Untitled - Comune di Peschiera Borromeo

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Indice
1
CARATTERISTICHE DEI MATERIALI............................................................. 4
1.1
LEGNAME ..................................................................................................................4
1.2
MATERIALI AGRARI ......................................................................................................5
1.2.1
Terra di coltivo........................................................................................................ 5
1.2.2
Concimi .................................................................................................................. 5
1.2.3
Letame................................................................................................................... 5
1.2.4
Ammendante compostato misto................................................................................ 5
1.3
MATERIALI VEGETALI ...................................................................................................6
1.3.1
Alberi “a pronto effetto”........................................................................................... 7
1.3.2
Alberi forestali sviluppati .......................................................................................... 8
1.3.3
Piantine forestali ..................................................................................................... 8
1.3.4
Sementi.................................................................................................................. 8
1.4
ELEMENTI DI SOSTEGNO PER ALBERI .................................................................................8
1.5
DISCHI PACCIAMANTI PER ALBERI FORESTALI ED ARBUSTI .......................................................9
1.6
ELEMENTI DI PROTEZIONE PER ALBERI FORESTALI - SHELTER ...................................................9
1.7
ELEMENTI DI PROTEZIONE PER ALBERI A PRONTO EFFETTO - COLLARINO .....................................9
1.8
MATERIALI PER OPERE COMPLEMENTARI E DI ARREDO .......................................................... 10
1.8.1
Dissuasori..............................................................................................................10
1.8.2
Cestini...................................................................................................................10
1.8.3
Panchine ...............................................................................................................10
1.8.4
Staccionata............................................................................................................10
1.9
MATERIALI PER IRRIGAZIONE........................................................................................ 10
1.9.1
Pozzetti di distribuzione ..........................................................................................10
1.9.2
Elettrovalvole .........................................................................................................10
1.9.3
Cavidotti e cavi elettrici...........................................................................................11
1.9.4
Tubi in PEAD..........................................................................................................11
1.9.5
Irrigazione ad ala ed anelli gocciolanti ......................................................................11
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1
2
OPERE PRELIMINARI ................................................................................. 12
2.1
2.1.1
2.2
Pulizia e spurgo fontanile ........................................................................................12
PROTEZIONE E DIFESA ALBERATURE ESISTENTI .................................................................. 12
2.2.1
Difesa di superfici vegetali.......................................................................................12
2.2.2
Difesa delle parti aeree degli alberi ..........................................................................13
2.2.3
Difesa delle radici degli alberi nel caso di scavi di breve durata...................................13
2.2.4
Difesa delle radici degli alberi nel caso di transito......................................................13
2.2.5
Difesa degli alberi nel caso di pavimentazioni impermeabili ........................................13
2.3
3
PULIZIA GENERALE DELL’AREA ....................................................................................... 12
SELEZIONE VEGETAZIONE ARBOREO-ARBUSTIVA ESISTENTE PER MIGLIORAMENTO FORESTALE .......... 14
2.3.1
Pulizia del sottobosco - decespugliamento ................................................................14
2.3.2
Abbattimento alberature .........................................................................................14
2.3.3
Potature ................................................................................................................14
MODALITA' DI ESECUZIONE DEI LAVORI .................................................. 15
3.1
TRACCIAMENTI SCAVI E RIPORTI .................................................................................... 15
3.2
SCOTICO, SCAVI E SBANCAMENTI ................................................................................... 15
3.3
RIMOZIONE DELLA TERRA ............................................................................................ 16
3.4
ACCATASTAMENTO DELLA TERRA.................................................................................... 16
3.5
ERPICATURA E FRESATURA ........................................................................................... 16
3.6
TRACCIAMENTI E MESSA A DIMORA PIANTE FORESTALI ......................................................... 17
3.7
CONCIMAZIONI ......................................................................................................... 18
3.8
FORMAZIONE PRATO .................................................................................................. 18
3.9
MESSA A DIMORA DI ALBERI A PRONTO EFFETTO E ALBERI FORESTALI SVILUPPATI ........................ 19
3.10
MESSA A DIMORA DI PIANTINE FORESTALI ........................................................................ 21
3.11
POSA DI CESTINI, PANCHINE, DISSUASORI E STACCIONATA .................................................... 22
3.12
IMPIANTO DI IRRIGAZIONE........................................................................................... 22
3.13
MANUTENZIONE ANNUALE DELLE OPERE A VERDE ................................................................ 22
3.13.1 Interventi di manutenzione dal primo al terzo anno ...................................................22
3.13.2 Interventi di manutenzione dal quarto anno..............................................................23
Abbreviazioni
Legge Legge 11 febbraio 1994, n. 109 e successive modificazioni ed integrazioni
Reg.
Regolamento di attuazione della legge 11 febbraio 1994, n. 109 (D.P.R. 21 dicembre
1999, n. 554)
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C.G.
Capitolato Generale d’Appalto (D.M. LL.PP. 19 aprile 2000, n. 145)
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1 CARATTERISTICHE DEI MATERIALI
1.1 Legname
Caratteristiche generali
Il legno non deve presentare alcun difetto o danneggiamento che ne comprometta il valore d'uso.
Non sono in ogni caso ammissibili nel legno la presenza di larve e uova di insetti e fenomeni di
putrefazione.
Per i legni con particolari funzioni statiche, indicati nel progetto o dalla Direzione dei lavori, non
sono inoltre ammissibili la cipollatura, i nodi risultanti dall'inserzione di rami stroncati o ammalati, la
fibratura elicoidale, i cretti formatisi in conseguenza del gelo o di scariche di fulmine, le perforazioni
dovute ad insetti o vischio.
Ritiro e rigonfiamento
Dovranno essere impiegate le specie legnose che presentano migliori caratteristiche di stabilità con
riferimento al rigonfiamento ed al ritiro conseguenti alle variazioni di umidità.
Il legno deve essere inserito in opera con un'umidità il più possibile uguale a quella prevista come
valore medio durante il periodo di utilizzazione. Durante le operazioni di trasporto e di
accatastamento, si farà dunque attenzione affinché tale valore medio di umidità non venga
modificato.
Resistenza meccanica
I legni con particolari funzioni statiche, indicati nel progetto o dalla Direzione dei Lavori, dovranno
presentare le caratteristiche di resistenza meccanica indicate nella tabella 9, che riporta i valori
medio-minimi di resistenza a trazione, compressione, flessione e taglio, determinati mediante prove
eseguite secondo le norme UNI, su campioni con il 12% di umidità ed alla temperatura di 20°C.
Protezione del legno
Tutti i legni che hanno funzioni statiche e negli altri casi secondo le indicazioni della Direzione dei
Lavori, devono essere protetti dall'attacco di funghi ed insetti, mediante misure chimiche di difesa
preventiva, usando esclusivamente sostanze che non siano nocive alla vegetazione vivente.
I legni che vengono forniti in cantiere già trattati devono essere muniti di un certificato che indichi
il nome e l'indirizzo dell'esecutore del trattamento, la data del trattamento, le sostanze usate con i
relativi certificati di controllo da parte di Istituti qualificati, le quantità di sostanze usate in g/m2 e
ml/m2 di superficie, ovvero in kg/m3 di volume del legno.
Qualora il trattamento venga effettuato in cantiere, le sostanze usate devono essere munite di un
certificato di controllo da parte di un Istituto qualificato, che specifichi l’efficacia del prodotto
(contro funghi o insetti, per legni esposti alle intemperie od a contatto con l'acqua ed il suolo ecc.),
nonché il tipo di trattamento più adatto.
Secondo le indicazioni della Direzione dei lavori, verranno utilizzati legni trattati con sistemi di
impregnazione profonda mediante apposite attrezzature operanti sotto pressione, ovvero legni
trattati con sistemi di verniciatura o immersione.
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Nel caso in cui vengano utilizzati legni trattati con sistemi di impregnazione profonda, dovranno
essere prodotti - su richiesta della Direzione dei lavori - i diagrammi con la registrazione delle
modalità processuali. Nel caso in cui vengano utilizzati legni trattati con sistemi di verniciatura o
immersione, il quantitativo minimo delle sostanze da applicare dovrà comunque essere superiore a
90 g/ m2 per le sostanze solubili in acqua ed a 350 ml/ m2 per le sostanze oleose.
1.2 Materiali agrari
1.2.1 Terra di coltivo
La terra di coltivo da utilizzare per il riporto dovrà provenire da aree a destinazione agraria ed
essere sottoposta all’approvazione della D.LL., che potrà richiedere anche le eventuali analisi da
parte di un laboratorio di comprovata affidabilità tecnica.
La terra di coltivo dovrà essere priva di pietre, tronchi, rami, radici e loro parti che possano
ostacolare le lavorazioni agronomiche del terreno dopo la messa in opera. La quantità di sostanza
organica dovrà essere compresa tra 1% e 5%, il rapporto C/N dovrà essere compreso tra 7,5 e 13
e il pH (misurato in H2O) dovrà essere compreso tra 5,5 e 7,5.
La quantità di scheletro con diametro maggiore a mm 2 non dovrà eccedere il 10% del peso totale
e dovranno essere assenti ciottoli con diametro superiore a cm 4.
1.2.2 Concimi
Per la concimazione dovranno essere utilizzati fertilizzanti minerali e/o organici, secondo le
indicazioni di progetto e della Direzione Lavori.
Per concimazioni organiche andranno usati materiali d’origine animale e/o vegetale stabilizzati con
titolo dichiarato.
Per concimazioni minerali andrà usato concime minerale composto NPK + Mg e microelementi,
contenente azoto nitrico e ammoniacale a pronto effetto e azoto ad azione prolungata, presente in
percentuale di almeno il 60% dell'azoto totale, prodotto granulare.
I concimi minerali devono avere titolo dichiarato ed essere forniti nell’involucro originale della
fabbrica.
1.2.3 Letame
Il letame potrà essere bovino, equino o ovino, e dovrà essere ben maturo, decomposto per almeno
9 mesi e risultare esente da sostanze nocive.
La Direzione Lavori potrà ordinare analisi in contraddittorio di questo materiale per verificarne la
rispondenza alle caratteristiche richieste.
1.2.4 Ammendante compostato misto
Prodotto ottenuto attraverso un processo di trasformazione e stabilizzazione controllato di rifiuti
organici che possono essere costituiti dalla frazione organica degli RSU proveniente da raccolta
differenziata, da rifiuti di origine animale compresi liquami zootecnici, da rifiuti di attività
agroindustriali e da lavorazione del legno e del tessile naturale non trattati, da reflui e fanghi,
nonché dalle matrici previste per l’ammendante compostato verde.
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Per preparazione del terreno delle zone S2.1, S.2.2, di progetto si dovrà utilizzare compost di
qualità elevata, ottenuto esclusivamente da matrici organiche selezionate come previsto dalla
Legge 748/84, con la denominazione di “ammendante compostato misto”.
La Direzione Lavori potrà ordinare analisi in contraddittorio di questo materiale per verificarne la
rispondenza alle caratteristiche richieste.
1.3 Materiali vegetali
Al momento della fornitura, l’Impresa, nel sottoporre il materiale all’approvazione della DLL e della
Committenza, dovrà fornire una certificazione, da parte del produttore riguardante la
corrispondenza dei prodotti alle normative vigenti e le prove di controllo qualità a cui sono stati
sottoposti.
Tutto il materiale vegetale dovrà rispettare le seguenti norme di Legge e successive modificazioni:
•
Legge n° 269 del 22.05.1973, Disciplina della produzione e della commercializzazione di
•
D.Lgs n° 536 del 30.12.1992, Attuazione della direttiva 91/683/CEE concernente le misure di
sementi e di piante da rimboschimento;
protezione contro l’introduzione negli Stati membri di organismi nocivi ai vegetali e ai prodotti
vegetali;
•
D.M. 31.01.1996 - Misure di protezione contro l'introduzione e la diffusione nel territorio della
•
D.Lgs.
•
Decreto Ministeriale 9 agosto 2000 Recepimento delle direttive della Commissione n.
99/66/CE, n. 99/67/CE, n. 99/68/CE e n. 99/69/CE del 28 giugno 1999, relative alle norme
tecniche sulla commercializzazione dei materiali di moltiplicazione delle piante ornamentali, in
applicazione del D.Lgs. 19 maggio 2000, n. 151.
Repubblica italiana di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali.
19.05.2000, n. 151 - Attuazione della direttiva 98/56/CE
commercializzazione dei materiali di moltiplicazione delle piante ornamentali.
relativa
alla
Per l’elevata valenza ecologica dell’intervento il materiale vegetale dovrà avere caratteristiche
genetiche congruenti con quelle del contesto ambientale di riferimento. La fonte di
approvvigionamento del materiale vegetale stesso dovrà pertanto essere valutata preventivamente
da parte della D.LL. e della stessa approvata prima della fornitura.
L’Impresa avrà l'obbligo di dichiarare la provenienza di tutto il materiale vegetale: alberi a pronto
effetto, alberi forestali sviluppati, piantine forestali (alberi ed arbusti) e sementi.
La provenienza dovrà essere accertata dalla D.LL., la quale, comunque, si riserverà la facoltà di
effettuare visite ai vivai sia per scegliere le piante (di migliore aspetto o comunque idonee per i
lavori da realizzare) sia per scartare quelle che presenteranno eventuali difetti o tare di qualsiasi
genere.
La D.LL. avrà quindi il diritto, a proprio insindacabile giudizio, sia di respingere piante non adatte,
sia di accettare la fornitura con riserva evidenziandone gli eventuali difetti.
L'Impresa dovrà sostituire a proprie spese le piante morte o sofferenti entro la prima stagione
vegetativa successiva all'impianto nonché sostituire, anche successivamente, le piante in relazione
a difetti di fornitura o di manutenzione evidenziati per iscritto dalla D.LL.
Ogni partita di piante dovrà essere corredata di passaporto fitosanitario come previsto da
normativa vigente.
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Tutto il materiale dovrà essere stato riprodotto per seme o talea idonei (per specie, varietà e
cultivar) alle indicazioni del progetto, dovrà essere accettato dalla D.LL. e dovrà essere esente da
malattie, parassiti, virus e deformazioni.
La parte aerea delle piante dovrà avere portamento e forma regolari, presentare uno sviluppo
robusto, non "filato", che non dimostri una crescita troppo rapida o stentata.
Le radici dovranno risultare pienamente compenetrate nel terriccio senza fuoriuscirne. L’apparato
radicale dovrà presentarsi sempre ben accestito, ricco di piccole ramificazioni e di radici capillari
fresche e sane.
I contenitori (vasi, mastelli di legno o di plastica, ecc.) dovranno essere proporzionati alle
dimensioni delle piante contenute senza presentare, al loro interno, le cosiddette “spiralate”.
1.3.1 Alberi “a pronto effetto”
Gli alberi a pronto effetto essere forniti in zolla e dovranno avere una circonferenza del fusto
misurata ad 1 m dal colletto pari a:
21-25 cm per i soggetti di Quercus petraea
19-20 cm per i soggetti di Crataegus oxycantha
La chioma, salvo quando diversamente richiesto, dovrà essere ben ramificata ed equilibrata per
simmetria e distribuzione, all'interno della stessa, delle branche principali e secondarie.
I soggetti arborei a pronto effetto dovranno essere impalcati almeno a m 2 dal colletto.
Per gli alberi innestati dovranno essere specificati i portainnesti e l'altezza del punto d'innesto, il
quale non dovrà presentare sintomi di disaffinità.
In linea di massima, gli alberi dovranno essere forniti in zolla (pane di terra), o, su richiesta
dell’impresa sarà possibile utilizzare alberi in contenitore senza con ciò poter aver diritto ad alcun
maggior compenso.
I contenitori (vasi, mastelli di legno o di plastica, reti ecc.) dovranno essere proporzionati alle
dimensioni delle piante contenute.
Le zolle dovranno essere ben imballate con un apposito involucro rinforzato (in juta, paglia, teli di
plastica ecc.). Per le piante che superino i 3-4 metri di altezza, l’involucro di imballaggio sarà
realizzato con rete metallica, oppure con pellicola di plastica porosa o altro metodo equivalente.
Qualora le piante vengano fornite in contenitore, le radici dovranno risultare pienamente
compenetrate nel terriccio, senza fuoriuscirne. L'apparato radicale dovrà comunque presentarsi
sempre ben accestito, ricco di piccole ramificazioni e di radici capillari fresche e sane. Le piante
dovranno aver subito i necessari trapianti in vivaio, di cui l'ultimo sarà stato effettuato da almeno
un anno o al massimo da non più di due.
Al momento della fornitura, l’Impresa nel sottoporre il materiale da fornire all’approvazione della Dll
e della Committenza, dovrà fornire una certificazione da parte del produttore riguardante la
corrispondenza dei prodotti alle normative vigenti nonché le prove di controllo qualità a cui sono
stati sottoposti.
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1.3.2 Alberi forestali sviluppati
Gli alberi di tipo forestale sviluppato dovranno avere una circonferenza del fusto misurata a 1 m dal
colletto di cm 12/14 potranno essere forniti in zolla, dovranno aver subito almeno due trapianti,
nonché avere un’altezza minima di cm 300.
Le piante dovranno provenire da una produzione specializzata in materiale autoctono.
Gli alberi dovranno avere il tronco nudo, diritto, senza ramificazioni per l'altezza di impalcatura
richiesta, nonché privo di deformazioni, ferite, cicatrici o segni conseguenti ad urti, grandine,
scorticamenti, legature ed ustioni da sole. Essi dovranno essere esenti da attacchi di insetti,
malattie crittogamiche o virus; dovranno presentare una chioma ben ramificata, equilibrata ed
uniforme.
Le specie previste sono quelle indicati nelle tavole o nel computo metrico.
1.3.3 Piantine forestali
Il materiale per gli interventi di valorizzazione del carattere naturalistico sarà costituito da piantine
forestali (alberi ed arbusti) così come indicato negli elaborati di progetto.
Le piantine forestali dovranno essere fornite in pane di terra o in contenitori tipo issapop, dovranno
avere un minimo di due anni di età; dovranno aver subito almeno un trapianto, nonché avere
un’altezza di cm 60-80 per le specie arboree mentre le specie arbustive dovranno essere ben
accestite e con almeno 3 ramificazioni.
Le piante dovranno provenire da una produzione specializzata in materiale autoctono.
Le specie previste sono quelle indicati nelle tavole o nel computo metrico.
1.3.4 Sementi
Le sementi fornite dovranno essere di ottima qualità, in confezioni originali sigillate e munite di
certificato di identità, con l’indicazione del grado di purezza e di germinabilità e data di scadenza e
devono risultare certificate a norma di legge vigente.
I miscugli proposti potranno subire modifiche secondo le indicazioni della Direzione Lavori, che
verificherà via via i risultati conseguiti durante lo svolgimento dei lavori.
Qualora il miscuglio delle sementi non fosse disponibile in commercio dovrà essere appositamente
realizzata mediante miscelazione delle sementi componenti divise per qualità, e le percentuali
devono essere calcolate sul numero indicativo di semi.
Il miscuglio per il prato rustico sarà composto dalle seguenti specie:
•
•
•
•
•
30%
30%
25%
10%
5%
Festuca rubra
Lolium perenne
Poa pratensis
Trifolium pratense
Trifolium repens
1.4 Elementi di sostegno per alberi
Sono previsti i seguenti sistemi di sostegno:
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−
castelletto realizzato con pali verticali di conifera trattati in autoclave con prodotti
antimarcescenza, torniti di diam. 10 cm e lunghezza cm 250 e mezzi pali orizzantali
fissati con viti autofillettanti di diam. cm 10 e lunghezza cm 80;
−
tutoraggio con singoli pali verticali di conifera trattati in autoclave con prodotti
antimarcescenza torniti di diam. 8 cm e lunghezza cm 250;
−
tutoraggio con singoli pali verticali di castagno scortecciato e appuntito ad una estremità
di diam. 5/6 e lunghezza cm 250;
−
bacchette di bamboo circonf. 22/25 mm lunghezza 125 cm.
Le legature dovranno rendere solidali le piante ai pali di sostegno o agli ancoraggi e dovranno
essere realizzate in cinture di gomma (o in fibra sintetica). Si dovrà mettere in opera, inoltre, un
cuscinetto antifrizione, di adatto materiale, per evitare danni alla corteccia.
1.5 Dischi pacciamanti per alberi forestali ed arbusti
Lastra in materiale ligneo – cellulosico, biodegradabile (quadrata cm 40 x 40) come elemento di
protezione dallo sviluppo di specie infestanti.
I biodischi dovranno essere fissati al terreno con apposite graffe metalliche, almeno 2 ciascuno.
L’Impresa, prima dell’utilizzo, dovrà presentare i campioni di tali elementi alla D.LL.. Quest’ultima
approverà ed indicherà il disco pacciamante ritenuto più adeguato allo specifico utilizzo.
1.6 Elementi di protezione per alberi forestali - shelter
Lo shelter è un elemento di protezione del fusto in materiale plastico a rete con maglie rigide di
altezza minima cm 60-80. In alternativa potranno essere utilizzati shelter in tessuto di poliestere o
polipropilene di altezza cm 60/80 con sufficente grado di rigidità.
Esso andrà posizionato attorno al fusto delle piantine forestali, per proteggerle dai piccoli roditori, e
dovrà garantire protezione alle piante nei primi due anni. Dovrà permettere, inoltre, con la propria
colorazione, una facile individuazione delle piantine forestali durante le operazioni di sfalcio o di
qualsiasi altra lavorazione. L’ancoraggio al terreno sarà garantito dall’utilizzo di una canna di
bamboo di diam. 22/25 mm e lunghezza cm 100.
L’Impresa, prima dell’utilizzo, dovrà presentare i campioni di tali elementi alla D.LL.. Quest’ultima
approverà ed indicherà lo shelter ritenuto più adeguato allo specifico utilizzo.
1.7 Elementi di protezione per alberi a pronto effetto - collarino
Il collarino è un elemento di protezione del colleto dei soggetti arborei. Tale elemento sarà in PVC
atossico, di altezza minima cm 12, con circonferenza minima ottenibile di cm 15, il peso del singolo
collarino è di 110 gr e dovrà essere un prodotto riciclabile.
Esso andrà posizionato attorno al piede del fusto dei soggetti arborei, per proteggerli dai possibili
danni durante le operazioni di manutenzone, e dovrà garantire protezione alle piante nei primi 5
anni.
L’Impresa, prima della messa a dimora, dovrà presentare i campioni di tali elementi alla D.LL..
Quest’ultima approverà ed indicherà il collarino ritenuto più adeguato allo specifico utilizzo.
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1.8 Materiali per opere complementari e di arredo
1.8.1 Dissuasori
Dissuasore del tipo rimovibile e bloccaggio con lucchetto dovrà essere realizzato con un palo
tornito diam. 14 cm altezza fuori terra cm 110, in legno di conifera impregnato in autoclave inserito
in apposito plinto in cls di 40 x 40 x 40 predisposto con foro diam. 16 e anello per fissare il
lucchetto
1.8.2 Cestini
Cestino in lamiera zincata a caldo diam. 35 montato su paletto con apposito plinti.
1.8.3 Panchine
Le panchine dovranno essere modello tipo ‘Torino’ della Holzhof dovrà avere una struttura in
acciaio zincato a caldo, con seduta e schienale realizzati con 5 listoni di conifera nordica spessore
42 mm trattati in autoclave. Le dimensioni sono: 195 cm di lunghezza, 58 cm ldi arghezza, altezza
seduta 44 cm e altezza schienale 80 cm.
1.8.4 Staccionata
La staccionata con funzione di parapetto modello tipo 'Elegant' della Holzhof dovrà essere
realizzata in pino nordico impregnato in autoclave con sali di rame e boro senza cromati a
protezione dall’attacco di muffe, marciume, insetti xilofagi e malattie del legno e avere: un’altezza
cm 100 fori terra, montanti posizionati ad interasse di cm 200 con diam. Cm 14 dotati di smusso
sull’estremità superiore e con doppio foro pasante diam. Cm 8, n° 2 traverse orizzonatli in tondo
diam. cm 8, viteria in acciaio zincato. I montanti dovranno essere posizonati mediante plinti in
calcestruzzo da cm 30x30x30h.
1.9 Materiali per irrigazione
1.9.1 Pozzetti di distribuzione
I pozzetti di distribuzione (dimensioni interne minime cm 40 x 40 x 80) saranno in calcestruzzo con
coperchio carrabile o senza fondo, fatto salvo le esplicite richieste della D.L. con all’interno di
ciascuno un attacco a baionetta per eventuali irrigazioni di soccorso ed una elettrovalvola
per la distribuzione dell’acqua nelle tubature secondarie.
1.9.2 Elettrovalvole
Le elettrovalvole saranno in PVC o in nylon fibra di vetro, a solenoide, a batteria della dimensione
di una misura più piccola rispetto alle dimensioni del tubo di entrata, con regolatore di flusso, ad
apertura e chiusura lenta per evitare il colpo d’ariete, e con pressione massima di esercizio 10 bar.
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1.9.3 Cavidotti e cavi elettrici
A seconda della loro funzione dovranno corrispondere alla norme vigenti in merito alla loro corretta
utilizzazione.
Cavi per passaggio di corrente: cavi a doppio isolamento isolato in PVC non propagante incendio
con tre conduttori flessibili, N1VV-K UNEL 35756, con sezione non inferiore a 2,5 mmq. Le
giunzioni, se richieste, dovranno essere di tipo 3M e realizzate in corrispondenza dei pozzetti.
1.9.4 Tubi in PEAD
L’impianto sarà composto da una tubazione principale di diametro Ø 63 mm che correrà
linearmente intersecando il percorso in più punti. La tubazione sarà in polietilene ad alta densità
(PEAD PN 12), e sarà all'interno di un controtubo in PVC di diametro almeno doppio solo in caso
di attraversamento di manufatti, pavimentazioni e percorsi; le linee di tubazione saranno posate su
letto di sabbia ad una profondità minima di cm 60.
1.9.5 Irrigazione ad ala ed anelli gocciolanti
L’ irrigazione ad ali ed anelli gocciolanti sarà estesa a tutte le aree di nuova piantumazione,
caratterizzata da tubi in PEAD PN6 (diam. mm 16) rivestito da una calza in poliestere con sistemi
gocciolanti autocompensanti (4 lt/h). Sarà ad ali gocciolanti parallele di interasse delle ali di cm 30
o 50 per le aree piantumate ad erbacee e tappezzanti, di interasse cm 100 per l’irrigazione degli
arbusti e sarà realizzato un anello gocciolante per ciascun albero.
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2 OPERE PRELIMINARI
2.1 Pulizia generale dell’area
Prima di iniziare la realizzazione degli interventi previsti dal Progetto, tutte le superfici interessate
dovranno essere ripulite da materiali estranei (macerie, residui di oli, plastica, rottami, materiale
metallico, ecc.), dalle infestanti e da tutti gli alberi ed arbusti oggetto degli interventi di taglio
selettivo e decespugliamento.
Le stesse dovranno essere mantenute libere durante il corso dei lavori.
In particolare si dovrà prestare attenzione alla rimozione ed allontanamento dei residui delle
lavorazioni edili, prodotti dallo stesso cantiere e dai cantieri limitrofi che occupano aree oggetto
della sistemazione a verde.
Quanto detto vale anche per i residui che si trovano a profondità che non interessano la stratigrafia
di progetto.
La D.LL. impartirà le precauzioni necessarie ad un garantito successo dell’attecchimento e del
successivo sviluppo degli impianti vegetali previsti.
I materiali di risulta dovranno essere allontanati e portati ad appositi centri di smaltimento.
2.1.1 Pulizia e spurgo fontanile
In particolare l’intervento di pulizia previsto per l’area del fontanile Testone prevede la pulitura
dell’alveo con asportazione sia del materiale estraneo (gomme, ferri, spazzatura e materiale ligneo
in decomposizione) sia del fango dal fondo per migliorare l’originario drenaggio. Le operazioni di
spurgo prima accennate dovranno essere eseguite tramite piccolo escavatore o “ragno” che dovrà
rimuovere le zattere di vegetazione formatesi ed i limi e le argille depositatesiin moda permettere
di arrivare sul fondo ghiaioso dell’alveo del fontanile in modo da facilitare la fuoriuscita dell’acqua
sotterranea. Completa la pulizia dell’area del fontanile la rimozione della vegetazione infestante
presente sulle sponde con selezione dei soggetti arborei migliori e l’abbattimento e rimozione dei
soggetti morti o gravemente deperienti ela rimozione dei rampicanti da tutte le alberature
conservate. I materiali di risulta dovranno essere allontanati e portati ad appositi centri di
smaltimento.
2.2 Protezione e difesa alberature esistenti
2.2.1 Difesa di superfici vegetali
Per impedire danni provocati dai lavori di cantiere, le superfici vegetali da conservare dovranno
essere recintate con rete di cantiere in materiale plastico o altra recinzione invalicabile alta almeno
m 1,50.
Nell'ambito delle suddette superfici, non possono essere versati oli minerali, acidi, basi, vernici ed
altre sostanze aventi un effetto inquinante sul suolo.
Gli impianti di riscaldamento del cantiere dovranno essere realizzati ad una distanza minima di 5 m
dalla chioma degli alberi e dei cespugli.
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I fuochi all’aperto sono vietati.
2.2.2 Difesa delle parti aeree degli alberi
Per la difesa contro danni meccanici, come ad esempio escoriazioni e rotture della corteccia e del
legno da parte di veicoli, macchine ed altre attrezzature di cantiere, tutti i boschi, le macchie
arboree ed arbustive interne al cantiere dovranno essere muniti di un solido dispositivo di
protezione, costituito da una recinzione in materiale plastico che racchiuda sotto la chioma una
superficie del suolo, estesa su tutti i lati per almeno 2,00 m.
Se per insufficienza di spazio -a giudizio della D.LL. - non è possibile la messa in sicurezza
dell'intera superficie suddetta, gli alberi dovranno essere protetti mediante una incamiciatura di
tavole di legno alte almeno 2 m disposte contro il tronco, con l'interposizione di materiali cuscinetto
(ad esempio gomme di autoveicoli), evitando di collocare le tavole direttamente sulla sporgenza
delle radici e di inserire nel tronco chiodi, grappe e oggetti similari.
I rami inferiori, che pendono verso il basso, dovranno essere legati, secondo le possibilità, verso
l’alto, proteggendo anche i punti di legame con materiale cuscinetto.
2.2.3 Difesa delle radici degli alberi nel caso di scavi di breve durata
Di regola, a causa del pericolo di rottura delle radici gli scavi saranno eseguiti solo a mano e ad
una distanza dal tronco non inferiore a 2,5 m. In casi singoli, a giudizio della D.LL., la distanza può
essere ridotta ad 1,5 m dal tronco, per alberi aventi apparato radicale profondo, ed a 2 m per
alberi aventi apparato radicale superficiale.
Le radici dovranno essere recise con un taglio netto, rifilate con utensili affilati e disinfettati
(mediante soluzioni con sali di ammonio quaternari), e subito spalmate con un apposito mastice
sigillante caratterizzato da aggiunta di fungicidi in ragione del 2-3%, secondo indicazioni della D.LL.
Le radici dovranno essere difese contro l'essiccazione ed il gelo.
2.2.4 Difesa delle radici degli alberi nel caso di transito
Qualora non si possa evitare il transito all'interno della superficie di pertinenza degli alberi (2,50 m
attorno alla chioma), questa dovrà essere ricoperta con uno strato di materiale drenante, avente
spessore minimo di 20 cm, sul quale si dovranno fissare tavole di legno.
Dopo l'allontanamento della copertura protettiva, lo strato superficiale del suolo dovrà essere
scarificato a mano, avendo cura di non danneggiare le radici.
2.2.5 Difesa degli alberi nel caso di pavimentazioni impermeabili
Qualora attorno agli alberi si realizzino pavimentazioni impermeabili (ad esempio asfalto o
calcestruzzo), si dovrà lasciare aperta almeno la metà della superficie estesa a 1,5 m attorno alla
proiezione della chioma degli alberi, nel caso di piante con apparato radicale profondo, ovvero
l'intera superficie, nel caso di piante con apparato radicale superficiale. In alternativa, secondo le
disposizioni del progetto o della D.LL., la suddetta superficie potrà essere munita di una copertura
permeabile all'aria e all'acqua. Nel misurare la superficie da tenere aperta, si dovranno considerare
le dimensioni dell'albero maturo. Anche per questi lavori, si applicano le disposizioni del precedente
punto.
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2.3 Selezione
vegetazione
miglioramento forestale
arboreo-arbustiva
esistente
per
2.3.1 Pulizia del sottobosco - decespugliamento
Il decespugliamento sarà costituito da una serie di operazioni di selezione polloni, rimozione, taglio
ed asportazione del materiale arbustivo e di rampicanti che, a discrezione della D.LL., sarà
giudicato infestante od in contrasto con le possibili funzioni dei boschi. Saranno, inoltre, rimossi gli
arbusti morti o deperienti, nonché i soggetti caratterizzati da fenomeni patogeni e, comunque,
senza avvenire.
Le operazioni potranno essere effettuate mediante l’utilizzo di decespugliatori idonei od
attrezzature manuali; in entrambi i casi si dovrà porre particolare attenzione ad evitare il
danneggiamento della vegetazione conservata e della rinnovazione di specie autoctone attualmente
in atto.
In accordo con la D.LL. i materiali di risulta potranno essere macinati o triturati in loco ed impiegati
come pacciamatura o ammendante, altrimenti dovranno essere allontanati dall’area di cantiere e
smaltiti in discarica pubblica.
2.3.2 Abbattimento alberature
Durante le operazioni di abbattimento dovrà essere usata cura particolare affinché gli alberi e i
rami, nella caduta, non provochino danni a persone, cose, manufatti o vegetazione limitrofa e
sottostante. A tale scopo il tronco da abbattere dovrà essere precedentemente liberato dai rami
primari e secondari, nonché guidato nella sua caduta.
Le ramaglie dovranno essere triturate in loco, mentre i tronchi dovranno essere tagliati ed
accatastati in ciascun lotto salvo puntuali indicazioni della DL. per eventuali allontanamenti e
smaltimenti del legname di risulta.
Gli interventi di abbattimento dovranno essere effettuati previo contrassegno / martellata
soggetti selezionati da parte degli uffici preposti dell’Amministrazione Provinciale di Milano.
dei
2.3.3 Potature
Nel caso in cui, a giudizio della D.LL., risulterà essere necessario, gli alberi, d’alto fusto o di
particolare rilevanza nel contesto del recupero, conservati saranno oggetto di rimonda dal secco e
potature di riformazione e di ringiovanimento, secondo i modelli che verranno predisposti in
cantiere. Passando da una pianta all’altra gli attrezzi dovranno essere disinfettati con sali di
ammonio quaternari, e i tagli, su piante potenzialmente soggette a fitopatie da ferita dovranno,
essere protetti, in accordo con la D.LL, mediante la stesura di un apposito mastice addittivato con
fungicidi
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3 MODALITA' DI ESECUZIONE DEI LAVORI
3.1 Tracciamenti scavi e riporti
Prima di effettuare i riporti, l’Impresa è tenuta alla predisposizione delle seguenti operazioni:
•
livellazione di precisione per la predisposizione dei capisaldi locali di quota a cui fare
riferimento per i successivi rilievi planoaltimetrici;
•
rilievo planoaltimetrico dell’area, basandosi sui capisaldi precedentemente stabiliti e rilevati;
•
picchettazione degli scavi e riporti, o individuazione delle livellette successive, nella quantità
minima di 1 picchetto ogni 200 metri quadrati o di una successione di livellette ogni 50 metri.
Ogni picchetto dovrà essere numerato ed essere riferito a punti inamovibili per poterne ricostruire
la posizione in caso di danneggiamento o manomissione. I capisaldi, i picchetti o le livellette
successive danneggiati o rimossi dovranno essere immediatamente ripristinati a cura e spese
dell’Impresa.
I risultati dei rilievi e della picchettazione saranno riportati su appositi elaborati che dovranno
essere approvati dalla D.LL.; una copia di tali elaborati dovrà essere consegnata alla Committenza,
una alla D.LL., ed una terza verrà conservata in cantiere.
Durante la verifica da parte della D.LL. o della Committenza dei risultati dei rilievi, l’Impresa è
tenuta a mettere a disposizione il personale ed i mezzi necessari.
La tolleranza ammessa per il riporto di materiali inerti per la costruzione di una nuova morfologia è
di cm 20 rispetto alle quote riportate per il 20% dei punti rilevati, di cm 10 rispetto alle quote
riportate per il 40% dei punti rilevati e di cm 5 rispetto alle quote riportate per il restante 40% dei
punti rilevati.
La tolleranza ammessa per il riporto di terra di coltivo è di cm 10 rispetto alle quote riportate per il
10% dei punti rilevati, di cm 5 rispetto alle quote riportate per il 30% dei punti rilevati e di cm 0
rispetto alle quote riportate per il restante 60% dei punti rilevati.
La tolleranza ammessa per le quote finali dei riporti, rispetto a quelle indicate negli elaborati
progettuali, è di cm 15 rispetto alle quote riportate per il 10% dei punti rilevati, di cm 5 rispetto
alle quote riportate per il 40% dei punti rilevati e di cm 0 rispetto alle quote riportate per il restante
50% dei punti rilevati.
Al momento della verifica delle tolleranze di errore dell’esecuzione dei lavori, l’Impresa può
richiedere un ampliamento del numero di campioni utilizzati per il calcolo.
3.2 Scotico, scavi e sbancamenti
Prima di procedere all’inizio delle operazioni di scavo, l’Impresa dovrà informarsi presso la
Committenza, la D.LL., presso gli Uffici Tecnici pubblici e presso le aziende proprietarie di reti di
urbanizzazione, circa l’esistenza, sull’area oggetto dell’intervento, di manufatti, reti, tubazioni,
cavidotti, pozzetti, centraline o qualsiasi altro elemento interrato; e individuarne la posizione
mediante rilievi esistenti, scavi manuali di saggio o apparecchiatura elettromagnetica.
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L’Impresa, in accordo con la D.LL. e la Committenza valuterà le aree disponibili per
l’accatastamento del materiale scavato, ovvero si preoccuperà di individuare le discariche
attrezzate in grado di accogliere quel tipo di materiale nelle quantità previste dal progetto.
Dopo aver proceduto al tracciamento l’Impresa inizierà le operazioni con mezzi adeguati al tipo di
lavoro (tempi programmati, tipologia, volume e materiale di scavo, ecc.) avendo cura di mantenere
separate le diverse tipologie di materiale.
In particolare, dovrà essere accantonata preventivamente tutta la terra di coltivo presente, ed
accatastata in cumuli di altezza non superiore a m 2.
In caso di scavi con profondità superiore a m 2,50 e scarpata di scavo con inclinazione maggiore di
1:1, la parete di scavo dovrà essere armata con una struttura metallica o in legno. La
progettazione strutturale di tale manufatto sarà redatta dall’Impresa stessa e dovrà essere
approvata dalla D.LL..
Al termine di ogni opera effettuata, l’Impresa rilascerà un certificato di rispondenza alle indicazioni
progettuali, ai requisiti prestazionali e di qualità previsti nonché alle normative vigenti.
3.3 Rimozione della terra
L’eventuale rimozione dello strato di suolo superficiale dovrà essere realizzata separatamente da
tutti gli altri movimenti di terra.
La terra dovrà essere asportata da tutte le superfici interessate da costruzioni, scavi e riporti, od
installazioni di cantiere, affinché possa essere conservata e riutilizzata per le opere a verde.
Per evitare la compattazione del suolo, gli eventuali veicoli cingolati utilizzati non dovranno
esercitare una pressione superiore a 0,40 kg/cm2 e la larghezza dei cingoli non potrà essere
inferiore a 500 mm.
Durante la rimozione, la terra non potrà essere mescolata con materiali estranei, soprattutto se
dannosi per le piante.
3.4 Accatastamento della terra
La terra di coltivo dovrà essere ordinatamente accatasta in modo tale da non essere soggetta a
transito di veicoli.
Si dovranno evitare inquinamenti sia durante l'accatastamento che durante il periodo di deposito. Il
deposito dovrà essere protetto contro l'erosione e le erbe infestanti e regolarmente innaffiato per
impedirne l'essiccazione.
I cumuli di terra di coltivo non dovranno essere troppo grandi, per evitare di danneggiare la
struttura e la fertilità. In generale, la larghezza di base dei cumuli non dovrà superare 3 m e
l'altezza 2 m. Con quantità molto grandi di terra di coltivo, la larghezza di base potrà anche
superare 3 m, ma in tal caso l'altezza non potrà superare l m.
Cumuli costituiti da suoli vegetali fortemente leganti dovranno essere rivoltati almeno una volta
all'anno.
3.5 Erpicatura e fresatura
Tale lavorazione prevede la rottura ed il rimescolamento dello strato superficiale del terreno. Dovrà
essere utilizzato un erpice (a denti o a dischi) ed una fresa secondo le indicazioni della D.LL.
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La lavorazione dovrà essere effettuata in modo incrociato per permettere un ottimo
sminuzzamento dello strato superficiale del terreno (cm 30).
Il periodo per effettuare la lavorazione di erpicatura e fresatura dovrà essere stabilito dall’Impresa
in accordo con la D.LL..
3.6 Tracciamenti e messa a dimora piante forestali
Prima della messa a dimora di piantine forestali, alberi ed arbusti, l’Impresa è tenuta alla
predisposizione delle seguenti operazioni, secondo la tempistica prevista dal progetto:
•
sulla base delle indicazioni riportate negli elaborati di progetto picchettazione della posizione
di messa a dimora di piantine forestali, alberi sviluppati ed arbusti, con associazione degli
esemplari ai picchetti;
•
picchettazione delle aree per la messa a dimora di gruppi di alberi, gruppi di arbusti, fasce
arbustive, aree ad erbacee, con la precisione richiesta dalla D.LL., nonché predisporre la
picchettazione di un’area di saggio con il sesto di impianto previsto;
•
picchettazione delle aree per la formazione di superfici prative comprendente, oltre ai punti
obbligati, anche i punti intermedi.
Ogni picchetto dovrà essere numerato ed essere riferito a punti inamovibili per poterne ricostruire
la posizione in caso di danneggiamento o manomissione. I capisaldi, i picchetti o le livellette
successive danneggiati o rimossi dovranno essere immediatamente ripristinati a cura e spese
dell’Impresa.
I risultati della picchettazione saranno riportati su appositi elaborati che dovranno essere approvati
dalla D.LL.; una copia di tali elaborati dovrà essere consegnata alla Committenza, una alla D.LL.,
ed una terza verrà conservata in cantiere. Durante la verifica da parte della D.LL. o della
Committenza dei risultati dei rilievi, l’Impresa è tenuta a mettere a disposizione il personale ed i
mezzi necessari.
La tolleranza ammessa per la formazione di filari o per la piantumazione a sesto regolare è di cm
10 rispetto agli allineamenti riportati per il 10% degli elementi controllati, di cm 5 rispetto agli
allineamenti riportati per il 30% degli elementi controllati e di cm 0 rispetto agli allineamenti
riportati per il 60% degli elementi controllati.
La tolleranza ammessa per la messa a dimora di alberi sviluppati ed arbusti, isolati o a piccoli
gruppi, è di cm 20 rispetto alle posizioni riportate per il 10% degli elementi controllati, di cm 10
rispetto alle posizioni riportate per il 40% degli elementi controllati e di cm 5 rispetto alle posizioni
riportate per il restante 50% degli elementi controllati.
La tolleranza ammessa per la formazione di aree arbustive o superfici prative, rispetto a quelle
indicate negli elaborati progettuali, è di cm 25 rispetto alle quote riportate per il 30% dei punti
rilevati, di cm 10 rispetto alle quote riportate per il 30% dei punti rilevati e di cm 5 rispetto alle
quote riportate per il restante 40% dei punti rilevati; si prescrive inoltre una tolleranza del 5%
sull’estensione di aree fino a 100 metri quadrati, una tolleranza del 3% sull’estensione di aree
comprese fra 100 e 1.000 metri quadrati, e una tolleranza del 2% sull’estensione di aree superiori
ai 1.000 metri quadrati
Al momento della verifica delle tolleranze di errore dell’esecuzione dei lavori, l’Impresa può
richiedere un ampliamento del numero di campioni utilizzati per il calcolo.
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3.7 Concimazioni
Per la concimazione dovranno essere usati, secondo le indicazioni della D.LL., fertilizzanti minerali
e/o organici.
I concimi minerali (semplici, composti, complessi ecc.) dovranno avere il titolo dichiarato ed essere
forniti nell'involucro originale della fabbrica.
I concimi organici (letame, residui organici vari, ecc.) dovranno essere raccolti presso luoghi o
fornitori autorizzati dalla D.LL.. La torba dovrà essere della miglior qualità, acida, poco
decomposta, confezionata in balle compresse e sigillate.
Il concime dovrà essere somministrato immediatamente prima della realizzazione dei prati o della
piantagione di essenze arboree o arbustive, semprechè il tipo di concime non richieda
un'applicazione anteriore.
Nel caso di utilizzo di concimi minerali complessi (NPK+Mg) essi dovranno contenere azoto in
forma nitrica ed ammoniacale. a pronta azione ed azoto ad azione prolungata presente in quantità
non inferiore al 50% della quantità totale.
Il concime dovrà essere distribuito uniformemente, evitando in particolare le sovrapposizioni di
strisce, nel caso di stesa a macchina. Le macchine per lo stesa del concime dovranno essere
caricate esternamente alla superficie da concimare. Il concime dovrà essere introdotto
uniformemente nello strato di suolo vegetale.
3.8 Formazione prato
I prati sono manti erbosi compatti, saldamente legati allo strato di suolo vegetale, costituiti da una
o più specie erbacee, che di regola non sono soggetti ad alcuna utilizzazione agricola.
I lavori per la formazione dei prati verranno realizzati dopo la messa a dimora delle piante arboree
ed arbustive, dopo la posa dell’eventuale impianto di irrigazione, e l’esecuzione di eventuali opere
murarie ed attrezzature di arredo.
Preparazione del terreno per la formazione dei tappeti erbosi.
Prima della semina il terreno deve essere ripulito da ogni materiale estraneo, sottoposto ad una
fresatura od erpicatura incrociata, ben assestato, livellato e quindi rastrellato per eliminare ogni
avvallamento.
Lo scheletro presente nel terreno deve essere eliminato o interrato con appositi macchinari
“interrasassi” ad almeno 20 cm di profondità.
Qualora la terra di coltivo presenti caratteristiche sfavorevoli alla formazione del tappeto erboso,
dovrà essere ammendata.
In particolare:
a qualora sia povera di sabbia, dovrà essere apportata sabbia silicea di granulometria media-
grossolana (0,5 – 1,5 mm) fino a raggiungere una percentuale di almeno il 20-50% della terra
fine ;
a per l’attecchimento del prato i valori di pH del suolo ottimali sono compresi tra 5,5 e 6,5, in
caso di valori differenti si procederà ad avvicinarlo ai valori ottimali con stesa di composti a
base di zolfo o calce a seconda del pH riscontrato nel terreno;
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a qualora il contenuto in sostanza organica sia inferiore a 1,5-2 %, dovrà essere previsto il
riporto di torba o compost di qualità.
a qualunque apporto di ammendante deve risultare completamente miscelato all’interno del
profilo del terreno, che deve risultare uniforme almeno nei primi 20 cm.
a prima di effettuare la semina dovrà essere effettuata la concimazione starter con fertilizzante a
lenta cessione ad alto livello di fosforo (titolo indicativo 18-24-12), nella misura di 20 gr/m2.
Semina
La semina di regola deve essere intrapresa da metà di marzo a fine di maggio o da inizio settembre
a fine ottobre, comunque con temperature del suolo superiori ad 8 °C. In generale il mese più
idoneo alla semina risulta essere settembre, sia per temperatura che per umidità, sia per scarsa
competizione delle infestanti.
Durante la semina, si deve fare attenzione a conservare l’uniformità della miscela, provvedendo
eventualmente a rimescolarla. La semente deve essere distribuita uniformemente, per cui è
preferibile la semina meccanica alla semina manuale.
La quantità di sementi da utilizzare sarà di almeno 40 gr/m2 nel caso di parti dotati di impianto di
irrigazione e/o semina manuale o nel caso di semina in stagioni o substrati sfavorevoli.
La semente deve essere introdotta nel suolo uniformemente ad una profondità massima di 0,5 cm.
Subito dopo la semina, il terreno deve essere rullato per garantire l’umettamento dei semi.
Gli interventi di irrigazione in fase di attecchimento (fino al secondo taglio) dovranno avere alta
frequenza e bassa durata.
Dopo la semina tutte le aree devono essere recintate o interdette all’accesso per un periodo
minimo corrispondente a 3-4 tagli, in modo da impedire l’ingresso di persone e animali durante la
prima fase di crescita e attecchimento del prato.
I taglio
La formazione del prato comprende tutte le normali opere agronomiche
trasemine,diserbi ecc.) fino all’esecuzione del primo taglio (compreso nel prezzo).
(rullature,
3.9 Messa a dimora di alberi a pronto effetto e alberi forestali
sviluppati
La messa a dimora degli alberi verrà realizzata come di seguito esplicitato.
Le piante dovranno essere conferite in cantiere solo al momento della loro messa a dimora.
Le piante dovranno essere impiantate separatamente per specie e dimensione. Ciascuna pianta
dovrà essere collocata in una buca appositamente predisposta, con il pane completamente
circondato da terra soffice.
Negli impianti invernali, le piante più sensibili al freddo dovranno essere provviste di una copertura
con sostanze quali paglia o ramaglie.
Il controllo e la manutenzione dovranno essere continui. Parassiti e malattie dovranno essere
combattuti subito dopo la loro comparsa.
Il suolo dovrà avere una struttura sciolta, eventualmente migliorata.
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Le piante a foglia caduca in zolla potranno essere impiantate solo nel periodo di riposo vegetativo
(dal primo autunno alla primavera escludendo i periodi di gelo), se in contenitore, invece, potranno
essere trapiantate in qualsiasi periodo dell'anno, ad esclusione dei mesi estivi (giugno-luglioagosto).
Prima della messa a dimora delle piante e dopo la lavorazione del suolo, sulla base dei disegni di
progetto, l'Impresa dovrà realizzare la picchettatura delle piante isolate e delle aree omogenee di
piantagione, ottenendone l'approvazione da parte della D.LL..
La buca d’impianto per i soggetti a pronto effetto (circ. tronco cm 20-25 e 26-30) sarà di cm 120 x
120 x 80, per gli alberi forestali sviluppati (circ. cm 12/16) la buca d’impianto sarà di cm 80 x 80 x
70.
Per i soggetti sviluppati, come indicato nel computo metrico estimativo, si prevede il riporto
localizzato di ammendante compostato verde (min. l 50 per buca) e di terra di coltivo a
riempimento della buca.
Il materiale proveniente dagli scavi, non riutilizzabile a giudizio della D.LL., dovrà essere
allontanato dal cantiere a cura e spese dell'Impresa e sostituito con terra adatta.
Nel caso in cui il terreno di base non sia sufficientemente permeabile, si dovranno adottare
adeguate misure per impedire la formazione di ristagni.
In ogni caso, assestatosi il terreno, le piante non dovranno presentare radici allo scoperto, oppure
interrate oltre il livello del colletto.
Le radici delle piante, dopo aver asportato le parti danneggiate, dovranno essere inserite nella loro
posizione naturale, non curvate o piegate.
La terra di coltivo introdotto dovrà essere uniformemente costipata, in modo che non rimangano
spazi vuoti attorno alle radici. Nelle buche non si dovrà introdurre né terra gelata né neve.
Con piante in zolla, il tessuto di protezione della zolla dovrà essere asportato dopo l'inserimento
della pianta nella buca.
Le piante di maggiori dimensioni dovranno essere orientate con la medesima esposizione al sole
che avevano nella stazione di provenienza.
I tagli per le potature e per l'eliminazione dei rami secchi, spezzati o malformati, dovranno essere
eseguiti con strumenti adatti, ben taglienti e puliti.
In ogni caso, le parti aeree delle piante danneggiate dovranno essere asportate con tagli netti.
Le superfici di taglio con diametro superiore a 2 cm dovranno essere spalmate con un mastice
caratterizzato da aggiunta di fungicida a giudizio della D.LL.
Dopo l’impianto, in cui è prevista una bagnatura iniziale con litri 150-200, si dovrà innaffiare ogni
pianta con i seguenti quantitativi d'acqua:
•
piante arboree fino a 200 cm di altezza: da 5 a 15 litri/giorno;
•
piante arboree oltre 200 cm di altezza: da 20 a 50 litri/giorno.
Per l’irrigazione e per favorire la cattura delle acque di pioggia, si dovrà realizzare un'apposita
conca poco profonda attorno alla pianta.
Le pietre ed i rifiuti, le parti vegetali decomponibili e le malerbe eventualmente emerse nelle
operazioni dovranno essere allontanate. Si dovrà tuttavia avere cura di conservare le conche
attorno alle piante.
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Gli alberi a pronto effetto con diam. 21-25 dovranno essere dotati di sistema di di tutoraggio del
tipo castelletto.
Gli alberi a pronto effetto con diam. 19-20 con un palo tutore verticale di conifera tornito.
Gli alberi forestali sviluppati dovranno essere messi a dimora con un palu veticale in castagno.
Tutti gli alberi saranno dotati di collarini.
3.10 Messa a dimora di piantine forestali
La messa a dimora delle piantine forestali (alberi ed arbusti) verrà realizzata come di seguito
esplicitato.
L’accatastamento delle piante in cantiere dovrà avere un tempo massimo di 48 ore. Si dovranno
evitare sia l'essiccazione sia il surriscaldamento.
Le piante dovranno essere accatastate in un luogo il più possibile ombroso e dovranno essere
sufficientemente bagnate.
Se si supererà il tempo massimo di accatastamento di 48 ore, senza che sia possibile procedere
all’impianto nella stazione definitiva, si dovrà procedere all’impianto in una stazione provvisoria.
La stazione provvisoria dovrà essere realizzata in luogo ombroso e riparato dal vento, protetto dal
ristagno d'acqua e le inondazioni.
Le piante dovranno essere impiantate a gruppi di dieci per specie e dovranno seguire il sesto
d’impianto come da elaborati grafici. All’inizio delle opere di piantumazione dovrà essere
predisposta la curva di riferimento dell’impianto per essere visionata ed approvata dalla D.LL. Il
sesto d’impianto delle piante forestali sarà di m 1,5 sulla fila (curva) e m 3 tra le file (curve), per
una densità di una pianta ogni 4,5 m2. Ciascuna pianta dovrà essere collocata, di norma, in una
buca appositamente predisposta di dimensione cm 40 x 40 x 40, con le radici completamente
circondate da terra soffice.
Negli impianti invernali, le piante più sensibili al freddo dovranno essere provviste di una copertura
con sostanze quali paglia o ramaglie.
Il controllo e la manutenzione dovranno essere continui. Parassiti e malattie dovranno essere
combattuti subito dopo la loro comparsa.
Il suolo dovrà avere una struttura sciolta, eventualmente migliorata.
Le piante in contenitore potranno essere trapiantate in qualsiasi periodo dell'anno sebbene
l’impianto nel periodo di riposo vegetativo (dal primo autunno alla primavera escludendo i periodi
di gelo) risulterà essere, sempre, il periodo ottimale.
Prima della messa a dimora delle piante e dopo la lavorazione del suolo, sulla base dei disegni di
progetto, l'Impresa dovrà realizzare la picchettatura delle aree omogenee di piantagione,
ottenendone l'approvazione da parte della D.LL..
Nello scavo, la terra di coltura dovrà essere separata dall'altra terra ed inserita successivamente
nell'ambito delle radici principali delle piante.
Il materiale proveniente dagli scavi, non riutilizzabile a giudizio della D.LL., dovrà essere
allontanato dal cantiere a cura e spese dell'Impresa e sostituito con terra adatta.
Nel caso in cui il terreno di base non sia sufficientemente permeabile, si dovranno adottare
adeguate misure per impedire la formazione di ristagni.
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In ogni caso, assestatosi il terreno, le piante non dovranno presentare radici allo scoperto, oppure
interrate oltre il livello del colletto.
Le radici delle piante, dopo aver asportato le parti danneggiate, dovranno essere inserite nella loro
posizione naturale, non curvate o piegate.
La terra di coltivo introdotta dovrà essere uniformemente costipata, in modo che non rimangano
spazi vuoti attorno alle radici. Nelle buche non si dovrà introdurre né terra gelata né neve.
Le parti aeree delle piante danneggiate dovranno essere asportate con tagli netti.
Dopo l’impianto, si dovrà innaffiare ogni pianta con un quantitativo d'acqua pari a:
• piante forestali: da 1 a 3 litri/giorno
Per l’irrigazione e per favorire la cattura delle acque di pioggia, si dovrà realizzare un'apposita
conca poco profonda attorno alla pianta.
Le pietre ed i rifiuti, le parti vegetali decomponibili e le malerbe eventualmente emerse nelle
operazioni dovranno essere allontanate. Si dovrà tuttavia avere cura di conservare le conche
attorno alle piante.
Tutte le piantine (alberi ed arbusti) dovranno avere una canna di bamboo per il tutoraggio e il
disco pacciamante.
Gli alberi forestali inoltre dovranno essere dotati di elemento di protezione (shelter)
opportunatamente fissato con una ulteriore canna di bamboo.
3.11 Posa di cestini, panchine, dissuasori e staccionata
I manufatti previsti dal progetto andranno posati secondo le indicazioni fornite dalle schede
tecniche e comunque con fondazioni in cls di adeguata dimensione che ne garantisca la stabilità e il
non ribaltamento. L’impresa dovrà garantire l’esecuzione a regola d’arte.
3.12 Impianto di irrigazione
Per assicurare lo sviluppo degli impianti arborei a pronto effetto ed valorizzare il pronto effetto
della fascia arbustiva bordo dorsale est si prevede la messa in opera di impianto di irrigazione
automatico a goccia raccordato alla rete idrica pubblica.
3.13 Manutenzione annuale delle opere a verde
La manutenzione consiste in tutte le operazioni necessarie per salvaguardare le opere eseguite e
del lavoro futuro che verrà articolato in due fasi.
La prima fase di gestione, relativa ai tre anni successivi alla realizzazione degli interventi, è da
considerarsi di assestamento dell’area verde nel suo complesso. Sulle alberature gli interventi di
manutenzione andranno a diminuire passando da interventi annuali per il primo triennio ad
interventi quinquennali per gli anni successivi.
3.13.1 Interventi di manutenzione dal primo al terzo anno
La manutenzione dal primo al terzo anno deve prevedere i seguenti interventi:
CHIARA EDIFICATRICE S.r.l.
Milano, 27/07/06
LAND S.r.l.
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•
n° 6 sfalci dell’erba con trinciatura in loco del materiale di risulta. Concomitante ad ogni taglio
dovrà essere effettuata anche la raccolta ed allontanamento dei materiali estranei (carte,
plastiche ecc.).
•
reintegrazione delle fallanze dei soggetti arborei e delle piantine arbustive, tappezzanti ed
erbacee.
•
potature dei soggetti arborei sviluppati per la rimozione del secco e di formazione;
•
verifica della verticalità delle piante, del sistema di tutoraggio e dei legacci;
•
n° 4 interventi di scerbatura delle infestanti erbacee nei gruppi di arbusti;
•
verifica dell’impianto di irrigazione automatico, adattamento dei tempi di bagnatura durante il
periodo irriguo, apertura e chiusura dell’impianto;
•
controllo della stabilità ed efficienza degli arredi;
•
almeno n. 10 interventi di irrigazione di soccorso per le aree i cui sono messe a dimora le sole
piante forestali con 10 litri a mq di acqua per intervento.
•
•
alla fine del terzo anno verranno anche rimossi gli ‘Shelter’.
n° 2 interventi di scerbatura delle infestanti erbacee che si dovessero sviluppare all’interno degli
shelter.
3.13.2 Interventi di manutenzione dal quarto anno
La manutenzione dal quarto anno deve prevedere i seguenti interventi:
•
n° 3 sfalci dell’erba con trinciatura in loco del materiale di risulta. Concomitante ad ogni taglio
dovrà essere effettuata anche la raccolta ed allontanamento dei materiali estranei (carte,
plastiche ecc.).
•
potature dei soggetti arborei per la rimozione del secco e di formazione ogni tre anni;
•
n° 2 interventi di scerbatura delle infestanti erbacee nei gruppi di arbusti;
•
verifica dell’impianto di irrigazione automatico, adattamento dei tempi di bagnatura durante il
periodo irriguo, apertura e chiusura dell’impianto;
•
controllo della stabilità ed efficienza degli arredi;
•
eventuali interventi di irrigazione di soccorso secondo l’andamento meteorologico stagionale.
L’erogazione del fabbisogno idrico è di 20 litri/pianta
CHIARA EDIFICATRICE S.r.l.
Milano, 27/07/06
LAND S.r.l.
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