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Il CREA protagonista alle Fiere zootecniche
internazionali di Cremona
A cura dell’Ufficio Stampa
FIERE ZOOTECNICHE, FAVA: CREMONA
RIFERIMENTO INDISCUTIBILE, PRIMATO
INTOCCABILE
"MAGGIORE OTTIMISMO,ANCHE PERCHE' LE AZIENDE TORNANO A
INVESTIRE"
"Cremona si conferma fiera zootecnica europea e ci consegna tutti gli anni un
appuntamento che si rinnova, quasi regolarmente fotografa la situazione e si
conferma punto di incontro e dibattito forte sulla zootecnia e il mondo dell'agricoltura
in generale". Lo ha detto l'assessore all'Agricoltura di Regione Lombardia, Gianni Fava,
oggi, a Milano, alla presentazione, in Regione, delle Fiere zootecniche Internazionali di
Cremona, in programma dal 26 al 29 ottobre al quartiere fieristico di CremonaFiere.
Alla conferenza stampa, a cui ha preso parte anche l'assessore regionale allo Sviluppo
economico Mauro Parolini, sono intervenuti inoltre: Massimo Rivoltini, vice presidente
Fiere di Cremona, Andrea Galli, direttore Crea Flc, e Gianluca Galimberti, sindaco di
Cremona.
SITUAZIONE DIVERSA - "Rispetto al 2015 - ha osservato Fava - ci troviamo una
situazione di mercato completamente mutata. Siamo a discutere, quest'anno, con una
serie di modifiche sostanziali all'andamento di mercato, che cambiano il dibattito.
Avevamo lasciato la scorsa edizione con le proteste forti del mondo della produzione
del latte, con la desolante rassegnazione del settore suinicolo, che l'anno scorso ci
aveva consegnato un dibattito tra i più drammatici degli ultimi decenni". "Riapriamo
con una situazione diversa, anche se non siamo fuori dalla crisi - ha proseguito Fava ; anche in virtu' di azioni concrete e alcune misure adottate in funzione delle
dinamiche di mercato, guardiamo con maggior ottimismo alla valorizzazione del
prezzo del latte, anche se non dobbiamo illuderci. Rispetto allo scorso novembre,
quando il prezzo spot viaggiava tra il 25 e i 30 centesimi al litro, oggi siamo a un
valore ben maggiore, 44,5 centesimi sul mercato di Verona: un valore quasi doppio
rispetto all'anno scorso, non una oscillazione minima, in una situazione di capacita
produttiva immutata. Possiamo ragionare quindi sul mercato del latte, nell'ambito del
dibattito che ci sarà, dedicando il confronto a qualche misura strutturale e alle
proposte che verranno sia dal mondo dell'impresa che dalla politica".
SUINI, MERCATO CAMBIATO - "E' un mercato drasticamente cambiato - ha osservato
Fava -: abbiamo assistito nell'ultimo quadrimestre a una fase di stabilizzazione
mediamente buona; lo scorso anno eravamo al 1,20/1,30 euro al chilo, mentre oggi
siamo a 1,70 euro, non certo una oscillazione banale. Oggi c'e'
un mercato migliore, anche se non si sono risolti i problemi strutturali del mondo
agricolo allevatoriale, in particolare per quanto riguarda la fissazione dei valori.
Vogliamo pensare che quest'anno si possa guardare a un rilancio in termini di
prospettive e a stimolare la propensione a investire degli agricoltori".
FIERA APPUNTAMENTO SEMPRE VALIDO - "Il padiglione fieristico - ha sottolineato
Fava - ha una valenza commerciale ancora molto forte, per le macchine operatrici, gli
impianti e le nuove tecnologie, insieme alla genetica. Questo si inserisce in una fase di
espansione della capacità degli investimenti delle imprese, fase che abbiamo testato,
in un momento non facile, con le misure del Psr. Un successo enorme, grazie al fatto
che hanno partecipato in maniera massiccia le aziende zootecniche.
Qualcuno aveva giudicato una scelta quasi politica la concentrazione delle risorse per
investimenti tra Cremona e Mantova, ma niente si è rivelato più sbagliato. Qui c'è
grande capacità di investimenti, un mercato strutturato che sopperisce alle sue
eventuali inefficienze: due terzi del totale degli investimenti, in questa regione, sono
concentrati in queste due province, dove la zootecnia è organizzata e sta investendo.
Buona parte di chi ha partecipato ai nostri bandi, e in ballo c'era qualche centinaio di
milioni di euro, forse andrà a Cremona con l'idea che qualche innovazione possa
essere di ulteriore stimolo rispetto alla fase di investimenti che si è delineata".
CREMONA SI CONFERMA OGNI ANNO - "Resto quindi ottimista sull'andamento di
questa edizione, tralasciando le polemiche su chi c'è e chi no - ha aggiunto il
responsabile dell'Agricoltura regionale -. Cremona continui ad avere questo ruolo che
mai perderà. Il mercato ce lo dice: Cremona resta punto di riferimento, nessun altro
ha strutturato qualcosa di alternativo. Rilanciamo dunque con orgoglio questa
iniziativa, uno dei punti di riferimento che Regione Lombardia continua a mantenere
come primato. Non c'è dubbio, infatti, che quando si parla di sistemi fieristici e
zootecnia in tutto il mondo si parla di Cremona".
I NUMERI, GLI APPUNTAMENTI - Ottocentoundici marchi, oltre 60 mila visitatori attesi,
di cui circa 4 mila dall'estero, un programma con oltre 100 appuntamenti e 300
relatori specializzati, 20 delegazioni ufficiali di operatori esteri provenienti da 16 Paesi.
Le fiere zootecniche internazionali di Cremona racchiudono quattro rassegne:
- la 71a Fiera Internazionale del Bovino da Latte, manifestazione fieristica
specializzata sulla zootecnia da latte; oltre all'esposizione dei migliori marchi
internazionali di attrezzature e servizi per la zootecnia da latte e l'agricoltura, ospita
ogni anno la Mostra Nazionale di Razza Frisona;
- la 20a Rassegna Suinicola di Cremona, l'unico Salone della suinicoltura italiana nella
zona con la più alta concentrazione di allevamenti e industrie per la trasformazione;
- la 6a Expocasearia, focalizzata su attrezzature e sistemi di produzione e
commercializzazione dei derivati del latte.
- il 4° International Poultry Forum, appuntamento dedicato all'avicoltura con i
maggiori specialisti internazionali per confrontarsi sulle novità tecniche, veterinarie e
di mercato.
Dal riso indiano alle spezie cinesi, la
mappa dell'import del bio
Il mercato interno è in costante crescita: +20,6% nei primi
sei mesi dell'anno
Cresce l'Italia del bio. Negli ultimi anni si è assistito a un boom del 47% delle
importazioni di prodotti da Paesi terzi, in particolare cereali e frumento (dati 2014
su 2013 - Sinab). Alla 71esima edizione delle Fiere Zootecniche Internazionali
di Cremona (fino al 29 ottobre nei padiglioni di CremonaFiere) si parla delle
opportunità di reddito per i produttori agricoli legate al settore biologico.
Il grano duro arriva soprattutto dalla Turchia, il riso da India, Pakistan e
Thailandia, il grano tenero dal Canada. Il panello di soia e la soia bio dalla Cina, il
girasole dalla Moldavia. Le erbe naturali e le spezie aromatiche biologiche
vengono importate soprattutto da Cina e India ma anche Senegal e Messico.
Fagioli, patate e lenticchie bio arrivano da Cina, Egitto e Turchia. L’olio
extravergine biologico viene dalla Tunisia, lo zucchero di canna da Paraguay, Perù e
Brasile. I surrogati del caffè dalla Svizzera.
Per rispondere al progressivo aumento della domanda interna di prodotti bio
(+20,6% nei primi sei mesi del 2016) sono sempre di più gli agricoltori e allevatori
italiani che si stanno avvicinando con interesse a questo mondo.
In Italia gli operatori biologici certificati alla fine del 2015 sono 59.959
con un incremento dell'8,2% rispetto al 2014: l'anno passato hanno quindi
scelto di convertire la propria impresa oltre 4.500 operatori, secondo i dati diffusi
dal Sinab - Sistema di Informazione Nazionale sull'Agricoltura Biologica.
La superficie coltivata secondo il metodo biologico in Italia risulta pari a 1.492.579
ettari, con un aumento complessivo rispetto all’anno precedente del 7,5 %. Nel
corso del 2015 sono stati infatti convertiti al metodo biologico oltre
104mila ettari. Anche per le produzioni animali i dati evidenziano un aumento
significativo, in particolare per bovini (+19,6%) e pollame (+18,2%).
"Soprattutto il latte biologico e i prodotti lattiero-caseari hanno visto un forte
incremento dei consumi; tuttavia la produzione nazionale non ha seguito di pari
passo questo trend - afferma Alberto Menghi del Crpa, Centro Ricerche
Produzioni Animali - Nella conversione al biologico occorre un'accurata analisi
del rapporto costi-benefici, in particolare perché ogni azienda ha caratteristiche
specifiche e, per questo, è complesso inquadrare un modello univoco che favorisca il
passaggio alle produzioni biologiche".
"Oggi chi produce bio è senza dubbio avvantaggiato rispetto a chi segue il regime
tradizionale perché la domanda di prodotti biologici è in continua
crescita", Giacomo Pirlo, ricercatore del Crea Flc, Centro di ricerca per le
produzioni foraggere e lattiero-casearie di Lodi.
Cremona hi-tech
Presentato alla quattro giorni internazionale della zootecnia il meglio delle innovazioni
tecnologiche. Protagonista il latte, insieme ai suini, con attenzione all'evoluzione dei mercati e alle
opportunità delle produzioni biologiche
Innovazione tecnologica nelle stalle. E' questo il fulcro attorno al quale si sono articolate le quattro giornate
che hanno visto protagonisti gli allevamenti in occasione delle Fiere internazionali di Cremona, dal 26 al 29
ottobre. Fra gli 811 marchi presenti negli stand che hanno affollato il quartiere fieristico cremonese, un
ruolo di primo piano lo hanno avuto quelli che proponevano nuove soluzioni hi-tech.
Un interesse che trova conferma nelle analisi del Crea-Flc (il centro di ricerca sulle produzioni lattiero
casearie di Lodi), presentate proprio in occasione della fiera di Cremona. Stando a queste analisi oltre l'80%
degli allevatori è pronto ad introdurre nuove tecnologie in stalla. Una propensione che porterà nei
prossimi anni ad un netto incremento dei sistemi hi-tech negli allevamenti, come ha affermato Andrea
Galli, direttore del Crea-Flc.
Stalle hi-tech
Quali siano queste tecnologie che si apprestano ad entrare in stalla, e che in molti casi già sono presenti, lo
si è visto proprio a Cremona. Fra queste continua ad esserci forte interesse verso i sistemi di mungitura
robotizzati, oggi adottati solo dal 3,4% degli allevamenti, in genere di grandi dimensioni. Presto questo
numero potrà aumentare con l'ingresso di soluzioni a postazione singola, che si adattano alle esigenze
delle stalle più piccole.
Nuovi sistemi si stanno affacciando per l'automazione nella raccolta del latte, con la possibilità di
selezionare il latte destinato alla trasformazione da quello alimentare. Un'opportunità resa possibile dai
sistemi di rilevazione automatica di proteine e grasso del latte e dunque della sua attitudine alla
caseificazione.
Si va poi affinando l'operatività e l'affidabilità delle tecnologie già d'uso corrente nelle stalle, come i sensori
per rilevare il calore degli animali, il conteggio delle cellule somatiche del latte (indice della presenza di
patologie della mammella), la somministrazione automatica di alimenti e integratori.
Verso il “bio”
Una corsa verso una maggiore efficienza delle stalle, con l'obiettivo di ridurre i costi di produzione oltre
che migliorare quantità e qualità del latte. Lo impone un mercato sempre più volatile, con prezzi che per
lunghi periodi non coprono nemmeno i costi. Così si guarda a nuove opportunità, come quelle offerte
dalle produzioni biologiche. Anche di questo si è parlato a Cremona, partendo dalla constatazione che
l'import di prodotti bio è cresciuto del 47% negli ultimi anni.
Segno che il consumo cresce più rapidamente rispetto alla produzione. In particolare per il latte biologico
e i prodotti derivati si assiste ad una sensibile crescita della domanda. Lo ha evidenziato Alberto Menghi,
del Crpa, il centro ricerche animali di Reggio Emilia, intervenendo ad uno dei molti convegni che si sono
svolti a Cremona. Ma la produzione di latte bio non è stata al passo con l'aumento della domanda e oggi
potrebbero aprirsi opportunità, da valutare comunque con attenzione, per chi volesse dedicarsi a questo
settore.
Il Ttip non piace
In tema di mercati non poteva mancare in occasione della fiera di Cremona, un confronto sulle attese che
gli operatori ripongono sul Ttip, il trattato commerciale fra Usa e Ue, del quale si discute da tempo senza
trovare tuttavia un punto di mediazione che consenta di concludere un accordo operativo.
A questo tema è stato dedicato un incontro per presentare i dati emersi dalla ricerca presentata da Renato
Mannheimer di Eumetra Monterosa e Luigi Pastorelli dello Schult’z Risk Centre. Ne è emerso che il 61%
degli allevatori e agricoltori interpellati ritengono che il Ttip non apporterebbe nessun vantaggio.
Il suino garantito
Già da alcune edizioni la fiera di Cremona ha allargato il suo campo di interesse dal latte a tutti i settori
della zootecnia, con particolare attenzione alla suinicoltura, alla quale è dedicato il salone “Italpig”. Qui è
stato presentato il “Consorzio di Garanzia del Suino italiano”, che si propone di valorizzare il suino nato e
allevato in Italia.
Un'iniziativa che ha saputo raccogliere il consenso di tutte le Organizzazioni professionali, Coldiretti,
Confagricoltura, Cia e Copagri oltre che dell'Anas, l'associazione dei suinicoltori che fa capo ad Aia. Positivo
poi il giudizio espresso dagli industriali delle carni raccolti in Assica. Ambiziosi gli obiettivi, con un marchio
che caratterizzerà il nuovo ente di tutela e che certificherà la qualità dell’intero processo produttivo.
Leadership cremonese
Molti altri gli incontri, i convegni, i seminari e i work shop che hanno animato la tre giorni cremonese, al cui
interno hanno trovato spazio iniziative tematiche come il Milk Village, il Bio Village e il Techno Village.
Insieme alla presenza di 20 delegazioni di operatori stranieri e alla partecipazione di oltre 60mila visitatori,
queste iniziative hanno contribuito nel collocare la fiera zootecnica di Cremona fra le tre più importanti
manifestazioni mondiali dedicate a questo settore.
Una leadership confermata dalle parole del ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina che
intervenendo a Cremona ha dichiarato “la volontà del Governo a lavorare insieme affinché questo contesto
diventi sempre più internazionale grazie all'intreccio di nuove relazioni con l'Europa e col mondo”.
Il terremoto
Non poteva mancare un riferimento ai problemi che gli allevatori delle zone terremotate stanno
affrontando in questi giorni.
A questo proposito il ministro Martina ha scelto l'occasione della fiera di Cremona per annunciare
lo stanziamento di 31 milioni di euro a favore del settore zootecnico, attraverso l’utilizzo di 21 milioni di
euro provenienti dall’ultimo intervento europeo per contrastare la crisi del latte e ulteriori 10 milioni di
risorse nazionali.