Le corse al trotto

Transcript

Le corse al trotto
Le corse al trotto
Scritto da Maurizio Bongianni
Lunedì 01 Novembre 2010 18:25 - Ultimo aggiornamento Giovedì 26 Maggio 2011 07:58
Certamente non meno avvincenti del­le corse al galoppo, quelle al trotto hanno spesso, rispetto
a queste, il vantaggio di poter essere più agevolmente se­guite dagli spettatori, in quanto la
maggior parte degli ippodromi almeno in Europa ha piste che sviluppano dagli 800 ai 1000
me­tri.
Le formule di corsa ricalcano quelle del galoppo se si eccettuano le «corse di classe» che
prevedono la partecipazione di cavalli in grado di trottare tutti sulla distanza stabili­ta a velocità
che si equivalgono.
Le corse al trotto si svolgono in genere sui 1600 e sui 2000 metri ma esistono specie in Francia
pro­ve sulla distanza dei 2400 metri e anche ol­tre.
Negli handicaps il vantaggio concesso dai concorrenti dotati di maggiori mezzi a quelli meno
veloci non consiste, come nel ga­loppo, in un aggravio di peso, che non avreb­be alcun senso,
ma in una penalità che si tra­duce in un aumento della distanza da per­correre che va da un
minimo di 20 a un mas­simo di 100 e anche 120 metri.
L'attuale ten­denza dopo l'introduzione dell'autostart, che prevede l'allineamento dei cavalli
dietro una macchina con due ali spiegate che si richiu­dono dopo la fase di lancio, è quella di
ri­durre il numero degli handicaps per imper­niare i programmi su corse di classe nelle quali la
partenza avviene ovviamente alla pa­ri.
Anche nelle corse al trotto esistono gare riservate ai Gentlemen e alle Amazzoni e molti sono in
questa specialità i proprietari che allenano e guidano personalmente i pro­pri cavalli, anche in
corse per professioni­sti.
In Francia, oltre alle tradizionali corse al trotto attaccato nelle quali il guidatore (driver) prende
posto su di un «sediolo» leg­gerissimo (sulky) del peso di 15-25 kg, si ef­fettuano anche corse
al trotto montato che sono altrettanto emozionanti e spettacolari.
Nelle corse al trotto il concorrente che pas­sa al galoppo (rottura) se non viene tratte­nuto,
perdendo terreno nel tentativo di es­sere rimesso, viene squalificato per rottura prolungata, così
come viene tolto dall'ordi­ne d'arrivo il cavallo che taglia il traguardo in rottura. Vengono inoltre
squalificati i ca­valli che incorrono in andature irregolari quali l'ambio e il travalco.
Il pubblico ame­ricano manifesta la sua simpatia per le cor­se di ambiatori in quanto in questi
cavalli non esiste praticamente la possibilità di rot­tura e tanto meno quella dell'andatura
irre­golare. L'ambio è infatti un'andatura più ve­loce del trotto e si differenzia da questo per il
fatto che il cavallo si muove per bipedi la­terali, sollevando cioè prima contempora­neamente
l'anteriore e il posteriore di un la­to e poi quelli dell'altro, mentre nel trotto il movimento avviene
per bipedi diagonali (prima l'anteriore di un lato e il posteriore del lato opposto e poi viceversa).
1/2
Le corse al trotto
Scritto da Maurizio Bongianni
Lunedì 01 Novembre 2010 18:25 - Ultimo aggiornamento Giovedì 26 Maggio 2011 07:58
Anche i trottatori e gli ambiatori vengono domati verso i 18-20 mesi di età e dopo essere stati
gradualmente abituati al filetto (farsi la boc­ca) e ai finimenti vengono attaccati prima al­la
baracchina e al ghig (calessini d'allena­mento) e successivamente al sulky. Il debut­to in corsa
avviene, come per i galoppatori, a due anni, ma la carriera dei trottatori è in genere più lunga e
intensa.
In Italia esiste un limite di età per la partecipazione alle corse al trotto che è di 7 anni per le
femmine e i castroni e di 10 anni per i maschi, mentre in altri paesi sono adottati criteri diversi o
non esiste alcuna limitazione in tal senso.
Altra differenza fra le corse al trotto e quelle al galoppo consiste nel fatto che nel trotto
l'al­lenatore e il guidatore sono rappresentati dalla stessa persona mentre nel galoppo, sal­vo
eccezioni, l'allenatore e il fantino sono persone diverse. Le corse al trotto hanno origini molto
più recenti rispetto a quelle al galoppo, anche se in Francia sembra si effettuassero sin dal
1600. Ma per avere una maggiore cer­tezza nelle date dobbiamo passare in Rus­sia, dove già
nel 1775, prima ancora della creazione della razza Orlov (1778) si effet­tuavano corse al trotto.
In Italia le prime corse al trotto risalgono al 1808 e furono di­sputate a Padova al Prato della
Valle con premi in denaro e medaglie per i vincitori. In queste corse al posto dell'attuale sulky
venivano usate le «padovanelle» del peso di 300 kg, ridotto a 237 kg nel 1842 e a 113 kg nel
1869, anno in cui ebbero inizio le gesta del fantastico Vandalo (ro. 1862), che restò in attività
fino all'età di 20 anni, partecipando a 226 corse di cui ne vinse 200. Fino al 1880 in Italia non vi
fu un vero allevamento e le gare si effettuavano sulle strade di molte città e paesi ma nel
periodo che seguì (dal 1881 al 1900) vi fu un'in­tensa importazione di soggetti di razza Or­lov e
americani, specie per merito del Sena­tore Vincenzo Stefano Breda che dalla fat­trice Orlov
Vertlawaya e dallo stallone ame­ricano Elwood Medium ottenne Conte Ros­so, vincitore nel
1885 del Derby austriaco e di quello di Berlino. Dopo la prima guerra mondiale il trotto italiano
ebbe un notevole impulso prima grazie alla costruzione degli ippodromi di San Siro a Milano e
di Villa Glori a Roma e successivamente all'impe­gno profuso dal Conte Paolo Orsi Mangelli,
sia come allevatore che come titolare di scuderia.
In Francia le prime corse al trotto ufficiali risalgono al 1836 e si svolsero sulla pista
del­l'ippodromo di Cherbourg, ma da allora a oggi lo sviluppo in questo settore dell'ippi­ca è
stato impressionante, anche perché l'al­levamento del trottatore in Francia ha assun­to un
aspetto particolare integrandosi alla perfezione con l'economia agricola di que­sto paese,
specie in Normandia.
In America si correva su strada fin dagli inizi del 1800 ma la prima pista per corse ufficia­li si
ebbe nel 1825 a Long Island. La prima corsa di cui si ha notizia in America fu di­sputata il 18
giugno 1806 a New Haven nel Connecticut e fu vinta da Janhey che trottò il miglio in 2'59"; ma
questo fu un episodio isolato, perché fino al 1815 severe leggi proi­birono nella quasi totalità
degli Stati del Nord le corse dei cavalli, in quanto conside­rate immorali. Solo dopo il 1815 le
maglie della tolleranza si allargarono e nel 1830 que­ste leggi repressive furono definitivamente
abolite. Cominciò così da quel momento la rapida ascesa del trotto americano che dal primo
record sul miglio, stabilito nel 1845 dalla grigia Lady Soffolk, con il tempo di 2'29"1/2 (1'33"9 al
km), a oggi ha compiuto progressi a quei tempi inimmaginabili.
2/2