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Ducati è famosissima in tutto il mondo, ma è “un’aziendina” di Bologna, nel senso che
viene percepita dai bolognesi come propria, come se fosse ancora una piccola azienda
di tanto tempo fa. I vostri giovani hanno l’opportunità di crescita all’estero, o si
fermano ad un’esperienza di altissimo livello tecnico, ma bolognese?
Noi siamo molto attaccati al territorio, quindi uno dei segreti della nostra ricerca è che noi
comunque tendiamo ad avere con noi in squadra persone che qui non sono di passaggio. Questo
non significa che debbano essere bolognesi, ci sono tanti ragazzi –io compreso, anche se non sono
più un ragazzo- che vengono dal Sud, ma che hanno in questa zona motivi, radici e scelte di vita.
La “bolognesità” a noi piace molto e ne facciamo un vanto. Noi però siamo in tutto il mondo, in 94
Paesi, e la nostra presenza sta aumentando sempre più: abbiamo diversi ragazzi che partono e
vanno a prendere ruoli di responsabilità nelle nostri filiali all’estero. Abbiamo diversi ragazzi in giro
per il mondo che sono cresciuti qui e ora ci rappresentano nel mondo. Questo fa parte del gioco e
credo che aprendoci sempre più all’estero, ci saranno ragazzi che da là verranno qui in Italia.
L’importante non è dove sei nato, l’importante è che tu riesca ad inserirti e a diventare membro di
una certa cultura.
Bisogna imparare a mangiare tortellini per arrivare in Ducati! Possiamo arrivare a
questa conclusione?
Noi diciamo: “bisogna mangiare pane e benzina!” La nostra è un’azienda molto tecnica che ruota
attorno al prodotto. Per noi il prodotto, la qualità, le sue caratteristiche sono la cosa principale, ciò
che ci fa dormire tranquilli e pensare che domani ci potrà essere una Ducati, e anche dopodomani.
I successi che ha Ducati nelle corse, e l’arrivo del mitico Valentino Rossi, in qualche
modo hanno impattato anche sulle politiche di hiring e gestione del personale,
l’orgoglio, la passione o altro…?
Sì, anche questa cosa ha vantaggi e svantaggi. I vantaggi sono che noi abbiamo un’employability
fantastica, le persone vogliono venire volentieri a lavorare da noi. Abbiamo un vastissimo campo
su cui scegliere, e possiamo tenere l’asticella alta; il risvolto della medaglia è che le attese di
queste persone verso l’organizzazione sono altissime, si innamorano della Ducati pensando di
venire a lavorare in un posto dove tutti i giorni passa Valentino e gli dicono “Ehi Vale, come stai?”,
dove tutti sono vestiti di rosso e vanno in motocicletta, e invece questo è un’azienda dove si
lavora, anche duramente, non è diversa dalle altre.
Lei parlava della passione, del fatto che si mangia “pane e benzina” come moto
propulsore di tutti quelli che lavorano qui dentro. E’ un discorso che di solito è rivolto
al maschile. Il rapporto di questa azienda con il mondo femminile, qual è?
Spell s.r.l. via degli Orefici 2, 40124 – Bologna
Tel. 051.222.186 Fax 051.271.529 | e-mail: [email protected] | P.IVA 02144021207
Ma no, abbiamo tante donne! Intanto in produzione ne abbiamo sempre di più, una media sempre
più alta, e devo dire che essendo la produzione, il nostro principale lavoro, basato sugli
assemblaggi, sia motore che veicolo, le colleghe esprimono una maggiore attenzione al particolare,
al dettaglio, che sta diventando sempre più importante per la qualità. Siamo molto soddisfatti del
personale femminile, negli uffici addirittura abbiamo una media del 44% di donne. Devo dire che
non è molto sentita questa differenza, lavoriamo sempre a fianco, abbiamo due donne dirigenti nel
nostro piccolo gruppo di manager. Grazie a Dio non ci poniamo molto il tema!
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