Sesta catechesi post-battesimale dei padrini CAMMINARE INSIEME

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Sesta catechesi post-battesimale dei padrini CAMMINARE INSIEME
Sesta catechesi post-battesimale dei padrini
CAMMINARE INSIEME
Padrini collaboratori dei genitori
“Chi accoglie questo bambino nel mio nome,
dice Gesù, accoglie me” (Luca 9,48)
Obiettivi
L’incontro -possibilmente unitario- di tutti i padrini e le madrine dei bambini battezzati, sino a circa
sei anni, dovrebbe avere una cadenza annuale. Ha lo scopo di aiutare i padrini:
- a fare una verifica dell’accompagnamento del loro figlioccio/a,
- ad approfondire la loro missione e responsabilità formativa,
- a trovare motivazioni e modalità concrete per svolgere con gioia il loro ruolo.
L’articolazione di questa scheda è analoga a quella dei genitori. Sono proposti molteplici suggerimenti. Al sacerdote e all’animatore
della pastorale post battesimale è lasciato, ogni anno, il compito di individuare insieme al gruppo dei catechisti quali contenuti e
attività privilegiare.
1. Per iniziare (15 minuti)
L’incontro, dopo che i padrini si sono presentati, potrebbe essere avviato in diversi modi. Si può scegliere uno tra quelli proposti.
a. Un regalo mancato. I padrini e le madrine sono invitati a rispondere alla domanda: “Durante
quest’anno avevo pensato per il mio figlioccio a un regalo speciale che, però, non ho fatto. Quale?”.
Lasciato qualche minuto per la riflessione personale, si raccolgono e si scrivono le risposte di ognuno su
un cartellone. Senza alcun commento verbale, l’animatore può sottolineare, con colori diversi, i tipi di
regalo: materiali, educativi… spirituali. Non sarà difficile comprendere la “sensibilità” dei padrini!
b. La lettera del figlioccio. Si può distribuire e leggere la lettera “virtuale” del figlioccio al padrino,
riportata nel dépliant della fase precedete, “Caro padrino, cara madrina” ( I. B 4). Ogni padrino è
invitato a evidenziare con due diversi colori le tre frasi della lettera che ritiene di avere attuato e le tre
frasi “distanti” dal suo modo di agire verso il figlioccio. In seguito ciascuno è invitato a leggere ad alta
voce le due serie di frasi.
c. Una strada in salita. Ci si può limitare a porre una domanda: “Quali difficoltà –indicare due
principali- hai incontrato quest’anno a fare il padrino o la madrina?”. Le risposte possono essere
espresse verbalmente o anche riportate su un cartellone.
d. Esperienza gratificante. La domanda rivolta ai padrini e alle madrine potrebbe essere formulata in
questo modo: “Quest’anno negli incontri o contatti con il mio figlioccio ho sperimentato una piacevole
e imprevista sensazione. Che cosa mi ha stupito?”. Le risposte possono essere riportate su un tabellone.
Osservando l’elenco delle risposte, senza commento, ogni padrino intravede la singolare ricchezza di
cui i bambini sono silenziosi testimoni.
2. In ascolto (15 minuti)
Si possono scegliere una o due delle citazioni riportate nella scheda. Dopo la loro lettura, è opportuno un breve commento per
richiamare il contenuto centrale.
“Collaboratore dei genitori”
1
Dal Rito del battesimo dei bambini: “Secondo la primitiva tradizione della Chiesa, per ammettere un
adulto al battesimo si richiede un padrino, scelto in seno alla comunità cristiana. Egli aiuterà il
battezzando e dopo il battesimo lo sosterrà perché perseveri nella fede e nella vita cristiana.
Anche nel battesimo dei bambini si richiede il padrino: egli amplia, in senso spirituale, la famiglia del
battezzando e rappresenta la Chiesa nel suo compito di madre. Collaborerà con i genitori perché il
bambino giunga alla professione della fede e la esprima nella realtà della vita” (n.8).
Si può sottolineare:
Il padrino
- rappresenta la Chiesa ed esprime la sua maternità,
- entra a far parte della famiglia del battezzando che viene allargata spiritualmente,
- collabora con i genitori nella crescita della fede del figlioccio.
“Padre spirituale”
Verso il 390 Giovanni Crisostomo, nel delineare la funzione dei padrini, ricorda che essi “si rendono
garanti”, dinanzi alla comunità, del cammino spirituale di coloro che hanno accompagnato nella
preparazione al battesimo. Precisa: “Coloro che garantiscono delle cose spirituali e della virtù [dei
battezzandi], devono mostrare molta vigilanza esortando, consigliando, correggendo e rivelando affetto
paterno… Una grave condanna incomberà su di loro se sono stati negligenti. È consuetudine chiamare
costoro padri spirituali, affinché imparino quale affetto [per i loro figli spirituali] devono mostrare con le
loro stesse azioni nell’insegnamento delle cose spirituali” (Catechesi VI, 15-16).
Il Crisostomo si riferisce a padrini di adulti. A maggior ragione la loro funzione si applica ai padrini dei bambini. Nel testo si afferma
che i padrini sono padri spirituali:
- per l’affetto paterno manifestato ai figli spirituali,
- per l’insegnamento delle cose spirituali, con implicito riferimento alla Scrittura, alla preghiera… ai segni e riti liturgici.
- per una vigilanza fatta di esortazioni, consigli, correzioni.
“Maestro ed educatore”
Dionigi, scrittore cristiano vissuto in Siria e in Palestina, all’inizio del VI secolo ha lasciato la più antica
testimonianza sul ruolo del padrino di bambini battezzati in tenera età. Scrive: “I genitori [dopo il
battesimo] metteranno il bambino in mano a un uomo battezzato e buon maestro di cose sante. Il
bambino resterà sotto la sua condotta come sotto un padre divino. [Il padrino] incaricato dichiara di
voler educare il bambino nella vita santa e si farà garante della sua salvezza. [Nell’atto della rinuncia e
della professione di fede] il padrino non dice: «Io faccio le rinunzie e le sacre professioni a nome del
bambino», ma: «Il bambino rinunzia e promette». In altri termini: «Io mi impegno a persuadere il
bambino, una volta che arriverà alla sacra intelligenza a opera delle mie istruzioni, a rinunziare
totalmente alle cose contrarie e a professare e mettere in pratica le sante promesse». Non c’è nulla di
strano, a mio parere, se il bimbo viene educato secondo un’istruzione divina, avendo avuto un maestro e
un padrino santo, che gli inculca l’abito delle cose divine e lo conserva immune dalle cose contrarie”
(Gerarchia ecclesiastica, VII, 3).
Si può notare:
- I genitori -senza rinunziare alla loro responsabilità- affidano il figlio a un padrino che è una persona battezzata, santa,
cioè di provata vita cristiana, e buon maestro nelle cose sante, vale a dire in ciò che riguarda la vita religioso-spirituale.
- Il padrino è presentato con una triplice funzione. È maestro: ha il compito di istruire il bambino nel campo religioso. È
educatore nella vita santa: persuade il bambino a rinunziare a ciò che è contrario alla vita cristiana, a mettere in pratica
ciò che si professa nella fede, ad acquisire l’abito, cioè un modo stabile, di pensare e vivere da credente. È garante della
sua salvezza: si adopera nel modo migliore per promuovere, garantire la crescita spirituale del bambino.
-
Il padrino, secondo l’Autore, nel battesimo non si sostituisce al bambino. Impresta la voce e… la sua fede. Si tratta di un
atto carico di responsabilità. A chi gli obietta che “è una cosa ridicola che altri facciano le rinunzie e le sacre professioni
al posto dei bambini”, Dionigi risponde che il padrino non fa la rinunzia a nome del bambino, ma che si impegna a
prendersi cura di lui, a educarlo nella fede in modo che un giorno egli possa assumere la responsabilità del battesimo.
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“Accompagnatore del bambino”
Dal Catechismo dei vescovi, Lasciate che i bambini vengano a me: “La tradizione della Chiesa di dare
al battezzando un padrino e una madrina manifesta la premura di tutta la comunità ecclesiale per la
futura crescita umana e cristiana di ogni battezzato. Al padrino e alla madrina è chiesto di
accompagnare il bambino nella vita di fede con la loro testimonianza di vita cristiana, con la loro
preghiera e con le parole. Il loro compito è ancora più delicato quando i genitori, pur chiedendo il
battesimo dei loro figli, si trovano in grave disagio spirituale” (n. 74).
In sintesi si afferma che il padrino e la madrina:
- sono un’espressione concreta della premura materna della comunità cristiana,
- si impegnano a sostenere i figliocci nella crescita della fede,
- accompagnano i loro figliocci attraverso la testimonianza, la preghiera, le parole.
Dal commento dell’una o dell’altra citazione emergono alcuni chiari impegni e responsabilità del padrino. Sarebbe opportuno
continuare la discussione -tutti insieme o a piccoli gruppi- ponendo l’interrogativo: “Quando sei stato richiesto di fare il padrino o la
madrina, sapevi della responsabilità che ti assumevi? Chi ti ha informato del tuo compito di padrino?”.
3. Momento di riflessione (25 minuti)
È utile offrire un quadro sintetico sulla missione e ruolo del padrino. Si lascia all’animatore dell’incontro decidere quali aspetti
privilegiare.
a. Padrino si diventa! Ognuno svolge la missione di padrino “a suo modo”. Sono in gioco molti
fattori: la sensibilità umana e religiosa di ciascuno, il tipo di occupazione, la distanza geografica ….
lo spazio concesso dai genitori. I modi di svolgere il ruolo di padrino sono molteplici. Nessuno,
però, è nato padrino. Impara se si interroga, cerca, prova, chiede consiglio.
b. Paternità e maternità spirituale. Chi è scelto come padrino o madrina con il battesimo diventa padre
o madre “spirituale”. Si tratta non di un legame di sangue, ma di una particolare parentela nella fede,
contratta con il battesimo del figlioccio e fondata su una grazia speciale. La paternità spirituale
impegna il padrino a dare il suo aiuto anzitutto alla crescita nella fede e nella vita cristiana del
figlioccio. Al centro del servizio del padrino è la generazione spirituale.
c. Testimone della maternità della Chiesa. Il padrino manifesta ed esprime, con una sua modalità
particolare, la missione della Chiesa che è madre ed educatrice dei suoi figli. Insieme ai genitori,
primi educatori nella fede, il padrino è chiamato per il legame unico e speciale con il figlioccio a
prendersi cura della sua crescita spirituale. La sua missione è un vero ministero o servizio ecclesiale.
È uno dei ministeri laicali più antichi. Ciò che fa grande la dignità e responsabilità del padrino è il
suo operare a nome della Chiesa. Di qui il necessario legame del padrino con la comunità ecclesiale,
ma anche la richiesta da parte della Chiesa di specifici requisiti, così pure l’impegno della comunità
cristiana a sostenere la missione del padrino.
d. Collaboratore dei genitori. La responsabilità primaria dell’educazione compete ai genitori. Il ruolo
del padrino è sostenere, incoraggiare, consigliare l’agire di papà e mamma nella formazione umana
e spirituale del figlio. Per questo è giusto riconoscere ai genitori una concreta responsabilità nel
proporre il nome del padrino, perché stimato, ritenuto idoneo alla sua missione, considerato un
valido alleato nell’educazione. Le modalità di un’alleanza educativa non sono scritte. Devono essere
cercate, discusse, provate.
e. Maestro e educatore. È la duplice missione del padrino verso il figlioccio. Essa sarà svolta in
sintonia con i genitori. Si sa che ogni formazione si fonda su una relazione personale. Man mano
che il bambino cresce, il legame fra padrino e figlioccio deve trovare forme e modi appropriati.
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f. Esperienza arricchente. Svolta con serietà e dedizione la missione del padrino è un fattivo sostegno
per i genitori, un prezioso aiuto al figlioccio, un silenzioso servizio che fa crescere la comunità
ecclesiale. Nello stesso tempo un serio accompagnamento del figlioccio è un evento di grazia e di
crescita per il padrino, invitato a ripensare al proprio battesimo, arricchito dalla presenza silenziosa
e disarmante del bambino, sollecitato a vivere secondo i valori essenziali del vangelo, dei quali è
testimone ogni bambino.
g. Avventura possibile. Oggi la figura del padrino in molti casi è indebolita, talvolta strumentalizzata,
persino stravolta. Chi cerca di capire il suo ruolo di padrino è assalito da dubbi, difficoltà… senso
d’inadeguatezza. Colui che si interroga è già sulla buona strada. Consapevole della sua impegnativa
e delicata missione, il padrino sa che è sostenuto da una grazia particolare del Signore, ha il diritto
di ricevere aiuto dalla comunità cristiana, scopre che alcune porte si aprono con la preghiera.
I sette tratti richiamati, anche se non sono esaustivi, offrono un’ampia visione della missione del padrino. Per riprenderli e
approfondirli, si suggeriscono alcune vie:
- invitare un padrino a esporre la sua esperienza: come sta attuando il suo ruolo, il suo legame con i genitori e con il figlioccio,
che cosa lo sostiene nella sua missione… fatti e momenti arricchenti;
- formare piccoli gruppi e consegnare a ciascun gruppo uno dei setti tratti con l’invito a interrogarsi sul suo significato e
possibili applicazioni;
- scrivere su un cartellone o su un foglio, da consegnare ad ognuno, l’elenco dei sette tratti che caratterizzano la
missione del padrino. La richiesta è esprimere un proprio parere sulla loro applicabilità: “attuabile”, “difficile da
realizzare”, “impossibile da attuare”.
4. Un tempo per interrogarsi (15 minuti)
È opportuno passare al momento più applicativo: “Quali iniziative o interventi mettere in campo per dare concretezza al nostro
servizio di padrino?”. Le scelte sono personali. Può essere utile elencare alcune iniziative già sperimentate:
- prevedere opportuni incontri con i genitori del figlioccio per una scambio di pareri
sull’educazione, in particolare sulla formazione al senso religioso;
- avere contatti personali con il figlioccio, sempre più frequenti con la sua crescita;
- interessarsi con una certa regolarità della salute… della vita del figlioccio;
- prendere parte ad alcune celebrazioni dove sono coinvolti i genitori e i bambini
- ricordarsi non solo del compleanno, ma anche dell’onomastico e dell’anniversario del
battesimo del figlioccio;
- farsi presente, oltre che con il telefono, anche con uno scritto personale, una lettera diretta al
figlioccio. Già dopo i due anni essa può essere letta dai genitori;
- dare spazio, con una certa continuità, alla preghiera per il figlioccio, ecc.
L’elenco di queste iniziative può essere consegnato ad ogni padrino e madrina, invitando ognuno a fare scelte concrete. Un ulteriore
aiuto può essere il dépliant per i padrini ( II. B 6).
5. Una sosta per pregare (5 minuti)
Si consiglia di terminare l’incontro con un breve momento di preghiera, che può essere articolato in modi diversi.
- Si potrebbe dare spazio a preghiere spontanee per il proprio figlioccio.
- Se si ritiene opportuno, la preghiera potrebbe diventare una richiesta di perdono per le proprie
“carenze” nello svolgere il compito di padrino.
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Non sarebbe male riprendere alcune parti del Rito del battesimo dei bambini: la rinuncia a
Satana e la professione di fede, ma anche la preghiera dei fedeli, come pure le invocazioni dei
santi.
- Può essere utile valorizzare la preghiera del padrino riportata nel dépliant, “Caro padrino, cara
madrina” ( I. B 4), o preghiere analoghe.
Si può concludere la preghiera con la lettura e la consegna delle “beatitudini” del padrino.
Beatitudini
dei padrini e delle madrine
BEATI voi se, guardando con stupore il vostro figlioccio,
riconoscete il valore delle cose piccole e semplici.
BEATI voi quando, inchinati sul vostro figlioccio,
imparate a distinguere un ciottolo da una montagna.
BEATI voi se, contagiati dal suo sorriso,
sarete nella vita dispensatori di gioia.
BEATI voi che vi lasciate afferrare dalle sue piccole mani protese
e siete disponibili a stringere tante mani silenziose e stanche.
BEATI voi che, accarezzando il vostro figlioccio,
riconoscete il volto del Signore.
BEATI voi quando, meravigliati della sua sorprendente crescita,
vi ricordate di essere cristiani in cammino.
BEATI voi che pensate al vostro figlioccio
e pregate prima di pensare.
BEATI voi che camminate con il vostro figlioccio
con una mano aperta nel dare e l’altra aperta nel ricevere.
6. Momento conviviale
Annotazioni. Occorrono tempi lunghi per aiutare fedeli e genitori a valorizzare il ruolo e la missione dei padrini. Al parroco, al
coordinatore della pastorale pre e post battesimale, al gruppo dei catechisti accompagnatori il compito di promuovere una paziente
opera di sensibilizzazione, di trovare una possibile forma di collegamento con i padrini, di invitare i padrini al loro annuale incontro
formativo. Ogni inizio non può essere abbandonato per la scarsa adesione!
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