della politica. Poi è mancata una esatta normazione, che ha favorito infiltrazioni irregolari. Quanto detto credo rappresenti il passato. Da qualche anno c'è una forte inversione di tendenza: con i provvedimenti di questa legislatura, mi riferisco al cosiddetto Spalma incentivi. Credo si sia dato - e si stia dando - un segnale in assoluta controtendenza”. Per Marinello, il vero sforzo del meridione, così come quello di tutta l'Italia, consisterebbe nel “puntare su ricerca e innovazione. Con impianti meno impattanti, con una resa maggiore e una più lunga durata”. Marco Gay, Presidente giovani imprenditori di Confindustria, in merito al settore energetico ha sottolineato che in questo serve una forte visione strategica: “a partire da due aspetti che possano essere favoriti dalla revisione costituzionale che ha reinserito l’energia tra le competenze esclusive dello Stato. Primo: mettere un punto fermo al concetto di “campanile”. Molto spesso il localismo, in assenza di una visione generale e a caccia solo del consenso, finisce per danneggiare il territorio. Altro punto essenziale, una politica industriale coraggiosa che non ci tenga più ostaggio dei “comitati del no”. Come esempio di visione strategica Gay ha detto che si potrebbe “usare le royalty dall’estrazione di metano e petrolio dai giacimenti nazionali Comunicato Stampa sforzi per ricercare l’equilibrio tra i fondamentali del mercato saranno favoriti da una riduzione annuale del cap più incisiva. Raggiungere l’obiettivo al 2030 richiede ai settori ETS una riduzione delle emissioni del 43% rispetto al 2005. A tal fine, il volume complessivo delle quote di emissione dovrà ridursi, dal 2021 in poi, del 2,2% annualmente rispetto all’attuale 1,74%”. In merito alla distribuzione delle quote di emissione, Delbeke, ha affermato: “rispetto alla fase attuale, la porzione di quote da collocare all’asta non diminuirà dopo il 2020. La proposta della Commissione fissa al 57% questo share: ciò dà maggiori certezze sul lato della pianificazione degli investimenti e accresce il livello di trasparenza per i partecipanti al mercato all’interno ed all’esterno del sistema. Proseguire, inoltre, con l’assegnazione di quote a titolo gratuito consente all’Unione di perseguire target ambiziosi di riduzione delle emissioni, tutelando al contempo la competitività dell’industria, a livello internazionale. Ciò garantendo il risultato ambientale, evitando una fuga delle emissioni verso Paesi con politiche climatiche meno ambiziose (carbon leakage)”. Quanto all’eventuale compenso delle imprese per gli alti costi dell’energia elettrica derivanti dall’EU ETS, Delbeke così si è espresso: “la direttiva ETS già consente agli Stati membri di compensare parzialmente e finanziariamente i cosiddetti costi indiretti della CO2 trasferiti alle imprese ad alta intensità elettrica nei processi produttivi. La proposta attuale mantiene quest’approccio anche dopo il 2021, incoraggiando gli Stati membri a compensazioni finanziarie, tramite i proventi delle aste CO2. L’attuale set normativo UE di riferimento consente di tenere conto delle specificità nazionali e regionali dei mercati energetici, lasciando discrezionalità agli Stati membri di decidere sull’uso più appropriato dei proventi delle aste”. Quanto al modo in cui l’EU ETS supporta l’innovazione a basso contenuto di CO2 e la modernizzazione del settore energia, Delbeke ha detto: “fissando un tetto alle emissioni e con un prezzo del carbonio, l’EU ETS crea un incentivo per le imprese a investire in tecnologie low carbon. Inoltre, i proventi delle aste di quote di emissione sono utilizzati per finanziare l’innovazione a basso contenuto di carbonio. L’attuale programma NER 300 favorisce il sostegno finanziario a progetti innovativi su rinnovabili e CCS. Con la proposta della Commissione per il post-2020, il nuovo Fondo per l’Innovazione con 450 milioni di quote, estenderà il supporto a progetti dimostrativi a basso contenuto di CO2 per le tecnologie del settore energia e dell’industria. Il Fondo per la modernizzazione, invece, sosterrà gli Stati membri a più basso reddito nel modernizzare il proprio sistema energetico”. Carlo Malacarne, Presidente Snam, sul tramonto del modello take or pay nel mercato internazionale del gas, e sulla sicurezza degli approvvigionamenti, ha sostenuto che: “la significativa contrazione della domanda negli ultimi anni, unita all’esigenza degli utenti del sistema gas di prodotti sempre più “su misura”, hanno creato i presupposti per un ricorso massiccio ai contratti spot rendendo il mercato estremamente liquido e orientato al breve termine. Quindi, per rafforzare la sicurezza degli approvvigionamenti sarà fondamentale concludere il processo di integrazione dei singoli mercati energetici. Ma occorre completare i corridoi europei e rendere effettiva l’interconnessione delle reti nazionali, oltre a lavorare per garantire un’ulteriore diversificazione delle fonti di approvvigionamento. I due interventi sono complementari: i corridoi sud-nord ed est-ovest potranno essere sviluppati solo se il network europeo sarà connesso ai paesi dell’area nordafricana e mediterranea e soprattutto al bacino del Mar Caspio. Oltre che ai terminali di rigassificazione europei oggi sotto-utilizzati”. Malacarne ha poi detto che: “la Commissione Ue sta facendo grandi sforzi per rendere concreto il progetto di Unione Europea dell’Energia, che garantirebbe piena interoperabilità tra i singoli sistemi nazionali, rafforzando la sicurezza degli approvvigionamenti. C’è un’evoluzione regolatoria positiva diretta all’armonizzazione delle normative in una logica sovranazionale, con l’obiettivo di favorire la liquidità, la concorrenza e la trasparenza dei mercati. Passaggi importanti che consentono di ridurre i “colli di bottiglia” esistenti in alcune regioni europee e comportano una maggiore possibilità di interscambio tra i diversi Paesi”. Malacarne ha poi sostenuto che: “nel mix energetico globale, il gas naturale è destinato ad avere un ruolo sempre più forte nel medio-lungo termine perché è il combustibile migliore per garantire la sicurezza delle forniture e la transizione verso la low carbon economy. Non è un caso che il rapporto della Commissione Ue sullo stato dell’arte dell’Unione indichi la necessità di misure supplementari per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni nei tempi prefissati, in cui le Comunicato Stampa per creare un fondo sovrano. Abbiamo un patrimonio enorme, facciamolo diventare bene comune. Così si potrebbero finanziare politiche sociali di “welfare”, investimenti in fonti rinnovabili e soprattutto la nostra spesa pensionistica” E ha aggiunto: “non sarebbe più corretto usare il patrimonio del nostro sottosuolo per alimentare la spesa pensionistica? Le stesse risorse poi potrebbero liberare quegli investimenti per le energie rinnovabili. Insomma, il Titolo V della Costituzione va rivisto anche per ridare all’Italia la perduta visione strategica”. Su come articolare la competitività delle imprese nel settore energetico, Gay ha affermato: “abbiamo un divario sui costi dell’energia di circa il 20% rispetto ai colleghi europei, e anche più alto se guardiamo a competitor internazionali. Se aggiungiamo il costo del lavoro, la burocrazia, le strategie di sviluppo, la situazione è drammatica. Speriamo che con il ministro Calenda qualcosa si muova. Perché i divari di competitività non si trasformano tanto in perdita di profitti, quanto in mancate opportunità di lavoro e di mercato. Quando chiediamo di abbassare i costi dell’energia non è per “guadagnare di più”, ma per competere meglio: il made in Italy è il terzo marchio al mondo, abbiamo prodotti che possono rafforzare la nostra presenza nei mercati internazionali”. Simone Mori, Presidente di Assoelettrica, è convinto che fonti tradizionali e fonti rinnovabili debbano lavorare insieme per lo sviluppo di un nuovo mercato energetico. E a proposito del futuro, con l’uscita della maggior tutela e dall’incontro dell’Ict con il settore dell’energia, alla domanda se può nascere un nuovo modello di mercato energetico, ha detto: “difficile rispondere. Basti pensare a quanto accaduto dopo l’apertura del mercato elettrico: prima la grande stagione degli investimenti per il rinnovamento del parco termoelettrico, poi il tumultuoso sviluppo delle rinnovabili, del fotovoltaico in particolare, quindi il rovesciamento dei paradigmi tradizionali: centrale – trasmissione – distribuzione – consumo finale e la crescita della generazione diffusa. Infine la crisi economica e la riduzione della domanda elettrica. Soltanto la prima di queste fasi era in qualche misura prevista. La verità è che i mercati si muovono più svelti delle norme e spesso dei piani di sviluppo delle imprese. Si deve poi rimarcare che il mercato elettrico italiano è uno dei più aperti e vivaci d’Europa. Di strada nella direzione giusta ne abbiamo fatta, anche su altri fronti, come la digitalizzazione delle infrastrutture – penso ai contatori elettronici di seconda generazione – ma anche sul lato dell’efficientamento, che ha portato a una riduzione dell’intensità energetica e insieme a un aumento della penetrazione elettrica”. Sulla possibilità che l’uscita dalla maggior tutela possa costituire un’opportunità per i consumatori, Mori ha così risposto: “assolutamente. E per almeno due motivi. Il primo è che il mercato genera un circuito virtuoso, stimolando offerte migliori in termini di prezzi e di servizi, promuovendo l’innovazione tecnologica e rendendo i consumatori più consapevoli. Il secondo motivo è che l’uscita dalla maggior tutela è stata preceduta dalla riforma del sistema tariffario, per cui gli oneri di sistema verranno gradualmente spalmati in misura proporzionale su gli utenti finali e non più in base alla potenza disponibile e all’energia fatturata”. Sul capacity market, Mori ha affermato: “serve al sistema elettrico nel suo complesso per garantirne la sicurezza. Le fonti rinnovabili non programmabili hanno bisogno del capacity, come un ciclo combinato ha bisogno del gas per produrre energia elettrica. Il modello italiano ha ottenuto un sostanziale via libera da Bruxelles ed è considerato un esempio di buona pratica su scala europea, perché supera la logica del sussidio, comunque necessario in passato per garantire economicità a centrali costrette a produrre per pochissime ore al giorno, e propone un sistema di mercato aperto alla competizione dove a vincere sarà chi è più efficiente”. Comunicato Stampa infrastrutture che l’Europa considera strategiche, i cosiddetti PCI (Projects of Common Interest), apportano un contributo importante. Un’altra misura può essere il biometano, un combustibile ancora più pulito del gas naturale tradizionale, in grado di dare un apporto positivo a un’economia fondata sulla sostenibilità e sulla circolarità nell’utilizzo delle risorse”. Quanto al GNL small scale Malacarne ritiene che: “l’ampia disponibilità di gas naturale liquefatto sui mercati globali apre le porte all’impiego del gas anche nei trasporti stradali e marittimi; elementi che daranno vita a una nuova fase di sviluppo per il GNL, arrivato in Europa, negli ultimi anni, con il contagocce, ma che, complice anche un aumento della domanda a fronte del declino della produzione interna, tornerà a svolgere un ruolo importante”. Per Massimo Inguscio, Presidente del Cnr, l’impegno del Cnr sul fronte delle smart city è forte. Si lavora a progetti innovativi per creare citta intelligenti. E ha affermato: “uno scenario interessante è quello dei sistemi automatizzati di trasporto. I ricercatori dell’Istituto di informatica e telematica del Cnr (Iit-Cnr) di Pisa hanno sviluppato, con il Comunicato Stampa Nel Faccia a Faccia su energia e ambiente, tra Chiara Braga, responsabile Ambiente del Pd e Davide Crippa, membro della Commissione Ambiente della Camera per il M5S, è emerso che per la Braga: “le scelte fatte in tempi recenti hanno ridotto la mole degli incentivi, puntando a una sostenibilità di mercato. Il sistema oggi si è stabilizzato, anche dopo alcuni contraccolpi non facili come lo spalma-incentivi. Quello che si aspettano gli operatori del fotovoltaico non sono nuovi incentivi, ma stabilità delle norme e un quadro regolatorio più chiaro e meno penalizzante, che aiuti anche a superare alcune storture del passato”. Per Crippa invece, “dire che la crescita del fotovoltaico rallenta mi sembra un’analisi più che ottimistica dell’attuale mercato italiano. Il conto energia per l’installazione del fotovoltaico è terminato a metà del 2013. Il governo si vanta di aver raggiunto in anticipo l’obiettivo del 2020, ma l’energia prodotta da rinnovabili, escluso l’idroelettrico, nell’ultimo anno è cresciuta di uno zero virgola”. Su quali siano gli altri settori delle rinnovabili su cui puntare, hanno così risposto: Braga: “potenziamento dell’eolico e del solare, ma anche geotermia a bassa entalpia, curando l’impatto ambientale degli impianti”. Crippa: “il faro del percorso energetico italiano in primis deve essere il concetto della riduzione del fabbisogno energetico. Il programma del M5S prevede una riduzione complessiva del fabbisogno energetico del 37% al 2050 e in questo senso le ricadute sono evidenti: ogni miliardo investito in efficienza e rinnovabili, (dati Enea, relazione 2013), porta 15-17 mila di posti di lavoro. Non dovranno essere stabilite priorità slegate dal contesto in cui le tecnologie devono inserirsi”. In merito alle caratteristiche che dovrebbe avere una Strategia energetica nazionale (Sen), che aggiorni quella approvata nel 2013 alla luce dei nuovi scenari, la Braga pensa che: “l’Italia deve tener conto degli impegni assunti a livello europeo con il pacchetto clima-energia al 2030. La strada è quella della transizione da un modello energetico fortemente dipendente dalle fonti fossili a uno basato su l’aumento delle rinnovabili e su migliori prestazioni in termini di efficienza energetica. Questo ultimo è il vero punto di forza su cui l’Italia deve scommettere, avendo spazi enormi di miglioramento”. Per Crippa: “il programma energetico M5S potrà avere effetto sul sistema energetico dal 2020, ma già nell'arco di una legislatura sarà possibile azzerare il consumo di carbone, con la chiusura delle 14 centrali e degli inceneritori. Nel medio periodo sarà favorita la migrazione dei consumi termici verso l’elettrico, in particolare per l’autoproduzione da fonti rinnovabili. Dovrà essere risolta la dipendenza dei trasporti dai prodotti petroliferi: trasporto collettivo e mobilità elettrica. Al 2040 petrolio fuori dal sistema (2050 per agricoltura e aviazione ). Progressivamente le fonti rinnovabili sostituiranno le altre fonti, al 2050 dovranno essere unica fonte interna. È una manovra anche economica che presuppone una domanda interna necessaria e utile a far ripartire un economia ormai obsoleta”. Completano il numero 38 di Elementi: - L’editoriale di Stefano Besseghini, Ad e Presidente di RSE, sulla necessità di “energia” nella ricerca. - Un’ intervista a Tiziano Onesti, Presidente di Trenitalia, sulla nascita dell’EcoTreno. - Una conversazione con Alessandro Marangoni, Ad di Althesys, su come rilanciare il parco eolico. - Un articolo con i dati delle verifiche e delle ispezioni del GSE - Lo Speciale SPID - La rubrica “Virgolette” di Romolo Paradiso, sull’importanza dell’economia circolare. - Il parere di Simone Barni, Vicepresidente di Publiacqua, sull’efficienza del sistema idrico e la lotta alle perdite. - Un intervento di Simone Togni, Presidente di Anev, sulla ricerca come volano di sviluppo del settore eolico. - Un dialogo con Salvatore Molè, Direttore innovazione di Hera, sul biometano dai rifiuti. Comunicato Stampa Massachusetts Institute of Technology (Mit) e il Swiss Institute of Technology (Eth), un’applicazione in grado di gestire in modo efficace il traffico urbano. La velocità dei mezzi è controllata automaticamente, così che ogni auto raggiunga l’incrocio in corrispondenza dello ‘slot’ assegnatole. Le analisi mostrano che, con i volumi di traffico attuali, le file scomparirebbero e i ritardi nel percorso sarebbero quasi nulli”. Inguscio ha poi concluso sottolineando l’importanza della ricerca scientifica, per potenziare la quale “occorre fare sistema per concorrere alle opportunità di finanziamento europee e internazionali, in una stretta sinergia con le industrie e gli atenei. Bisogna creare una filiera comune dove la ricerca sia vista come una ricchezza e non un costo e in cui, oltre a ricercatori e imprenditori, stiano assieme tutti gli attori e gli esperti”. Un confronto con Antonio Sileo, research fellow Iefe Bocconi, che lamenta una scarsa informazione per la famiglie in merito alle riforme del settore elettrico.. - Il punto di vista di Marco Primavera sull’Ocsit al servizio del mercato. - La rubrica “Elementi Normativi”, con i più importanti provvedimenti in materia energetica. - “Il Punto” di Jacopo Giliberto, su come le nuove tecnologie potranno mutare l’energia. - Una conversazione di Romolo Paradiso sui temi dell’uomo, della famiglia e della società con Claudio Risé, psicoterapeuta e scrittore. Per ulteriori informazioni: Gestore dei Servizi Energetici – GSE Comunicazione esterna e Ufficio stampa - Tel. +39 06 8011 4614 e-mail [email protected] Comunicato Stampa -