Le tabelle di immersione FIPSAS (2010)

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Le tabelle di immersione FIPSAS (2010)
F.I.P.S.A.S.
Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subacquee
Protocollo di Risalita
con Sosta Profonda
FIPSAS – DAN
CONI
Realizzazione:
Mario Giuseppe Leonardi
CMAS
© FIPSAS 2010 - Tutti i diritti riservati
PPTX–PrRis_100601
Introduzione
• Noterete subito dalla prima diapositiva che questa presentazione ha
una caratteristica che nessun‟altra presentazione FIPSAS ha avuto
fino ad oggi, e cioè vi compare anche il logo DAN Europe e DSL.
• Questa presentazione è la prima ad esser stata realizzata
congiuntamente fra FIPSAS e DAN Europe, a compimento di un
preciso accordo di collaborazione avviatosi già da diversi anni.
• Questa presentazione, liberamente scaricabile dal sito FIPSAS, è
stata realizzata con lo scopo di poter essere utilizzata direttamente
dagli istruttori e quindi contiene non solo le immagini, ma anche tutto il
testo di una vera e propria lezione completa sul protocollo di risalita (è
importante utilizzare la terminologia corretta).
• E‟ disponibile sia in formato PDF (.pdf) che in formato PowerPoint in
versione non bloccata (.ppt), e quindi liberamente modificabile
dall‟istruttore che potrà decidere autonomamente se eliminare le parti
di testo usando solo le immagini, aggiungervi sue considerazioni, o
anche stamparla in formato .rtf ottenendo una normale lezione scritta.
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Introduzione
• La sua versione originale in formato .pdf e .ppt può essere scaricata dal
Sito Internet Federale nella pagina del settore Didattica Subacquea.
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Introduzione
• Anche se una delle prime regole di marketing di tutte le didattiche
commerciali è quella di evitare qualsiasi riferimento alla possibilità di
incorrere in incidenti, fatti i debiti scongiuri, noi intendiamo parlarne.
• Innanzitutto per dire che incidenti davvero riconducibili solo ad errate
procedure decompressive, se rimaniamo nel campo delle immersioni
effettuate con aria ed in curva di sicurezza, sono davvero ben pochi.
• E sono facilmente risolvibili con opportuni trattamenti, spesso anche
senza ricorrere alla camera iperbarica.
• E‟ comunque molto importante poter studiare attentamente questi
incidenti assumendo tutte le possibili informazioni su di essi, a partire
dal profilo dell‟immersione registrato dal computer subacqueo.
• Partendo da quel profilo, sapendo con quali tecniche era stata
pianificata l‟immersione, quale algoritmo era stato utilizzato dal
computer subacqueo e con quale grado di conservativismo, ed infine
conoscendo le caratteristiche fisiche personali dell‟infortunato è
possibile migliorare le nostre conoscenze sugli incidenti, allo scopo di
diminuirne il numero, anno dopo anno, per quanto già piccolo esso sia.
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Perché un protocollo di risalita
• Nel giugno 2003 la Società Italiana di
Medicina Subacquea ed Iperbarica
(SIMSI) in collaborazione con la
Società Italiana di Medicina Legale e
delle Assicurazioni (SIMLA)
organizzarono a Bari il primo
Convegno Nazionale di Medicina
Subacquea e Medicina Legale
organizzato dal Prof. Francesco
Introna.
• Considerazioni soprattutto di natura
legale ed assicurativa fecero ritenere
opportuno che anche la FIPSAS
realizzasse un proprio standard
operativo da consigliare ai suoi
istruttori per condurre in tutta
sicurezza immersioni con allievi.
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Perché un protocollo di risalita
• Non bisogna dimenticare che in caso di incidente subacqueo, oggi non
è difficile trovare testimoni imparziali ed attendibili,
• sono i computer subacquei vostri o dei vostri allievi,
• infatti tutte le attrezzature vengono requisite, computer per primi.
• Ed il profilo d‟immersione memorizzato nel computer permette di
verificare senza possibilità di appello se gli standard erano stati
rispettati o meno.
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Perché un protocollo di risalita
• L‟estrema facilità con cui oggi è possibile reperire su internet
procedure decompressive provenienti da fonti diverse e spesso
derivanti da teorie non sufficientemente sperimentate su una casistica
numericamente accettabile di vere immersioni, ha creato una
situazione decisamente caotica.
• La sovrapposizione di tecniche decompressive diverse pur derivanti da
seri studi sperimentali, condotti però solo in ben precisi campi ristretti,
ma poi applicate invece «per estensione» ad altri campi, ha aumentato
ancora di più il caos.
• L‟osservanza di un protocollo ufficiale derivante da studi sperimentali
condotti da riconosciuti Istituti Internazionali di Ricerca in Medicina
Iperbarica tutela l‟istruttore FIPSAS in caso di incidente occorso ai suoi
allievi.
• Se l‟istruttore applica correttamente il protocollo può considerarlo come
il miglior contratto assicurativo a sua tutela, di cui deve però
ovviamente conoscere bene tutte le clausole nascoste.
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Perché un protocollo di risalita
• Ma nessun istruttore,
per quanto esperto ed
informato, può
decidere da solo quali
debbono essere le
migliori modalità di
risalita dall‟immersione.
• Lo stesso Duilio
Marcante aveva
affidato la stesura della
parte medica del suo
manuale al Prof.
Damiano Zannini e le
scelte decompressive
alla Marina Militare
Americana.
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Perché un protocollo di risalita
• Ma insomma, i nostri
istruttori, per risalire
dall‟immersione, quali
indicazioni devono
suggerire:
• quelle dei vari testi,
• quelle della US Navy,
• quelle di internet,
• quelle dei computer?
• Scopo del protocollo è
proprio permettere di
recepire e cercar di
uniformare
tempestivamente le
indicazioni di queste
diverse fonti che sono tutte
soggette a rapide revisioni.
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Perché un protocollo di risalita
• Oggi in effetti il classico manuale in forma cartacea è il supporto meno
adatto a consentire rapidi aggiornamenti.
• Se ci pensate bene, i software decompressivi possono rapidamente
essere aggiornati con un semplice passaggio ad una nuova versione
scaricabile da internet,
• i migliori computer subacquei moderni tramite l‟aggiornamento del loro
firmware scaricabile da internet,
• le tabelle della Marina Militare Americana tramite le loro revisioni
pubblicate immediatamente su internet,
• le evidenze sperimentali rilevate dal DAN tramite le sue pubblicazioni
scientifiche ed il suo sito internet.
• La FIPSAS ha escogitato il meccanismo dei suoi protocolli ufficiali,
anch‟essi immediatamente reperibili su internet e continuamente
aggiornati in base alle evidenze sperimentali rilevate tramite i profili
d‟immersione raccolti dai suoi affiliati,
• ma i profili davvero raccolti debbono essere ben più numerosi …
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20 Gennaio 2004
• Una circolare ufficiale, contenente il primo protocollo di risalita,
raggiunse tutte le Sezioni Provinciali ed i Comitati Regionali FIPSAS.
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Protocollo di Risalita con Sosta Profonda
FIPSAS (rev. 2004)
• La redazione del testo del protocollo era stata curata da un‟apposita
commissione di tecnici coordinati da Mario Giuseppe Leonardi e
precisamente Riccardo Pepoli, Guido Merson, Francesco Pacini, Elvio
Dardanelli e Pino Spadon.
• I contenuti medico-scientifici sperimentali allora disponibili provenivano
dalle storiche collaborazioni col
– DAN Europe ed il Dr. Alessandro Marroni ed il
– Centro Iperbarico di Ravenna ed il Dr. Pasquale Longobardi
• La pubblicazione del protocollo permise alla FIPSAS di essere fra le
prime organizzazioni didattiche subacquee al mondo ad adottare soste
profonde nel proprio standard ufficiale di risalita, creando una procedura
di facile memorizzazione, in un qualche modo anticipatrice del concetto
di «decompressione mnemonica».
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Protocollo di Risalita con Sosta Profonda
FIPSAS (rev. 2004)
• Gli studi successivi al 2004, effettuati dal DAN Europe e da altri
ricercatori di fama mondiale, e l'introduzione di procedure di risalita
analoghe all'interno degli algoritmi installati sui computer subacquei di
ultima generazione, hanno dimostrato la validità della scelta allora
effettuata in merito al protocollo di risalita.
• Oggi, grazie ai nuovi risultati scientifici raggiunti, e grazie alle ulteriori
osservazioni sperimentali raccolte negli ultimi 6 anni (alle quali anche i
subacquei iscritti alla Federazione hanno collaborato, arricchendo
l'apposito database del DAN Europe con i profili elettronici delle loro
immersioni) la FIPSAS, in collaborazione con il DAN Europe, è in grado
di perfezionare ulteriormente il protocollo di risalita, con la sua revisione
2010.
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9 Luglio 2010
• Una nuova circolare, contenente la revisione 2010 del protocollo di
risalita, raggiunge tutte le Sezioni Provinciali ed i Comitati Regionali.
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Protocollo di risalita con sosta profonda
FIPSAS – DAN (rev. 2010)
Campo di applicazione
Immersioni (didattiche e ricreative) con autorespiratore ad aria effettuate a livello del mare
entro la curva di sicurezza stabilita dalla più recente revisione ufficiale delle Tabelle US Navy.
Velocità di discesa
Non superiore a 23 m/min.
Stacco dal fondo effettivo
Per le immersioni a profondità massima superiore a 18 m. lo stacco dal fondo effettivo deve
essere anticipato di 2 minuti e 30 secondi rispetto al tempo di fondo previsto, allo scopo di
compensare la successiva sosta profonda.
Velocità di risalita
9 m/min (circa 3 metri ogni 20 secondi) dal fondo sino a 6 metri.
Sosta profonda (Deep Stop)
2 minuti e 30 secondi a metà della profondità massima (da effettuarsi per le immersioni a
profondità massima superiore a 18 m).
Sosta di sicurezza (Safety Stop)
3 minuti a 6 metri (da effettuarsi per le immersioni a profondità massima superiore a 6 m).
Velocità di emersione
Non superiore a 3 m/min (circa 1 metro ogni 20 secondi) da 6 metri alla superficie.
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Tabelle di decompressione FIPSAS (rev. 2010)
Osservazioni
Per le immersioni non rientranti nel campo di applicazione sopra specificato valgono le
indicazioni della più recente revisione ufficiale delle tabelle US Navy.
La FIPSAS ha predisposto una apposita versione ridotta e tradotta in italiano delle
Tabelle US Navy per immersioni ad aria che sono contenute nella Revisione 6 del «US
Navy Diving Manual» pubblicato il 15 Aprile 2008.
In caso di errori, omissioni o discordanze con le Tabelle di decompressione contenute nella Revisione 6
del «US Navy Diving Manual» pubblicato il 15 Aprile 2008 valgono le indicazioni di tali tabelle.
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Protocollo di risalita con sosta profonda
FIPSAS – DAN (rev. 2010)
• Si sensibilizzano tutti gli lstruttori federali d'immersione A.R., i
collaboratori della didattica (Aiutoistruttori ed lstruttori in
Formazione) e gli allievi stessi alla più ampia collaborazione per la
diffusione di queste nuove procedure d'immersione in ogni
occasione didattica di pertinenza A.R.
• Si evidenzia che le informazioni contenute nella presente
comunicazione sostituiscono ogni indicazione contrastante
eventualmente presente nelle pubblicazioni ufficiali dalla
Federazione momentaneamente non ancora aggiornate.
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Protocollo di risalita con sosta profonda
FIPSAS – DAN (rev. 2010)
• Riferimenti:
– A. Marroni, P.B. Bennett, F.J. Cronje, R. Cali-Corleo, P. Germonpré, M.
Pieri, C. Bonuccelli, C. Balestra, "A deep stop during decompression
from 82 fsw (25 m) significantly reduces bubbles and fast tissue gas
tensions", Undersea Hyp Med 2004, 31 (2): 233-243
– P.B. Bennett, A. Marroni, F.J. Cronje, R. Cali-Corleo, P. Germonpré, M.
Pieri, C. Bonuccelli, M.G. Leonardi, C. Balestra, "Effect of varying deep
stop times and shallow stop times on precordial bubbles after dives to
25 msw (82 fsw)", Undersea Hyp Med 2007, 34 (6): 399-406
– B.R. Wienke, "On validation of a popular sport diving decompression
model", The Open Sports Sciences Journal 2009, 2: 76-93
– B.R. Wienke, "Diving decompression models and bubble metrics:
Modern computer syntheses", Comput Biol Med 2009, 39 (4): 309-331
– B.R. Wienke, T.R. O‟Leary, "Profile Data Banks - Valuable Modern
Diving Resources"
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Protocollo di risalita con sosta profonda
FIPSAS – DAN (rev. 2010)
• Limiti di applicabilità del protocollo:
– il protocollo si applica:
• alle immersioni effettuate respirando aria;
• alle immersioni effettuate a livello del mare;
• alle immersioni effettuate rimanendo entro la curva di sicurezza stabilita
dalla più recente revisione ufficiale delle tabelle US Navy;
• alle immersioni effettuate a profondità superiore ai 18 metri (nelle
immersioni effettuate a profondità inferiore o uguale ai 18 metri il
protocollo prevede l‟applicazione della sola sosta di sicurezza di 3
minuti a 6 metri, seguita dalla emersione a velocità non superiore a 3
metri/minuto).
– il protocollo non contempla:
• le immersioni effettuate con Nitrox;
• le immersioni effettuate con miscele (immersioni «Tecniche»);
• le immersioni effettuate sopra il livello del mare;
• le immersioni effettuate fuori dalla curva di sicurezza.
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Protocollo di risalita con sosta profonda
FIPSAS – DAN (rev. 2010)
• Limiti di applicabilità del protocollo:
– Le limitazioni presenti nel campo di applicazione del protocollo sono
dovute al solo fatto che i dati sperimentali attualmente a disposizione del
DAN si riferiscono soprattutto ad una specifica tipologia di immersioni
(immersioni con aria in curva di sicurezza, singole o ripetitive, condotte a
livello del mare) …
– e le sperimentazioni tendenti a verificarne l‟applicabilità per le tipologie
d‟immersione momentaneamente escluse da tale ambito sono ancora in
corso.
– La FIPSAS e il DAN, contestualmente all'evoluzione del progetto di ricerca
DSL ed alla disponibilità di dati relativi ad una più ampia tipologia di
immersioni, provvederanno pertanto a mantenere costantemente aggiornato
il Protocollo di Risalita con Sosta Profonda.
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Protocollo di risalita con sosta profonda
FIPSAS – DAN (rev. 2010)
• Limiti di applicabilità del protocollo:
•
Estratto dal documento esplicativo sulle nuove tabelle FIPSAS (TabFIPSAS-2010_101014)
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Protocollo di risalita con sosta profonda
FIPSAS – DAN (rev. 2010)
• Limiti di applicabilità del protocollo:
– A differenza del vecchio protocollo è importante osservare che ora nei limiti
di applicabilità del nuovo sono previste le immersioni successive anche se
rimane comunque consigliabile effettuare non più di due immersioni nello
stesso giorno e con un intervallo in superficie di almeno 2 ore.
– Per poter pianificare in sicurezza le immersioni successive dopo aver
eseguito una immersione precedente effettuata applicando il protocollo di
risalita, e volendo utilizzare le nuove tabelle FIPSAS 2010 (che in questo
campo introducono delle interessanti nuove opportunità), è necessario
sapere se l‟applicazione del protocollo stesso ha modificato il gruppo di
appartenenza (o Fattore di Azoto Residuo ) indicato in tali tabelle.
– Questa necessità giustifica l‟adozione di alcune precise procedure le cui
motivazioni potrebbero altrimenti non risultare immediatamente intuibili.
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Protocollo di risalita con sosta profonda
FIPSAS – DAN (rev. 2010)
• Vediamo il protocollo in pratica:
– Fissata la profondità massima dell‟immersione ed il tempo di fondo (non
superiore al tempo massimo previsto in curva di sicurezza a quella
profondità), lo stacco dal fondo effettivo viene anticipato di 2 minuti e 30
secondi rispetto al tempo di fondo previsto, allo scopo di compensare la
successiva sosta profonda;
– dal fondo si risale alla velocità costante di circa 9 metri/minuto fino a metà
della profondità massima (30 piedi/minuto corrisponde a 9,14 metri/minuto);
– a tale quota si effettua una sosta profonda di 2 minuti e 30 secondi;
– dopo di che si prosegue, sempre alla stessa velocità, fino ai 6 metri circa;
– a tale quota si effettua una sosta di sicurezza di 3 minuti;
– si risale infine negli ultimi metri ad una velocità di emersione non superiore
ai 3 metri/minuto.
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Protocollo di risalita con sosta profonda
FIPSAS – DAN (rev. 2010)
• Perché la sosta a metà della profondità massima:
– L‟indicazione di effettuare una sosta profonda a metà della profondità
massima (nei limiti di applicabilità del protocollo), e non alla quota a cui si
riscontra la metà della pressione massima (cioè 5 metri più in superficie), è
stata adottata, oltre che per semplificazione mnemonica, anche per ribadire
che il criterio di sicurezza noto come «rapporto di Haldane» o «rapporto del
2:1» o «regola del dimezzamento delle pressioni parziali», è stato la causa
matematica dell‟assenza di soste più profonde nelle prime tabelle di
decompressione e nei primi algoritmi decompressivi.
– Tutti gli algoritmi decompressivi più recenti cercano, con varie e
diversissime soluzioni, di correggere questa impostazione matematica
iniziale diminuendo l‟inclinazione delle rette dei valori M (cioè dei massimi
valori tollerabili di tensione di gas inerte disciolto) per cercar di riportare
quello storico criterio di sicurezza del «rapporto» a quello che doveva
essere fin dall‟inizio e cioè un «gradiente» (una semplice differenza).
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Perché un nuovo protocollo di risalita
•
Per questo vari software
decompressivi, ed anche alcuni
computer subacquei,
permettono di scegliere il
cosiddetto «grado di
conservativismo» o «fattore
personale», che è basso se ci si
vuol mantenere vicini
all‟applicazione del primitivo
criterio di sicurezza del
«rapporto» haldaniano, ma che
viene aumentato man mano che
ci si vuole avvicinare sempre di
più al criterio di sicurezza del
«gradiente» proposto dallo
studioso inglese Leonard
Erskine Hill.
•
Estratto dal software V-Planner di Ross Hemingway
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Perché un nuovo protocollo di risalita
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Perché un nuovo protocollo di risalita
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Perché un nuovo protocollo di risalita
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Perché un nuovo protocollo di risalita
•
Le prime soste nel modello termodinamico di Hills e nel modello VPM di Yount.
Dal libro «L’immersione in miscela» di Corrado Bonuccelli
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Perché un nuovo protocollo di risalita
•
Ogni computer adotta metodi diversi per definire il grado di conservativismo.
Realizzazione Nicola Giusti
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Perché un nuovo protocollo di risalita
•
•
•
Ma anche le modifiche
apportate nel tempo
all‟impostazione grafica delle
tabelle di decompressione
rispecchiano questa situazione.
Come si nota nell‟impostazione
grafica delle vecchie Tabelle
US Navy revisione 4 e 5, le
colonne previste per le possibili
soste di decompressione erano
5.
E la sosta più profonda
prevista era quella ai 15 metri.
•
Estratto da 9-55 US Navy Diving Manual revision 4 — Volume 2
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Perché un nuovo protocollo di risalita
•
Nell‟impostazione grafica delle nuove Tabelle US Navy revisione 6 invece le
colonne previste per le possibili soste di decompressione sono ben 9, e la
sosta più profonda prevista è invece ora ai 30 metri.
•
Estratto da 9-64 US Navy Diving Manual revision 6 — Volume 2
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Perché un nuovo protocollo di risalita
• Proviamo ora ad applicare la stessa logica di adattamento graduale alla
nostra risalita «da protocollo», applicandola ad una immersione a 30
metri per 25 minuti, e soffermandoci solo sulla scelta della profondità
della sosta profonda e non sulla sua durata.
• Quello che segue è solo un discorso didattico esemplificativo.
• Possiamo grossolanamente dire che, se preferiamo usare il criterio di
sicurezza del rapporto critico haldaniano, dovremmo risalire fino alla
quota alla quale si incontra metà della pressione massima e cioè 10 m.
• Se preferiamo utilizzare un criterio di sicurezza intermedio, dovremmo
risalire fino circa alla metà della profondità massima e cioè a 15 m.
• Se preferiamo applicare il criterio di sicurezza del gradiente critico,
dovremmo risalire a salti di 10 m al massimo.
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Profilo quadro teorico a 30 m per 25 minuti
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Profilo quadro teorico a 30 m per 25 minuti
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Profilo quadro teorico a 30 m per 25 minuti
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Perché un nuovo protocollo di risalita
• La sosta profonda effettuata alla quota in cui si riscontra la
metà delle pressione massima è quella adottata dal corpo dei
Vigili del Fuoco Italiani, per immersioni sia in curva di
sicurezza che fuori curva.
• La sosta profonda effettuata alla metà della profondità
massima è quella adottata dalla FIPSAS, per le sole
immersioni in curva di sicurezza.
• Entrambi gli enti hanno comunque coraggiosamente
introdotto per primi nei loro regolamenti delle soste profonde.
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Protocollo di risalita con sosta profonda
FIPSAS – DAN (rev. 2010)
• Facciamo un esempio:
– si supponga di pianificare un‟immersione a 30 metri per 25 minuti.
© FIPSAS 2010
40
9 m/min (3 m ogni 20 sec)
Stacco dal fondo al 25° min (tempo di fondo)
•
Nota: principio fondamentale alla base del protocollo è che ogni immersione, anche quelle
effettuate con l’ausilio utilissimo
ma non
indispensabile
computer
deve essere
Profilo quadro
teorico
a 30 m per 25del
minuti
(F.A.R.subacqueo,
H)
preventivamente programmata a tavolino
usando dalle
le tabelle,
come previsto
tabelleper verificare se quell’immersione
ricade nei limiti della curva di sicurezza, e per pianificarne i consumi.
© FIPSAS 2010
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< 3 m/min (1 m ogni 20 sec)
Sosta di sicurezza a 6 m per 3 min
9 m/min (3 m ogni 20 sec)
Sosta profonda a 15 m per 2,5 min
9 m/min (3 m ogni 20 sec)
Stacco dal fondo anticipato al 22,5° min
Profilo quadro teorico a 30 m per 25 minuti (F.A.R. H)
come previsto dal protocollo di risalita
© FIPSAS 2010
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Protocollo di risalita con sosta profonda
FIPSAS – DAN (rev. 2010)
• Limiti di tolleranza del Protocollo:
– la velocità di risalita di 9 metri/minuto deve essere rispettata nei limiti del
possibile, sono ammessi occasionali rallentamenti, comunque mai sotto i 6
metri/minuto, ed occasionali accelerazioni, mai oltre i 12 metri/minuto;
– la durata della sosta profonda può oscillare fra i 2 minuti ed i 3 minuti (ed il
valore dello stacco anticipato dal fondo può variare di conseguenza) e
questo permette una applicazione semplice del protocollo anche nei casi in
cui gli strumenti utilizzati non abbiano l‟indicazione dei secondi (gli ultimi
computer si sono adeguati ed ora indicano anche i secondi);
– la sosta di sicurezza può essere effettuata ad una profondità compresa tra i
6 metri ed i 5 metri;
– la velocità di emersione alla fine della sosta di sicurezza deve essere
scrupolosamente non superiore a 3 metri/minuto (per risalire negli ultimi 6
metri, si devono cioè impiegare almeno 2 minuti); questo contribuisce a
mantenere di piccole dimensioni, e quindi asintomatiche, eventuali bolle già
presenti nelle fasi finali dell‟immersione.
© FIPSAS 2010
44
Protocollo di risalita con sosta profonda
FIPSAS – DAN (rev. 2010)
•
Sia le tabelle, che i
software decompressivi,
che i computer subacquei
indicano una serie di
soste di decompressione
distanziate di 3 metri in 3
metri e sempre più lunghe
man mano che ci si
avvicina alla superficie.
•
Questa osservazione è
alla base del concetto di
decompressione
mnemonica che si
propone di ricostruire «a
mente» una successione
di numeri sempre più
grandi.
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Protocollo di risalita con sosta profonda
FIPSAS – DAN (rev. 2010)
•
La successione di numeri di Fibonacci …
•
01
•
011
•
0112
•
01123
•
011235
•
0112358
•
0 1 1 2 3 5 8 13
•
0 1 1 2 3 5 8 13 21
•
0 1 1 2 3 5 8 13 21 34
•
0 1 1 2 3 5 8 13 21 34 55
•
può essere utilizzata per costruire mnemonicamente una successione
di soste di decompressione distanziate fra loro di 3 metri in 3 metri e
sempre più lunghe man mano che ci si avvicina alla superficie.
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Protocollo di risalita con sosta profonda
FIPSAS – DAN (rev. 2010)
•
Se facessimo calcolare
ad un software
decompressivo una
risalita con soste di
decompressione
distanziate fra loro non
dei soliti 3 metri ma, ad
esempio, di soli 10
centimetri, otterremmo
una curva continua senza
soste a quota costante, in
cui la velocità di risalita
diminuisce con continuità
man mano che ci si
avvicina alla superficie.
Proprio in considerazione di questo fatto alcuni computer subacquei adottano
diverse velocità di risalita sempre più lente approssimandosi alla superficie.
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Protocollo di risalita con sosta profonda
FIPSAS – DAN (rev. 2010)
• Immersioni multilivello ed immersioni quadre:
– Sappiamo che le tabelle trattano tutte le immersioni, anche quelle
multilivello, alla stregua di immersioni quadre.
– Questo non significa che l‟immersione reale che poi si andrà ad effettuare
debba essere una immersione quadra, effettuata cioè rimanendo sempre e
comunque alla profondità massima pianificata.
– Anzi è opportuno che l‟immersione reale sia un‟immersione multilivello in cui
si tocca solo occasionalmente la profondità massima pianificata.
– Il profilo della fase operativa dell‟immersione reale deve insomma trovarsi
tutto dentro al profilo quadro teorico utilizzato per la programmazione
preventiva dell‟immersione stessa, ma non deve coincidere con questo.
– Il profilo della fase di risalita ed emersione devono invece coincidere, per
quanto possibile, col profilo quadro teorico (devono insomma rispettare
un preciso run-time).
•
Nota: a parità di profondità massima l‟immersione multilivello è più sicura
dell‟immersione quadra che la contiene. Anche le istruzioni di molti computer
subacquei recenti riportano la raccomandazione di evitare immersioni quadre.
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48
Perché evitare le immersioni quadre
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corretta
Immersione reale
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uso didattico interno FIPSAS e DAN Europe
50
Protocollo di risalita con sosta profonda
FIPSAS – DAN (rev. 2010)
E‟ quindi ora possibile la comparazione, tramite un apposito software, del
profilo «secondo computer» e del profilo «secondo protocollo e tabelle».
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Le tabelle US Navy rev. 6 sono più sicure?
•
Estratto da 9-1 US Navy Diving Manual revision 6 — Volume 2
• Solo in questa revisione la Marina Militare Americana ha voluto
precisare così esplicitamente: «Le nuove procedure di decompressione
sostituiscono le precedenti, utilizzate per più di 50 anni. Esse sono più
sicure, più flessibili … ed introducono l‟uso dell‟ossigeno durante la
decompressione …».
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Le «nuove» formule di Thalmann
• Ma insomma oggi sono più sicuri i computer o le tabelle?
• Le formule per calcolare le quantità di gas inerte nei
compartimenti (tensioni) utilizzate in tutti i normali computer e
software decompressivi che si trovano oggi in commercio sono
di tipo Esponenziale-Esponenziale, mentre quelle applicate
per calcolare tali valori nelle nuove tabelle US Navy revision 6,
come suggerito da Thalmann, sono di tipo EsponenzialeLineare, poi successivamente corrette con considerazioni di
tipo probabilistico.
• E‟ necessario capire bene cosa questo significa.
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La formula di Haldane
Ti (t f )  Pp  ( Pp  Ti (ti ))e
 Ki (t f ti )
oppure
Ti (t f )  Ti (ti )  ( Pp  Ti (ti ))(1  e
 Ki (t f ti )
)
ove
K  lg 2 / tempo
i
e
emisaturazi
cioè
K  0,693... / tempo
i
emisaturazi
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55
Quanti possibili modi di scriverla!
• Y
=A
x
( 1 - e-k t )
• Pcomp = Pbegin + [ Pgas – Pbegin ] x [ 1 – 2 –te/tht ]
• Pt
= P0
+ ( Pa - P0 ) x ( 1 – e {[ln(1/2)t]/[T/2]})
• T
= Pp
+ ( Pp – T0 ) e –k t
• Sono quattro algoritmi decompressivi diversi ?
• No, sono quattro modi diversi di scrivere la stessa formula.
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56
Dal modello Esponenziale-Esponenziale
al modello Esponenziale-Lineare
Le formule originali di Thalmann prima delle correzioni di tipo probabilistico
Per respiratori a ricircolo con PO2 costante = 0.7 ATA
Per respiratori a ciclo aperto con percentuale di O2 costante = 21% e velocità di variazione di quota costante
“PTN2” = PTiN2 + [(PvO2 + PvCO2 – PaCO2) – PaiO2] • K • t – (K•RO2/2) •t2
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Le conoscenze matematiche di base
•
•
•
•
Il complesso meccanismo fisiologico di
assorbimento e rilascio di gas inerte da parte del
corpo del subacqueo è stato insomma
schematizzato usando due solo formule
matematiche elementari: la formula della
funzione esponenziale (y = ex)
e la formula della retta (y = ax + b).
Questo è stato ottenuto adottando una lunga serie
di ipotesi semplificative che, come lo stesso
Thalmann dichiara, «sono state introdotte per
soli motivi di convenienza matematica, ma le
loro conseguenze rimangono tutte da
verificarsi».
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2001 Metodo Thalmann VVAL18
•
Anche la US Navy adotta l‟uso del computer subacqueo VVAL18.
Realizzazione Nicola Giusti
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Le «nuove» formule di Thalmann
•
•
•
I miglioramenti raggiunti negli ultimi 100 anni nel campo del calcolo
automatico della decompressione sono stati ottenuti considerando
corretto ed immutabile il metodo per calcolare le tensioni nei
compartimenti ma andando ad agire solo sui criteri di sicurezza da
applicare durante la risalita.
Haldane col criterio del rapporto critico, Workman e Buhlmann col
criterio delle rette dei valori M, Yount col VPM, Baker col criterio del
Gradient Factor ed infine Wienke con l‟ RGBM hanno comunque
utilizzato tutti le formule del solito modello Esponenziale-Esponenziale
per calcolare le quantità di gas inerte nei compartimenti durante la
risalita.
Thalmann e le Tabelle US Navy revision 6 partono dal concetto del
tutto differente che le formule usate per il calcolo delle tensioni durante
la risalita debbano essere differenti da quelle usate durante la fase
operativa dell‟immersione.
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Le «nuove» formule di Thalmann
•
•
Anche Thalmann, come Hills,
Yount e Wienke, aveva preso in
considerazione la presenza di
gas inerte in fase gassosa, sotto
forma di bolle, e non solo sotto in
fase disciolta.
In questa schematizzazione
grafica originale di Thalmann si
vede chiaramente l‟immagine
della bolla, che compare però
solo nella fase di rilascio del gas.
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Le «nuove» formule di Thalmann
•
•
Secondo Thalmann quindi, in
questo esemplificazione grafica,
l‟andamento della tensione nel
terzo compartimento, dal
momento in cui la pressione
parziale di gas inerte diventa
inferiore alla tensione in quel
compartimento e questo
comincia a rilasciare gas,
dovrebbe essere modificata
come da figura.
E‟ immediato osservare che le
tensioni di gas inerte durante la
risalita, proprio nel momento in
cui il sub segue un suo preciso
profilo decompressivo,
sarebbero decisamente superiori
a quanto da tutti calcolato finora.
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Altre storiche proposte
•
•
Questo concorda anche con vari
storici tentativi di altri ricercatori
contemporanei di Thalmann di
considerare i vari compartimenti
non tutti in parallelo fra loro ma o
tutti in serie o alcuni in serie ed
altri in parallelo.
In questo caso non solo le
tensioni di gas inerte durante la
risalita sarebbero superiori a
quanto da tutti calcolato finora
ma tali tensioni continuerebbero
ad aumentare in alcuni
compartimenti più lenti durante
tutta la risalita ed anche una
volta raggiunta la superficie.
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Altre storiche proposte
•
Il modello di interazione fra i compartimenti di Haldane prevedeva che non ci
fosse nessuno scambio di gas inerte fra questi e poteva quindi facilmente
essere riprodotto anche meccanicamente con dei compartimenti collegati
tutti in parallelo fra loro ed in serie solo con la fonte di gas inerte.
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Pp = T
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Altre storiche proposte
•
Il modello di Kidd-Stubbs, utilizzato per calcolare le tabelle del DCIEM,
prevedeva invece che tutti i compartimenti si scambiassero l‟uno con l‟altro il
gas inerte e quindi poteva essere riprodotto meccanicamente con dei
compartimenti collegati tutti «in serie» fra loro e con la fonte di gas inerte.
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Altre storiche proposte
•
Fra i due modelli precedenti, l‟uno antitetico all‟altro, furono proposti vari tipi di
modelli intermedi che prevedevano che la fonte di gas fosse in serie con un
primo compartimento «prevalentemente trasportatore di gas inerte» e che
questo fosse in serie con gli altri compartimenti invece tutti in parallelo fra loro.
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Ts = T
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Protocollo di risalita con sosta profonda
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• Applicazione del Protocollo nelle immersioni con computer:
– Alcuni computer subacquei non prevedono la gestione di una sosta
profonda e della sosta di sicurezza, altri modelli invece calcolano
automaticamente la profondità e la durata delle soste profonde (quindi
anche più di una) ed aggiungono alla fine dell‟immersione la sosta di
sicurezza.
– L‟adozione del nuovo protocollo cerca di rendere le modalità di risalita più
simili a quelle suggerite dai più moderni computer subacquei.
– Si consiglia in ogni caso che il subacqueo effettui la sosta profonda, la sosta
di sicurezza e l‟emersione controllata come previsto dal protocollo
(ovviamente solo se si trova nei limiti di applicabilità dello stesso),
seguendo comunque anche le eventuali ulteriori indicazioni più cautelative
fornite dal particolare computer utilizzato.
•
Nota: le soste profonde e le soste di sicurezza suggerite dai computer sono
solitamente considerate solo opzionali e pertanto gli algoritmi non introducono
penalizzazioni se esse non vengono effettuate.
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Protocollo di risalita con sosta profonda
FIPSAS – DAN (rev. 2010)
• Applicazione del Protocollo nelle immersioni con computer:
– I nomi commerciali dei principali artifici di calcolo applicati nei computer
subacquei moderni per ottenere la comparsa di soste profonde sono 3.
– L‟ RGBM (Reduced Gradient Bubble Model) o modello a gradiente ridotto in
funzione del massimo accrescimento di bolle ammissibile del Prof. Wienke,
esistente in versioni realizzate per Suunto e Mares, che inizialmente
suggeriva una unica sosta profonda di un minuto a metà della profondità
massima, ma che nelle versioni più recenti è già stato modificato.
– Il PDIS (Profile Dependant Intermediate Stop) ovverosia il modello con
sosta intermedia dipendente dal profilo, utilizzato dalla Uwatec, che
suggerisce una sosta profonda di due minuti a profondità inferiore a quella
nella quale il compartimento pilota comincia ad espellere il gas inerte.
– Il metodo di Pyle con più soste di 1 o 2 minuti di cui la prima intermedia fra
la profondità massima ed il ceiling (cioè la prima sosta obbligatoria).
•
Nota: tutti questi modelli si appoggiano comunque ad un calcolo delle tensioni
nei compartimenti di tipo Esponenziale-Esponenziale.
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Protocollo di risalita con sosta profonda
FIPSAS – DAN (rev. 2010)
• Applicazione del Protocollo nelle immersioni con computer:
– L‟ RGBM (Reduced Gradient Bubble Model), nella più recente versione
realizzata per Suunto permette di scegliere (in alternativa all‟effettuazione
della sosta di sicurezza) più soste di 1 o 2 minuti di cui la prima intermedia
fra la profondità massima toccata ed il ceiling, (cioè la prima sosta
obbligatoria) e le successive intermedie fra la precedente sosta profonda ed
il ceiling.
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Protocollo di risalita con sosta profonda
FIPSAS – DAN (rev. 2010)
• Applicazione del Protocollo nelle immersioni con computer:
– L‟ RGBM (Reduced Gradient Bubble Model), nella più recente versione
realizzata per Mares, indica o una unica sosta profonda di 2 minuti o due
soste di 1 minuto alle profondità calcolate dal computer in base al profilo
dell‟immersione.
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Protocollo di risalita con sosta profonda
FIPSAS – DAN (rev. 2010)
• Applicazione del Protocollo nelle immersioni con computer:
– Il PDIS (Profile Dependant Intermediate Stop) ovverosia il modello con
sosta intermedia dipendente dal profilo, utilizzato dalla Uwatec, suggerisce
una sosta profonda di due minuti a profondità appena inferiore a quella nella
quale il compartimento pilota comincia ad espellere il gas inerte.
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Protocollo di risalita con sosta profonda
FIPSAS – DAN (rev. 2010)
• Applicazione del Protocollo nelle immersioni con computer:
– Il metodo di Pyle prevede più soste di 1 o 2 minuti di cui la prima intermedia
fra la profondità massima ed il ceiling (cioè la prima sosta obbligatoria).
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Protocollo di risalita con sosta profonda
FIPSAS – DAN (rev. 2010)
• Determinazione del F.A.R. a fine immersione:
– Terminata la nostra immersione in curva di sicurezza, e solo se siamo sicuri
di averla effettuata esattamente secondo quanto indicato dal protocollo di
risalita, come si procede poi per programmare un‟eventuale immersione
successiva (da effettuare solo dopo un intervallo di superficie minimo
consigliato di almeno 2 ore)?
– Ovvero qual è il fattore d‟azoto residuo alla fine dalla nostra immersione che
dovremo usare per programmare un‟eventuale immersione successiva?
– È il fattore d‟azoto residuo indicato per il tempo di fondo complessivo, quello
cioè non decurtato dei 2 minuti e 30 secondi (nell‟esempio precedente il
tempo di fondo era 25 minuti ed il fattore d‟azoto residuo H).
•
Nota: lo stacco anticipato alla profondità massima è stato introdotto per
compensare, in termini di azoto assorbito, il tempo trascorso alla sosta profonda
ed alla sosta di sicurezza, ovvero l‟applicazione del protocollo non altera in
maniera significativa il F.A.R. ottenuto utilizzando nel modo classico le tabelle.
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Profilo quadro teorico a 30 m per 25 minuti (F.A.R. H)
come previsto dalle tabelle
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Profilo quadro teorico a 30 m per 25 minuti (F.A.R. H)
come previsto dal protocollo di risalita
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Profilo quadro teorico a 30 m per 25 minuti (F.A.R. ?)
senza stacco anticipato al 22,5° minuto
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Nuovi Limiti di Non Decompressione
• L‟applicazione del Protocollo di risalita con sosta profonda aumenta i
margini di sicurezza delle immersioni.
• Questa non è, però, l‟unica novità in fatto di sicurezza che la FIPSAS
introduce nelle proprie procedure di immersione.
• L‟adozione delle Tabelle US Navy Rev. 6, comporta infatti il rispetto di
una nuova curva di sicurezza.
– Negli ultimi anni, dai convegni di medicina subacquea e dalla letteratura
specializzata è giunto il consiglio di non effettuare immersioni al limite della
curva di sicurezza ma, eventualmente, di mantenersi ampiamente in curva
oppure, solo se necessario, di uscire decisamente fuori curva e poi di
effettuare le opportune soste di decompressione indicate dalle tabelle.
– Erano evidentemente sorti dei dubbi sulla curva di sicurezza, rimasta
immutata per 50 anni, ed erano sorti proprio nel campo di profondità più
«frequentate» dai nostri subacquei, quelle cioè fra 0 e 24 metri di profondità.
– Le Tabelle di decompressione US Navy Rev. 6 hanno modificato, sia pur di
poco, e solo in quel campo di profondità, la storica curva di sicurezza.
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Nuovi Limiti di Non Decompressione
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Nuovi Limiti di Non Decompressione
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Nuovi Limiti di Non Decompressione
• Le Tabelle di decompressione US Navy Rev. 6 individuano una nuova
curva di sicurezza con dei tempi limite di non decompressione inferiori
rispetto alla precedente nel campo di profondità 9 - 24 metri.
• In particolare, per i tempi limite di non decompressione:
–
–
–
–
–
–
a 30 fsw (9 metri circa) si passa da 405 minuti a 371 minuti,
a 35 fsw (10 metri circa) si passa da 310 minuti a 232 minuti,
a 40 fsw (12 metri circa) si passa da 200 minuti a 163 minuti,
a 50 fsw (15 metri circa) si passa da 100 minuti a 92 minuti,
a 70 fsw (21 metri circa) si passa da 50 minuti a 48 minuti,
a 80 fsw (24 metri circa) si passa da 40 minuti a 39 minuti.
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Nuovi Limiti di Non Decompressione
•
•
Se si riesce ad ottenere
il profilo di un caso di
incidente embolico, a
quel profilo è possibile
applicare diversi
algoritmi per vedere
quale si sarebbe
avvicinato di più a
prevedere l‟incidente.
In ogni profilo possono
essere indicati in rosso i
punti in cui almeno uno
degli algoritmi utilizzati
per la comparazione ha
individuato la necessità
di una sosta più
profonda o più lunga di
quella davvero
effettuata.
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Nuovi Limiti di Non Decompressione
• Abbiamo effettuato un rapido test, modificando uno degli algoritmi che
era stato originalmente tarato per fornire la vecchia curva di sicurezza, in
modo che fornisse invece ora quella nuova.
•
Abbiamo applicato tale algoritmo
così aggiornato alle immersioni che
avevano creato incidenti «immeritati».
•
Abbiamo ottenuto che i casi in cui
quell‟algoritmo si è dimostrato in grado di
prevedere l‟incidente sono più che
raddoppiati.
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•
Per immeritati si
intendono quegli
incidenti in cui il
subacqueo aveva si
seguito tutte le
indicazioni del
particolare computer che
stava usando ma questo
non gli aveva comunque
evitato l‟incidente.
•
Per meritati si intendono
quegli incidenti in cui il
subacqueo non aveva
seguito scrupolosamente
tutte le indicazioni del
computer.
“immeritati”
58%
“meritati”
42%
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Raccolta dei profili di immersione
• Non esistono una formula, un algoritmo o un protocollo definitivi, che
garantiscano cioè al 100% la sicurezza dei subacquei senza
penalizzarne in modo inaccettabile l‟attività.
• Per questo la FIPSAS, oggi come in passato, non si limita a pubblicare
il Protocollo di Risalita con Sosta Profonda, ma incentiva il programma
di raccolta su larga scala dei profili d‟immersione per gli scopi di ricerca
del progetto Diving Safety Laboratory (DSL) del DAN Europe.
• L‟invio dei profili è richiesto ugualmente al candidato istruttore in sede di
esame, agli allievi durante i corsi ed al subacqueo durante le immersioni
ricreative.
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Raccolta dei profili di immersione
• Questo progetto di raccolta
in larga scala dei profili
d‟immersione memorizzati
dai computer sub, da
applicare anche durante
tutti i corsi a qualsiasi
livello, fu presentato
durante il XV Congresso
Nazionale SIMSI nell‟anno
2002.
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Raccolta dei profili di immersione
• Le modalità della raccolta dei dati furono concordate in un protocollo
d‟intesa approvato dalla Giunta Esecutiva FIPSAS nel febbraio 2007.
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Raccolta dei profili di immersione
•
La raccolta sistematica dei profili d‟immersione ha permesso
osservazioni sperimentali in numero tale da portare ad un
miglioramento graduale del protocollo.
• Questo grazie anche alle numerose azioni messe in atto negli anni
dalla FIPSAS per incentivare la raccolta dati.
• A partire dal 2002, la FIPSAS ha
sperimentato la possibilità di aggiungere
alle normali informazioni che ogni
subacqueo inserisce nel suo libretto
d‟immersione anche tutte quelle che si
possono ricavare dal suo computer
subacqueo, memorizzando poi il tutto in un
database ...
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Raccolta dei profili di immersione
•
La compilazione di tutti i dati d‟immersione richiesti dalle schede
ufficiali del libretto d‟immersione FIPSAS può essere effettuata
automaticamente prelevandoli dal profilo del computer subacqueo.
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Raccolta dei profili di immersione
• ... gli Istruttori FIPSAS sono stati addestrati a
raccogliere i dati d‟immersione attraverso
l‟apposito software adottato dal DAN Europe
per la raccolta dei profili d‟immersione
registrati dai loro computer subacquei ...
• ... sono stati effettuati diversi workshop di
addestramento all‟uso delle unità doppler
fornite dal DAN Europe ...
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Raccolta dei profili di immersione
• ... le ditte produttrici di computer subacquei hanno messo a disposizione
della FIPSAS un buon numero di computer di ultima generazione per
semplificare la raccolta dei profili.
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105
Raccolta dei profili di immersione
•
•
•
Quindi, dal 2004 ad oggi, il DAN Europe, anche
grazie al contributo della FIPSAS e dei suoi
subacquei, ha raccolto un numero tale di profili
d‟immersione e di rilevazioni doppler che gli
hanno permesso di dare indicazioni più precise
su come migliorare le modalità di effettuazione
della soste profonde anche nelle immersioni
successive.
Questi grafici tridimensionali mostrano come
l‟unità fondamentale di memorizzazione dei dati
nel database del DAN Europe non sia più la
singola immersione, ma il ciclo di immersioni
consecutive susseguentisi con intervallo inferiore
alle 48 ore.
I risultati sono stati inseriti nelle pubblicazioni
scientifiche periodicamente diffuse dal DAN e le
cui traduzioni in italiano si trovano nella rivista
ufficiale «Alert Diver», ora distribuita in forma
elettronica, e sono già stati esposti in vari
convegni.
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Raccolta dei profili di immersione
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Raccolta dei profili di immersione
• La prima Banca Dati di profili d‟immersione è stata quella del DAN
America nata dal progetto DAN Project Dive Exploration (PDE)
comparso nel 1995 per opera di Dick Vann e Petar Denoble.
• Il DAN Europe prende parte alla raccolta dati del PDE col progetto Dive
Safety Laboratory (DSL) e dispone di una propria banca dati autonoma
ma compatibile con quella del PDE, nella quale confluisce.
• Complessivamente le Banche Dati del DAN America e del DAN Europe
contengono circa 137.000 profili d‟immersione con un tasso di incidenti
dello 0,08% (8 casi su 10.000 immersioni) ed inizialmente contenevano
prevalentemente immersioni senza decompressione effettuate solo con
aria e nitrox.
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Raccolta dei profili di immersione
• Una terza Banca Dati più recente, dedicata all‟immersione tecnica, con
gas misto ed immersioni con decompressione, è quella del Los Alamos
National Laboratory (LANL) che contiene circa 2.900 profili con un
tasso di incidenti complessivo pari allo 0,69%, quasi 10 volte superiore
a quello del PDE e DSL, con incidenti in nitrox pari al 1,12%, incidenti
in trimix pari allo 0,42% e incidenti in heliox pari allo 0,70%.
112 su
10.000
42 su
10.000
70 su
10.000
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Raccolta dei profili di immersione
• Un‟importante risultato dedotto dalla Banca Dati del DSL è dovuto ai
dati Doppler raccolti durante vere immersioni ricreative effettuate da
sub che hanno seguito un profilo rigidamente «quadro» a varie
profondità ed in curva di sicurezza, ma vicino ai tempi limite di non
decompressione delle vecchie tabelle US Navy revision 5, respirando
aria ed effettuando poi 1 o 2 soste profonde di durata da 2 a 3 minuti.
• Il valore minimo di bolle registrato è stato riscontrato per una durata
della sosta profonda esattamente di 2,5 minuti.
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Raccolta dei profili di immersione
• Si nota come la quantità di bolle dopo l‟immersione aumenta, tocca un
massimo e poi scende a valori minimi dopo circa due ore.
A.A.Pilmanis 1976
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Raccolta dei profili di immersione
• I rilevatori doppler e gli ecografi cardiaci mostrano le bolle che stanno
passando nel ventricolo destro e, tramite l‟arteria polmonare, vanno
verso i polmoni per poi essere eliminate attraverso gli alveoli polmonari.
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Raccolta dei profili di immersione
• I file creati dai rilevatori doppler utilizzati dal DAN Europe sono dei
normalissimi file audio con estensione finale .wav o .mp3.
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Raccolta dei profili di immersione
• I file creati dai rilevatori per l‟ecografia cardiaca utilizzati dal DAN
Europe sono dei normalissimi file video con estensione finale .wmv.
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Raccolta dei profili di immersione
• Alle classiche indagini sulle bolle si è aggiunto anche l‟utilizzo di
dispositivi che misurano la «Flicker Fusion Frequency».
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Raccolta dei profili di immersione
• Analisi parallele che hanno utilizzato i profili dalla banca dati del LANL
mostrano una minimizzazione del rischio proprio negli stessi intervalli di
durata delle soste profonde e per analoghe immersioni con 1 o 2 soste
profonde, ma questo solo se vengono utilizzati modelli matematici per
la stima del rischio «di bolle», basati sulla percentuale di crescita delle
bolle diviso per il volume iniziale (derivati insomma direttamente dal
modello decompressivo a bolle RGBM).
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Raccolta dei profili di immersione
• Questo evidenzia una utile simbiosi fra le banche dati del DSL del
LANL.
• In tutti i casi, il rischio nei modelli per la stima del rischio «di bolle»
risulta comunque molto basso.
• Ciò non sorprende dal momento che i tempi limite di non
decompressione della US Navy revision 5 sono stati impiegati in modo
sicuro e con successo, con o senza soste profonde e soste di
sicurezza, per molti anni.
• Detto questo, tuttavia, il numero di bolle rilevate dagli apparati Doppler
rappresenta per tutti i subacquei la preoccupazione del giorni d‟oggi e
molti vogliono poter pianificare profili d‟immersione che oltre ad essere
in curva di sicurezza, minimizzino anche il numero di bolle rilevate.
• Il subacqueo ricreativo moderno insomma ricerca un livello di sicurezza
ancora maggiore di quello ritenuto accettabile dai militari.
• In fondo si immerge per divertimento e non vuole rischiare nulla.
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Raccolta dei profili di immersione
• Concludendo, dall‟esame della banca dati del DAN PDE e DSL, risulta
che fattori che influenzano in modo significativo il rischio sono:
• le condizioni delle immersioni, ed in particolare tutti i possibili stress
ambientali, quali freddo e corrente;
• le caratteristiche personali quali sesso, età, indice di massa corporea
ma anche il semplice livello di certificazione.
• Insomma leggi matematiche, per quanto precise, ed algoritmi di
calcolo, per quanto evoluti, da soli non risolvono il problema della
corretta decompressione e, come in qualsiasi altro campo della
medicina, il monitoraggio di veri subacquei durante vere immersioni
resta un esigenza imprescindibile.
• Esistono possibili suscettibilità interindividuali ed intraindividuali rispetto
a particolari nuovi parametri dell‟immersione, quali ad esempio l‟uso di
ossigeno puro o di miscele arricchite di ossigeno (il cui impiego è di
molto aumentato negli ultimi anni comportando una sicura riduzione del
rischio di MDD), che richiedono comunque ulteriori osservazioni
sperimentali tuttora in corso.
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Raccolta dei profili di immersione
• Durante il XIX Congresso
Nazionale S.I.M.S.I., nella
relazione «Il dosaggio ideale
dell‟ossigeno iperbarico» è stata
ribadita l‟attuale impossibilità di
ottenere un protocollo
terapeutico per ossigenoterapia
iperbarica in camera di
decompressione che sia
universalmente condiviso.
• Durante il corso «Hyperbaric
and Diving Safety System» è
stato ribadito il consiglio di
utilizzare in immersione miscele
arricchite di ossigeno ma
continuando a calcolare i tempi
di decompressione come se si
stesse respirando aria.
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Raccolta dei profili di immersione
• Il messaggio che proviene ancora oggi dalla comunità medica
internazionale è quindi che è unanimemente condivisa la
considerazione che l‟uso di ossigeno e miscele iperossigenate, nei limiti
concessi dai noti problemi di tossicità dell‟ossigeno, non può che ridurre
il rischio di incidenti embolici.
• Non è però ancora stato possibile codificare in forma condivisa come
calcolare praticamente le formule di adeguamento delle norme
decompressive nate per l‟aria per adattarle all‟uso con ossigeno.
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Raccolta dei profili di immersione
• Nella relazione “Epidemiologia
della patologia da
decompressione in Italia: i dati
SIMSI” sono state mostrate le
statistiche relative a 210 casi, tutti
di incidente da decompressione,
trattati presso i Centri Iperbarici
Italiani nel periodo 2007-2009.
Nel periodo 2002-2009 sono stati
rilevati 700 casi totali.
• Età media: 39,2 anni,
prevalentemente maschi.
Esperienza: 166 esperti, 34
principianti.
• Cause principali dell‟incidente da
decompressioni sono state
l‟omessa decompressione e la
pallonata.
Realizzazione Dott. Paolo Della Torre
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Raccolta dei profili di immersione
• Il 14% degli infortunati aveva già
avuto un pregresso incidente.
• La maggior parte dei subacquei
(168) utilizzava il computer
subacqueo per la
decompressione.
• La maggior parte dei subacquei si
erano immersi con autorespiratore
a circuito aperto e con aria (188),
4 avevano respirato nitrox e 6
subacquei avevano utilizzato il
rebreather.
• Il comportamenti favorenti più
ricorrenti sono le immersioni
successive per molti giorni
successivi, il lavoro intenso in
immersione e gli sforzi dopo la
stessa.
Realizzazione Dott. Paolo Della Torre
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Raccolta dei profili di immersione
• Principali sintomi riscontrati dopo l‟immersione.
Realizzazione Dott. Paolo Della Torre
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Raccolta dei profili di immersione
• Oggi è indispensabile che la raccolta di profili d‟immersione che
rispettino il nuovo protocollo continui, e che il numero di profili raccolti
raggiunga livelli anche superiori a quelli ottenuti in passato.
• A partire dai corsi per istruttori svolti nel 2009, a tutti gli aspiranti
istruttori che volontariamente, nell‟ambito della partecipazione ad un
corso ufficiale per istruttori FIPSAS, riusciranno ad inviare per via
telematica all‟apposito centro di raccolta i profili delle loro immersioni
effettuate durante il corso,
• il DAN Europe conferirà automaticamente il riconoscimento di
DAN Research Operator
© FIPSAS 2010
124
Raccolta dei profili di immersione
© FIPSAS 2010
125
Raccolta dei profili di immersione
• Le informazioni tecniche e le modalità per ottenere la password
identificativa necessaria sono pubblicate sui siti
•
www.daneurope.org e www.fipsas.it
© FIPSAS 2010
126
Raccolta dei profili di immersione
• In un unico foglio sono contenute tutte le informazioni e tutti i
collegamenti da cui poter scaricare da internet i software necessari.
© FIPSAS 2010
127
Raccolta dei profili di immersione
• In pratica, la prima cosa da fare è verificare se il proprio computer
subacqueo permette di scaricare su un PC i profili d‟immersione.
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• Poi occorre verificare se si dispone della particolare interfaccia
hardware richiesta dal proprio computer subacqueo per scaricare i
profili d‟immersione.
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Raccolta dei profili di immersione
•
•
•
Le interfacce hardware finora
utilizzate richiedevano tutte una
connessione fra computer
subacqueo e PC realizzata
tramite cavi seriali o cavi usb
che le rendevano poco pratiche.
Ma oggi il sistema più semplice
per scaricare profili
d‟immersione da un computer
subacqueo è la trasmissione
tramite raggi infrarossi o onde
radio, verso le interfacce spesso
incorporate in quasi tutti i
computer portatili e nei palmari.
Queste tecnologie «senza fili»,
rendono oggi veramente facile
recuperare i profili delle
immersioni contenuti in molti
computer subacquei.
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Raccolta dei profili di immersione
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Questi software, distribuiti
gratuitamente, usano formati di file
«proprietari», cioè leggibili solo con
quel particolare software:
Uwatec DataTrak 3.06 «.log»
Uwatec SmartTrak 2.07 «.slg»
Mares Htm IRIS e Drak «.mdb»
Suunto Dive Manager 1.6 «.sdl»
Suunto Dive Manager 3.1.0 «.mdb»
PC LogBook for Cressi «.lgb»
PC LogBook for ScubaPro «.lgb»
Oceanic OceanLog 2.x «.dlg»
ReefNet Sensus Manager «.dat»
Solo alcuni di questi file sono apribili
col classico doppio click del mouse.
Alcuni di questi software usano il
formato di file del database
Microsoft® Access® e sono quindi
leggibili anche con tale programma.
.slg
.log
.sdl
.mdb
.lgb
.mdb
.lgb
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.dlg
L’esportazione in formati di file specifici
•
Ma esiste un formato di file
appositamente creato le cui
caratteristiche tecniche sono
precisate in un documento che
descrive lo Standard DL7 del
D.A.N. P.D.E. il cui ultimo
aggiornamento risale al 2006.
•
Le più importanti ditte
costruttrici di computer
subacquei rispettano questo
standard e lo hanno
implementato nelle funzioni di
esportazione presenti nei loro
programmi di interfacciamento
con i computer subacquei.
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Raccolta dei profili di immersione
•
•
•
Alcuni di questi
software permettono
di esportare i profili di
interi gruppi di
immersioni in
appositi file con
estensione finale
«.zxu».
Questi file sono
descritti nello
standard DL7 del
D.A.N. Project Dive
Exploration (P.D.E.)
e sono indicati come
file DAN DL7 livello 1
o Dive Log 7
Standard File.
Non contengono dati
anagrafici sull‟utente
o dettagli
sull‟immersione.
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Raccolta dei profili di immersione
•
•
•
Solo quei software
che sono dotati di
apposite finestre per
l‟introduzione delle
informazioni
sull‟utente, dei
dettagli e del
rapporto di sicurezza
sull‟immersione,
permettono di
esportare i profili in
appositi file con
estensione finale
«.zxl».
Questi file sono
sempre descritti nello
standard DL7 e sono
indicati come file
DAN DL7 livello 3.
Possono contenere
dati anagrafici
sull‟utente e dettagli
sull‟immersione.
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• Il software «Dive Manager 3.1.0» della Suunto permette di inviare i
profili d‟immersione via email al DAN Europe o al DAN America.
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• Il software «OceanLog» della Oceanic permette di esportare i profili
d‟immersione nel formato DL7.
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• La prossima versione del software «DiveOrganizer» della Mares
permetterà di inserire tutti i dati richiesti dal nuovo standard DL7.
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• Anche il software «DiveLogger» della Dive System permetterà di
esportare i profili d‟immersione nel nuovo formato DL7.
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•
Tutti i software appena elencati mostrano come le maggiori ditte
produttrici di computer subacquei hanno ben compreso l‟importanza di
poter inviare al DAN i profili delle immersioni.
•
Ciascuno di questi software già contiene delle funzioni che permettono
in qualche modo di esportare i profili delle immersioni in formati
compatibili col database di immersioni del DAN.
•
Anche se attualmente l‟unico software che permette di inviare
esattamente tutti i dati richiesti dal database, compresi i file audio e
video doppler, e compresi i particolari necessari per le immersioni Nitrox
e Trimix è il software «Immersioni», presto anche gli altri verranno
aggiornati con tali funzionalità.
•
Il software «Immersioni» permette infine di importare i profili anche da
vari altri software che non prevedono direttamente l‟esportazione in
formato DL7.
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Raccolta dei profili di immersione
•
Nelle immersioni
multimiscela AriaNitrox-Trimix-Ossigeno
è indispensabile
individuare con
precisione sul profilo
d‟immersione i momenti
di cambio di miscela e
di bombola
permettendo di
costituire un data base
di immersioni effettuate
con miscele di qualsiasi
composizione ed i cui
profili decompressivi
multimiscela siano
analizzabili in forma
completamente
automatizzata.
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Raccolta dei profili di immersione
•
•
L‟individuazione,
durante
l‟immersione, dei
momenti in cui
vengono effettuati i
cambi di miscela e di
bombola, viene ora
effettuata con
precisione.
Questa informazione,
pur assolutamente
necessaria per
effettuare qualsiasi
tipo di ricerca sulle
immersioni in
miscela, non era
disponibile
utilizzando i classici
moduli di raccolta
dati finora in uso e
non è ancora
prevista in alcuni dei
software meno
recenti.
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Raccolta dei profili di immersione
•
•
In questo esempio si
vede chiaramente il
momento in cui, a 21
metri di profondità,
viene effettuato il
cambio d‟erogatore,
passando da quello
collegato alla
bombola contenente
aria a quello
collegato alla
bombola contenente
EAN50.
Nel grafico delle
tensioni nei
compartimenti si nota
l‟imponente
corrispondente
diminuzione della
pressione parziale di
azoto (paragonabile
a quella che si
avrebbe durante una
pallonata da 21 a 10
metri respirando
aria).
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Raccolta dei profili di immersione
•
•
Nel caso malaugurato che si presenti un incidente embolico, poter disporre del
profilo d‟immersione con tutti i dati richiesti dal protocollo DAN DL7 permette di
provare diversi algoritmi di calcolo della decompressione su quel profilo.
Di ciascuno di quegli algoritmi possono essere calcolati i valori delle frazioni
dei gradienti critici e questo permette di individuare quale dei vari algoritmi si
sarebbe avvicinato di più a riuscire a prevedere l‟incidente.
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Raccolta dei profili di immersione
•
Sarà presto presente nel nuovo portale web del DAN Europe, all‟interno della
parte MyDan che ciascun subacqueo potrà attivare, una sezione «I miei profili
d‟immersione» ove sarà possibile consultare inizialmente i profili inviati e
successivamente le valutazioni dello stato di rischio relativo a quei profili.
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Raccolta dei profili di immersione
• Tutto questo costituisce un esempio di come la Didattica Subacquea
FIPSAS sia riuscita ad avere un ruolo attivo nel fornire alla ricerca,
tramite la rete di suoi istruttori e subacquei capillarmente distribuita sul
territorio, quell‟elevato numero di osservazioni sperimentali su vere
immersioni che, uniche, possono permettere di migliorare gradualmente
nel tempo la sicurezza delle procedure di risalita.
• Si auspica che tutto il corpo docente del Settore Didattica
Subacquea della FIPSAS, a partire dai Commissari d’Esame, dagli
Istruttori ed Istruttori in Formazione, col loro fattivo esempio
personale, diffonderanno fra tutti i subacquei l’abitudine di fornire
alla ricerca i profili elettronici delle loro immersioni.
• Sono quelle osservazioni sperimentali che ci hanno permesso oggi di
migliorare il Protocollo di Risalita con Sosta Profonda FIPSAS-DAN e
sono quelle che raccoglieremo da oggi in poi che ci permetteranno di
perfezionarlo ancora in futuro.
© FIPSAS 2010
147
Fine
© FIPSAS 2010
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Le tabelle di immersione FIPSAS (2010)
Il documento illustrativo ufficiale scaricabile dal sito www.fipsas.it .
Realizzazione Nicola Giusti
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Le tabelle di immersione FIPSAS (2010)
Servono solo per la pianificazione di immersioni ricreative in curva di
sicurezza e non prevedono l‟uso di ossigeno durante la decompressione
(invece previsto dalle tabelle US Navy revision 6).
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Le tabelle di immersione FIPSAS (2010)
Indicano, solo per casi d‟emergenza estrema non previsti dalla
pianificazione, anche le eventuali tappe di decompressione «ufficiali ed
obbligatorie» a 6 m, essendo state eliminate le vecchie tappe ai 3 m.
•
Nota: fuori della curva di sicurezza devono essere
osservate le sole «soste finora legalmente
riconosciute» e cioè quelle delle tabelle US Navy
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Le tabelle di immersione FIPSAS (2010)
I tempi limite di non decompressione (curva di sicurezza) sono indicati con
apposita colorazione e con una linea inferiore più spessa.
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Le tabelle di immersione FIPSAS (2010)
I profili fuori curva che richiedono soste di decompressione superiori ai 15
min ricadono nella zona grigio scuro in quanto sconsigliati usando solo
aria.
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Le tabelle di immersione FIPSAS (2010)
I profili che prevedono un consumo d‟aria superiore ai 2250 litri (15 litri x
150 atm) ricadono nella zona grigio chiaro e sono calcolati per un ipotetico
consumo medio in superficie di 20 litri/min.
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Le tabelle di immersione FIPSAS (2010)
Un primo esempio.
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Le tabelle di immersione FIPSAS (2010)
Un secondo esempio.
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Le tabelle di immersione FIPSAS (2010)
La sosta profonda di 2,5 minuti a metà della profondità massima, solo se in
curva di sicurezza, con lo stacco dal fondo anticipato di 2,5 minuti ed infine
la sosta di sicurezza di 3 minuti a 6 metri.
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Le tabelle di immersione FIPSAS (2010)
Per tempi e profondità intermedi devono essere sempre scelti i valori
immediatamente superiori sia per la tabella 1 che per la 2 e la 3.
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Le tabelle di immersione FIPSAS (2010)
Le immersioni ripetitive si possono pianificare solo se si ricorda quale era il
gruppo ripetitivo (o F.A.R.) alla fine dell‟immersione precedente e con un
intervallo di superficie minimo consigliato di almeno 2 ore.
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Le tabelle di immersione FIPSAS (2010)
Le immersioni effettuate dopo un intervallo di superficie superiore a quello
con asterisco nella ultima riga in basso non devono essere considerate
ripetitive (il loro tempo di azoto residuo è nullo).
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Le tabelle di immersione FIPSAS (2010)
Immersione 2 ore dopo una precedente terminata con F.A.R. uguale ad H.
Si scorre in verticale fino alla casella con intervallo di superficie da 1:45 a
2:37 ore e poi si scorre orizzontalmente fino al F.A.R. F.
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Le tabelle di immersione FIPSAS (2010)
Immersione 6 ore dopo una precedente terminata con F.A.R. uguale a D.
Si scorre in verticale fino alla casella con intervallo di superficie maggiore
di 5:23 ore e si vede che l‟immersione non è ripetitiva.
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La tabella 3, partendo dal F.A.R. alla fine dell‟intervallo di superficie e
conoscendo la profondità massima pianificata per la successiva permette
di determinare il tempo di azoto residuo espresso in minuti.
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Le tabelle di immersione FIPSAS (2010)
Immersione ripetitiva di 20 min a 17 m, con F.A.R. alla fine dell‟intervallo di
superficie pari a F. I 17 m non sono presenti in tabella ed ora,
contrariamente al solito, si devono scegliere non i 15 ma i 18 m.
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Le tabelle di immersione FIPSAS (2010)
Un apposito esempio, inserito per la prima volta nella revisione 6 del
Manuale d‟immersione della Marina Militare Americana, chiarisce
definitivamente questa annosa questione.
Anche nella tabella 3 si deve usare l„approssimazione in eccesso se
manca l‟esatta profondità d‟immersione pianificata.
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Le tabelle di immersione FIPSAS (2010)
Immersione ripetitiva a 24 m, con F.A.R. alla fine dell‟intervallo di superficie
pari a J. Il simbolo – indica che l‟immersione è fuori curva di sicurezza. (un
numero avrebbe indicato il tempo residuo in curva)
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Le tabelle di immersione FIPSAS (2010)
Immersione ripetitiva a 6 m, con F.A.R. alla fine dell‟intervallo di superficie
pari a M. I simboli indicano che l‟immersione successiva non modifica il
F.A.R. ed il tempo residuo in curva di sicurezza è illimitato.
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Le tabelle di immersione FIPSAS (2010)
Immersione ripetitiva a 36 m, con F.A.R. alla fine dell‟intervallo di superficie
pari a M. L‟immersione risulta non fattibile, cioè non pianificabile utilizzando
la tabella 1.
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Le tabelle di immersione FIPSAS (2010)
Il documento di approfondimento scaricabile dal sito www.fipsas.it .
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Finora abbiamo esaminato le
modifiche riguardanti le sole
immersioni in curva di sicurezza ma
per le immersioni con
decompressione?
Vediamo di analizzare rapidamente quali sono le
abitudini acquisite che dovremo abbandonare se
vogliamo adottare le nuove tabelle …
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Le nuove tabelle US Navy revision 6
• Per cominciare,
dovremo prevedere un
incremento sensibile
della riserve d‟aria e
d‟ossigeno necessarie
per effettuare la
decompressione,
• e questo a causa del
fatto che i tempi di
decompressione
richiesti sono più lunghi
e che inoltre debbono
essere effettuati a
profondità maggiore, a
partire dai 6 m invece
da dai 3 m.
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Le nuove tabelle US Navy revision 6
• I parametri
d‟ingresso che
dobbiamo fornire per
consultare le tabelle
sono, come prima,
solo due, e
precisamente:
• la profondità
massima che
intendiamo toccare
durante l‟immersione
(espressa in fsw,
cioè in piedi di acqua
di mare),
• il tempo totale di
fondo (Total Bottom
Time TBT) espresso
in minuti.
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Le nuove tabelle US Navy revision 6
• Per trasformare i
nostri metri di acqua
dolce (m) in piedi di
acqua di mare (fsw)
dobbiamo
moltiplicarli per il
fattore di
conversione 3,198…
(1 m corrisponde a
3,19880332178 fsw).
• Ed il tempo totale di
fondo (TBT) non è
solo il tempo durante
il quale si intende
rimanere sul fondo
ma ingloba anche
tutto il tempo di
discesa.
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Le nuove tabelle US Navy revision 6
• I parametri forniti da
ogni riga delle tabelle
sono invece:
• il tempo di risalita alla
prima sosta,
• la durata della prima
sosta (solo per la
prima sosta),
• la somma della durata
della risalita dalla
sosta precedente (20
sec) più la durata
della sosta (per tutte
le altre soste),
• Il tempo totale di
decompressione
(TDT).
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Le nuove tabelle US Navy revision 6
• Per le sole eventuali soste successive alla più profonda, il tempo di
sosta indicato nelle tabelle inizia quando il sub abbandona la sosta
più profonda e finisce quando abbandona la sosta meno profonda;
• il tempo di sosta insomma comprende anche il tempo richiesto per la
risalita dalla tappa più profonda, che è sempre pari a 20 sec.
• Il tempo totale di decompressione (Total Decompression Time TDT)
risulta quindi dalla somma della:
• durata della risalita fino alla prima sosta,
• durata della prima sosta (solo il tempo di permanenza a quota fissa),
• durata delle soste successive comprensiva di 20 sec per la risalita,
• durata della risalita dall‟ultima sosta fino alla superficie pari a 40 sec.
• Questo rivoluziona tutta la modalità di indicazione dei tempi di sosta
a cui eravamo abituati nelle vecchie tabelle ma è effettivamente più
razionale, di più facile memorizzazione ed anche più facile da
applicare praticamente durante l‟immersione.
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Le nuove tabelle US Navy revision 6
• La nuova tabella «Air Decompression Table» riporta
contemporaneamente le indicazioni di decompressione in tre possibili
modalità diverse e cioè
• decompressione in acqua respirando aria («AIR»),
• decompressione in acqua respirando aria ed ossigeno («AIR/O2»),
• decompressione in superficie respirando ossigeno in camera iperbarica,
• La durata delle soste respirando aria ed ossigeno sono indicate in
apposite righe con la scritta «AIR/O2».
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Le nuove tabelle US Navy revision 6
• Le soste in cui si può
utilizzare l‟ossigeno
sono solo quelle a 9 m
circa (pO2=1,9 bar) e a
6 m circa (pO2=1,6
bar).
• Se la sosta in ossigeno
supera i 30 min, deve
essere interrotta ogni
30 min con una
respirazione di aria per
5 min.
• I 5 min debbono essere
aggiunti alla durata
della sosta in ossigeno
e mai sottratti.
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Le nuove tabelle US Navy revision 6
• Gli attuali sistemi di
immersione in aria
con assistenza dalla
superficie utilizzati
dalla US Navy
richiedono
esplicitamente l‟uso
di un‟apposita
speciale stazione di
decompressione
denominata O.R.C.A.
(«Oxygen regulator
Console Assembly»)
per distribuire
alternativamente
ossigeno o aria al
sommozzatore.
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Le nuove tabelle US Navy revision 6
• La decompressione in superficie respirando ossigeno, pure essa
prevista nelle nuove tabelle, richiede invece di disporre di una
camera di decompressione e quindi difficilmente può interessare i
subacquei ricreativi.
• La decompressione in acqua respirando aria viene consigliata per
immersioni che non richiedono un tempo totale di decompressione
maggiore di 15 min mentre, per quelle che richiedono un tempo di
decompressione maggiore, è vivamente consigliata la
decompressione in acqua respirando aria ed ossigeno che però
richiede la disponibilità di un‟attrezzatura non facilmente reperibile
per i subacquei ricreativi come l‟O.R.C.A..
• Immersioni che richiedono una decompressione in aria ed ossigeno
superiore ai 90 min comportano un rischio notevole di superare i
limiti di tossicità dell‟ossigeno e sono chiaramente indicate con la
scritta «Exceptional Exposure».
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In acqua con solo aria
> :15
In acqua con aria e ossigeno
> :90
In acqua con aria e ossigeno
> :90 (Exceptional Exposure)
In camera di decompressione
(Exceptional Exposure)
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Le nuove tabelle US Navy revision 6
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Le nuove tabelle US Navy revision 6
• Per quanto riguarda le immersioni ripetitive, le tabelle dei tempi di
azoto residuo per immersioni ripetitive e la tabella della profondità
dell‟immersione ripetitiva («Residual Nitrogen Time Table for
Repetitive Air DIves») riportano dati numerici decisamente diversi
da prima che comportano per alcune immersioni dati più
penalizzanti e per altre dati meno penalizzanti senza comunque
riuscire ad individuare un chiaro ed uniforme criterio di variazione.
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Le nuove tabelle US Navy revision 6
• Nella tabella dei tempi di azoto residuo si nota che , mentre prima la
colonna più alta, quella all‟estrema destra, riportava sempre e
comunque le 12 ore come tempo necessario per considerare una
seconda immersione non più come immersione ripetitiva, ora per ogni
singolo gruppo ripetitivo all‟inizio della sosta in superficie viene
indicato un tempo diverso che varia con continuità da un minimo di 2
ad un massimo di 15 ore circa ed il vecchio tempo di 12 ore circa è
ora indicato per il solo gruppo ripetitivo L.
• Sono in definitiva penalizzate, rispetto a prima, le sole immersioni
dalle quali si esce con livelli di azoto ancora disciolto molto alti.
• Ma per immersioni dalle quali si esce con bassi livelli di azoto disciolto
è ora possibile effettuare un‟immersione successiva entro tempi
ragionevoli (per il gruppo ripetitivo A appena 2 ore e 20 min)
calcolandola come se non fosse ripetitiva.
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Le nuove tabelle US Navy revision 6
• In definitiva si hanno quindi dati meno penalizzanti per gruppi ripetitivi
all‟inizio della sosta in superficie inferiori ad L e più penalizzanti per gli altri.
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Le nuove tabelle US Navy revision 6
• Un comportamento opposto si nota nella tabella delle profondità
dell‟immersione ripetitiva ove ad esempio, per la riga delle immersioni
a 24,4 m (80 fsw) si trovano tempi di azoto residuo più penalizzanti per
gruppi ripetitivi inferiori a D, e meno penalizzanti per gli altri.
• Grossolanamente si può notare come la colonna relativa al gruppo C
sia rimasta quasi invariata mentre tutte le colonne con gruppi ripetitivi
inferiori a C riportano dati più penalizzanti, e le altre li riportano meno
penalizzanti.
• Questa volta invece sono in definitiva penalizzate, rispetto a prima, le
sole immersioni dalle quali si esce con bassi livelli di azoto ancora
disciolto.
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Le nuove tabelle US Navy revision 6
Diminuiti
Aumentati
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Le nuove tabelle US Navy revision 6
Per quanto riguarda le
immersioni in alta quota
la tabella dei gruppi
ripetitivi («Repetitive
groups associated with
Initial Ascent to
Altitude») riportano
nuove indicazioni
appena meno
penalizzanti di prima ed
anche la tabella dei
tempi di intervallo in
superficie («Required
Surface Interval Before
Ascent to Altitude After
Diving») risulta
modificata, penalizzando
solo alcune immersioni.
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Concludendo
• Per fare un paragone con una situazione ormai familiare a tutti
coloro che utilizzano un computer, si può dire che la Marina
Militare Americana, con la revisione 6 del suo Manuale
d‟Immersione,
• ha inteso notificare chiaramente a tutti i subacquei che questo
aggiornamento non rappresenta la solita «patch
d‟aggiornamento» che può essere installata o meno a
discrezione dell‟utente.
• Questa è una «patch di sicurezza» che non può essere
ignorata.
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Fine
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