la psicologa va a scuola!
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la psicologa va a scuola!
12 marzo 2014 Laboratorio “ Piccoli Reporter” gruppo 4 LA PSICOLOGA VA A SCUOLA! I piccoli reporter della Guglielmo Marconi intervistano la dott.ssa Laura Bottini, psicologa che collabora con il nostro istituto. “affettività” delle classi prime e seconde della scuola secondaria di primo grado e del progetto “orientamento” delle classi terze della scuola secondaria. In cosa consiste lo “sportello di ascolto”? A cosa serve? (Francesca) E’ un progetto grazie al quale docenti, genitori, alunni della scuola possono venire a confrontarsi con lo psicologo rispetto a problematiche, difficoltà, situazioni particolari che si verificano a scuola. La funzione dello psicologo scolastico è quella di aiutare a mettere a fuoco il problema, in modo da individuarne insieme possibili soluzioni. Vengono molti ragazzi allo sportello? (Riccardo) Sì, vengono i ragazzi autorizzati (occorre l’autorizzazione firmata dai genitori, data all’inizio dell’anno); avere l’autorizzazione non significa che si debba venire per forza allo sportello. Se qualcuno ne sente l’esigenza, prende un appuntamento e aspetta di essere convocato. Lo sportello è funzionante due ore alla settimana quindi gli appuntamenti vanno gestiti. Sono in molti i ragazzi, sia maschi che femmine, che si rivolgono allo sportello. Come accoglie i ragazzi quando si rivolgono a Lei? (Maria) Ci si saluta, poi di solito io mi rivolgo al ragazzo con: “Dimmi tutto”, oppure se lo vedo intimorito o triste chiedo: “Che cosa è successo?”; può essere anche successo qualcosa di positivo, non è detto che debba essere per forza qualcosa di negativo! Mi metto ad ascoltarlo, lui racconta, poi cerchiamo di mettere a fuoco il problema. Io non ho e non do risposte; aiuto a far emergere il problema e a far ragionare sulle possibili soluzioni. Capisce tutti i problemi dei ragazzi della scuola? (Gabriele) A cura del “gruppo 4” dei Piccoli Reporter Quando si pensa ad uno psicologo ci si immagina un tipo molto serioso, che ci scruta e ci analizza, che mette un po’di timore, insomma uno che “sa tutto”; in fondo non deve capire e risolvere i nostri problemi? Ma sarà proprio così? Da qualche anno, con il nostro Istituto, collabora una psicologa, la dott.ssa Laura Bottini, che si occupa di seguire gli alunni nel percorso dell’affettività (classi prime, seconde), dell’orientamento (classi terze) e propone uno sportello d’ascolto sia per alunni che per genitori ed insegnanti. Il giorno 12 marzo 2014, il gruppo 4 dei “Piccoli reporter” si è proposto di chiarire dei dubbi sulla figura dello psicologo a scuola e di precisare quale ruolo egli abbia all’interno dell’istituzione scolastica; ha così intervistato la dott.ssa Bottini che, in modo rilassato e calmo, sempre sorridente, ha risposto a tutti i quesiti, raccontando del suo lavoro e di come si sente con le persone che si rivolgono a lei, sia ragazzi che adulti. Ecco come si è svolta l’intervista. Cos’è la psicologia e cosa fa lo psicologo? (Sara) E’ una scienza che deriva dalla medicina (i primi psicologi erano anche medici), che nasce nel 1900 perché è stato l’anno in cui Freud ha pubblicato il primo trattato di psicologia. Nell’epoca odierna è una facoltà universitaria a sé stante, separata da quella di medicina; il medico si interessa del corpo, lo psicologo dei processi psicologici e aiuta a gestirli. Quali sono i suoi compiti nella nostra scuola? Di quali progetti si occupa? (Steven) Mi occupo del progetto “sportello d’ascolto” per i docenti e i genitori di tutto l’Istituto e per gli alunni della scuola media, del progetto 1 12 marzo 2014 Laboratorio “ Piccoli Reporter” gruppo 4 “Forse ci vedremo il prossimo anno..”, perché non è sicuro che l’anno successivo vincerò ancora io il bando. Ha lavorato anche in altre scuole ? (Riccardo) Sì, lavoro dal 2006 nelle scuole ed in questi anni ho lavorato in tutti gli ordini di scuola. Quest’anno, oltre all’Istituto Silvio Pellico di Arluno, lavoro in una scuola superiore della provincia di Varese. Si sente a suo agio nell’ambiente della scuola? (Steven) Assolutamente sì. Nel 1995 mi sono iscritta alla facoltà di Psicologia ed il mio desiderio era di lavorare proprio come psicologo scolastico. Al di fuori della scuola dove lavora ed in cosa consiste il suo lavoro? (Francesca) Non ho solo il titolo di psicologa, ma anche quello di psicoterapeuta, quindi, oltre alla scuola ho un mio studio dove mi occupo di psicoterapia. Riceve di solito tante persone durante la giornata? (Filippo) A scuola, non è possibile dare una cifra precisa, è variabile il numero degli appuntamenti. Anche al di fuori della scuola è variabile, perché ci sono giorni in cui non vedo persone, altri in cui lavoro fino alle ventuno! Bisogna considerare poi che il concetto di “tante” è relativo! Come aiuta le persone che si rivolgono a Lei? (Chiara) In modo molto simile a come lavoro a scuola, in più, al di fuori della scuola, mi posso occupare dell’aspetto più terapeutico, cioè aiuto ad affrontare un percorso di cambiamento di sé stessi basandomi su una metodologia terapeutica che ho imparato alla scuola di psicoterapia. Esistono tante scuole di psicoterapia; io lavoro seguendo il modello interattivo-costruzionista secondo cui la mente è data da due persone in interazione. Aiuta sia bambini sia adulti ? (Edoardo F.) Sì, il modello si può utilizzare da 0 a 99 anni, permette di lavorare con tutte le fasce d’età. Le sono capitati, in generale, casi difficili e imbarazzanti ? (Maria) Altra domanda cui non posso rispondere, perché sono vincolata da segreto! Quanto tempo lavora alla settimana? (Sara) Non saprei rispondere. Il mio compito non è quello di capire io il problema, io posso aiutare ad individuare il problema, indicare una strada, ma poi chi ha il problema deve capirlo ed imboccare una strada o l’altra; io aiuto l’altro a capire meglio. Di solito uso una strategia per verificare se ho messo a fuco il problema. Immagino che quello che mi viene raccontato sia come un film; se non mi è chiaro qualcosa, mi manca una parte, continuo a porre delle domande, finché il quadro, la trama, non emerge e collego tutte le componenti. C’è un problema dei ragazzi che è più frequente? (Filippo) Non posso rispondere a questa domanda, perché sono vincolata dal segreto professionale; è un obbligo dell’ordine degli psicologi per cui non posso parlare di ciò che mi viene detto durante l’esercizio della mia professione. Con il passare del tempo, cambiano i problemi proposti o rimangono più o meno gli stessi? (Mattia) Ogni persona che viene a raccontare ha un problema unico e speciale, è il “suo” problema, non si può generalizzare. Che differenza c’è tra lei e un prof? (Edoardo C.) Innanzitutto non do voti e non compilo il registro!! Ho il vantaggio di non valutare e questo mi permette di costruire un rapporto diverso con uno studente; il mio ruolo è essere a vostra disposizione. Anche i professori sono a vostra disposizione, ma in modo differente. Cosa fa durante le ore in cui è a scuola, ma non è allo sportello d’ascolto? (Chiara) Se sono a scuola è perché sto lavorando, quindi sto svolgendo o il progetto affettività nelle classi, o l’Orientamento o sono allo sportello di ascolto; talvolta sono alla scuola dell’infanzia, talvolta alla primaria, talvolta alla secondaria. Come ha fatto ad arrivare in questa scuola? (Edoardo F.) Tutti gli anni la scuola emette un bando, che significa una specie di concorso, in cui richiede un esperto che abbia determinate caratteristiche; io ho risposto a questo bando. Alla fine di ogni anno scolastico dico sempre: 2 12 marzo 2014 Laboratorio “ Piccoli Reporter” gruppo 4 Non è quantificabile. Alcuni giorni lavoro poche ore, a volte dalle otto alle ventuno, mangiando un panino di corsa, quindi arrivo alle quaranta ore settimanali come tutti i lavoratori. Perché ha deciso di fare questo lavoro ? (EdoardoC.) Terminato il liceo, mi sono iscritta alla facoltà di Psicologia perché desideravo diventare psicologo scolastico ed è infatti parte del mio attuale lavoro. Per fare questo lavoro quale è stato il suo percorso? E’ stato lungo o difficile? (Mattia) E’ stato lungo, difficile no; quando studi qualcosa che ti piace ti risulta più facile. Sono cinque anni di psicologia, poi un anno di tirocinio, poi bisogna attendere l’esame di stato (due scritti ed un orale) per essere iscritti ufficialmente all’albo degli psicologi. In seguito io ho seguito un corso per orientatore, un corso di perfezionamento in mediazione tra mondo del lavoro e orientamento, un master di psicologia scolastica e ho scelto di specializzarmi in psicoterapia (altri quattro anni!). Inoltre come psicologi abbiamo l’obbligo di un aggiornamento continuo. Le piace il suo lavoro ? Perché ha scelto di fare un lavoro così? (Gabriele) Mi piace tantissimo e mi ritengo fortunata perché faccio un lavoro che mi piace. Lavoro da libero professionista quindi gestisco io il mio tempo e devo incastrare tutti gli impegni. Oltre alla scuola ed al mio studio, gestisco da quasi dieci anni un’associazione, “ComuneMente”, e da due anni collaboro con una società di Milano, per la quale mi occupo di formazione (corsi di aggiornamento per insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria). L’aspetto che non mi piace è quello gestionale economico; essendo una libera professionista devo occuparmi io della contabilità e non mi piace molto! E’ difficile il suo lavoro? Quali sono i lati positivi e negativi? (Riccardo) I lati positivi sono che incontro molte persone ed ogni persona mi arricchisce, c’è sempre uno scambio; i lati negativi sono la contabilità, già citata, ed il fatto che talvolta non sono brava a gestire i tempi, quindi do molto spazio ad una persona che ha bisogno di essere ascoltata e faccio durare di più un incontro. Da quanti anni pratica questa professione? (Steven) Sono iscritta all’albo dal 2004, lavoro come psicologo dal 2005, ma solo con l’esperienza ho maturato veramente la consapevolezza di come si svolge il lavoro di psicologo. E’ mai andata da una psicologa ? (Francesca) Perché al femminile? Potrei essere andata anche da uno psicologo! Sì, sono andata, anche recentemente, perché anche gli psicologi hanno bisogno di mettere a fuoco una situazione personale. Sono andata, per me stessa, da un collega che non conoscevo; con altri colleghi, che conosco, mi capita inoltre di confrontarmi per qualche situazione lavorativa difficile. Che cosa direbbe agli alunni della nostra scuola? Non è un messaggio da psicologa, ma da studente. E’ importante studiare ed imparare per il piacere di conoscere e mi auguro che ciascuno di voi trovi una materia, un’area in cui vi faccia piacere saperne di più, che attivi il vostro desiderio di conoscenza, la vostra curiosità. Questo sarà efficace e vi permetterà di raggiungere i vostri obiettivi! Un’ora è davvero volata, le risposte della nostra psicologa sono state precise ed esaurienti, è stato bello conoscerla e capire l’importanza del suo lavoro. Forse ora sarà molto più semplice rivolgerci allo sportello d’ascolto se ne sentiremo la necessità; c’è una persona davvero disponibile, pronta ad ascoltare, non a dirci quello che dobbiamo fare, ma ad aiutarci a capire quale possa essere il nostro problema e quali strade possiamo intraprendere per superarlo. Sta solo a noi riflettere ed agire. La scuola ci aiuta a crescere anche così. A cura del gruppo 4 del Laboratorio “Piccoli Reporter” Germani Diletta, Mereuta Maria, Molinaro Odino (1A) Ferri Francesca, Fossati Mattia, Mainardi Filippo (1B) Fenzio Edoardo, Hoxha Steven, Sansottera Chiara(1C) Da Ruos Sara, Pallavera Riccardo (1D) Cacco Edoardo, Eretti Gabriele (1E) 3 REPORTAGE FOTOGRAFICO I piccoli reporter del Gruppo 4 I piccoli reporter con la Dott.ssa Bottini durante l’intervista 12 marzo 2014 Laboratorio “ Piccoli Reporter” gruppo 4 I piccoli reporter con la Dott.ssa Bottini durante l’intervista I piccoli reporter con la Dott.ssa Bottini al termine dell’intervista 5