Nel 1944 volavano anche sul bresciano i piloti

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Nel 1944 volavano anche sul bresciano i piloti
Centro Studi Repubblica Sociale Italiana
Nel 1944 volavano anche sul bresciano i piloti afroamericani del 332esimo Stormo da
caccia
Inviato da Redazione
martedì 29 luglio 2008
Ultimo aggiornamento mercoledì 06 agosto 2008
Flavio Mucia, Nel 1944 volavano anche sul bresciano i piloti afroamericani del 332esimo Stormo da caccia. Code rosse e
pelle nera nei cieli di guerra, in «Giornale di Brescia», 24 luglio 2008, p. 35.  Â
     Era proprio un pilota di colore, ma nessuno ci voleva credere. Non erano né il caschetto né gli occhialoni, era prop
la pelle. Questo pensavano i ragazzi increÂ-duli che con tanta incoscienza racÂ-coglievano i bossoli ancora caldi, lungo la
strada che collegava Brescia a Milano, mentre quel caccia a stelle e strisce, volando bassissiÂ-mo, mitragliava i mezzi
militari italo-tedeschi, nell'estate del 1944.La loro convinzione, però, inconÂ-trò, nel migliore dei casi, solo una bonaria
diffidenza. Era difficile, inÂ-fatti, immaginare che un aviatore di colore potesse compiere una missione di guerra su un
aereo da caccia. Un'eventualità questa esclusa anche da più di un pilota italiano, interrogato sull'argomenÂ-to.Il loro
errato convincimento era però comprensibile. Non potevano sapere, infatti, che l'allora Army Air Corps (Aac), oggi Usaf,
annoveÂ-rava tra i suoi reparti anche un intero stormo da caccia, il 332°, costituito tutto da piloti di colore. I Tuskegee
Airmen, come venivaÂ-no chiamati, erano i primi afroameÂ-ricani addestrati come piloti militaÂ-ri.
Un fatto davvero incredibile se si considera che a quel tempo, essere una persona di colore poteÂ-va costituire un crimine
peggiore di essere un nemico. Quello che avrebbe dovuto essere un sempliÂ-ce, mal sopportato e breve esperiÂ-mento,
permise di addestrare sull'aeroporto di Tuskegee in Alabama 992 piloti di colore.Questi, nel corso della guerra portarono
in volo caccia P-40 ToÂ-mahawk, P-30 Air Cobra, P-47 Thunderbolt, e P-51 Mustang. InÂ-sieme ai piloti furono addestrati
anche 10.000 tecnici, anch'essi di colore, per la manutenzione dei velivoli, sull'aeroporto di Canute nell’Illinois.Costretti
alla quasi segregazione anche in termini dell’attività operatiÂ-va, i piloti del 332° decisero che era fondamentale dimostrare
di essere non solo all'altezza del compito, ma anche di essere migliori dei loro colleghi bianchi. Per farsi ricoÂ-noscere,
decisero poi di dipingere le code dei loro velivoli in rosso. Fu così che gli aviatori di Tuskegee divennero i "Red
Tails".Grazie alle loro indubbie capaciÂ-tà di combattimento, si dimostraÂ-rono eccezionali soprattutto nel compito di
difendere le formazioni dei bombardieri americani. I piloti del 332°, che nel 1944 erano di stanza sull'aeroporto di Foggia,
compirono 1.500 missioni di guerra e abbattendo gli aerei nemici. Quali caccia di scorta, poi, stabiliÂ-rono un vero e
proprio record: non perdere un solo bombardiere affiÂ-dato alla loro protezione.Al grido "...to hell the Axis might,... flght
fight fìght!...", (...al diaÂ-volo la potenza dell'Asse... combatÂ-ti, combatti, combatti!...), come recitava la canzone del
reparto, ben presto i piloti del 332° Stormo divennero una vera e propria legÂ-genda, dimostrando che, davanti alle loro
capacità , cadevano rapidaÂ-mente tutte le pretestuose barrieÂ-re innalzate contro il colore della loro pelle.I risultati ottenuti
furono peralÂ-tro pagati a caro prezzo: sessantasei piloti persero la vita, mentre altri 32 divennero prigionieri di guerra. Un
sacrificio che, unito alla loro fama, spinse nel dopoguerra Holywood a girare un film che raccontasse la loro storia e le
loro imprese.Quei ragazzi bresciani che raccoÂ-glievano bossoli fumanti avevano ragione: il pilota di quel caccia
argentato non era un'illusione ottiÂ-ca, era proprio di colore!
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