Lingue SAE Lingue Sud Est asiatico `Binomials` Natural coord

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Lingue SAE Lingue Sud Est asiatico `Binomials` Natural coord
Lingue SAE
Lingue Sud
Est asiatico
‘Binomials’
Natural coord. Accidental
coord.
Composti
Accidental
coord.
Natural coord.
SAE
East and
South-East
Asia
Hyponomy
morphology
compounds
(accidental coord.)
syntax
Hyperonymy
compounds
(natural coord.)
mophology
syntax
Indian English
wife-children (family)
father-mother (parents)
(Wälchli 2005)
Tok Pisin:
graslip
grass leaves / ‘kindling’
mitpis
meat fish / ‘viands’
ritrait
reading writing / ‘skills learnt at school’
lekhan
legs hand / ‘limbs’
(Mühlhäusler 2004)
Ancient Greek
ART night.day / ‘lapse of 24 hours’
vs.
doctor.diviner / ‘doctor diviner’
Area linguistica (o Sprachbund):
regione geografica in cui alcuni tratti linguistici si sono propagati a seguito di una
profonda contaminazione interlinguistica, cioè a seguito del contatto tra le lingue che
in essa sono parlate. In altri termini, è una regione in cui le lingue hanno sviluppato
tratti comuni solo per il fatto di essere fisicamente contigue
Condizioni necessarie (ma non sufficienti):
a) presenza di più lingue nel medesimo contesto geografico
b) appartenenza di tali lingue a famiglie diverse o, al limite, a rami diversi di una
stessa famiglia linguistica
c) presenza di tratti linguistici da esse condivisi
d) assenza di barriere naturali
e) attestazioni di movimenti di popoli di vaste proporzioni e conseguente creazione
di aree bilingui o plurilingui
Solo la storia può in ultima analisi suffragare o smentire l’esistenza di un'area
linguistica: non si può prevedere la formazione di un’area linguistica contro l’evidenza
della storia. Al contrario è del tutto plausibile che l’evidenza storica non si trasformi
in evidenza linguistica: un’area linguistica deve essere prima di tutto un’area culturale
e storica. Ma non è detto che un’area storico-culturale si trasformi automaticamente
in un’area linguistica.
Propagazione del mutamento linguistico
Area relitto
Area di transizione
Area focale
Area linguistica balcanica
Lingue interessate:
Neogreco (famiglia indoeuropea, ramo greco)
Albanese (famiglia indoeuropea, ramo albanese)
Serbo-croato, Sloveno, Bulgaro, Macedone (famiglia indoeuropea, ramo slavo,
sottogruppo meridionale)
Rumeno (lingua indoeuropea, ramo romanzo)
Turco di Turchia (famiglia altaica, ramo turco)
Ungherese (famiglia ugro-finnica)
Tratti condivisi (detti balcanismi):
N.B. non sono i singoli tratti a caratterizzare peculiarmente le lingue dei Balcani
(essi, se considerati singolarmente, hanno una diffusione interlinguistica molto più
ampia), ma è la loro correlazione ad esibire un carattere tipologicamente inusuale.
i. sistema vocalico neogreco, articolato su cinque fonemi vocalici (/i/, /u/, /e/, /o/, /a/),
a cui buona parte dei sistemi vocalici balcanici tendono a conformarsi;
ii. sincretismo tra i casi genitivo e dativo: la tendenza largamente prevalente è quella
a far confluire nel genitivo le funzioni precedentemente esercitate dal dativo (ad es.
neogreco to biblío tu Giáni ‘il libro di Gianni’ e to éd se tu Giáni ‘lo diede a Gianni’,
in cui il genitivo tu Giáni svolge nella seconda frase la funzione di dativo);
iii. formazione dei numerali da 11 a 19, che prevede una matrice ‘numero +
preposizione su + dieci’: es. bulgaro edin-na-deset ‘undici’, ma lett. ‘uno-su-dieci ’,
dva-na-deset ‘dodici’, ma lett. ‘due-su-dieci ’;
iv. formazione di un futuro perifrastico:
modello 'voglio' + INFINITO PRESENTE: es. neogreco thél légein ‘dirò’,
ma lett. ‘voglio dire’; bulgaro es. šta pisa ‘scriverò’, ma lett. ‘voglio scrivere’
e serbocroato (sutra u pisati ‘domani scriverò’, ma lett. ‘domani
voglio scrivere’).
modello 'vuole' + CONGIUNZIONE + CONGIUNTIVO: es. varietà tosca
dell’albanese do të punoj ‘lavorerò’, ma lett. ‘vuole affinché io lavori’.
modello 'avere' + INFINITO: es. varietà ghega dell’albanese kam me shkrue
‘scriverò’, ma lett. ‘ho (da) scrivere’;
v. perdita dell’infinito, sostituito da proposizioni finite di natura finale, consecutiva o
dichiarativa (es. neogreco thél na p ‘voglio dire’, ma lett. ‘voglio affinché io dica’;
albanese bëri që flë ‘finse di dormire’, ma lett. ‘finse che dormiva’; rumeno se preface
c plânge ‘finse di piangere’, ma lett. ‘finse che piange’);
vi. postposizione dell’articolo definito: es. bulgaro kráva ‘mucca’ > krávata ‘la mucca,
albanese shok ‘compagno’ > shoku ‘il compagno’
Principio organizzativo soggiacente
1a ipotesi: i tratti indicati sopra sarebbero l’effetto dell’azione delle antiche lingue
di sostrato attestate nella penisola balcanica;
2a ipotesi: i tratti indicati sopra sarebbero l’effetto essenzialmente all’azione del
greco (bizantino e medievale).
3a ipotesi (la più plausibile): è necessario abbandonare l’idea di poter dare una
spiegazione univoca e unitaria dell’intero complesso dei balcanismi; essi cioè non
sarebbero da intendersi come prodotto di un unico centro di irradiazione ma,
piuttosto, come il risultato dell’azione simultanea di più spinte propulsive.
Ad esempio, l'affermazione del futuro perifrastico e la perdita dell'infinito sarebbero
da attribuire alla forza di attrazione del greco (soprattutto bizantino e medievale),
mentre la formazione dei numerali locativali pare un fenomeno originariamente slavo.
Area linguistica di Carlo Magno
Lingue interessate (seppur a livelli diversi):
Famiglia indoeuropea
Lingue germaniche (soprattutto tedesco, nederlandese e
inglese)
Lingue romanze (soprattutto francese e la varietà
settentrionale dell'italiano)
Lingue slave
Greco e Albanese
Lingue celtiche
Lingue baltiche
Famiglia afroasiatica
Maltese
Famiglia ugro-finnica
Ungherese, Finnico
Famiglia altaica
Turco di Turchia
Calmucco
Basco
Tratti condivisi (Standard Average European):
N.B. non sono i singoli tratti a caratterizzare peculiarmente le lingue d’Europa (essi,
se considerati singolarmente, hanno una diffusione interlinguistica molto più ampia),
ma è la loro correlazione ad esibire un carattere tipologicamente inusuale.
i. Somiglianze lessicali
cfr. Leopardi, Zibaldone, 1821: “da qualche tempo tutte le lingue colte d’Europa hanno
un buon numero di voci comuni [...] le stesse in tute le lingue colte, eccetto piccole
modificazioni particolari, per lo più nella desinenza”
ii. Ordine dei costituenti maggiori della frase indipendente assertiva relativamente
rigido e di tipo SVO.
iii. Presenza di preposizioni e di genitivi postnominali.
iv. Uso di “avere” ed “essere” come ausiliari nella formazione di alcuni tempi verbali
complessi
es.
italiano: passato prossimo ieri ho camminato per tre ore, futuro anteriore ormai Luca
sarà già arrivato; francese: passé composé ils sont partis ‘essi sono partiti’,
plus-que-parfait ils avaient pris leur décision ‘essi avevano preso la loro decisione’.
v. Presenza simultanea di articoli definiti e indefiniti
francese le héros ‘l’eroe’, l’université ‘l’università’, les arbres ‘gli alberi’; un garçon
‘un ragazzo’, une fille ‘una ragazza’, des journaux ‘dei giornali’;
inglese the dog ‘il cane’, a cat ‘un gatto’.