Decorazioni dal sapore antico

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Decorazioni dal sapore antico
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finiture
risparmio energetico
&
Rivestimento a cappotto. Un complesso lavoro
sulle finiture di un edificio storico nel centro di
Genova ha richiesto l’impiego di un rivestimento
a cappotto e di finiture che hanno mirato a restituire un aspetto fedele a quello originario
Sistemi e prodotti vernicianti per edilizia
L’esperto risponde
a cura di
Franco Lucherini,
consulente in
chimica delle vernici
IL QUESITO
È sempre vero che le pitture naturali non contengono sostanze
pericolose?
DA CONSIDERARE
Negli ultimi decenni sono state proposte pitture e vernici naturali poiché si ritiene che tutto ciò che è naturale sia sano
ed «ecologicamente corretto», mentre ciò che è sintetico sia
pericoloso per l’uomo e per l’ambiente. Tenendo presente
che non può esistere una precisa linea di demarcazione tra le
due categorie, occorre dire cosa s’intende per pitture naturali.
Secondo i riferimenti della «Associazione bioedilizia Italia»,
nelle «pitture naturali e biologiche» si deve riscontrare:
- totale assenza di materie di sintesi petrolchimica;
- utilizzo di componenti d’origine naturale o di chimica
«dolce»;
- richiami alle formulazioni storicamente utilizzate in
passato.
Una prima considerazione da fare è che la stessa molecola
agisce sugli organismi viventi, nello stesso identico modo,
sia che sia ottenuta per vie naturali o da sintesi petrolchimica. Un esempio: il limonene, presente in grossa quantità
nella trementina, è normalmente ottenuto per vie naturali,
ma è possibile ottenerlo anche per via sintetica da acetone
e acetilene, d’origine petrolifera. Il limonene, secondo il più
recente Regolamento Ce (1272/2008) è classificato con le
seguenti frasi:
- può provocare irritazione cutanea;
- può provocare una reazione allergica cutanea;
- molto tossico per gli organismi acquatici con effetto di lunga durata.
L’olio di trementina ha una classificazione ancora più pesante:
- nocivo se inalato, se ingerito e per contatto con la pelle;
- può essere letale in caso d’ingestione e penetrazione nelle
vie respiratorie;
- provoca grave irritazione oculare;
- tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga
durata.
Nelle formulazioni di pitture naturali si trova molto spesso
la trementina sia come olio che come solvente. Anche un
richiamo alle formulazioni storicamente usate nel passato
non ci permette di stabilire con certezza l’assenza di sostanze
pericolose: infatti, molti coloranti usati in passato sono tossici
sia per l’uomo che per l’ambiente, pur essendo di derivazione
naturale. Tra questi si possono citare la biacca, il giallo Napoli, i gialli cadmio, i gialli cromo, il minio, il cinabro (solfuro
di mercurio), il realgar (solfuro di arsenico). L’uso di questi pigmenti oggi è vietato e quindi nessuna pittura venduta
al pubblico li può contenere. Altra considerazione è che un
prodotto può non essere classificato pericoloso e quindi non
richiedere etichettatura, ma può contenere sostanze pericolose
in dosi inferiori ai limiti della soglia di pericolosità.
!
LA RISPOSTA
Una pittura definita naturale può contenere sostanze pericolose: alcune di queste pitture contengono trementina o leganti
della stessa tipologia (per esempio colofonia). Anche se la
pittura non è classificata pericolosa, ma contiene sostanze
pericolose, queste devono essere dichiarate nella scheda di
sicurezza indipendentemente che sia naturale o sintetica. La
legge vieta espressamente di riportare in etichetta le dizioni:
non tossico o non pericoloso.
Rilevamento e finiture. Le operazioni di rilevamento
sono state seguite mediante una campagna di disegno realizzato su fondi preparati con colori ai polisilicati di potassio conferendo alle basi un aspetto
simile a quello delle tinte tradizionali invecchiate
Decorazioni dal sapore antico
sul rivestimento a cappotto
Pitture naturali
?
Anno 43 OTTOBRE 2009 n. 7
I
lavori di consolidamento
strutturale di un edificio
storico privato di Genova, che hanno interessato
il maschio murario, hanno portato alla sostituzione degli intonaci originali
protetti da un rivestimento
in abbadini di ardesia, tipico delle facciate genovesi
esposte al vento, con un rivestimento a cappotto, rasato e preparato per riproporre la decorazione esistente ormai compromessa
e realizzata nella seconda
metà dell’Ottocento. La
di umidità di risalita e reso
complanari le superfici, è
stata eseguita una spazzolatura generale dei supporti al
fine di eliminare materiali
superficiali incoerenti.
1. Sul supporto asciutto,
pulito e stagionato è stata
applicata una mano a pennello di Fondo 2000, fissativo consolidante a base
di polimeri acrilici in microemulsione con elevata
capacità di penetrazione
nel substrato.
2. Sono stati posati pannelli
in eps 100 Boerotherm con
malta fresca in fori preparati per una penetrazione
nella parete di 30-40 cm e
ribattuti dopo la presa del
collante.
3. Lungo gli spigoli delle
facciate e i contorni delle
finestre sono stati installati paraspigoli in pvc per
la protezione dagli urti
accidentali montati prima della stesura del rasante e dell’affogamento
della rete di armatura. Allo stesso modo, su spigoli orizzontali di superfici
rientranti sono stati mon-
Dettagli della decorazione.
campagna di rilevamento
delle tracce esistenti è stata condotta componendo i
vari motivi architettonici e
ornamentali, in un progetto,
poi fedelmente eseguito. La
campagna di rilevamento è
stata eseguita utilizzando le
tecniche tradizionali dello
spolvero, battuto su fondi
e preparato con colori ai
polisilicati di potassio Silnovo di Boero Bartolomeo
spa. La velatura è avvenuta
in più passate per conferire alle superfici un aspetto
simile a quello delle tinte
tradizionali a fresco invecchiate. Il disegno è stato poi
modellato con quattro toni
di ombreggiature e due di
lumi per riproporre la pastosità delle tinte originali.
FASI DI LAVORAZIONE
Dopo aver provveduto a
rimuovere e ricostruire
eventuali porzioni di intonaco non aderente, eliminati eventuali fenomeni
Chi ha fatto Cosa
Impresa esecutrice
Edilizia Comaci srl
Prog. e dir. lavori
A. Brena
S. Lanini
Decoratore
L. Taccia
Materiali
Boero Bartolomeo spa
pennello di una mano di
Silnovo Fondo 334, fissativo pigmentato a base
di polisilicati di potassio
e piccole quantità di stabilizzatori organici stese a
pennello e rullo allo scopo
di uniformare gli assorbimenti dei supporti ed eliminare l’eventuale alcalinità
residua delle nuove malte.
6. È stata infine applicata
una mano di Silnovo Intonaco 1.0, rivestimento a
spessore a base di polisilicati di potassio e piccole
quantità di stabilizzatori organici conforme alla norma
Dettagli della messa in opera del cappotto.
spessore di 60 mm. La posa dei pannelli è avvenuta a
corsi sfalsati, per il lato più
lungo, a partire da un apposito profilo metallico che
offre una base orizzontale.
L’incollaggio è stato effettuato mediante l’utilizzo di
Malta Boerotherm applicata con frattazzo dentato
su tutta la lastra (spessore
6-7 mm). L’ancoraggio è
stato integrato da tasselli a espansione con testa
a «fungo» (2 al centro del
pannello e 1 per ogni angolo) che sono stati inseriti a
tati i profili rompigoccia.
4. In seguito alla posa e al
fissaggio dei pannelli in
eps è stata stesa una prima rasatura con Malta
Boerotherm per uno spessore di almeno 3 mm sopra la quale è stata stesa la
rete in fibra di vetro da 160
gr/mq sovrapposta ai bordi
per 10 cm. L’annegamento della rete è avvenuta
mediante la stesura di
una nuova rasatura dello
spessore di almeno 2 mm.
5. La finitura è avvenuta
mediante l’applicazione a
Din 4108.3 sulla protezione
delle facciate. Questo materiale è caratterizzato da elevata resistenza agli agenti
atmosferici e all’abrasione e permeabilità al vapore acqueo.
7. Le operazioni di decorazione sono state eseguite
mediante l’applicazione di
Silnovo, pittura minerale
a base di polisilicati di potassio e Silnovo Velatura,
finitura minerale semicoprente a base di polisilicati
di potassio.
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Stefano Giacomelli