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Dossier per la prima provai
DOSSIER PER LA STESURA DI UN “SAGGIO BREVE”
O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE” DI AMBITO STORICO-POLITICO
Volume 3 - Sezione IV
Consegne
STORIA © 2009 De Agostini Scuola SpA – Novara – Pagina fotocopiabile e scaricabile dal sito www.scuola.com
Sviluppa l’argomento in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. Se scegli la forma del “saggio breve”, interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base: svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con
opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Da’ al saggio un titolo coerente
con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro).
Se lo ritieni opportuno, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo.
Se scegli la forma dell’“articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più
elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo “pezzo”. Da’ all’articolo un titolo
appropriato e indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista
divulgativa, giornale scolastico, altro). Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze
immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). Per entrambe le forme di
scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.
Argomento
Il contributo dello spirito olimpico al cammino per il raggiungimento
della pace e della tutela dei diritti dei popoli nel mondo contemporaneo
Documenti
1. L’ideale olimpico
I Giochi sono la sede ideale di puro agonismo, di incontro fraterno tra tutti i popoli. Il libero scambio del futuro, consisterà nell’invio dei nostri atleti in tutti i Paesi del mondo dove verranno organizzate gare. [...] Il giorno in cui questo libero scambio sarà accettato dall’Europa e dal mondo,
un grande passo sarà stato fatto per la causa della pace.
(Pierre de Coubertin, Discorso all’Università della Sorbona di Parigi, 1892.
Dal sito http://www.sapere.it/tca/MainApp?srvc=vr&url=/7/10456_1)
2. Le Olimpiadi e la storia contemporanea: un percorso a ostacoli
Eventi storico-politici influenzarono spesso lo svolgimento delle Olimpiadi. A differenza dei Giochi olimpici dell’antichità, per i quali la tradizione voleva che durante la loro celebrazione si sospendesse ogni conflitto bellico in corso, per tre volte le Olimpiadi moderne vennero annullate,
nel 1916, nel 1940 e nel 1944, a causa delle guerre mondiali. In altre occasioni le Olimpiadi divennero scenario di eventi legati a tensioni politiche, in chiara contraddizione con l’idea di fratellanza universale che dovrebbe ispirare la manifestazione. Nel 1936, durante le Olimpiadi di Berlino, Adolf Hitler, abbandonando platealmente la tribuna al momento della premiazione, si rifiutò di
riconoscere le vittorie dell’atleta statunitense di colore Jesse Owens, vincitore di quattro medaglie d’oro. Durante i Giochi di Monaco del 1972, un gruppo di guerriglieri arabi del movimento
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La Seconda guerra mondiale e il dopoguerra
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palestinese Settembre Nero uccise due membri della squadra israeliana e ne presero in ostaggio
altri nove [...]. Nel 1976, a Montréal, diversi paesi africani chiesero l’esclusione dai Giochi della
Nuova Zelanda, la cui squadra di rugby aveva giocato in Sudafrica, [...] per denunciare il violento
regime di apartheid allora in vigore [...]. Gli Stati Uniti, insieme ad altri 64 paesi, non presero parte, nel 1980, alle Olimpiadi di Mosca, per protesta contro l’invasione sovietica dell’Afghanistan.
[...] L’Urss boicottò di conseguenza, nel 1984, i Giochi di Los Angeles [...]. Nel 1988, a Seoul, [...]
l’unico problema politico fu la Corea del Nord, che non partecipò alle gare, insieme a Cuba. [...]
Anche ad Atlanta [1996], [...] la manifestazione è stata celebrata in un clima teso per il grande
dispiegamento di mezzi di sicurezza che tuttavia non sono riusciti a evitare un attentato terroristico di matrice rimasta ignota.
(Msn Encarta: http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_761562380/Olimpiadi.html)
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3. Berlino 1936: una testimonianza di fratellanza
Jesse Owens e Luz Long ai giochi
olimpici di Berlino 1936.
Luz era tedesco e Owens afroamericano.
Vinsero rispettivamente l’argento
e l’oro nel salto in lungo.
Il campione “ariano” fu sconfitto
da un uomo “di colore”,
ma nonostante il regime nazista
al potere, Owens e Luz intrattennero
fra loro rapporti di sincera stima
e amicizia, come si vede dalla foto:
un esempio di “vero spirito olimpico”.
4. Città del Messico 1968: la lotta per i diritti della popolazione di colore
Il saluto del Black Power lanciato da John Carlos
e Tommie Smith (entrambi atleti statunitensi)
alle Olimpiadi di Città del Messico, 1968.
Successivamente Smith dichiarò: «Se vinco,
sono un Americano, non un Americano di colore.
Ma se avessi fatto qualcosa di male,
allora mi chiamerebbero Negro. Noi siamo neri
e fieri di esserlo. L’America di colore capirà
quello che abbiamo fatto oggi».
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Dossier per la prima provai
5. Torino 2006: l’Onu firma la tregua olimpica.
Nel 1993, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la Tregua olimpica attraverso una
risoluzione chiamata «Costruire un mondo pacifico e migliore attraverso lo sport e l’ideale olimpico» e così ha continuato a fare ogni due anni, in occasione dei Giochi. Oggi la risoluzione riguardante la Tregua olimpica verrà nuovamente presentata alla 60ª sessione dell’Assemblea generale
dell’Onu che si terrà a New York, da parte dell’Italia, in occasione dei ventesimi Giochi invernali,
quelli di Torino 2006. Il Cio [Comitato Internazionale Olimpico] ritiene di avere il dovere di promuovere la pace attraverso l’iniziativa della Tregua olimpica, nella speranza che possa invogliare
al dialogo, alla riconciliazione e alla ricerca di soluzioni politiche e diplomatiche ai conflitti. L’iniziativa del Cio è basta sul principi fondamentali contenuti nella Carta olimpica. A questo fine, il
Cio ha creato, in cooperazione con la Grecia, la Fondazione internazionale per la Tregua olimpica
al fine di promuovere la pace e la tolleranza attraverso lo sport e l’ideale olimpico. Il nostro modesto contributo è di natura simbolica, ma altamente significativo poiché coinvolge la gioventù
mondiale. A circa 100 giorni dalla cerimonia d’apertura della ventesima Olimpiade invernale, il
simbolismo della Tregua olimpica è più importante che mai, nella continua promozione della pace attraverso lo sport attuata dal Cio. Speriamo inoltre che mentre gli atleti gareggeranno insieme a Torino durante i Giochi, i giovani di tutto il mondo abbraccino la Tregua olimpica e che lo
sport possa continuare a promuovere la pace nel mondo.
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(Jacques Rogge, L’Onu firma la tregua olimpica, “Gazzetta dello Sport”, 3 novembre 2005)
6. Pechino 2008: la protesta pacifica per il rispetto dei diritti umani
Signor Presidente della Repubblica popolare cinese Hu Jintao,
[...] poter ospitare le Olimpiadi a Pechino è un evento importante per la Cina e per il mondo. Il Bocog [il comitato organizzatore di Pechino 2008] ha pubblicato lo slogan “One World, One Dream”.
Noi, ordinari cittadini cinesi, dovremo sentirci fieri e gioiosi senza alcuna riserva per uno slogan
talmente bello, fieri di potere vedere nella nostra patria questa festa che simboleggia pace, amicizia e giustizia umana. [...]
Viviamo in un mondo sempre più globalizzato. Ma questo mondo non è equo e tranquillo. Si vede
ancora di frequente la prepotenza sui poveri e i deboli, le privazioni dei diritti umani da parte delle
autorità, i massacri violenti. Le gente liberata dai disastri dell’ultimo secolo a causa delle guerre è
sempre più cosciente dell’importanza degli universali diritti umani. [...] Un mondo in cui i fondamentali diritti umani non sono rispettati e garantiti, sarebbe solo un mondo separato e spezzato
dove non potrebbero esserci dignità, equità e armonia. Perciò One Dream, Un Sogno, non dovrebbe essere altro che i fondamentali diritti umani stabiliti dalla Dichiarazione mondiale e dalla
Costituzione della Repubblica cinese. Proprio per questo, riteniamo che [...] lo slogan olimpico di
Pechino debba essere “One World, One Dream, the same Human Rights” [un mondo, un sogno,
gli stessi diritti umani]. [...] Quale altro sogno umano potrebbe essere più bello e magnifico [...]?
Negli anni scorsi il governo cinese ha sempre sostenuto di proteggere i fondamentali diritti umani facendo delle promesse per ottenere la possibilità di ospitare le Olimpiadi e ha scritto anche
nella Costituzione “Lo Stato rispetta e tutela i diritti umani”. Ma fino ad adesso non riusciamo a
vedere che il governo cinese prenda le misure più concrete e sostanziose per confermare i veri
sforzi per migliorare i diritti umani. [...]
Il punto chiave non è la bellezza dello slogan, ma la concretizzazione delle azioni. [...] L’abbellimento della città con l’utilizzo di varie risorse, la costruzione di impianti magnifici, le numerose
medaglie possono oscurare questo difetto mortale cioè la mancanza dei diritti umani? [...]
Noi, cittadini amanti di questa terra e anche cittadini del mondo nel periodo della globalizzazione,
speriamo che i suddetti problemi sui diritti umani possano essere risolti con congiunti sforzi del
governo e delle popolazioni e che le Olimpiadi vengano svolte in un’atmosfera libera, armoniosa
felice; che gli amici internazionali vedano un Paese che vanta una reputazione per il suo rispetto
dei diritti umani.
(AA.VV., Lettera aperta sui diritti umani, dal “Corriere della Sera”, 9 agosto 2007)
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