Giochi d`azzardo on-line Sos dell`Ue ai cittadini
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Giochi d`azzardo on-line Sos dell`Ue ai cittadini
10 Attualità IL PICCOLO DOMENICA 3 APRILE 2011 Giochi d’azzardo on-line Sos dell’Ue ai cittadini L’esperto avverte: «Le vittime sono i giovanissimi» La Commissione europea lancia una maxiconsultazione e chiede alla gente di inviare segnalazioni ed esperienze utili per redigere una legge comunitaria ◗ TRIESTE «L’azzardo on-line è ancora più insidioso di quello tradizionale perché entra direttamente nelle case della gente attraverso i computer. Per scommettere dei soldi non serve più nemmeno vestirsi e prendere l’auto, raggiungendo i casinò; basta connettersi a Internet e usare una carta di credito. E sapete qual è la cosa più drammatica? Che la dipendenza dall’azzardo digitale colpisce soprattutto i giovani, anche giovanissimi di 14 e 16 anni, più abituati al pc». Lo psicoterapeuta Rolando De Luca non ha dubbi: si tratta di una piaga sociale destinata a crescere. «Al di là del mezzo, però, non ci sono grandi differenze tra l’azzardo on-line e off-line: chi scommette lo fa sempre da solo, anche se è contornato da decine di persone. È una sfida con se stessi, una valvola di sfogo per grandi dolori interiori, un modo per colmare un vuoto causato da un dramma personale. La dipendenza colpisce sempre chi vive intensi dolori, che possono essere un lutto, un distacco, la difficoltà a gestire una situazione difficile. L’azzardo on-line continua - sta già rovinando molti giovani, anche se in Friuli Venezia Giulia la quota di persone in terapia è ancora abbastanza bassa. Però sono tanti i genitori che mi contattano per l’impossibilità di aiutare i figli, giovanissime vittime delle scommesse computerizzate». (el.col.) in ricevitoria o davanti al computer, spesso e volentieri riempie le casse di quegli stessi organismi che poi intendono muoversi per lottare contro la dipendenza, parlando di «gioco responsabile». L’obiettivo dell’Ue, quando si parla di legislazione comunitaria, è quello di combattere la frode e le atti- vità criminali. Un approccio alla materia sbagliato già in partenza, secondo uno dei massimi esperti italiani di dipendenza dall’azzardo, Rolando De Luca. Lo psicoterapeuta è il padre fondatore del centro terapia di Campoformido, apripista in Italia e ancora oggi un modello per tutto il Paese. De Luca, che segue dieci gruppi di ex giocatori (complessivamente 230), ha le idee ben chiare e, riferendosi all’iniziativa dell’Ue, ci va giù duro: «Mi sa di presa in giro, di manfrina che supera i limiti della decenza. L’azzardo può creare danni enormi e il “gioco responsabile” non esi- Le scommesse al computer? Un business da 10 miliardi ◗ TRIESTE di Elisa Coloni C’erano una volta i tavoli verdi, i croupier, il “din-din-din” metallico dei gettoni scaricati dalle slot machine. C’erano e ci sono ancora, ma stanno per essere soppiantati da una nuova forma di azzardo “casalingo”, più subdola e pericolosa perché facile, accessibile a tutti dal proprio computer con un semplice click. Se n’è accorta anche l’Unione europea, che ora lancia l’allarme sui rischi del gioco d’azzardo on-line. Basti pensare che, stando proprio ai dati forniti dall’Ue, ormai in Italia un cittadino su cento è dipendente dalle scommesse digitali. Giochi virtuali cui si accede con la carta di credito e che portano al prosciugarsi silenzioso (e più che mai reale) del conto in banca. Ecco perché la Commissione europea sta lavorando a una legislazione in materia (che a livello comunitario ancora non esiste). E lo fa mandando un sos ai cittadini del Vecchio continente, lanciando una maxi–consultazione: i cittadini comunitari potranno infatti inviare, entro il 31 luglio, pareri, informazioni, esperienze che possano agevolare il legislatore europeo a dare forma a una corretta e completa normativa. «L’obiettivo - spiega la rappresentanza italiana della Commissione europea in Italia - è raccogliere informazioni e dati dettagliati su aspetti essenziali, come l’organizzazione dei servizi di gioco d’azzardo on-line e il controllo del rispetto della normativa applicabile, la tutela dei consumatori e altri aspetti pertinenti di politica pubblica, oltre alle comunicazioni commerciali e ai servizi di pagamento. Invitiamo pertanto i cittadini europei a inviare il proprio contributo. Il risultato della consultazione sarà importante per indirizzare gli interventi dell’Ue in materia». Beninteso: né lo Stato italiano, né l’Unione europea intendono mettere i bastoni tra le ruote agli operatori pubblici e privati del settore. Anche perché il gioco d’azzardo, che si faccia in europa ste. Com’è possibile che le istituzioni si preoccupino di tutelare i cittadini quando gli stessi cittadini sono bombardati da pubblicità che invitano a scommettere soldi? Il numero di dipendenti dall’azzardo aumenta perché è sempre più forte la pressione mediatica». ©RIPRODUZIONERISERVATA Nel nostro Paese, secondo stime dell’Ue, le persone a rischio dipendenza dall’azzardo digitale sono circa 600mila. Le scommesse on-line sulle gare sportive hanno raggiunto un giro d’affari di 346 milioni di euro solo in Italia. I casinò digitali arrivano a 184 milioni, il poker a 99, i bingo a 14 e la lotteria di Stato a 35. E questi sono solo i dati relativi a fine 2008. Di sicuro lievitati negli ultimi due anni e destinati, inevitabilmente, a crescere in maniera direttamente proporzionale alla diffusione di Internet. L’Italia è al terzo posto in Europa, dopo Regno Unito e Germania, nel consumo di azzardo elettronico. Seguono Francia e Svezia. Il nostro Paese, però, detiene il primato nel gioco “tradizionale”, quello che si consuma nei casinò, nelle sale da gioco, nelle ricevitorie, al bar e dal tabaccaio. Si tratta di un business che non conosce crisi e che ha raggiunto, sempre in Italia, i 17 miliardi di euro: quasi il doppio rispetto a Regno Unito e Spagna, che si piazzano subito dopo. Se gli italiani preferiscono ancora grattare schedine e puntare su un cavallo in carne e ossa, ciò non significa però che il gioco al computer non sia in forte e costante aumento anche da noi, come altrove. In Europa l’azzardo on-line è un’attività economica in rapida crescita, che conta circa 15mila siti web già individuati e proventi annui complessivi che raggiungono circa i dieci miliardi di euro. Le previsioni dell’Unione europea parlano di una quota che dovrebbe abbondantemente superare i 12 miliardi nel 2013. Oltre ai siti regolarmente registrati, però, esiste in Europa un florido mercato illegale, che propone giochi on-line di vario genere. Come spiega infatti la rappresentanza della Commissione europea in Italia, «i quadri giuridici nazionali variano notevolmente da uno stato all’altro dell’Ue, con norme diverse in materia di rilascio delle licenze, servizi on-line connessi, pagamenti, obiettivi di interesse pubblico e lotta contro le frodi. Il primo obiettivo valido per la politica nazionale in materia di gioco d’azzardo on-line negli Stati comunitari deve essere comunque la tutela dei consumatori». (el.col.) Perdere fino a 500mila euro e poi guarire La testimonianza del triestino Dario, uscito dalla dipendenza: «Dopo 28 anni di dolore ce l’ho fatta» ◗ TRIESTE Una giocatrice alle slot machine Perdere fino a un miliardo delle vecchie lire, comprando schedine e infilando nelle macchinette anche quattro milioni in una sola giornata. Non dormire la notte per puntare dritto verso i casinò sloveni. Indebitarsi fino al collo e perdere tutto: famiglia, lavoro e, soprattutto, la voglia di vivere. Farlo, per 28 anni, arrivando allo stremo delle forze. E poi dire basta, chiedere aiuto, risorgere fisicamente e psicologicamente, e diventare pure un modello a disposizione di altre persone che vivono lo stesso dramma. Tutto questo capita a chi, dopo anni di dipendenza dall’azzardo, riesce a uscire dal tunnel. Come Dario, triestino, 53 anni, agente di commercio. Lui è uno dei pazienti in cura dal dottor Rolando De Luca, nel centro di Campoformido. Una cura iniziata otto anni fa e che si è gradualmente trasformata nel tempo. Dopo due anni trascorsi a ritrovare la vita, Dario ora in qualche modo aiuta lo psicoterapeuta durante le terapie di gruppo. Lui, infati, è uno di quelli che ce l’hanno fatta e mette a disposizione degli altri, una volta alla settimana, la sua esperienza da “ex”. «Ho iniziato a 16 anni - racconta -. Prima le schedine, poi la Tris, i cavalli e la sala corse. È stato un crescendo costante, sia nella frequenza delle giocate che nell’entità dei soldi puntati. Il mio era uno sfogo, un modo per combattere il dolore di un’infanzia e un’adolescenza difficili, vissute tra separazioni familiari e liti violente, i problemi di alcolismo di mio padre e i soldi che non bastavano mai. Il gioco era uno sfogo assoluto, mi dava una sensazione adrenalinica perfetta per superare le tensioni e, da adulto, per non far riaffiorare i brutti ricordi. Frequentavo l’istituto Volta: ho mollato dopo il primo anno. Avevo una compagna: ci siamo lasciati. Avevo un lavoro: tutto quello che guadagnavo lo spendevo per l’azzardo e, ovviamente, non bastava. Mi sono indebitato, ho chiesto prestiti a chiunque. Ne ho accumulati fino a circa un miliardo di lire; oggi devo ancora restituire 30mila euro, a un amico e all’esattoria. Poi, a 44 anni, quando pensavo che non ci fosse più nulla da fare, quando stavo progettando il suicidio, è arrivata la mano di mia madre, che mi ha messo in contatto con Rolando De Luca: è stata la svolta. Dopo due mesi dall’inizio della terapia ho smesso di scommettere e non sono mai più tornato indietro. Adesso, oltre ad avere un lavoro e una nuova compagna, alleno i pulcini di una squadra di calcio. Curarsi non è facile, ma si può: la mia esperienza lo dimostra. La terapia mi ha insegnato a convivere con il passato: così ho potuto fare a meno del gioco per anestetizzare il dolore. La mia più grande speranza? Aiutare, con la mia esperienza, chi vive ciò che ho vissuto io». (el.col)