sui nuovi cammini dello spirito sui nuovi cammini dello spirito

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sui nuovi cammini dello spirito sui nuovi cammini dello spirito
per la Verità e per la Vita Bollettino Interparrocchiale - N° 4 - Marzo 2010 •
Dir. Responsabile: Don A. Gandolfo - Redaz. Sac. Giorgio Pepino - Pubbl. Aut. dal
Trib. di Cuneo 31 gennaio 1954 - n° 78 - “Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/CN” - Tip. Subalpina s.n.c. - Corso Gramsci, 18/C - Tel. 0171.692077 - CUNEO
SUI
UI
S
NUOVI CAMMINI
CAMMINI DELLO
DELLO SPIRITO
SPIRITO
NUOVI
I N T E R V I S TA
A DON MARIO LUSEK,
D I R E T TO R E N A Z I O N A L E D E L L A PA S TO R A L E D E L T U R I S M O
«L’uomo di oggi sta riscoprendo in maniera costante identità sociale e di autorealizzazione, di qualità, di
la necessità di un cammino, di una meta, di un coinvolgimento e di immersione nella realtà socioincontro che possa soddisfare la sua ricerca di verità. culturale e ambientale che si visita. E sullo sfondo
E la trova in luoghi segnati da un
ricordo, da un incontro, da una
presenza che non ti lascia più
come prima». Così don Mario
Lusek, direttore dell'Ufficio nazionale Cei per la pastorale del tempo
libero, turismo e sport, traccia
l'identikit del turista-pellegrino del
terzo millennio. È l'anima del turismo religioso, una definizione che
comprende proposte e approcci
diversi: dal pellegrinaggio all'ospitalità nelle foresterie, dai viaggi di
studio e solidarietà al "tuffo" nella
rete di cattedrali e musei ecclesiastici, dalle feste patronali alle iniziative d'accoglienza per i visitaSantuario di S. Giovanni Nepomuceno - Zdar - Repubblica Ceca
tori.
c'è il bisogno di sempre che emerge soprattutto nei
Don Lusek, secondo le ultime indagini, il turismo momenti di disorientamento: quello del sacro.
religioso è in crescita. Da cosa nasce questa spinta? Infatti nel turismo si evidenzia come stia crescendo
Oggi al turismo è chiesto di soddisfare i bisogni più il sentimento del sacro. E questo sentimento va
veri e caratteristici del nuovo secolo: i bisogni di accompagnato.
2
È cambiato il volto del pellegrino?
Il pellegrino moderno segue le orme dell'antico: si
riappropria di una modalità di incontro con Dio che
lo mette in strada, cioè in ricerca. Riscopre la sua
minorità recuperando i valori ad essa connessi: la
sobrietà, la semplicità, l'essenzialità, il gusto di
incontrarsi. E poi il raccontare, il pregare, il contemplare.
con la bellezza può diventare il colpo del dardo che
ferisce l'anima e in questo modo le apre gli occhi».
Un fenomeno che si sta diffondendo è quello dei
soggiorni nei monasteri. Come spiegare il fascino
dei luoghi di silenzio?
"Fare eremo" è ormai entrato nel linguaggio della
spiritualità ed è un'esperienza che incide nel profondo. Affermano i vescovi che i monasteri anche per
Il viaggio con mille comfort, però, non ha sostituito l'uomo disincantato di questo nostro tempo veicolal'esperienza del cammino a piedi.
no il passaggio dal mondo visibile al mondo invisibiDalla nascita alla morte, la condizione di ciascuno di le e comunicano i valori eterni.
noi è quella peculiare dell'homo viator, vale a dire di
ascesi operosa, cambiamento, vigilanza sulla propria Poi ci sono i viaggi missionari. Come considerarli?
fragilità, preparazione interiore alla riforma del Il viaggio più difficile è l’incontro con l'altro, sopratcuore.
tutto con colui che è diverso per tradizioni, lingua e
L'homo viator è curioso. La voglia di conoscere è propria di chi
cerca la soluzione dell'enigma della vita.
Così il viaggio diventa
simbolo del cammino
più intimo dell'uomo, il
viaggio nella vita fino al
suo ultimo approdo.
Accanto alle mete "tradizionali",
esistono
oggi nuovi percorsi?
Certamente. Si stanno
riscoprendo i cosiddetti
"santuari minori" dove
l'aggettivo "minore" è
inteso come fuori degli
abituali circuiti di itinerari ben consolidati.
Queste località sviluppano due nuovi concetti: il territorio come dimora,
casa comune e spazio sociale; e la ricettività come
ospitalità.
stili di vita. L'esperienza missionaria e del viaggio
nei luoghi di missioni è una vera palestra di multiculturalità, favorisce la comprensione reciproca e fa
del ritorno a casa l'inizio di un altro viaggio: quello
Altra "meta" è il patrimonio storico-artistico che più interiore del cambiamento.
racconta la fede e continua a parlare all'anima.
Cattedrali, santuari, monasteri, eremi, musei eccle- Un aspetto significativo del pellegrinaggio è la consiastici, ma anche foresterie o case per ferie sono divisione con persone meno tutelate o disabili. Così
essenzialmente una risorsa pastorale e come tale va il turismo si apre alla fragilità.
valorizzata. La "via della bellezza" è la strada mae- La tradizione della Chiesa è grande e consolidata in
stra. E ancora oggi, all'homo viator, la Chiesa offre, questo campo. Da sempre ha manifestato attenzione
attraverso l'arte, immagini, ambienti, produzioni per i più deboli e gli ammalati. La lunga storia dei
musicali, opere letterarie, tradizioni, spazi di senso e pellegrinaggi per ammalati e disabili ai maggiori sandi significato, occasioni di preghiera, percorsi di tuari racconta la condivisione della comunità cristiaricerca e di memoria viva. Joseph Ratzinger, quando na. In quest'ottica il santuario diventa anche il luogo
era ancora cardinale, sottolineava che «l'incontro della solidarietà, il campo dove si coltiva la speranza.
3
L''EETTIICCA
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4. VIAG G I I N PA ES I S T RANIE RI
Pubblichiamo alcuni principi della Dichiarazione
votata nell'Assemblea generale delle Associazioni
Quando siamo ospiti in paesi stranieri dobbiamo
alpinistiche, tenutasi il 10 ottobre scorso a Innsbruck sempre comportarci con rispetto e cortesia.
(Austria).
Dobbiamo mostrare considerazione per la popolazione locale e la sua cultura: sono i nostri ospitanti.
1 . R E SP O N S A B I L I T À P E R S ON A L E
Gli alpinisti e gli arrampicatori praticano il loro
5 . RE SP O N SA B I L I T À D E L LE G U I D E E
sport in ambienti nei quali vi è il rischio di incidenti DE GL I ACC OM PAG NAT O RI
e dove un soccorso può non essere disponibile. Con
Le guide alpine professionali, gli accompagnatori
questo principio in mente si impegnano in questa
e
i
componenti dei gruppi devono comprendere i
attività a loro rischio e sono responsabili della loro
sicurezza. Le azioni dei singolo non devono mettere ruoli reciproci e rispettare i diritti di altri gruppi o
in pericolo altre persone né danneggiare l'ambiente. individui.
6 . EM E RG E N Z E
2 . SP I R I T O D I GR U P P O
Tutti i partecipanti alle attività di montagna devoI componenti di un gruppo devono essere preparati ad accettare compromessi fra i bisogni e le capa- no chiaramente comprendere i rischi e i pericoli e il
cità di tutto il gruppo. La scalata avrà certamente bisogno di avere adeguate capacità, conoscenze ed
maggior successo quando i componenti si aiutano e equipaggiamento. Devono essere pronti ad aiutare
gli altri in caso di emergenze o di incidente.
incoraggiano a vicenda.
3 . C O M U N I T À A L P I NI S T I C A
7 . A C C E S S O E PR O T E Z I O N E
Ogni persona che incontriamo in montagna o in
Crediamo che la libertà di accedere a montagne e
parete merita la stessa misura di rispetto.
pareti in modo responsabile sia un diritto fondaAnche in luoghi isolati o in situazioni di stress mentale. Dobbiamo praticare sempre le nostre attidobbiamo sempre trattare gli altri come vorremmo vità in modo sensibile all'ambiente ed essere attivi
essere trattati noi stessi.
nel conservare la
natura e il paesaggio. Dobbiamo
rispettare sempre
le limitazioni di
accesso concordate fra alpinisti,
autorità locali e
organizzazioni per
la protezione dell'ambiente e delle
persone.
8 . ST I L E
Si incrociano tracce della lepre bianca, della martora e della volpe
La qualità dell’esperienza vissuta
e il modo in cui
risolviamo i problemi della salita
contano più del
successo.
4
UNO
NO
U
SCANDALO CHE
CHE EMERGE
EMERGE
SCANDALO
Mentre le Associazioni che sostengono i bambini per denunciare l'ipocrisia delle proteste per la pagie le famiglie dei portatori di handicap si preparava- na su Facebook, ha inviato ai giornali la lettera aperno alla Giornata Mondiale dei Down, ci siamo trova- ta che qui trascriviamo.
ti in una situazione che ci ha fatto ritornare ai tempi
della pazzia di Hitler che aveva deciso di sterminare
gli handicappati, gli zingari, gli omosessuali, gli ebrei
Caro Direttore,
e gli oppositori politici.
tutti, ma proprio tutti, di destra e di sinistra,
Una vergognosa pagina di Facebook offriva lo
laici e cattolici, sono insorti stracciandosi le vesti
spunto per credere normale l’esclusione sociale delle
alla notizia del sito shock di Facebook
persone affette dalla trisomia 21 (sindrome down) e,
«Giochiamo al tiro a segno con i bambini
quindi, la loro eliminazione con lo slogan
Down». Possibile che a nessuno sia passato per
“Giochiamo al tiro al bersaglio con i bambini
la mente che il tiro a segno lo si fa già, e non per
down”.
Il fatto ha suscitato un vasto coro di proteste, al
gioco, con i test genetici prenatali? Che altro
punto che la Polizia Postale ha oscurato la pagina
scopo hanno l’amniocentesi o l'analisi dei villi
incriminata. E' scesa in campo anche la
coriali se non quello di stanare il bambino
Magistratura.
"diverso" ed eliminarlo prima che possa creare
Qualcuno ha osservato che il tentativo di togliere
fastidio? Duole dirlo, ma gli sciagurati autori
dalla coscienza il 5° Comandamento - non uccidere del sito di Facebook non solo hanno messo a
è più grave dell'eliminazione del 7° - non rubare perchè con il furto si toglie qualcosa a qualcuno ma,
nudo una realtà che si compie ogni giorno nel
se si toglie la vita si toglie quanto ciascuno ha di più
silenzio asettico dei nostri ospedali ma hanno
sacro e inviolabile.
anche fatto emergere, in tutta la sua insopportaNeppure a una mamma, che scopre di portare in
bile volgarità l'ipocrisia imperante.
seno un bimbo "difettoso" (down), è lecito eliminarP.B.
lo uccidendolo.
Dall'Universita di Padova, il sig. Piero Benvenuti,
La poderosa cupoletta (16 cm d’acciaio) di un fortino “Maginot” rimasto da montare il 10/6/1940
5
S.ANNA
NNA DI
DI V
VINADIO
INADIO::
S.A
STORIA - CULTO
CULTO - RADICI
RADICI
STORIA
D ALLE
RICERCHE STORICHE DI
M ONS . A.M. R IBERI • 1848-1870
Un'opera grandiosa e molto utile fu il progetto
fatto nel 1848 di costruire un ricovero organico e ben
sistemato per i pellegrini. Esso doveva constare di
due cortili non contigui e rettangolari, fabbricati a tre
lati, lasciando libero il quarto lato più solatio ed aperto. Una parte del progetto fu eseguita nel 1848-49; si
fecero cioè due ale di fabbricazione che, con la terza
formata dalla chiesa, completano uno dei cortili progettati. Il secondo cortile sarebbe stato chiuso da tre
fabbricati analoghi eretti sul ripiano posto dietro al
Santuario, che si innalza di pochi metri sul livello precedente. È un'area bella, occupata recentemente da
un quartiere militare. L'esecuzione di quei progetti e
di tante migliorie desiderate fu impedita da un complesso di circostanze avverse, che vedremo successivamente. Il forte di Vinadio, che non fu mai un forte
e bello arnese di guerra, diede sempre qualche disturbo al paese e al Santuario, perché le frequenti manovre, gli esercizi di tiro, la presenza di tanti soldati
inceppavano alquanto il movimento dei pellegrini.
Nel 1862 il forte ebbe una popolazione straordinaria.
Garibaldi, radunati i suoi in Sicilia, muoveva contro Roma, ma Napoleone III, che temeva una forte
scossa al suo trono vacillante, imponeva che quella
mossa fosse sventata. Perciò un corpo di esercito fu
mandato contro Garibaldi e lo si fermò ad
Aspromonte in Calabria; mille garibaldini furono portati prigionieri a Vinadio nel settembre 1862.
Arrivarono stanchi, mal vestiti e mal nutriti, con la
stizza in cuore del piano fallito e diedero occasione
alle popolazioni nostre di far loro della carità. Stettero
prigionieri 24 giorni, poi furono liberati: i più pericolosi accompagnati a domicilio, gli altri lasciati uscire
alla spicciolata, pochi per giorno fino al 7 novembre.
Non si potè impedire il seguente fattaccio.
Alcuni garibaldini avvinazzati urlando e bestemmiando entrarono nella chiesa parrocchiale di S.
Donato in Demonte, strapparono arredi, guastarono
altari profanarono il S. Tabernacolo sacrilegamente.
Il parroco D. Giov. Antonio Isoardo avvertito
entrò spaventato in chiesa e quando vide quello
scempio e quel sacrilegio, svenne per il dolore e morì
la sera stessa: 21 settembre 1862. Era forte e giovane
ancora (aveva soltanto 47 anni), ma per la fede che lo
animava e l'amore che portava a Gesù non potè resistere a quello strazio. Almeno la sua morte preziosa
sarà servita da riparazione al sacrilegio e da impetrazione per i sacrileghi! Intanto ricordiamo l'esempio
di D. Isoardo!
Lo spirito laicizzatore, che accompagnò gran parte
della rivoluzione italiana dopo il 1848, promosse il
regio decreto 28 luglio 1850, che tolse l’autonomia al
Santuario e ne fuse la contabilità con la
Congregazione di carità di Vinadio, di cui il Santuario
diventava un’appendice. Questa fusione si mostrò in
seguito molto dannosa. Accaddero poi disgrazie
varie, che turbarono l’equilibrio del bilancio. Il 29
settembre 1869 un incendio, provocato a quanto pare
dal fulmine, bruciò il tetto del Santuario e alcune
parti dell'annesso fabbricato. Sembra che il Santuario
allora non avesse la volta sulle tre navate, ma solo sul
presbiterio e sugli altari; altrove il tetto era mascherato da un tavolato.
Ora si vide il bisogno di costruire la volta, ma per
quell'anno 1869 non fu possibile fare più che il semplice restauro del tetto.
L'anno seguente si fecero molte consultazioni sulla
costruzione della volta, che doveva essere solida e leggera, perché i muri assai spessi, ma legati in parte con
sola malta di argilla, non hanno molta forza portante.
Si trovò una buona soluzione: nel primo canalone che
s'incontra per la via della Bravaria e che dà sfogo
all’acqua del lago c'era un bel deposito d'argilla; questa fu impastata e ridotta in mattoni, che vennero
cotti in tre fornaci precarie sul piazzale del Santuario.
Con quei mattoni furono fatte le volte nel 1870 e
negli anni seguenti.
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È SEMPLICE
SEMPLICE STARE
STARE DALLA
DALLA PARTE
PARTE GIUSTA
GIUSTA
È
Amare la vita umana, difenderla, sostenerla comunque e sempre - accoglierla e rispettarla è la
cosa più semplice di questo mondo. E viene naturale.
E' naturale e umano proteggere chi è piccolo e fragile, aiutare chi è in pericolo, consolare chi soffre. È
naturale e umano dar da mangiare e da bere a chi non
può provvedere da solo. Innaturale e terribile è invece l’idea di negare la vita di chiunque o anche solo di
abbandonarla nella debolezza e nelle difficoltà.
II
Amare la vita è semplice. Infatti sono le persone
semplici che lo sanno fare meglio. Quei semplici che
sono tali perché hanno colto e conservano il senso di
una verità basilare: ogni essere umano è "degno" e
nessuna vita - mai - è padrona di un'altra vita.
Quando le cose sono così chiare, è facile capire
che cosa è giusto e che cosa è sbagliato.
Chi sta con la vita, chi è per la vita non la ferisce
mai e mai arbitrariamente la finisce.
BAMBINI E
E LA
LA FAMIGLIA
FAMIGLIA
BAMBINI
Si parla di “diritti” dei bambini, si racconta di
guai provocati da ragazzini e da adolescenti che sono
"annoiati" e per questo rubano, danneggiano, feriscono, incendiano.
Promuovere e difendere i diritti dell’infanzia
significa promuovere e difendere la famiglia.
Non c’è dono e aiuto più grande per un bambino
che essere amato da una mamma e da un papà e,
quindi, abitare e crescere in una famiglia unita e stabile, aperta alla vita e all’accoglienza reciproca.
Per la Chiesa - da sempre - la famiglia fondata sul
matrimonio fra uomo e donna è l'aiuto più grande
che si possa offrire ai bambini e alla crescita della
loro personalità e identità. Le figure paterna e
materna si completano a vicenda.
GRAZIE
RAZIE
G
Nella società, dove tutto è relativo e provvisorio
moralmente, anche separazione e divorzio non sono
senza conseguenze per i bambini, perchè la figura
paterna e quella materna sono complementari in
qualsiasi progetto educativo.
Ecco perchè i genitori non devono mai perdere di
vista le ragioni profonde e il sacramento del loro
patto coniugale rinsaldandolo con l'ascolto della
Parola di Dio, la preghiera, il dialogo costante, l'accoglienza reciproca e il perdono vicendevole.
Difendere e sostenere la tenuta del matrimonio, non
è soltanto una questione di Chiesa, ma rappresenta
un valore profondamente sociale: là dove le famiglie
svolgono al meglio i propri compiti educativi, è l'intera società a beneficiarne.
CON RICONOSCENZA
RICONOSCENZA
CON
A mons. Vescovo che ci incoraggia, a tutti coloro
che ci aiutano e ci sostengono con la loro preghiera,
con la loro testimonianza di vita, con il loro lavoro,
le loro capacità professionali, i loro contributi in
denaro.
Grazie alle Ditte che prestano la loro opera tecnica al minor costo possibile per trasformare e rendere
nuovamente abitabile la casa s. Gioachino, per riparare i danni lasciati in eredità dall'inverno e per risolvere gli imprevisti.
Grazie ai nostri volontari giovani e meno giovani,
che rendono possibili tutte le attività estive in un
clima di serenità e di festa in gruppo multietnico.
Grazie al gruppo di volontari che si impegna ad
aiutare spiritualmente e a ristorare i pellegrini che
salgono a piedi durante la notte dei sabati.
Grazie a don Giorgio, a don Beppe e a tutti i
sacerdoti che si alternano nel servizio della liturgia e
dei sacramenti, grazie alle suore che si occupano dell'accoglienza e della chiesa.
Grazie a tutti coloro ai quali non è più possibile
salire per l'età o la malattia, ma che ci sono ugualmente vicini. A loro va il nostro ricordo nella preghiera.
7
DA
SAPERSI
“FAR
AR
“F
DIRE UNA
UNA MESSA
MESSA”
”
DIRE
Il sacrificio dell'Eucaristia è offerto per tutti. La
Chiesa permette ai fedeli di unirsi più strettamente al
sacrificio della messa per mezzo di un’intenzione particolare affidata al celebrante, al quale si è da sempre
riconosciuta la possibilità di unire quest'intenzione
particolare all’intenzione generale.
Intenzioni: La messa può essere chiesta per ringraziare, per un defunto, per un malato o per una persona in difficoltà, per un’intenzione particolare.
sistenza del clero, la vita della Chiesa. Questa pratica
è all'origine di un'offerta per la messa. Già in uso nell’ottavo secolo, ha le sue radici nell'Antico
Testamento: il sacerdote riceveva una parte dei sacrifici offerti a Dio. Il sacerdote deve sempre poter vivere “dell'altare”. La vita materiale della Chiesa e del
suo clero riposa su questa contribuzione volontaria
dei fedeli.
Dunque, si parla di offerta e non bisogna ingannarsi. C'è un'offerta fatta alla chiesa per la sussistenza
Offerte: La messa non ha prezzo, ma, fin dalle ori- del suo clero, ma non è l’offerta a fare la messa, pergini, i fedeli hanno voluto partecipare all’Eucaristia ché nell’Eucaristia non c'é altra offerta che quella del
per mezzo di offerte in natura o in denaro. Queste sacrificio di Cristo a suo Padre, al quale si aggiunge
erano destinate ad assicurare le spese del culto, la sus- l'offerta di tutta la Chiesa.
LA
A
L
TENEREZZA DI
DI
TENEREZZA
DIO
IO
D
semplicemente fare lo stesso quando vi troverete a
contatto con gli altri. Niente di più, niente di meno.
Il Signore non è venuto a portarci un messaggio, a dire belle parole. Ha detto: “Guardate me,
Quando noi pensiamo a Dio riusciamo con molta mettete i piedi dove vanno messi, ripetete agli
fatica a focalizzare un'immagine. Chissà come sarà? altri quello che io vi ho detto. Con la vostra vita
Non bisogna mai parlare di
fatevi miei portavoce.
Dio con faciloneria, perché
Raccontate agli uomini la
non è così semplice. Se noi
tenerezza di Dio rivelataimmaginiamo il volto di
si in Gesù Cristo. Tutte le
Dio in controluce con quelaltre cose sono assolutalo di Cristo, tutto diventa
mente secondarie”.
più facile. Gesù guarda i
Dio ci vuole veramensuoi discepoli turbati, conte bene e noi cristiani
fusi dalle parole d'addio,
dovremmo trasferire queche ha rivolto loro alla
sto messaggio alle persone
vigilia della sua passione e
con le quali veniamo in
della sua morte. Li vede
contatto. Noi siamo cristiaturbati e dice a loro una
ni per dire agli uomini che
cosa estremamente sempliDio vuole loro bene, che
ce: "Credete in Dio e creDio li ama. E per far loro
dete anche in me”. Cioé:
vedere in che cosa consiste
fidatevi di Dio e fidatevi
questo amore.
anche di me.
Questa è la nostra misGuardate quel che ho
sione e anche quello che
fatto per voi. Voi dovete
rende serena la nostra vita.
"Il Signore tuo Dio ti ha portato, come un padre
porta il proprio figlio, per tutto il cammino che
hai fatto”
Dt. 1,31b
8
ALLA
LLA
A
FINE DEL
DEL VIAGGIO
VIAGGIO
FINE
HAI TROVATO
TROVATO TE
TE STESSO
STESSO
HAI
Il pellegrinaggio è un momento di gioia anche se dei figli e scoprono di non essere soli e che esiste la
di fatica; non è “turismo religioso” ma il suo valore è possibilità di valorizzare, offrendo, ciò che li tormenta.
l'itinerario dello spirito: è una cosa interiore, spirituaOggi siamo in tempo di crisi, si taglia il superle, è viaggiare per raggiungere la meta.
fluo, si riflette di più e si scopre quanto grande sia la
Viviamo in una società del benessere, consumisti- forza della preghiera con le certezze che offre. Il pelca, dove l'uomo è distratto da mille preoccupazioni e legrinaggio è la migliore manifestazione della volonda mille attrazioni. Ora c’è la “crisi”. La gente non sa tà di alzarsi e di camminare spediti verso Qualcuno
più dove va e perchè vive, sente insoddisfazione, paura che ci ha provocato lungo il percorso.
e vuoto interiore. Cerca di ritrovare se stessa. Ecco
Arrivati alla meta, ripreso fiato soprattutto se si è
l'occasione per sostare nella sua corsa frenetica.
arrivati a piedi, c’è spazio per dare concretezza alla
Il pellegrinaggio, soprattutto se fatto in gruppo, dà
l'occasione di pensare, di dialogare con gli altri, di
creare comunità. Partecipano persone che da tempo
non vanno in chiesa e qui trovano l’occasione di rivedere le proprie posizioni con l’aiuto e 1’esperienza di
chi cammina con loro. Altri portano un peso che sembra insopportabile per problemi di salute, di famiglia,
volontà maturata lungo il viaggio. Anche presso il
nostro Santuario viene spontaneo purificarsi per
riconciliarsi con Dio e con i fratelli attraverso i sacramenti della Riconciliazione e dell'Eucaristia. Così
come da secoli, si mettono nelle mani di sant'Anna,
mediatrice presso Dio, i problemi e le necessità personali, della famiglia, del mondo.
Gruppo di volontari con le «Regine delle Alpi»
“BREVISSIME” DAI MONTI
• La prima neve dell’inverno è caduta sabato 13 settembre.
• I ponteggi, montati per i lavori di S. Gioachino,
sono tolti nei primi tre giorni di ottobre.
• Il 9 e il 10 ottobre si smonta il montacarichi e lo si porta a valle.
Lavori in corso... Ora quasi terminati!
• Gli ultimi pellegrini salgono a S. Anna l’11 ottobre.
• 12 ottobre: chiusura definitiva del Santuario.
• Seconda nevicata: 19 ottobre. Abbiamo chiuso tutto e siamo partiti in tempo!
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in d’or
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• Nelle vacanze natalizie: circa un metro di neve e tante orme e segni di passaggio.
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• In febbraio la lettura dei nivometri ci dice che siamo vicini ai due metri.
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a tutti!
• Domenica 7 marzo: metri 3,40 e 12 gradi sotto zero.
Numero telefonico del Santuario 0171.95 91 25
sito internet http://www.santuariosantanna.it e-mail: [email protected]
Per qualsiasi versamento a favore del Santuario: C.C. Postale Nº 11534120 intestato SANTUARIO S. ANNA DI VINADIO CN