Turismo Veneto

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Turismo Veneto
IL TURISMO
NEL VENETO
Il Veneto come ambita meta turistica – I principali poli
di attrazione – Incisiva l’attività della Regione e degli altri
enti locali – La realtà vicentina nell’ambito turistico
di
VALENTINA ZANELLA
renziato e risulta in grado di accogliere ogni tipo di
domanda. Nel triennio 2001-2003, si stabilizza attorno alle 3.160 unità (3.162 nel 2002 e 3.159 nel 2003).
Si registra un aumento nelle categorie più alte, mentre le tipologie a due e a una stella registrano una
contrazione. La consistenza complessiva di letti ammonta a 190.312 unità.
La forza della ricettività “complementare” è un altro tratto distintivo del sistema veneto: le presenze
extralberghiere, nel 2003, nella regione costituiscono
il 25,2% del totale nazionale. Sempre in tale anno, la
consistenza palesa 50.462 strutture con 498.693 letti
di cui 211.638 in villaggi turistici e campeggi,
200.650 in alloggi privati, 3.552 in agriturismi e
82.853 in altri esercizi. Le presenze nei due comparti
risultano abbastanza bilanciate con una certa prevalenza della sistemazione extralberghiera. L’ospitalità
in alloggi “complementari” è più alta nel comprensorio spiagge ma è rilevante pure al lago e in montagna,
presentando un livello qualitativo complessivamente
molto valido. In ambito alberghiero, i posti letto, risultano superiori alle 190.000 unità e le presenze si
concentrano nella categoria a tre stelle e nelle residenze turistiche con il 49,6% del totale complessivo.
Sono peraltro attivi ben 27 alberghi a cinque stelle e
341 a quattro. Le categorie inferiori, a due e a una
stella, da tempo in consistente ridimensionamento,
raggiungono pur sempre 1.505 unità.
In termini di presenze, l’andamento per le categorie inferiori registra cadute con riduzioni fino al 10%.
Il futuro per le tre, quattro e cinque stelle sembra in-
Aspetti fondamentali del turismo
Il Veneto emerge tra le regioni turistiche italiane,
per ricchezza di cultura, storia, arte, tradizione e anche per l’offerta ricettiva alberghiera ed extralberghiera degli operatori turistici, offerta che, nei numeri e nel livello del servizio, contribuisce a mantenere
alto l’appeal di questo territorio in Italia e nel mondo. Nella graduatoria delle regioni turistiche italiane,
la posizione di vertice, in termine di presenze, compete al Veneto, in linea successiva si collocano il
Trentino Alto Adige, la Toscana e l’Emilia Romagna.
Tuttavia il mercato è sempre più concorrenziale,
soprattutto dopo l’avvento dell’euro ed il venir meno
delle politiche nazionali centrate sulla svalutazione
competitiva, e richiede, anche alle realtà di maggior
tradizione turistica, scelte imprenditoriali e strategie
pubbliche molto decise.
I punti di forza del Veneto sono rappresentati dalle spiagge, dalla montagna e dalla presenza di tipologie turistiche ampiamente apprezzate: città d’arte, lago, terme, enti fieristici e congressuali, centri religiosi. Il tutto supportato, da un moderno apparato di attività ricettive e di servizi.
Per interpretare appieno la situazione veneta e valutare la coerenza delle politiche di sviluppo del settore, ci pare opportuno richiamare la serie storica di
dati relativi al sistema ricettivo e dei flussi di arrivi e
presenze.
Il dispositivo alberghiero regionale è ampio, diffe-
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Estratto «Economia e Ambiente», Anno XXVI - N. 4-5 Luglio-Ottobre 2007
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vece sensibilmente migliorare con partecipazione di
clientela dalle categorie minori.
Giunti a questo punto d’indagine, ci pare interessante richiamare l’andamento storico dei flussi turistici nel decennio 1991-20011. I vari segmenti turistici, nel Veneto, risultano in costante crescita con un
incremento, nel decennio 1991/2001, che tocca l’8%
tanto per gli arrivi che per le presenze consolidandosi
nel biennio 2002/2003 con un rialzo, ascritto alla
montagna pari all’8% degli arrivi e al 4% delle presenze. Nelle città d’arte la lievitazione tocca rispettivamente lo 0,6% e l’1,9%. Ci pare che esso rappresenti un risultato accettabile, tenendo conto
dell’arresto del turismo dopo i tragici fatti dell’11
settembre a New York.
Nel 2004, il bilancio turistico nel Veneto si chiude registrando un aumento degli arrivi e una leggera
flessione delle presenze rispetto al 2003; gli arrivi
aumentano di 294.966 unità (2,51%), superando la
soglia dei 12 milioni, le presenze diminuiscono di
544.002 unità (–0,99%) superando però i 54,5 milioni.
Da segnalare che le informazioni statistiche in
corso di stagione presentano una situazione complessivamente più negativa: a giugno gli arrivi indicano
un +1,07% e le presenze un –1,36%; a fine luglio si
registra un +3,31% negli arrivi e –1,81% nelle presenze. Agosto si conclude con un +1,86% negli arrivi
e un –2,40% nelle presenze; settembre evidenzia un
2,87% per arrivi e un –1,44% per presenze. La permanenza media dei turisti nel Veneto si riduce: dai
4,71 giorni del 2002 ai 4,52 giorni del 2004.
Nell’analisi del movimento provinciale, Verona
presenta una crescita sia degli arrivi (+3,71%) che
delle presenze (+1,47%); Venezia, Padova e Vicenza
confermano, in linea di massima, la tendenza regionale con aumenti degli arrivi e flessioni più o meno
rilevanti delle presenze; in contro tendenza Treviso
con un –4,84 negli arrivi e un +0,96 nelle presenze;
di segno negativo sono, invece, i dati per Belluno e
Rovigo.
Nell’analisi specifica riflessa sui comparti, i dati
per il comprensorio delle città d’arte segnano aumenti del 5,92% per gli arrivi e del 6,65% per le presenze; meno brillante ma, comunque, positivo il comprensorio lacuale con un +3,37% negli arrivi ed un
+0,72% nelle presenze. Una situazione parzialmente
positiva si presenta per la branca termale: +1,64% di
arrivi e un –2,30% di presenze. Esprime una fase di
Articoli
criticità, invece, il settore del mare e della montagna.
Nell’analisi per sistema turistico locale, segnali
lusinghieri provengono dal sistema turistico locale di
Venezia con incrementi del 8,28% negli arrivi e
6,12% nelle presenze, dai sistemi turistici di Verona
e Vicenza si palesano situazioni miste, arrivi con segno positivo e presenze di segno opposto; forte contrazione del movimento per Asiago mentre gli altri
regimi locali presentano flessioni, più o meno rilevanti, sia negli arrivi che nelle presenze.
Ritornando all’analisi dei dati relativi al riepilogo
regionale, il settore alberghiero, nell’anno 2004 rispetto a quello del 2003, segnala incrementi di arrivi
e di presenze (+3,00% e +1,03% rispettivamente) e
solamente le strutture a 1 e 2 stelle presentano percentuali in contrazione. Da rilevare, inoltre, che nel
2004, le strutture a 3 e 4 stelle aumentano anche la
propria capacità ricettiva sia in termini di esercizi sia
di posti-letto.
L’extralberghiero, invece, registra un andamento
misto con un +1,30% negli arrivi e un –2,79 % nelle
presenze e in particolare la tipologia “altri esercizi”
presenta una situazione di crescita. Analogo il raffronto sul più lungo periodo, rispetto all’anno 2002,
il quale evidenzia una situazione di aumento dei
flussi per gli arrivi e una flessione per le presenze.
Nell’extralberghiero la permanenza media varia in
diminuzione: dai 8,78 giorni del 2002 agli 8,22 del
2004.
In termini di nazionalità di provenienza dei turisti, la componente italiana risente di un andamento
negativo poiché, rispetto al 2003, gli arrivi segnalano –0,47% e le presenze –2,81%.
La permanenza media degli italiani rivela una
lieve variazione nel triennio 2002/2004: da 5,11
giorni a 4,892.
Come già accennato, analizzando le presenze del
turismo straniero negli ultimi anni, nel 2004, si registra una forte crescita della componente nord americana: gli statunitensi, che nella graduatoria per provenienza degli stranieri occupano il quinto posto,
aumentano la propria presenza sul territorio veneto
addirittura del 27,7%, al contrario dei due anni precedenti in cui gli effetti dell’11 settembre determinano un periodo negativo (–16,8% nel 2002 e –7,2%
nel 2003); anche la presenza di turisti canadesi segna
un forte incremento, pari al 21,1%. Questa ripresa,
assieme alla crescita della componente australiana
(+24,9%), pare risolvere l’empasse che fino ad oggi è
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Economia e Ambiente
Articoli
condizionata oltre che dagli eventi internazionali,
quasi tutte le località della regione. Un incremento
dalla debolezza del dollaro rispetto all’euro.
altrettanto diffuso si nota per i turisti provenienti dal
Lazio.
Si nota inoltre un trend di crescita eccezionale dei
turisti provenienti dalla Cina che sono quasi raddopLe città d’arte continuano a ricevere sempre più
piati rispetto al 2000; l’incremento dell’ultimo anno è
consensi, a testimonianza di quanto il sistema dell’arpari al 58,9%. Se si individua nel “viaggiare” un mote e della cultura risulta importante sia per il turismo
do attraverso il quale la popolazione cinese sta iniintercontinentale (accolgono l’85,3% dei turisti ameziando a godere
ricani che visitano
della nuova aperil Veneto) che eutura politica e delropeo (primi fra
la sua crescita etutti il Regno Uniconomica, si preto, la Francia e la
vedono per il VeGermania).
neto per gli anni a
La crescita di
venire, grazie ad
turisti si palesa
adeguate politiche
crescente
nel
di marketing, ul2005. Il Veneto si
teriori sviluppi.
conferma ancora
Focalizzando
al primo posto
l’attenzione
nella graduatoria
sull’Europa,
si
delle regioni itanota che i turisti
liane, con la quota
tedeschi e austriapiù elevata di preci, che tradiziosenze
straniere
nalmente scelgo(17,7% nel 2005)
no il Veneto corispetto al totale
me meta delle
nazionale.
L’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia
proprie vacanze,
La serie storica
pur mantenendo il
dal 1997 al 2005 (vedasi fig. 1.1 a pagina seguente)
primato rispetto a tutte le altre provenienze straniere,
mostra infatti complessivamente la crescita del modiminuiscono negli ultimi tre anni la loro presenza
vimento turistico veneto.
nella regione (nell’ultimo anno rispettivamente –
Nell’ultimo anno, alle oltre 32 milioni di presenze
3,6% e -4%). La crisi economica dell’area germanica
straniere si aggiungono più di 24 milioni di presenze
e l’introduzione dell’euro, che attenua i vantaggi dodi turisti italiani, e secondo le stime è sicuramente
vuti al tasso di cambio delle vecchie valute, influisce
confermato anche per quest’anno il primato attribuito
sicuramente sulle scelte delle famiglie.
al Veneto tra le regioni turistiche italiane.
Più altalenante è la situazione delle presenze di tuNel confronto con l’anno precedente, si sottolineristi svizzeri e olandesi che, pur registrando
ano variazioni positive sia negli arrivi che nelle prenell’ultimo anno una diminuzione, risultano comsenze non solo nel complesso (+3,4% e +4% rispettiplessivamente aumentate negli ultimi cinque anni.
vamente) ma, anche in riferimento alle diverse tipoIn Veneto, nel 2004, il 43,2% delle presenze turilogie di strutture, alberghiere (+2,5% e +3,4%) ed
stiche sono italiane. E’ rilevante la rappresentanza
extra-alberghiere (+5,6% e +4,5%), sia da parte dei
turistica degli stessi veneti (17,5% del totale), anche
turisti italiani (+1,9% e +4,3%) che di quelli stranieri
se risulta diminuita rispetto al 2003 del 6,2%.
(+4,3% e +3,7%).
I turisti provenienti dalla Lombardia, che rivestoL’aumento di presenze di turisti rispetto all’anno
no un’importanza fondamentale in tutti i comprensoprecedente nel 2005 si riflette in quasi tutti i comri, ma soprattutto nel termale, nel lacuale e nelle città
prensori; l’unica eccezione è rappresentata dalle terd’arte dove addirittura superano i turisti veneti, acme che, esclusivamente a causa di una diminuzione
centuano ancor più, nel 2004, la propria presenza in
delle presenze dei turisti d’oltralpe, subisce un calo
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del 2%. In particolare, sono i nostri connazionali ad
più velocemente. I turisti provenienti dalla Lombarapprezzare sempre più la bellezza ed i servizi offerti
dia, che corrispondono al 7,5% del totale, accentuano
dalle località vicine ai laghi veneti (+16,2% rispetto
ancor più accentuato la propria presenza con un +8%.
al 2004), mentre gli stranieri subiscono sempre più il
Un incremento altrettanto importante si nota per i tufascino delle città d’arte, dove, infatti, si registra il
risti provenienti dall’Emilia Romagna (+9,4%) e dal
maggiore incremento delle loro presenze.
Lazio (+7%).
Nel 2005 i turisti d’oltralpe costituiscono il 56,7%
Contemporaneamente anche le presenze subiscodelle presenze. Tra gli stranieri emergono gli europei:
no una flessione più marcata in Veneto rispetto al toil 19,1% sono tedeschi, il 5,3% austriaci, il 4,1% intale nazionale.
glesi, e tra le provenienze extraeuropee si evidenziaIl Veneto si colloca tra le prime regioni turistiche
no gli Stati Uniti con il 2,8% delle presenze complesitaliane visitate non solo per i viaggi-vacanza ma ansive, ai quali seguono con valori inferiori all’1% il
che per quelli intrapresi per lavoro, indice questo che
Giappone, la Cina, l’Australia, la Russia e il Canada.
la regione è riconosciuta, oltre che per la bellezza dei
Nel 2005, continua inoltre la crescita, già registrata
paesaggi e per il valore storico delle sue città, anche
nell’anno precedente, della componente nord ameriquale importante snodo di incontro per l’economia
cana: gli statunitensi che, nella graduatoria per prodell’intero Paese. Gli italiani che giungono nella novenienza degli stranieri occupano il quinto posto,
stra regione per motivi di lavoro rappresentano il
aumentano la propria presenza sul territorio veneto
12,8% del totale, percentuale che sale al 15% per
del 3%.
quanto riguarda gli stranieri.
Focalizzando l’attenzione sull’Europa, purtroppo
L’importanza del settore turistico ha delle rilevansi nota che i turisti tedeschi e austriaci, tradizionali
ti ripercussioni sull’economia regionale, tale da renclienti del Veneto, pur mantenendo il primato rispetto
dere necessaria una conoscenza approfondita
a tutte le altre provenienze straniere, riducono negli
dell’andamento del fenomeno. Un indicatore che
ultimi anni la loro presenza nella regione (nell’ultimo
permette di valutare il peso del turismo
anno rispettivamente –4% e –2,1%).
sull’economia di un Paese è il rapporto tra le compoBuoni i risultati per olandesi, polacchi e danesi
nenti della bilancia turistica con l’estero, che concon incrementi attorno al 15%, ma anche per inglesi,
trappone le spese in entrata sostenute dagli stranieri a
spagnoli e belgi con variazioni superiori al 10%.
quelle in uscita che i residenti effettuano all'estero in
Il
restante
occasione
dei
43,3% delle previaggi, e il prosenze turistiche in
dotto interno lorVeneto nel 2005
do.
è costituito da
Secondo
le
viaggiatori italiastime
fornite
ni. Di rilievo la
dall’Ufficio Itarappresentanza
liano Cambi le
turistica
degli
entrate del 2005
stessi
veneti
derivanti
dalla
(17,4% del totaspesa dei turisti
le), che inverte la
stranieri in Venetendenza
degli
to incidono sul
ultimi anni e riprodotto interno
sulta aumentata
lordo regionale
del 3,5% a conper il 3,2%, oltre
ferma della ripreun punto percensa di attrattività
tuale in più ridelle nostre locaspetto al peso riFig.
1.1
Turisti
in
Veneto
–
Rapporto
anni
1997:2005
(1997=100)
lità proprio per
levato a livello
chi le raggiunge
nazionale; la spe-
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Economia e Ambiente
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do occupazionale che incide rispettivamente per
l’8,4% e l’11,1% sul totale
dei settori. I dati ribadiscono la capacità e
l’importanza che il fenomeno turistico vanta nella
formazione del reddito e
nella creazione di nuovi
posti di lavoro, sottolineando la necessità di continuare ad investire in questo settore non solo mettendo in atto processi che
puntano su una qualità dei
servizi in costante miglioramento e sulla valorizzazione delle bellezze del
territorio, ma anche con
una continua attività di
promozione della nostra
regione.
Al di là delle condizioni atmosferiche, il mare, che attrae la maggior parte
dei turisti del Veneto (totalizzando nel 2004 il 43%
delle presenze), presenta i maggiori problemi di
competitività. La concorrenza delle spiagge venete
avviene nei confronti di paesi di consolidata tradizione e grandi numeri e con paesi con movimento ancora contenuto in valori assoluti ma in forte crescita.
Ci sembra peraltro che sia opportuno riportare,
per la corretta comprensione dei dati, alcune significative considerazioni. Le graduatorie dei flussi nei
vari comprensori presentano due classifiche rovesciate: per gli arrivi, con la prevalenza delle città d’arte
(46.7%) sulle spiagge mentre, per le presenze, con
l’affermazione delle spiagge sulle città d’arte. Ogni
comprensorio è contraddistinto da propri indici: durata della vacanza, presenza italiana e straniera, ospitalità alberghiera ed extralberghiera.
Importanti sono gli indicatori di potenzialità
dell’apparato ricettivo del Veneto: le città d’arte, forti
di un dispositivo di grande tradizione, presentano nel
2003 indici di utilizzazione lorda4, pari a 49 per il
settore alberghiero e a 23 per l’extralberghiero. Le
spiagge, valori intorno a 29 e 16, il lago a 37 e 22,
infine la montagna a 26 e 10.
Gli indici di utilizzazione osservati a cadenza
mensile denunciano una variabilità stagionale pro-
L’Arena di Verona
sa dei veneti all’estero rappresenta l’1,4% del PIL in
Veneto e l’1,3% in Italia. Il saldo tra queste entrate
ed uscite nella regione, il più elevato a livello nazionale dopo quello della Toscana (dove il maggior saldo è imputabile esclusivamente ad una minor spesa
dei residenti che vanno all’estero), ha un peso
dell’1,9% sull’intero PIL regionale, mentre in Italia
tale rapporto è pari allo 0,8%. Se, invece, si vuole valutare l’impatto economico complessivo del fenomeno turistico, derivante sia dai visitatori stranieri che
da quelli connazionali, si può calcolare il peso del valore aggiunto attivato dalla spesa turistica sul valore
aggiunto totale. In questa prospettiva nel 2004, ultimo dato disponibile, il valore aggiunto turistico incide sull’economia regionale veneta per il 6,4%, valore
superiore di 1,3 punti percentuali rispetto a quello
nazionale.
Un altro indicatore è dato dal numero di unità locali del settore «Alberghi e ristoranti» che, nel 2005,
rappresentano in Veneto il 5,3% del totale delle unità
locali, e il 5,2% in Italia, con un aumento rispettivamente del 2,5% e del 3,4%. Il turismo riveste un ruolo importante anche per il settore occupazionale: nel
2005, in Veneto, secondo stime3, le assunzioni nel
settore turismo, pari ad oltre 5 mila unità, pesano sul
totale delle assunzioni per l’8,6%, un po’ meno del
peso registrato a livello nazionale (9,3%), con un sal-
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nunciata nel corso dell’anno, con punte nei mesi estivi.
A livello di comprensori, la variabilità è più accentuata per le località del lago e delle spiagge, minore nelle città d’arte e nelle località termali. Gli esercizi più soggetti ad oscillazioni sono quelli a due e
a una stella.
L’indice di utilizzazione lorda presenta valori
piuttosto alti per le terme e le città d’arte, meno consistenti per il mare e la montagna. L’indice alberghiero è sempre più alto di quello extralberghiero.
Gli indici di ricettività e di turisticità5 segnalano
che le aree a maggior concentrazione turistica sono i
tre comprensori: mare, lago e terme. In tali comprensori, il turismo rappresenta un settore economico
d’importanza decisiva a livello locale.
Gli indici di qualità6 risultano più consistenti nel
comprensorio termale. Purtroppo il sistema turistico
regionale non presenta solo dinamiche favorevoli ma
anche alcuni fattori di debolezza che non si manifestano solo nelle località in fase di avviamento.
Si tratta principalmente delle diffusa presenza
dell’azienda familiare con difficoltà nell’ accesso al
credito, subisce la concorrenza esercitata da più qualificati operatori e fatica a creare sistema.
Altri punti di debolezza vanno collegati a fattori
di instabilità politica internazionale, comuni anche a
tutti i Paesi turistici, e nei confronti dei quali bisogna
difendersi dirigendo le politiche di promozione verso
aree più vicine o comunque meno instabili.
Le strategie di sviluppo devono far perno sui valori dell’identità veneta sia nella organizzazione
dell’output che nelle modalità di offerta da parte della galassia delle imprese. Il prodotto turistico è costituito da un mix di elementi che lo rende spendibile
nel mercato.
Nelle politiche di offerta, la scelta deve mirare
sul richiamo delle risorse artistiche, storiche, naturali e agricole del Veneto, dell’artigianato e dei distretti industriali come Murano per il vetro, Bassano
per la ceramica e i mobili, Vicenza per l’oreficeria,
promuovendo una lettura del territorio che vede protagonisti i «beni patrimoniali turistici» vale a dire i
beni culturali e ambientali in un rapporto di connessione.
Un segmento particolarmente vitale dell’offerta
veneta è il turismo di affari e congressuale, che di
norma, ha per promotori gli enti fieristici e le organizzazioni imprenditoriali. Segmento di offerta che
Articoli
può avere una notevole affermazione dal coordinamento degli enti fieristici in una logica distrettuale
che sviluppi le necessarie sinergie e si inserisca attivamente nella programmazione promozionale della
regione.
Un’analisi CISET/regione7 conferma il ruolo del
turismo come motore di sviluppo nelle diverse aree e
fornisce strumenti per stimare gli effetti di una espansione sostenibile mediante un’azione coordinata
pubblico-privato.
Il Veneto, con la recente Legge Regionale 4 novembre 2002, «Testo unico delle leggi regionali in
materia di turismo» riorganizza la disciplina turistica,
riformando particolarmente gli aspetti del decentramento e della programmazione, secondo scelte in
gran parte già anticipate con la Legge Regionale 13
aprile 2001, n. 11 di applicazione della Riforma Bassanini.
Il nuovo modello di gestione delle politiche del
turismo è così incentrato in gran parte sulle autonomie locali, su più livelli, e prevede inoltre l’azione di
strutture associate di imprese cui possono aderire anche enti pubblici, con precise finalità: alla regione
spettano i rapporti con lo Stato e con gli organismi
internazionali, i compiti generali di indirizzo e di verifica dei risultati, la promozione unitaria in Italia e
all’estero, la gestione dei finanziamenti e dei fondi
strutturali U.E., le attività di valorizzazione, il coordinamento del sistema statistico e informativo; alle
province, sono delegate attività di informazione, accoglienza, assistenza turistica e di promozione locale
nel territorio regionale e l’esercizio delle funzioni
amministrative in materia di imprese e di professioni
turistiche; ai comuni, compete il rilascio delle concessioni sul demanio marittimo e l’incentivazione
delle Pro loco.
Infine le strutture associate di promozione turistica devono regolare la commercializzazione del prodotto turistico per il settore e la relativa attività promozionale e pubblicitaria.
Dalla recente legislazione emerge in modo indiscutibile l’esigenza della formulazione di strumenti
programmatori che conferiscono organicità alle politiche dei numerosi protagonisti della scena pubblica e
privata e mettano a regime, su una piattaforma concordata, i vari ambiti di intervento al fine di evitare
che l’articolazione delle attribuzioni indebolisca
l’azione complessiva e disperda i finanziamenti. Il
contesto programmatorio deve anche esaltare i ruoli
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Economia e Ambiente
Articoli
dei singoli attori secondo lo schema in precedenza
continua di nuovi mercati, deve trovare
definito e sintetizzato. Sono chiamate a dare un apnell’informatica uno strumento strategico per il soporto anche le istituzioni, quali le Università e le
stegno dell’offerta veneta. Esperienze da utilizzare e
Fondazioni, in grado di contribuire alla formazione e
da porre in rete sono quelle dei soggetti pubblici e
alla dotazione di un osservatorio di studio per indiprivati, interessati ad un sistema a partecipazione arizzare l’azione promozionale del “made in Veneto”.
perta.
La politica del turismo culturale può trarre vanUna forte progettualità può nascere dal diffondersi
taggio dall’attività di una struttura collaterale, quale
della consapevolezza e della necessità di trasformare
può essere un organismo di valorizzazione dei beni
gli attrattori e le risorse, in un prodotto e in una marculturali e ambientali, che, in posizione esterna al
ca ben percepibili, anche avviando, a cominciare dalcircuito turistico, vuole predisporre elementi conoscile aree turisticamente mature, processi di certificativi coordinati per area, per corrente artistica, per pezione di qualità che possono avere positive ricadute
riodo storico, per specificità ambientale, diretti a fasia sull’offerta e sia sull’attrattività.
vorire una migliore conoscenza della storia del VeneIn questa ottica strategica, diventano centrali anto e delle connessioni della regione con i movimenti
che le politiche della formazione volte a creare figure
artistici internazionali.
attive nel comparto dell’ospitalità, della ristorazione
Ai fini di una utilizzazione più immediata è ope dell’agriturismo.
portuno anche un progetto regionale di assistenza al
turista incentrato sulle informazioni, sugli uffici di
accoglienza, sugli orari di apertura dei musei, sui
Linee su una espansione economico-territoriale
servizi di assistenza e soccorso, sulle agevolazioni
contenuta
riservate ai visitatori: biglietteria cumulativa agevolata, mezzi di comunicazione, materiali esplicativi di
Come abbiamo già rilevato il comparto turistico
rapida consultazione, percorsi ambientali, ecc.
Vicentino, seppur in parziale crescita, rappresenta
Un’azione specifica va studiata a favore del comuna componente marginale dell’economia vicentina,
prensorio montano, facendone conoscere le prerogaquasi la “Cenerentola” della regione. Neppure
l’inclusione della Città Palladiana nella lista del pative ambientali, ricettive e per l’esercizio dello sport,
trimonio mondiale dell’umanità ha l’effetto di accrecosì come i contenuti storico culturali. L’attività deve
privilegiare l’utente nazionale
spesso orientato dai media su
altre località.
Gli interventi da predisporre
richiedono l’esercizio da parte
degli Enti preposti di una funzione di regia e coordinamento
degli Enti Locali e delle strutture
private; funzioni disciplinate dalla legislazione nazionale e regionale.
Nelle strategie di sostegno
alla domanda sono da inserire
misure di promozione mirate sui
mercati di particolare interesse
(quali Stati Uniti, bacino tradizionale europeo, Paesi emergenti, ecc.).
Il turismo, pervenuto alla
globalizzazione forse prima di
Vicenza: Villa Capra, detta la “Rotonda”, opera di Andrea Palladio
altri settori grazie alla apertura
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Estratto «Economia e Ambiente», Anno XXVI - N. 4-5 Luglio-Ottobre 2007
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scerne l’appeal turistico. Le ragioni sono svariate.
Innanzitutto Vicenza si colloca tra due giganti con i
quali è ardua la competizione: Venezia e Verona, che
attraggono la maggior parte del flusso turistico nazionale ed internazionale nella regione.
Il turista culturale, che deve ottimizzare le tappe
della propria vacanza vede Vicenza come una località di transito dove una sosta prolungata potrebbe impedirgli di apprezzare le bellezze delle due più rinomate città. Vicenza poi non ha una cultura
dell’ospitalità. L’ospitare ed il servire sono considerate ancora attività accessorie, meno nobili di quelle
produttive per le quali invece aspira al primato. Tale
atteggiamento non riguarda solamente gli operatori
alberghieri ma tutta la filiera turistica, dai ristoranti ai
bar, dai negozi ai cinema, dai musei alle mostre, dai
palazzi alle ville e coinvolge anche la cittadinanza
che guarda spesso ai turisti come fastidiosi invasori
che occupano gli scarsi posteggi del centro storico e i
pochi ristoranti.
Non esiste alcun vero coordinamento tra gli operatori: gli orari di apertura e di visita, soprattutto nei
giorni festivi, sono defatiganti; i collegamenti diretti
con gli aeroporti di Verona e Venezia sono inesistenti; i trasporti pubblici locali non prevedono normalmente percorsi turistici; gli eventi sono organizzati
per i cittadini e non mai per i turisti; l’immagine di
Vicenza come città d’arte non è promossa adeguatamente presso i tour operator. I principali alberghi cittadini sono nati per il turismo di affari e fieristico e le
loro tariffe ed organizzazioni riflettono questa specializzazione. In questo quadro, non certo rassicurante si
assiste però, negli ultimi anni, ad un maggiore protagonismo propositivo e fattivo sia degli enti pubblici
che dei privati.
La Provincia, il Comune, l’APT e la Camera di
Commercio, cercando di utilizzare al meglio le risorse pubbliche, intraprendono un cammino di analisi
prima e poi di progetti mirati al promuovere
l’immagine di Vicenza nel mondo favorendo al contempo, nei cittadini, la comprensione del turismo
come di un fenomeno economico rilevante di per sé
con un potenziale anticongiunturale utile per mantenere elevato il reddito locale anche nelle cicliche situazioni di crisi dei comparti tradizionali che sempre
più di frequente si verificano. In attesa di interventi
infrastrutturali che non dipendono solo dalla Città,
l’organizzazione pubblica di eventi, mostre e spettacoli viene oggi sempre più integrata nell’offerta turi-
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stica vicentina e gli stessi enti pubblici si fanno promotori e registi di un maggior coordinamento tra gli
operatori privati.
Il
mecenatismo
privato,
nella
forma
dell’intervento diretto e delle sponsorizzazioni da
parte di aziende e di fondazioni bancarie è più attivo,
grazie anche alla normativa vigente che permette deduzioni fiscali per investimenti in cultura. Il mecenatismo imprenditoriale rappresenta l’attività in cui
l’impresa apporta al settore della cultura mezzi finanziari, know how, e l’esperienza acquisita sia in
campo tecnico che finanziario. Esso soddisfa un bisogno di riconoscimento sociale dei “nuovi ricchi”,
un’intima necessità di “restituire” alla società parte
della ricchezza che questa ha permesso di conquistare, ed ancora un intimo desiderio del mecenate di
stravolgere i tradizionali principi dell’accumulazione
della ricchezza, destinando risorse proprie ad un settore vissuto come dialetticamente alternativo alle logiche commerciali.
Valentina Zanella
Valentina Zanella svolge attività di ricerca su tematiche
di natura artistico-culturale e turistiche.
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Estratto «Economia e Ambiente», Anno XXVI - N. 4-5 Luglio-Ottobre 2007
Economia e Ambiente
Articoli
NOTE
GIUNTA REGIONALE DEL VENETO, 2003, Programma Regionale di Sviluppo, Venezia.
1
Ci siamo limitati a questo periodo d’indagine, in quanto
dati più aggiornati sono ancora in fase di elaborazione riportando comunque alcuni specifici riferimenti agli anni
successivi.
2
Con l’introduzione dell’euro, in Italia si verifica un fenomeno particolare: alcuni indicatori economici segnalano
un aumento dell’inflazione, stimato intorno al 6% annuo,
mentre le rilevazioni ufficiali dell’Istat si attestano intorno
al 2-3% annuo. Secondo alcuni il primo dato corrisponde
all’inflazione percepita dai consumatori, e a quella rilevata
da altri istituti, come l’Eurispes. Questo, secondo il parere
di alcuni economisti, non tanto perché i dati siano falsificati, bensì in quanto il campione dell’Istat non è più rappresentativo dei consumi. Secondo alcuni, il tipo di rilevazione dell’Istat non misura il disagio delle classi medie,
che, abituate a comprare prodotti di una certa qualità e
dunque più costosi, non potendoseli più permettere, tendono a comprimere i loro consumi. E infatti si è notato un
incremento del ricorso ai discount, aumentato del 10% dall’introduzione dell’euro, un appiattimento dei consumi alimentari, un crollo della spesa media pro capite per le vacanze: tutti indicatori di un aumento dell’inflazione ben al
di sopra dell’ufficiale 2-3%.
3
I dati qui riportati sono tratti dal Rapporto Statistico 2006
della Regione Veneto.
4
Gli indici di utilizzazione lorda sono rappresentanti dal
rapporto (presenze/posti letto x n. giorni x100)
5
Gli indici di ricettività sono dati dal rapporto tra (posti
letto/popolazione) e gli indici di turisticità sono dati dal
rapporto (presenze/giorni/popolazione).
6
Gli indici di qualità sono dati dal rapporto tra(n. alberghi
3-5 stelle/n. alberghi 1-2 stelle e posti letto 3-5 stelle/posti
letto1-2 stelle).
7
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