Il pesciolino nero
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Il pesciolino nero
UNA BIBLIOTECA PER TUTTI Il pesciolino nero SAMAD BEHRANGI (illustrazioni di F. Mesqali), Donzelli, 2008. Libro per bambini dagli 8 anni in su. Il libro Anna Peiretti Questo libro racconta una delle fiabe più famose dell’Iran. Scritto nel 1968 da un giovane iraniano, ucciso per ragioni politiche a soli 29 anni, è illustrato dalle splendide xilografie di un altro iraniano, Farshid Mesqali, vincitore dell’Andersen Award nel 1974, e del premio migliore illustratore di libri per bambini alla «Fiera del Libro per Ragazzi» di Bologna nel 2009. La storia Un pesciolino nero, figlio unico, non vuole più saperne di nuotare avanti e indietro nel ruscello. Contro i vecchi che lo deridono, prende la decisione di abbandonare per sempre la sua casa e i suoi amici per scoprire dove finisce il ruscello. Il suo viaggio verso l’ignoto è segnato dall’incontro con creature grandi e piccole, prede e cacciatori, in una sequenza di prove sempre più diffici- li. Ma il desiderio di libertà è una forza inarrestabile. Il granchio, il pellicano, temibili nemici dei pesci, saranno i primi a farne le spese. Fino all’incontro in mare con l’airone, che gli costerà la vita. Il pesciolino chiude la storia con queste parole: «Non importa se un giorno non vivrò più. Quello che importa sono le tracce che avrò lasciato nella vita degli altri». Il suo viaggio è una bella testimonianza di come si può vivere liberi da oppressioni e paure. L’autore Samad era un giovane maestro elementare che insegnava nelle scuole iraniane di villaggio e scriveva libri per bambini. L’ultimo suo libro fu proprio Il pesciolino nero; dopo la sua pubblicazione, nel 1968, trovò la morte nelle acque del fiume Aras, proprio come il protagonista della sua favola più famosa. Aveva solo 29 anni; nel suo Paese imperversava la polizia segreta dello Scià, che condannava a morte gli autori dei libri proibiti. Questo era uno di quelli. Un consiglio per la lettura di questo libro La storia è incardinata su una fitta rete di relazioni, positive e negative, di cui il pesciolino è protagonista. È bene, leggendo la storia ai bambini ad alta voce, dare risalto ai vari personaggi, prendendo coscienza dei loro atteggiamenti. La storia è metafora di una società diffidente e chiusa verso il diverso, che qui è colui che viene da un altro posto. Alcuni dei personaggi, come le rane, pretendono di essere gli unici giusti e sapienti. Per fortuna il pesciolino nero incontra anche tante persone curiose e sagge. Ciò che insegna questa storia è il desiderio di pensare sempre con la propria testa, di crescere nella libertà. Leggendo, lasciate che i bambini esprimano i loro giudizi sugli eventi, sui vari personaggi. 62 L’Ora di Religione aprile 2012 Piste di lavoro Chi viene da lontano? Che cosa sappiamo dei bambini stranieri in classe? Abbiamo mai chiesto loro di raccontare la propria storia, cercando di conoscere i motivi che spingono le persone a lasciare la loro casa, la famiglia? È facile andare via, cambiare Paese, spingersi verso terre lontane? Chi si incontra in questo viaggio? Perché non invitare la mamma o il papà di un bambino straniero e proporre un’intervista? Magari leggere insieme la storia e chiedere a questo ospite di commentarla, di dire in che cosa assomiglia al pesciolino. Questa fiaba iraniana forse può essere riscritta, fuori dal mondo immaginario del ruscello, da molte persone che quel viaggio lo hanno vissuto davvero. «“Si direbbe che sei straniero, eh?”. “Sì, sono straniero − rispose il pesciolino —, ho fatto una lunga strada”. “E dove vuoi andare?”, chiesero i pescetti. “Vado a cercare la fine del ruscello". “Quale ruscello?”. “Quello in cui stiamo nuotando”. “Noi veramente lo chiamiamo fiume”». (dal libro Il pesciolino nero) Scaffale Iran Ogni fiaba di un Paese lontano unisce culture e vicende umane diverse. Ha molte possibilità didattiche, legando di fatto l’immaginario del bambino a culture, ambienti, protagonisti lontani. Va sempre promosso il potenziale e la valenza educativa della fiaba anche per sensibilizzare i bambini alla convivenza in una società multietnica. Lavorare con le fiabe persiane (questa è l’occasione per cominciare...) diventa allora un’esperienza educativa molto significativa. Si veda, per approfondire, Il giardino di Tagore: percorsi di educazione interculturale (Benvegnu, Frigato, Tumiatti), edito da Editrice Missionaria Italiana nel 2005. Qui elenchiamo alcune fiabe persiane della tradizione, per cominciare ad allestire uno scaffale multiculturale di storie (i testi sono reperibili on line): Il principe serpente La città delle pietre Il principe Calaf e la principessa Turandot Scià Abbas e la madre povera Libri ancora in commercio: GABRIELLA AGRATI, Fiabe e leggende persiane, Giunti, Milano 1997. ANNA VANZAN, Fiabe persiane, Giunti, Milano 2003. Si consiglia, per una testimonianza reale, il libro Salam, Maman (Einaudi, 2010) di Hamid Ziarati. Il libro racconta di Teheran, tra posti di blocco e polizia segreta, dove si accendono roghi di libri proibiti; tra questi c’è anche Il pesciolino nero. Ali è un bambino che cerca di capire i fatti fondamentali della vita: Come nascono i bambini? In quale istante esattamente inizia la primavera? E perché Mina è muta? E perché il pasticcere Mammad ha dodici dita? Alì è vivace, e si dà risposte strampalate! Quando suo fratello Puyan viene arrestato, Alì comincia a vivere nel silenzio. ANNA PEIRETTI aprile 2012 L’Ora di Religione 63