[ribattuta - 1] corsera/direzione/01 20/10/07

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[ribattuta - 1] corsera/direzione/01 20/10/07
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F O N D A T O
SABATO
20 OTTOBRE 2007
EURO 1,30*
(con "Io Donna")
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La Cosa rossa e gli equilibri nell’Unione
Maggioranza in fibrillazione. Oggi manifestazione della sinistra radicale sul welfare
IL PARADOSSO
DELLA PIAZZA
Mastella:meglioilvotoinprimavera
di DARIO DI VICO
Il ministro indagato a Catanzaro. «Sono pulito»
Oggi a Roma andrà in
piazza un'altra fetta dell’elettorato del Paese. A
testimonianza che i tradizionali meccanismi della
democrazia parlamentare sono intasati e comunque poco utilizzabili per
discutere e deliberare, la
tendenza che si sta sviluppando tra le forze politiche è quella di riempire,
a turni alterni, le vie della capitale. «Manifesto
ergo sum» è il nuovo
motto che finisce per accomunare eminenti personalità dell'opposizione
e ministri del governo in
carica. È un'altra faccia
dell'originalità della politica italiana e sicuramente non la peggiore. Ma il
corteo di oggi non costituisce solo una prova della vitalità della sinistra
radicale e dei suoi legami
con la società (per quanto profondamente scossi
dal risultato del referendum sindacale). E nemmeno può essere ridotto
al mero sforzo di Rifondazione di disegnare il perimetro più largo possibile della nascitura Cosa
rossa, evitando smottamenti in direzione del
nuovo Partito democratico targato Veltroni. C'è
di più. Va in piazza una
forza politica che condiziona numericamente e
programmaticamente il
governo Prodi e che i moderati della coalizione di
centro-sinistra vorrebbero veder ridimensionata,
se non addirittura espulsa.
Le formule politiche
con le quali viene sintetizzata la volontà di tenere
a debita distanza la sinistra radicale hanno preso via via il nome di «taglio delle ali» o «alleanze
di nuovo conio». Esprimono entrambe il disegno, o forse solo la speranza, di formare maggioranze più omogenee e
centripete. Ma tra il dire
e il fare in questo caso c'è
di mezzo un oceano. Romano Prodi ha saputo costruire in questo anno e
mezzo di vita del suo esecutivo un rapporto costruttivo con Rifondazione, è riuscito a guadagnarsi la fiducia dei mini-
stri rosso-verdi e dal suo
punto di vista non è affatto un dramma che la
Fiom e la sinistra radicale oggi scendano in piazza. Anzi, per i paradossi
che la nostra politica sa
produrre, è un vantaggio: i manifestanti di oggi sembrano essere i migliori amici di Palazzo
Chigi.
È vero che sul Protocollo welfare abbiamo assistito a un tira e molla
che ha visto da una parte
il premier e dall'altra i ministri della Cosa rossa,
ma tutto si può dire tranne che Prodi non abbia
avuto chiarezza, anche
nei momenti più confusi,
sulla direzione di marcia. Non ha mai abbandonato i suoi fedeli alleati. E, nonostante la vittoria schiacciante di Epifani, Bonanni e Angeletti
al referendum, ha tentato fino all'ultimo di rassicurare Rifondazione per
evitare che quel 18% di
voti contrari al protocollo non si sentisse rappresentato dalla coalizione
che governa il Paese.
Chi, pur con piena legittimità, lavora per sostituire una così collaudata architettura di rapporti politici deve essere capace
di indicare un'alternativa percorribile. Perché
senza aver esplicitato un
equilibrio di coalizione
che possa fare a meno
del contributo del Prc,
un leader di centro-sinistra che capeggiasse
un’operazione di questo
tipo saprebbe solo ciò
che lascia e non ciò che
trova. In mancanza di indicazioni chiare si esporrebbe addirittura al rischio di passare alla storia come quell'avventuriero che finì per riaprire
la strada di Palazzo Chigi all'avversario di sempre, Silvio Berlusconi.
Per aprire un nuovo ciclo della politica del centro-sinistra italiano c'è
bisogno di una personalità che sappia muoversi
con il piglio e l'autorevolezza che dal dopoguerra
ad oggi hanno avuto solo quattro-cinque, e forse più quattro che cinque, leader della sinistra
europea.
SETTE GIORNI
GIANNELLI
di Francesco
Verderami
SILVIO È CONVINTO
DI FAR TREDICI
A PALAZZO MADAMA
ROMA — La maggioranza è in fibrillazione. Per il Guardasigilli Mastella, indagato a Catanzaro nell’inchiesta «Why
not», «meglio votare in primavera nell’interesse degli italiani». La sinistra radicale scende in piazza oggi sul welfare.
Alla manifestazione i ministri non ci saranno.
U Da pagina 2 a pagina 9
Prodi e la paura
del «complottone»
Silvio
Berlusconi
dice che «la
crisi è
prossima»,
Romano
Prodi teme
che «l’infortunio sia vicino».
Fuori i secondi, la sfida sta
per iniziare, sarà il Senato
che emetterà il verdetto. Il
Cavaliere non bluffa, il
Professore lo sa bene. Lo
sapeva anche prima di
riceverne conferma da
Francesco Cossiga.
LISBONA — Non aspetterà l’assalto finale nel chiuso della trincea di Palazzo Chigi. Finché avrà numeri, munizioni e ossigeno politico, giocherà le sue carte in campo
aperto, cercando di anticipare e sparigliare
le mosse di chi vorrebbe prepensionarlo anzitempo, consapevole che le probabilità di
sconfitta sono alte, ma deciso a vendere cara la pelle: «Se andrà male, dovrà essere
chiaro a tutti di chi è la responsabilità».
CONTINUA A PAGINA 6
CONTINUA A PAGINA 3
di FRANCESCO ALBERTI
ANNO 132
N. 249
www.corriere.it
ARMI NUCLEARI
FERMARE
SUBITO
L’IRAN
di WALTER VELTRONI
Caro Direttore, le notizie che arrivano dal mondo in questi ultimi
giorni ci impongono di alzare la testa dalle nostre faccende domestiche per riflettere e costruire una risposta politica ai rischi crescenti di
instabilità internazionale.
Se guardiamo la carta geografica è impossibile non vedere come si
moltiplichino i conflitti militari e
politici che investono una vasta cintura del mondo che parte da Israele
e Palestina, bloccati da uno stallo
politico, prosegue in Iraq e Afghanistan — dove continuano i combattimenti — e in Iran dove cresce la tensione politica per la rincorsa atomica di Teheran, si allunga nel Pakistan del tragico e fallito attentato
contro Benazir Bhutto, termina in
quella lontana Birmania sulla quale
troppo rapidamente sta calando
l'attenzione internazionale.
CONTINUA A PAGINA 42
AZIONE VANDALICA A ROMA
IL LIBRO
Il Papa:
il Concilio,
poi una Chiesa
confusa
Fontana di Trevi rossa, ecco le foto
Getta una sostanza nell’acqua e fa una rivendicazione «futurista»
di JOHANNES NEBEL
Dopo il Concilio ecumenico
Vaticano II, la situazione della
Chiesa «era estremamente
confusa e irrequieta e la stessa
posizione dottrinale non era
più sempre chiara». Lo dice
Benedetto XVI in un’intervista
che apre il libro Il mondo della
fede cattolica. Verità e forma
del cardinale Leo Scheffczyk,
scomparso nel 2005. «Io stesso
— dice ancora papa Ratzinger
— ero in quel contesto quasi
troppo timoroso rispetto a
quanto avrei dovuto osare».
U A pagina 45
ROMA — Nella foto a sinistra, un uomo comincia a versare il colorante. Nella foto
in alto a destra, getta tutto il barattolo. Sotto a destra, il risultato: l’acqua della
Fontana di Trevi completamente rossa.
U Alle pagine 10 e 11 Brogi e Caccia, Bucci
La scelta di un istituto del Maine. Si dividono i genitori, polemiche in tutto il Paese
Il racconto dopo l’annuncio del divorzio. «Con Nicolas abbiamo provato a ricucire»
Usa: contraccettivi a scuola a 11 anni Cécilia rivela: mi sono innamorata di un altro
NO IN EDI
VE COLA
MB
RE
IL PRIMO MENSILE PER GLI UOMINI CHE AMANO LA VITA.
di PAOLO VALENTINO
WASHINGTON — I
numerosi casi di adolescenti rimaste incinte
hanno spinto la King
Middle School di Portland, nel Maine, a mettere a disposizione anche pillole anti-concezionali e iniezioni del giorno dopo per le studentesse. Profilattici agli undicenni venivano già distribuiti, ma ora la decisione allarga il campo dal
prossimo anno alle ragazze fra gli 11 e i 14 anni
che abbiano il permesso
scritto dei genitori.
Protestano le Chiese e
i gruppi per la difesa dei
valori tradizionali; divisi
i genitori.
U A pagina 25 Voltattorni
LE MOTIVAZIONI
«Franzoni,
un conflitto
interiore»
Causa scatenante
del delitto: «Un
conflitto interiore
con alla radice la
difficile gestione
dei due figli». Così i
giudici della Corte
d’assise d’appello
di Torino hanno
motivato condanna
a 16 anni contro
Annamaria
Franzoni.
di MASSIMO NAVA
PARIGI — «Un giorno
ti accorgi che la coppia
non funziona più. E’ successo a noi. Abbiamo cercato di ricostruire, ma
non era più possibile». Così Cecilia Sarkozy, moglie
appena separata del presidente francese Nicolas,
si è confessata in due interviste. E aggiunge: «Nel
2005 ho incontrato una
persona, mi sono innamorata, me ne sono andata.
Sono tornata a casa».
U A pagina 18
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U A pagina 21
Imarisio e Marrone
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