È TEMPo DI UsARE I soCIAL CoME UN PhoN

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È TEMPo DI UsARE I soCIAL CoME UN PhoN
O
Serena Dandini
il pane e le rose
È TEMPo DI
UsARE I
soCIAL CoME
UN PhoN
Illustarzione di spiros halaris
Fiore consigliato:
Tillandsia.
originaria del Centro
America, vive
senza acqua, né terra,
né radici.
gni giorno c’è qualcuno che abbandona i social:
troppo impegnativi, invadenti e, soprattutto, violenti. L’ultimo è stato il dj Linus, che ha chiuso il
suo blog dopo dodici anni. In un’intervista, ha dichiarato che, oltre alla stanchezza fisiologica, non
riusciva più a scrivere di attualità perché: «... parlarne diventa pericoloso, ti butti in pasto ai barbari, metti te stesso in mezzo a una
giungla (...) dove ci sono anche quelli che a priori ti devono dire le
cose in una certa maniera, rovinandoti l’esistenza».
Non sarà il solo a stancarsi del continuo tiro al piccione in cui
si è trasformata la rete. Una specie di legge del contrappasso che,
in cambio della popolarità e della pubblicità pervasiva che questo
sistema ti offre, portandoti sulle vette dei trend topic, ti trasforma
nelbersaglioidealediognisfogoelivore.Ilverodrammanonsono
le cattiverie sui vip, che possono mettere in conto il prezzo da pagare, ma la gogna mediatica cui si espongono i ragazzi e le ragazze
che ormai frequentano internet come noi un tempo la comitiva di
riferimento. Le conseguenze spesso le intercettiamo sui giornali
quando è troppo tardi, ma non bastano gli articoli moralizzatori del giorno dopo. Adesso è il momento di prevenire, senza demonizzare le nuove tecnologie che, usate consapevolmente, sono
una fonte straordinaria di potenzialità per le nuove generazioni, e
non solo. Lo spiega lo psicologo Michele Facci, fra gli autori di Generazione Cloud. Essere genitori ai tempi di Smartphone e Tablet
(Erickson ed.). La rivoluzione digitale che stiamo vivendo è la più
grande al mondo e ha aperto linee di comunicazione solo pochi
anni fa impensabili: il fatto è che dobbiamo imparare a farne l’uso
migliore e, soprattutto, non dobbiamo abbandonare i piccolissimi
da soli davanti a un tablet, bensì educarli a internet, diventato ormai un vero ambiente in cui siamo tutti immersi.
Una volta ho ascoltato Umberto Eco affermare, durante una lezione sulle nuove tecnologie, che anche il phon potrebbe rivelarsi
pericolosissimo, se maneggiato in maniera inappropriata: «Non
insegniamo ai nostri figli a non immergersi nella vasca da bagno
con un phon acceso in mano?». Lo stesso dovremmo fare con ogni
nuovomezzotecnologico:dallatelevisioneainternet,maidimenticare le istruzioni per l’uso.
Per i più grandicelli consiglio la lettura di un piccolo saggio che
ho trovato molto confortante: Fuggire da sé. Una tentazione contemporanea(RaffaelloCortinaed.)delsociologofranceseDavidLe
Breton. L’autore ci accompagna in una dettagliata disamina delle
varie fughe possibili dal proprio quotidiano, da quelle più estreme
e definitive a quelle più dolci e curative, che prevedono un’assenza
programmata e temporanea dai nostri ruoli sociali e virtuali. Le
Breton suggerisce un alleggerimento dal presenzialismo costante e ossessivo che sembra l’unica condizione per contare in questa
societàdellecomunicazioni.Unapausaèauspicataesalutare,proprio come quei digiuni saltuari che vengono consigliati dai nuovi
nutrizionisti tanto di moda. Tentazione irresistibile.
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