4000 anni fa sotto il vulcano

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4000 anni fa sotto il vulcano
4000 anni fa sotto il vulcano
Il villaggio protostorico di San Vincenzo a Stromboli
Direzione
Maria Clara Martinelli
Sara Levi
Marco Bettelli
Soprintendenza Messina
Univ. Modena e Reggio Emilia
CNR-ICEVO
Vice-direzione
Andrea Di Renzoni
Francesca Ferranti
CNR-ICEVO
Univ. Roma Sapienza
Collaborazioni scientifiche
Gianna Ayala
Univ. Sheffield
Daniele Brunelli
Univ. Modena e Reggio Emilia
Matthew Fitzjohn
Univ. Liverpool
Emanuele Forte
Univ. Trieste
Richard Jones
Univ. Glasgow
Stefano Lugli
Univ. Modena e Reggio Emilia
Maria Marsella
Univ. Roma Sapienza
Maurizio Mazzucchelli Univ. Modena e Reggio Emilia
Anna Maria Mercuri
Univ. Modena e Reggio Emilia
Michele Pipan
Univ. Trieste
Alberto Renzulli
Univ. Urbino
Maurizio Rosi
Univ. Pisa
Patrizia Santi
Univ. Urbino
John Williams
Univ. Bangor
Professionisti
Renaud Bernadet, Valeria Corazza, Nicoletta Giannini,
Dario Letizia, Leandro Lopes, Daniele Pantano,
Carmelo Triolo, Mario Triolo, Paola Vertuani
Supporto logistico a Stromboli
Carlo Lanza, Maresciallo Riccardo Spanò, Don Luciano
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Stromboli nel panorama delle Isole Eolie
Era il 1980 quando a Stromboli vennero alla luce, nei pressi
della chiesa di San Vincenzo, un villaggio protostorico risalente
all’età del Bronzo medio (prima metà del II millennio a.C.) e rilevanti testimonianze di epoche successive, tra le quali una necropoli di età ellenistica.
Questa scoperta andò a arricchire l’eccezionale patrimonio archeologico delle Isole Eolie, frutto della pluriennale attività di ricerca di Luigi Bernabò Brea e Madeleine Cavalier che ha permesso di definire una sequenza di riferimento per tutto il sud Italia
a partire dal Neolitico (fase in cui Lipari ha un ruolo preminente
per la presenza di ossidiana, materia prima rara e molto pregiata
per fabbricare strumenti da taglio).
Le isole eolie e la visuale dal villaggio di San Vincenzo.
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I villaggi eoliani
Villaggi come quello di San Vincenzo, caratterizzati da capanne
ovali realizzate in blocchi di pietra lavica, sono conosciuti anche
a Lipari, Panarea, Salina e Filicudi. Proprio su quest’ultima isola,
sul promontorio di Capo Graziano si trova il sito che ha permesso la definizione della facies culturale omonima, e a cui appartiene l’insediamento di San Vincenzo.
Resti delle capanne del villaggio di Capo Graziano a Filicudi
(Bernabò Brea, Cavalier 1991).
Planimetria del villaggio sull’acropoli di Lipari, con le varie fasi di
insediamento: Capo Graziano in verde, Milazzese in rosso,
l’Ausonio in azzurro e blu (Bernabò Brea, Cavalier 1980).
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I contatti con il mondo egeo
Alla fase di Capo Graziano risalgono le prime testimonianze di
contatti tra il mondo egeo-miceneo e il basso Tirreno. Il villaggio
di San Vincenzo è situato in posizione strategica di controllo delle vie marittime come avamposto nord-orientale dell’arcipelago,
con una visuale che spazia dallo stretto di Messina alle isole flegree.
Dal momento che in questa fase dell’età del bronzo le rotte
e i mercati del mediterraneo orientale erano sotto il controllo
cretese i giovani regni micenei cercavano nuove fonti di approvvigionamento di rame e stagno verso occidente lungo direttrici
che consentivano una navigazione a vista e che lambivano le isole eolie.
Le rotte di navigazione nel basso Tirreno.
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Lo scavo Cavalier
L’intervento di scavo eseguito nel 1980 da Madeleine Cavalier
a San Vincenzo riuscì a stabilire la natura e la cronologia del deposito archeologico mettendo in luce parte del villaggio.
Nel settore principale, di 16x9 m, sono emerse numerose
strutture impostate su terrazzamenti artificiali, sia abitative che
accessorie, realizzate con la tipica tecnica costruttiva del periodo. Sono stati inoltre rinvenuti numerosi reperti, oggi esposti nel
Museo Archeologico Eoliano di Lipari.
L’autrice sottolineava come il sito “…ricchissimo di frammenti
ceramici …dovrà essere oggetto di ricerche sistematiche in un
prossimo futuro”.
Pianta del saggio dello scavo Cavalier con evidenziate le strutture
murarie rinvenute (Cavalier 1981).
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Le nuove indagini
L’attuale serie di interventi, iniziata nel 2009, ha carattere
interdisciplinare e didattico. Il gruppo di lavoro coinvolge geoarcheologi, vulcanologi, geofisici, archeometri, ingegneri, paleobotanici, topografi, restauratori e disegnatori di reperti. Per
la ricostruzione delle modalità di vita degli antichi abitanti di
Stromboli l’indagine spazia su vari aspetti: l’interazione con il
vulcano, l’ambiente naturale, i metodi di sussistenza, le materie
prime, la tecnologia, le produzioni artigianali, l’organizzazione
topografica, la sequenza cronologica, i contatti e i commerci a
scala mediterranea. Molti di questi temi sono oggetto di tesi di
laurea e di dottorato degli studenti che partecipano allo scavo.
Il lavoro sul campo ha comportato sia lo scavo stratigrafico
in estensione sia trincee di approfondimento. Per l’indagine in
estensione sono stati aperti nuovi settori per un’ampiezza complessiva di oltre 250 m2. La stratigrafia completa è stata indagata in trincee profonde fino a raggiungere la roccia in posto. La
sequenza ha rivelato tracce di frequentazioni dal neolitico fino
ai giorni nostri. Tra le più recenti testimonianze sono attestate
attività agricole, probabilmente relative a vigneti. Nei saggi di
scavo sono stati prelevati campioni per indagini vulcanologiche,
geoarcheologiche e polliniche.
L’area dello scavo vista da nord-est. In primo piano i settori 2 e 3.
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Prospezioni geofisiche con il magnetometro
Prospezioni geofisiche con il georadar
Scavo stratigrafico in estensione
nel settore 3
Setacciatura del terreno
Raccolta di campioni per analisi
sedimentologiche e polliniche
nella trincea profonda (settore 4)
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Registrazione e documentazione sullo scavo
Rilievo topografico tridimensionale
con il laser scanner
Intervento del restauratore sul campo:
consolidamento e prelievo di un vaso
Catalogazione e classificazione dei reperti
Disegno dei reperti di maggior interesse
scientifico
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Il villaggio protostorico
Nei nuovi settori sono state individuate diverse capanne di
forma ovale costruite in pietrame, con il lato maggiore di ca.
6 m. Sono conservati alcuni filari di pietra dei muri e pavimenti
sovrapposti in terra battuta che testimoniano l’esistenza di vari
piani di uso delle stesse strutture.
Capanne in pietra in corso di scavo.
In alto il settore 2, in basso il settore 3.
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Sia nelle capanne che negli strati circostanti è stata rinvenuta abbondante ceramica d’impasto fatta a mano della facies di
Capo Graziano, tra cui numerosi esemplari decorati con motivi
geometrici incisi.
Di particolare rilievo è il rinvenimento di frammenti di vasi di
ceramica micenea tornita e dipinta, classe presente nei coevi villaggi di Filicudi e Lipari ma prima d’ora non attestata a Stromboli.
Si tratta di vasi per bere prodotti verosimilmente nel Peloponneso e databili alle prime fasi della civiltà micenea. Negli stessi
livelli sono state anche rinvenute delle perline in pasta vitrea di
probabile produzione egea.
Questo tipo di oggetti è presente, nella stessa fase, nel basso
Tirreno, con particolare abbondanza, oltre che nelle Eolie, anche
nell’arcipelago flegreo a Vivara.
Il ritrovamento di questa ceramica a Stromboli consente di
precisare ulteriormente le dinamiche di circolazione di beni di
prestigio nel Mediterraneo in relazione agli interessi commerciali dei giovani potentati micenei in via di consolidamento.
L’aggancio con la cronologia della ceramica micenea, inoltre,
permette una più puntuale datazione del nostro villaggio alle
fasi avanzate del periodo di Capo Graziano (XVII-XV sec. a.C.),
già indicata dalla ricchezza delle decorazioni sulla ceramica d’impasto locale.
Esempi di materiali esotici rivenuti a San Vincenzo,
tazza in ceramica micenea decorata a spirale (Tardo Elladico II) e
perlina di pasta vitrea.
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Esempi di ceramica d’impasto rinvenuta nei nuovi scavi.
La decorazione a incisione è tipica delle fasi evolute di Capo Graziano.
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Le frequentazioni successive
In alcuni settori dello scavo sono state messe in luce notevoli
testimonianze di attività risalenti a epoche successive a quella
del villaggio protostorico. Le ceramiche e i materiali edilizi di età
ellenistico-romana possono attribuirsi in parte a una vicina necropoli, in parte a attività agricole. A un’utilizzazione agraria del
pianoro si possono anche far risalire le abbondanti ceramiche di
età più recente, come le invetriate e le maioliche.
Lo studio sistematico di queste classi di reperti potrà far luce
sul ruolo di Stromboli nell’ambito dei traffici mediterranei particolarmente in età greca e romana.
Esempi di reperti di età ellenistica, romana, medievale e moderna.
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Facies eoliana
Cronologia
Fase egea
Cron. assoluta
Capo Graziano I
Bronzo Antico
Mesoelladico
2.300 - ca. 1.650 a.C.
Capo Graziano II
Bronzo Medio 1-2
Tardo Elladico I-II
ca. 1.650 - 1.400 a.C.
Milazzese
Bronzo Medio 3
Tardo Elladico IIIA
1.400 - ca. 1.300 a.C.
Ausonio I
Bronzo Recente
Tardo Elladico IIIB-C
ca. 1.300 - ca. 1.150 a.C.
Ausonio II
Bronzo Finale
Tardo Elladico IIIC protogeometrico
ca. 1.150 - 900 a.C.
Tabella schematica della cronologia comparata tra Italia, Eolie e
Egeo nell’età del Bronzo.
Partecipano studenti e dottorandi delle Università di Modena e Reggio Emilia,
Ferrara, Roma Sapienza, Lipsia, Glasgow, Boston University.
Si ringraziano: Madeleine Cavalier, Gabriella Tigano e la popolazione di Stromboli
che sostiene entusiasticamente il nostro progetto.
Cenni bibliografici
Bernabò Brea L. 1985, Gli Eoli e l’inizio dell’età del bronzo nelle isole Eolie e
nell’Italia meridionale, Napoli 1985.
Bernabò Brea L., Cavalier M. 1968, Meligunìs Lipàra III. Stazioni preistoriche
delle isole Panarea, Salina e Stromboli, Palermo.
Bernabò Brea L., Cavalier M. 1980, Meligunìs Lipàra IV. L’Acropoli di Lipari nella
preistoria, Palermo.
Bernabò Brea L. Cavalier M. 1991, Meligunìs Lipàra VI. Filicudi. Insediamenti
dell’età del bronzo, Palermo.
Cavalier M. 1981, Villaggio preistorico di San Vincenzo, Sicilia Archeologica, nn.
46-47: 27-54.
http://www.youtube.com/watch?v=XNKRBtRqsbg (Stromboli San Vincenzo)
elaborazione Andrea Di Renzoni, Francesca Ferranti
© Preistoria Attuale 2010