Gli elementi dell`Omeopatia

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Gli elementi dell`Omeopatia
INTRODUZIONE DELL’EDITORE INDIANO
Dr. Rajan Sankaran
Insegno Omeopatia in India e altrove dal 1986. La mia esperienza mi ha permesso di notare
che, in genere, gli studenti di Omeopatia si lasciano trascinare precocemente dalle pratiche di
uno dei tanti insegnanti carismatici. Ognuno di questi insegnanti ha il proprio individuale modo
di praticare l’Omeopatia. Anch’io potrei essere incolpato dello stesso errore; ognuno di noi in­
segna ciò che lo interessa e su cui è concorde.
L’Omeopatia, essendo un’arte, ha vari aspetti. Così come ci sono varie Scuole di pittura, ci
sono anche varie Scuole omeopatiche. In precedenza pensavo che tutti gli studenti avessero il
solido background omeopatico che ho avuto io, imparato sistematicamente da mio padre. Col
passare degli anni, tuttavia, insegnando in diverse nazioni, ho scoperto che tutti gli studenti
vengono prematuramente divisi in specifiche Scuole di pensiero e non hanno ben chiare le loro
idee di base. Fatta eccezione per alcuni studenti che hanno uno spirito da ricercatore, la maggior
parte opta per le strade più brevi e non è neanche consapevole del lavoro dei Maestri o delle ri­
cerche precedenti. Inoltre, ho riscontrato una sorprendente carenza di conoscenza di base del
Repertorio e dei lavori più raffinati quali quello di Boger. Tutte queste cose sono il terreno sul
quale io sono cresciuto, è la base della mia comprensione e ciò su cui si poggiano le mie idee.
In mancanza di un terreno così solido, uno studente può essere facilmente sviato e confuso.
Quando mio padre iniziò la sua professione, c’erano principalmente due Scuole di pratica
omeopatica: quella delle Keynote (di Calcutta) e quella Kentiana (di Londra). Non esisteva la
teoria dei nuclei profondi, delle false percezioni, dei sogni, delle sperimentazioni di gruppo o
dell’intuizione, né profonde teorie psicologiche riguardo ai rimedi e ai pazienti. L’Omeopatia
era semplice, basilare, basata sui sintomi del paziente e dei rimedi, o almeno così sembrava.
Dietro a questa semplicità, però, c’era una profonda comprensione della filosofia e della natura
dei rimedi, una comprensione maturata grazie ad attenti studi e a pazienti applicazioni della
legge dei simili. Problemi quali la potenza, la ripetizione delle dosi o il Repertorio, venivano af­
frontati con la pratica clinica della professione. Mio padre non credeva nella mera autorità: cre­
deva nell’esperienza e nella sperimentazione. Studiò a lungo e con impegno ogni soggetto, con­
frontando varie fonti, sperimentando e cercando di trovare delle risposte. Aveva una vasta
clientela che gli permetteva di verificare personalmente ciò che sperimentava. La bellezza del
lavoro di mio padre risiedeva nell’aver distillato il lavoro dei grandi Maestri alla luce della sua
esperienza personale e nell’aver reso la sua ricerca accessibile a tutti i suoi studenti e ai profes­
sionisti. I libri che scrisse rappresentavano la sua ricerca, i suoi studi, i suoi esperimenti e la sua
esperienza.
Sfogliando i vari capitoli di questo libro e i casi che vi sono stati menzionati, il Lettore po­
trebbe trovare alcune contraddizioni.
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INTRODUZIONE DELL’EDITORE INDIANO
1 - USO DEI NOSODI
L’uso dei Nosodi quale rimedio intercorrente è stato raccomandato da molti omeopati in
passato e nel tempo presente. Mio padre, nella sua esperienza, scoprì che un caso clinico con
una storia familiare di tubercolosi o di cancro poteva essere beneficiato se iniziava il tratta­
mento con la somministrazione del corrispondente nosode (in questo caso clinico Tuberculinum
o Carcinosinum). Scoprì, infatti, che il rimedio indicato funzionava meglio dopo l’assunzione
del nosode. Questa pratica potrebbe non essere condivisa pienamente dai Puristi, i quali pensa­
no che il paziente necessiti solo ed esclusivamente del rimedio indicato. Anch’io, attualmente,
sono di questa convinzione. Tuttavia, questo argomento richiede ulteriori discussioni e speri­
mentazioni. Il Lettore noterà anche che, in alcuni casi, quando il rimedio indicato sembra smet­
tere di funzionare, viene somministrato un nosode di una malattia del passato (per esempio
Morbillinum) per poi ripetere il rimedio indicato con il quale questa volta si ottiene l’effetto de­
siderato. Questa teoria si basa sulla rimozione del blocco creato dalla malattia precedente, rimo­
zione che si ottiene somministrando il corrispettivo nosode. Anche questa idea necessita di ulte­
riori studi e sperimentazioni. Il fine di questo libro è che queste osservazioni vengano conside­
rate come l’esperienza di mio padre e non come una regola assoluta.
2 - RIPETIZIONE DEI RIMEDI
In molti casi si vedrà che il rimedio è stato ripetuto nonostante si fosse verificato un miglio­
ramento. Posso attestare che, in tali casi, mio padre era influenzato dai Dr. D. M. Borland e
Maganlal Desai, i quali ripetevano alte potenze dei rimedi frequentemente; il primo, particolar­
mente in casi acuti quali polmonite, il secondo nel caso di malattie croniche quali la tubercolosi
attiva, la cancrena o il coma. Il Dr. Maganlal Desai praticò a Bombay e a Gujarat. Egli riportò
stupefacenti successi nella cura di casi gravi per i quali somministrava frequentemente alte po­
tenze: per esempio Tuberculinum CM quattro volte al giorno per diversi mesi. La sua esperien­
za incoraggiò mio padre a sperimentare con le ripetizioni delle potenze alte, ottenendo, in diver­
si casi, buoni risultati. Anche a questo proposito, tuttavia, ciò che questo libro riporta deve esse­
re considerato come l’esperienza di uno studioso e non come una regola. L’argomento della ri­
petizione della dose è molto complesso e gli studenti spesso seguono le regole di qualche inse­
gnante senza porsi troppi quesiti, oppure si guardano attorno nella disperata ricerca di una dire­
zione. “Ripetere o non ripetere, questo è il dilemma”, e le risposte fornite da vari omeopati sono
state riportate in questo libro (nel capitolo sulle ripetizioni) e il Lettore potrà soppesarle e giudi­
carne il valore da sé. Ci sono molti Maestri in Omeopatia che insistono nel sostenere che ripete­
re una dose mentre il paziente verifica un miglioramento impedisce la guarigione. L’esperienza
di mio padre in migliaia di casi se non altro smentisce tale nozione. Spero che questo faccia
scaturire una discussione sulla logica e sulle condizioni in cui deve essere eseguita la ripetizio­
ne. Il Dr. J. N. Kanjilal, uno degli amici più cari di mio padre, credeva religiosamente nella dose
singola - diceva: “Aspetta e osserva” -, mentre un altro suo caro amico, il Dr. Sarabhai Kapadia,
ripeteva la dose di regola almeno due o tre volte al giorno, spesso per alcuni mesi. I risultati e le
esperienze di questi due esimi Colleghi sono riportati nei loro libri:
- J. N. Kanjilal. Writings in Homoeopathy. Vol. I e II
- S. Kapadia. Homoeopathic Reminiscences.
Anche il libro ‘Coma’, di Maganlal Desai, potrebbe essere utile in proposito.
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3 - REPERTORIZZAZIONE
In alcuni casi riportati in questo libro, la prescrizione potrebbe sembrare basata solo sulla
repertorizzazione, secondo il metodo dell’eliminazione. In molti di questi casi è difficile trovare
qualche riferimento alla Materia Medica. Il Lettore deve allora sapere che il rimedio selezionato
sulla base del Repertorio non è stato prescritto solo ed esclusivamente con tale criterio, ma con
il sostegno di un’approfondita conoscenza della Materia Medica. So che mio padre lesse la
Materia Medica dalla prima all’ultima pagina, specialmente il libro ‘Lezioni di Materia Medica
Omeopatica’ di Kent e il ‘A Synoptic Key to the Materia Medica’ di Boger. Studiò attentamente
numerosi altri documenti, quali il ‘Dizionario di Farmacologia Omeopatica Clinica’ di Clarke,
i lavori di Ernest e Harvey Farrington, il libro ‘Fondamenti di Terapia Omeopatica’ di Nash,
ecc.3 Questi libri sono frequentemente ignorati dagli studenti dei nostri giorni che preferiscono
leggerne le interpretazioni e i commenti. Con la sua conoscenza della Materia Medica, mio pa­
dre sapeva quando il rimedio indicato dal Repertorio corrispondeva effettivamente al carattere
profondo del caso e, nelle sue conferenze, ha sempre insistito sull’importanza di tale corrispon­
denza. Il Lettore dovrà studiare questi casi e notare la scelta delle rubriche e la loro valutazione,
dando importanza alle cause, alle sensazioni, alle modalità generali, ai sintomi mentali e alle ca­
ratteristiche particolari. Il suo metodo di repertorizzazione era influenzato da Boger e dal suo
più fedele seguace, il Dr. S. R. Phatak, che fu consulente e guida di mio padre. Il libro ‘A
Synoptic Key to the Materia Medica’ di Boger è un capolavoro che condensa ogni rimedio in
poche parole, focalizzandone la vera essenza. Mio padre mi educò usando tale libro e ricordo
che parlandomi di Sepia officinalis mi sottolineò l’importanza della prima parola ‘Trascinato
giù’ [Draggy]. Egli mi disse che tale parola non esisteva nella lingua inglese, ma fu coniata da
Boger per denotare la sensazione di Sepia officinalis che si sente trascinato giù; tutto è trasci­
nato giù: la faccia, lo stomaco, l’utero e l’umore. Anche l’energia del paziente viene trascinata
in basso, cosicché l’individuo ne risulta spossato e anche la malattia viene trascinata fuori, di­
ventando cronica, senza fine. Questo è un esempio di come Boger abbia usato le parole finaliz­
zandole ad una caratteristica definizione dell’intero rimedio. In pratica, la rubrica selezionata
deve esprimere questo sintomo centrale o caratteristica del paziente nella maniera migliore e più
completa. Facendo un esempio, mio padre diceva che se una persona peggiora dopo una notte
passata fuori casa, è necessario analizzare se il motivo è:
1 - Una carenza di sonno.
2 - L’assunzione di alcolici.
3 - L’eccitazione per la compagnia di altre persone.
4 - Altri fattori o un insieme di questi.
È indispensabile esaminare l’intero caso clinico e quindi scegliere la rubrica più appropriata;
poi bisogna fare riferimento a tutti i possibili Repertori per studiare i sintomi. Anche in questo
caso, egli puntualizzava che il Repertorio era solo un indice della Materia Medica. Questo pro­
cedimento di portare il rimedio alla Materia Medica per poterlo studiare appropriatamente po­
trebbe non essere stato enfatizzato in tutti i casi clinici, perché mio padre insegnava principal­
mente il Repertorio e dava per scontato che, alla base, ci fosse una buona conoscenza della
Materia Medica. Per gli studenti contemporanei rimane fondamentale quest’assunzione.
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Per i riferimenti a questi testi si rinvia al nostro sito www.edizionisalus.it [N. d. E.].
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4 - SPERIMENTAZIONI DEI RIMEDI
Uno dei capitoli riguarda le sperimentazioni condotte da mio padre. Queste sperimentazioni
includono sostanze come il diamante (Adamas) e l’acqua marina (Aqua marina). Anche se tali
sperimentazioni sono state condotte scrupolosamente, si può notare una relativa carenza dei
sintomi da esse ottenuti, così come un’assenza del quadro mentale che aiuta a comprendere i
rimedi. Secondo la mia esperienza, le sperimentazioni eseguite con sperimentatori singoli e con
accurati controlli, per qualche ragione non forniscono gli effetti che fornivano ai tempi di
Hahnemann. Ho verificato che le sperimentazioni di gruppo aiutano ad accentuare l’effetto del
rimedio e fanno emergere una chiara e utile immagine della sostanza usata.
5 - MATERIA MEDICA
Il capitolo ‘Alcune note su alcuni rimedi’ fu l’unico tentativo di mio padre di scrivere qual­
cosa a proposito della Materia Medica. Con questo suo scritto egli non intendeva creare una
Materia Medica definitiva ma, semplicemente, descrivere alcune delle sue esperienze e idee e
fornire una visione della sua concezione della Materia Medica. In questo lavoro egli potrebbe
essere stato influenzato dal suo amico William Guttman, un omeopata americano il cui libro,
‘Homoeopathy’, contiene alcune poetiche descrizioni dei rimedi.
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Nel complesso, questo libro di mio padre copre una vasta area dell’Omeopatia, dalla storia
alla ricerca, dalla farmacologia alla filosofia, dalla valutazione dei casi al Repertorio, dalle spe­
rimentazioni alle potenze. Tutto ciò rivela il segreto del successo di mio padre come omeopata e
scienziato. Egli non celò mai la sua conoscenza, ma cercò sempre di comunicare tutto ciò che
sapeva. Questi due libri hanno costituito per me la sua eredità e mi hanno donato una visione
privilegiata dell’Omeopatia.
Questi volumi erano molto popolari negli anni ’60 e ‘70. Negli anni ‘80, la mia attenzione si
trasferì sullo sviluppo e sulla diffusione delle mie idee personali. Solo recentemente, insegnan­
do, ho capito che gli studenti devono apprendere i fondamenti dell’Omeopatia - anche gli stu­
denti avanzati - poiché senza queste basi tutte le idee nuove servono solo a distrarre e a sviare. I
libri di mio padre sono un mezzo relativamente semplice per studiare gli elementi basilari, i
fondamenti dell’Omeopatia.
Ho pensato che fosse una buona idea raccogliere i suoi scritti, sistemarli nel giusto ordine,
eliminando gli articoli che sono stati ripetuti in diverse occasioni, correggerli e pubblicarli sot­
toforma di libri.
Il lavoro fondamentale nella realizzazione di questo libro è stato fatto dal Dr. A. V. S. Pra­
sad. I testi sono stati dattilografati dal signor Antony. A queste due persone io e i Lettori dob­
biamo il nostro debito di gratitudine.
Dr. Rajan Sankaran
EDIZIONI SALUS INFIRMORUM
Autore: Sankaran P.
Dimensioni: 17 x 24
Anno pubblicazione: 2008
Prezzo: 70,00 €
Argomento: Omeopatia
Copertina: Cartonata
Pagine: 736
Isnb: 978-88-86893-82-4
ARGOMENTO DEL LIBRO:
Pichiah Sankaran, padre di Rajan, era un famoso omeopata indiano molto conosciuto e apprezzato
specialmente negli Stati Uniti e in Inghilterra.
Questo suo libro, che raccoglie in modo sistematico tutti i suoi scritti, è un vero e proprio Corso di
Omeopatia Classica Hahnemanniana, perché presenta, in modo rigoroso ed estremamente fedele alla
tradizione, tutte le conoscenze e i ‘trucchi del mestiere’ che un omeopata deve conoscere. In particolare:
- descrive la Materia Medica dei principali rimedi (compresi i più comuni nosodi e anche i famosi
Nosodi Intestinali) correlandoli con la loro fonte, in modo da facilitarne la comprensione e
l’acquisizione mnemonica;
- intreccia i sintomi e i segni più rilevanti della Materia Medica con l’esperienza dei Maestri
dell’Omeopatia e con numerosi casi clinici;
- sottolinea l’estrema importanza della sperimentazione eseguita secondo i canoni classici, suggerendo
la sperimentazione di sempre nuovi rimedi;
- spiega approfonditamente tutte le tecniche della presa del caso e di repertorizzazione secondo quanto
hanno insegnato i precedenti Maestri, spiegando i pro e i contro di ogni metodica;
- suggerisce i rimedi più comuni per la profilassi delle principali patologie infettive, ma anche dei più
comuni interventi chirurgici in modo da ridurne l’impatto patogeno;
- elenca innumerevoli riferimenti crociati e sinonimi, utilissimi per coloro che usano un Repertorio in
lingua inglese;
- affronta in modo magistrale e saggio il grande e tanto discusso problema della scelta della potenza del
rimedio omeopatico e della ripetizione della dose;
- è altrettanto saggio, pacato e illuminante sulle restrizioni dietetiche che molti omeopati impongono ai
loro pazienti solo “per tradizione” o per “sentito dire”, ma senza una seria sperimentazione e approccio
scientifico al problema;
- chiarisce anche il tanto discusso, ma poco scientificamente affrontato, problema della assunzione del
rimedio omeopatico vicino o lontano da cibo, caffè, odori o profumi;
- insegna a gestire il grande problema di quando un rimedio non funziona, riportando anche qui
l’esperienza concreta di tanti Autori e Maestri precedenti.
PER IL CATALOGO AGGIORNATO WWW.EDIZIONISALUS.IT