Denti in salute

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Denti in salute
AZIENDA
SANITARIA
LOCALE
DELLA PROVINCIA
DI MANTOVA
Ufficio Educazione Sanitaria
Via dei Toscani, 1 - 46100 MANTOVA
0376.334564 - fax 0376.334776
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Denti in salute
Informazioni e consigli per la prevenzione della carie dentale
Mantova, agosto 2005
Denti in salute
Indice
Introduzione …………………..…….………………………………..
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Impariamo come sono fatti i denti ……..….……………………….....
4
Cos’è la carie ……………..…………………………………..............
5
Come prevenire la carie ………………...…………………………….
7
Impariamo a lavarci i denti ………………………………….................
7
Abitudini alimentari sane ……………………………….........................
8
Il fluoro . …………………………………………………......................
9
Il controllo periodico dei denti ……………………………………........
10
Per saperne di più …………………………..………………………….
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Il presente fascicolo è stato curato da
Maria Cristina Baratta*
Lorenzo Tartarotti*
Fiorella Talassi**
* ASL di Mantova – Ufficio Educazione Sanitaria
**ASL di Mantova – Servizio Medicina Preventiva nelle Comunità
ASL di Mantova
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Denti in salute
Introduzione
La carie dentale non è forse tra le malattie più gravi tra quelle che colpiscono l’uomo, ma è di
certo la malattia più diffusa nel mondo.
La sua frequenza varia da paese a paese, in rapporto a diversi fattori di natura etnici,
ambientali, alimentari, ecc..: si può tuttavia affermare che nessuna popolazione ne è al riparo.
Essa rappresenta l’infezione cronica più comune in età pediatrica negli Stati Uniti, con una
prevalenza di oltre il 40% all’età di 6 anni e di oltre l’85% all’età di 17 anni. Per quanto
riguarda l’Italia, il Ministero della Sanità nel 1986 ha divulgato i risultati di una indagine
campionaria da cui emergeva come nel nostro paese fossero colpiti dalla carie il 71,8% dei
bambini all’età di sette anni, l’85,2% dei quattordicenni ed oltre il 97% della popolazione
adulta.
In passato, dunque, quando la dieta dei nostri avi era molto più povera, la carie era assai meno
diffusa rispetto ad oggi. Ciò ovviamente non significa che essa fosse del tutto assente: segni di
carie sono stati rilevati persino nelle mummie egizie ed addirittura sui denti (ormai fossili)
dell’uomo di Neanderthal, un antico progenitore dell’uomo attuale definitivamente scomparso
da circa trentacinquemila anni. Nei codici fatti incidere su pietra dal re babilonese Hammurabi
(2.250 a.C.) già si trovano consigli per lenire il dolore provocato dalla carie.
Gli Etruschi, rinomati in tutto il mondo allora conosciuto per la loro abilità nel lavorare
qualsiasi metallo (ma specialmente l'
oro ed il rame), ci hanno lasciato reperti di protesi
dentarie di fattura talmente sofisticata da stupire anche i moderni odontotecnici e dentisti.
Ed anche i modi di prevenire la carie e di garantire l’igiene orale rappresentano un argomento
dibattuto ormai da secoli un po’ in tutte le civiltà.
Documenti cinesi del XVI secolo, ad esempio, testimoniano già di uno spazzolino fatto con
setole vere, disposte ad angolo retto rispetto al manico.
Il filosofo greco Aristotele consigliava ad Alessandro Magno, suo illustre discepolo: «non
appena alzato, devi lavarti le mani, la bocca, il naso e gli occhi. Dopo di ciò lavati i denti con
una pezzuola di lino un po’ ruvida». Anche i Romani, inoltre, si pulivano e poi lucidavano i
denti con una pezza di stoffa, che pare fosse più morbida.
Un testo Indù del I secolo d. C. documenta poi un terzo metodo di igiene dentaria,
consigliando a tal fine la masticazione di alcuni legni e quindi l’ingestione di foglie della
pianta del pepe per eliminare l’alito cattivo. Più o meno lo stesso sistema era usato dai Turchi,
che masticavano speciali radici, mentre altri popoli preferivano ad esse alcune scorze
aromatiche (l’uso della salvia, ad esempio, era molto diffuso).
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Impariamo come sono fatti i denti
La bocca è una parte molto importante del nostro corpo. Ci serve per mangiare, per
comunicare con gli altri ed ha un valore anche dal punto di vista estetico, perchè la bocca è
spesso la prima cosa che notiamo in una persona.
Ma soprattutto attraverso la bocca, ed in particolare per mezzo dei denti, possiamo tagliare,
sminuzzare e triturare il cibo e mescolarlo alla saliva, ricca di sostanze utili alla digestione
(enzimi), facendo così in modo che esso giunga nel nostro stomaco nelle condizioni ideali per
poter essere più facilmente digerito.
Poter mangiare cibi di varia consistenza vuol dire nutrirsi in modo equilibrato.
I denti presenti nella nostra bocca sono diversi l’uno dall’altro ed ogni dente ha una propria
precisa funzione:
gli incisivi
tagliano il cibo in piccoli
pezzi
i canini
afferrano e strappano il
cibo
i premolari
lacerano il cibo
i molari
frantumano il cibo e lo
macinano
I denti servono anche per poter parlare correttamente: senza denti non riusciremmo ad
articolare correttamente circa la metà dei suoni del nostro alfabeto (come ad esempio le
consonanti D F L N), rendendo quasi incomprensibile il discorso.
Nel corso della vita ogni persona sviluppa due dentizioni: la prima è detta dentizione da latte
(o decidua) mentre la seconda viene definita dentizione permanente.
I denti da latte sono chiamati così per il loro colore bianco lattescente e perché compaiono in
un’età in cui il bambino si nutre ancora del latte materno.
In realtà la formazione dei denti inizia sin dalla gravidanza, ed alla nascita tutti i dentini sono
già formati all’interno della mandibola e della mascella, anche se inizieranno a spuntare solo
alcuni mesi più tardi. I denti da latte non servono solo per la masticazione. In prospettiva,
servono anche a mantenere gli spazi per la
successiva dentatura permanente. Sono
chiamati anche «denti decidui» proprio
perché destinati in seguito a cadere e ad
essere sostituiti dai denti permanenti.
I denti da latte iniziano a spuntare dalle
gengive intorno al sesto mese di vita: questa
è, tuttavia, una indicazione di massima,
poiché in alcuni bambini questo momento
può essere anticipato o posticipato di qualche
mese. Di solito all’età di due anni e mezzo la
dentatura decidua è completa. Essa è formata
complessivamente da 20 denti (otto incisivi,
quattro canini ed otto molari).
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I denti permanenti cominciano a spuntare intorno all’età di sei anni. Nel periodo compreso
tra i sei ed i dodici anni di età, ventotto denti permanenti (8 incisivi, 4 canini, 8 premolari e 8
molari) rimpiazzeranno gradualmente la precedente dentatura decidua. A questo punto
mancano solo quattro denti (i terzi molari, detti anche «denti del giudizio») per completare la
dentatura di un adulto con 32 denti. Essi in genere compaiono nel secondo decennio di vita o
all’inizio del terzo, anche se in qualche caso può accadere che i denti del giudizio non
spuntino affatto per tutta la vita.
Quando un dente permanente è pronto ad erompere, le radici del dente deciduo si riducono
permettendogli di cadere spontaneamente. A questo punto il dente permanente ha spazio per
muoversi verso il posto che deve occupare.
I denti sono elementi duri, che hanno grandezza e forme diverse.
Nell’uomo i denti sono formati da una porzione visibile dall’esterno (detta corona) e da una
parte nascosta dalla gengiva (detta radice) che scende in profondità fino ad impiantarsi
nell’osso della mascella e della mandibola.
I denti sono formati principalmente da una sostanza fortemente mineralizzata di colore
giallastro detta dentina, costituita
per circa il 70-80% da sali di
fosfato e fluoruro di calcio. A
livello della corona, cioè nella parte
esterna visibile del dente, la dentina
è rivestita dallo smalto, uno strato
estremamente compatto di colore
bianco, formato per oltre il 90% da
sali minerali.
La radice del dente, formata
anch’essa di dentina, è infissa in un
apposito
alloggiamento,
detto
alveolo osseo, presente nell’osso
della mandibola (per la dentatura
inferiore) e della mascella (per la
dentatura superiore).
Al di sotto della dentina, nella parte
più interna del dente, è racchiusa
una cavità riempita da tessuto connettivo detto polpa. La polpa è attraversata da vasi
sanguigni e da nervi che penetrano nella radice attraverso il canale radicolare.
Cos’è la carie
Anche i denti si possono ammalare e le malattie della bocca sono numerose e dovute a cause
diverse. La più diffusa e conosciuta è senza dubbio la carie dentaria. Essa consiste in una
progressiva corrosione della superficie del dente, con la formazione di una cavità che piano
piano penetra in profondità fino a raggiungere le zone più interne del dente (polpa).
La carie è la patologia oggi più diffusa in assoluto fra la popolazione umana di tutto il nostro
pianeta, anche se con andamenti diversi a seconda del grado di sviluppo delle nazioni prese in
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esame. Essa, infatti, tende a colpire le diverse popolazioni in misura proporzionale al loro
livello di ricchezza ed industrializzazione, poiché da ciò dipende anche la quantità di zuccheri
presenti nel regime alimentare.
Va tuttavia considerato che la sua diffusione torna ad attenuarsi proprio nelle nazioni più
ricche in assoluto. Non esiste pieno consenso sulle cause di questo decremento della carie nei
paesi industrializzati. Numerosi esperti ritengono che esso possa attribuirsi alla maggiore
diffusione tra la popolazione dei paesi più ricchi di corrette abitudini di igiene orale e di
appositi programmi di prevenzione (compresa la fluorazione delle acque negli acquedotti). La
prevalenza della carie, di contro, va aumentando rapidamente nei Paesi in via di sviluppo,
dove vive l’80% dei bambini del mondo. A determinare questo incremento, concorre
probabilmente, l’associazione tra lo stato di malnutrizione e la recente diffusione di cibi e
bevande zuccherate (queste ultime di produzione industriale), insieme ad una inadeguata
igiene orale.
La carie dentaria non ha un’unica causa. Perché essa si formi è necessaria l’interazione tra
diversi fattori. Anzitutto è necessario che, fra le diverse centinaia di specie di microbi che
normalmente ospitiamo nella nostra bocca, siano presenti alcuni particolari tipi di batteri, i
quali possono proliferare in misura maggiore o minore a seconda del tipo di cibi con cui ci
nutriamo. In particolare la presenza di
zucchero negli alimenti favorisce l’aumento
dell’acidità all’interno della bocca e con esso
lo sviluppo dei batteri cariogeni. Questi
ultimi sono in grado di sciogliere le sostanze
minerali di cui è composta la superficie
esterna del dente, iniziando così la sua lenta
corrosione.
La gravità dei sintomi della carie dipende,
ovviamente, dallo stato di avanzamento di
questo processo di corrosione del dente. Se il
processo è nella fase iniziale il danno sarà
solo superficiale e risulterà distrutta
solamente la parte esterna del dente. In
questo stadio la carie non dà alcun fastidio;
tutt’al più in alcuni casi si potrà avvertire
una maggiore sensibilità del dente
mangiando cibi molto caldi o molto freddi.
A mano a mano che la carie penetra più in profondità all’interno del dente, esso diventa
sempre più sensibile e dolente. Quando la carie raggiunge la polpa dentaria, ricca di
terminazioni nervose e vasi sanguigni, il dolore può divenire fortissimo: rimanendo scoperta,
la polpa infatti viene a diretto contatto con germi, residui di cibo, sbalzi di temperatura ecc...,
finendo con l’infiammarsi ed infettarsi.
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Come prevenire la carie
E’ possibile contrastare l’insorgenza della carie agendo su alcuni dei numerosi fattori che la
favoriscono: in particolare attraverso quattro strumenti:
• la pulizia regolare dei denti,
• l’acquisizione di corrette abitudini alimentari,
• l’utilizzo del fluoro,
• il controllo periodico dei denti.
Impariamo a lavarci i denti
Una corretta igiene orale è di fondamentale
importanza per evitare la formazione di carie e
per la rimozione della placca batterica dalla
superficie dei denti. In considerazione di ciò, la
pulizia dei denti deve essere esercitata fin dalla
prima infanzia e deve essere praticata per tutta la
vita.
L’azione meccanica di pulizia esercitata dallo
spazzolino e dal filo interdentale, usati
regolarmente ed in modo appropriato, consente
di conservare in modo sano denti e tessuti di
sostegno. La cosa migliore è lavarsi i denti dopo
ogni pasto per almeno due minuti. La pulizia va
fatta con particolare cura la sera, in quanto durante la notte eventuali residui alimentari
possono essere trasformati in acido dai batteri presenti nella placca.
I denti vanno lavati tenendo la bocca semiaperta e pulendoli a gruppi di 2-3 per volta, sia
sulla faccia anteriore del dente che su quella posteriore, in modo da togliere dappertutto gli
eventuali residui alimentari. Il movimento dello spazzolino deve essere in senso verticale,
andando dalla gengiva verso i denti.
Bisogna pulire bene i solchi gengivali tra dente e dente, introducendovi le setole dello
spazzolino e compiendo delle leggere vibrazioni. L’azione dello spazzolino viene aiutata dal
dentifricio che è composto da polvere abrasiva, acqua o glicerina, detergenti schiumogeni ed
essenze profumate. Il fluoro è contenuto nella maggior parte dei dentifrici.
Lo spazzolino da denti deve avere il manico diritto, una
testina abbastanza piccola in modo da raggiungere
facilmente ogni parte della bocca, e setole sintetiche. Le
setole devono essere corte e rade, disposte a ciuffi,
integre, di pari lunghezza e perfettamente dritte. Non
appena perdono queste caratteristiche, quando cioè le
setole appaiono piegate e deformate (in genere dopo due
mesi circa di uso regolare), occorre sostituire lo
spazzolino con uno nuovo.
L’uso del filo interdentale è un valido aiuto per la
pulizia degli spazi esistenti tra un dente e l’altro, inaccessibili allo spazzolino. Il filo
interdentale si inserisce tra due denti, lo si spinge fino a toccare la gengiva, poi si tira verso
l’esterno facendolo aderire bene alla parete di uno dei denti. L’azione di strofinamento
esercitata stacca la placca batterica dal dente e un successivo risciacquo la eliminerà dalla
bocca. La manovra va ripetuta due volte per ogni interstizio.
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Ovviamente, ogni volta che cambiamo spazio interdentale, la parte di filo utilizzata deve
essere sostituita con una pulita.
Intorno ai 10-11 anni il bambino, adeguatamente istruito dall’odontoiatra, può incominciare
ad usare il filo interdentale per pulire gli spazi tra dente e dente.
Abitudini alimentari sane
Come abbiamo già detto, lo sviluppo della carie dipende anche dalla quantità di zuccheri
presenti nel nostro regime alimentare.
Gli zuccheri (detti anche glucidi) forniscono il carburante al nostro organismo, che li utilizza
in particolare per:
- rifornire rapidamente di energia i muscoli quando si compie uno sforzo intenso, quando si
corre, ecc..;
- far lavorare il cuore, il cervello, il fegato, e altri organi;
- riscaldare il corpo per mantenerlo ad una temperatura costante.
Gli zuccheri che introduciamo nel nostro organismo attraverso il cibo si dividono in due
sottofamiglie: gli zuccheri semplici e gli zuccheri complessi, quelli cioè formati dall’unione di
più zuccheri semplici.
Zuccheri semplici sono:
- il glucosio, il fruttosio e il galattosio, che si
trovano nella frutta e nel miele;
- il saccarosio, che è il comune zucchero da tavola;
- il maltosio, che è lo zucchero dell’orzo;
- il lattosio, che deve il suo nome al fatto che si
trova nel latte.
Zuccheri complessi sono:
- l’amido, che si trova nei semi vegetali e nei
tuberi. Di amido sono ricchi i legumi, le castagne,
le patate, i cereali e i loro derivati, cioè il pane, la
polenta, ecc…
- le cellulose, che compongono la fibra vegetale: si
trovano nelle foglie, nei fusti delle piante, nei
semi, nella frutta.
- il glicogeno, che è l’unico zucchero di origine
animale, e viene prodotto anche dal nostro fegato.
Sono gli zuccheri semplici quelli che rivestono un ruolo fondamentale nella formazione della
carie. Essi infatti fermentano, cioè vengono trasformati in acidi da alcuni tipi di batteri
normalmente presenti nel cavo orale, producendo così un innalzamento del livello di acidità
della bocca, generalmente neutro. La superficie dello smalto dei denti, che è composta
principalmente di sali minerali, in ambiente acido comincia lentamente a sciogliersi.
Va ricordato che il rapporto esistente fra quantità di zucchero ingerito e potenzialità cariogena
non è proporzionalmente diretto: ciò che conta è la frequenza con cui si fa consumo di
zuccheri. Ogni volta che ci nutriamo di alimenti che contengono zuccheri si determina un
repentino innalzamento del livello di acidità presente nella bocca, acidità che permane per
circa mezz’ora.
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Molto importante è anche la consistenza degli alimenti zuccherini ingeriti. Infatti, risultano
maggiormente dannosi gli alimenti molto viscosi (appicicaticci), come marmellata, miele,
caramelle o cioccolato, i cui residui aderiscono ai denti, aumentando così il tempo della loro
permanenza nel cavo orale.
Vi sono alcuni alimenti, invece, che contribuiscono
a contrastare la formazione della carie: ad esempio
i cibi integrali (cereali e derivati) e quelli ricchi di
fibra (frutta, verdura, germogli, legumi e semi):
oltre a non attaccarsi ai denti, esercitano anche
un’azione abrasiva che libera la superficie del
dente dai residui dei cibi più molli e dalla placca
eventualmente accumulata. Questi alimenti, oltre
ad essere più ricchi di minerali, in genere
richiedono anche una masticazione più prolungata
e quindi favoriscono una salivazione maggiore. La
saliva, infatti, svolge un’azione positiva
neutralizzando gli acidi, fornendo i minerali per la
remineralizzazione e contribuendo a pulire più
velocemente la bocca dal cibo.
Il fluoro
Il fluoro è una sostanza in grado di aumentare la resistenza dei denti all’attacco della carie.
Esso infatti si incorpora nello smalto rinforzandone la struttura, inibisce la trasformazione
degli zuccheri in acidi, riduce la solubilità dello smalto e ne facilita la remineralizzazione.
Il fluoro è un minerale largamente diffuso in natura. Può essere assunto attraverso l’acqua
potabile, ma si trova anche nel the e nel pesce azzurro, nel latte, nelle uova, negli spinaci e
nelle mele.
Il fabbisogno di un adulto è di circa un milligrammo di fluoro al giorno. Ma in realtà la
quantità di fluoro che riusciamo a ricavare dagli alimenti è molto più bassa: una normale
alimentazione ci fornisce appena 0,01-0,05 milligrammi di fluoro al giorno.
Per ottenere dal solo cibo tutto il fluoro di cui il nostro organismo ha bisogno dovremmo
mangiare ogni giorno all’incirca sei etti di formaggio, oppure un chilo di riso, oppure cinque
litri di latte. Poche aree geografiche in Italia hanno sufficiente fluoro naturale nelle loro
acque potabili, ad esempio le zone intorno al Vesuvio e all’Etna. In Lombardia, invece, il
livello di fluoro naturalmente presente nell’acqua del rubinetto (meno di 0,3
milligrammi/litro) è insufficiente per prevenire le carie.
La fluoroprofilassi consiste nella prevenzione della carie dentaria attraverso la
somministrazione di apposite compresse di fluoro. Prima di assumere il fluoro in compresse,
tuttavia, si dovrebbe controllare la quantità di fluoro già presente nell’acqua utilizzata per
l’alimentazione, così da evitare eventuali eccessi di fluoro (anch’essi dannosi). Il dosaggio
deve perciò essere suggerito dal pediatra o dall’odontoiatra. Se realizzata durante il periodo
di mineralizzazione dei denti, che termina a 12 anni, la fluoroprofilassi contribuisce alla
formazione di uno smalto maggiormente resistente agli acidi prodotti dai batteri. Trascorsa
tale età, questo tipo di trattamento non è più in grado di fare in modo che il fluoro raggiunga
lo smalto.
L’uso locale del fluoro (ad esempio mediante dentifrici fluorati o colluttori al fluoro) risulta
invece efficace a qualsiasi età.
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I dentifrici per gli adulti contengono una concentrazione massima di fluoro di circa 1500 ppm
(parti per milione), mentre in quelli per i bambini la concentrazione è da tre a sei volte
inferiore. Ciò in considerazione della necessità di evitare eventuali intossicazioni da fluoro,
legate alla facilità con cui i bambini deglutiscono il dentifricio durante la pulizia dei denti.
Il controllo periodico dei denti
La pulizia dei denti, se effettuata con cura e regolarità, riduce sensibilmente il rischio che i
nostri denti vengano colpiti dalla carie, ma non elimina del tutto questa eventualità. E’ buona
norma, quindi, iniziare sin da piccoli a recarsi, almeno una o due volte all’anno dal dentista
per effettuare un controllo precauzionale.
L’esame della superficie esterna dei denti eseguita dal dentista non impedisce la formazione
della carie, ma consente di individuare precocemente le eventuali piccole lesioni già nei primi
stadi, quando l’intervento dell’odontoiatra è facile e non doloroso. Attraverso una terapia
precoce, quindi, è possibile evitare lesioni di maggiore gravità, che porterebbero alla
progressiva distruzione del dente.
Quando spuntano i primi molari permanenti (intorno ai sei anni di età) può essere
consigliabile far eseguire anche la sigillatura dei solchi dentari. Si tratta di una procedura
indolore e veloce, eseguita nello studio dentistico. Essa consiste nell’applicare della resina
(una pellicola protettiva) sui solchi profondi dei denti permanenti, in particolare dei primi
molari. Sono essi infatti i denti
a più elevato rischio di
sviluppare la carie, in quanto le
superfici dei molari hanno
solchi
profondi,
più
difficilmente
raggiungibili
dallo spazzolino, al cui interno
la placca batterica può
insediarsi ed agire indisturbata.
L’integrità delle sigillature va
controllata
periodicamente,
anche se in genere esse durano
alcuni anni. La sigillatura dei
molari aiuta a prevenire la
carie ma non sostituisce la
pulizia dei denti, la quale deve
continuare ad essere praticata
con regolarità.
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Per saperne di più
Per coloro che intendessero approfondire ulteriormente l'
argomento dell’igiene orale nei suoi aspetti
preventivi ed educativi vengono offerte qui di seguito le indicazioni relative ad alcuni riferimenti
bibliografici, oltre a sussidi audiovisivi e altri strumenti didattici.
Tutti i materiali elencati sono disponibili per eventuali consultazioni e prestiti presso il Centro di
Documentazione in Educazione Sanitaria dell'
ASL di Mantova (Via dei Toscani, 1 - 46100 Mantova
0376.334564 email: [email protected]).
Libri
AUTORI VARI, La prevenzione e l'assistenza
odontoiatrica nei distretti dell'azienda provinciale
per i servizi sanitari, Azienda Sanitaria Provinciale
per i Servizi Sanitari, Trento, 1996.
DELLA
ORGANIZZAZIONE
MONDIALE
SANITÀ, Methodes et programmes de prevention
des affections bucco-dentaires, Organizzazione
Mondiale della Sanità, Ginevra, 1984.
AUTORI VARI, Educazione alimentare ed igiene
orale. Una esperienza nella scuola tra realtà,
fantasia e gioco, ASL 6 Friuli Occidentale,
Pordenone, 1995.
ORGANIZZAZIONE MONDIALE
Prototype
action-oriented
curriculum. Teacher's resource
Organizzazione Mondiale della
1990.
AUTORI VARI, Prevenzione e promozione della
salute orale. Linee guida, Società Italiana di
Odontoiatria Infantile, Milano, 2004.
SANITÀ,
school
health
book: units 1-5,
Sanità, Ginevra,
DELLA
STROHMENGER L., Prevenzione in odontoiatria
pediatrica, Masson, Milano, 2000.
MINISTERO DELLA SANITÀ, La prevenzione della
carie dentale. Relazione per il Consiglio Sanitario
Nazionale, Ministero della Sanità, Roma, 1986.
TATTA A., Progetto regionale di educazione alla
prevenzione dentale, Cres Molise, Campobasso,
1990.
ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ,
Surveillance et evaluation de la santé buccodentaire. Organizzazione Mondiale della Sanità,
Ginevra, 1989.
Video VHS
Come difendere i denti. Cipielle, Vicenza, (20
min.).
Previeni la carie. Ridi bene mangi meglio. Regione
Lazio, Roma, 1990 (20 min.).
La prevenzione dentale in video, Mentadent-Andi,
Milano, 1994 (10 min.).
E' meglio prevenire che trapanare. Mip, Parma, 0,
(18 min).
Esplorando il corpo umano: la pelle, la bocca e i
denti. De Agostini junior, Novara, 1988 (60 min.).
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Kit didattici e giochi educativi
Prevenzione della carie, Centro Sperimentale per
l'
Educazione Sanitaria Regione Umbria, Perugia,
1985 [diapositive per scuola media inferiore]
I denti, un bene prezioso. Regione Lombardia,
Milano, 2005 [kit didattico per le scuole
dell’infanzia]
Il gioco del dentino, Centro Regionale per
l’educazione sanitaria Molise, Campobasso, 1988
[gioco didattico per il secondo ciclo scuola
elementare]
Viaggio nel paese del sorriso. Gioco didattico per
la profilassi anticarie, Zyma, Saronno, 1990.
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