EPICONDILITE O GOMITO DEL TENNISTA

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EPICONDILITE O GOMITO DEL TENNISTA
EPICONDILITE O GOMITO DEL TENNISTA
A cura della Dott.ssa Ft. Bruna Cancelli – Tel. 380 3499791 – E-mail: [email protected]
Dr.
DEFINIZIONE
L’epicondilite è una tendinopatia localizzata a livello dell’epicondilo laterale del gomito che interessa
prevalentemente l’inserzione prossimale dei muscoli estensore radiale breve del carpo ed estensore
comune delle dita.
È una patologia multifattoriale di tipo prevalentemente meccanico, infatti è una classica sindrome da
“Overuse” della giunzione osteo-tendinea dei muscoli, causata da microtraumi ripetuti nel tempo,
soprattutto di tipo eccentrico.
A livello microscopico si evidenziano:
• Cavità microcistiche di materiale necrotico tra la fibrocartilagine calcificata e la non calcificata.
• Aree degenerative di tessuto di granulazione con neo-angiogenesi, microlesioni ed a volte calcificazioni.
Le cause vanno generalmente ricercate in uno scorretto uso dell’articolazione, che essendo sovraccaricata
tende ad infiammarsi nella componente epicondilare.
Non deve però essere assolutamente sottovalutata una concomitante sofferenza a carico del rachide
cervicale, in particolare del tratto C5-C6-C7. La coesistenza di una cervicalgia deve infatti porre
l’attenzione al distretto cervicale, spesso causa primaria della patologia epicondilare.
EPIDEMIOLOGIA
L’epicondilite ha una prevalenza nella popolazione dell’1-3% ed un insorgenza abituale tra i 30-55 anni.
Colpisce sportivi e lavoratori impegnati in attività che richiedano movimenti ripetuti di estensione e
supinazione dell’avambraccio.
Gli sport più interessati sono: tennis (prevalenza fino al 40%), golf, scherma, baseball, nuoto e sport di
lancio.
Tra i lavoratori sono più colpiti troviamo: idraulici, imbianchini, carpentieri, orologiai, dattilografi, musicisti,
utilizzatori di computer(mouse), casalinghe.
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I principali fattori predisponenti l’epicondilite sono:
1. Senescenza fisiologica dei tendini dopo i 30-40 anni
2. Ipovascolarizzazione tendinea pre-inserzionale
3. Errori nella tecnica di esecuzione di alcuni movimenti ripetitivi
4. Errori nel gesto tecnico nello sportivo
5. Attrezzatura inadeguata (utensili, strumenti di lavoro, racchetta)
6. Predisposizione individuale
L’epicondilite colpisce più frequentemente gli atleti amatoriali piuttosto che i professionisti a causa di una
preparazione atletica non adeguata e del gesto tecnico meno affinato.
SINTOMI PRINCIPALI
• Dolore nell’area laterale del gomito, irradiato lungo il bordo radiale dell'avambraccio, che si esacerba
quando si compiono movimenti di estensione e/o supinazione
• Ipostenia (debolezza) progressiva dell’avambraccio con difficoltà nelle attività lavorative, sportive e nelle
comuni attività della vita (girare una chiave, versarsi da bere, utilizzare una forchetta, stringere una
mano..).
CLASSIFICAZIONE
• Stadio 1 - Alterazione di tipo infiammatorio senza lesioni istologiche. Dolore durante le attività pesanti
che recede con il riposo.
• Stadio 2 – Iniziale degenerazione tendinea. Il dolore compare anche con attività leggere e non sempre
scompare a riposo.
• Stadio 3 – Degenerazione tendinea avanzata. Il dolore compare anche nelle attività della vita quotidiana.
• Stadio 4 – Presenza di fibrosi e calcificazioni per cui il trattamento può essere di tipo cruento.
TRATTAMENTO RIABILITATIVO
Nei casi meno severi, la prevenzione ma anche la cura dell’epicondilite può essere eseguita anche a casa.
Alla comparsa dei primi sintomi, come primo intervento è certamente utile sospendere l’attività che causa
il dolore (gesto sportivo, lavori manuali e ripetitivi e/o intensi..) fino a completa remissione dello stesso.
Sono assolutamente da evitare le classiche “prove per testare il livello di resistenza“ che avrebbero solo
l’effetto di riacutizzare della sintomatologia dolorosa.
Un valido supporto per ridurre lo stato flogistico è l’utilizzo della crioterapia che si effettua posizionando
sulla zona epicondilare del ghiaccio per un periodo non superiore a 15/20 minuti almeno 3 volte al giorno.
È importante sottolineare che il contenitore del ghiaccio non deve MAI essere a diretto contatto della cute,
né essere tenuto oltre il tempo indicato per evitare che si verifichino ustioni da freddo.
Durante la giornata sarebbe inoltre utile provare a ridurre il sovraccarico mediante l’uso di un piccolo
tutore, che deve essere posizionato appena al di sotto della zona dolente nell’area molle al tatto (Fig. 1).
Il tutore può essere utilizzato anche durante l’attività sportiva o lavorativa.
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Fig. 1
Come prevenzione suggeriamo l’utilizzo di uno strumento molto interessante, economico e divertente: la
powerball (Fig.2).
(Fig.2)
È una palla che contiene un giroscopio e può essere utilizzata per rinforzare i muscoli della mano, del polso
e della spalla in modo efficace, senza correre il rischio di infiammare ulteriormente i muscoli epicondilari.
La powerball permette una discreta mobilizzazione del polso, offrendo anche un valido supporto
riabilitativo a fronte di una spesa contenuta.
Occorre però sottolineare che anche questo semplice esercizio deve essere eseguito con gradualità, per cui
suggeriamo di iniziare con poche ripetizioni da 30 secondi distribuite nell’arco della giornata, per poi
incrementare gradualmente il carico in termini di numero di ripetizioni e tempo di esecuzione per sessione.
Nel caso in cui i suggerimenti sopra descritti non dovessero sortire un risultato soddisfacente, sarebbe
preferibile rivolgersi ad un Fisioterapista che successivamente ad un’attenta valutazione, saprà mettere in
atto un adeguato trattamento rivolto ai distretti interessati, attraverso l’utilizzo di tecniche di terapia
manuale e strumentale.
STRETCHING PER EPICONDILITE
Gli esercizi di stretching e di potenziamento che riportiamo di seguito vanno eseguiti appena il livello di
infiammazione è ridotto e devono essere ripetuti più volte al giorno.
Gli esercizi di stretching dell’unità mio-tendinea hanno la funzione di mantenere la fisiologica lunghezza
dei gruppi muscolari interessati, permettendo una piena escursione articolare ed il recupero del giusto
equilibrio tra muscoli agonisti ed antagonisti.
L’allungamento deve essere mantenuto alla massima tensione possibile, senza dolore, per 10-15secondi e
ripetuto 5-10 volte per 2-3 serie nell’arco della giornata.
Riassumendo: 2-3 serie da5-10 ripetizioni di10-15 secondi
Esercizio 1: Esercizi di stretching dei muscoli flessori (fig. 1) ed estensori (fig. 2) del polso.
Fig. 1
Fig. 2
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Esercizio 2: Paziente in posizione supina.
Mantenere l’arto superiore con il gomito esteso al di fuori del lettino, con il palmo della mano rivolto verso
il pavimento; estendere il polso e le prime 3 dita (fig. 1).
Successivamente ruotare il capo dalla parte opposta al braccio esteso (fig. 2), mantenere entrambe le
posizioni per 10-15 secondi .
Fig. 1
Fig. 2
Esercizio 3: Paziente in piedi. Gomito esteso con palmo delle mani sul tavolo di lavoro (fig. 1).
Mantenere la posizione per 10-15secondi.
Fig. 1
POTENZIAMENTO ECCENTRICO DEI MUSCOLI ESTENSORI DEL POLSO.
La contrazione di tipo eccentrico è un particolare tipo di attivazione muscolare durante il quale il muscolo
produce forza anziché accorciandosi (lavoro concentrico), allungandosi (lavoro eccentrico).
L’esercizio deve essere eseguito giornalmente per 12 settimane compiendo 3 serie da 10 ripetizioni.
Esercizio
Palmo della mano rivolto verso il basso, avambraccio appoggiato su un tavolo.
Partendo da una posizione iniziale di estensione del polso mantenuta per 5 sec. (fig. 1) flettere il polso
verso il basso (fig.2) e mantenere posizione per 5 secondi.
Successivamente riportare il polso in estensione(sollevando l’elastico) con l’aiuto della mano controlaterale
(fig.3).
Fig. 1 Posizione iniziale
Fig. 2 Posizione finale
Fig. 3 Ritorno alla posizione iniziale
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POTENZIAMENTO CON ESERCIZI DI CONTRAZIONE CONCENTRICA DEI MUSCOLI ESTENSORI DEL POLSO
Dopo 3 settimane di potenziamento eccentrico bisogna integrare gli esercizi precedentemente descritti
con un programma di esercizi in contrazione concentrica, da eseguire per 10 settimane consecutive.
Esercizio 1: Piegare il gomito a 90°; avambraccio appoggiato su un piano con la mano fuori dal bordo.
Palmo della mano rivolto verso il basso. Tenendo un peso da 500 grammi, estendere il polso e mantenere
La posizione per 5 secondi (Fig.1); quindi eseguire la flessione del polso verso il basso e mantenere la
posizione per 5 secondi (Fig. 2). Quindi ritornare alla posizione di partenza.
Eseguire tutto l’esercizio per 3 serie da 10 ripetizioni.
Fig. 1
Fig.2
Esercizio 2: Ripetere l’esercizio precedente mantenendo il gomito esteso.
Tenendo un peso da 500 grammi, estendere il polso e mantenere la posizione per 5secondi (Fig. 1);
quindi eseguire la flessione del polso verso il basso e mantenere la posizione per 5 secondi (Fig. 2).
Quindi ritornare alla posizione di partenza.
Fig. 1
Fig.2
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