9 corso aggionamento-LA VESTIZIONE
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9 corso aggionamento-LA VESTIZIONE
Storica Compagnia Insigniti Cavalieri del Tau o di S. Jacopo d’Altopascio Palazzo Vescovile – San Miniato ************ CORSO DI AGGIORNAMENTO PERMANENTE DEI CONFRATELLI CAVALIERI DEL TAU E DELLE CONSORELLE DAME DEL TAU 5 TEMA: LA CERIMONIA DI VESTIZIONE E BENEDIZIONE Massa, 25 settembre 2010 1 Scopo del presente elaborato è quello di fornire una esaustiva trattazione della Cerimonia di Vestizione e Benedizione stabilita dallo Statuto del 29 novembre 2008, dal Regolamento sulle Ammissioni del 04 luglio 2010 e dal Cerimoniale Stabilito dall’Alto Protettore della Storica Compagnia Dopo aver trattato della Compagnia, delle Magioni, Della Via Francigena, della Onlus della Compagnia ora approfondiremo l’argomento della Vestizione 5.) La Vestizione Occorre qui fare una premessa di carattere storico, infatti idealmente ci ispiriamo alla Regola del 1239 degli Altopascini e si rende necessario evitare ogni possibile dubbio sul reale intendimento della Compagnia circa la Vestizione. In primo luogo diciamo subito che la Vestizione NON è una Investitura! Per meglio comprendere cos’è una Investitura trattiamola subito, per evitare incomprensioni. 5.1)- L’Investitura Prima tratteremo dell’Investitura nell’Ordine del Tau poi, per chiarire ogni possibile ulteriore dubbio, tratteremo delle Investiture in contemporanei Ordini Equestri riconosciuti dalla Santa Sede. Un elemento 2 discriminante lo troviamo nel cd. “atto di sottomissione” al Gran Maestro e ai Superiori (che NON esiste nella Ns. Vestizione) 5.1.1) – L’investitura nel soppresso Ordine del Tau Nel soppresso Ordine Equestre di San Jacopo d’Altopascio ( 1 ) era stabilita la cerimonia di ammissione nell’Ordine , preceduta dal “ricevimento dei Frati” ( 2 ). La cerimonia di ammissione era identica sia per i Frati che per i Cavalieri ( 3 ) Per l’ammissione nell’Ordine di coloro che diventavano Cavalieri del TAU, era prevista una apposita procedura, all’articolo LXXXXIII della Regola, che si cita per intero: 1 )- L’ordine del Tau fu riconosciuto da Papa Gregorio IX tramite l’approvazione della Regola del 1239, (conservata a Lucca); L’Imperatore Federico II lo riconobbe nel 1244 ( il decreto imperiale originale è conservato a Lucca nell’Archivio di Stato). L’Ordine venne soppresso il 28 febbraio 1587 da Papa Sisto V su richiesta di Ferdinando I Granduca di Toscana 2 )- nel Capitolo XLIX della Regola del 1239 si legge: “Del Ricevimento dei Frati. Quando qualcuno adimanda la fraternità dell’Ospitale, lo priore, overo lo maestro di quella bailia, abbia consillio coi frati, se lo vogliono ricevere; et se piace a loro riceverlo, facciano venire l’uomo in capitulo: et allora lo priore, overo lo maestro, lo dimandi se elli vuole essere frate della casa, et se potrà sostenere la religione, et se potrà observare castità, et tenere obbedienza, et vivere senza proprio, anzi che faccia la professione; imperciò che, come prima quando era in sua signoria fece quello che li piacette, ma quando serà nella religione, serà nella altrui podestà et non nella sua. Lo qual, se dirà di sostenere, con l’ajuto di Dio, la religione, et li comandamenti della Casa adempiere con perfetta volontà, et Mentre che viverà serà servo dei signori Poveri. Anco adimandi lo priore da lui, s’elli ha mollie, overo se l’abbia jurata; et, se elli ha fatta promissione ad alcuna religione, overo sìelli ha debito. Et, se tutte queste cose negherà, sia riceVuto; et, se dirà ch’elli abbia mollie, overo Che l’abbia jurata, overo che sia d’altra Religione, overo professione avrà fatta, overo avrà debito, se non avrà lettere dal vescovo suo, overo dal suo monasterio, et da cui avrà lo debito, non sia ricevuto.” 3 )- così almeno si intende dalla Regola del 1239 3 “Nessuno adimandi d’esser cavalieri, se non li fosse promesso. Nessuno adimandi nell’Ospitale di farsi Cavalieri, se impromesso non li dosse Innanzi che riceva l’abito della religione dell’Ospitale, massimamente quando saranno nutricati nella casa dell’Ospitale. Se siano filioli i nobili, quando verranno ad età, con volontà del maestro, overo del comamdatore, et con consilio dei frati della casa”. La procedura di ammissione, conclusosi positivamente l’interrogatorio stabilito nel “Ricevimento dei Frati” ( 4 ), continua con la formula che ogni Aspirante (sia Frate che Cavaliere) doveva recitare ed alla quale seguiva poi quella solenne dell’Investitura da parte del Maestro, che impone il mantello mostrando la TAU ad essa cucita. La bellezza della formula (rammento che siamo nel 1239, molto prima che Dante scrivesse in italiano la Divina Commedia) che recita l’Aspirante, alla conclusione della quale offre se stesso con il Vangelo ( 5 ) “ad altare”, è troppo bella ed elevata per sminuirla con un qualunque commento, pertanto la riporto comera nel 1239: “Del ricevimento io cotale rendo me a Dio et a santa Maria et al beato Jacopo Apostolo et ai signori nostri infermi, acciò che tutti li dì della vita mia sia loro servo; et prometto castitade, coll’ajuto di Dio, osservare, et senza proprio vivere, et a quel comandatore quale Dio mi darà tenere obedienzia( 6 ). Et allora Offerisce sé con libro ad l’altare” 4 )- vedi precedente nota n° 2 )- in tutta l’ionografia esistente, in tutto il mondo, S. Jacopo è rappresentato con in mano il Vangelo e nell’altra il bastone del Pellegrino) 6 )- questo è l’atto di sottomissione che comporta l’Investitura 5 4 La formula dell’accettazione dell’Aspirante recitata dal Maestro, che è una vera e propria investitura, ha alcuni passi tocanti, che riporto testualmente dall’articolo LI dela Regola: dopo la promessa solenne dell’Aspirante il Maestro replica: Dopo la promessa fatta, la qual facesti ad Dio et ad santa Maria et ad santo Jacopo, et Ai signori nostri infermi, riceviamo te, et L’anima del padre et della madre tua alle Messe et mattutini, vesperi, et ad tutte L’ore et orazioni, digiuni, elemosine, et ad Tutti beneficj li quali si fanno, et cotidianamente si faranno, et fatti saranno nella casa dell’Ospitale per tutto il mondo, dal dì che fue edificato l’Ospitale infine al di del sudicio, adciò che Dio ti dia cotal parte quale ciascuno di noi spetta di avere. Et la casa dell’Ospitale promette, e noi promettiamo ad te, solamente pane et acqua et vestimento umile” Poi il Maestro prendeva il mantello ed ostentando il segno della TAU lo poneva addosso al nuovo membro dell’Ordine dicendo queste parole: “Per questo segno del tau, lo quale ti diamo, salvi te Dio et guardi qui et in futuro, et ti perduca ad vita eterna, amen” 5.1.2) – L’investitura in odierni Ordini Equestri cattolici Qui si farà riferimento a solo due Ordini Equestri, l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il cui Cardinale Gran Maestro viene nominato direttamente dal Papa e il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio il cui Gran Maestro è S.A.R. l’Infante di Spagna Carlo di Borbone due Sicilie. 5 Sono due Ordine Equestri antichissimi, uno risale a Goffredo di Buglione, esistente dal 1099 nel Regno di Gerusalemme, e i cui Statuti recenti risalgono al 1857, promulgati dal Papa. L’altro è talmente antico che non si sa quando è stato fondato, alcuni lo vogliono costituito dall’Imperatore Costantino quando, prima della battaglia di Ponte Milvo contro Massenzio vide in cielo un segno miracoloso con la scritta “in hoc signo vinces”, che è tutt’oggi il motto di tale glorioso Ordine Equestre che riproduce nel suo stemma quel segno miracoloso: il monogramma del Cristo! Come in tutti gli antichi Ordini oggi ancora fiorenti, in questi due Ordini, dopo una lunga e complessa procedura di ammissione il Candidato giunge alla conclusione del suo cammino, per diventare Cavaliere a difesa della Fede. E’ previsto, in preparazione della cerimonia di Investitura un ultimo passaggio, denominato “La veglia d’armi”, infatti gli antichi Cavalieri, passavano la notte precedente l’Investitura in preghiera, in compagnia della spada e dello sperone. In precedenza l’Aspirante al Cavalierato faceva Atto di sottomissione, al Gran Maestro e ai Superiori. Poi avveniva l’agognata cerimonia di Investitura dove il Gran Maestro (o suo Delegato), rivestito il candidato con il Mantello, con il tocco della spada sulla spalla lo nomina Cavaliere. Questa è l’Investitura equestre: che non ha nulla a che vedere con la nostra Vestizione (che non prevede atto di sottomissione)! Così come il mantello equestre non è una cappa e la nostra Cappa non è un mantello (manca del bavero, e aperta non è una circonferenza di 360 gradi come il mantello equestre) 5.2) – La Cerimonia di Vestizione - Nella Sede Centrale L’attuale liturgia della Vestizione dei Confratelli e delle Consorelle della Storica Compagnia, ci è stata consegnata a mano dall’Alto Protettore a Massa, il 28 giugno 2009. In precedenza, quando non era ancora stata fondata la Ns. Confraternita esisteva una versione precedente all’attuale, risale ai primi anni settanta e venne predisposta da S. Ecc. Rev.ma Mons. Paolo 6 Ghizzoni, Vescovo di San Miniato, ma era destinata alla precedente forma associativa, di carattere laico, mentre la nostra Confraternita è stata elevata al riconoscimento canonico, per cui siamo una entità ecclesiale. Il successivo Vescovo di San Miniato, S. Ecc. Rev.ma Edoardo Ricci, non modificò la preghiera ghizzoniana. Il raffronto fra la vecchia preghiera e la Nostra, ci fa rilevare che esse sono completamente diverse, tranne l’ultima bellissima invocazione, che tutti e tre i Vescovi suddetti hanno sempre lasciato intatta, ed in effetti è semplicemente meravigliosa: è la preghiera che dovete imparare a memoria! perché è con gli impegni che prendiamo, recitandola, che si diventa Confratelli e Consorelle essa è: “Signore, la tua grazia che ci ha prevenuto, ci segua continuamente perché l’impegno della testimonianza di probità e carità cristiana che abbiamo assunto possa essere costantemente da noi osservato a gloria del tuo figlio Gesù Signore che vive e regna nei secoli dei secoli. AMEN” 5.2.1) – Il Corteo di ingresso La cerimonia inizia con l’ammassamento nel luogo stabilito: i Confratelli cavalieri del Tau e le Consorelle Dame del Tau hanno già indossato la Cappa della Storica Compagnia e portano in mano il Lume acceso mentre gli Aspiranti hanno la Cappa piegata al braccio con la Tau in evidenza e il Lume è spento. Il corteo, su ordine del Cerimoniere parte: questo è l’ordine di precedenze: 7 • Aspiranti • Due giovani Cavalieri portano il Gonfalone della Compagnia • Consiglio dei Reggenti: Gran Cancelliere in testa; poi a due a due i Custodi, poi il Gran Cerimoniere e il Grande Elemosiniere • Vessillo della Magione di San Miniato • Consiglio di Magione di San Miniato: a due a due il ViceCustode, il Cancelliere, il Cerimoniere, l’Elemosiniere, • La Magione di San Miniato • Vessillo della Magione di Massa • Consiglio di Magione di Massa: a due a due il Vice-Custode, il Cancelliere, il Cerimoniere, l’Elemosiniere • La Magione di Massa • Ecclesiatici della Compagnia • S. Ecc. il Vescovo. Arrivati all’altare i Vessilli si collocano al posto loro assegnato; i Confratelli depositano i Lumi accesi in vicinanza dell’Altare e si collocano nei posti stabiliti, gli Aspiranti stanno da parte, lontano il più possibile dalla Compagnia, con il lume spento e la cappa al braccio. Iniziata la Celebrazione, il Gran Cancelliere chiede al Celebrante la benedizione delle Vesti e degli Aspiranti e inizia la procedura della presentazione: chiama a se i Custodi delle Magioni e gli chiede di chiamare gli Aspiranti. I Custodi elle Magioni si avvicinano al Gran Cancelliere e chiamano i loro Aspiranti la Vestizione, che rispondono ad alta voce “Presente”, essi si presentano davanti all’altare. Dopo che il Celebrante ha benedetto le Vesti e gli Aspiranti, i Custodi delle Magioni Vestono i neo Confratelli con la prevista formula, i Confratelli rispondono insieme con l’ultima preghiera della liturgia, e li invitano ad andare ad accendere il loro Lume e depositarlo acceso insieme agli altri. I Neo Confratelli prendono posto nella Compagnia. Al termine della cerimonia, si ripete il corteo: ogni Confratello ritirerà il suo lume e si colloca nel corteo per l’uscita. 8 5.3) – La Cerimonia di Vestizione – Nelle Diocesi Nello Statuto della Storica Compagnia (articolo 5 comma 3°) e pure nella Liturgia della Vestizione, è prevista la Vestizione direttamente nelle Magioni, anche al di fuori della S. Messa. Infatti l’Alto Protettore provvede ad Officiare la Liturgia della Vestizione in tutte le Diocesi, dove ci sono Magioni della Storica Compagnia, nella prassi è presente anche il Vescovo diocesano dove ha sede la Magione ( esempio la Vestizione di Massa del 28 giugno 2009, dove l’Alto Protettore ha Officiato alla presenza del Concelebrante Vescovo di Massa). L’Ordinario della Diocesi sede di Magione, per espressa statuizione dell’articolo 5 comma 3° dello Statuto della Compagnia, ha la facoltà di officiare la Liturgia della Vestizione come stabilita dall’Alto Protettore il 28 giugno 2009. Fino ad oggi, tutte le Vestizioni sono state Officiate dal Vescovo Alto Protettore, ma è prevedibile - nello sviluppo che avrà la Storica Compagnia in ogni Diocesi attraversata dalla Via Francigena - che le Vestizioni avverranno anche nelle varie Magioni Diocesane (nel volgere di un biennio dovremmo essere presente almeno in 4 Diocesi!). Come funziona la Vestizione nelle Diocesi? Esattamente come nella Sede Centrale: l’unica difficoltà è quella che causiamo al Consiglio dei Reggenti! Infatti nella Liturgia della Vestizione è indispensabile la presenza del Gran Cancelliere e dei Custodi delle Magioni: nella prassi, tutto il Consiglio dei Reggenti si sposta nella sede Diocesana periferica per asseverare, con la Sua presenza, l’operatività di tutta la Compagnia Vi allego la Liturgia, approvata da S. Ecc. l’Alto Protettore Massa, agosto 2010 Egisto Umberto Borghini 9 VESTIZIONE DEI CONFRATELLI CAVALIERI E DELLA CONSORELLE DAME DELLA STORICA COMPAGNIA DEGLI INSIGNITI CAVALIERI DEL TAU O DI SAN JACOPO DI ALTOPASCIO (Associazione privata di fedeli con statuti approvati dall’Autorità Ecclesiastica) --------Dopo l’omelia, se la vestizione avviene durante la Celebrazione eucaristica; dopo il segno della Croce ed il saluti iniziale del celebrante se la vestizione avviene fuori della S. Messa, il Gran Cancelliere presenta i candidati confratelli cavalieri e consorelle dame Reverendissimo Padre, richiamando le origini cristiane della istituzione dei Cavalieri del “TAU”, Le chiediamo che voglia rivestire delle insegne di Confratelli e Consorelle della nostra Confraternita le persone che presentiamo, delle quali attestiamo la professione della Fede cristiana e la testimonianza della stessa nella vita privata e nei rapporti sociali. Ne facciamo la presentazione Il Gran Cancelliere chiama i Custodi delle Magioni con le parole “ Il Custode della Magione di San Miniato, il Custode della Magione di ….. si accostino a me e presentino i Confratelli Cavalieri del Tau e le Consorelle Dame del Tau che chiedono di fare la Professione di Fede e la benedizione delle loro Persone e delle Vesti “; i Custodi chiamati dal Gran Cancelliere si avvicinano a lui e chiamano ciascuno gli Aspiranti Confratelli Cavalieri e Consorelle Dame che hanno chiesto la vestizione. N.N. Presente I candidati si alzano e si pongono davanti all’altare. 10 Il celebrante prosegue “La santa Chiesa, richiamando il pensiero dell’Apostolo Paolo – profondo conoscitore del mistero della Croce, che è mistero d’amore di Dio verso gli uomini – proclama:”Di null’altro mai ci glorieremo se non della Croce di Gesù Cristo, nostro Signore: Egli è la nostra salvezza, vita e risurrezione. Per mezzo di Lui siamo stati salvati e liberati” (Cfr. Gal. 6,14) Nell’antico tempo, il profeta Ezechiele (9,4-6) ispirato da Dio, descriveva la visione e riferiva la parola del Signore all’angelo: “traccia il segno del ‘tau’ sulla fronte di coloro che deplorano le abominazioni del mondo; … chi porterà il segno del tau sfuggirà alla morte eterna.” Inserendosi in questo annunzio di salvezza – da tanti secoli – uomini pii dèditi a servizio di carità verso i fratelli, hanno scelto di portare il segno del tau sul proprio abito per evidenziare il loro impegno di vita secondo il Vangelo. Desiderosi di dare ideale continuità a tale metodo di vita, con lo stesso segno volete ora anche voi dare evidenza al vostro proposito di rettitudine e di carità. Accogliendo pertanto il vostro proposito, volentieri vi ammettiamo tra i Confratelli Cavalieri e tra le Consorelle Dame del TAU. Breve pausa di silenzio Preghiamo “O Dio, questi tuoi figli hanno compreso che la vera gloria, la piena salvezza, l’autentica liberazione stanno nella Croce di Cristo 11 e che nella vita che ne consegue si compie il mistero della redenzione. Volendo assumere ed evidenziare tale proposito, vengono rivestiti del manto che reca il segno del TAU, richiamo alla Croce di Cristo morto e risorto. Fa che portandolo abbiano sempre ad esprimere l’intima convinzione che Cristo è il vero ricostruttore dell’uomo e che collaborare con lui in tale opera è la vera vita. Per Cristo Nostro Signore.AMEN” Aspersi i mantelli con l’acqua benedetta, ne vengono rivestiti i Confratelli Cavalieri del TAU e Consorelle Dame del TAU dal Custode della rispettiva Magione dell’Associazione che dice la formula Ricevi il manto dei confratelli cavalieri del tau (delle consorelle dame del tau), richiamo alla croce di cristo, sia essa la tua gloria nel tempo e salvezza nell’eternità” I neo confratelli cavalieri e le neo consorelle dame recitano insieme a voce alta: “Signore, la tua grazia che ci ha prevenuto, ci segua continuamente perché l’impegno della testimonianza di probità e carità cristiana che abbiamo assunto possa essere costantemente da noi osservato a gloria del tuo figlio Gesù Signore che vive e regna nei secoli dei secoli. AMEN” Continua la S. Messa con il Credo, se richiesto, oppure con la preghiera dei fedeli. Se la vestizione avviene al di fuori della Celebrazione eucaristica, a questo punto si recita insieme il PADRE NOSTRO ed il celebrante conclude con la benedizione 12