PENSIERO DI DON UMBERTO SULLA FAMIGLIA Oggi festa della

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PENSIERO DI DON UMBERTO SULLA FAMIGLIA Oggi festa della
PENSIERO DI DON UMBERTO
SULLA FAMIGLIA
Oggi festa della Sacra Famiglia, di Nazaret, ricordiamo intorno alla protagonista principale
della Sacra Famiglia, la Madonna. Perché la sacra famiglia subito ci richiama alla mente alla
destinazione, la Madonna, autrice di questa sacra famiglia, per mezzo del Divino Amore, lo Spirito
Santo. C’è il Padre Putativo, S. Giuseppe, ma è come un pio custode come lo canta la Chiesa di
questa sacra famiglia, ed Egli non fa che adempiere una missione affidatagli da Dio benedetto, di
guardare la sua purissima sposa, di custodire Gesù, Figlio di Dio, Figlio di Maria, ed essere il tutore
di questa sacra famiglia, ed anche il provveditore materiale, perché quella di Gesù è la vera
umanità, quella di Maria poi manco a dirlo, la sua lo stesso, cioè una famiglia sacra perché
derivante dallo Spirito Santo, che l’ha formata in Gesù, per mezzo di Maria, ma è una famiglia
umana, in Nazaret noi ammiriamo la divinità di Gesù per fede, ma non la vediamo, vediamo
l’umanità sua, con la quale ha voluto portare in terra la sua divinità per l’insegnamento nostro e per
la salvezza nostra.
E giacché nella Sacra famiglia, come dice la parola stessa, tutto è sacro, può essere simbolo
delle nostre famiglie? Lo deve essere, per aver la pace di Dio, e la provvidenza di Dio, nella
famiglia è necessario che tutte le nostre famiglie si conformino agli intendimenti e al modo di
vivere di questa sacra famiglia dì Nazaret. Noi non facciamo tanto sforzo a capire questo, perché
l’adeguamento, la conformità della nostra famiglia a quella di Nazaret ci viene data per la nostra
fede e per la nostra pratica pietà. Chi di noi infatti, nelle nostre famiglie non ricorda che forse dopo
quello della mamma, il primo nome che abbiamo imparato è quello della Madonna, la nostra
mamma, almeno la mia, ma la vostra, le nostre mamme che ci hanno insegnato, ci hanno innestato,
ci hanno maturato il nome, la devozione alla Madonna, sia pure nel farci baciare un. immagine sua.
Quando piccoli piccoli non sapevamo distinguere che cosa era quell’immagine, ma sentivamo la
mamma che ce lo diceva e lo ripetevamo con gioia infantile, con spontaneità naturale, il nome della
Madonna e la baciavamo quella immagine, istintivamente dando un atto di amore a colei che intellettualmente non conoscevamo, ma che istintivamente sapevamo che era qualche cosa che non
poteva mancare alla nostra formazione in famiglia, alla nostra educazione umana.
Chi di noi non vede come nella famiglia la provvidenza, rappresentata da S. Giuseppe, il
Padre giusto, il Padre santo, ci viene data proprio dal cielo, la salute, il benessere, la prosperità, i
Figli benedetti da Dio. Ecco, questi sposi che voi fate qua il 25° delle vostre nozze, potete dire, ma
la provvidenza si vi è venuta dal vostro lavoro, grazie, la provvidenza non è detto che cade dal
cielo, così come la manna nel deserto agli Ebrei, che fuggivano dall’Egitto, no, ma la provvidenza
ci arriva attraverso la salute, attraverso il benessere della famiglia stessa, attraverso insomma la
benedizione di Dio che si procura nel senso della fiducia in Dio, della preghiera a Dio, della
custodia di questo Gesù nel nostro cuore e in seno alla nostra famiglia, che regni Gesù. La
provvidenza nella benedizione di Dio, la famiglia numerosa è segno di provvidenza, di Dio, perché
la famiglia numerosa obbliga Dio primo e vero Padre nostro a provvedere a quella famiglia che noi
abbiamo costituito nei nostri genitori. Io mi ricordo il mio povero papà, io sono l’undicesimo di
dodici figli, ed eravamo tanto poveri da dover lesinare il pranzo per qualche cosa della cena e
qualche cosa non c’era.
Eppure Papà diceva: ogni figlio di più, la provvidenza di più. Andatelo a dire oggi a qualche
sposetto moderno, che hanno paura pure del primo figlio, perché non si sciupi la madre, e sono
sempre nelle angustie, nelle malattie, e la provvidenza gli manca, anche che siano ricchi, non è la
ricchezza che fa felice, non è la ricchezza di provvidenza, non è una benedizione di Dio, perché non
c’è il senso di Dio, che quando si esclude il protettore, nostro Signore, nostro Creatore, dalla
famiglia stessa, dai sentimenti della nostra famiglia, ma voi capite, quando si presume di far da sé
senza Dio, Dio poveretto, umiliato così com’è, la superbia nostra, dalla inconsiderazione nostra, si
ritira e sta a vedere, vediamo come fate senza di me, si ritira la Madonna, si ritira la benedizione del
Signore, si ritira la provvidenza tipicamente espressa da questa figura santa di lavoratore com’è S.
Giuseppe che per tutta la vita di Nazaret è stato il sostenitore della sacra famiglia, con la forza di
Dio e con la fede in Dio.
Ma Gesù ci insegna ancora, avete inteso or ora leggere dal Vangelo la sua, il suo
nascondimento, la sua dimora nel Tempio di Gerusalemme, sentimento di doveri verso Dio. Lui era
stato chiamato per questo, a dare mostra, a dare esempio di questa consacrazione a Dio, di ognuno
di noi qui, in una famiglia che è nata nel nome santo di Dio. Al punto che in quel momento quando
cioè Dio benedetto in Lui nascosto nella sua umanità, aveva fatto capire che la sua umanità doveva
dare un saggio di adempimento della sua volontà di Dio anche superiore, diciamo così, inaspettato
al sentimento stesso della Madonna, è rimasto al Tempio, provocato secondo la volontà di Dio, che
viveva in Lui, un dispiacere alla Madonna, per tre giorni affannosamente l’ha ricercato e poi
finalmente l’ha ritrovato nel tempio e si è intesa dire la Madonna dopo che l’aveva interrogato: “Ma
perché ci hai fatto questo, ma non vedevi che da tre giorni Ti cercavamo affannosamente?, e allora
Gesù ha risposto: “Ma non sapevate che io mi dovevo dedicare completamente alle cose del Padre
mio?”.
Era la sua un’affermazione di una vocazione soprannaturale, superiore a quella della natura,
superiore a quella della vita di Nazaret, come Figlio dell’uomo, e non come Figlio di Dio. Ed allora
ecco anche a noi, questo pensiero di Gesù, questa attestazione di Gesù, sopra ogni altro seguire la
volontà di Dio, è un grande insegnamento. Noi Sacerdoti, le Suore, questo insegnamento lo capisco
tanto bene, perché sentano, o sentiranno la vocazione che chiama queste poche anime veramente
predilette da Dio a una vita superiore, a consacrarsi completamente, e gli altri non lo capiscono, e
vedono nei Figli la massima parte dell’umanità come Figli solamente coloro che devono di nuovo
procreare la loro generazione, continuare il loro nome. No, se talvolta nelle famiglie veramente
sacre, buone, Religiose un tocco di Dio, una indicazione di Dio che dice, questi Figli sono i nostri,
questo o quella io me la riservo, vedete come il mondo non sa capire, la perfezione di Dio, beata
quella casa che Dio indica e predilige con la chiamata alla vita Religiosa o Sacerdotale, di una figlia
o di un figlio, ma anche nelle famiglie buone questo non si capisce, e c’è da prospettare un avvenire
di un matrimonio, un doveroso avvenire per ogni giovane o d’ogni signorina, allora tutto va bene,
tutto è facile, ma non sia mai, una signorina o un giovane mostra la sua inclinazione alla vita
Religiosa, anche nelle famiglie buone, e praticanti e di Chiesa, si alza tutta una guerra, ed io lo so,
perché la fondazione come sono questi istituti maschili e femminili del Divino Amore, le Suore, i
nostri Sacerdoti, allora si frappongono difficoltà senza fine, anche se ci sono altre Figlie o altri figli
che possono supplire benissimo, ma se il Signore chiama bisogna corrispondere e farne la volontà di
Dio, e i genitori, guai a quei genitori che si opponessero a questa volontà di Dio, nella vocazione di
qualche loro figliolo o qualche loro figliola.
Questo ci dice Gesù quando inaspettatamente, neanche avvisando la Mamma Sua, la
Madonna, rimane a discutere nel tempio coi dottori sulle cose di Dio s’intende e per dedicarsi fin
d’allora esplicitamente, nettamente alle cose di Dio, più che alle cose del mondo. Preghiamo perché
questo senso di sacro sia in tutte le nostre famiglie, questo senso di fede sia nel cuore dei genitori,
che nel cuore dei Figli, questo senso di pietà cristiana rimanga sempre tra noi. Oggi purtroppo la
vocazione religiosa è tanto labile, è tanto sbiadita che più che una educazione religiosa intima, i
ragazzi, i figli, hanno un polverino di educazione religiosa, che non è penetrante e non è persuasivo,
e non forma alla vera vita, seria di pietà quale ogni buon figliolo da genitori cristiani dovrebbe
essere formato. Ma vedete, io non vado mai alla televisione, non ho tempo da perdere, ma ieri sera
passando c’era alla televisione, me lo son voluto segnare, perché è una cosa che m’ha fatto male,
ma così non sono i nostri ragazzi, come quel Giamburrasca di cui facevano ieri sera alla
rappresentazione, uno scapestrato, portato ad esempio di tutta la scolaresca italiana, ma no, le nostre
scolare, i nostri scolari sono tutt’altro che quello scapestrato di Giamburrasca, ma c’è proprio da
mettere in evidenza le birichinate, tutte le burle che fanno ai genitori? Quello è l’esempio dei
ragazzi, quella dice che era una ragazza travestita da ragazzo, da marinaio. Ma vergogniamoci di
certi esempi, alla vigilia della sacra famiglia, quando la Chiesa ci mette davanti Gesù Cristo, Figlio
di famiglia, Figlio di Maria avanti al suo Padre santo, S. Giuseppe, Padre putativo, ma Padre. Ma
abbiamo perso il senso di Dio, abbiamo perso il tempo di Dio, con quelle rappresentazioni, non
facciamo che far perdere a quelli che ancora ce l’hanno, guardiamo in alto Figli cari, noi siamo una
famiglia santa, non solo nelle nostre famiglie, grazie a Dio c’hanno imparato a guardare in alto, sia
pure col nome della Madonna, ce l’ha insegnato la nostra mamma quel nome santo, ci ha insegnato
il nostro papà a fare il segno della Croce.
Allora continuiamo in questa tradizione cristiana, molto più che noi formiamo un’altra
famiglia tanto sacra, tanto cara a Dio, la famiglia dei devoti della Madonna del Divino Amore,
siamo milioni, sparsi per tutto il mondo, riuniamoci in questa fede in Dio, in questa fiducia nella
Madonna, in questa santità di S. Giuseppe. Impegniamoci del senso di Gesù Cristo di adempiere in
tutto e dappertutto la santa volontà di Dio, ciascuno prenda la via che Dio ispira, i genitori devono
essere coloro che coadiuvano i figli a seguire questa via di Dio, per il modo migliore, ossia per la
via ordinaria, per la vita religiosa, i genitori devono essere i cooperatori di Dio, come sono i
cooperatori di Dio nell’azione, nella nascita dei loro figlioli, nella moltiplicazione del genere
umano, ma così devono essere i cooperatori di Dio nella formazione dei loro figli, perché siano
veramente degni di questo nome, Figli di Dio dopo che sono anche i genitori.
E con questa intenzione Figli cari, io proseguo la S. Messa, ma prima di proseguire la S.
Messa pregando per tutti noi, per tutte le vostre famiglie, per tutta la nostra famiglia sacra dei devoti
della Madonna, per tutta la mia famiglia delle opere del Santuario, prima di proseguire pregando
così fervorosamente mi rivolgo agli sposi che fanno il 25°, benedico di nuovo l’anello nuziale come
un rinsaldamento sempre più affettuoso e sano della loro vita di amore della santa famiglia loro, e
benedicendoli perché proseguano nella loro vita di famiglia buona e santa e devota della Madonna,
che siano sempre più benedetti da Dio, essi e tutte le nostre famiglie.
Dalla Meditazione del Rev.mo Padre Don Umberto Terenzi
ai fedeli in santuario nella Festa della Sacra Famiglia 10-1-65