7 Aprile 2009 - Gruppo Espresso

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7 Aprile 2009 - Gruppo Espresso
Sottoscrizione
pro-terremotati
Sottoscrizione
pro-terremotati
Con il Centro, con il
Gruppo L’Espresso-Repubblica
e con le Casse di
Risparmio dell’Aquila
di Pescara e di Teramo
Partecipate alla
sottoscrizione popolare
per aiutare le famiglie aquilane
sconvolte dal tremendo
sisma del 6 aprile
CATASTROFE
IN ABRUZZO
L’Aquila distrutta dal terremoto
Centinaia di vittime, 70mila sfollati
40 PAGINE SPECIALI
L’EDITORIALE
FARE PRESTO
di Luigi Vicinanza
enti secondi cambiano una storia millenaria. L’Aquila è irriconoscibile, l’Abruzzo sconvolto.
Vite spezzate. Tante, troppe. Il bilancio è solo provvisorio, fa già rabbrividire. Chiese barocche e un ospedale
del terzo millennio, non fa differenza:
crollati rovinosamente. Come l’imponente palazzo della Prefettura: sulla
carta designato come luogo di coordinamento dei soccorsi in caso di disastro; nella tragica realtà un ammasso
di macerie polverose. Ancora una volta, di fronte alla furia della natura,
simboli delle istituzioni si sfarinano
nel momento cruciale in cui avrebbero dovuto trasmettere sicurezza ed efficienza.
Non è l’ora delle polemiche, questa.
C’è da provare a salvare chi è ancora
vivo sotto le case crollate, come è urgente aiutare chi è sopravvissuto.
(continua a pag. 22)
NAPOLITANO
SONO VICINO
AL VOSTRO DOLORE
V
Giorgio
Napolitano
Alle persone terribilmente
colpite nei loro cari, nelle loro
case e nei loro luoghi di vita
quotidiana dalla furia devastante del terremoto che si è
abbattuto sulla città e sui dintorni de L’Aquila desidero dire semplicemente: tutti gli italiani, ed io con loro, vi sono vicini nel vostro dolore, condividono la vostra angoscia.
Anche da paesi amici sono
giunti a me e al governo messaggi significativi di partecipazione al nostro cordoglio e di
schietta solidarietà.
Sono sicuro che le forze dello Stato, che le Istituzioni pubbliche centrali e locali sprigioneranno il massimo sforzo
per fronteggiare l’emergenza
e dare a voi tutti sicurezza per
il futuro.
Sottoscrizione
pro-terremotati
Il Centro e il gruppo
editoriale
L’Espresso-Repubblica
con 100.000 euro aprono
una sottoscrizione
popolare
insieme con le
Casse di Risparmio
dell’Aquila di Pescara
e di Teramo
per aiutare le famiglie
aquilane
sconvolte dal sisma
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IL CENTRO
MARTEDÌ
7 aprile 2009
IN ABRUZZO
La terra ha tremato alle 3.32. Tutta la regione sconvolta, 150 morti e centomila senzatetto
Apocalisse nella notte
In macerie il centro dell’Aquila, paesi distrutti
di Sandro Marinacci
PESCARA. E’ arrivato a tradimento, in
piena notte, alle 3.32, spietato e terrificante. Ha ridotto in macerie case, palazzi e
chiese, ha lesionato ospedali, caserme, università e si è scatenato con violenza contro migliaia di persone inermi, che dormivano. Ha distrutto vite, ha annientato speranze. Sono più di 150 i morti causati dal
terremoto che ha colpito l’Abruzzo, 2000 i
feriti, centomila i senzatetto.
E’ l’ultimo aggiornamento
del bilancio diffuso dalla Protezione civile, che in un crescendo durato tutta la giornata ha dovuto via via ritoccare.
«La più grave sciagura del millennio», l’ha definita Guido
Bertolaso. Una sciagura che
ha ridotto in macerie ventisei
paesi intorno all’Aquila, ma
che in qualche caso non è riuscita a rubare le vite che sembravano designate. Sono le
buone notizie che giungono a
sera, quando si viene a sapere
che sono 100 le persone estratte vive dalle macerie, dall’inizio della tragedia, e una studentessa é stata individuata a
notte fonda ed estratta dai soccorritori dalle macerie di una
casa crollata nel centro dell’Aquila, in via Sant’Andrea. Si
chiama Francesca. E poi un
ragazzo di 22 anni, Matteo, salvato anche lui in via Sant’Andrea mentre si stava lavorando per liberare un’altra giovane, di nome Marta.
Ma l’Aquilano è in ginocchio. La città è stata seriamente danneggiata, edifici sventrati, palazzi pubblici danneggiati. La chiesa delle Anime Sante in piazza Duomo non ha più
la cupola. In molti paesi come
Santo Stefano di Sessanio, Castelvecchio Calvisio, San Pio,
Villa Sant’Angelo, Fossa,
Ocre, San Demetrio ne’ Vestini e i centri dell’Altopiano delle Rocche, sono distrutte moltissime abitazioni del centro
storico, mentre presentano
danni costruzioni più recenti
e anche in cemento armato.
La situazione più drammatica
è nel capoluogo e in alcune delle sue
frazioni, come
Onna,
quasi
rasa
completamente al suolo, e Paganica, dove sono
già state registrate numerose vittime.
Nel
centro
storico dell’Aquila vi sono
numerosi
crolli, moltissimi edifici lesionati e alcuni
palazzi
non antichi
crollati completamente.
Crolli
che
hanno coinvolto anche la casa
dello studente e alcuni edifici
dell’università Particolarmente complicata la situazione all’ospedale dell’Aquila
La scossa principale si è registrata attorno alle 3,32 e ha
fatto registrare 5,8 gradi della
scala Richter. L’epicentro è
stato individuato a una decina
di chilometri dall’Aquila. Il sisma è stato avvertito in tutto
il centro-sud d’Italia, ma le avvisaglie c’erano state poche
ore prima. Erano le 22.20
Un momento
dei soccorsi
a Onna
Sotto
la chiesa
crollata
a Paganica
Soccorritori
al lavoro
con i cani
specializzati
nella ricerca
di persone
sotto
le macerie
ieri
pomeriggio
a Onna
quando due scosse sono state
avvertite nelle regioni del centro Italia. L’epicentro era stato di magnitudo 4,6 e sarebbe
stato localizzato nell’Appennino Forlivese. Alle 22.48 è stata
registrata una seconda scossa
di magnitudo 2.3, stesso epicentro. Un’altra scossa, di entità leggermente inferiore, è
stata avvertita dalla popolazione dell’Aquila a mezzanotte e
quaranta, dopo quella delle
22.45. D’altra parte, negli ultimi mesi, l’Aquilano era già
stato toccato da un centinaio
di scosse.
Il botto mortale è arrivato
alle 3.32. L’intero centro Italia
ha traballato, il violento sisma che ha devastato l’Abruzzo si è avvertito anche a Roma, nelle Marche e lungo la
costa abruzzese, da Pescara a
Vasto. Il sisma ha provocato
seri danni anche all’ospedale
San Salvatore, parte di malati
e pazienti sono stati trasferiti
a Pescara, Chieti, Avezzano,
ad Atri. In città, nei parchi e
nei campi sportivi sono state
approntate le tendopoli e ci si
preparava a trascorrere la notte sotto la pioggia.
IL CENTRO
MARTEDÌ
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GLI ITALOAMERICANI
Gli abruzzesi di New York e la corsa agli aiuti umanitari
Nancy Pelosi si mobilita
con i deputati del Congresso
WASHINGTON. Gli esponenti italoamericani nel Congresso degli
Stati Uniti si mobilitano per il terremoto in Abruzzo. Una risoluzione ufficiale del Congresso, per
esprimere la vicinanza degli Usa
all’Italia, é stata redatta dai deputati italoamericani Bill Pascrell,
un democratico del New Jersey, e
La Niaf, una delle maggiori
organizzazioni degli italoamericani, ha avviato uno speciale fondo «per aiutare le vittime e le loro famiglie», e il presidente della Niaf, Joseph Del
Raso — anche lui con radici
abruzzesi — ha espresso il
cordoglio dell’organizzazione
e la vicinanza alle famiglie
colpite dal sisma.
La raccolta di fondi avviene online sul sito della Niaf,
all’indirizzo www.niaf.org/relief.
Mobilitazione e condoglianze anche da parte della Co-
lumbus Citizens Foundation,
altra importante realtà degli
italiani d’America.
Le tv americane hanno immediatamente spedito sul posto le loro troupe. Per tutta la
giornata le notizie sul terremoto, con aggiornamenti continui, foto, filmati e sviluppi
della situazione, hanno aperto le pagine dei siti web dei
principali quotidiani americani, dal New York Times al
Washington Post, dal Wall
Street Journal al Los Angeles
Times.
Il New York Times racconta che il telefono di Maria Fosco,
italo-americana
del
Queens che lavora alla City
Pat Tiberi, un repubblicano dell’Ohio i cui antenati arrivarono in
America dall’Abruzzo. Anche la
“speaker” della Camera, Nancy Pelosi, é in contatto con le autorità
italiane per seguire gli sviluppi
del terremoto (il nonno paterno,
Tommaso Fedele D’Alessandro,
era di Montenerodomo).
Nancy Pelosi
presidente
della Camera
Usa
La homepage
del
Washington
Post
University, non ha smesso di
squillare un attimo. La Fosco
é una degli esponenti di spicco della piccola comunità
abruzzese di New York, composta di 5 mila persone circa,
di cui quasi la metà vivono
ad Astoria, non lontano dall’aeroporto LaGuardia.
La donna, che ha una nonna di 98 anni a Chieti, non é
riuscita a parlare con i suoi
parenti che risiedono in
Abruzzo, visto che i telefoni
non funzionano. In quanto vice-presidente del piccolo museo locale dedicato agli ita-
lo-americani, la Fosco ha già
iniziato a raccogliere fondi
per le vittime.
Un altro esponente della comunità italo-americana, Tony Di Rico, 68 anni, dipendente in pensione della compagnia elettrica di New York, rimasto particolarmente colpito dal terremoto, parla, sempre al Nex York Times, di
«tragedia devastante».
Nato in Italia durante la seconda guerra mondiale, emigrato negli Usa nel 1962, Di Rico presiede l’associazione locale degli emigrati, o dei discendenti di emigrati, provenienti da Orsogna, in provincia di Chieti.
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IL CENTRO
MARTEDÌ
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO ALL’AQUILA
Parisse, una famiglia distrutta
Il giornalista del Centro ha perso i figli e il padre tra le macerie
di Lorenzo Colantonio
ONNA. Giustino e Dina abbracciati davanti alle macerie di una casa
che non c’è più. Giustino e Dina
che non hanno più nulla. Neppure
una lacrima per piangere Domenico e Maria Paola, due ragazzi stupendi. Lui di 18 anni, lei di 16.
Giustino Parisse, 50 anni,
è il responsabile della redazione dell’Aquila, vicecaporedattore del quotidiano degli
abruzzesi. Ha perso i figli e il
padre Domenico, di 75 anni.
Gli restano la madre, gravemente ferita
e ricoverata
nell’ospedale
di campo allestito all’Aquila, e la moglie
Dina Sette,
che gli sta vicino e l’abbraccia.
LA TRAGEDIA
PIU’
GRANDE. Sono le 9,45, Onna è devastata. I corpi sepolti sotto le
macerie sono
ovunque. Ma
per la piccola
frazione alle
porte dell’Aquila la tragedia
di Giustino Parisse è la più
grande.
«Seguimi, ti porto da lui», dice un vicino di casa che rischia la vita pur di arrampicarsi tra cumuli enormi di
mattoni e calcinacci, pur di arrivare da Giustino. Che è lì, abbracciato a Dina, seduto nel
giardino di casa, circondato solo da macerie.
ADDIO MARIA PAOLA. Scoppia in un pianto dirotto, abbraccia il collega del Centro
che lo ha raggiunto, e racconta da cronista la notte che gli
ha cancellato una vita di passione e sacrifici.
«Ora sono dall’altra parte,
tu fa il tuo lavoro», dice asciugandosi le lacrime dopo un interminabile abbraccio.
Non ha più nulla, neppure i
vestiti. Indossa solo una camicia strappata, un paio di pantaloni del pigiama e due scarpe
diverse. La casa, una villetta
al centro di Onna, è un enorme cumulo di mattoni, pietre
e travi di legno.
Una lastra di cemento armato ha schiacciato una della
due auto parcheggiate nel cortile. Dietro l’angolo si staglia
la casa sventrata di Sandro Parisse, il fratello di Giustino. Solo una porzione della villetta
ha retto.
«Maria Paola era proprio
lì», inizia a raccontare Giustino, «ha fatto solo in tempo a
dirmi: papà, tanto moriamo
tutti, e la trave del tetto l’ha
schiacciata».
E’ morta davanti agli occhi
del suo papà che non riesce a
darsi pace e continua a ripetere: «Non sono riuscito a salvare i miei figli».
Maria Paola è stata portata
via prestissimo all’obitorio
dell’Aquila. Il fratello Domenico, invece, è rimasto sepolto
sotto una montagna di detriti
alta più di dieci metri. In cima
alla quale ora c’è Sandro, anche lui salvo per miracolo, che
cerca invano di togliere pietre
e pezzi di legno.
Ma è un’impresa impossibile, e i soccorsi non arrivano.
ADDIO DOMENICO. Per un
attimo, Giustino, riesce a di-
«Papà, tanto moriamo tutti», ha
fatto in tempo a dire Maria Paola
prima che la trave più grande della casa più bella di Onna spegnesse per sempre i sogni di una ragazza orgogliosa del suo papà, un giornalista del Centro.
Ha visto morire Maria Paola
di 16 anni, ha atteso invano
i soccorsi per Domenico di 18
La casa
di
Giustino
Parisse
distrutta
dal
terremoto
e il
recupero
del padre
A sinistra
il vice
caporedattore
del Centro
strarsi dalla tragedia che lo ha
colpito quando racconta che
un terremoto del nono grado
della scala Mercalli non dà
scampo.
E’ un esperto di terremoti.
Per mesi ha scritto delle scosse che hanno colpito L’Aquila,
studiandole e ristudiandole
sui siti dell’Igm (Istituto geofisico militare). Ma lo sguardo
del giornalista del Centro tor-
na sulle macerie. «Hanno lo
stesso nome mio padre e mio figlio, sono ancora lì sotto», dice
mentre si avvicina a una tettoia inclinata oltre la quale c’è
la sua casa: una montagna di
detriti.
L’ATTESA INUTILE. Domenico era ancora vivo dopo le
3,32 di ieri, quando la scossa
ha raso al suolo Onna. Era vivo anche un’ora dopo, quando
Giustino Parisse ha sentito la
sua voce che chiedeva aiuto
venire su dalle macerie. Ed ha
cercato di salvare con tutte le
sue forze il figlio. Giustino ha
continuato a sentire Domenico per altre tre ore ed ha lottato come un leone contro enormi pezzi di pietra e cemento,
ciascuno pesante più di cento
chili. Fino a cadere di schiena
ferendosi la testa.
«Domenico ci chiedeva aiuto ma era impossibile tirarlo
fuori. Ho detto a Giustino: non
ce la facciamo. Giustino fermati, è inutile», racconta il vicino
di casa. E lui si è fermato e si è
seduto, in attesa che arrivassero i soccorsi per salvare Domenico e il nonno.
Ma ad Onna sono ormai le
12 passate. E quei soccorsi per
il figlio e il padre di Giustino
Parisse non arrivano. Le speranze sono finite mentre le
scosse di terremoto fanno tremare ancora sette volte le macerie.
Ma Giustino non ha più paura, ripete tra le lacrime: «Non
sono riuscito a salvare i miei figli. Trent’anni di sacrifici cancellati in un attimo. Non ho
più nulla. Adesso non ha più
senso continuare a vivere».
La moglie Dina lo abbraccia, si siedono l’uno accanto all’altra sotto un mandorlo fiorito. Dal cancello di casa arriva
il presidente della Provincia,
Stefania Pezzopane, che va
da Dina e Giustino per abbracciarli. Una parente risponde a
un telefonino e dice: «Domenico e Maria Paola non ci sono
più». Ormai è finita.
IL CONFORTO. Un vicino di
casa si avvicina a Parisse per
dirgli: «Forza Giustino, io ce
l’ho fatta, ce la farai anche tu».
È il vicino che ha perso la figlia in un incidente stradale.
Consola Giustino, con delicatezza e dignità, e in qualche
modo riesce ad aiutarlo.
Alle 16,30 i corpi del padre e
del figlio di Parisse vengono finalmente tirati fuori dalle macerie. Sono passate tredici ore
dalla scossa che ha raso al suolo Onna. Sono passate troppe
ore per salvarli. Ma Giustino è
andato via. «Voglio ricordarli
come l’ultima volta che li ho visti vivi», dice dopo un ultimo
lunghissimo abbraccio.
IL CENTRO
MARTEDÌ
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO ALL’AQUILA
Onna è rasa al suolo, 40 morti
La tragedia di Benedetta e del suo fidanzato insieme tra le macerie
di Lorenzo Colantonio
ONNA. Come fai a raccontare di Andrea
e dell’urlo di dolore della madre che rompe il silenzio irreale di Onna? Come fai a
raccontare di Benedetta, l’hanno trovata
accanto al suo fidanzato, abbracciati per
sempre. E come fai a dimenticare un bimbo di 8 mesi, stretto tra i corpi della madre
e del padre? L’hanno avvolto in un lenzuolo bianco e adagiato su un prato. E accanto a questo bimbo ci sono altri 39 morti.
Avvolti da coperte e dal silenzio assoluto.
Onna, una frazione di quattrocento abitanti, tutti parenti, tutti amici, non c’è più. E’
davastata. E’ un cumulo immenso di macerie di case
ristrutturate
da poco, abbellite con vasi di fiori e
ringhiere in
ferro battuto.
E’ una frazione bombardata, rasa
al suolo dove
ciascun abitante soffre
un lutto, e sa
chi manca all’appello. Ma
alle 9,45 i soccorritori sono ancora pochi ad Onna.
Il grosso è
a Paganica,
che conta cinque morti, e
dove la gente
affolla la piazza
quando
una scossa fa
tremare paurosamente la
terra.
LA PAURA A PAGANICA. La
facciata del duomo ondeggia, i
poliziotti urlano a squarciagola: «Via di lì, sta crollando».
La gente fugge a piedi tra le
grida, una mamma corre spingendo un carrozzino, un uomo
si dirige verso la chiesa e supera il cordone di poliziotti mentre la facciata della chiesa si
stacca e resta in bilico. E’ una
paura che paralizza i muscoli
e innesca gesti irrazionali. Come quell’uomo che sembra si
diriga verso la morte, oppure
le decine di auto che restano
bloccate davanti alla facciata
che ondeggia.
E’ una donna poliziotto la
più fredda di tutti, da sola
sblocca l’ingorgo e il viaggio
verso Onna, la frazione più colpita, riprende.
I CORPI TRA LE MACERIE.
Appena entri nel piccolo
centro abitato a sei chilometri
dall’Aquila, davanti al bivio
per Paganica, la polvere entra
nei polmoni e c’è un odore soffocante di gas.
Per raggiungere il cuore della frazione, il centro del cratere dove la gente attende aiuti
con gli occhi sbarrati, bisogna
per forza arrampicarsi sulle
macerie, assi di legno che si
spaccano sotto i piedi, cumuli
di mattoni che non reggono il
peso del corpo.
Sulla sinistra, i detriti arrivano fino al cartello di via dei
Calzolai. Proprio lì sotto ci sono due corpi. Da un tubo spezzato esce gas, più avanti un altro tubo spruzza acqua. C’è un
odore acre che blocca il respiro mentre un’altra scossa fa
tremare l’unico balcone rimasto appeso a un muro che sembra la quinta di un teatro.
E’ una scossa ondulatoria
che alza le macerie e le fa rica-
In basso
il corpo
di un anziano
portato via
Bimbi tra vittime
Il medico della frazione
riconosce suo figlio
Il recupero del corpo
della giovane Susanna, in basso
il medico della frazione
e la moglie distrutti
dere insieme sollevando una
nuvola di polvere bianca.
«Venga, mi segua. L’aiuto
io», dice un uomo con il volto
imbiancato dalla polvere, una
camicia strappata e un profondo taglio sulla fronte. Ma non
c’è tempo nemmeno per dirgli
grazie e chiedergli il nome perché, alla fine di questo lungo
corso ricoperto di macerie,
stanno estraendo due cadaveri da una casa di tre piani completamente sventrata.
Uno è il corpo di Gabriella,
aveva 50 anni. Accanto a lei
hanno trovato la mamma Antonina. Vengono adagiate su
due materassi in un garage,
una delle pochissime strutture ancora in piedi nella piccola Onna, che paga il prezzo più
alto. E che adesso torna nel silenzio irreale. I varchi sulle
stradine invase dalle macerie
si spopolano, perché arrivano
altre scosse. Almeno sette nel
giro di poco più di un’ora.
LE SCOSSE CONTINUANO.
La più forte scuote la terra alle 10,40 e da un rudere si stacca una porzione di muro, fatto
di pietre e cemento, che si frantuma in cento pezzi.
Trovarsi a vivere in diretta
l’ennesima scossa blocca il respiro. Ritarda e ferma i soccorsi, fa rassegnare ancora di più
questa povera gente che si
guarda in faccia come a voler
fare l’appello.
«Ne mancano cinquanta»,
dice un sopravvissuto. Manca
anche Susanna, la trovano più
avanti. La fiutano i cani della
protezione civile. La ragazza è
sotto le macerie, forse è ancora viva.
ADDIO SUSANNA. Una decina di carabinieri cominciano
a scavare tra le pietre e le travi. Si muovono con cautela
mentre intorno si accalca altra gente. E arrivano due ruspe che rompono il silenzio tornato assoluto. «Chiamate un
medico, chiamate un medico»,
urla poi un uomo con il volto
insanguinato. Il medico arriva, ma indossa un pigiama ed
è stravolto perché non trova
più suo figlio. Sale sul cumulo
di macerie, si avvicina al corpo di Susanna e scende giù
scuotendo il capo. E dal basso
si alza un altro grido di disperazione.
IL PREZZO PIU’ ALTO. Lo paga Onna: 40 morti, fino alle 22
di ieri. Ma sono di più, dice la
gente del piccolo borgo.
I nomi, uno dopo l’altro, vengono appuntati su un foglietto
bianco dal commissario Egidio Labbro Francia giunto da
Sulmona. Dalle macerie, accanto alla casa di Susanna, subito dopo vengono estratti altri due corpi: un anziano e un
bimbo. La gente urla ancora
«andate via sciacalli» a quelli
con le telecamere che assediano l’aia davanti alle macerie.
Ma non c’è tempo da perdere,
ci sono altri corpi da recuperare. Tocca a Benedetta e al suo
fidanzato finire su quel foglietto bianco. E’ come una via Crucis, e ogni volta il medico che
cerca ancora suo figlio viene
chiamato per dire se c’è ancora un filo speranza.
Ma dalle 3,32 di ieri, cioè dal
momento della scossa più potente che ha devastato Onna,
sono passate troppe ore. Neppure per Andrea c’è speranza.
Sono le 16,21 quando il suo corpo viene recuperato dai vigili
del fuoco.
La madre di Andrea è una
donna bionda che, fino a un
minuto prima sperava ancora
e ora grida: «Figlio mio, piccolo mio. Dimmi che non è vero». Il padre è il medico in pigiama. I due si abbracciano
stretti stretti e si allontanano
piangendo.
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IL CENTRO
MARTEDÌ
7 aprile 2009
IN ABRUZZO
IL TERREMOTO ALL’AQUILA
Anna e le altre della casa riposo
Nel centro storico del capoluogo: la rabbia e la voglia di restare
L’AQUILA. Quello che ti schiaccia il cuore
non sono le espressioni dei volti dei giovani
universitari o delle famiglie che incroci nel
percorso inverso, mentre ti dirigi con il fiato sospeso in quel centro storico che rendeva L’Aquila una delle più belle città d’Abruzzo. Sono i volti delle persone che restano. E che nonostante la paura, il terrore,
l’orrore della morte sfiorata — sentimento
Lei e le sue amiche sono sedute in circolo. Le suore le
hanno ammantate con coperte di lana. C’è il sole, ma ora
queste donne spaventate dal
terremoto non sanno quante
altre ore dovranno restare all’aperto, e se mai torneranno
nelle loro camere.
In piazza Duomo incroci lo
sguardo di Domenico Giancarli, che parla insieme ad alcune signore tenendo al guinzaglio il suo cane. Domenico
aveva un appartamento in
corso Federico. Quando ha
sentito la scossa ha fatto in
tempo a prendere solo una
giacca. E il cane. «Non è stato
lui ad accorgersi del terremoto», dice rivolgendosi beffardo all’amico a quattro zampe.
«A un certo punto ho sentito
il mio letto che andava a destra e a sinistra, si spostava
di almeno 80 centimetri da un
lato all’altro. Siamo usciti di
corsa e la palazzina accanto
alla nostra è venuta giù. Siamo salvi per miracolo». Neanche Domenico potrà più rientrare a casa, ma non vuole allontanarsi. Non vuole andare
in un «campo profughi». Non
vuole che le sue cose restino
«alla mercè dei ladri». Per
ora resta in piazza. Con il suo
cane e il suo sguardo di dolore.
Nel centro storico incroci
anche lo sguardo colmo di lacrime di Maria Teresa Di Pasquale. Lei aveva una casa
in via Guelfaglione. Anche lei
è rimasta con un pigiama e
una giacca. Sente tremare
nuovamente la terra sotto i
piedi e inizia a piangere. «Ho
comunque identico a quello letto prima sui
volti incrociati lungo viale Collemaggio —
non vogliono lasciare la loro casa. E neanche allontanarsene. Sono sguardi di dolore
e di paura che incroci durante questa Via
Crucis che cosparge di lacrime il centro dell’Aquila. Superata la Villa comunale c’è
l’incrocio tra viale XX Settembre e corso Federico II, le strade della città che cingono il
centro storico. Ed è proprio da via XX Settembre, dove sono crollati un palazzo residenziale e la casa dello studente, che inizia
la Via Crucis. In piazzale Pasquale Paoli i
cadaveri sono ancora sotto le macerie. E’
qui che incroci lo sguardo di Angelo Di Nicola, giornalista e caposervizio del Messaggero, che si aggira lungo il piazzale con le
giacche dei figli stretti tra le braccia, il ca-
po fasciato e il naso e il viso ancora coperto
di tagli. «Non riuscivo ad aprire la porta,
per questo sono stato travolto dalle macerie. Però sono vivo, moglie e figli sono vivi...». Sempre in piazzale Paoli incroci lo
sguardo di Anna, un’anziana ospite della
casa di riposo San Giuseppe. Il suo sguardo
è assente mentre osserva i vigili del fuoco
scavare tra le macerie.
La storia di Anna e delle sue amiche
in strada con le coperte fornite
dalle suore della casa di riposo
paura, ho tanta paura». Ma
non si lascerà convincere facilmente a lasciare la strada
per trasferirsi in albergo.
Annamaria viveva a Palazzo Dragonetti, edificio storico
di corso Federico. Il suo
sguardo sembra il meno triste: «La casa ora è tutta lesionata», racconta «il tetto è caduto giù, tutta la mia vita è lì
dentro ma non posso andare
a prendere niente. Visto quello che è successo, devo pure
essere contenta».
In piazza Duomo incroci lo
sguardo stanco dell’architetto Vincenzo De Masi, mentre sistema la sua Fiat Multipla che mostra ovunque le ferite del terremoto: lunotto
spaccato, carrozzeria ammaccata dai cornicioni e dalle tegole cadute dai tetti, polvere
su cofano e tettuccio. «Siamo
tutti salvi, la mia casa è quella là, all’incrocio tra via Sassa e piazza San Biagio», racconta De Masi. «Il centro storico è tutto inagibile, credo
che per tanto tempo non rientreremo a casa. A guardare le
tegole della mia casa, per come si sono spostate sia da un
lato del tetto che dall’altro, ritengo che il terremoto debba
avere avuto un doppio movimento. Ecco perchè anche i
palazzi costruiti con il cemento armato hanno subìto danni: l’onda sismica ha creato
una specie di torsione su muri e pilastri».
Quindi un rammarico. «Da
Domenico col suo cane
si aggira fra i detriti
della sua casa crollata
Sopra
i vigili
del fuoco
al lavoro
tra le
macerie
della casa
dello
studente
tentano
di salvare
i ragazzi
intrappolati
A destra
una donna
cerca
di aprire
la porta
di casa
(foto
di Guida
e Simeone)
stamattina nessuno mi chiama, né alla Protezione civile,
né al Comune, né alla Prefettura... Eppure lo sanno che
ho partecipato alle verifiche
fatte per il terremoto dell’Irpinia, per il Parco nazionale
d’Abruzzo e per quello dell’Umbria...».
In via Accursio incroci gli
sguardi preoccupati dei vigili
del fuoco e della Protezione civile che tentano di entrare
dalla finestra di un’abitazione. Dentro quella casetta a
due piani sarebbe rimasta intrappolata una studentessa.
«Pensiamo che non sia riuscita ad aprire la porta e il tetto
gli sia crollato addosso. Fuori
la palazzina sembra intatta,
ma dentro è una scatola vuota», spiega Giampiero, volontario della Protezione civile
giunto dal frusinate due ore
dopo il terremoto che ha sconquassato la città dell’Aquila.
Sotto i portici di corso Principe Umberto trovi lo sguardo afflitto di una donna che
piange lacrime di dolore per
la morte di una studentessa
ospite del Convitto nazionale
Cotugno. Anche qui il terre-
moto non ha avuto alcuna
pietà dei giovani ospiti. La vittima aveva 16 anni. «Non ha
fatto in tempo... non ha fatto
in tempo...» sussurra a ogni
abbraccio di colleghe, soccorritori, amici.
In piazza Margherita, davanti al municipio dell’Aquila, i giardinetti sono colorati
dagli sguardi di cittadini rumeni e slavi. Sembra un ritrovo multiculturale, e anche i
ragazzi stranieri davanti all’invito a lasciare il centro storico per andare nei centri di
raccolta preferiscono allun-
garsi sui sampietrini, al sole,
e aspettare che lo sciame sismico passi. Rudvi è romeno
ed è qui in piazza insieme ad
altri due amici. Quasi canta,
il suo sguardo sembra allegro: «Mi dispiace per i morti.
Io non ho casa, io non ho problema di terremoto».
Si torna in corso Federico,
dove si incrocia un padre che
riporta le due figlie studentesse a casa. Il suo è uno sguardo liberatorio: «Sono stato fortunato, vengo dal Reatino e
sinceramente non mi sarei
aspettato un disastro del genere. Le mie due figlie avevano affittato una camera in un
appartamento del centro storico, che adesso è inagibile.
Sono state fortunate anche loro. Adesso se vogliono ancora
studiare fuori si troveranno
un’altra università».
Il rumore delle sirene degli
allarmi rimasti accesi riempie i vicoli vuoti di Santa Giusta. Un anziano sposta i massi e i pezzi di cornicione che
impediscono alla sua Panda
di svoltare. Anche la sua casa
è distrutta, ma lui ha bisogno
di qualcosa. E nonostante gli
appelli della Protezione civile
a non tornare tra i vicoli pericolosissimi del centro storico,
lui ha bisogno dei suoi occhiali. Altrimenti il suo sguardo
servirà a poco. (l.d.f.)
IL CENTRO
MARTEDÌ
7 aprile 2009
7
IN ABRUZZO
IL TERREMOTO ALL’AQUILA
Crolla il palazzo del Governo
Il prefetto non era in appartamento, salvo anche l’agente di guardia
di Luigi Di Fonzo
L’AQUILA. Il palazzo del Governo, in piazza della Prefettura, è stato uno dei primi a
crollare. Le sue colonne imponenti hanno
assorbito la furia del terremoto, ma non altrettanto è stato capace di fare l’architrave, letteralmente spezzato a metà. Anche il
tetto e la parte superiore della facciata si soAPPARTAMENTO VUOTO. Da
quattro giorni il prefetto dell’Aquila Aurelio Cozzani,
andato in pensione dagli inizi
del mese di aprile, non dimora più nell’abitazione privata
che ha sede proprio al secondo piano del
palazzo della
prefettura. E
il nuovo prefetto nominato dal ministero deve ancorainsediarsi nell’abitazione di piazza della Prefettura. Non
solo. Dopo la
brutta scossa
di terremoto
registrata poche ore prima del disastro, ovvero
la notte di domenica
5
aprile, il vice
prefetto vicario dell’Aquila Graziella
Patrizi — che ha preso le funzioni del prefetto in attesa dell’arrivo del nuovo — ha disposto il trasferimento del servizio di centralino della prefettura (che funziona anche di
notte per le emergenze di Protezione civile e per il coordinamento di enti e forze di polizia) alla questura. Soltanto il
corpo di guardia è rimasto a
presidiare l’antico palazzo
ma, sempre su disposizione
della prefettura, la scorsa notte è stato chiesto all’agente
della Polizia di Stato Wilford
S. di fare la sorveglianza all’esterno del palazzo.
SALVATE DUE VITE. Il sisma
delle ore 22.48 era stato molto
forte, e in attesa di conoscerne gli effetti sulla struttura
del palazzo, i vertici della prefettura avevano ritenuto opportuno trasferire nel giro di
pochi minuti centralino e corpo di guardia. Una decisione,
questa, che ha consentito di
salvare almeno due vite: quella del centralinista e quella
dell’agente di guardia (il cosiddetto “piantone”). Gli uffici sarebbero stati riaperti la
mattina dopo alle 7.30, ma così non è stato. Il crollo della
facciata e del tetto ha invaso
di mattoni, lastre di marmo e
cornicioni tutta piazza della
Prefettura, che dopo due ore
più tardi è stata ripulita dei
detriti.
IL SIMBOLO CHE CROLLA.
Ma come è possibile che un
Palazzo del Governo non sia
il più solido e il più sicuro di
tutta la città, visto che il capoluogo è in una zona ad alto rischio sismico? «I danni di un
sisma come quello di oggi sono inimmaginabili, anche per
strutture solide come il palazzo della Prefettura», risponde
il capo di gabinetto Roberto
Nardecchia, che aveva la figlia in gita scolastica fuori
Abruzzo e la moglie a Roma
dai genitori.
«In accordo con il questore,
il prefetto ha deciso di trasferire il centralino telefonico in
no sgretolati. Il palazzo sede della Protezione civile, simbolo dell’autorità che dovrebbe proteggere e governare un territorio, da
ieri è diventato un monumento alla devastazione. E solo una serie di fortunate congiunture ha fatto sì che il palazzo fosse vuoto al momento del terremoto.
Ridotto in macerie
il simbolo
della sicurezza
Dopo il sisma
di domenica trasferito
il centralinista
SOLIDARIETA’
Da Pescara sessanta ingegneri
gratis per la valutazione danni
PESCARA. Sessanta ingegneri della provincia di Pescara a disposizione della Protezione civile per le verifiche e la valutazione dei danni degli immobili danneggiati dal sisma del 6 aprile. E’ la proposta del presidente degli ingegneri pescaresi Antonio Bellinzotti.
questura, e questo ci ha consentito di “salvare” letteralmente un servizio decisivo soprattutto in questi casi». Encomiabile è stato poi definito
il comportamento dell’agente
di polizia in servizio al corpo
di guardia, che ha letteralmente visto la morte in faccia, ma per fortuna era all’esterno del palazzo, ha potuto
salvarsi e ha lavorato oltre il
suo orario di servizio. «Dopo
essere rimasto in guardia del
palazzo di governo fino all’arrivo di altro personale», ha
proseguito Nardecchia «è rimasto a lavorare fino alle 20
al centralino. Un comportamento davvero encomiabile,
che dimostra come la prefettura sia viva e funziona, anche se la sede è crollata».
GLI ALTRI EDIFICI. Accanto
al palazzo del Governo, ha resistito soltanto esteriormente
la palazzina che ospita il bar
enoteca “La Fenice” di pro-
prietà di Maurizio De Luca.
«In realtà internamente i solai dell’edificio sono crollati»,
spiega l’imprenditore. «Anche a casa mia, che si trova
accanto al bar, è crollato il solaio e abbiamo impiegato due
ore di tempo per liberarci e
raggiungere il balcone, dal
quale ci siamo calati in strada. I danni sono enormi. Una
vera apocalisse». Tanta la meraviglia suscitata dal fatto
che il palazzo della Prefettura sia andato distrutto nonostante l’imponenza del movimento tellurico. E tante anche le persone che ieri si sono viste aggirarsi in piazza
della Prefettura con macchine fotografiche e videofonini
per riprendere le macerie dell’ex palazzo governativo. La
prefettura dell’Aquila è stata
quindi divisa nei suoi vari uffici in varie sedi: il Centro
operativo centrale nella caserma della scuola della
Bellinzotti ha inviato al responsabile della Protezione civile Paolo Marsan un elenco di sessanta
nominativi di ingegneri disponibili a collaborare
gratuitamente in questi giorni all’Aquila. «Il consiglio dell’Ordine della Provincia di Pescara», ha
scritto il presidente degli ingegneri pescaresi «ritenendosi investito del dovere di collaborazione, elenca di seguito i primi nominativi dei tecnici iscritti
all’Albo che hanno offerto la propria volontaria disponibilità, per quanto di loro competenza, nella valutazione dei danni e delle eventuale agibilità degli
immobili danneggiati dal sisma. I sotto elencati tecnici potranno operare in completa autonomia richiedendo a codesta Protezione civile il solo coordinamento e le indicazioni di massima sulle procedure da mettere in atto. Gli stessi potranno essere direttamente contattati tramite recapito telefonico».
Guardia di Finanza a Coppito, la Protezione civile nella
sede della Reiss Romoli, il riconoscimento delle salme nei
capannoni della ditta Taffo a
Coppito, il centralino alla questura di via Strinella e altri
servizi dislocati nelle frazio-
ni.
SEGNALETICA ASSENTE. Una così vasta dislocazione degli uffici prefettizi avrebbe richiesto anche una segnaletica precisa, proprio a partire
da piazza della Prefettura. Invece fino a ieri sera non era-
no stati apposti neanche i segnali per indicare la presenza
dei campi di accoglienza.
I disagi si sono avvertiti soprattutto quando arrivavano
le colonne mobili, guidate lungo il percorso stradale dai posti di blocco di polizia, carabinieri e vigili urbani.
Problemi anche per le famiglie che sono state convinte a
lasciare gli spazi aperti vicini
alle abitazioni per andare a
dormire, sempre in macchina, nei campi adibiti all’accoglienza dei profughi: su ben
cinque campi di accoglienza
presenti in città, non è comparso neanche un cartello
stradale, un’indicazione, un
segnale, anche di cartone.
Nulla. Un altro disservizio ha
riguardato la comunicazione
dei nominativi delle vittime
del terremoto che, forse,
verrà divulgato (anche parzialmente) oggi. «Purtroppo
l’identificazione ufficiale delle vittime prosegue a rilento
dopo che l’obitorio dell’ospedale è stato dichiarato inagibile», spiegano in prefettura.
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IL CENTRO
MARTEDÌ
7 aprile 2009
IN ABRUZZO
IL TERREMOTO ALL’AQUILA
Devastati Poggio e Castelnuovo
Nei due borghi 10 vittime, madre e bimbo travolti dal muro di casa
di Roberto Raschiatore
SAN PIO DELLE CAMERE. Pietre
su pietre. Morti allineati alla base
del monumento che commemora i
caduti della Grande guerra. Un cane vaga fra le macerie. E’ ciò che resta del seicentesco borgo di Castelnuovo, frazione di San Pio con poco
A Castelnuovo e Poggio Picenze, borghi fra i più martoriati, si incontrano le storie
di chi è rimasto e di chi non
ce l’ha fatta.
Come quella di Emanuele
Sidoni, 61 anni, artigiano residente a Roma. Era tornato a Castelnuovo a trovare i genitori
Emidio
(77) e Maria
Fina Nardone (76) e insieme a loro
ha incontrato la morte.
«L’avevo pregato di raggiungerli a
Pasqua, ma
non ha voluto sentire ragioni», racconta la moglie, arrivata
in fretta da Roma. «Anche
noi abbiamo sentito la scossa,
sapevamo che nell’Aquilano
ce n’erano state diverse nei
giorni scorsi e così ci siamo
preoccupati», prosegue la
donna, «mia cognata ha telefonato verso le 4, dopo aver
saputo che l’epicentro era stato individuato in zona. Nessuno rispondeva. Il terrore ha
preso il sopravvento e quando sono arrivata mio marito
era appena stato estratto dalle macerie. Non c’era più.
Continuava a ripetere che
quella casa era sicura. Invece
l’ha ucciso».
Nei tre vicoli del borgo cancellato, tra le macerie della
chiesa di San Giovanni — dove solo la statua della Madonna è rimasta miracolosamente in piedi —
si aggirano i
volontari della Misericordia di Scafa,
i carabinieri
arrivati anche dall’Alto
Sangro, i vigili del fuoco
di Pescara,
gli agenti della
polizia
stradale
di
Chieti. Insieme alle tre
salme della
famigliaSidoni, di fronte
al monumento ai caduti,
viene allineata quella di Refik Hasani,
muratore macedone di 42 anni, come tanti suoi connazionali arrivato in Italia in cerca
di fortuna. Il fratello Demal,
40 anni, viene dato per disperso. Le speranze di ritrovarlo
in vita vengono spente poco
dopo le 11, quando i soccorritori individuano il corpo. Salgono così a cinque le vittime
a Castelnuovo. Amici e parenti piangono su una vicina panchina.
Nelle altre tre case devastate dalla scossa non ci sono famiglie. Una, di proprietà di turisti romani, era ripartita la
sera prima. Così come erano
più di 250 anime. Qualche chilometro più in là, a Poggio Picenze, la distruzione si ripete, c’è l’identico dolore, si sommano i lutti. Una mamma morta, col suo bimbo accanto.
Altre due ragazzine e una donna vittime di quei 20 secondi di terrore.
Il pianto di un imprenditore
«Ho perso mia figlia
ma ho salvato gli altri ragazzi»
Salme ricomposte vicino al monumento ai caduti
e un cane tra le macerie di Castelnuovo
SANTO STEFANO DI SESSANIO
Si sbriciola anche la torre medicea
Scampò al sisma del 1915. L’imprenditore Kihlgren: la ricostruiremo
SANTO STEFANO DI SESSANIO. Il terremoto della Marsica nel 1915 l’aveva appena scheggiata. Stavolta non ha
retto all’onda d’urto ed è venuta giù. Con un gran polverone se n’è andata la torre medicea, uno dei simboli storici di Santo Stefano di Sessanio e dell’Abruzzo. Quella
torre immortalata in foto e cartoline di uno dei borghi
più belli d’Italia, finita anche sulle pagine del New York
I ruderi della torre medicea
di Santo Stefano di Sessanio
caduti su tre case disabitate
partiti gli immigrati che abitano le altre due. Nel caso di
Aziz la sorte è stata benevola. L’uomo è “scappato” in
Germania insieme alla moglie per conoscere la nipotina
nata tre giorni fa. «C’è crollato tutto addosso», racconta
Jatan Uzeiri, moldavo da sei
anni in Italia, che indossa ancora il pigiama. «In casa mi
trovavo con mio padre», aggiunge, «siamo fortunati». Miracolati. Come Nicola Marchetti e la sua compagna,
scampati alla devastazione
Times, si è sbriciolata in pochi istanti, precipitando su
un paio di abitazioni disabitate. «Era il nostro simbolo e
il nostro orgoglio», afferma il sindaco Elisabetta Leone.
Ma già si pensa alla ricostruzione. Promessa dal miliardario svedese Daniele Elow Kihlgren, colui che ha fatto conoscere il borgo rimettendo in sesto case diroccate e realizzando un “albergo diffuso” per turisti.
La torre, alta diciotto metri, risaliva al 1200. Battezzata “medicea” perché il borgo
ha legato gran parte della sua
storia alla famiglia Dè Medici, alla quale appartenevano
le terre. Santo Stefano raggiunse il suo massimo splendore alla fine del 1743 come
base operativa della Signoria
di Firenze per il commercio
della lana “carfagna”, prodotta in Abruzzo e poi lavorata
in Toscana e venduta in tutta
Europa. Dopo l’unità d’Italia
subì una lenta decadenza e
un inesorabile spopolamento.
La rinascita, qualche anno fa,
è legata proprio al giovane imprenditore svedese Kihlgren,
che ha acquistato una piccola
parte del borgo per realizzare
l’albergo diffuso. Grazie all’incontro con Lelio Oriano Di
Zio, architetto pescarese, Kihlgren ha attuato un restau-
ro conservativo. Facendo riscoprire Santo Stefano e le
sue bellezze. Fra queste la torre. «Mi impegno a ricostruirla come era prima», afferma
Kilgren. Il sindaco Leone ricorda che il monumento era
stato restaurato di recente,
con una spesa di 300mila euro. «Non abbiamo avuto vittime e non ci sono stati grossi
danni», dichiara, «ma ho pianto perché la torre era il nostro simbolo. Anche noi, però, ci impegnamo a ricostruirla». Giovanni Pacifico, direttore dell’albergo diffuso, racconta che cosa è accaduto dopo la scossa. «Tutto il paese si
è radunato e si è contato», afferma Pacifico, «in un momento così drammatico è stato bello vedere tante famiglie
unite, che hanno messo da
parte anche qualche vecchio
rancore». (r.rs.)
perché la loro è l’unica antica
abitazione rimasta in piedi.
Nicola è riuscito a salvare
uno dei suoi cani, Clint, mentre ha perso le tracce di Pasqua. «Abbiamo cercato di
scappare e quando siamo
usciti fuori ci siamo accorti
che non c’erano più le case e
la chiesa», commenta il giovane. «Abbiamo allertato subito
i soccorsi perché avevamo capito che era successo un disastro», dichiara Plinio Aloisio, vigile urbano di San Pio
delle Camere, «Castelnuovo è
quasi completamente distrutto, contiamo circa 250 sfollati.
Stiamo predisponendo una
tendopoli per ospitarli in un’area pic-nic in periferia».
A Poggio Picenze chi è rimasto si trova riunito nel
piazzale del bocciodromo.
Mancano all’appello cinque
residenti: Rosalba Franco,
39 anni casalinga, suo figlio
Loris (10), Alena Ajrulai
(11), Valbona Osmani (13) e
Abdia Nuria (41). I loro corpi senza vita erano nelle quattro abitazioni sbriciolate dal
Il sindaco Elisabetta Leone
discute con l’imprenditore
svedese Daniele Elow Kihlgren
terremoto nella centralissima piazza Castello. «Madre e
figlio erano uno accanto all’altro», ricorda Lucio Perinetti, consigliere comunale, improvvisato soccorritore come
tanti altri suoi concittadini,
«sono stati travolti dal muro
della loro abitazione e probabilmente neanche si sono resi
conto di quanto accaduto. La
mamma era seduta su una
poltrona, il piccolo su una
sdraio e con le manine teneva
stretti i braccioli. Una scena
che non dimenticherò mai.
Abbiamo scavato a mani nude prima di richiedere l’arrivo di due piccole ruspe. Ma
non c’è stato niente da fare.
Le persone sono scese in strada e si sono radunate in piazza Rosa. Poi in molti hanno
cercato di prestare i primi
aiuti».
A Poggio Picenze le case distrutte sono una trentina, circa duecento quelle lesionate
in profondità. E’ seriamente
danneggiato anche il campanile della chiesa di San Felice
Martire. «Ci dispiace per quelli che non ci sono più, meno
fortunati di noi», sottolinea
un’anziana, «le case si muovevano come
impazzite.
Ho pensato:
è la fine. In
tutta la mia
vita non avevo mai sentito una scossa
di terremoto
tanto forte.
Un incubo».
Nell’improvvisato centro
di accoglienza si incontra
anche
Medi Osmani, imprenditore da 18 anni in Italia.
Le sue braccia sono fasciate. La maglietta è sporca
di sangue. Scoppia a piangere.
«Ero il papà di Valbona»,
racconta, «una ragazzina bellissima, che frequentava la
scuola media di Barisciano.
Io, mia moglie e gli altri miei
due figli siamo salvi per miracolo. Quando è venuta giù la
casa sono riuscito a uscire da
una finestra, rompendo i vetri con le mani. Poi ho scavato, scavato fino a spezzarmi
le unghie e fino a quando non
sono riusciuto a tirare fuori i
miei cari. Valbona l’ho estratta che era già morta. La mia
piccola stella».
IL CENTRO
MARTEDÌ
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO ALL’AQUILA
L’ospedale nel parcheggio
San Salvatore inagibile, scampati e parenti delle vittime all’aperto
di Walter Nerone
L’AQUILA. Per tutto il giorno è stato il crocevia di migliaia di pellegrinaggi, il luogo dove la speranza tante volte ha trovato asilo, altre ha dato il cambio alla disperazione. Ma per tanti è stato solo stazione di momentaneo sollievo, prima del viaggio verso altri ospedali. Perché tra
muri sventrati, pilastri piegati, impianti sqarciati, il San
Salvatore si è presto arreso al terremoto.
A guardarlo, quasi sdraiato
sul colle, nella sua rassicurante maestosità, pare meta
naturale del pellegrinaggio
degli scampati alla furia assassina della terra.
Emergenza bis. Invece, gigante dai piedi d’argilla,
l’ospedale è
stato ridotto
quasi a testimone della
tragedia, poco potendo offrire, oltre la
generosità infaticabile dei
suoi operatori, per lenire
i traumi dei
feriti. «Quasi
il 90% è inagibile, tramezzature scoppiate, impianti divelti, le condotte che portano
ossigeno e gas medicali danneggiate», elenca il direttore
generale Roberto Marzetti
al telefono con un dirigente
della protezione civile, «abbiamo 8 sale operatorie su 9 fuori uso, dobbiamo dirottare altrove i casi seri». Ma com’è
possibile che una struttura
così recente non abbia retto?
«Ma che cazzo ne so di come
l’hanno fatto!», sbotta il manager, sfogando la rabbia dell’impotenza, «sono venuto
qui per gestire l’emergenza
territoriale, mi ritrovo a disporre l’evecuazione».
Il profugo Eppure la rabbia
triste del direttore generale
sbiadisce di fronte alle mille
piccole grandi tragedie umane che si consumano tra parcheggi-corsie, chiesa piena di
lettini e barelle, l’accettazione a raccogliere salme, non
più ospitabili nell’obitorio semicrollato. Accovacciato su
un cordolo accanto alla chiesa c’è Karim, 19enne afgano,
giunto senza documenti in Italia due anni fa per scappare
dalla guerra che gli ha rubato
la famiglia e svegliatosi tra i
calcinacci dopo essersi addormentato insieme a un amico
di cui non sa più nulla. «Non
so, la casa sembrava esplodere, urla, polvere, calcinacci,
non visto più nulla», racconta, «solo il dottore che mi medicava...».
Le bambine. A pochi passi,
un foglietto sul petto con reparto e numero di cartella clinica, Natalina, 73 anni, chiede notizie del fratello e della
sua casa vicino a San Berardino. Non vorrebbe allontanarsi dall’Aquila «mio fratello potrebbe avere bisogno», dice,
«e chissà cosa è successo alla
casa». Arriva l’ambulanza, la
prendono. Ad Avezzano dovranno sistemare quella spalla che lei pare neanche sapere di essersi rotta. Sotto la
pensilina una dottoressa parla animatamente al telefono.
«Ci serve un posto a Teramo
per una bambina che ha bisogno di esami urgenti, ha fatto
un’eco ma va monitorata. Fra
mezz’ora? Sì, ma non più tardi», chiude tirando un sospiro di sollievo. Ma appena si gira c’è un’altra barella, un’al-
Muri esplosi, impianti
e condotte divelti
San Salvatore evacuato
Soccorsi all’aperto
davanti all’ospedale
dell’Aquila
In basso una gru davanti
alla Casa dello studente
Bimbi in lacrime
Anziani in ansia
per case e parenti
Guardie forestali all’Aquila
per i soccorsi alle vittime
tra urgenza. Più in là, Cristina, 3 anni, moldava, piange,
ha un polso rotto e un ematoma in testa, chiede della mamma e della sorellina gemella.
Due amici di famiglia cercano di tranquillizzarla. Ma le
lacrime tradiscono una verità che la piccola intuisce
pur forse senza capirla.
Il punto. Alle 13,30, Rosario Fiorenzo, delegato del capo della Protezione civile prova a fare il punto. La selezione dei feriti nei posti medici
avanzati, in città e nelle con-
trade, pare funzioni. «Il territorio ha risposto bene, anche
le altre strutture ospedaliere», commenta, «certo l’inagibilità del San Salvatore aggiunge emergenza a emergenza ma il sistema tiene. Da Ancona è in arrivo un ospedale
da campo che farà da vicario
a questo, un altro sarà montano in città». Pochi minuti ed
ecco sul piazzale la colonna
delle ambulanze della Regione Campania, che subito iniziano la spola con Avezzano e
Pescara.
Scorte e turni . Tra auto in
sosta e aiuole, decine di barelle e materassi buttati a terra
a mo’ di lettini improvvisati,
è tutto un frenetico via vai di
infermieri e medici. Verso
pranzo è emergenza acqua: finite le scorte dei reparti e le
prime forniture di emergenza. Il direttore amministrativo e il manager chiamano la
protezione civile. Dopo un po’
arriva un camion dei vigili e
un carico di bottiglie requisite in zona. Intanto Paola, dottoressa di rianimazione, rice-
ve una telefonata. «Sì sono
qui, tutto a posto», dice. E poi
si gira verso un collega e
guarda l’orologio, sono le 14
passate: «Era casa, m’hanno
vista uscire stanotte in pigiama e non li avevo avvisati
che stavo qui». Poco oltre, Domenico, infermiere, in servizio dalla sera di domenica, avverte la famiglia, una della
migliaia rimaste senza tetto:
«Non so quando avrò il cambio, se ci sarà un cambio. Andate». E poi rivolto alla dottoressa: «Vanno alla casa a ma-
re di alcuni amici. Almeno loro riposeranno».
Gli amici. Il tempo passa,
vferso le 16 i viali interni dell’ospedale paiono più sgomberi. Quasi tutti i casi più gravi
sono stati trasferiti. Dal pronto soccorso esce una sedia a
rotelle. Pancrazio universitario a ingegneria, stringe in
mano le radiografie appena
fatte.
Ha il volto e
corpo semisfigurati da
graffi e traumi eppure abbozza quasi
un sorriso.
«Ero al quarto piano della casa dello
studente, mi
sono messo a
letto tardi, insieme al mio
compagno.
Poi è stato
l’inferno, mi
sono sentito
precipitare».
Non sa neanche dopo quando
è stato estratto. Ricorda voci,
rumori, urla. «Avevamo già
la testa alle vacanze pasquali», dice, «Però stiamo qui, siamo fortunati». Usa il plurale.
Come se parlasse anche per il
compagno. Abbozza un altro
sorriso. Dal corridoio sbucano una ragazza e un uomo
che al vederlo esplodono in lacrime. «Non ce l’ha fatta, non
ce l’ha fatta», singhiozza Marianna, abbracciandolo. E
l’uomo l’interroga incredulo,
sconvolto: «Com’è possibile,
eravate uno accanto all’altro.
Com’è possibile?». Gli occhi
di Pancrazio si riempiono di
lacrime. Arriva un’infermiera. «Deve riposare», dice, «lasciatelo tranquillo». La sedia
si allontana sotto la pensilina, portandosi quello sguardo triste, incredulo. Come di
uno che vuole scusarsi col padre
dell’amico
pescarese
Alessio per essersi salvato.
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IL CENTRO
MARTEDÌ
7 aprile 2009
IN ABRUZZO
IL TERREMOTO ALL’AQUILA
«Ah, se avesse dormito da me»
Il dolore dei nonni nell’ospedale da campo. L’urlo: «Ho perso tutto»
Una anziana donna
sotto una tenda
dell’ospedale da campo
in Piazza d’armi all’Aquila
di Maria Rosa Tomasello
L’AQUILA. Sei corpi avvolti in sudari bianchi appaiono sotto la tenda
militare. Questo è il punto che i soccorritori chiamano «codice nero», il
punto il cui il confine ultimo è stato
superato. Nell’area dell’ospedale da
campo tirato su in Piazza d’armi, doA presidiare il varco c’è Giusy Di Giulio, una giovane psicologa della Croce rossa di Vasto, a cui è affidato il compito di
assistere i familiari: «Devo aiutare i parenti ad accettare l’evento, c’è molta rabbia nelle
persone che hanno perduto i loro cari, e anche un forte senso
di colpa, i nonni piangono i nipoti e dicono: “se solo l’avessi
fatto dormire a casa mia”. È arrivato un uomo che qui ha la
moglie e il figlio, morti insieme:
non si rendeva conto di cosa fosse successo, per lui il mondo è
finito. L’unico modo di aiutarli
è ascoltare il loro dolore».
Sotto la volta dell’ospedale da
campo, dove
fa da guida
Mario Pellone,
medico
del 118 di Teramo, i ricoverati sono decine: sono soprattutto anziani, persone
già sofferenti
annichilite
dal dramma.
«Qui arriva
gente con ferite da sutura,
ma soprattutto persone anziane in trattamento
che
non sanno cosa fare: c’era per esempio un paziente che aveva bisogno di ossigeno, l’abbiamo sistemato sull’ambulanza. Di bombole ne abbiamo, ma a volte c’è tanto materiale che per ragioni diverse
non si può usare». Sul piazzale
sono allineate decine di ambulanze. I soccorritori sono arrivati da ogni parte d’Italia: per primi, i volontari e le forze dell’ordine dalla Campania, dalle Marche e dal Lazio, le regioni
limitrofe.
Sul prato,
al centro della vecchia pista di atletica,
la gente si è
raccolta in capannelli: famiglie, gruppi di
amici, i bambini con gli
sguardiattoniti, silenziosi,
senza nessuno che giochi,
nessuno che
urli. Michelina Andreucci sta all’ombra di un albero assieme al
marito Pietro Ruscitti,
ai loro figli,
agli anziani
genitori. Ha
l’espressione stravolta di chi
non ha più speranze: «Ho perso
tutto» dice scoppiando in lacrime. «Per anni siamo stati in
quattro in un buco» racconta il
marito, «poi abbiamo deciso di
comprare la casa in centro, a
San Domenico. Abbiamo fatto
il mutuo, per loro, per dare un
futuro ai figli, e ora non abbiamo più niente». Il racconto della loro fuga dal terremoto è
ve a metà giornata la protezione civile sta allestendo una gigantesca
tendopoli destinata a migliaia di
persone, i vivi sono mescolati ai
morti: quattro adulti e due bambini
strappati alla vita nella notte in cui
si è scatenata l’apocalisse.
Lo sfogo di Tempesta:
«Nessuna informazione
sui punti di ritrovo»
L’AQUILA. Biagio Tempesta è uno sfollato tra gli sfollati. Alle 13, l’ex sindaco dell’Aquila, assieme alla sua famiglia, si è sistemato in un piazzale di via della Croce
rossa, a poca distanza dalla casa della figlia Francesca. Ed è pieno di rabbia.
L’ospedale
da campo
in Piazza
d’armi
«È vero, i terremoti non possono essere previsti, ma
avrebbero dovuto dare informazioni maggiori sui luoghi in cui gli sfollati avrebbero potuto concentrarsi». Ma Tempesta non vuole fare polemiche nel giorno
in cui oltre 150 persone sono morte e migliaia di persone sono rimaste senza casa.
«È un giorno di dolore immenso, non riesco ad accettare questo numero enorme
di morti: ma confido nell’orgoglio degli aquilani perché
la città possa risollevarsi,
così com’è nella tradizione
della nostra gente» dice l’ex
sindaco, che passerà la notte in macchina. Anche la
sua casa, a San Sisto, è stata
distrutta e, poco dopo la
scossa delle 3.32, è corso a
casa della figlia Francesca,
che fuggendo ha battuto il
volto, si è spaccata il labbro
e forse si è rotta il naso:
«Ma in ospedale non ci vado» dice lei, «di fronte a tutti quei morti non importa».
quello di chi ha rischiato di restare in trappola: «Ci sono crollati i muri in testa, non riuscivamo ad aprire le porte. Poi, una
volta fuori, la strada era bloccata su entrambi i lati: siamo saliti in macchina, ma c’erano i dissuasori sollevati, per scappare
abbiamo dovuto rompere uno
dei paletti laterali. È stata una
cosa indescrivibile». L’anziana
mamma scuote il capo, con ancora addosso il pigiama. C’è chi
è riuscito a mettersi addosso
qualcosa, una tuta, una giacca,
le scarpe, c’è chi è scappato così
com’era nel cuore della notte,
con le ciabatte e la camicia da
notte. Massimo Coccia Colaiuda osserva con tenerezza la moglie allattare la bambina: «Meno male che prende ancora il
latte della mamma» dice. Vivevano in via Testrina 5, in una
casa in affitto: «Ma ora è sventrata: la bimba dormiva in mezzo a noi, l’abbiamo presa in
braccio e siamo fuggiti». «Ci
siamo svegliati che la parete
dietro al letto era distrutta, ma
per fortuna era caduto dalla
parte opposta» raccontano Isel-
la e Pasquale Arcamone, che
vivevano al primo piano di via
Beato Cesidio 9. Il loro bambino, Jacopo, di 5 anni e mezzo,
dorme stanco su un plaid. «Siamo andati a prenderlo, ma la
scarpiera era caduta e la porta
era bloccata. Lui stava sul letto,
non piangeva, l’abbiamo tirato
fuori facendolo passare per la
fessura della porta e siamo
scappati». Nel grande emiciclo
della piazza, la gente fa la spola
con i camper della protezione civile: riceve bottigliette d’acqua
e pane. «Ma non vogliamo al-
tro» commenta un uomo. Molti
chiedono di poter ricaricare i telefoni per chiamare i familiari,
molti latte per i bambini, e le
medicine essenziali, aspirine,
antidolorifici. Sull’erba ci sono
file di scarpe allineate, giovani
e anziani aprono ombrelli per
difendersi dal sole.
Distesa su un telo, Donatella
Tempesta, sorella dell’ex sindaco Biagio Tempesta, sta con
gli occhi chiusi. Accanto a lei, il
nipote Maurizio Mastrangeli
le tiene la mano per confortarla. «Abitavo in via Milonia 31.
La casa è distrutta, non so più
dove andare» racconta, «era
una casa nuova, bassa, ma si sono contorti i pilastri di cemento
armato. Dopo le prime due scosse, io e mia figlia avevamo avuto paura ed eravamo andate in
macchina a dormire. Per a uscire di casa, mio figlio stava quasi per lanciarsi dal primo piano, poi è riuscito a venire giù
per le scale». «A casa mia, in
via Roma, sono crollati tetto, solaio, sono rimasti sono i muri
perimetrali» racconta Mastrangeli, tecnico dell’edilizia intervenuto in Molise, in Irpinia, «ma
scrivetelo, noi la rifaremo questa città». Ma il dolore e l’orgoglio si mescolano alla rabbia.
Quella composta di Francesco
Sarcina, arrivato al campo da
Coppito con la moglie e i due figli adolescenti: «È vero che i terremoti non si possono prevedere, ma se c’era un allarme, perché non hanno organizzato meglio? Perché nessuno ha detto
niente e si sono preoccupati solo di denunciare il fisico che
aveva lanciato l’allarme?
«È da ottobre che avvertiamo
le scosse, ci svegliamo tutte le
notti, ma qua non è mai venuto
nessuno perché L’Aquila non
la conosce nessuno: siamo stati
dimenticati» dice Giovanna
Ianni, casalinga, residente in
via Monte Velino: «La mia casa, al primo piano, è tutta lesionata. Abbiamo preso solo le cose necessarie». Una signora
bionda urla contro le forze della protezione civile: «Potevano
fare prima la tendopoli, c’erano
già state 170 scosse. Io ho 4 bambini, è stata una cosa bestiale».
È rimasto senza casa Roberto Chiacchia, imbianchino, padre di una bimba: «Abito nel
quartiere Santa Barbara. Ho
aperto la porta e sono uscito
con mia figlia;
in quel momento è venuta giù la casa
a fianco che
ha la scala in
comune con
la mia abitazione; poi sono
tornato
dentro a prendere le scarpe». È ormai
inagibile anche la casa di
Catia Bottino: «Ci siamo
riparati sotto
i muri portanti e abbiamo
aspettato»racconta. Una folla di volti e di
storie: quella
di Carlo Salustri, funzionario delle Entrate, che sa
che la ripresa sarà lunga: «Speriamo in qualche tenda. Sennò
c’è la macchina». Quella di Simone Crescenzo, che aspetta
silenzioso seduto su una panchina fuori dall’ospedale da campo
dove è ricoverata l’anziana suocera. Storie che si intrecciano,
in una giornata infernale, mentre a pochi metri dal campo, l’allarme di una banca suona impazzito da ore.
IL CENTRO
MARTEDÌ
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO ALL’AQUILA
Sciacalli nelle case sventrate
Rubano già pochi minuti dopo il sisma, scattano i primi arresti
di Gian Paolo Coppola
L’AQUILA. L’altra faccia della solidarietà
è la mano vigliacca che si allunga nelle case sventrate dal sisma per rubare. Accade
subito dopo la scossa, all’Aquila e nei paesi disastrati, quando la gente si precipita
in strada mezza nuda e scalza, oppure in
pigiama e ciabatte. Mentre tutt’intorno è
Anche i carabinieri inviati
nelle aree colpite, come fa sapere il ministro della Difesa,
Ignazio La Russa, fin dalle
prime ore della mattina sono
in strada a contrastare episodi di sciacallaggio. E che di
questi controlli ci sia bisogno, lo dice a chiare
lettere la presidente della
Provincia
dell’Aquila,
Stefania
Pezzopane.
«Ci sono», dice,
«degli
sciacalli in giro:
questa
notte, pochi
minuti dopo
la scossa, erano già in circolazione».
Gli episodi,
denuncia la
Pezzopane, si
sono verificati sia nel centro dell’Aquila, sia nei
paesini della
provincia.
«Abbiamo
immediatamente avvertito le
forze dell’ordine».
I RINFORZI. La risposta agli
sciacalli arriva sia dai poliziotti dell’Aquila, che escono
da una questura pericolante,
sia dai colleghi del resto della
regione, che già hanno trascorso questa prima notte
dando il cambio ai colleghi e
presidiando, anche in borghese, le zone più colpite del capoluogo ma soprattutto dei
paesi. Quindici uomini in tutto, provenienti dalle squadre
mobili di Pescara, Chieti e Teramo, hanno rafforzato l’ingente dispiegamento di forze
in arrivo dai reparti prevenzione crimine di tutta Italia
per tutelare chi, dopo avere
perso familiari e probabilmente anche la casa, rischia
di vedersi portare via anche
quei pochi beni rimasti.
SALOTTI IN STRADA. A Pettino, i salotti si vedono dalla
strada. All’Aquila, il centro
storico è un’enorme abitazione scoperta. Largo Salvo
D’Acquisto, a due passi dallla
tendopoli, sembra ferito in
pieno petto, con l’intero primo piano dello stabile più
grande scollatosi e precipitato sull’asfalto, lasciando in
piedi solo i muri portanti. Eppure, all’interno è rimasto
tutto come poco prima del
crollo: si vedono armadi, sedie, scrivanie con carte e documenti. Manca la vita. Sotto, è tutto chiuso: il bar, la pasticceria, la farmacia. Palazzi
interi abbandonati diventano
prede ghiotte per chi cammina sul dolore altrui, approfittando della confusione e delle
forze dell’ordine impegnate
ad assistere gli sfollati.
LA PAURA DEI FURTI. Eppure, è proprio tra loro che serpeggia la paura di vedersi sottrarre quanto è rimasto. «Se
le dico il nome», si giustifica
una signora minuta con i ca-
già morte e le macerie hanno inghiottito
le persone, qualcuno scrive la pagina più
odiosa di una tragedia senza fine. E’ un libro già letto in caso di calamità, eppure
stavolta provoca una risposta immediata
delle forze dell’ordine, che acciuffa i primi
sciacalli e li arresta.
Task force in borghese
della squadra mobile
per evitare i furti
E gli sfollati tornano
nelle abitazioni
per prendere la roba
Manganelli: controlli rafforzati
tendopoli adibita a questura
L’AQUILA.Dopo la tragedia, gli sciacalli, ombre furtive che si aggirano all’interno delle case pericolanti, abbandonate nella notte in tutta fretta. Ma, come ha annunciato il capo della polizia, Antonio Manganelli,
ecco i primi arresti. «Ho visto arrivare nella tendopoli
adibita a questura», ha spiegato, «degli arrestati sorpresi mentre rubavano nelle case abbandonate. E’ una
triste consuetudine». Vigili del fuoco e uomini della polizia, ha aggiunto, «sono impegnati nei controlli stradali, ma anche delle case ormai disabitate», proprio per
evitare ogni tipo di problema legato all’abbandono dei
beni. Soddisfazione per i primi arresti è stata espressa
dal senatore Luigi Lusi (Pd). E’ una notizia, ha affermato, che «deve rincuorare quegli abruzzesi che sono
restii a lasciare le proprie case, anche se pericolanti,
per proteggerle da rapine e furti. E’ opportuno organizzare presidi di sicurezza con le forze dell’ordine per salvaguardare i beni delle persone costrette trasferirsi».
Il problema è che sono migliaia e migliaia le case evacuate e controllarle tutte in maniera continuativa non
è impresa da poco. E l’allarme diventa più alto di notte, quando i malintenzionati possono agire con maggiori possibilità di farla franca. Di qui anche la preoccupazione di chi ha lasciato la propria abitazione senza potervi fare ritorno perché gravemente lesionata.
Macerie e case sventrate
all’Aquila e Castelnuovo
peli bianchi, nel campo di
piazza D’Armi allestito con
tende e punti di ristoro, «chi
legge verrà a sapere che non
sono in caasa e mi porterà
via tutto». Non immagina, forse, che le case sono state tutte
abbandonate e che anche in
quelle rimaste in piedi nessuno se la sente di passare la
notte senza la garanzia che
non avvengano nuovi sismi e
nuovi crolli. Eppure, non è la
sola a sottrarsi dal dare il proprio nome per paura di subìre furti, come a ergere un’ulti-
ma difesa contro il terremoto
che in pochi secondi tutto ha
cancellato.
LA DIFESA FAI DA TE. La polizia c’è, ma intanto i terremotati adottano la difesa fai da
te, che consiste nell’afferrare
il più possibile dalle loro case
pericolanti, rischiando di vedersi crollare addosso intere
pareti, e nel portarle in strada. Maglie, scarpe, materassi,
brande, ombrelli, quanta roba esce sotto il braccio di chi
sa che le notti all’aperto che
lo attendono non saranno po-
che.
PREZZI FOLLI. Ma non c’è
solo lo sciacallaggio tipico delle calamità. C’è anche quello
che non calpesta il codice ma
offende i cuori, che non vìola
le leggi ma ha lo stesso un
odore infame.
«C’è qualcuno che approfitta della situazione per fare
sciacallaggio. Guardate quelle persone: sono andate nel
negozio qui accanto a comprare due bottiglie d’acqua e
qualcosa da mangiare e hanno speso 70 euro, per quattro
cose in una busta di plastica.
Una cosa assurda: come si fa
ad approfittare così della gente in un momento come questo?».
Parla con rabbia Giampaolo Iorio, che è fuggito da Coppito con la famiglia, la moglie
e due figli di 4 e 15 anni, facendosi largo tra le macerie. Loro, gli sciacalli dell’ultima
ora, li hanno evitati: una corsa disperata verso L’Aquila,
verso la casa paterna, un edificio basso di via della Croce
Rossa che si apre su un largo
piazzale. E’ qui che attorno alle 13 si è raccolto un gruppo
di famiglie, di amici venuti
da tutte le zone della città per
i quali sono stati preparati un
paio di tavoli, pasta per i bambini, panini e bevande: «Abbiamo aperto la casa e abbiamo messo a disposizione quello che avevamo. Ma in casa
non possiamo rientrare: meno male che ho l’edicola qui,
magari dormiremo lì».
LA NOTTE IN ARRIVO. A tardo pomeriggio, il capoluogo è
deserto. Chi ha potuto se n’è
andato via lasciando le case
pericolanti, i calcinacci, i vetri rotti, i cornicioni pericolanti, le tegole spaccate lungo
la strada, i cumuli di macerie, le serrande divelte, i muri sventrati, i tetti crollati. Il
silenzio regna ovunque. Ogni
tanto, dove si è sbriciolato un
edificio, c’è gente al lavoro
per cercare di salvare chi è rimasto sotto le macerie ed è
ancora vivo e per recuperare
chi nella tragedia la vita l’ha
persa.
I vigili del fuoco sono centinaia come anche i volontari.
A tarda sera, sulle piazze ormai solo gli uomini delle forze dell’ordine si vedono in circolazione: cominciano a prepararsi per la notte e sanno
di dover affrontare il più odioso dei nemici: gli sciacalli,
quelli che vogliono rubare
l’ultimo brandello di intimità
a chi ha visto la morte annunciarsi e passare oltre.
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IL CENTRO
MARTEDÌ
7 aprile 2009
IN ABRUZZO
IL TERREMOTO ALL’AQUILA
Gli studenti in fuga dalla città
Tredicimila ragazzi fuori sede alla ricerca di un mezzo per andare via
di Maria Rosa Tomasello
L’AQUILA. La fuga degli studenti
comincia pochi minuti dopo il terremoto, con le telefonate allarmate dalle case di tutta Italia e dall’estero ai ragazzi che hanno scelto
l’Aquila per studiare. Di 27 mila
iscritti, la metà sono fuori sede:
Le prime
avvisaglie della grande ritirata
dalla
città in cui la
Casa dello studente è crollata travolgendo i ragazzi,
sono chiare
lungo la strada che da Popoli corre verso Navelli, fino a raggiungere L’Aquila. All’autogrill di Capestrano, due ragazze si abbracciano
strette. «Abitavo al quarto
piano dell’albergo Grande
Hotel, in un
appartamento, assieme ad
altri ragazzi»
racconta Ilenia Larpitelli, di Monte
Urano, in provincia di Ascoli
Piceno,
iscritta
a
Scienze dell’Investigazione. «Alle 3.32 la scossa mi ha svegliata:
venivano giù specchi, l’armadio quasi mi cadeva addosso.
Fuori c’era un sacco di fumo,
cumuli di calcinacci e macerie:
siamo andati alla villa comunale, in uno spazio aperto. È stato
bruttissimo». Ilenia ora torna a
casa. Alle 4 del mattino, suo padre Andrea si è messo in macchina: «Alle 5.30 sono arrivato:
lungo i viadotti si erano formati scalini» racconta l’uomo, «è
stata una corsa contro il tempo». «Ma alle 7 a L’Aquila c’era gente che girava a torso nudo, e nessuno neppure a dargli
una coperta. È stato l’albergo
ad aiutarci» dice Ilenia con rabbia, «e alla Casa dello studente,
alle 7, erano solo in due a scavare». Anna Lombardi e Claudio Alagna vengono da Marsala, in Sicilia. Abitavano in via
XX Settembre, una delle zone
più colpite: vanno ad Ascoli,
con l’amica che li ospiterà: «Abbiamo sentito un boato fortissimo e siamo scesi in strada: abbiamo visto molti ragazzi buttarsi dal primo piano perché
erano rimasti bloccati all’interno. Adesso andiamo nelle Marche, poi appena potremo prenderemo un volo per tornare a
casa».
«Abito in una casa al quarto
piano, a Pettino. Stavamo dormendo, io e il mio fidanzato,
quando abbiamo cominciato a
sentire un gran rumore e il fracasso dei bicchieri caduti a terra» racconta Silvia Bascelli,
19 anni, studentessa universitaria, l’aria scossa. «Ci siamo riparati sotto la porta, poi abbiamo
preso giubbino e cellulare e ci
siamo precipitati di corsa per le
scale anche se c’era il rischio
che crollassero. Poi sono arrivate nuove scosse. Mia madre mi
ha chiamato da Chieti, dove vivo, per assicurarsi che fosse tutto a posto». Racconta il fidanzato Alessio Colagreco, 22 anni:
tredicimila ragazzi che alle prime
ore di ieri cercano di lasciare la
città distrutta con tutti i mezzi,
muovendosi a piedi, con borse a valige, alla ricerca di un pullman, di
un treno, di un’auto diretti verso
Roma o verso la costa.
Il rettore
«L’Università
in ginocchio»
L’AQUILA. «Le facoltà
umanistiche che si trovano
nel centro storico della
città sono completamente
inagibili; sia il Rettorato, situato in uno splendido palazzo del ’500 sia la direzione amministrativa sono
completamente inesistenti.
A fare un primo bilancio
dei danni subiti dall’università dell’Aquila è il rettore
Ferdinando Di Orio, che
nel sisma della scorsa notte
ha perso anche la propria
abitazione. «Crollata, distrutta, con tutti gli oggetti
e le cose care che ognuno di
noi conserva in casa» racconta. «Le altre facoltà, Ingegneria, Medicina, Scienze, quelle situate fuori dal
centro storico, sono lesionate, molto danneggiate, ma
stanno in piedi. Domani ho
già preso appuntamento
con i tecnici per le opportune verifiche. Diciamo che
gli edifici non centrali sono
messi male, ma non malissimo». Gli studenti che frequentano l’università dell’Aquila sono circa 27 mila
e di questi metà sono fuori
sede. «Bisogna vedere ora
come aiutare tutti questi ragazzi a completare l’anno
accademico. I miei studenti
devono laurearsi, sostenere
gli esami». A Di Orio è arrivata ieri la solidarietà dei
colleghi». Il presidente della Crui, Enrico Decleva
mi ha telefonato più volte e
tantissimi rettori di ogni
parte d’Italia mi hanno
chiamato, per esprimere solidarietà, ma anche per proporre aiuti concreti». Sono
già in corso trattative tra
rettori per accogliere gli
studenti dell’ateneo aquilano. «Ho sentito che hanno
estratto vivi sei studenti
dalla Casa dello Studente»
conclude, «e questo è un fatto che mi dà speranza».
Alcune immagini di salvataggio
dopo il sisma dell’altra notte all’Aquila
In basso il pianto di alcuni universitari
davanti alla casa dello studente
Da Pescara a L’Aquila
il lungo viaggio
dentro la distruzione
«Quando siamo usciti, qualcuno ci ha gridato: “Siete pazzi?
Dove andate?”. Volevo recuperare degli oggetti personali, ma
non ci sono riuscito».
I segni del sisma sono visibili
già a Capestrano, dove il terremoto ha reso inagibile la chiesa
nella piazza del Mercato, provocando lo sfollamento di tre famiglie. Gravi danni anche alla casa del sindaco Antonio D’Alfonso, dove sono venuti giù i
calcinacci, così come al bar, alla macelleria e al negozio di alimentari: «Ho sentito un rumore sordo e visto il letto che ballava», racconta il titolare Giuseppe Di Bernardo, in mezzo ai
cocci delle bottiglie. Il viaggio
tra i paesi è un racconto di paura e distruzione. Il paesaggio è
spettrale quando si incrocia Castelnuovo, dove le macerie inva-
dono la Statale 17, e soprattutto
Onna, cancellata dalla geografia. Il centro di San Pio delle Camere, il paese dell’ex presidente del Senato Franco Marini,
ha resistito. Tutt’altra storia a
Barisciano, 1800 abitanti, rimasti senza luce per ore. «Siamo
in strada dalle 3 e mezzo», raccontano Sonia Furbesco e Donatella Pacifico, «in una parte
del paese sono caduti i fili elettrici e qualche casa è venuta
giù». «Siamo usciti di casa solo
alla fine della scossa, ci siamo
organizzati per coprire la bam-
bina» dice Antonio Di Paolo:.
Il sindaco Domenico Panone
non trattiene le lacrime: «Al
quartiere Tricaglio si sono verificati dei crolli. Solo una persona è rimasta ferita scappando,
ma qualche vecchia casa è distrutta. Ma anche in quelle integre nessuno vuole tornare». Avvicinandosi all’epicentro, quello che resta del centro storico
di Paganica si può vedere solo
guardando da lontano: carabinieri, agenti della Finanza, poliziotti e personale della Protezione civile ha bloccato ogni acces-
so alla zona dei crolli. Neppure
i residenti che chiedono di tornare a casa almeno per prendere i propri ricordi e qualche vestito, vengono lasciati passare.
In paese, la gente non sa se i
morti siano quattro o cinque.
«Uno era il padre del mio socio
all’officina: un signore anziano
che è stato sorpreso nel sonno
ed è rimasto sotto le macerie»
fa Giuseppe Zugaro. Ma il simbolo del terremoto è la chiesa di
via Fioretta, che sorge di fronte
alla villa comunale, con l’antica facciata squarciata che minaccia di staccarsi dal corpo
dell’edificio. I militari la cingono con le sedie del bar e impediscono di avvicinarsi: «C’è il rischio che venga giù». Alle 16.30,
un mezzo della Protezione civile arriva scortando i tecnici della Telecom che poco prima era-
no stati rimandati indietro: «Devono entrare in centro, perché
è necessario far funzionare i telefonini», spiega il funzionario
al capitano della Guardia di finanza. Nelle tre frazioni di Paganica, Tempera e Bassano, sono circa 2500 le persone rimaste senza casa.
Arrivati a L’Aquila, l’esodo
degli studenti diventa visibile:
si muovono verso il campo
sportivo, dove è stato inizialmente indicato un centro di raccolta, poi convergono verso il
campo di Piazza d’armi. Ragazzi e ragazze con i trolley, giovani con sacchi in spalla che camminano rapidi sotto il sole: «Io
vivevo in via San Martino» racconta Isacco Cannas, studente
in Psicologica di Oristano. «Ho
visto ragazzi imbiancati e insanguinati vicino al convitto nazionale, la gente urlava: “la casa è
crollata”. La casetta vicino al
Tropical bar ora è una maceria,
sotto c’era qualcuno che si faceva sentire, poi ho visto estrarre
un paio di cadaveri. Appena capisco come muovermi, vado a
Teramo o a Roma».
IL CENTRO
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO ALL’AQUILA
«Nessuno sarà lasciato solo»
Berlusconi ringrazia Bertolaso e annuncia: «Stanziati 30 milioni»
ROMA. «Nessuno sarà lasciato da solo». E’ la promessa che il premier Silvio Berlusconi rivolge alla popolazione abruzzese a meno di 12 ore dal terremoto che ha colpito la regione e che lo
stesso presidente del Consiglio definisce «una tragedia senza precedenti».
Tutti i poteri per gli interventi sono
stati conferiti al Commissario delegato Guido Bertolaso e sono stati stanziati per ora dal Consiglio dei ministri 30
milioni di euro per i provvedimenti
più urgenti (Berlusconi ha promesso
anche una «new town» all’Aquila).
Il governo ha proclamato lo stato di
emergenza nazionale e deciso che il
giorno dei funerali delle vittime del
terremoto sarà proclamato il lutto nazionale. Nuovi stanziamenti saranno
decisi quando saranno state quantificate meglio le necessità con un provvedimento ad hoc. Per il ministro delle
Infrastrutture e dei trasporti, Altero
Matteoli, «ad una prima stima soltanto per l’edilizia e per le abitazioni private i soldi da stanziare si aggirano intorno a un miliardo e 300 milioni di euro, escludendo quello che servirà all’industria». Intervenendo ieri sera alla diretta Tg1-Porta a porta su Raiuno,
il ministro Matteoli ha precisato che
nel consiglio dei ministri di giovedì si
affronterà operativamente il problema dello stanziamento per ricostruire
nel più breve tempo possibile le case
danneggiate.
«Il disastro è grave, ma poteva esserlo di più», ha detto ieri sera Berlusconi
in una telefonata a “Matrix”. Nello
stesso collegamento ha anche reso noto che «sono 35 i paesi che ci hanno offerto solidarietà e sostegno, ma nell’immediato — ha aggiunto — non c’è
bisogno. Per ora siamo bastevoli con
le nostre forze». In ogni caso, ha sottolineato, «Tutto quello che è possibile fare lo stiamo facendo». In collegamento
con “Porta a porta” Berlusconi ha voluto invece escludere che sia possibile
prevedere i terremoti. Ma soprattutto
ha voluto sottolineare di aver «messo
in campo» quattromila uomini e ha
chiesto in diretta Tv al ministro dell’Interno Roberto Maroni 1.200 vigili
del fuoco e mille soldati per questa
mattina.
Dopo qualche esitazione iniziale, Silvio Berlusconi ha deciso ieri mattina
di annullare il suo previsto viaggio a
Mosca, dove avrebbe dovuto incontrare il presidente Dimitri Medvedev e
Vladimir Putin, e di andare in Abruzzo. Prima di partire da Roma, il presidente del Consiglio ha firmato lo stato
di emergenza per mettere, come ha
spiegato a Sky Tg24, «fondi a disposizione di Bertolaso». Arrivato in Abruzzo, ha compiuto un giro in elicottero
per rendersi conto dei danni causati
dal terremoto, poi ha tenuto prima
una riunione con Maroni e il ministro
delle Infrastrutture, Altero Matteoli,
il capo della Protezione civile, Guido
Bertolaso, e il presidente dell’Abruzzo
Gianni Chiodi. Poi una conferenza
stampa nella scuola della Guardia di finanza dell’Aquila.
«Lo Stato è in campo», ha assicurato, sottolineando che i soccorsi sono
immediatamente entrati in opera e garantendo che non ci sarà problemi per
i soldi. Anche perché, ha spiegato, è
stato attivato il “fondo catastrofi” dell’Unione europea. Qualche timore c’è
stato però anche durante la conferenza stampa per una scossa avvertita nella caserma già visibilmente lesionata
dal terremoto. Sia ieri mattina che nelle telefonate Tv, Berlusconi ha assicurato la realizzazione di una tendopoli
«con duemila tende, ognuna delle quali può contenere 8-10 persone». Anche
se «la priorità — aveva sottolineato
nella conferenza stampa — ora è tirare fuori le persone che sono ancora sotto le macerie». Ha spiegato che si sta
operando fra le macerie «con mezzi
non meccanici» e utilizzando telecamere a raggi infrarossi per accertare la
presenza di superstiti. «Ne abbiamo
salvati già molti», ha detto Berlusconi,
«ma c’è ancora molto da lavorare».
Da sinistra il sindaco Massimo Cialente, Silvio Berlusconi, il presidente della Regione Gianni Chiodi e Guido Bertolaso
IL PRESIDENTE
Marini: tutto appare distrutto
ma gli abruzzesi sanno reagire
ROMA. «Il mio paese, San Pio delle Camere, è stato duramente colpito: nella frazione di Castelnuovo si contano cinque morti: una famiglia che conoscevo bene, due
genitori anziani e il figlio che era andato a fargli visita
da Roma; e due lavoratori della piccola comunità macedone che vive da qualche anno in paese, una comunità
stimata e integrata».
Franco Marini, ex presidente del Senato, è impressionato dalla tragedia. «Ero passato proprio la notte
scorsa di fronte al mio paese, andando da Sulmona a
Roma. Nei giorni scorsi c’era stato uno sciame sismico che era stato avvertito dagli abitanti, ma chi poteva immaginare che cosa sarebbe successo. L’Aquila
sembra bombardata, i paesi dei dintorni sono distrutti. Ma gli abruzzesi, passato questo momento di
emergenza, sono capaci di grandi reazioni. Ora siamo scioccati da quello che è accaduto, ma siamo gente di montagna, abbiamo un carattere forte e sono sicuro che ce la faremo a tirarci fuori da questa tragedia». «Sono anche certo - sottolinea Marini - che l’impegno dello Stato e delle istituzioni non mancherà. E
ho anche apprezzato la tempestività della presenza
del presidente del Consiglio Berlusconi che mi pare
stia esprimendo il conforto del governo e del Paese».
L’immagine drammatica della serie di bare a Onna
Vespa l’aquilano
torna in città
per Porta a Porta
Una donna e la figlia ferite nel terremoto
L’AQUILA. Bruno Vespa, il
giornalista della Rai, conduttore di “Porta a Porta”, ha voluto seguire in prima persona
il dramma del terremoto che
ha colpito la sua città.
Originario dell’Aquila, 65
anni, Vespa ha preparato i
servizi che sono andati puntualmente in onda nel programma di Rai Uno ieri sera.
Nel pomeriggio il giornalista
è arrivato in auto in via XX
Settembre e si è soffermato
davanti alla Casa dello studente. Successivamente è stato accompagnato all’ospedale
dove, microfono in pugno, ha
effettuato servizi e interviste.
Vespa è quindi passato per la
sede della Finanza prima di
tornare a Roma.
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IL CENTRO
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO ALL’AQUILA
Sisma annunciato? E’ polemica
Giuliani: «Era prevedibile», ma la comunità scientifica è divisa
L’AQUILA. «Erano da poco passate le 23.30, quando ho visto il mio
sismografo schizzare al massimo,
vedevo microscosse intorno a Coppito, il radon aumentava e a quel
punto mi sono reso conto che era
troppo tardi per avvertire chiunque». A parlare è Giampaolo Giuliani, il tecnico di ricerca che sostiene la possibilità di prevedere i
tereemoti in base alla presenza del
Una polemica che è risuonata nel sottofondo dell’intera
giornata di ieri, a tal punto
da costringere il capo della
protezione civile Guido Bertolaso, accanto al presidente
del consiglio Silvio Berlusconi, all’Aquila, a ribadire che
«tutte le informazioni e i dati
in mano ai massimi esperti
hanno stabilito che non era
prevedibile una situazione di
terremoto più grave di quella
che si era verificata nei giorni scorsi».
E c’è anche tra gli esperti
chi ricorda che, sulla base delle previsioni di Giuliani, bisognava evacuare Sulmona otto
giorni fa e se lo si fosse fatto
molto probabilmente gli sfollati sarebbero stati portati all’Aquila e oggi sarebbero sotto le macerie.
Ma Giuliani conferma la
bontà delle sue tesi. «Sì, ribadisco, sì, è possibile prevedere un terremoto», dichiara difendendo a spada tratta il suo
metodo di rilevazione, in barba allo scetticismo della comunità scientifica». Uno sciame sismico già a partire dal
16
gennaio
scorso aveva
interessato
l’area dell’Aquilano. Ma
un mese fa alcuni “banditori” erano
andati in giro per la
città con il
megafono, invitando la popolazione a
uscire di casa, in vista di
un imminente terremoto
distruttivo.
Si indaga per
procurato allarme. L’episodio, si ipotizza,
poteva essere legato proprio
all’interpretazione di una ricerca scientifica condotta dal
tecnico di ricerca aquilano
Gioacchino Giampaolo Giuliani.
«Conosco bene Giuliani perché ho lavorato quattro anni
con lui», lo difende Michelangelo Ambrosio, fisico dell’Infn. «Negli ultimi tempi ci siamo scambiati dati sulla possibile correlazione terremoti-emissioni di gas radon. Sono convinto della validità di
questi studi».
Lo scorso giugno era stata
annunciata anche la nascita,
nel tunnel sotterraneo di una
scuola dell’Aquila, della prima sala sismica al mondo per
la previsione di terremoti in
un’area grande quanto l’Abruzzo, sulla base del sistema
brevettato da Giuliani.
Non è d’accordo invece Federica Quattrocchi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia: «Prevedere i terremoti basandosi sull’analisi
del radon è una possibilità allo studio, ma questo strumento di previsione non è ancora
pronto».
Fabio Iuliano
radon, un gas radioattivo che fuoriesce dal terreno. Una tecnica che
però divide la comunità scientifica. Da una parte chi ritiene impossibile allo stao attuale prevedere
le scosse di terremoto. Dall’altra
tutti quelli che ora si domandano
se, con il senno di poi, un allarme
di terremoto è stato, colpevolmente o dolosamente, inascoltato in
Abruzzo.
Una veduta
dall’alto
del centro
dell’Aquila
Sotto
i primi
sfollati
ricoverati
in una tenda
La
distribuzione
dei viveri
(Foto
servizio
Federico
Deidda
e Valerio
Simeone)
Giampaolo Giuliani
Una donna mentre viene estratta da sotto un cumulo di macerie
I vigili del fuoco nella palazzina di fronte alla casa dello studente. Sopra San Bernardino
IL CENTRO
MARTEDÌ
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15
IN ABRUZZO
IL TERREMOTO ALL’AQUILA
Tra i dispersi c’è Sebastiani
Si teme per la vita del rugbysta, il neroverde Pallotta salva due persone
L’AQUILA. Tra i numerosi dispersi all’Aquila c’é anche Lorenzo Sebastiani, 20 anni, pilone cresciuto nell’Aquila Rugby e in forza all’Accademia Federale di stanza a Pisa. Sebastiani é cresciuto nelle giovanili della società
neroverde e ha partecipato due anni fa ai mondiali under 19. La casa dove abita é crollata.
«Su Lorenzo Sebastiani non ho notizie certe. Non si trova da nessuna parte e dieci minuti fa non c’era fra gli sfollati che sono arrivati
qui». Dall’ospedale dell’Aquila, dov’era per
partecipare alle operazioni di soccorso dei terremotati, il tecnico neroverde Massimo Mascioletti ha confermato che il suo giocatore,
un pilone che ha fatto tutta la trafila nella nazionali giovanili italiane, risulta disperso. «La
sua casa é crollata», ha aggiunto Mascioletti,
«ma potrebbe essersi salvato. Qui é un caos, e
altri di noi sono dislocati in zone diverse». Sì,
perché si sono mobilitati tutti i giocatori dell’Aquila Rugby (5 scudetti e 2 Coppe Italia in
bacheca), grande decaduta della palla ovale
italiana che milita in A2. Sono in prima linea,
fin dalla scorsa notte, per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto. «Ci siamo attivati tutti, e ci hanno utilizzato per evacuare l’ospedale», ha raccontato il direttore tecnico Massimo Mascioletti, gloria del rugby abruzzese e
ct dell’Italia ai Mondiali del 1999. «E’ un vero
caos», ha aggiunto con tono commosso, «ma
facciamo tutto ciò che é possibile. Durante l’evacuazione il nostro estremo Dario Pallotta
(colosso di 1.86 per 96 chili ed azzurro nel rugby a sette, ndc) si é caricato sulle spalle una
donna anziana con tutta la bombola dell’ossigeno che le serviva per respirare. E’ una tragedia...». La meta più bella, quindi, il 23enne
estremo neroverde l’ha messa a segno con un’anziana (e relativa bombola d’ossigeno) sulla
spalle. Nel dramma del terremoto ha cercato
di “placcare” la malasorte salvando prima
una donna e poi il marito dopo aver sfondato
a spallate la porta di casa loro. La sua, di abitazione, Pallotta l’aveva persa poco prima («é
totalmente inagibile»). «Ero in mezzo alla strada», ha raccontato, «e ho sentito delle grida di
aiuto di una donna. Sono subito corso verso il
punto da dove venivano, la tromba delle scale
era crollata e intorno era tutto un disastro». Il
rugbista che quest’anno é stato anche azzurro
nel Seven, nel torneo uruguayano di Punta
del Este, ha agito d’istinto: «Sul momento, per
la confusione, la puzza di gas clamorosa che
usciva dalle tubature rotte e i calcinacci, non
mi sono neppure reso conto se fossero uomini
o donne, ho pensato solo a portarli fuori. Poi
ho saputo che erano marito e moglie. L’uomo
era finito sotto ad una pietra e ai tubi dell’acqua, e ho dovuto sollevare tutto. Mentre li portavo fuori c’é stata un’altra scossa e sinceramente mi sono preoccupato».
«I ragazzi del rugby hanno questo spirito da
combattimento», ha commentato Sergio Parisse, capitano azzurro in forza allo Stade de
Francais nonché uno dei primi cinque rugbisti al mondo, la cui famiglia è originaria proprio dell’Aquila. «E di non mollare mai, per
questo sono stati fra i primi a prodigarsi nei
soccorsi e a portare aiuto: se io fossi là, farei
la stessa cosa che fanno loro, é stato un gesto
di amore molto bello. Sono fiero dei miei colleghi. Il mio cuore e le mie preghiere sono per
la mia famiglia e per tutta la gente che sta soffrendo in questo momento».
Rossi ferito. Nella serata di ieri, tra le macerie, è stato trovato anche Giampaolo Rossi,
l’ex ct della selezione dilettantistica abruzzese
di calcio juniores. Nel pomeriggio risultava
tra i dispersi. Si temeva il peggio. E, invece, il
popolare ex calciatore è stato tratto in salvo e
trasportato in ospedale, seppur in gravi condizioni. Si teme, però, per alcuni familiari.
A caccia del pc per la tesi. Ha rischiato di finire di nuovo sotto alle macerie per recuperare il computer, perché «a luglio mi dovrei laureare e dentro il pc c’era la mia laurea. Non
potevo rischiare un’altra “scossa” del genere...». Daniele, studente carrarese di lettere all’Aquila, ieri mattina ha scalato le macerie pericolanti della sua “ex casa” — dopo esserne
fuggito nel cuore della notte per le scale col
cuore in gola — per recuperare il computer e
qualche maglietta. «Non ho più altro, ho perso tutto», ha raccontato, «ma un mio coinquilino se l’é vista peggio di me. Si é svegliato tra i
mattoni e polvere ed é riuscito ad uscire da solo dopo due ore dalla casa con le sue uniche
forze. Non abbiamo visto soccorsi per ore. Poi
alle 11 ho ripreso coraggio e sono risalito tra
le pietre e mattoni; la mia stanza non c’era
più, e tutto scricchiolava, ma non potevo lasciare il mio pc, la tesi è troppo importante».
Mamma e figli
abbracciati
nella morte
La caserma
di fronte
alla Questura
In alto
gli sfollati
nel prato
antistante
la basilica
di
Collemaggio
L’AQUILA. Li hanno trovati abbracciati alla mamma, nel letto di casa, dove
si erano addormentati sognando una vita colorata
come i loro disegni di bambini. Pensieri leggeri, svaniti insieme al tentativo
materno di proteggerli.
Una morte improvvisa, come quella degli altri piccoli coetanei, e delle loro madri, inghiottiti dalle macerie. Sono tante, nell’Abruzzo sconvolto dal sisma, le
storie che raccontano di
mamme disperate. Donne
che piangono i loro bambini che non ci sono più, o
che sono morte insieme a
loro. Come in via Campo
Fossa, appunto, tra le case
del centro dell’Aquila, dove i soccorritori non hanno trattenuto le lacrime di
fronte all’ultimo abbraccio di una mamma ai suoi
due figli. Poco più in là, sotto le macerie, se ne sono
andati anche Giovanna —
la moglie dell’agente della
forestale Luigi Giugno, pure lui deceduto — e il figlio
Francesco, due anni appena. Il fratellino di quest’ultimo non era neppure nato, angelo senza nome che
avrebbe dovuto vedere la
luce tra qualche giorno.
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IL CENTRO
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO ALL’AQUILA
Crolla la biblioteca della scuola
Goriano, le aule gravemente danneggiate dal sisma restano in piedi
di Yvonne Frisaldi
GORIANO SICOLI. Molto spavento e danni
rilevanti a strutture pubbliche e private. La
scossa di terremoto che ha colpito anche
Valle Peligna e Subequana ha gravemente
compromesso il patrimonio artistico-culturale di diversi centri storici. Niente feriti,
ma se parte della scuola elementare di GoVIABILITÀ. Chiuso il ponte
sulla Tiburtina Valeria, tra
Corfinio e la Statale 17. La carreggiata, in entrambi i sensi,
si è deformata e alzata di 15
centimetri a causa di alcuni
giunti che hanno ceduto. Chiusa anche la Statale 5 Tiburtina, tra Raiano e Molina Aterno, a causa della caduta di numerosi massi sulla carreggiata, in un tratto interessato nei
mesi scorsi da numerosi smottamenti. Per quanto riguarda
invece i paesi dell’Alta Valle
Peligna, i danni maggiori si registrano a Goriano Sicoli con
il crollo di una parte della
scuola elementare «Gabriele
D’Annunzio» che ospitava la
sala lettura e la biblioteca dell’edificio costruito tra gli anni ’50 e ’60. Il terremoto ha inferto profonde ferite alle pareti delle aule rimaste tutte lesionate, ma in piedi. Distrutto il
centro per anziani sottostante. La scuola è stata dichiarata
inagibile. Nei prossimi giorni
il Comune deciderà dove trasferire gli alunni.
Danneggiata in maniera irreparabile la chiesa di Santa
Gemma. I vigili del fuoco, vista la situazione, dopo un sopralluogo, ne hanno consigliato la demolizione. E sempre a
Goriano è rimasta lesionata
anche la caserma dei carabinieri, anche se non è stata dichiarata l’inagibilità.
A Corfinio dalle prime verifiche effettuate dall’amministrazione comunale sono stati
riano fosse crollata di giorno, durante le lezioni, le conseguenze sarebbero state sicuramente gravi. A sbriciolarsi come un biscotto, al secondo piano, è stata la biblioteca. Il
peso dei calcinacci ha sfondato anche il piano sottostante adibito a centro per anziani.
Le aule, inagibili, sono rimaste intatte.
La chiesa di Santa Gemma sventrata dal terremoto
Colpita duramente
anche la chiesa
di Santa Gemma
Alto Sangro indenne
L’ospedale di Castello
apre ai feriti aquilani
L’ala della scuola elementare crollata a Goriano Sicoli
riscontrati gravi danni strutturali con crolli di case del borgo medioevale, fortunatamente non abitate. Colpite duramente anche le chiese, in modo particolare la Madonna del
Soccorso dove si è verificato il
crollo della volta, mentre la
cattedrale, all’esterno ha riportato il distacco di una parte della facciata. All’interno
sono caduti calcinacci e frammenti lapidei. La forte scossa
ha danneggiato anche l’antico
e prezioso ambone posizionato sul colonnato destro della
navata centrale.
A Raiano, sono state dichiate inagibili un’ abitazione di
corso Garibaldi e la vecchia
Caserma, nel centro storico di
Sant’Antonio. Danni alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore, con la croce che
sormonta la facciata che si è
inclinata per l’oscillazione.
Danni, anche se lievi, allo
storico Palazzo Rossi.
A Bugnara una porzione
del castello si è letteralmente
frantumata, crollata anche
una vecchia casa disabitata da
anni. Danni alla chiesa Madonna della Neve, la scossa tellurica ha sfondato il solaio.
Meno colpiti, con lesioni lievi agli edifici ed alle antiche
chiese, Vittorito e Prezza. A
Cansano la situazione è rimasta quella che era dopo la scossa di terremoto di due settimane fa che aveva lesionato alcune abitazioni e uffici pubblici.
In Valle Subequana, transennati i centri storici di Castel di Ieri, Gagliano Aterno e Castelvecchio Subequo. In quest’ultimo comune,
le di Castel di Sangro è allertato per l’emergenza e pronto, se
necessario, ad attivare spazi
per i ricoveri. Strutture private «Attualmente», dichiara la
direzione sanitaria Asl, «stiamo verificando la possibilità
di attivare circa 130 posti letto
anche nelle strutture private».
Ha collaborato
Pasquale D’Alberto
Lesionata un’ala del municipio, crepe profonde nell’ufficio del primo cittadino
AIUTI
Sulmona, evacuate 10 persone
500 carabinieri
in arrivo in città
SULMONA. Dieci persone
evacuate da una palazzina pericolante in viale Roosevelt, due
chiese dichiarate inagibili: Santa Caterina e San Filippo Neri,
143 richieste di intervento da
parte dei proprietari di immobili privati. È questo il bilancio
dei danni della giornata del terremoto in città. Si conta anche
una vittima, si tratta di Osvalda Mazzer 70enne che viveva
sola in una casa del centro storica morta probabilmente per
infarto. A trovarla, in via Aragona, vigili del fuoco e 118. La
donna probabilmente non ha
retto alla paura. Emozione che
ha spinto tanti sulmonesi a passare la notte in auto dopo la
scossa. A destare maggior
preoccupazione il Municipio
(in particolare l’ufficio del sindaco e i locali attinenti) e la sede della Cgil.
Ma finora non sono stati dichiarati inagibili. Chiuse al
pubblico, invece, le chiese di
Santa Caterina e San Filippo
Neri che hanno riportato gravi
lesioni. Non è escluso che potrebbe subire delle modifiche
la manifestazione della “Madonna che scappa”. La Vergine, infatti, esce proprio dalla
chiesa di San Filippo Neri, ma
secondo il parere dei vigili del
fuoco, molti palazzi del centro
storico di San Giovanni, per
fortuna disabitati, sono stati
dichiarati inagibili.
Il terremoto sembra aver risparmiato l’area dell’Alto Sangro. Lo sciame sismico è stato
avvertito chiaramente dalla
popolazione di Roccaraso, Rivisondoli Pescasseroli e Castel di Sangro, ma al momento sono pochi e di lieve entità i
danni registrati. Solo qualche
lesione di vecchie case da tempo disabitate. Intanto l’ospeda-
Una donna anziana muore di infarto in pieno centro
PRATOLA PELIGNA
L’evento tellurico devasta
il santuario della Madonna
PRATOLA. Il forte sisma che ha sorpreso nel sonno la
notte scorsa gli abruzzesi non ha risparmiato nemmeno
Pratola Peligna. Risulta, infatti, seriamente danneggiato il santuario della Madonna della Libera, il cui culto
trae origine addirittura dal 1550. A dare la notizia il sindaco di Pratola Antonio De Crescentiiis, che spiega di aver
già chiuso la chiesa per evitare incidenti.
La fuga in auto per mettersi al riparo dai crolli
Chiuse le parrocchie
di San Filippo Neri
e Santa Caterina
Oltre un centinaio
le richieste di aiuto
ai vigili del fuoco
Il santuario di Pratola
finora non c’è nessuna certezza. Qualche lesione è stata rilevata anche nella chiesa di Santa Maria della Tomba. In ogni
caso gli uffici pubblici resteranno chiusi anche oggi, compresi
l’ufficio turistico e i musei,
mentre le scuole (gli edifici comunque, ad un primo sopralluogo sono stati considerati agibili) chiuse ad oltranza in attesa di comunicazioni anche da
parte della Regione. Nel tardo
pomeriggio di ieri è stata sgomberata anche una palazzina di
viale Roosevelt, dieci persone
sono state sistemate nel vicino
hotel “Ovidius”. È stato predisposto lo sgombero del piazzale dell’ospedale per permettere
l’atteraggio degli elicotteri militari con i feriti provenienti dall’Aquila. Sono stati messi a disposizione anche 35 posti letto
per ospitare i pazienti provenienti dal San Salvatore che è
stato sgomberato. Il comando
carabinieri cittadino è stato
scelto per ospitare il nucleo
operativo carabinieri che consiste in un gruppo di circa 500
uomini provenienti da tutta Italia. I militari saranno impegnati al controllo delle zone interessate dal sisma.
Chiara Buccini
«Ci sono profonde lesioni
sulle volte e le navate» spiega
il primo cittadino «e la crepa
più profonda si è aperta sulla
cupola centrale. Purtroppo i
danni sono ingenti, nei prossimi giorni saremo in grado
di fare un bilancio. Intanto
abbiamo già emesso un’ordinanza di chiusura, così come
consigliatoci dai tecnici comunali, che dopo un sopralluogo, mi hanno spiegato i
possibili rischi di cedimenti o
crolli. Potrebbero essere a rischio le celebrazioni della
Madonna della Libera che si
tengono nella prima settimana di maggio». Sarebbe anda-
ta meglio, invece, alle strutture pubbliche comunali e alle
scuole che, come detto dallo
stesso De Crescentiis, non risultano danneggiate. Per le
abitazioni, invece, sono arrivate 70 segnalazioni allo sportello di pronto intervento comunale, istituito ieri in Comune. «Abbiamo immediatamente istituito uno sportello
per raccogliere le richieste di
controllo tecnico alle case dei
cittadini» spiega De Crescentiis «e abbiamo raccolto circa
70 schede con i dati dei vari
proprietari di case che hanno
denunciato lesioni.
Federica Pantano
IL CENTRO
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO ALL’AQUILA
Mamme in fuga con i neonati
Ospedale, dopo la scossa via dal reparto, 100 feriti al pronto soccorso
di Domenico Ranieri
AVEZZANO. La via crucis dei feriti e il calvario dei familiari. Nessuno poteva immaginare un inizio così drammatico della Settimana della Passione. All’ospedale di Avezzano la processione delle ambulanze è interminabile e angosciante. In piena notte, subito dopo la scossa, le mamme di ostetricia sono fuggite dal reparto con ancora in
braccio i propri neonati.
Arrivano alla spicciolata i
feriti dall’Aquila, arrivano
con le ambulanze, arrivano
con le auto private, arrivano
con gli elicotteri. Nella struttura sanitaria marsicana il terrore inizia alle 3.32 in punto.
IL FUGGI FUGGI. I degenti
vengono svegliati di soprassalto. «È stato come se il vento
avesse spostato i letti», il racconto concitato di alcune partorienti, «lo stesso soffitto è
parso scuotersi». Il quinto piano, quello riservato alle mamme con i neonati, viene evacuato per sicurezza. Una moltitudine di degenti si raduna
nell’atrio. Alcuni escono e si
rifugiano nelle auto; altri, la
maggioranza, restano dentro
e dopo un po’ vengono fatti accomodare nella sala riunioni
dell’ospedale, rifocillati dal
personale sanitario.
UN SOLO ASCENSORE. I malati appena operati, quelli difficili da trasportare, e i ricoverati in ortopedia, impossibilitati a muoversi autonomamente sono costretti a restare in
reparto. «Con un solo ascensore», fanno sapere alcuni dipendenti, «è impossibile evacuare
i reparti». Le denunce delle
scorse settimane sono rimaste
lettera morta. Occasioni come
questa dovrebbero far riflettere. Intorno alle 8 tornano tutti
in reparto.
IL PRONTO SOCCORSO. La direzione sanitaria dà l’ordine
di rintracciare immediatamente i medici e il resto del personale reperibile. Nessuno si fa
pregare, alcuni si presentano
spontaneamente. Il pronto soccorso pullula di gente mentre
dall’Aquila arrivano i primi feriti del sisma. Lo staff del primario, il dottor Franco Cardilli, è composto dai medici
Maria Teresa Perrotta,
Francesco Leone, Maura Coletta, Lorella Franchi, Cristina Serafini e Rita Iulianella. Alcuni di loro si sobbarcano un impegno immane di
16 ore, dalle 4 del mattino alle
20. I volontari della Croce Rossa, della Misericordia, dei
gruppi di soccorso sono sul posto da subito e iniziano un lungo andirivieni con i luoghi più
colpiti dal terremoto. La mattina arrivano per lo più politraumatizzati, nel pomeriggio,
con l’ausilio degli elicotteri
dell’esercito, è la volta dei degenti dell’ospedale dell’Aquila
costretti al trasferimento a
causa delle condizioni di inagibilità del San Salvatore. La Direzione sanitaria di Avezzano
impone la sospensione delle attività di Day surgery, e aggiunge ai letti del reparto altri in
arrivo dagli ospedali di Pescina e Tagliacozzo.
POSTI LETTO DISPONIBILI.
In una nota la Asl ha precisato che sono stati 90 i posti letto
messi a disposizione, di cui 65
immediatamente utilizzabili.
All’ospedale di Avezzano disponibili, da subito, 39 posti
letto con altri 25 attivati poco
dopo. Inoltre, negli ospedali di
Avezzano e Tagliacozzo, il reparto Dialisi garantisce un turno aggiuntivo, rispetto all’attività standard, per dare un con-
A destra un ferito mentre
viene trasportato al pronto
soccorso. Sopra i volontari
aiutano un degente
proveniente dall’ospedale
San Salvatore dell’Aquila
Soccorsi tempestivi grazie ai volontari
Le associazioni marsicane in prima linea: gli aiuti in tempo reale
AVEZZANO. I volontari delle associazioni marsicane si
sono prodigati in ogni maniera per alleviare le sofferenze dei terremotati. Alcuni gruppi si sono precipitati all’Aquila nemmeno due ore dopo la scossa. È un segno
della fondamentale importanza delle varie Misericordie, Croci rosse e verdi e varie altre associazioni di natura simile.
Mauro Lancia e Antonio
Venditti, della Misericordia
di Balsorano e San Vincenzo, solo due rappresentanti
della folta pattuglia di marsicani sensibili ai valori della
solidarietà.
Parlano loro un po’ per tutti, per quelli di Avezzano, Celano, Tagliacozzo, Pescina e
di numerosi altri centri del
territorio.
«Siamo nelle zone terremotate dalla notte scorsa», dichiara Venditti, «e abbiamo
assistito a scene pazzesche.
Il volto di quei paesini, di
quelle frazioni è stato cancellato».
Un furgoncino della Volkswagen quasi d’epoca si materializza davanti al pronto
soccorso. Un giovane con i lineamenti sfigurati da rabbia
e dolore si materializza davanti al pronto soccorso:
«Ho perso mia sorella e ora
tributo all’emergenza aquilana. «Attualmente», fa sapere
la Direzione sanitaria Asl,
«stiamo verificando la possibilità di attivare circa 130 posti
letto anche nelle strutture private».
I RICOVERI. Alla fine i ricoveri sono all’incirca un centinaio. «È un incubo», racconta
un medico, «un’incredibile, infinita rincorsa tra barelle, feriti, lamenti e disperazione».
Siamo qui e basta guardare lo
slancio, la disponibilità delle
decine di operatori della sa-
aiutatemi a scaricare il resto
della mia famiglia, ha bisogno di cure».
Portantini e infermieri accompagnano una donna in
vestaglia con chiazze di sangue sul volto, un uomo
sdraiato e incapace di muoversi e un ragazzo meno malridotto, ma ugualmente provato».
«Sono partito alle 3.30 da
Roma e mi sono precipitato
all’Aquila», dichiara con rabbia, preferendo mantenere
l’anonimato, «la mia casa
non c’era più e ho potuto utilizzare solo il furgoncino d’altri tempi parcheggiato in
mezzo a piazza Rocca di Corno. È stato un viaggio infernale passando per Ovindoli e
le montagne».
«Ora sono qui», conclude,
«e ho la mia famiglia a pezzi.
La mia sorellina non c’è più
e io sono distrutto». (d.r.)
nità, quella loro voglia di mettersi a disposizione nello scaricare con solerzia i malati dagli elicotteri o dalle ambulanze, per rendersi conto che è
quasi come se tutti volessero
esorcizzare la paura e l’impotenza di fronte a un nemico silezioso e implacabile come il
terremoto.
IL CENTRALINISTA. Antonio
Vitale è il centralinista dell’ospedale. È lui di turno al momento del sisma. «Stavo riposando su una sedia», ricorda
con sgomento, «quando ho av-
Volontari e addetti della Asl ieri al pronto soccorso
vertito la scossa. Dopo un iniziale confusione ci siamo messi a disposizione. Il dottor Cardilli mi ha chiesto di rintracciare tutti i medici reperibili.
Quelli che non sono riuscito a
contattare telefonicamente sono stati avvisati dai carabinieri. Quando sono scesi i degenti si è creata una situazione di
panico: mamme con i piccoli
in culla, altri ricoverati che
guadagnavano l’uscita. In poco tempo la situazione è tornata sotto controllo».
LO STUDENTE FERITO. Lo
hanno estratto sotto le macerie i volontari della Croce Verde di Civitella Roveto. Insieme ai vigili del fuoco hanno afferrato quel corpo apparentemente immobile dal quale proveniva un voce flebile. Francesco Guerrini, 22 anni, di
Giulianova, studente di Scienze motorie, è vivo per miracolo. È stato trovato sotto quattro piani di macerie dell’unico
palazzo di via Gabriele D’Annunzio all’Aquila crollato
completamente. «Stavo dormendo», racconta dalla letti-
L’onorevole Ricciuti
s’è fratturato il braccio
scappando da casa
Studente di Giulianova
estratto dai detriti
«Ho pregato tanto»
ga, con un profondo taglio alla
testa e un dolore fortissimo al
ginocchio, «eravamo in cinque nell’appartamento. Quando ho avvertito la scossa stavo
per lanciarmi dalla finestra,
poi ci è caduto tutto addosso.
Pur sotto le macerie ho visto
che anche il mio compagno di
stanza era vigile. Degli altri
tre coinquilini non ho notizie.
Ho pregato tanto e sono vivo».
LA FRATTURA DI RICCIUTI.
L’onorevole Romeo Ricciuti,
ex esponente di spicco della
Democrazia cristiana abruzzese, arriva alle 13.45 accompagnato dalla figlia. Ha un braccio immobilizzato. Anche lui è
un sopravvissuto alla furia
del terremoto. «Ero a casa
mia in via Sant’Andrea e stavo dormendo», dichiara ripercorrendo con la mente la sua
notte movimentata, «e quando c’è stata la scossa ho cominciato a scendere le scale. C’erano dei detriti che mi hanno fatto scivolare e ho sbattuto con
violenza il braccio a terra.
Quando sono andato all’ospedale dell’Aquila sono stato curato con sollecitudine e professionalità. Poi mi è stato consigliato di venire qui ad Avezzano per un esame radiologico.
Ora sto meglio anche se ho l’omero fratturato». Poco lontano una donna di Arsoli, una
degente trasferita dal San Salvatore, è fuori in pigiama e attende l’arrivo del marito: voglio tornare a casa e dimenticare questa notte infernale».
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IL CENTRO
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO ALL’AQUILA
Notte in auto nella Marsica
Ad Avezzano panico nei palazzi, a Celano crolla un vecchio edificio
AVEZZANO. Panico e qualche danno anche nella Marsica. Ad Avezzano migliaia
di cittadini sono scesi in strada, temendo
crolli. Molti hanno trascorso la notte in
auto parcheggiate nelle piazze o lungo le
strade. I problemi maggiori nella zona
nord della città, dove si trovano anche gli
edifici più alti. Con l’arrivo dell’alba è cominciata la stima dei danni, anche se si
tratta di una conta ancora provvisoria (la
maggior parte dei sopralluoghi per ora
vengono compiuti all’Aquila e nei paesi
del circondario). Diversi gli edifici seria-
mente danneggiati. Le chiese e le abitazioni dei centri storici sono quelle che hanno
riportato le lesioni maggiori. Ad Avezzano, il Comune si è prontamente attivato
per predisporre un piano di intervento in
caso di emergenza. Lo stesso sindaco Antonio Floris si è mobilitato con l’aiuto della
Protezione civile. Le scuole, come nel resto della regione, sono rimaste chiuse e
l’ordinanza resterà in vigore a oltranza.
Chiuse anche tutte le chiese, almeno fino
a oggi, in attesa di verifiche più accurate
per scongiurare la presenza di danni.
Nella Marsica la parola
“terremoto” evoca terribili ricordi. Così quando l’altra notte la terra ha tremato non sono mancate scene di panico.
Nelle abitazioni hanno tremato letti, lampadari, finestre.
Migliaia di cittadini sono
scappati in strada, tra urla,
pianti.
Dopo dieci minuti dalla prima scossa, le strade di Avezzano sono state invase dalle
auto. Nella zona nord della
città, dove ci sono i palazzi
più alti, gli abitanti si sono riversati nei parcheggi; molti
in pigiama e ciabatte si sono
attrezzati con le coperte per
dormire in macchina.
Poco prima delle 4 nella
piazza antistante il palazzo
municipale si è radunato una
folla. È arrivato il sindaco
Floris, sono arrivati gli assessori e i consiglieri comunali e
Una delle auto distrutte dai detriti a Celano
sono arrivati tanti cittadini,
spaventati a
chiedere notizie sul sisma
e sui danni.
Il sindaco si
mette subito
al telefono e
cerca di saperne di più.
Firma in un
battibaleno
l’ordinanza
per la chiusura delle scuole, alla quale
seguirà più
tardi quella
per gli edifici
pubblici della città.
Il panico
generato dopo la prima
scossa cresce
sempre più
quando arriva la seconda. Tutti si
mettono al telefono per assicurarsi che
i parenti negli altri paesi Il sindaco Antonello Floris dopo la scossa davanti al municipio
stiano bene.
I più preoccupati sono i genitori degli universitari fuori
sede che si trovano all’Aquila.
Stessa situazione, scenario
diverso. In tutti i paesi della
Marsica gli abitanti, dopo
aver percepito il terremoto,
sono subito fuggiti dalle abitazioni per ripararsi nei luoghi
aperti. Alla luce del giorno è
iniziata la prima stima dei
danni.
Tecnici comunali e polizia
municipale di ogni paese hanno fatto dei sopralluoghi per
cercare di capire quanto le
scosse avessero colpito le varie strutture. Ad Avezzano è
stato chiuso il Palazzo del Tribunale per un crollo all’interno di un’aula. Negli altri edifici non ci sono stati invece gravi lesioni, se non piccole crepe, come nella chiesa San Giuseppe Lavoratore di Caruscino adiacente la scuola per
Il vecchio palazzo crollato a Celano in via Muranuove
Accoglienza a 350 sfollati
Pronti i centri della diocesi
AVEZZANO. Centri di accoglienza per complessivi 350 posti sono stati messi a disposizione dalla curia dei Marsi, che
ha approntato un apposito piano di intervento.
«La Diocesi di Avezzano, memore della tragedia del 1915
che rase al suolo la città e l’intera Marsica», afferma il vescovo, monsignor Pietro Santoro, «si stringe solidale alla
Chiesa dell’Aquila mettendo a disposizione le proprie strutture religiose per l’accoglienza degli sfollati. La Caritas e i
giovani sono mobilitati per una accoglienza concreta ed efficiente, individuando finora disponibilità per 350 persone.
Nel numero delle vittime il cuore entra anche nella sofferenza delle famiglie marsicane che piangono i propri morti
nel sisma dell’Aquila, partecipando, nel mistero insondabile della croce, alla sofferenza dei familiari. Continueremo
ad alimentare la speranza, nata il mattino di Pasqua, nella
certezza che Cristo risorto conserva le ferite del Calvario,
dentro le quali dobbiamo entrare per proseguire il cammino nella logica della condivisione».
Anche molti edifici di culto della Marsica sono risultati
danneggiate e lesionate.
Tutte le chiese di Avezzano, dietro ordinanza del sindaco,
resteranno chiuse fino a oggi per consentire le verifiche statiche.
«Ai credenti», aggiunge il vescovo Santoro, «è chiesta la
liturgia interiore della preghiera e dell’intercessione. Un
pensiero affettuoso va al parroco di Luco dei Marsi, don Michele Morgani, ricoverato in ospedale». Il sacerdote ha
avuto un malore, ma non è legato all’evento sismico dell’altra notte.
Le forze dell’ordine si consultano per decidere come attivare la procedura di emergenza
l’infanzia. Danneggiato anche il seminario di Avezzano.
Nella Marsica occidentale a
Pereto, Oricola, Rocca di
Botte e Tagliacozzo non sono stati riscontrati danni,
mentre a Carsoli è crollato
un edificio degradato e nella
chiesa di Santa Vittoria sono
comparse delle crepe, a Sante Marie si sono registrate
delle lesioni in alcune strutture del centro storico e una casa disabitata è venuta completamente giù. A Scurcola
Marsicana danneggiate la
chiesa di Sant’Antonio, con
crepe ai muri, e alùuni stabili
antichi e delle strutture del
centro. A Magliano dei Marsi il “Serpentone“ è quello
che ha subìto più danni con
crolli di intonaco e crepe
strutturali ai muri. In comune è stato istituito uno sportello informativo, grazie alla
collaborazione delle associazioni di volontariato locali.
Nella Valle Roveto il sisma è
stato avvertito in tutti i paesi.
Danneggiate le chiese
Oggi sopralluogo
per verificare i danni
Canistro è stato il paese in
cui si sono registrati più danni. Negli edifici della scuola e
del comune ci sono state delle
piccole lesioni, mentre nella
chiesa di Santa Maria della
Fonticella e in alcuni edifici
del centro i muri sono pieni
di crepe. A preoccupare però
il sindaco Angelo Mariani è
soprattutto l’aumento dello
smottamento delle due frane,
una alle pendici del paese vecchio, l’altra a Canistro inferiore al lato della clinica Ini. Sono stati messi a disposizione
uomini e mezzi per aiutare a
scavare tra le macerie dell’Aquila. La Santa Croce ha inviato nel capoluogo abruzzese l’acqua per tutti gli sfollati. Il materiale melmoso si sta
scollando lentamente dai pendii del paese scendendo verso
la valle. A Civita d’Antino,
invece, sono state interessate
da crepe e lesioni varie la
chiesa di Santo Stefano e di
San Lidano, alcune scuole ed
edifici del centro storico. Nessun danno invece a Civitella
Roveto, San Vincenzo Valle Roveto, Morino e Capistrello. Anche nella zona della Marsica orientale ci sono
stati danni. A Celano è crollato l’altare maggiore della
chiesa si Sant’Angelo, mentre la facciata della chiesa di
San Francesco si è gonfiata
verso l’esterno. Palazzo Marinucci, già pericolante è crollato su via Muranuove distruggendo due auto in sosta, e parte di via Aquila è stata lesionata costringendo le persone
ad abbandonare le abitazioni.
Ad Aielli la chiesa di San
Giuseppe e la chiesa della
Santissima Trinità hanno riportato seri danni e dalla prima si è anche staccata una
campana. L’abitazione delle
suore è stata dichiarata inagibile e le religiose hanno dovuto abbandonare l’edificio,
mentre a Pescina l’unica lesione c’è stata alla chiesa di
San Giuseppe.
Eleonora Berardinetti
IL CENTRO
MARTEDÌ
7 aprile 2009
19
IN ABRUZZO
IL TERREMOTO IN REGIONE
«Non lasceremo la città sola»
Il presidente Chiodi: tutto il nostro aiuto. De Matteis: morti i miei amici
di Maurizio Piccinino
L’AQUILA. «E’ terribile. Sono sconvolto.
Da sotto le macerie ho estratto il corpo di
una mia amica, la moglie di un collega medico, lei era morta e stringeva sotto di sé
la figlioletta. Io ho perso la casa, è andata
distrutta». Giorgio De Matteis, aquilano,
vice presidente del Consiglio regionale è
anche medico ed è sceso in strada per prestare i primi soccorsi. «Sono sotto choc. So
che anche voi del Centro avete subito un
lutto, voglio darvi il mio cordoglio».
«Non ho parole, scusatemi.
Quello che è accaduto è davvero troppo grave», dice salutando De Matteis.
Alle 17.30 il presidente del
Consiglio regionale, Nazario
Pagano con l’assessore Federica Carpineta tiene una ricognizione nelle strutture regionali. Il sopralluogo mostra
subito la gravità della situzione. Tutte le strutture istituzionali del Consiglio sono inagibili.
«Palazzo dell’Emiciclo è pericolante, la nuova sede dell’Assemblea regionale il palazzo ex Gil inaugurato da poco è lesionato, io non ho più
uffici. Con me ci sono dirigenti regionali dell’Aquila e loro
non hanno nemmeno più una
casa, come Carla Mannetti
dirigente del settore trasporti, e Giovanna Colangelo.
La città è in uno stato pietoso
e molti miei colaboratori sono stati direttamente colpiti,
con lutti e la distruzione delle
loro case. Come istituzione regionale siamo presenti accanto ai cittadini dell’Aquila e di
tutti i paesi colpiti. Lavoreremo notte e giorno per garantire assistenza, aiuti, solidarietà».
Il presidente della giunta regionale Gianni Chiodi alle
19 fa il punto della situazione
di una giornata che definisce
«tristissima per l’Aquila e
l’intero Abruzzo».
«Dalle 4 del mattino sono all’Aquila. Ho seguito le terribili vicende che sono state generate dal terremoto», racconta
Chiodi, «mi ha confortato la
grande risposta di efficenza
della protezione civile, la gara di solidarietà, l’impegno di
tutti i cittadini. Un dato per
tutti: abbiamo dovuto sospendere quasi subito la richiesta
di donazione di sangue per i
tanti cittadini che si sono affrettati a correre al primo
centro di donazione. Per le
vittime, purtroppo, non possiamo azzardare previsioni attendibili, il numero dei dispersi è destinato a crescere,
così come quello dei feriti. Bisogna attendere di avere un
quadro certo. L’Abruzzo i nostri concittadini hanno subito una violenta offesa. Dobbiamo essere forti e preparati
per reagire a questa micidiale sfortuna».
Chiodi ieri pomeriggio ha
tenuto una conferenza stampa all’Aquila con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il capo della protezione civile Guido Bertolaso, il
ministro per le infrastrutture
Altero Matteoli e la responsabile abruzzese della protezione civile l’assessore, Daniela Stati, ha voluto sottolineare l’efficenza della macchina dei soccorsi.
«Come mai accaduto prima
in Italia un grande spiegamento di mezzi della protezione civile si sono concentrati
all’Aquila e provincia», osserva Chiodi, «tutti i focolai, os-
I presidenti
Gianni
Chiodi
e Nazario
Pagano
«L’ospedale crolla, trasferiti 1500 feriti»
Venturoni: tutti messi in salvo, grazie ai medici e protezione civile
L’AQUILA. «Le salme saranno tutte
trasferite a Pettino in una struttura
messa a disposizione della Guardia
di finanza. Purtroppo non abbiamo
ancora un quadro certo di quante vittime il terremoto ha fatto. L’ospedale San Salvatore è stato evacuato perLe prime notizie che ha
raccolto erano pesantissime
non solo per la gravità dell’onda sismica ma anche per
la tenuta dell’ospedale con il
pericolo di crolli su pazienti
inermi e impossibilitati a
mettersi in salvo. «La prima
cosa che abbiamo dovuto fare è stata evacuare l’ospedale», racconta Venturoni,
«oggi allestiremo un ospedale da campo nell’area messa
a disposizione della scuola
della guardia di finanza a
Pettino, vicino L’Aquila. In
un’area adiacente, inoltre,
sono state trasferite le sal-
ché lesionato, le sale operatorie non
erano più agibili, così come gran parte dei reparti. I feriti per ora sono circa 1500, si tratta di persone che hanno subito contusioni, fratture e sono
stati trasferiti con autoambulanze
ed elicotteri, per essere operati d’ur-
me. Sarà un luogo tristissimo dove dovranno recarsi i
parenti delle vittime». «I feriti più gravi», spiega l’assessore alla sanità, «sono stati portati a Pescara, Teramo e
Chieti. La maggior parte han-
genza in diversi ospedali abruzzesi».
Lanfranco Venturoni assessore alla
sanità racconta la catastrofe che si è
abbattuta sull’Aquila. Ieri è corso
per coordinare i primi interventi e
constatare che l’ospedale era tra le
strutture più colpite.
no subito interventi neurochirurgici per lesioni alla testa e alla spina dorsale».
Per Venturoni c’è stata
una grande mobilitazione di
medici. «Sono stati tutti
straordinari, li ringrazio per
quello che hanno fatto e stanno facendo». «C’è una robusta attività di coordinamento», ha detto il ministro del
Welfare, Maurizio Sacconi
nel corso di un incontro al
ministero dove è stata allestita un’unità di crisi per l’emergenza, «le strutture sanitarie abruzzesi hanno garantito l’accoglienza a tutte le
persone che ne hanno avuto
bisogno». Al momento, ha
precisato Sacconi, «sono solo alcuni i ricoveri effettuati
a Roma presso il policlinico
Gemelli e l’ospedale Bambino Gesù».
(m.p.)
Numerosi interventi
neurochirurgici per
lesioni alla testa
Un ospedale da campo
nell’area della scuola
della finanza
Venturoni in un ospedale
della provincia dell’Aquila
In alto, De Matteis abbraccia
un parente di una vittima
sia i luoghi dove il terremoto
ha creato danni e panico sono
sotto controllo. Voglio lanciare ancora un appello ai cittadini aquilani ossia rimanere
nei centri di accoglienza e di
raccolta, per evitare che in
troppi sostino per le strade.
La gara di solidarietà è davvero una corsa alla generosità. I
presidenti delle altre Regioni
italiane mi hanno chiamato
annunciandomi l’invio di aiuti, sia con uomini e mezzi sia
con generi di prima necessità. Poi ci sono le associazio-
ni, dagli scout fino ai sindacati, all’Ance, Confindustria, il
Banco alimentare e tanti semplici cittadini che si sono adoperati in ogni modo. Lungo la
costa abbiamo reperito 14 mila posti letto».
All’Aquila era presente an-
che Carlo Costantini capogruppo dell’Italia dei Valori
in consiglio regionale che ieri
ssi è recato all’Aquila. «Ho comunicato al presidente Gianni Chiodi», dice Costantini,
«tutta la mia disponibilità per
qualsiasi iniziativa ritenesse
di dover intraprendere per
fronteggiare l’emergenza a
L’Aquila, nessuna esclusa ed
ho messo la mia casa a disposizione per ospitare già da oggi una famiglia aquilana. Sono certo che tutti gli abruzzesi ed i pescaresi, in particolare, sapranno mettere in campo in questa drammatica occasione una straordinaria
prova di solidarietà verso i
nostri fratelli aquilani, sia
quelli colpiti da lutti, sia quelli che già da questa sera non
sapranno dove trascorrere la
notte».
Il Partito democratico con i
suoi esponenti regionali e i
parlamentari hanno tenuto
diversi incontri. Il neo segretario Silvio Paolucci con il
capogruppo regionale Camillo D’Alessandro sono andati
all’Aquila poi nel pomeriggio
hanno messo a punto diverse
iniziative. «Abbiamo toccato
con mano disperazione e distruzione», racconta Paolucci, «abbiamo ascoltato racconti terribili e temiamo che la
tragica conta delle vittime sia
destinata a continuare. Con il
Pd nazionale abbiamo coordinato una serie di aiuti per la
popolazione, ci saranno i nostri volontari, poi stiamo tenendo una ricognizione delle
richieste materiali da esaudire, e attiveremo un conto corrente nazionale da affidare alla Provincia dell’Aquila. Per
gli alloggi mettiamo a disposizione il patrimonio abitativo
del Pd, mentre singolarmente
molti militanti si sono già dichiarati disponibili. Personalmente ho già messo a disposizione una mia abitazione. I
parlamentari abruzzesi del
Pd stanno verificando tutte le
possibilità di legge, nazionali
ed europee a sostegno dell’economie dei luoghi colpiti,
sia dei comuni che delle strutture produttive».
20
IL CENTRO
MARTEDÌ
7 aprile 2009
IN ABRUZZO
IL TERREMOTO IN REGIONE
Il più grave del Duemila in Italia
I precedenti, dalla tragedia della Marsica al crollo di San Giuliano
di Andrea Mori
PESCARA. Il terremoto di ieri
mattina in Abruzzo è il più grave
avvenuto negli anni Duemila in
Italia, ma non nella storia della regione. Al primo posto c’è il sisma
che la mattina del 13 gennaio 1915
spazzò via Avezzano e travolse l’inNella mappa del rischio sismico, l’Abruzzo è in terza posizione con 91 Comuni nella
prima fascia e 158 nella seconda.
Il terremoto del 1915 — magnitudo 11 della scala Mercalli — ebbe epicentro nella
conca del Fucino. La Marsica riportò
gravissimi
danni, ma anche il Basso
Lazio. Avezzano fu praticamente distrutta, con
circa 10mila
morti
(tra
cui il sindaco) su 13mila
abitanti. Moltissime vittime anche a
Gioia
dei
Marsi, Collarmele, Magliano, Celano.
Circa 500 morti anche a Sora,
nel Lazio. I soccorsi furono
rallentati dal clima invernale
e dalle condizioni delle strade.
Da allora, l’Abruzzo ha visto molti terremoti, ma di intensità minore. Il 26 settembre 1933 il sisma colpì la
Maiella (11 morti), nel 1943
la zona tra Marche e Abruzzo, nel 1958 L’Aquila.
Il 7 maggio 1984 una scossa
di magnitudo 5,2, con epicentro in Val Comino, colpì le
province dell’Aquila, Chieti,
Isernia e Frosinone. I danni
maggiori furono a Pescasseroli, con circa il 40 per cento
delle abitazioni lesionate. I
senzatetto più di 1.500. Ma i
morti furono in tutto solo tre,
tutti in modo indiretto. Una
dei morti fu, all’Aquila, una
donna di 88 anni, malata, che
morì per un infarto all’inizio
del terremoto.
Andando a ritroso nella storia, dal 5 febbraio del 62 dopo
Cristo fino alle 3,32 di ieri
mattina, la cronologia dei terremoti in Italia negli ultimi
due millenni è una lunga serie di disastri a volte di drammatica entità. A quello di
Pompei, avvenuto nel 62 dC
(5 febbraio), che distrusse diversi monumenti di Neapolis
fra cui il teatro romano, seguì nel 68 quello di Chieti
(Teate), ufficialmente il primo movimento tellurico registrato nella storia abruzzese.
Il 25 agosto del 79 avvenne il
terremoto causato dall’eruzione catastrofica del Vesuvio
che seppellirà le città di Pompei, Ercolano e Stabiae. Nel
101 la terra tremò a San Valentino in Abruzzo Citeriore.
Nel 1349 viene distrutto il
Monastero di San Vincenzo
al Volturno in Provincia di
Isernia. A Napoli crolla la
facciata della cattedrale di
Napoli. Nel dicembre del 1456
il sisma provoca 30mila morti
in Irpinia, Matese, Sannio,
Napoli e Abruzzo: a Teramo
morirono più di 200 persone.
Nel 1627 il sisma, che si stima dell’undicesimo grado del-
tera Marsica provocando circa
33mila vittime. La stessa L’Aquila
è stata colpita, nei secoli più recenti, già quattro volte: nel 1315, il 2
febbraio del 1703 (6mila morti),
nel 1786 (numero delle vittime imprecisato) e nel 1958.
Un elenco che inizia dal 68 dC
Nella mappa del rischio sismico
91 Comuni sono di prima fascia
Una bomba da 1 milione
di tonnellate di tritolo
PESCARA. Il terremoto che colpito
l’Aquilano è stato valutato di magnitudo 5,8 Richter, che corrisponde all’ottavo-nono grado della scala Mercalli.
Una scossa che fa crollare gli edifici
non costruiti con norme anti-sismiche, monumenti, crea fessurazioni nel
suolo. La potenza dei terremoti è valutata secondo due gradazioni. La Richter (da Charles Francis Richter)
indica la quantità di energia liberata
(la magnitudo), mentre la scala Mercalli (redatta da Giuseppe Mercalli)
descrive gli effetti del sisma sull’ambiente. Per avere un’idea dell’energia
sprigionata da un sisma di magnitudo
6, basti pensare che è la stessa che si libera dall’esplosione di un milione di
tonnellate di tritolo. Quando supera la
magnitudo 6, il sisma provoca danni
ingenti a popolazioni e ambiente. Le
grandi catastrofi si registrano però
con una magnitudo superiore a 8.1 Richter, al dodicesimo grado cioé della
Mercalli che è il massimo.
Da sinistra le macerie del sisma
del 1915 nella Marsica e a lato
i resti della scuola di S.Giuliano
In alto a sinistra la foto storica
di Don Orione fra i resti delle
abitazioni crollate ad Avezzano
la scala Mercalli, rase al suolo San Severo e Torremaggiore in Puglia e diversi centri limitrofi e provocò un maremoto sulle coste del Gargano, soprattutto presso il Lago
di Lesina. Persero la vita diverse migliaia di persone.
Le scosse tornarono in
Abruzzo nel 1690: ad Atri
crollò la chiesa di San Francesco. Nel 1693 fu registrato in
Sicilia e Calabria il sisma
più potente mai registrato in
Italia: fu di intensità pari a
7,4 gradi della scala Richter e
provocò 60mila vittime. Nella
1706 si verificò la distruzione
di moltissime costruzioni a
Sulmona, tra le quali numerose chiese.
Negli ultimi 100 anni è impossibile dimenticare il terremoto di Messina e Reggio
Calabria (28 dicembre 1908):
una scossa di magnitudo 7 rade rase al suolo la città siciliana e quella calabrese, provocando la morte di circa 86mila persone.
L’elenco continua con la
tragedia del Belice (15 gennaio 1968, 236 vittime) a cui
segue il terremoto in Tuscania (6 febbraio 1971, 31 morti). Il 6 maggio 1976 una vio-
lenta scossa scuote il Friuli:
Muoiono 976 persone e altre
3mila rimangono ferite. I Comuni colpiti sono 137 e le case distrutte o danneggiate circa 100mila
La sera del 23 novembre
1980 una scossa di magnitudo
6,8 devasta un’area dell’Appennino meridionale, tra l’Irpinia, in Campania, e la Basilicata. Perdono la vita 2.570
persone mentre quasi altre
9mila rimangono ferite. Le
persone che rimangono senza
casa sono circa 300mila.
Il 26 settembre 1997 il terremoto colpisce l’Umbria e le
Marche. Crolla una parte della volta della basilica di San
Francesco ad Assisi: 11 vittime, 126 feriti. I senzatetto sono 32mila e ancora oggi in
tanti vivono nei container.
Il 31 ottobre 2002 il sisma,
magnitudo 5,6, travolge il Basso Molise: è la tragedia della
scuola elementare di San
Giuliano di Puglia (Campobasso) dalle cui macerie vengono estratti i corpi di una
maestra e 27 bambini.
IL CENTRO
MARTEDÌ
7 aprile 2009
21
IN ABRUZZO
IL TERREMOTO - IL RICORDO
Come nel 1915, una tragedia
Il racconto di due superstiti del sisma nella Marsica: «Un incubo»
di Nino Motta
AVEZZANO. Il terribile sisma, che il 13
gennaio di 1915 sconvolse la Marsica, li ha
segnati per sempre. Giuseppa Lavarone,
99 anni, di Balsorano, ed Enrico Giovarruscio, 100 anni, di Morino, sopravvissuti alla tragedia, avevano all’epoca, rispettivamente, 5 e 6 anni, ma il ricordo di quegli
E’ una donna dinamica e
piena di vita, che ha scelto di
vivere da sola. «Quando stanotte ho sentito la scossa»,
esordisce la donna, «ho avuto
il presentimento che fosse accaduto qualcosa di terribile. E
ho rivissuto le scene di morte
e di distruzione di 94 anni fa».
Allora Giuseppa Lavarone viveva con la madre Annunziata e il padre Pasquale in una
casa sotto il Castello, danneggiato anch’esso dal terremoto. «Mio padre, quella mattina», ricorda la donna, «era
uscito presto per andare a lavorare. In casa eravamo rimaste io e mia madre. A un certo
punto la casa è cominciata a
tremare. Io ero a letto. Mia
madre mi ha preso in braccio
per portarmi in salvo. Ma la
porta non si apriva. Siamo così rimaste intrappolate. Mentre il tetto crollava. Ci siamo
salvate perché mia madre ha
avuto l’accortezza di trovare
riparo sotto l’architrave. E
per proteggermi mi ha coperta col suo corpo. Poi qualcuno
dei vicini ha buttato giù la porta e ci ha tirate fuori. Nel frattempo, è arrivato mio padre
che aveva appreso del terremoto. E ha abbracciato me e
mia madre, piangendo. Quello che visto intorno a me non
lo dimenticherò mai. Gente
che urlava disperata, che scavava tra le macerie nel tentativo di salvare chi vi era rimasto sepolto. Tanti pregavano
Sant’Antonio e Sant’Emidio.
Anch’io stanotte, quando ho
sentito il terremoto, ho pregato San Rocco. Poi ho visto alla
televisione quello che è accaduto all’Aquila.
Povera
gente. Nessuno meglio di
me può capire quello che
ciascuno sta
provando.
Oggi, però, i
soccorsi sono arrivati
subito. Allora in alcuni
paesini della
Marsica sono
arrivati dopo
diversi giorni». Dopo il
terremoto la
famiglia della signora Lavarone, per
qualche tempo,
venne
ospitata in una tendopoli. Poi
le venne assegnata una baracca, nella quale la signora Giuseppa, insieme al fratello Luigi, nato dopo il sisma, e ai genitori ha trascorso gran parte
della sua vita. La baracca fu
abbattuta nel 2001. «I miei genitori, purtroppo», dice la donna con tristezza, «in quella baracca sono morti». Enrico Giovarruscio, 100 anni a novembre, nel 1915 aveva sei anni.
Per mandare avanti la famiglia, ha fatto il boscaiolo, l’agricoltore, il commerciante.
E’ un uomo lucido e pieno di
verve. E’ a casa della figlia Lina, a Grancia, frazione di Morino. Dal 2001 è vedovo. La mo-
spaventosi momenti è rimasto indelebile.
Giuseppa Lavarone, risiede a Balsorano
Vecchio. Se ne sta seduta davanti alla propria abitazione, nella piazzuola da cui si
accede al Castello. Con lei, oltre a una delle figlie, c’è il sindaco di Balsorano, Francesca Siciliani, che è andata a farle visita.
Sopravvissuti
al terremoto
nella
Marsica.
Sopra,
Enrico
Giovarruscio,
100 anni,
di Morino,
A sinistra,
Giuseppa
Lavarone,
99 anni,
di Balsorano
A destra
un’immagine
del terremoto
dell’Aquila
e sotto
una foto
d’epoca
del 1915
Alle 7,48 una scossa violenta
Furono 30.000 le vittime
glie, Domenica, è morta all’età di 92 anni. E’ seduto a tavola in attesa del pranzo. Con
gli occhi incollati al televisore, su cui scorrono le immagini della catastrofe dell’Aquila. «Quanto mi dispiace!»,
commenta, «certe cose bisogna viverle sulla propria pelle per capire cosa realmente
si prova». «Ricordo il terremoto del 1915 come se fosse ieri»,
prosegue, «in casa quella mattina eravamo io e i miei sei fratelli. Mio padre era uscito per
accudire gli animali, mentre
mia madre era andata al negozio per acquistare del mangime. Ad un tratto, ci fu una fortissima scossa. Io e mia sorella più piccola eravamo a letto.
I miei fratelli, dopo aver preso
in braccio mia sorella si sono
precipitati fuori, invitando-
AVEZZANO. Il 13 gennaio 1915, pochi anni
dopo il terremoto di Messina, un’immane
catastrofe si abbattè sulla Marsica. Alle 7,48,
ci fu la prima violentissima scossa, seguita
da altre di assestamento. La maggior parte
dei feriti venne trasferita negli ospedali
romani. La Casa-famiglia Regina Elena, che
accoglieva gli orfani del terremoto, nei
giorni seguenti, venne subissata di domande
da parte di genitori che non riuscivano a
rintracciare i figli. I “bollettini delle
ricerche” — dove venivano stampate le
fotografie dei minorenni superstiti, che
dovevano essere identificati — venivano
esposti nei municipi, nelle stazioni
mi, dopo avermi svegliato, a
fare lo stesso. Io, invece, poiché ero svestito e faceva freddo, da incosciente, mi sono
messo davanti al camino acceso. Se uno dei miei fratelli
non se ne fosse accorto e non
fosse tornato a prendermi,
ferroviarie, nelle caserme e nei ricoveri dei
senzatetto. Avezzano venne rasa al suolo. Su
un totale di 13.000 abitanti, i morti furono
10.000 e duemila i feriti. Il numero ufficiale
delle vittime in tutta la Marsica fu di 30.000.
«Quel che più mi sorprese fu di osservare
con quanta naturalezza i paesani
accettassero la catastrofe. In una contrada
come la nostra, la frequenza dei terremoti
appariva un fatto talmente plausibile da non
richiedere ulteriori spiegazioni». Così lo
scrittore Ignazio Silone nel libro “Uscita di
sicurezza” (1949) in cui ricorda il dramma
del sisma di cui fu testimone non ancora
quindicenne.
avrei rischiato di rimanere
sotto le macerie. Mia madre»,
aggiunge, «è stata fortunata.
Mentre era nel negozio, a causa del terremoto, il solaio è
crollato e lei è precipitata nella cantina sottostante, finendo tra due botti. Sopra le bot-
ti, a fare da tetto, è finita la
porta scardinata dal sisma.
Così mia madre si è potuta salvare. Non è stato così purtroppo per tanti parenti e amici.
Nella sola Morino i morti sono stati 113». Tutti quei morti,
Enrico Giovarruscio ne è con-
vinto, si sarebbero pututi evitare. E racconta: «La sera del
12 gennaio, una donna di nome Giovanna, che abitava nella frazione Biancone, nota per
le sue premonizioni, ha raccontato di avere incontrato
per strada un frate che le aveva preannunicato il terremoto del giorno dopo. E’ andata a
dirlo in paese, ma l’hanno presa per pazza. Se invece le avessero dato ascolto, ci sarebbe
stato il tempo per sgomberare
le case e di salvare tante vite
umane. Ce l’ha sempre raccontata questa storia», testimoniano la figlia e il genero
Gaetano. «Stanotte quando
c’è stata la scossa», rivela la figlia, che dorme nell’altra stanza, «mio padre, quasi a rimprovermi, mi fa: Lina, che mi
stai a muovere il letto? Papà,
gli risposi, è il terremoto. E
lui di rimando: sarà come minimo del sesto grado. E ci saranno tanti morti, vedrai».
IL TERREMOTO / LE IMMAGINI
I soccorsi dopo le scosse
Volti, storie e atti di eroismo di una provincia colpita dalla sciagura
Una ragazza
disperata
abbraccia
un peluche
Sopra alcune
donne anziane
avvolte
nelle coperte
A lato
un ferito
Sopra
i soccorsi
e un uomo
a Onna
TERCAS Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo spa
Sede Legale in Corso San Giorgio, 36 - 64100 Teramo Capitale Sociale Euro 26.000.000,00
iscritta all’Albo delle Banche al n. 5174 Iscritta nel Registro delle Imprese di Teramo 00075100677
AVVISO di PUBBLICAZIONE dei PROSPETTI di BASE
relativi ai programmi di offerta al pubblico dei prestiti obbligazionari denominati:
“Banca Tercas Obbligazioni a Tasso Fisso/Step-up/Step-down”;
“Banca Tercas Obbligazioni a Tasso Variabile”;
“Banca Tercas Obbligazioni Zero Coupon”; “Banca Tercas Obbligazioni Basket Linked”
In data 06/04/2009 sono stati pubblicati, mediante deposito presso la
CONSOB, i summenzionati Prospetti di Base relativi ai programmi di offerta
dei prestiti obbligazionari di Tercas Cassa di Risparmio della Provincia
di Teramo Spa, a seguito del rilascio dell’approvazione comunicata dalla
CONSOB con nota del 01/04/2009 provvedimento n. 9029652.
Ciascun Prospetto di Base è disponibile in forma elettronica sul sito
internet dell’Emittente all’indirizzo www.tercas.it ed in forma stampata e
gratuitamente presso la sede legale della Tercas Cassa di Risparmio della
Provincia di Teramo Spa, sita in Teramo Corso San Giorgio n.36 64100 e
presso tutte le filiali dell’Emittente.
In occasione di ciascun Prestito, l’Emittente predisporrà delle Condizioni
Definitive che descriveranno le caratteristiche effettive delle obbligazioni e
che saranno pubblicate entro il giorno antecedente l’inizio dell’offerta sul sito
internet dell’Emittente all’indirizzo www.tercas.it.
Teramo, 07/04/2009
DALLA PRIMA
FARE PRESTO
H
anno bisogno di tutto, dall’impellente assistenza materiale al
più difficile sostegno psicologico. Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso,
uomo di grande esperienza,
ha definito l’evento il più
grande disastro naturale d’inizio secolo. Di fronte al
quale è scattata una solidarietà da ogni angolo del paese che smentisce la rappresentazione di una nazione
disgregata e sbandata, sempre più chiusa nei suoi egoismi. Così come sembra delinearsi un clima di collaborazione tra governo e opposizione. In un giorno di tragedia sono, forse, le uniche note non negative.
Bisogna fare presto. E bene. E’ lunga la scia di lutti
del Belpaese. Come pure
quella di interventi successivi che hanno peggiorato le
devastazioni dei nostri territori. La ricostruzione po-
st-sisma può rivelarsi un’opportunità per sanare antiche diseguaglianze e fragilità edilizie oppure può imboccare la strada dello spreco e delle opere inutili. Compito dell’informazione è raccontare quel che si sta facendo in queste ore, ciò che
si intende realizzare nel
prossimo futuro. E’ un impegno di testimonianza che
noi del Centro sentiamo con
maggior impegno. Il dramma familiare che ha colpito
Giustino Parisse, il capo della redazione dell’Aquila, è
diventato l’emblema di una
tragedia pubblica. Nel crollo della casa a Onna ha perso entrambi i figli, 18 e 16 anni, e il papà. Nel dolore lacerante i giornalisti del quotidiano d’Abruzzo stanno lavorando per onorare tutte
le vittime del terremoto.
Luigi Vicinanza
IL CENTRO
MARTEDÌ
7 aprile 2009
23
IN ABRUZZO
IL TERREMOTO IN REGIONE
Sisma, la mappa del rischio
L’Istituto nazionale di geofisica: L’Aquila tra i Comuni più esposti
di Antonio De Frenza
L’AQUILA. La zona dell’Aquila è una delle più pericolose in Italia dal punto di vista sismico «con un rischio ampiamente riconosciuto». Lo dice la nuova mappa di pericolosità sismica che dal 2006 ha aggiornato le precedenti rilevazioni dell’Istituo
nazionale di geofisica e vulcanologia. L’aIn più aggiunge 12 nuove fasce di pericolosità sismica differenziate secondo gradi di accelerazione sismica, utilizzate
per misurare la massima accelerazione del terreno in virtù
di quelle che sono le ripetizioni in certe
aree.
Secondo
gli ultimi dati Istat le aree
a maggiore
pericolosità
sono la zona
intorno a Siracusa, l’Appennino centro-meridionale e l’arco
calabrese circondate da
una zona più
estesa a media pericolosità che include anche la
Garfagnana
e il Friuli Venezia Giulia.
La mappa
disegna sullo
stivale i livelli di pericolosità utilizzando i
colori: blu per la fascia 1 a più
alta pericolosità (un punto in
Sicilia nella zona di Siracusa e
una piccola zona all’interno
della Calabria), viola per la fascia due. La fascia viola corre
tutto lungo la dorsale appeninica partendo da Reggio Calabria fino al confine tra Umbria, Lazio, Marche e Abruzzo. Le zone di pericolosità sismica dei comuni della provincia di L’Aquila sono all’interno della fascia più alta (tra 1 e
2). Complessivamente oltre
un terzo del territorio italiano
è caratterizzato da un’attività
sismica classificabile come
medio-alta. Secondo gli ultimi
dati aggiornati al 31 dicembre
2007 l’8,9% dei comuni ha un livello di sismicità alta e il
43,1% un livello di sismicità
minima. Considerando l’Italia
nel suo complesso, 725 i comuni in zona ad alta sismicità,
2.334 comuni in zona di media
sismicità, 1.544 in zona a bassa sismicità e 3.448 comuni in
zona a minima sismicità. In totale 24 i milioni di italiani esposti ad alta (tre milioni) e media sismicità (21 mln).
In Abruzzo 701.505 persone
vivono in zone ad alta e media
sismicità. Per la regione non
esiste la fascia a minima sismicità. Difatti i colori della tabella pubblicata di lato vanno dalla zona di massimo rischio (il
blu o viola) a quello di bassa sismicità il giallo, che corrisponde alla costa. Nessuna delle zone abruzzesi ha il colore celeste che indica la minima sismicità.
Questa dettagliata analisti
dello stato delle cose non aiuta però a prevedere terremoti,
ma consiglia, anzi obbliga a seguire regole costruttive rigortose, come insegnano per
esempio i giapponesi, che con
i terremoti convivono da sempre, sviluppando anche sofisticate tecniche di rilevazione.
Ma anche in Giappone i terremoti è impossibile prevederli.
bitato dell’Aquila insiste infatti nella seconda fascia a più alta pericolosità (perché sulla linea della dorsale appenninica),
superata in prima fascia di pericolosità solo da una piccola zona interna della Calabria. La mappa redatta dall’Istituto stabilisce quattro zone sismiche.
La costa è l’area
della regione
memo pericolosa
Oggi l’unica forma
di prevenzione
è costruire bene
Sull’A24 resta chiuso solo il tratto L’Aquila-Assergi
Autostrade riaperte in serata
Ripristinata anche la ferrovia
IL TERREMOTO ha messo in crisi anche le infrastrutture stradali abruzzesi, in particolare le autostrade A24 e A25 che ieri sono state interrotte in due punti: sull’A24 è stato chiuso al traffico il tratto fra Assergi e Tornimparte, mentre sull’A25 è stata vietata la circolazione a tutti veicoli sul tratto fra Sulmona-Pratola
Peligna e Popoli.
In alto il grafico con la mappa del rischio sismico
Si va dal blu-viola che rappresenta il massimo rischio
al colore azzurro che indica il rischio minimo.
Sotto una donna soccorsa all’Aquila al centro Centi Colella
In alto una veduta di Onna devastata (Foto Valerio Simeone)
Una volta effettuate le verifiche tecniche, in particolare ai viadotti, dopo le 19 sull’A24 è stata ripristinata la circolazione, per i soli veicoli leggeri, fino all’Aquila Ovest — cosa che ha consentito l’arrivo
dei mezzi di soccorso da Roma — mentre è rimasto
chiuso a tutti i veicoli il tratto fra L’Aquila Ovest e
Assergi. Aperto il traforo del Gran Sasso. Sempre
dopo le 19 è stato riaperto anche il tratto chiuso sull’A25, ma anche in questo caso solo per i veicoli leggeri e con uno scambio di carreggiata fra Sulmona
e Popoli. Danni anche sulla statale 80 che collega
Teramo e L’Aquila attraverso il passo delle Capannelle: la strada non è stata chiusa, ma ci sono stati
notevoli rallentamenti.
Treni. Problemi anche sulle linee ferroviarie: la
Roma-L’Aquila è stata interrotta per le verifiche tecniche ed è stata ripristinata solo dopo le 20.
Scuole. Le scuole sono state chiuse in tutta la regione. Spetterà ai sindaci, nei prossimi giorni, stabilire quando riaprirle una volta accertato che gli edifici sono perfettamente agibili.
E’ l’opinione di Naoshi Hirata, professore e componente
dell’ufficio di direzione dell’Earthquake Research Institute dell’Università di Tokyo,
secondo cui «l’intensità delle
scosse preliminari, quando sono troppo basse, rende pressoché impossibile dire quando
un evento sismico si può verificare».
Margini di ragionevole previsione, ha spiegato Hirata all’agenzia Ansa, sono possibili
quando il terremoto «è almeno di 7-7,5 gradi della scala Richter» perché le onde preparatorie sono più facilmente interpretabili, non come quello
abruzzese di «appena» 5,8.
Ad esempio, il terremoto di
Niigata (città a 400 chilometri
a nordovest di Tokyo), avvenuto a luglio 2007, è stato un
«evento che ha colpo di sorpresa» malgrado la scossa fosse
di magnitudo 6,8.
«Sappiamo» continua il professore, «tornando alla situazione del Giappone, che situato alla congiunzione di quattro placche tettoniche registra il 20% delle scosse telluriche più violente al mondo all’anno - che nell’area del Kanto (la grande piana di Tokyo,
ndr), sulla base della lunga serie statistica accumulata, c’è
la probabilità maggiore al
70% che si avveri un fortissi-
mo terremoto nei prossimi 30
anni».
Sempre nel Kanto, però, «ci
sono scosse ogni 10 minuti,
ma di piccola intensità che
non permettono un’identificazione chiara». Tra le diverse
regioni del Paese, c’è quella di
Tokai (prefettura di Ibaraki,
nord di Tokyo) «dove con sofisticati strumenti si possono
misurare gli spostamenti» di
oggetti e riferimenti al millimetro e fare delle previsioni.
Il Giappone, dove gli edifici
sono ammodernati o costruiti
con ferree norme antisismiche, ha messo in opera da ottobre 2007 un nuovo sistema di
prevenzione con il posiziona-
mento di otto sismometri nella zona di Tokai, che ha un ruolo chiave nello studio dell’attività sismica nipponica, nove
altri rilevatori per i terremoti
e quattro per gli tsunami, per
la ricezione delle onde anomale che seguono le scosse telluriche. Il sistema si basa sulla
differenza di tempo tra l’arrivo delle onde primarie (P) e secondarie (S) per prevedere il
grado e l’intensità di un terremoto. Nei piani dell’Agenzia
meteorologica nazionale, il sistema dovrebbe essere in grado di diramare l’allerta ai cittadini entro 10-20 secondi dai
primi tremori che precedono
la scossa principale.
IL TERREMOTO / LE IMMAGINI
Le foto del grande disastro
Cronaca di una tragedia, disperazione e dolore fra le macerie
La casa dello studente all’Aquila. I soccorritori portano nell’ambulanza uno dei ragazzi morti nel crollo della palazzina
Le macerie di una strada piena di macerie a Onna, uno dei paesi più colpiti dal sisma
(Fotoservizio Federico Deidda)
Una drammatica immagine della chiesa delle Anime Sante completamente lesionata dal terremoto
Alcune signore cercano conforto nei viveri di sussistenza distribuiti al campo allestito nell’impianto sportivo Centi Colella
I soccorritori in via XX settembre
IL CENTRO
MARTEDÌ
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO A PESCARA
«Ho pregato Dio e sono salvo»
Via vai di feriti al pronto soccorso, il racconto di uno studente
di Saverio Occhiuto
PESCARA. «Sentivo la gente che urlava,
cercavo di dare coraggio a una ragazza
che era nel letto accanto al mio, con il bambino tra le braccia, piccolissimo. Pensate,
è nato solo quattro giorni fa. La mia prima
preoccupazione in quel momento era lei.
Ho visto una crepa sulla porta del reparto,
mi sono fatta coraggio e ho afferrato il flacone della flebo».
«Abbiamo fatto le scale dell’ospedale insieme avviandoci verso l’uscita. Da sole, lei
con il bambino stretto al petto, io con l’ago nel braccio e
il flacone in una mano. Nessuno poteva aiutarci perché
le infermiere erano impegnate a soccorrere i pazienti immobilizzati a letto. Siamo arrivate in strada, abbiamo
chiamato i mariti dai telefonini mentre la terra continuava a tremare. E’ stato terribile».
LE PARTORIENTI.
Manola De Santis parla
dal reparto maternità dell’ospedale di Pescara, al quarto
piano del monoblocco. Accanto a lei c’è il marito Alberto
Manetta e l’amica di Pescara appena giunta in ospedale
per dare man forte alla giovane coppia aquilana. Manola è
al settimo mese di gravidanza, fra qualche settimana
sarà mamma di una bambina. Quando la terra ha tremato il marito era nella casa di
Acquasanta, con i suoi genitori. L’abitazione è ancora in
piedi, ma all’interno è andato
quasi tutto distrutto. All’arrivo in ospedale la moglie era
già in strada, assieme ad altre partorienti che avevano
avvisato i mariti dai cellulari.
«Io ero in quel reparto da
pochi giorni per un controllo», continua Manola. Prima
del terremoto abbiamo sentito i bambini piangere. Guarda, ho pensato, hanno lo stesso istinto degli animali. Le
mamme che avevano già partorito hanno messo i loro piccoli dentro le macchine con i
motori accesi per riscaldarli.
Ho chiesto, cosa faccio? Una
infermiera mi ha consigliato
di recarmi subito in un altro
ospedale. Con mio marito
non ci abbiamo pensato due
volte: ci siamo messi in macchina e abbiamo raggiunto
Pescara. Siamo arrivati intorno alle 7 di questa mattina».
LETTINI NELL’ATRIO.
Nel reparto chirurgia, un’altra partoriente proveniente dall’Aquila è nelle mani
dei sanitari, mentre il grande
atrio del settore Accettazione
dello Spirito Santo, al piano
terra dell’ospedale, è stato
trasformato in uno sterminato reparto con circa 150 lettini distribuiti in tutte le superfici occupabili, separati da paratie mobili.
PAPA’ CERCA IL FIGLIO.
Un signore sulla sessantina è
seduto in una poltroncina azzurra con lo sguardo perso
nel vuoto: «Sto cercando mio
figlio. Ero a Terni questa notte quando c’è stata la scossa,
mio figlio era all’Aquila, da
solo in casa, nella sua abitazione di via Roma. Mi sono
preciptato da lui in macchina. Quando sono arrivato la
casa non c’era più. Era crollata. Ho visto mio figlio adagiato su un’auto in attesa che arrivasse un’ambulanza. Aveva una gamba spezzata e sanguinava dalla testa. Una ma-
La coppia
aquilana
al reparto
Maternità
Sotto
i soccorsi
a Pescara
(Straccini)
Tutto l’ospedale mobilitato
per accogliere degenti
e traumatizzati dal capoluogo
schera di sangue. Era cosciente ma sotto choc. Siamo
saliti insieme sull’ambulanza. Qundo siamo arrivati all’ospedale dell’Aquila ho fatto solo in tempo a mettergli
addosso un bigliettino con su
scritto il nome, il cognome e
un numero di telefono. Più
tardi ho chiesto di lui, mi
hanno detto che era stato trasportato a Pescara. Sono qui
da ore, nessuno sa dirmi dov’è, come sta. Da questa notte non so più niente di mio figlio».
Alle sue spalle, due ragazze compongono incessantemente i numeri telefonici di
Asl e ospedali dai propri cellulari: Sulmona, Penne, Popoli, Avezzano. Nessuno sa dare indicazioni sul familiare.
Un fantasma.
LE AMICHE SCOMPARSE.
Due giovani universitari,
un ragazzo e una ragazza, si
avvicinano ad una infermiera e fanno i nomi di due loro
amiche: «No, ci dispiace, non
sono qui». Iniziano a raccontare: «Siamo di Pescara, ma
studiamo all’Aquila. Questa
notte siamo usciti di casa dopo il terremoto e quando siamo andati a vedere come stavano le nostre due amiche,
in una traversa di via Roma,
la loro casa era un ammasso
di macerie. Siamo andati in
ospedali a cercarli. Ci hanno
detto che potevano essere a
Pescara, ma qui non ci sono.
Ora ci spostiamo negli altri
ospedali. Andiamo a Sulmona, Penne, Popoli. Le cercheremo ovunque». Una donna
di Silvi scende dall’ambulanza che trasporta il marito, assieme alla figlia e al genero:
«Era ricoverato all’ospedale
dell’Aquila da sei mesi, dove
vive mia figlia. Nelle ultime
settimane stava anche meglio, si era ripreso. Quando
c’è stato il terremoto io ero
in casa di mia figlia con i due
bambini piccoli. Siamo scappati fuori, ci siamo messi in
macchina e siamo andati a
Silvi. Poi siamo tornati a
prendere mio marito. La cantina della casa è distrutta, abbiamo trovato tutte le creden-
ze a terra. Ora siamo qui».
LA ASL SI MOBILITA.
Nel grande reparto allestito nell’atrio dell’ospedale è
un via-vai continuo di primari, medici, infermieri, allievi
dell’università, volontari del
118. Una macchina organizzativa messa in piedi con tempismo dalla direzione sanitaria
della Asl e dell’ospedale sotto
il coordinamento della Protezione civile. Dal cielo arrivano i primi elicotteri del 118
con i traumatizzati scampati
alle macerie e i degenti dell’ospedale aquilano da evacuare. Poi le ambulanze e i grandi elicotteri dell’esercito. Alle 9 di ieri mattina, soltanto
una sala operativa su otto
era agibile all’Aquila, come
ha fatto sapere al telefono il
manager della Asl Roberto
Marzetti, «e con i medici che
stanno operando incessantemente dalle 4 di questa mattina». Il collega di Pescara,
Claudio D’Amario, ha coordinato tutte le operazioni per
rispondere nel più breve tempo possibile alle richieste ve-
nute dalle prefetture e dalla
Protezione civile.
IL PIANO DI EMERGENZA.
Già nelle prime ore della
mattinata, la Direzione strategica della Asl, coordinata dal
direttore generale Claudio
D’Amario, dal direttore amministrativo, Tea Di Pietro
e dal direttore sanitario, Fernando Guarino, con il coinvolgimento del direttore del
presidio ospedaliero Valter
Fortunato e del responsabile del 118, Claudio Lalli, ha
messo a punto il piano di
emergenza. Sono stati potenziati il pronto soccorso guidato dal primario Alberto Albani e quelli dei presidi ospedalieri di Penne e Popoli. E’
stata anche aperta, in via del
tutto eccezionale, la nuova
struttura per l’Osservazione
breve dei pazienti. L’inaugurazione era stata prevista per
il prossimo autunno. Potenziata la disponibilità di posti
letto in tutta l’area chirurgica, anche dimettendo i pazienti non urgenti. Il Centro
Trasfusionale è stato investi-
to del coordinamento regionale per sangue ed emoderivati,
mentre dal deposito della farmacia dell’ospedale si è provveduto a potenziare il rifornimento di farmaci e soluzioni
per i tre presidi ospedalieri,
ed è stata allertata l’Unità di
terapia intensiva coronarica
(Utic). Infine, sono stati allestiti 8 posti di dialisi notturna e un servizio di accoglimento psichiatrico. Tutto il
personale medico e paramendico è stato posto in stato di
allerta: i congedi, i permessi
e le ferie sono stati temporaneamente sospesi, il personale assente è stato invitato a
rientrare urgentemente.
L’APPELLO ALLA CITTA’.
I primari della Divisione di
Medicina, Giancarlo Traisci e Chirurgia, Giacomo Gidaro, sono stati impegnati
per l’intera giornata a coordinare il proprio personale medico e infermieristico. In mattinata arriva pallido in volto
anche il dirigente della Divisione Medicina Armando
Mancini, ex assessore comunale: «Ero in malattia, sono
rientrato». Il primario del
pronto soccorso, Albani, approfitta della presenza dei
media per lanciare un appello alla cittadinanza: «E’ importante rivolgersi al pronto
soccorso nelle prossime 48
ore solo per i casi urgenti».
Per le altre patologie rivolgersi agli ambulatori dei medici
di base. Insomma, non è il caso di presentarsi in ospedale
in queste ore per una semplice puntura di zanzara.
«Qui l’onda arriverà nel pomeriggio», dice un medico
con tono un po’ preoccupato,
mentre gli elicotteri militari
e del 118 volteggiano sulla
piattaforma dell’ospedale e le
ambulanze si susseguono nel
piazzale del pronto soccorso.
Ma con il passare delle ore la
struttura ospedaliera riesce
a reggere bene l’urto. Due
studentesse giunte dall’Aquila vengono curate e dimesse
in mattinata. «Fortunatamente non avevano nessuna ferita», assicura un medico, «solo un brutto choc».
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IL CENTRO
MARTEDÌ
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO A PESCARA
Fuga di notte sulla spiaggia
Mezza città con i rubinetti a secco. Scuole chiuse oggi e domani
di Andrea Bene
PESCARA. I letti che si muovono. Le porte che sbattono. I lampadari che ondeggiano. E’ stata una notte di terrore anche per
i pescaresi. Il forte terremoto, che ha avuto come epicentro la zona dell’Aquilano,
ha colpito anche la provincia di Pescara,
causando danni a diverse abitazioni. Alle
Per le tante chiamate, il comando dei vigili del fuoco è
stato costretto a richiamare
al lavoro anche i pompieri a
riposo. Poi, come se non bastasse, in mattinata è cominciato l’incubo dell’acqua che
manca. Mezza Pescara è rimasta con i rubinetti a secco fino a sera per la rottura di
una condotta in viale D’Annunzio, a causa del terremoto. Per motivi precauzionali,
il vice sindaco, Camillo
D’Angelo, ha firmato un’ordinanza per tenere chiuse tutte le scuole di Pescara di ogni
ordine e grado oggi e domani.
Ma ecco la cronaca di un
giorno drammatico.
ORE 3,32: E’ IL PANICO.
Il terremoto è stato talmente forte da svegliare tutta Pescara e provincia. La scossa
più forte, quella delle 3,32,
sembrava non finire più. Le
abitazioni, soprattutto quelle
ai piani più alti, hanno ondeggiato e molti residenti si sono
precipitati in strada impauriti. Si sono creati raduni spontanei sulla spiaggia e nella zona dello stadio. Poi, prima dell’alba, la gente è tornata piano piano nelle proprie case.
CONTA DEI DANNI.
Sono state migliaia le richieste di aiuto arrivate al
centralino dei vigili del fuoco. In mattinata il prefetto,
Paolo Orrei, in una conferenza stampa, aveva detto che «il
terremoto non ha provocato
danni diretti alla provincia di
Pescara». Ma, successivamente, durante alcuni sopralluoghi dei vigili sono state riscontrate lesioni a diversi edifici, soprattutto a quelli più
vecchi. Crepe nei muri sono
state segnalate in alcune abitazioni di via Aldo Moro e di
qualche strada del centro.
Nella zona di viale Muzii, invece, sono crollati dei cornicioni e un lastrone ornamentale di un edificio. Ad una
scuola di Colle Pineta è stata
riscontrata una lesione all’edificio.
MEZZA CITTA’ A SECCO.
Sono centinaia le famiglie
di Pescara che ieri sono rimaste senz’acqua. Il forte terremoto della notte scorsa ha
danneggiato diverse condotte, causando l’interruzione
dell’erogazione idrica. Il caso
più grave è stato registrato in
città, dove interi quartieri sono rimasti con i rubinetti a
secco per l’intera giornata.
«Si è rotto un giunto della
condotta di 70 centimetri di
diametro che si trova tra viale D’Annunzio e via Italica, a
causa del terremoto» ha spiegato nel pomeriggio il direttore generale dell’Aca, Bartolomeo Di Giovanni «si stanno
perdendo circa 150 litri al secondo di acqua, rispetto a
una portata complessiva di
300-400 litri». Disagi sono stati registrati, in particolare,
nei quartieri di Portanuova e
ai Colli. «Per consentire l’esecuzione dei lavori di riparazione» ha avvertito una nota
dell’azienda acquedottistica
«è stato necessario ridurre l’erogazione idrica del serbatoio
3,32, quando è stata avvertita la scossa più
forte, in città migliaia di persone si sono
riversate in strada in preda al panico. In
molti hanno raggiunto la spiaggia; altri invece hanno preferito la zona stadio temendo uno tsunami. Presi d’assalto i centralini dei vigili del fuoco e forze dell’ordine.
I mezzi
dei vigili
del fuoco
nell’Aquilano
(foto
Valerio
Simeone)
Evacuati Bussi e 12 case a Pianella
Danni a Popoli, crolli a Loreto e Brittoli
PESCARA. Bussi è il centro più
danneggiato della Val Pescara. Il
sisma ha lesionato gran parte delle abitazioni del centro storico,
che è stato transennato: la popolazione residente è stata evacuata. Il
sindaco ha fatto allestire centidei Gesuiti che fornisce di acqua potabile in tutto il Comune di Pescara. A causa di tale
provvedimento, durante la
giornata e, in particolar modo durante le ore di maggiore
consumo, potrebbero verificarsi cali di pressione e carenze idriche in alcune zone della città». Gli operai dell’Aca
hanno lavorato per tutta la
giornata per riparare il guasto. In serata, l’azienda ha comunicato di aver terminato
l’intervento e di aver ripristinato l’erogazione dell’acqua.
Invece, si sono conclusi intorno a mezzogiorno i lavori
di riparazione di un tratto dell’adduttrice del Tavo, situata
nel Comune di Farindola,
danneggiata anch’essa dalla
forte scossa di terremoto registrata durante la notte scorsa. Al termine dell’intervento, è ripresa piano piano l’erogazione idrica in tutti i Comuni della zona nord del comprensorio gestito dall’azienda
acquedottistica
(Castilenti,
Castiglione, Bisenti, fino ad
Atri). Problemi per la carenza d’acqua, inoltre, sono stati
segnalati a Città Sant’Angelo
e ad Atri. Ma non sono mancate le proteste a Pescara.
«Al rione di San Giuseppe siamo senz’acqua da questa mattina» ha detto un residente
«abbiamo telefonato all’Aca,
ma non ci ha risposto».
SCUOLE CHIUSE.
Ieri, molte scuole della
città sono rimaste chiuse. I
presidi hanno deciso autonomamente di sospendere le lezioni, anticipando così le mosse dell’amministrazione comunale che ha fatto chiudere
gli istituti oggi e domani. La
decisione del vice sindaco è
maturata al termine di una
Dopo
la grande
paura
alla
popolazione
colpita
dal
terremoto
è rimasta
solo
la possibilità
di
sperare
Una casa
del centro
storico
di Popoli
danneggiata
dal sisma
Il balcone
semidistrutto
di
un’abitazione
di Popoli
naia di posti letto nella nuova palestra e nel nuovo edificio scolastico. A Popoli le verifiche sulle strutture pubbliche hanno dimostrato
la inagibilità del palazzo municipale, di un ponte sull’Aterno. Gravi
danni alla fabbrica Gran Guizza.
Messi a disposizione posti
letto nell’ospedale. Anche la
Rsa di Tocco ospita anziani
provienti dall’Aquilano. L’associazione albergatori di Caramanico ha messo a disposizione 900 posti letto. A Torre de’
Passeri transennata la chiesa
parrocchiale per crollo della
cupola e lesioni alle strutture
portanti. Danni nel centro storico. Inagibile l’Abbazia di San
Clemente a Casauria. A Tocco
da Casauria e Bolognano
evacuati alcuni fabbricati con
gravi dissesti. A Pianella 12
case del centro storico sono
state evacuate, inagibili le tre
chiese. Chiusa la parrocchia
del Carmelo a Cepagatti, dove
gli alberghi stanno ospitando
alcune famiglie sfollate. Sia a
Pianella che a Cepagatti scuole chiuse oggi e domani. Diversi gli edifici danneggiati a
Penne. Scuole chiuse: l’Istituto Mario de Fiori ha riportato
danni alla struttura e ai servizi. Seriemente danneggiata anche la chiesa di Colleromano e
l’attiguo convento. Danni a diverse abitazioni del centro storico. Rinviate le udienze in tribunale, per permettere la verifica della situazione di alcune
aule. Paura per un anziano
che abita in un casolare di
campagna crollato: solo succesriunione in prefettura con il
prefetto, Paolo Orrei, le forze
dell’ordine, i vigili del fuoco e
gruppi di volontari. L’ordinanza è stata firmata per motivi precauzionali. In questo
modo, molti alunni e studenti
torneranno in classe dopo Pasqua, perché da giovedì partono le vacanze. Nel frattempo,
l’amministrazione provinciale ha avviato una serie di con-
sivamente si è scoperto che si
era rifugiato da amici. A Loreto Aprutino è crollato il campanile della chiesa di San Francesco. Due abitazioni lesionate e dichiarate inagibili dai vigili del fuoco a San Giovanni
Teatino. Il sindaco ha diramato un’ordinanza per riaprire
oggi le scuole cittadine, come
avverrà a Spoltore. Solo paura
a Francavilla, mentre sono
crollati il palazzo baronale e la
chiesa parrocchiale a Brittoli
dove in generale tutto il centro
antico ha subito danni. Lesioni
nella parrocchia e nelle case
del centro storico di Carpineto della Nora. A Catignano
si è spaccata la cupola della
chiesa madre. Un uomo, Tito
Di Persio, di 78 anni, è morto
di infarto poco dopo il sisma,
mentre veniva trasportato all’ospedale. Due anziane sono
state sommerse dal soffitto della loro abitazione: «Non hanno
riportato ferite», dice il sindaco Francesco Lattanzio, «è
un miracolo di santa Irene».
Chiuse le scuole. Gravi danni
alla chiesa madre di Civitella
Casanova, raggiunta ieri dal
vescovo Tommaso Valentinetti. Lesionate molte abitazioni del centro, compresi il municipio, chiuso, e la caserma dei
carabinieri.
trolli nelle scuole per verificare eventuali danni causati
dal terremoto. Infine, il comando della polizia municipale ha fatto sapere di aver ripristinato ieri i servizi notturni dei vigili urbani per aiutare la popolazione.
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO A PESCARA
Solidarietà, le mille mani tese
La lunga fila dei donatori di sangue all’ospedale. Tanti i ragazzi
di Marco Camplone
PESCARA. Una lunga fila. Donatori abituali, donatori saltuari e
anche tante persone che non avevamo mai pensato di dare il loro sangue e hanno provato il desiderio di
farlo in queste ore terribili per l’Abruzzo intero. Molti giovani. Alla
«La generosità e l’altruismo hanno preso il sopravvento su tutto», prosegue la
Ferri. Ovviamente, la donazione del sangue comporta il
rispetto di un rigido protocollo e, quindi, i volontari dell’ultim’ora non
hanno potuto essere realmente utili
in questo specifico frangente, ma lo
saranno in
futuro: per
molti di loro,
è cominciato
un nuovo modo di relazionarsi con il
prossimo.
«La
necessità di sangue continuerà a farsi sentire
a lungo, soprattutto per i
gruppi 0 positivo e negativo,
anche perché l’attività di raccolta dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila è interrotta»,
conclude la presidentessa.
«Benediciamo tutti i donatori
e invitiamo quelli cosiddetti
occasionali a contattarci per
un controllo e, di conseguenza, per diventare donatori
strutturati. Siamo disponibili
sia al telefono (085-28221)
che
sulla
mail
([email protected]).
GILBERTO FERRI.
Il decano degli imprenditori pescaresi è disposto a bissare l’apprezzata iniziativa che
l’ha visto protagonista qualche anno fa, quando c’è stato
il terremoto in Molise. «A
quel tempo, abbiamo fornito
di una stufetta ogni tenda degli sfollati. Dato il clima rigido dell’Aquila, credo che sarebbe indicato agire in questo
senso. Aspetto solo indicazioni. Le aspetto in tempi brevissimi perché il materiale deve
essere ordinato. Il numero
dell’azienda
è
questo:
085-4306201. Sono disponibile anche per iniziative tipo
raccolta fondi».
CENTRO VOLONTARIATO.
Il Centro Servizi per il Volontariato di Pescara comunica a tutti i volontari e a tutti i
cittadini che, se interessati a
mettersi a disposizione per l’emergenza, possono contattare il Centro operativo della
Protezione Civile presso la
prefettura
di
Pescara
(085-2057631). Chiunque fosse interessato a donare sangue, può farlo recandosi al
Centro trasfusionale dell’ospedale Santo Spirito di Pescara, via Fonte Romana n. 8
(ingresso pronto soccorso, tel
085-4252687). Oppure può rivolgersi alla Fidas (085-28221)
e all’Avis (085-4221129).
Chiunque voglia donare del
cibo per le popolazioni colpite, può portare i generi di prima necessità al Banco Alimentare dell’Abruzzo, in via
Celestino V (zona nuovo tribunale, tel. 335-7750780).
CASARTIGIANI.
Dino Lucente, il presidente
di Casartigiani, ha inviato un
telegrafico sms agli associati:
«Necessitano, per terremoto,
Fidas di Pescara, centro di raccolta sangue di livello nazionale, non
si erano mai visti prima quei ragazzetti con il casco e il cellulare.
«Ci sono stati dei momenti commoventi», ha detto Simonetta Ferri,
la presidentessa della Fidas.
Ferri offre stufette
per scaldare le tende
degli sfollati
I donatori
di sangue
e le volontarie
della
Protezione
civile
A migliaia offrono posti letto
Alberghi, agriturismi e popolo di internet in prima linea
PESCARA. Sono 6.500 i posti letto
messi a disposizione dalle strutture
ricettive della costa abruzzese per le
persone rimaste senza un tetto. Montesilvano riponde all’appello della
Protezione civile con 1500 posti letto
in tutta la città: mille sono quelli racimolati dal Consorzio Grandi Alber-
ghi nella zona appunto dei Grandi
Alberghi sulla riviera, gli altri 500
sono nel resto della città. Nel tardo
pomeriggio di ieri il sindaco di Francavilla ha tenuto una riunione con
tutto il gruppo operativo della Protezione civile del Comune e di volontariato: sette gli alberghi dove già ieri
sera hanno poi trovato posto un centinaio di terremotati, da oggi altri
cento posti saranno disponibili sempre in città, in più sono stati presi
contatti per sistemare altre famiglie
nella zona di Lanciano. Famiglie
francavillesi offrono ospitalità nelle
loro case (info: 085.4920241.)
per accogliere chi è rimasto
senza casa. E si sta muovendo il grande cuore del popolo
di Internet. La redazione di
Unblogindue.it
([email protected]) sta raccogliendo annunci da tutto
Abruzzo e ben oltre con offerte di case vuote (14 appartamenti ad Alba Adriatica,
3389287695) camper ([email protected]), furgone di viveri e coperte pronto a partire da Roma ([email protected]), ospitalità nelle proprie abitazioni
(da Roma, dalla Calabria, Salerno, Rimini, Firenze, Arrone in provincia di Terni, Mola di Bari, Fonte Nuova, Foggia) e ancora singoli e società che si offrono di partire
subito per portare aiuto.
Assoturismo Confesercenti ha comunicato alla prefettura di Pescara la disponibilità di circa tremila posti dalla costa all’entroterra, attivando già da ieri mattina un
call center al numero 085
4308309 per ricevere le offerte degli albergatori. Le aziende agrituristiche abruzzesi
associate ad Agriturist di
Confagricoltura ha rivolto
un appello agli agruturismi
e in breve tempo è partita
una gara di solidarietà che
ha permesso di raccogliere
200 posti letto, rinunciando
anche a prenotazioni per le
festività pasquali. A Pescara
sono 960 i posti offerti alla
Protezione civile. Il sindaco
reggente si è detto disponibile ad aprire anche le scuole
Società Salvamento
Cisl, Cgil e Ugl
in mobilitazione
Un volontario della Misericordia
entra all’ospedale di Pescara
con una donna aquilana ferita
(Foto Andrea Straccini)
capannoni, stabili vuoti, opifici, magazzini, camper, roulottes e prefabbricati da cantiere. Contattare prefettura, Protezione civile e ospedale civile di Pescara, grazie. Tel.
085/20571,
085/4251
e
085/4429074».
All’appello
hanno già risposto Rocco Valloreo e Gabriele Ciarcelluti.
Il primo ha messo a disposizione un capannone industriale, il secondo alcuni appartamenti.
STEFANO CASCIANO.
Per esprimere la vicinanza
del Comune di Pescara ai cittadini dell’Aquilano che stanno vivendo momenti drammatici a causa del terremoto, il
consigliere comunale Stefano Casciano presenterà un
ordine del giorno affinché le
indennità dei consiglieri «relative al mese di aprile, pari a
circa 50.000 euro, vengano interamente destinate alle popolazioni colpite dal disastro
per far fronte all’attuale
emergenza». Il Comune mette
a disposizione le strutture
pubbliche.
I SINDACATI.
Mobilitazione tra i sindacati. La Cgil sta raccogliendo
nella sede di via Benedetto
Croce materiale utile per le
prime necessità attraverso
imprese e supermercati. Un
primo container con cibi in
scatola (seguendo le indicazioni della prefettura per quanto
riguarda gli alimenti), torce
elettriche, acqua, succhi di
frutta partirà questa mattina
alla volta dell’Aquila. L’Ugl
raccoglie fondi: chi volesse
partecipare può dare il proprio contributo su conto corrente intestato a Ugl Pro Terremoto Abruzzo, cc Banco Posta nº 95817862, coordinate
bancarie:
codice
Iban
it07to7601032058095817862. La
Cisl, tramite la Clacs, la federazione che si occupa del commercio per il sindacato, sta
contattando aziende del tessile abbigliamento per raccogliere indumenti di tutte le ta-
glie (soprattutto per bambini)
e coperte.
SOCIETÀ SALVAMENTO.
La prefettura di Pescara ha
autorizzato la locale Società
nazionale di salvamento a recarsi nelle zone terremotate
con una colonna costituita da
tre Jeep, un Om Fiat 684, 20
uomini di equipaggio e un’unità cinofila. È certa la partenza per l’Aquilano di Cristian Di Santo, Riccardo Padovano Lacché, Emilio Totaro,
Piero Morelli, Luca Sartorelli, Massimo Saetta, Francesco Ciaccio, Bernard Billard,
William Cupido, Marco Santarelli (istrutture cani di salvataggio) e Claudio Ballarini
(meccanico).
CROCE ROSSA PENNE.
La Croce Rossa di Penne
sta raccogliendo vestiti e coperte nella sede in via Battaglione Alpini, vicino all’Ospedale San Massimo, che sarà
aperta a qualsiasi ora. Inoltre, si stanno raccogliendo
confezioni di bottiglie d’acqua liscia da 6, nella giornata
di oggi, per consegnarle agli
sfollati. La raccolta verrà fatta nella zona del parcheggio
multipiano di via Verrotti, alle 21. Per info: 380-3404900.
MONTESILVANO.
Il consiglio comunale di
Montesilvano si è riunito in
via straordinaria per dare pieni poteri al sindaco e mandato alla Croce Rossa per acquistare generi di prima necessità da inviare ai terremotati.
Nella palestra della scuola
elementare di piazza Diaz, il
Comune raccoglie generi alimentari e di prima necessità
da inviare all’Aquila.
LO SNAMI.
Il Sindacato nazionale autonomo medici italiani (Snami)
esprime il suo cordoglio alle
popolazioni colpite ed è vicino al collega Romeo Pulsioni,
presidente di Snami L’Aquila, per il lutto che ha colpito
la sua terra. Lo Snami si è già
messo a disposizione delle autorità locali e della Protezione civile per supportare le iniziative di soccorso, anche attraverso la rete dei medici disponibili a partecipare direttamente all’assistenza delle
popolazioni colpite.
LA FOFI.
La Federazione degli ordini
dei farmacisti italiani (Fofi),
d’intesa con i Presidenti di
Fnomceo, Fnovi, Fnco, Ipasvi
e Fnctsrm, ha fissato per oggi
un incontro per individuare
iniziative condivise dagli
iscritti. In collaborazione con
il presidente dell’Ordine dei
farmacisti dell’Aquila, Angela Pellacchi, si è provveduto
ad attivare due camper itineranti, adibiti alle necessità
della popolazione aquilana. I
mezzi sono stati messi a disposizione dalla Protezione Civile della Regione Lombardia e
dall’Ordine dei Farmacisti di
Cuneo, dall’Associazione Titolari e dall’Unifarma distribuzione.
28
IL CENTRO
MARTEDÌ
7 aprile 2009
IN ABRUZZO
IL TERREMOTO A CHIETI
Lesionate le chiese e i palazzi
La grande scossa scuote la città. Duecento interventi di soccorso
di Fabio Casmirro
CHIETI. Gente in strada, ore di angoscia nel cuore della
notte. Le luci delle abitazioni si accendono poco dopo il
grande sisma che smuove le viscere dell’Abruzzo. Donne,
bambini e anziani riuniti nelle piazze e lungo le strade.
Tanti preferiscono rimanere lontano dalle case e dormono in auto. L’onda tellurica delle 3.32 scuote nel profondo
la città e il comprensorio fino ai centri della costa.
Fa traballare i piani alti delle palazzine, sul colle e allo
scalo, cadono intonaci e suppellettili. Crepe lungo le pareti e i pavimenti di alcune abitazioni del centro storico.
Chiuse le scuole di ogni ordine e grado fino a mercoledì 15
aprile compreso, interrotta
l’attività didattica dell’università D’Annunzio e sgomberato l’ultimo piano di palazzo
d’Achille, sede del municipio.
Nelle ore successive alla scossa più forte, i vigili del fuoco
rispondono a oltre 200 interventi di soccorso, in nessun
caso di registrano situazioni
gravi. In mattinata, viene istituito un nucleo di pronto intervento e attivato un numero, 0871-341505, per ricevere
le segnalazioni dei cittadini.
Da ieri sono in corso sopralluoghi statici su edifici pubblici e privati. Questa mattina,
toccherà alle scuole. Alla
d’Annunzio, il personale di segreteria della facoltà di geologia è stato sgomberato, così
un’ala del palazzo di giustizia
in piazza San Giustino su in-
I DANNI
CHIETI. Rete idrica danneggiata, chiusi al alcuni uffici del
palazzo di giustizia, al via le verifiche per le lesioni osservate
nelle chiese cittadine. Sono i
principali fronti dell’emergenza terremoto che, a Chieti, hanno tenuto impegnati amministratori, tecnici e la sala di
coordinamento della protezione civile della prefettura. Le
perdite di acqua, subito riparate, hanno riguardato Brecciarola, rioni dello scalo e via Arenazze. Preoccupano le lesioni
ai due serbatoi di accumulo
della Civitella. «I segni sembrano piuttosto superficiali» spiega l’assessore Febo «tali da
non compromettere la resistenza degli impianti, ma dovremo
avere una relazione più accurata». I due serbatoi riforniscono
l’anello principale dell’acquedotto del centro storico e diversi impianti di accumulo riona-
Il sindaco ordina
la chiusura delle scuole
fino al 15 aprile
Unità
di crisi.
Il prefetto
Vincenzo
Greco
nella sala
operativa
dicazione dell’ufficio tecnico
della Provincia. Il sindaco
Francesco Ricci ha firmato
un’ordinanza che vieta alle
associazioni culturali e sportive l’utilizzo di edifici storici
dati in affitto come l’ex caserma Pierantoni e il Santa Maddalena.
UNITA’ DI CRISI. Il nucleo di
protezione civile, che fa capo
al vicesindaco Mirta Sciocchetti, si è mobilitato quasi
subito. Intorno alle 5 del mattino, i primi controlli con
agenti municipali, forze del-
l’ordine e volontari del Nucleo operativo Teate (Not). I
tecnici comunali si sono mossi in sinergia con l’unità anticrisi allestita dalla prefettura. Attivato un numero telefonico per le emergenze. Gli
utenti possono chiamare lo
0871-341505 per segnalare
problemi. La postazione di
pronto intervento è al comando di polizia municipale.
SCUOLE CHIUSE. Alle 9, prima riunione d’urgenza nella
stanza del sindaco. Ratificata
e comunicata ai vari istituti
Evacuata un’intera ala del tribunale
Serbatoi idrici da controllare. Sgomberati i piani alti del municipio
Tre perdite d’acqua riparate subito
dai tecnici comunali a Brecciarola
in un rione scalino e in via Arenazze
Edifici
lesionati.
Gli uffici
ai piani
alti
del palazzo
di giustizia
li. Non sono previste, al momento, interruzioni idriche ma
il rischio è che la pressione dell’acqua potrebbe abbassarsi e
causare disagi.
Chiusi al pubblico, alcuni uffici di cancelleria all’ultimo
piano del tribunale per alcune
crepe comparse sulle volte e
sui muri portanti. Da monitorare la situazione nei luoghi di
culto. Il sindaco Ricci ha ottenuto dall’arcivescovo Bruno
Forte l’autorizzazione ai controlli. Già chiusa San Francesco alle scale, da verificare le
la chiusura prolungata delle
scuole di ogni ordine e grado,
compreso il personale di segreteria, fino a mercoledì 15
aprile. Intonaci e calcinacci
sono caduti nelle aule della
elementare di via Masci e della materna di via Valera (II
circolo didattico). Lesioni sospette sono rinvenute all’interno del liceo scientifico Masci, fogli di intonaco si sono
staccati nel vecchio stabile di
corso Marrucino che ospita il
liceo classico GB Vico.
MUNICIPIO. Liberati gli uffici
della pubblica istruzione dopo il ritrovamento di calcinacci sul pavimento. Raschiate,
per motivi di sicurezza, le volte del corridoio che conducono alla sala del consiglio comunale. Nel pomeriggio, primi sopralluoghi al teatro Marrucino, nell’attiguo palazzo
Massangeli e a palazzo De Pasquale, sede della Teate servizi. Le verifiche di stabilità sono coordinate dall’assessore
ai lavori pubblici Luigi Febo
e dall’ingegnere Nicola Di
Muzio. Sono venti le persone
impiegate, divise in squadre,
per accertare la stabilità degli edifici.
UNIVERSITA’. Sospese tutte
le attività didattiche, al pari
delle sedute di laurea, fino al
18 aprile. Resteranno invece
aperti gli uffici dell’ateneo.
(ha collaborato
Jari Orsini)
altre. «Molte chiese sono antiche e presentano criticità strutturali. Vogliamo garantire la
massima sicurezza ai fedeli nell’imminenza delle festività pasquali». Da verificare il tracciato della processione del Venerdì Santo per testare la solidità
di balconi e cornicioni. In moto
la solidarietà. Verranno individuate, in accordo con la prefettura, spazi per ospitare gli sfollati. Questa mattina, la segreteria cittadina del Pd allestirà
due gazebo in piazza Vico e a
piazzale Marconi per raccogliere cibo e materiale di prima necessità. Cordoglio e solidarietà
alle vittime del terremoto e ai
cittadini dell’Aquila arrivano,
a firma congiunta dal sindaco
Ricci e dal vice presidente del
consiglio comunale Umberto
Di Primio (Pdl), a nome di tutta la cittadinanza.
Jari Orsini
Nei centri della costa si mobilitano tutte le associazioni di protezione civile
ORTONA. Un boato nel cuore della notte, vetri che si
scuotono, letti che ballano.
Venti interminabili secondi
spingono fuori casa tante famiglie ortonesi sorprese nel
sonno dal tremore della terra. Pochi minuti per capire
che da qualche parte, in
Abruzzo o in qualche luogo vicino, è accaduto qualcosa di
molto grave. Ma il pensiero
delle persone scese in strada,
nelle piazze del centro e nelle
contrade ortonesi, va immediatamente all’Aquila, al capoluogo martoriato dallo sciame sismico.
Le luci accese nelle case
confortano. Qui il terremoto
non sembra aver provocato
danni gravi a cose e a persone, ma per tanti sarà una lunga notte di attesa davanti agli
schermi dei televisori per seguire le prime notizie della
tragedia in Abruzzo. Decine
di telefonate arrivano al cen-
Gente in strada e tanta paura
Prime verifiche positive sui versanti franosi di Ortona
tralino dei vigili del fuoco.
Tanta gente chiede notizie o
vuole semplicemente testimoniare la propria angoscia, segnalare problemi. Il personale del distaccamento, dopo le
prime verifiche, rileva che in
città non vi sono conseguenze
importanti e la situazione torna lentamente alla normalità.
Più tardi, dalla locale caserma dei vigili del fuoco, due
unità si agganciano alla colonna mobile organizzata dal comando provinciale di Chieti
per raggiungere il capoluogo
regionale.
L’assessore alla protezione
civile, Carlo Boromeo, ha seguito in mattinata i sopralluo-
ghi sui costoni interessati dai
movimenti franosi per valutare se la scossa delle 3.32 abbia
provocato variazioni importanti nella stabilità dei terreni soggetti a dissesto.
Il pronto soccorso del Bernabeo, con gli altri due ospedali della Asl di Chieti, è stato
subito aperto a ogni necessità
di assistenza delle popolazioni più colpite dal sisma. Nel
corso di una convulsa giornata, a Ortona, sono arrivati
una decina di feriti, per lo più
malati lievi, codice verde nel
gergo dei soccorritori, trasferiti dal San Salvatore dell’Aquila. Hanno raggiunto i luoghi colpiti dal terremoto
unità della Croce rossa, della
protezione civile e dell’associazione Fir-Cb Milano di Ortona. Quest’ultima ha ricevuto chiamate da ortonesi che
hanno dato la propria disponibilità a ospitare sfollati.
Grande attività anche sul
fronte delle scuole. «I tecnici
dell’ufficio comunale hanno
fatto un primo accertamento»
spiega il sindaco Nicola Fratino, «riscontrato solo alcune
lesioni alla media Pugliesi di
via Mazzini, nessun danno
grave». Alle 11, il vertice in
municipio tra amministratori, dirigenti scolastici e e rappresentanti della protezione
civile. «Attendiamo direttive
I soccorsi.
Ambulanza
pronta
a partire
verso
i luoghi
più colpiti
dal sisma
dal coordinamento centrale e
siamo in costante collegamento con la prefettura e la Provincia» riassume Fratino, «la
città è a disposizione delle popolazioni maggiormente colpite dal sisma. Ospiteremo le famiglie aquilane in tutte le no-
stre strutture pubbliche disponibili e negli alberghi». Attivate tutte le sezioni locali
delle associazioni di soccorso.
Annullate tutte le manifestazioni culturali e sportive.
Sara Fabrizio
Lorenzo Seccia
IL CENTRO
MARTEDÌ
7 aprile 2009
29
IN ABRUZZO
IL TERREMOTO A CHIETI
Il sangue raccolto con gli sms
Dall’Aquila 55 pazienti al policlinico. I feriti estratti dalle macerie
CHIETI. Sono 45 i pazienti evacuati dal San Salvatore e altri dieci i
feriti, dei quali almeno la metà in
gravi condizioni, sopravvissuti al
terremoto. Tutti sono ora ricoverati all’ospedale Santissima Annunziata, dove la macchina dell’emergenza è scattata immediatamente
con il manager Mario Maresca a
Il centro trasfusionale lavora senza sosta. Sospesa l’attività chirurgica programmata
e la diagnostica non indifferibile. Il personale sanitario, in
ferie o a riposo, torna al lavoro. Ma tanti dipendenti danno prima di essere chiamati
la propria disponibilità a riprendere servizio, in qualsiasi momento.
PRIMI ARRIVI. Tra la notte e
l’alba arrivano un ragazzo di
20 anni, vittima di un incidente stradale, ricoverato già prima del terremoto nell’ospedale aquilano. A stretto giro, approda a Chieti una giovane
mamma con la sua bimba appena nata, poi due donne di
47 e 52 anni con fratture multiple. Queste ultime tre sono
arrivate con mezzi propri. A
mezzogiorno il pronto soccorso registra 160 accessi. Soltanto dieci sono dalle zone devastate dal sisma.
Purtroppo, la corsa in ospedale, persino per futili motivi, risolvibili con il proprio
medico di famiglia, continua
nonostante la gravissima
giornata di emergenza. Il primario del reparto di soccorso, Amedo Budassi, e il personale delle urgenze lavorano
senza sosta. Lungo il corridoio sfilano alcuni pazienti in
barella. I corpi imbiancati dalla calce caduta dai soffitti. Sono i primi feriti del grande
terremoto ad arrivare.
«Dovremo accogliere in
giornata altri 45 pazienti», annuncia Budassi nel primo pomeriggio, «siamo preparati
ad accoglierli. Per la gran parte si tratta di degenti sgomberati dal San Salvatore».
Nel reparto, nonostante l’affollamento, c’è un silenzio irreale, sintomo chiaro di un lavoro infaticabile e come sempre molto discreto.
CENTRO TRASFUSIONALE.
«Abbiamo bisogno di almeno
nove persone in più, tra personale medico, tecnico e infermieristico», fa sapere Patrizia Di Gregorio, primario
del reparto, «il personale non
può continuare così, ne va
della professionalità garantita. Ribadiamo, ovviamente,
dare l’allerta e il direttore sanitario, Carlo Savino, a riunire subito
un comitato di crisi per organizzare al meglio l’assistenza ospedaliera. Riaperti subito i reparti chiusi
l’estate scorsa per i tagli alla spesa
sanitaria. Il policlinico mette a disposizione fino a sessanta posti letto per i feriti del terremoto.
l’appello alla donazione di
sangue. Ora più che mai. Il
centro è aperto 24 ore su 24».
«Abbiamo richiamato personale in pensione per il trasfusionale», afferma Maresca
mentre nello stesso reparto
arrivano frotte di giovani universitari pronti a donare.
«Abbiamo fatto un tam tam
tramite Facebook, telefonini
e mail», racconta Giuseppe
Consiglio, 22 anni, studente
in medicina. Nella stanza dell’accettazione Avis è una pro-
cessione continua.
«Sono venuto senza pensarci un attimo», dice Antonio
Di Donato, 27 anni, alla sua
prima donazione di sangue.
Chi vuole donare può chiamare ai numeri 0871.357592 o
358358 dalle 8 alle 17. E’ bene, se si è alla prima donazione, telefonare prima. La disponibilità verrà annotate su
liste parallele, perché sono
necessari gli accertamenti
preliminari, inoltre la ressa
con i donatori abituali ri-
La situazione nei centri pedemontani
Il sisma a Guardiagrele
schia di ingolfare il servizio.
L’Avis regionale, questa mattina, oltre a raccogliere sangue nei reparti trasfusionali
dei capoluoghi di provincia,
sarà con un’autoemoteca in
piazza Salotto, a Pescara.
Funzionano senza ritmo anche la dialisi teatina e la risonanza magnetica dell’Itab,
centro di ricerca universitario. Fino a tarda notte, sopraggiungono con l’elisoccottero i pazienti dall’Aquila.
Sipo Beverelli
Elisoccorso.
Operazioni
di trasporto
di degenti
e feriti
all’ospedale
di Chieti
sin dalle
prime ore
del mattino
Il direttore sanitario Carlo Savino coordina le operazioni di emergenza
Un comitato di crisi al lavoro
Direttore sanitario. Carlo Savino
CHIETI. Il direttore sanitario Carlo
Savino, con Michele Scesi, direttore dell’anestesia e rianimazione,
Amedeo Budassi, del pronto soccorso, Dante Ranalletta, 118, e Elena
Pecce, coordinatrice del personale infermieristico, compongono dalle prime ore il comitato di crisi del Santissima Annunziata.
L’organismo predispone, su corsia
preferenziale, tutte le operazioni per
accogliere a Chieti e negli altri due
ospedali Asl i sopravvissuti del terremoto. Savino e i suoi assicurano assistenza medica, infermieristica e psi-
cologica.
«Abbiamo bloccato ricoveri e interventi chirurgici programmati, la diagnostica non urgente», spiega Savino, «siamo in continuo contatto con
la prefettura». Nella stessa mattinata, il servizio tecnico Asl ha monitorato tutti gli edifici dell’azienda, a
partire dall’ospedale.
«E’ tutto a posto», tranquillizza Maresca. In ospedale non si parla d’altro.
Lo spavento per il sisma non ha risparmiato in nottata i ricoverati teatini, ma il pensiero solidale va a chi
soffre nei luoghi dell’epicentro.
GUARDIAGRELE. I primi a riversarsi nelle strade pensavano che l’epicentro del terremoto fosse proprio qui,
tanto è stata violenta la scossa che ha
svegliato tutti alle 3,32 di ieri mattina.
Col passare dei minuti il panico ha ceduto il passo all’analisi lucida dei possibili danni. Pochi, per fortuna, come
ha rilevato la squadra di emergenza
messa insieme dal comandante della
polizia municipale Giuseppe Desiderioscioli, che già alle 4 aveva consultato il sindaco Mario Palmerio per
dare inizio a un giro di perlustrazione
tra centro storico e frazioni. Lesioni
si registrano alla chiesa del Millecento dedicata a San Nicola Greco, in
piazza San Francesco accanto al municipio tanto da indurre il parroco
don Nicola Del Bianco a chiudere in
via cautelativa il luogo di culto. In
mattinata sono intervenuti da Chieti i
vigili del fuoco in piazza Santa Maria
Maggiore, dove il sisma ha provocato
il cedimento di schianto del lato est
del tetto del settecentesco Palazzo
Mucci, sede fra l’altro dell’Opeg (l’associazione degli imprenditori guardiesi). I pompieri hanno fatto sistemare
una transenna sul selciato. Sopralluoghi sono stati condotti anche dai carabinieri, coordinati dal comandante
della stazione, il maresciallo Camillo
Lauria. Soltanto nella vicina Pennapiedimonte si registra il cedimento
di una piccola tettoia, mentre l’antico
borgo in pietra della Maiella sembra
aver tenuto testa ai sommovimenti
del suolo accompagnati, dicono testimoni, da una strana corrente proveniente dalle gole della montagna. A
San Martino sulla Marrucina si segnalano crepe sui muri portanti di
abitazioni ai piedi del centro storico.
Per tutti i Comuni della pedemontana
vale la chiusura, richiesta dalla Provincia per i dovuti sopralluoghi, delle
scuole di ogni ordine e grado per oggi
e domani. A Roccamontepiano l’amministrazione comunale si distingue
per un’iniziativa di solidarietà annunciata dal sindaco, Adamo Carulli,
che ha messo a disposizione dei terremotati l’ostello della gioventù: 40 posti letto in camerate, mentre i titolari
dei bed&breakfast sono pronti a ospitare chi all’Aquila e dintorni ha perso
la casa. Anche l’ospedale guardiese fa
parte della rete di soccorso mobilitata
nell’intera regione. Una quindicina di
feriti sono giunti ieri al Santissima
Immacolata dalle zone terremotate.
Si tratta di casi, da codice verde, che
non richiedono interventi chirurgici.
Ulteriori ricoveri sono attesi oggi.
Francesco Blasi
La storia. Poco prima della grande scossa, la madre decide di lasciare L’Aquila dopo un parto cesareo
CHIETI. Dorme tranquilla
tra le braccia di mamma Annalisa. Giorgia è nata domenica, ore 19.17, ospedale San Salvatore dell’Aquila. Ma la sua
prima notte l’ha passata da
profuga del terremoto, al policlinico Santissima Annunziata
di Chieti. Qui è arrivata in auto con papà, la mamma e i nonni. Il viso roseo, incorniciato
da folti capelli neri, la smorfia
del sorriso accattivante della
neonata regalano un’alba di
nuova speranza all’Abruzzo
che trema di angoscia.
Tutto viene deciso intorno a
mezzanotte di domenica. La
terra si muove e non risparmia le corsie dell’ospedale
aquilano. Prima della grande
scossa della notte, nel reparto
di maternità è già il caos. «Cadevano calcinacci dal soffitto,
tutte le pazienti sono scappate
fuori dall’ospedale» racconta
Annalisa, 28 anni, «io avevo
partorito qualche ora prima
«Così ho salvato la piccola Giorgia»
Fuga nella notte con il marito Luca e i genitori verso l’ospedale teatino
con un cesareo. Ho fatto chiedere da mia madre una carrozzella. Poi mi sono alzata dal letto e, senza scarpe, sono fuggita
con mamma e la bambina tra
le braccia. Avevo ancora una
flebo addosso, me la sono tolta
in macchina. Un’altra donna,
in pieno travaglio, ha partorito
in ambulanza».
Fuori dall’ospedale, c’è papà
Luca Angelini ad attendere
in automobile. Prende le sue
donne e le porta lontano dall’Aquila. «Ci siamo diretti verso
Pescara», sussurra Luca, «fuggivamo dalla paura. Al primo
cartello per Chieti abbiamo imboccato lo svincolo del policlinico».
L’ospedale
di Chieti.
Nella
notte
l’arrivo
di una madre
con la figlia
appena nata
al San
Salvatore
dell’Aquila
Mamma e nenonata sono
ora sotto il controllo dell’équipe di Marco Liberati. Come
sta la piccola Giorgia? «Ha dormito tutto il tempo», sorride
Annalisa che sa di aver messo
a repentaglio la propria vita
per salvare la figlioletta appena nata. Il viso dolce della madre s’illumina quando parla
della piccola che riposa tranquilla tra le sue braccia. Sottratta da un incubo. Una gioia
che si adombra, alle notizie del
devastante dolore che attraversa l’Abruzzo «Il mio pensiero
va ai miei amici dei quali non
ho notizie», dice Annalisa, «a
tanti compaesani che hanno
perso tutto». Piange, si gira,
guarda la televisione e scruta
gli angoli della sua città, i volti
imbiancati dalla paura. Cerca
di riconoscere un viso amico
tra i sopravvissuti del sisma.
«Io vivo a Paganica», racconta
nonna Adele, la mia casa è il
frutto di anni di sacrificio. Non
era vecchia. Ora è lesionata.
Ma non m’importa niente,
adesso. Andiamo avanti, l’importante è aver portato in salvo mia figlia e la nipotina. Vorrei solo sapere come stanno
tutte le persone che conosco.
E’ un dolore enorme non avere
ancora notizie». Papà Luca
commercia materiale edile.
Con Annalisa e Giorgia vive a
Scoppito. Ha aperto il suo negozio anche il giorno dopo il terremoto, per fornire tutto il materiale che può servire in questo momento così difficile.
Guarda le sue donne e non
stacca gli occhi dalla tv che rimanda i momenti di una sciagura immensa. (s.b.)
30
IL CENTRO
MARTEDÌ
7 aprile 2009
IN ABRUZZO
IL TERREMOTO A VASTO
Trema il costone, non è la frana
La scossa scambiata per dissesto. Scuole chiuse anche a San Salvo
VASTO. Solo pochi istanti per rendersi
conto di quello che stava succedendo e poi
la precipitosa fuga fuori dalle case. Per
venti lunghissimi secondi la terra ha tremato anche a Vasto. Ed è stato il panico.
Tanta la paura fra i vicoli del centro storico, ma non solo. Hanno vissuto momenti
drammatici gli anziani ricoverati nella casa di riposo Sant’Onofrio, i degenti dell’oI vastesi si sono svegliati di
soprassalto con la sgradevole
sensazione di vuoto e vertigine che accompagna i movimenti tellurici.
Vasto marina. Centinaia di
famiglie si sono accampate in
spiaggia fino all’alba. «Ho visto una parete di casa che si
piegava verso di me e le tapparelle che battevano forte
contro i vetri delle finestre.
Dalla terra proveniva un rombo sordo: non dimenticherò
mai quel boato. Ho svegliato i
miei figli e insieme a mia moglie siamo usciti per strada»,
è la testimonianza di Oreste
Menna, commerciante e presidente della Cna. «Ho visto il
terrore negli occhi della gente», racconta il negoziante
che abita in via Ciccarone.
Ad avvertire in modo più
evidente l’ondeggiare del pavimento e dei lampadari sono
stati gli inquilini dei piani
più alti degli edifici cittadini,
soprattutto i due grattacieli
di via Tobruk e corso Mazzini.
Centro storico. Un pensionato residente nel quartiere
di Porta Nuova è caduto mentre cercava di mettersi in salvo. Una donna di 45 anni è saltata giù dalla finestra del piano rialzato per lo spavento e
si è lussata un’anca. Molte famiglie sono state svegliate dagli animali domestici. «Il primo a capire che stava succedendo qualcosa di brutto è
stato il cane: è saltato sul letto ed ha cominciato a tremare. Poco dopo porte e finestre
hanno cominciato a battere»,
dice Maria Antonietta Salvatore.
Anche il consigliere regionale Giuseppe Tagliente è
stato svegliato dal suo cane,
Chopin. «Sembrava impazzito, non ha smesso di abbaiare
fino a quando non siamo usciti da casa», racconta Gianna
Molino, la moglie del consigliere regionale.
Colli. La terra ha ondeggiato a lungo soprattutto nei
quartieri collinari. «Sono stata svegliata dagli scossoni,
nel dormiveglia sembrava
che due mani mi avessero af-
spedale, i residenti del costone orientale,
un’area resa più fragile dai continui movimenti franosi. La città piange i familiari
della dottoressa Fabiola Tamburro, urologa del San Pio, rimasti sotto le macerie del
terremoto aquilano. Ore di apprensione
per tre studenti universitari (di Vasto,
San Salvo e Monteodorisio) fino a ieri sera
irrintracciabili.
VASTO. La città va in aiuto dei terremotati dell’Aquilano. Quattrocento le stanze messe a disposizione dei senza tetto dagli albergatori delle associazioni “Golfo
d’oro” e “Vasto alta”. Una decisione presa dopo una riunione d’emergenza in municipio con il sindaco Lapenna (Pd), il vi-
Vigili del fuoco. Tante le chiamate al centralino del 115
ferrato per le spalle scuotendomi. Poi ho capito. Mi sono
alzata, ho guardato dalla finestra e ho visto tante famiglie
che correvano per strada»,
racconta Leda Molino, 82 anni, pensionata residente in
via Perth sulla circonvallazione.
Scuole chiuse. Il sindaco
Luciano Lapenna ha riunito
in municipio tecnici e operatori per programmare il monitoraggio delle strutture: scuole, chiese e ponti. «Le scuole
riapriranno dopo le festività
pasquali», fa sapere Lapenna.
Anche a San Salvo il sindaco
Gabriele Marchese (Pd) ha
preso la stessa decisione.
Il consiglio comunale partecipa al dolore della dottoressa Tamburro, moglie del consigliere Maurizio Vicoli. Il
padre e una sorella del medico sono morti sotto le macerie del capoluogo di regione. E per le famiglie di tre
giovani che studiavano all’Aquila sono ore di ansia.
Prevenzione acqua. Ieri sera la Sasi ha invitato la popolazione del comprensorio a
bollire l’acqua. «Il movimento tellurico ha provocato infiltrazioni alla sorgente del Verde che hanno intorpidito l’acqua», spiegano alla società
sei servizi idrici.
Paola Calvano
Il comandante dei carabinieri, Giuseppe Loschiavo,
ha inviato nell’Aquilano la
stazione mobile e sei uomini. Lo stesso hanno fatto le
altre forze dell’ordine. Diversi gli apparati logistici partiti per L’Aquila da tutto il
comprensorio. Inviati insieme a tanti volontari cani poliziotto, tende, cucine, materassi. «Subito dopo la prima
scossa sono partiti trenta uomini per aiutare la popolazione colpita dal sisma», afferma Saverio Di Fiore,
coordinatore dell’associazione di volontari della protezione civile Valtrigno. «E’
stato terribile dover estrarre dalle macerie i corpi senza vita di creature di nemmeno dieci anni», è la prima testimonianza di Di Fiore.
Centralini all’erta anche
nei comandi dei vigili del
fuoco. Due squadre sono partite da Vasto all’alba. «Abbiamo inviato sul posto tre uomini e un’autogru, altre
squadre si sono aggiunte nel
pomeriggio. Diversi uomini
sono pronti a dare oggi il
cambio ai colleghi che torneranno dall’Aquilano. Sarà
così almeno fino a quando
non sarà cessata l’emergenza», spiegano i vigili del fuoco.
Subito dopo la scossa delle
3,32 sono state tante le chiamate arrivate al centralino
di via Madonna Dell’Asilo.
«Nessun edificio è a rischio», sottolineano i vigili,
«tutte le scuole sono agibili,
lo stesso gli edifici pubblici,
strade e ponti».
Anche la Croce rossa ha
inviato all’Aquila mezzi e uo-
ce sindaco Nicola Del Prete (Pd) e il presidente del consiglio comunale, Giuseppe
Forte (Pd). «Ho inviato un telegramma al
prefetto Vincenzo Greco mettendolo al
corrente della disponibilità di questa amministrazione nei confronti dei terremotati», fa sapere lo stesso sindaco.
Volontari. La protezione civile Valtrigno è partita per l’Aquilano
mini.
L’amministrazione
sansalvese ha spedito alle familgie dei terremotati camion di viveri e generi di prima necessità. «L’amministrazione ha stanziato diecimila euro per le popolazioni
colpite dal sisma», fa sapere
il sindaco Gabriele Marchese (Pd).
Il sindaco di Celenza sul
Trigno, Andrea Venosini,
ha messo a disposizione dei
senza tetto gli edifici comunali. Squadre di volontari sono partite da Dogliola, Celenza, San Giovanni Lipioni,
Schiavi D’Abruzzo, Torrebruna.
I sindacati Cgil, Cisl e Uil
hanno avviato una colletta
fra gli iscritti. Decine di cittadini hanno donato sangue
al centro trasfusionale del
San Pio. «Continuate a donare perché i feriti sono tanti e
di sangue c’è davvero bisogno», è l’appello della Asl.
Per informazioni è possibile chiamare i numeri telefonici 0873/308415, oppure
308418, o ancora 366818.
Al San Pio è stata istituita
una unità di crisi per accogliere i pazienti dirottati dai
presidi ospedalieri dell’Aquilano. La task-force è coordinata dal direttore sanitario,
Giuseppe Mariotti.
La Regione: «Pronti ad ospitarvi»
LE REAZIONI
IN MOLISE
TERMOLI. «In Molise c’è disponibilità di posti letto». Lo
ha detto il presidente della Regione, Michele Iorio, annunciando che alcune case-famiglia sono pronte ad ospitare
quanti hanno perso la loro
abitazione nel terremoto dell’Aquila. Il governatore ha
lanciato anche un appello alle famiglie molisane che dispongono di una unità abitativa vuota. «Se vogliono», ha
detto Iorio, «possono mettersi
in contatto con la Protezione
civile regionale telefonando
al numero verde 800.120.021,
oppure al centralino della sede regionale».
A San Giuliano di Puglia il
paese dove il 31 ottobre del
2002 morirono 27 bambini e
Edifici e ponti, nessun rischio
Il Vastese si mobilita per gli aiuti
La mamma-coraggio di San Giuliano: angoscia e dolore forte
Terremoto
Le macerie
a San Giuliano
di Puglia
il 31 ottobre
di sette
anni fa
una maestra nel crollo della
scuola elementare Jovine, la
popolazione non si è spaventata del terremoto e nessuno
si è reso conto di nulla. Nunziatina Porrazzo, la madre-coraggio che nel disastro
di San Giuliano di Puglia per-
se il figlio Luigi e che richiamò l’ attenzione, il giorno dei
funerali delle piccole vittime,
delle istituzioni nazionali sulla sicurezza delle scuole, ha
sottolineato di non aver avvertito la scossa e che nessuno ha avuto paura. «E’ un’an-
goscia ed è un dolore fortissimo», ha continuato la Porrazzo, «un fatto che mi sconvolge profondamente. Qui non si
è sentito nulla. Da questa mattina sono incollata al telefono
e sto cercando di mettermi in
contatto con i vigili del fuoco
e Crocerossine che erano venuti a San Giuliano a soccorrere i nostri figli. Mi sento vicino a loro, a tutti i terremotati dell’Abruzzo. A loro la mia
piena solidarietà».
«Siamo pronti ad associarci
e a sostenere ogni genere di
iniziativa a favore popolazioni che tanto si sono prodigate
per noi e che stanno vivendo
ore di angoscia e disperazione», così il sindaco di San Giuliano di Puglia, Luigi Barbie-
ri. «Le immagini che arrivano dalla Provincia dell’Aquila», afferma il sindaco, «ci riportano alla mente i terribili
momenti del sisma che segnò
tragicamente il nostro territorio. Siamo consapevoli del
dramma che stanno vivendo
quelle comunità e per questo
ci sentiamo vicini due volte.
Il nostro Comune dispone di
strutture libere nell’insediamento abitativo temporaneo,
che possono essere utilizzate
in qualsiasi momento se l’emergenza lo richiederà nonostante la distanza con i luoghi del sisma».
Intanto una giovane termolese, V.L., è fuggita nella notte in pigiama dall’Aquila e ha
raggiunto in auto Termoli in
compagnia di un altro studente. La giovane è arrivata all’alba di ieri in città in stato
di shock. Poco dopo le 3,30 ha
attraversato via XX Settembre ed ha visto intorno a sé solo distruzione: case crollate e
macerie dappertutto. La ragazza nella notte era in casa
in via Madonna di Pettino, insieme ad altre inquiline. «Eravamo andate a dormire da poco», racconta, «quando all’improvviso è andata via la corrente, è iniziato tutto a tremare e non sapevo cosa fare. Sono rimasta fuori casa un’ora,
ho atteso altre scosse di assestamento. Poi sono riuscita
ad incontrare un amico e siamo ripartiti prima della chiusura di strade e autostrada».
IL CENTRO
MARTEDÌ
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IN ABRUZZO
IL TERREMOTO A LANCIANO
Salvi 3 studenti dati per dispersi
Erano da amici all’Aquila. Operaio si butta dalla finestra per paura
LANCIANO. In città il terremoto si è sentito soprattutto
ai piani alti. Diversi gli studenti universitari di Lanciano
dati per dispersi all’Aquila, ma la paura è scemata durante la giornata. Alcuni giovani rimasti feriti sono ricoverati nel Renzetti. A Palena un operaio Sevel preso dal panico durante la scossa si è lanciato dal terzo piano della sua
casa: è ricoverato in prognosi riservata a Pescara.
La paura. Una serie di scosse molto forti, vento freddo e
improvviso, ante dei mobili
che si aprono e il rumore sordo e cupo tipico della terra
che trema. In città il terremoto si è sentito soprattutto nei
piani alti dei condomini. In
via Osento, in piazza della Pietrosa, in via per Fossacesia,
nei quartieri Olmo Di Riccio,
Santa Rita e nelle contrade,
famiglie intere sono scese in
strada in pigiama, con i bambini in braccio e il terrore dipinto negli occhi.
In centro i rintocchi della
torre campanaria hanno continuato a risuonare sinistramente nella notte per alcuni
minuti dopo il segnale delle
tre e trenta. Una famiglia in
via Osento nell’uscire in fretta è rimasta chiusa fuori dall’appartamento e ha dovuto
chiedere l’intervento dei vigili del fuoco. Nel centro storico che poteva essere la parte
più a rischio della città, la
scossa è stata avvertita in maniera minore.
I dispersi. Erano quattro i
lancianesi segnalati ieri dal
comitato locale della Croce
Rossa alla centrale operativa
della protezione civile e dei
quali non si avevano più notizie. E’ rimasta due ore sotto
le macerie un’universitaria
26enne, rimasta ferita a una
gamba. In tarda serata, dopo
lunghe ore di angoscia, è stato estratto vivo da un edificio
crollato un altro giovane frentano, che la notte scorsa era
fatalmente rimasto a dormire
a casa di amici. Ma le speranze sono sempre rimaste vive
perché il ragazzo ha continuato a segnalare la sua presenza ai soccorritori. Deve essere grato alle tradizioni religiose della città, invece, Daniele
Margiotta, studente e confratello della Morte e Orazione,
che per partecipare ai riti della Settimana santa è rimasto
a Lanciano. «Se fossi tornato
all’Aquila, sarei finito sotto
le macerie», racconta il giovane, «il palazzo dove abito in
affitto è crollato, di due miei
coinquilini non si sa niente.
Nello stesso edificio abitavano altri studenti e famiglie».
Fino a tarda serata si è continuato a scavare per estrarre
dalle macerie un ex direttore
La raccolta dei viveri davanti alla chiesa di Santa Chiata e l’auto che annuncia l’iniziativa
dell’Ufficio delle entrate di
Lanciano, che con la moglie
era andato a trovare dei parenti a Paganica, uno dei centri più colpiti dal sisma. La
donna eè riuscita a mettersi
in salvo, mentre il marito è rimasto sepolto dai calcinacci.
ca il respiro, apro gli occhi e
trovo una parete della mia camera completamente sventrata». Marco, studente di Biologia lancianese, 27 anni, è forse uno dei primi feriti arrivati in tarda mattinata dal capoluogo nell’ospedale Renzetti.
I Tir non arrivano
e la Sevel si ferma
Verifiche negli edifici e alle sorgenti dell’acquedotto
La riunione del Centro operativo comunale a Marcianese
superiori, tranne lo Scientifico che era chiuso, e sono a posto». Il primo cittadino ha riunito i responsabili delle funzioni di supporto e le associazioni di protezione civile, per
coordinare gli interventi. Il
Centro operativo comunale,
nei locali della ex scuola elementare di Marcianese, era
in attesa di essere inaugurato, ma l’emergenza ha fatto
saltare i convenevoli e reso la
sede, dotata di una stazione
meteorologica, già operativa.
«Il piano d’emergenza c’è,
sono tutti pronti a fare la propria parte», continua Paolini, «le eventuali segnalazioni
ricevute dalle forze dell’ordine, che girano di notte, vanno
segnalate agli uffici tecnici. Il
comando di polizia municipale ha prolungato l’orario di
servizio fino alle 21 e ha dato
reperibilità notturna».
Scuole chiuse oggi anche a
Mozzagrogna, mentre le amministrazioni di San Vito,
Fossacesia, Casoli e della
valle dell’Aventino hanno
firmato le ordinanze di chiusura anche per domani.
A Taranta Peligna è stata
chiusa la chiesa di San Nicola
di Bari per danni strutturali.
Le scosse hanno creato lesioni alla volta, a un’arcata e al
pavimento. A terra anche dei
calcinacci.
A Gessopalena è caduto
qualche rudere al museo, nella parte vecchia del paese. La
Sasi, la società pubblica che
gestisce il servizio idrico, ha
effettuato un sopralluogo alle
sorgenti del Verde, a Fara
San Martino, per verificare
la purezza dell’acqua. Verifiche hanno interessato anche
la diga Acea del lago di Casoli. La grossa struttura è in cemento. I primi accertamenti
non segnalavano lesioni o
danni.
Problemi alla Sevel: l’azienda che produce il Ducato della Fiat è rimasta ferma nel
turno pomeridiano, dalle 14
alle 22, proprio a causa del
La Asl: 15 posti letto per malati e feriti
posti in rianimazione», spiegano alla Asl, «altri 20 posti
per lungodegenti sono a Casoli e a Gissi. Se necessario, i
posti saranno recuperati bloccando i ricoveri programmati
per il trattamento di patologie non urgenti».
In mattinata i posti letto occupati al Renzetti sono stati
solo due in Ortopedia: il primo da un giovane di 27 anni
di Lanciano, che studia all’Aquila, sottoposto a un intervento chirurgico a un braccio
e il secondo da un’aquilana
con una frattura a una gamba rimasta intrappolata sotto
le macerie della casa.
Ma, i primi soccorsi negli
ospedali sono scattati fin dalle prime ore del mattino. Sot-
In allerta. Ambulanze all’ospedale Renzetti
Il Renzetti accoglie i primi feriti
to schock e solo lievemente feriti, sono giunti a Lanciano e
al San Pio di Vasto, alcuni
studenti dell’Aquila, accompagnati dai genitori. Nel pomeriggio i mezzi di soccorso
messi a disposizione dalla
Croce Rossa, Croce Gialla e
Azzurra. La Croce Rossa ha
inviato nell’Aquilano quattro
ambulanze e 19 soccorritori.
In città la macchina della
solidarietà si è subito messa
in moto. L’Arciconfraternita
Morte e Orazione ha allestito,
nella chiesa di Santa Chiara,
Azzurra hanno portato al
Renzetti alcuni pazienti ricoverati all’ospedale dell’Aquila con traumi e fratture agli
arti. «Lo stato di allerta continuerà nelle prossime ore»,
spiega Sebastiano Flamminio, responsabile della Croce
terremoto: la chiusura dell’autostrada da e per Roma e
di molte strade dell’interno
ha infatti impedito ai camion
di raggiungere in orario lo
stabilimento di Val di Sangro. In particolare non hanno
potuto viaggiare i mezzi provenienti da Sulmona, dove si
producono gli assali dei furgoni, ma anche quelli che trasportavano componenti meccaniche provenienti da altre
regioni, soprattutto dalla
Campania e dal sud Italia,
che utilizzano l’autostrada
Roma-L’Aquila. Nel pomeriggio la Sevel ha invece comunicato la ripresa normale dell’attività nel turno di notte
(ore 22-6), dopo che le forniture erano arrivate.
Centro raccolta viveri
a Santa Chiara
Fondi dagli Ultras
Due giovani ricoverati nell’ospedale Renzetti per fratture agli arti
LANCIANO. Potenziamento
dell’assistenza ospedaliera;
posti letto negli ospedali di
Lanciano, Vasto, Casoli,
Gissi e Atessa per la popolazione terremotata; personale
medico e paramedico, in particolare delle Radiologie, Laboratori Analisi e Centri trasfusionali, reperibili e infermieri disposti a fare doppi
turni e orari straordinari. E’
il piano di emergenza elaborato dalla Asl Lanciano-Vasto
assieme ai rappresentati della Croce Rossa, Croce Gialla,
Croce Azzurra e cooperativa
Valtrigno, per aiutare le vittime del terremoto.
«All’ospedale Renzetti i posti letto messi a disposizione
per i casi acuti sono 15 e 4 i
(Hanno collaborato Daria De
Laurentiis, Matteo Del Nobile,
Teresa Di Rocco, Alberto Savelli, Stefania Sorge)
Niente scuola, via ai controlli
I DANNI
LANCIANO. Giornata di intensa attività e controlli in
città e nel comprensorio, dove il terremoto si è avvertito
con una certa intensità. Sotto
esame soprattutto le scuole
che, per precauzione, restano
chiuse anche oggi e, in qualche centro, anche domani.
Nessun danno a Lanciano è
stato rilevato su chiese, monumenti e altri edifici pubblici e le scuole dovrebbero riaprire domani.
«A occhio nudo i sopralluoghi dei tecnici non hanno rilevato danni», dice il sindaco
Filippo Paolini, «ma domani
(oggi per chi legge, ndc) continueranno i sopralluoghi per
avere più certezze. La Provincia ha controllato gli istituti
Lutto per il segretario cittadino del Pd, Leo Marongiu,
che nel sisma ha perso due cugini.
La testimonianza. «Stavo
dormendo quando, all’improvviso, sento il sapore dell’intonaco in gola che mi bloc-
Ha riportato diverse ferite,
una che gli ha squarciato il
muscolo di un avambraccio e
un’altra sul polso.
Il suo appartamento si trovava in via Cadorna, nelle vicinanze del palazzo della Regione, in pieno centro. Negli
occhi ha ancora una notte
drammatica di paura, smarrimento, dolore, freddo, polvere e sangue. «Ho visto una ragazza che urlava su un letto
da una stanza che ridava sul
vuoto, in bilico sul baratro»,
ha raccontato Marco che si è
salvato gettandosi da una finestra del suo appartamento.
Il ferito. A Palena, G.T., 49
anni, operaio Sevel, preso dal
panico, appena ha avvertito
la scossa si è lanciato dal terzo piano della sua abitazione,
nel centro del paese. L’uomo
è ricoverato in prognosi riservata nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale di Pescara, dopo i primi accertamenti
nell’ospedale di Lanciano.
L’uomo ha riportato lesioni
alla colonna vertebrale. In
paese è conosciuto come persona attiva, impegnata nella
protezione civile tanto che ha
partecipato alla missione dei
soccorsi in Indonesia nel periodo del dopo-Tsunami.
un centro di raccolta di generi di prima necessità, acqua,
latte, pasta, medicinali e coperte, per sostenere le vittime del sisma. Oggi, dalle 16 alle 20, nella sede di via Caporali, gli Ultras curva sud Lanciano raccolgono fondi a sostegno dell’emergenza terremoto. Il Pd invita iscritti e simpatizzanti a fornire, nella sede
di via Del Verde, le disponibilità di posti letto per gli sfollati. A Villa Santa Maria la
protezione civile ha organizzato una unità di raccolta nella sede della Comunità montana: sono state recuperate 300
coperte e oltre mille bottiglie
d’acqua, grazie anche ai Comuni di Quadri, Borrello e
Pizzoferrato.
32
IL CENTRO
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7 aprile 2009
IN ABRUZZO
IL TERREMOTO A TERAMO
Notte nelle strade per migliaia
Chiusi uffici, scuole e università. Gravi lesioni a chiese e campanili
di Diana Pompetti
ASCOLI
TERAMO. Gente terrorizzata che ha trascorso la notte in
strada, case e chiese lesionate, uffici pubblici e scuole
chiuse: a Teramo, dopo la notte di paura, si contano i danni. Oltre trecento le richieste di verifiche statiche arrivate ai vigili del fuoco, di cui ottanta solo nel centro storico
del capoluogo. Chiusi fino a domani gli uffici della Provincia, quelli in via Giannina Milli e in largo San Matteo che
ieri mattina sono stati sgomberati. Niente lezioni all’università, che riaprirà solo dopo Pasqua.
Soccorse
due famiglie
nel panico
«Una decisione», ha detto il
rettore Mauro Mattioli, «presa per verificare con scrupolo, in via precauzionale, eventuali danni subiti dalle strutture sedi delle attività didattiche dell’Ateneo, ma anche
per non creare ulteriori disagi ai tanti studenti fuori sede
e, soprattutto, agli studenti
del capoluogo aquilano, iscritti all’università di Teramo».
Lesioni nella palazzina della
Asl, in circonvallazione Ragusa, e calcinacci nell’Agenzia
delle entrate, in piazza Madonna delle Grazie, che ieri
mattina è rimasta chiuso per
qualche ora. Chiuso anche
l’ufficio del giudice dei pace,
nell’ex caserma Rossi. Lesionato l’auditorium del liceo
musicale “Braga”. E nella
mattinata di ieri sono rimasti
chiusi anche gli uffici postali
di via Paladini, le succursali
di viale Crucioli e di via Pannella. Uffici che, dopo i controlli dei vigili, molto probabilmente riapriranno oggi.
CHIESE LESIONATE. Nel
capoluogo pesanti i danni subiti dalle chiese: la violenta
scossa di terremoto ha lesionato la facciata principale della chiesa di Sant’Agostino,
causato lo spostamento del
campanile del convento di
San Domenico e fatto pericolosamente incrinare quello
della chiesa del Carmine, che
minaccia la sede del comando
provinciale dell’Arma. Nello
storico convento di San Domenico, in corso Porta Romana, è stata chiusa la cappella
del Santissimo Sacramento,
dove la sera del giovedì santo
viene esposta l’ostia consacrata in occasione dell’ultima cena di Gesù. La cappella è stata dichiarata inagibile. A richio anche un locale attiguo
assegnato alle terziarie dell’ordine domenicano. Chiuse
le chiese di Piano della Lenta
e di Mutignano. A Poggio Cono è crollato il soffitto della
chiesa. Transennata la chiesa
di Crognaleto. Pericolante il
campanile della chiesa di Collicelli, a Campli.
CONTROLLI SUI PONTI.
Per tutta la giornata di ieri i
tecnici della Provincia e del
Genio Civile hanno controllato la tenuta di ponti e viadotti, soprattutto quelli della statale 80 nel tratto dopo Montorio e Isola. E’ stata chiusa la
provinciale 44, a Fano Adriano, per i numerosi massi finiti sulla carreggiata. «I nostri
tecnici sono impegnati su tutto il territorio», ha detto il
presidente della Provincia Ernino D’Agostino. I controlli
proseguiranno anche nella
giornata di oggi. Verifiche statiche sono state fatte anche
sui ponti del capoluogo, in
particolare quello di San Ferdinando, San Francesco e
San Gabriele. Controlli anche
sul viadotto di Cartecchio riaperto appena sabato pomeriggio.
DUOMO DI ATRI CHIUSO.
Nel centro storico di Atri la
duecentesca basilica cattedra-
Case sgomberate
a Castelli, Atri
Montorio e Tossicia
Teramani impauriti davanti
alla caserma dei carabinieri
Sopra
il campanile
pericolante
del Carmine
e la caduta
di calcinacci
nel santuario
della Madonna
delle Grazie
A sinistra
una casa
lesionata
a Faiano
di Montorio
Sotto la folla
in piazza
Martiri
(Foto
Adriani)
ASCOLI. Tanta paura
fra la gente, ma nessun
danno di rilievo nelle
province marchigiane di
Ascoli Piceno e Macerata,
le più vicine all’Abruzzo.
Tantissime le chiamate
giunte ai centralini dei
vigili del fuoco, che
insieme agli uffici tecnici
dei Comuni stanno
smaltendo alcune decine
di verifiche statiche.
Le più numerose nel
centro di Ascoli Piceno,
come nella chiesa di Santa
Maria della Carità, dove
sono segnalate distacchi
di intonaco all’altezza
della volta. Il Comune di
Ascoli Piceno ha disposto
un controllo sulla
sicurezza di tutti i ponti.
Al momento, il lavoro
principale consiste nel
tranquillizzare le persone,
in gran parte rimaste in
piedi tutta la notte. Nel
quartiere ascolano di
Monticelli ad esempio, i
vigili del fuoco hanno
dovuto aiutare due
famiglie a rientrare in
casa: in preda al panico
per la scossa più forte si
erano precipitate in
strada senza chiavi,
rimanendo chiuse fuori.
Anche il gruppo comunale
di San Benedetto della
Protezione civile è in
allerta. La sede di viale
dello Sport per la raccolta
di beni di prima necessità
che i cittadini
sambenedettesi volessero
far pervenire alle
popolazioni colpite. A San
Benedetto è in corso l’iter
per l’installazione di un
un rilevatore delle onde
sismiche, che dovrebbe
essere posizionato nella
zona di Santa Lucia.
Disagi in Val Fino, Val Vomano e Val Vibrata
Danni alle condotte
di due acquedotti
TERAMO. La scossa ha danneggiato, sia pur lievemente,
le condutture idriche che servono il territorio teramano.
La Ruzzo Reti Spa, il cui personale operativo si è messo al
lavoro fin dalle primissime ore del mattino, non ha rilevato
danni alle opere di captazione all’interno delle gallerie del
Gran Sasso, alle vasche di accumulo e ai serbatoi. Sugli oltre duemila km di reti distributive si è verificata una rottura a una conduttura idrica principale in località Villa Vomano di Teramo, con disagi nella bassa Val Vomano, in Val
Vibrata e in parte del territorio del capoluogo. La Ruzzo Reti si è messa subito al lavoro per ripristinare il servizio.
Dalle 5 alle 12 di ieri mattina anche i tecnici dell’Aca, l’azienda acquedottistica di Pescara, sono stati impegnati nei
lavori di riparazione di un tratto dell’adduttrice del Tavo situata nel comune di Farindola, danneggiata dalla scossa di
terremoto. A causa del guasto si sono verificate carenze
idriche in diversi comuni del Teramano serviti dall’Aca
(Castilenti, Castiglione, Bisenti fino ad Atri).
le di Santa Maria Assunta,
monumento nazionale tra i
più importanti del Centro Italia, rimarrà chiusa oggi e domani per consentire al Comune di far eseguire rilievi tecnici approfonditi su alcune piccole lesioni che il terremoto
ha causato alle arcate ed alle
volte della navata centrale, in
corrispondenza dell’imponente torre campanaria. «Si tratta solo di lesioni di poco conto», spiega il parroco, don
Marco Trivisonne, «dovute
probabilmente al movimento
del campanile scosso dal terremoto, ma la stabilità del
Duomo non è stata assolutamente compromessa. E gli affreschi di Andrea De Litio sono rimasti intatti». Nessun
danno, per fortuna, hanno subito i tanti altri monumenti,
chiese ed edifici storici del nucleo antico di Atri, mentre
nella frazione di Casoli, nei
pressi del litorale, una palazzina popolare di via del Passatore, che già presentava crepe e lesioni, è stata fatta evacuare su ordinanzadel sinda-
co, Gabriele Astolfi.
«Quell’edificio
popolare,
che consta di sei appartamenti», fa sapere il vice sindaco
di Atri, Domenico Felicione, «era, già prima del terremoto, in condizioni molto precarie. Gli inquilini, che hanno trovato ospitalità presso le
abitazioni di parenti ed amici, sono stati allontanati dallo
stabile in attesa che l’Ater
provinciale, da noi subito
messo al corrente della situazione, metta in sicurezza l’edificio». Intanto ieri ad Atri,
Città Sant’Angelo, Penne e in
altri centri a nord di Pescara
serviti dall’Acquedotto del Tavo, l’acqua potabile è venuta
a mancare per via del fatto
che il terremoto ha causato la
rottura di alcune condutture
della linea generale nei pressi della sorgente di Farindola. Entro la mattinata di oggi,
tuttavia, le condutture dovrebbero essere riparate, per
cui l’acqua potabile dovrebbe
tornare a sgorgare dai rubinetti.
CASE SGOMBERATE. Dieci
case sono state sgomberate a
Castelli dopo in controlli dei
tecnici. Le abitazioni, che si
trovano nel centro storico sono state lesionate dalla violenta scossa e a scopo precauzionale sono state sgomberate.
Anche a Tossicia tre abitazioni sono state sgomberate per
le numerose crepe che si sono formate sui muri. Ad Isola
del Gran Sasso il sindaco Fiore Di Giacinto ha disposto
delle ricognizioni su alcuni
edifici, in particolare su una
scuola. Case lesionate anche
a Rocca Santa Maria, dove il
sindaco Franco Ciapanna,
ha fatto fare dei controlli per
accertare i danni. Problemi
anche a Montorio, dove soprattutto nella frazione di
Faiano, si sono staccati pezzi
di cornicione ed è crollato il
tetto di una casa: per tutta la
giornata le verifiche disposte
dal sindaco Alessandro Di
Giambattista.Tre le case
sgomberate.
VERTICE IN PREFETTURA.
Nel pomeriggio vertice convocato dal prefetto Francesco
Camerino. Nella sala operativa di palazzo di Governo si sono ritrovati rappresentanti
delle
forze
dell’ordine,
dei vigili del
fuoco, delle
istituzioni,
della Asl per
fare il punto
sullasituazione. Il prefetto ha ribadito che le
scuole resteranno chiuse
fino al rientro dalle vacanze
pasquali proprio per consentire a tutti i tecnici di
fare attente
verifiche. Saranno accelerate anche le
verifiche statiche nelle case e per questo è stato
creato
un
coordinamento tra vigili
del fuoco e vari enti.
(hanno collaborato
Marco Mutoschi
e Gennaro della Monica)
IL CENTRO
MARTEDÌ
7 aprile 2009
33
IN ABRUZZO
IL TERREMOTO A TERAMO
Una gara per offrire posti letto
Decine di feriti negli ospedali, gli sfollati negli hotel della costa
di Dino Venturoni e Diana Pompetti
TERAMO. Il ronzio inquietante degli elicotteri che portavano i feriti all’ospedale
Mazzini ha fatto da colonna sonora al lunedì dei teramani, almeno fin quando si è fatto buio. Semmai qualcuno in città volesse
dimenticare subito la paura della scossa,
quel rumore intermittente ha ricordato a
Letti per i feriti negli ospedali, innanzitutto. E poi posti
in alberghi e strutture ricettive in genere. Che, per fortuna, sulla costa teramana non
mancano.
GLI OSPEDALI. Mario Molinari, direttore generale
Asl, nella riunione del pomeriggio in prefettura ha detto:
«Ho fatto il giro dei quattro
ospedali per rendermi conto
personalmente della situazione. Nei nostri ospedali stanno arrivando decine di feriti.
Abbiamo dato la nostra disponibilità ad ospitare i pazienti
ricoverati all’ospedale San
Salvatore dell’Aquila, che è
stato sgomberato. Per questo
abbiamo bloccato i ricoveri
programmati e accelerato le
dimissioni, per garantire il
più possibile posti liberi. Sono state sospese le ferie e molti operatori sono stati richiamati in servizio. Nel fare il giro degli ospedali ho visto
genitori di ragazzi universitari all’Aquila che vagavano alla
ricerca
dei
propri cari».
La Asl teramana ieri ha
accolto oltre
50 pazienti bisognosi di cure trasportati con elicotteri
provenienti dalle
zone colpite
dal terremoto. Si è stabilito di accogliere i casi
più gravi, in
particolare i
politraumatizzati, nell’ospedale di Teramo, e di
trasferire gli
altri negli altri ospedali
dislocati sul
territorio.
Gabriella
Palmeri, direttore sanitario del Mazzini, evidenzia:
«Oltre ai ricoveri ordinari abbiamo bloccato la routine delle sale operatorie e liberato
sette posti di rianimazione
nella rianimazione cardiochirurgica. Abbiamo praticamente svuotato la psichiatria, abbiamo aggiunto letti
in tutte le unità operative. Ferie e riposi sono tutti bloccati, e vorrei evidenziare la
grande disponibilità riscontrata da parte del personale».
LE DONAZIONI. Essendoci
assoluta necessità di sangue,
soprattutto del gruppo 0 negativo, la Asl ha invitato fin dal
mattino la popolazione a donare il sangue recandosi nei
centri trasfusionali degli
ospedali di Teramo, Atri e
Giulianova, che sono rimasti
aperti ininterrottamente.
I POSTI LETTO. Il questore
Piero Angeloni durante l’incontro dal prefetto ha comunicato alla Protezione civile
tutti che molto vicino a Teramo si stava
consumando una tragedia. E a Teramo, a
tutti i livelli (da quello istituzionale a quello più privato), ci si è mossi per far sentire
all’Aquila di essere dei «vicini di casa» generosi e disponibili. Trovare posti letto:
questa la parola d’ordine.
All’Aquila anche molti vigili del fuoco e agenti della municipale teramana
Partiti più di cento volontari
Poliziotti, carabinieri e Forestale contro gli sciacalli
TERAMO. Sono oltre cento i volontari della Protezione
civile di Teramo che all’alba di lunedì sono partiti per
L’Aquila. La colonna, dopo aver fatto tappa all’autoporto
di Castellalto per caricare tende e materiale vario, è partita per portare soccorsi. Nel capoluogo regionale sono arrivati anche decine di poliziotti e carabinieri teramani
che saranno utilizzati per i servizi anti-sciacallaggio.
Sono 22 gli agenti della Forestale partiti dal capoluogo
teramano per portare il loro
aiuto nelle zone più danneggiate dell’Aquilano. Più di
quattro le squadre dei vigili
del fuoco partite da Teramo.
Anche una squadra di vigili
urbani del comando di Teramo, da ieri e fino a quando
sarà richiesto, è all’Aquila
la disponibilità di duemila posti letto messi a disposizione
da albergatori e operatori turistici per ospitare gli sfollati.
E questi, nel pomeriggio, sono cominciati ad arrivare alla spicciolata in tutte le loca-
per cooperare con i colleghi
del capoluogo colpito dal terremoto. La richiesta di collaborazione è pervenuta al comandante della polizia municipale di Teramo Adalberto
Di Giustino dal collega e la
disponibilità dei vigili è stata
prontamente accordata, dopo la consultazione tra il comandante Di Giustino ed il
commissario straordinario,
Leopoldo Di Mattia.
A Teramo, invece, per tutta la giornata di ieri i vigili
hanno assicurato lungo via
Po il deflusso rapido delle autoambulanze provenienti dalle zone maggiormente terremotate, per il trasporto dei
feriti all’ospedale Mazzini. Il
presidente della Provincia
Ernino D’Agostino ha annunciato di aver messo ha
messo a disposizione della
Protezione Civile mezzi e uomini per supportare le operazioni di soccorso nella provincia dell’Aquila. Nel palazzo di via Capuani, sede del-
Dall’alto
in senso
orario
l’arrivo
in elicottero
di due feriti
al Mazzini
i dipendenti
degli uffici
finanziari
sgomberati
e due
immagini
dei danni
nella chiesa
di Poggio
Cono
(Adriani)
Corsa alla solidarietà e raccolte di viveri
Il vescovo Seccia mette a disposizione strutture Caritas
Lesioni in un ufficio
l’assessorato alla viabilità, è
stata costituita una sede operativa e un’unità di crisi; a
questa sede operativa si può
far riferimento per le comunicazioni urgenti, mentre resta attivo il centralino e il sito dell’ente www.provincia.teramo.it al quale si consiglia di far riferimento per
gli aggiornamenti.
Volontari della Protezione
civile sono partiti anche da
Silvi, Pineto, Roseto, Giulianova e decine di centri della
Val Vibrata. Altre partenze
sono previste per oggi, quando altri numerosi volontari
si metteranno in viaggio.
TERAMO. Corsa alla solidarietà. Il vescovo di Teramo Michele Seccia, in una nota,
annuncia «che la Diocesi attraverso la Caritas e l’associazionismo sta già raccogliendo
adesioni di disponibilità e accoglienza perché siano alleviate sofferenze e disagi di tante persone. Sono state messe a disposizione
alcune strutture».
E sostegni concreti alle popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo arrivano anche
dalla Liguria. A Sanremo, l’imprenditore
atriano Giuseppe Di Meco, proprietario di
un albergo, ma residente a Sanremo, così come altri impresari ed esercenti della sua terra, ha messo la propria attività a disposizione della Protezione civile per dare assisten-
za agli sfollati.
A Silvi è stato allestito uno stand per la
raccolta di generi di prima necessità: lo
stand è stato aperto in via Garibaldi, vicino
al municipio. Vincenzo Tassoni, presidente
nazionale dell’Unmil, l’Unione nazionale mutilati e invalidi del lavoro, ha messo a disposizione l’ostello di Monte Fanum. E un’altra
iniziativa di solidarietà arriva da Teramo.
L’associazione Big Match annuncia che il ricavato della manifestazione “Aspettando il
primo maggio” sarà completamente devoluto ai terremotati dell’Aquila. La manifestazione “Woodstock contemporaneamente” si
svolgerà dal 18 al 30 aprile in varie strutture
della città.
lità turistiche del Teramano,
da Silvi a Martinsicuro. Non
sono stati solo gli albergatori
a mettere a disposizione le
proprie strutture, ma anche i
privati che posseggono appartamenti da affittare ai turisti.
Vista la difficoltà da parte dei
privati di comunicare con chi
coordina i soccorsi, internet
ha svolto una funzione essenziale. Un blog, ‹[email protected]›, ha messo insieme molti annunci di
disponibilità di posti letto per
gli sfollati. Tra questi, citiamo 14 appartamenti in un
condominio di Alba.
(Ha collaborato
Gennaro Della Monica)
34
IL CENTRO
MARTEDÌ
7 aprile 2009
IN ABRUZZO
IL TERREMOTO E LO SPORT
Stop all’attività agonistica
Annullato il torneo delle Regioni, oggi non si gioca nel calcio a 5
di Rocco Coletti
LE REAZIONI
L
’Abruzzo sportivo si è fermato dopo la tragedia del
terremoto nell’Aquilano. La 48ª edizione del Torneo
delle Regioni, che si è aperta venerdì scorso in varie
città della regione, è stata annullata. La decisione è stata
presa in mattinata, quando sono stati riuniti i capi delle
delegazioni. Il presidente della Figc Abruzzo, Daniele Ortolano, ha informato il presidente della Lnd Tavecchio.
Casualmente, il capo dei dilettanti era con Giancarlo
Abete e il presidente del Coni, Gianni Petrucci. Dai vertici del calcio e dello sport è subito giunto il via libera per sospendere la manifestazione (e
tutti gli eventi collaterali)
che, nei giorni scorsi, ha portato in Abruzzo 1.700 persone
tra giocatori e accompagnatori. Erano dislocati, soprattutto, negli alberghi della costa e
in giornata sono tornati a casa. Tutti impauriti, tutti sotto
choc per la scossa di terremoto avvertita nella notte. Paralizzata anche l’attività della
federazione calcistica abruzzese. «Da quanto mi è stato riferito», ha detto il presidente
Daniele Ortolano, «la struttura dove erano ubicati gli uffici del Settore giovanile scolastico, in via Sallustio, è devastata e, quindi, impraticabile.
E anche la nostra sede, nelle
vicinanze, in via Camponeschi, presenta lesioni evidenti all’esterno. Non oso immaginare che cosa possa esserci
dentro. E’ un disastro». E ieri
sera la Lega nazionale dilettanti ha deliberato un contributo di 200mila euro a favore
del comitato regionale abruzzese per la ristrutturazione
della sede. I danni agli edifici
del capoluogo riguardano anche quelli che ospitano i comitati delle altre federazioni
sportive. Dello stesso Coni,
ad esempio. «E’ vero, anche
la nostra sede presenta delle
lesioni, specialmente al piano
terra», ha detto Ermano Morelli, il presidente regionale
del Coni, «da parte nostra abbiamo messo a disposizione
della protezione civile tutte le
nostre strutture».
I dilettanti fermi. Il comitato regionale della Figc ieri
sera ha deciso che tutte le partite previste per domani (anche Real Teramo-San Nicolò),
per il 9 e per il 15 aprile sono
state rinviate a data da destinare. L’attività dovrebbe riprendere sabato 18 e domenica 19 aprile.
Calcio a 5, non si gioca.
Oggi era in programma la 24ª
giornata del campionato di serie A, ma è stata sospesa. A
Pescara si sarebbe dovuta giocare la partita Ponzio-Luparense (la Daf era di scena a
Cagliari) che è stata rinviata
al pari delle gare di ritorno
dei play off del campionato
nazionale under 21 in programma
domani:
Pescara-Chieti, Raiano-Acqua&sapone Marina, Città di Montesilvano-Loreto Aprutino.
Anche il basket si ferma.
La LegA Basket femminile,
d’intesa con il Cus Chieti, ha
deciso di rinviare la final
four di Coppa Italia di serie
A2 Dap Cup 2009 e tutte le iniziative collaterali previste,
inizialmente in programma a
Chieti a partire da domani.
«Dopo una attenta analisi del
calendario dei play off e dei
play out del campionato di serie A2», si legge in una nota
della LegA presieduta da Mario Di Marco, «è stato deciso
che l’evento, che avrà come
Solidarietà
dal mondo
dello sport
TRULLI
Choc al ritorno
dalla Malesia
FRANCOFORTE. «Sono
appena atterrato a Francoforte e ho ricevuto una telefonata da mia madre che
mi ha annunciato della tragedia. Sono scioccato, ma
egoisticamente posso dire
che la mia famiglia è lontana dall’epicentro. Loro
hanno avuto solo tanta
paura». Sono le parole del
pilota abruzzese della
Toyota, Jarno Trulli, appena atterrato a Francoforte
dalla Malesia, dove domenica ha conquistato un
quarto posto nel Gp di Sepang «In questo momento», ha aggiunto Trulli,
«mi stringo alle famiglie
che purtroppo stanno lottando contro la morte. Sono molto preoccupato per
gli amici di famiglia che
abbiamo all’Aquila».
Il campo Centi Colella dell’Aquila dove è stato allestito uno dei centri di accoglienza per gli sfollati
IL COMMISSARIO STRAORDINARIO
Pescante sicuro: «I Giochi si faranno»
«L’organizzazione va avanti, pronti ad aiutare la Protezione civile»
PESCARA. La macchina organizzativa dei Giochi del
Mediterraneo va avanti. L’onorevole Mario Pescante,
commissario straordinario, ieri pomeriggio era negli uffici della Camera dei Deputati dove è stato approvato un
emendamento che porterà altri soldi all’organizzazione.
«Non ci fermiamo», ha detto, «i Giochi saranno un’occasione di rivincita per la nostra terra».
«Anzi», ha aggiunto Pescante, «in giornata ho ricevuto delle telefonate dall’Aquila. E mi è stato chiesto di
non privare la città delle
partite previste dal calendario. Ci sarà tempo e modo
per parlarne. Potremo avere
dei problemi per gli alberghi, ma li risolveremo. Se
serviranno gli impianti per
ospitare gli sfollati valuteremo la possibilità di emigrare in qualche altra regione
per disputare alcune gare.
Però, credo che i Giochi, a
maggior ragione adesso, possano servire a dare voce a
questa tragedia».
Il parlamentare di origine
sede sempre la città di Chieti,
si svolgerà sabato 30 e domenica 31 maggio 2009».
Raccolta fondi. La Dinamo Banco di Sardegna di Sassari (LegaDue di basket) ha
comunicato che la metà dell’incasso della partita casalinga di giovedì contro la Reggiana sarà devoluta a favore delle famiglie colpite dal terremoto. La stessa cosa farà il
Gela (calcio Seconda divisione), in occasione della gara
casalinga di sabato prossimo
contro la Val di Sangro: lo ha
marsicana ha detto di aver
messo a disposizione della
Protezione civile impianti e
strutture per accogliere gli
sfollati. «Non so se è il caso
di parlare adesso di Pescara
2009 per rispetto delle vittime e dei feriti», ha detto,
«ma già questa (ieri, ndr)
mattina, quando mi ha chiamato il presidente del comitato internazionale dei Giochi, Amar Addadi, non ho
avuto dubbi e ho detto che
le cose procedono, che andiamo avanti. D’altronde, gli
impianti non sono danneggiati, a parte quello di calcio
all’Aquila, dove i problemi
però sono altri e ben più se-
ri. Se ci verranno chieste potranno essere messe a disposizione le strutture, soprattutto quelle all’aperto». Intanto é saltato il briefing di
tre giorni per 900 volontari
della Protezione civile, subito dirottati sui luoghi della
tragedia.
«Erano stati convocati per
annunciato il presidente Tuccio.
Luciano Zauri, il terzino
marsicano della Fiorentina,
invece, ha proposto una colletta tra i calciatori. «Io sono
pronto a fare la mia parte»,
ha detto. Sono state ore particolarmente difficili per il difensore viola: «Appena ho saputo mi sono attaccato al telefono per parlare con i miei
zii. Per fortuna stanno bene».
Lo sport in lutto. Il presidente della Figc, Giancarlo
Abete, ha detto che i campio-
nati professionistici non si
fermeranno, ma che la federcalcio sta pensando a «iniziative di solidarietà. Questa é
una tragedia che colpisce tutto il Paese», ha aggiunto. «Il
calcio é un mondo popolare
che deve inchinarsi in segno
di rispetto. Ci uniamo al dolore, cercheremo di individuare situazioni più opportune
per rispettare questa tragedia». Ma tutto lo sport italiano si unisce al dolore delle famiglie colpite dal sisma.
«Esprimiano la solidarietà di
Mario Pescante
un evento gioioso», ha detto
Pescante, «e sono stati subito mobilitati per dare una
mano dove adesso serve davvero. Il forte sisma, che nella notte lo ha buttato giù dal
letto nella Capitale, aveva
subito messo in allerta Pescante che all’Abruzzo («oggi così profondamente ferita») è sempre legato.
«Sono di Avezzano», ha ribadito, «e alle quattro di notte avevo già chiamato per sapere dei miei familiari. Avevo sentito del crollo della casa dello studente all’Aquila,
e lì ci sono molti universitari che vengono anche da fuori. Raccontano di una tragedia senza fine: L’Aquila é
una città che è stata colpita
al cuore, come la sua storia
e la sua gente. E’ un momento di lutto nazionale. Per
questo penso che sì, i Giochi
si faranno, ma ci sarà tempo
per parlarne». (r.c.)
tutto lo sport al grave terremoto che ha colpito l’Abruzzo», ha dichiarato il presidente del Coni Giovanni Petrucci, «speriamo si fermi qui».
Anche il ct azzurro Marcello
Lippi ha parlato della tragedia aquilana. «Sono vicino a
chi sta soffrendo a causa del
terremoto».
Il dolore del rugby. La federazione é pronta a dare un
contributo economico per i
terremotati d’Abruzzo e a lanciare una campagna di sensibilizzazione affinché il mon-
SOLIDARIETA’ e vicinanza al dolore delle popolazioni colpite. Sono i sentimenti del mondo dello
sport abruzzese e italiano
di fronte all’immane tragedia che ha sconvolto l’Abruzzo.
«Il Pescara», si legge in
una nota della società calcistica biancazzurra, «si
stringe intorno ai corregionali colpiti dal disastroso
evento sismico», ai quali
«i dirigenti, i tecnici, i calciatori, i dipendenti e i collaboratori vogliono esprimere il loro più sincero
cordoglio in questo momento difficile nella storia
della nostra regione».
«Non è un giorno per dolori e tristezze sportive», si
legge sul sito della Virtus
Lanciano, «non è un giorno che possa lasciar posto
ad altri pensieri, non è un
giorno di parole, ma di silenzio, preghiere e rispetto per dolori più grandi,
per angosce più profonde.
La Virtus è con tutti i nostri conterranei che stanno vivendo ore disperate».
Profondo dolore per le
vittime viene espresso dal
Teramo Basket: «assieme al dolore», si legge in
un comunicato, «la Società fa propri sentimenti
profondi di solidarietà verso la popolazione colpita
così duramente, nella certezza che l’opera di tutti,
ispirata dai valori forti e
dalla dedizione del popolo
abruzzese, saprà alleviare
le sofferenze derivanti dalla gravissima calamità».
Anche le principali società sportive italiane hanno voluto esprimere la loro vicinanza alle vittime.
Tra queste l’Inter che dal
suo sito fa sapere di essere
«sinceramente vicina alla
popolazione colpita da questo drammatico evento e,
in particolare, ai suoi numerosi tifosi che vivono e
risiedono nella zona», il
Milan, che fa sapere che il
ricavato del “Milan Golf
Tour” verrà devoluto alla
popolazione abruzzese, e
la Fiorentina, che nel
messaggio di cordoglio si
rivolge «ai suoi tifosi che
risiedono nella zona, in
particolare al Viola Club
L’Aquila, i cui soci sappiamo essere in grave difficoltà. La Fiorentina sarà a
disposizione per qualsiasi
azione di sostegno».
do della palla ovale faccia altrettanto. Lo ha detto il presidente della Fir Giancarlo
Dondi, che si definisce «particolarmente colpito». Dondi
non esclude che parte dell’incasso di uno dei test-match
che gli azzurri giocheranno a
novembre — contro Nuova
Zelanda, Sudafrica e Samoa
— venga devoluto alle popolazioni colpite dal terremoto.
IL CENTRO
A3
ATTUALITA’
MARTEDÌ
7 aprile 2009
35
Il dna incastra Gavrila anche per l’abuso su una studentessa il 18 luglio scorso nel parco del Pigneto
Stupro della Caffarrella, contestata un’altra violenza
ROMA. E’ del romeno Oltean Gavrila,
uno dei due romeni detenuto per lo stupro avvenuto nel parco della Caffarella
il giorno di san Valentino, il profilo di
dna estrapolato dai reperti recuperati dopo la violenza sessuale alla quale fu sottoposta una studentessa di 20 anni in un
parco del Pigneto il 18 luglio scorso.
Lo ha accertato la polizia scientifica
ed ora il risultato è al vaglio del pm Vincenzo Barba, lo stesso che si sta occupando della vicenda Caffarella. Per Gavrila,
27 anni, detenuto a Regina Coeli insieme
com Ionut Jean Alexandru per quell’episodio (entrambi hanno confessato), si
prospetta ora un’altra ordinanza di custodia cautelare per violenza sessuale.
Fu lo stesso Gavrila a vantarsi, con il
connazionale Alexandru, dello stupro di
luglio.
Gavrila fu arrestato a Trieste con l’accusa di aver rapinato un telefono cellulare ad una coppia di fidanzati nel parco di
via Lemonia. Poi il suo coinvolgimento
nel caso Caffarella ed il trasferimento
nella capitale. Per il fascicolo sullo stupro di luglio era stata sollecitata l’archiviazione per l’impossibilità di risalire al
responsabile. Dopo la svolta sulla vicenda Caffarella e la scoperta che Gavrila si
era vantato anche dell’episodio di luglio,
l’incartamento è stato richiamato dai
pm di piazzale Clodio.
Karol Racz, già scagionato dallo stupro della Caffarella, è stato scagionato
anche dallo stupro commesso al Quartaccio il 21 gennaio scorso perché «non c’è
una perfetta corrispondenza tra le fattezze fisiche generali» descritte dalla donna
abusata, e «quelle concrete riscontrate»
nell’indagato.
E’ quanto sostiene il tribunale del riesame che il 23 marzo scorso ha accolto il
ricorso della difesa e disposto la scarcerazione del romeno.
Poliziotti al parco della Caffarella
Eternit, una strage in cerca di giustizia
Migliaia di vittime al maxi-processo a Torino, l’Inail chiede 246 milioni
di Milena Vercellino
TORINO. Dopo l’avvio del processo Thyssen, nelle aule del Tribunale di Torino torna di scena la tragedia delle morti sul lavoro. Si è svolta ieri la prima udienza prelimina-
La folla si avvia al processo
re del procedimento contro gli ex
vertici della multinazionale Eternit, azienda produttrice di materiali in amianto con impianti in diverse parti d’Italia.
L’Eternit è accusata di essere responsabile della morte
per mesotelioma pleurico di
oltre 2000 lavoratori degli stabilimenti italiani di Casale
Monferrato (in provincia di
Alessandria), Cavagnolo (Torino), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (in provincia di
Napoli).
Si apre così un processo di
dimensioni
record:
oltre
200mila pagine di atti, decine
di avvocati, 2889 parti offese
(che potrebbero salire a 5700)
per una silenziosa ecatombe
durata decenni. Al banco degli imputati, ieri vuoto, saranno chiamati a sedere gli eredi
della multinazionale, il 61enne miliardario svizzero Stephan Schmidheiny e l’81enne
nobile belga Jean de Cartier
de Marchienne, che con una
nota inviata negli scorsi gior-
ni alla stampa del proprio Paese ha respinto ogni reponsabilità.
Davanti al Palazzo di giustizia torinese si è radunata nella mattinata di ieri una folla
di parenti delle vittime, ex lavoratori e cittadini arrivati
dalle aree dei quattro stabilimenti italiani.
A loro si è unita una fitta delegazione di associazioni francesi di vittime dell’amianto,
approdata a Torino per manifestare in occasione del primo
processo condotto in Europa
contro la multinazionale; e da
mezzo Continente è arrivato il
nutrito schieramento di giornalisti che ha trascorso la mattinata tra le scalinate e l’atrio
del tribunale.
“Via l’amianto”, “Eternit:
fermiamo la strage”: i numerosi striscioni con i quali le associazioni chiedono giustizia
campeggiano tra le bandiere
dei sindacati e ricordano le dimensioni di una tragedia a
scoppio ritardato che, nonostante la messa al bando delle
produzioni in amianto nel
1992, continua ancora oggi a
«Operazione trasparenza» di Brunetta
Domani i soccorsi
On line gli stipendi
di 23mila manager
Velisti sardi
alla deriva
nel Pacifico
ROMA. Continua «l’operazione trasparenza» del ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta:
sul sito internet del ministero
sono stati pubblicati i dati su
consorzi e società partecipate
dalle pubbliche amministrazione.
Un lungo elenco, 714 pagine, riguarda gli stipendi di oltre 23 mila manager e amministratori, ed in particolare
«il numero dei rappresentanti, suddivisi per ruolo, nell’organo di governo dei consorzi
o società e il loro compenso
annuo lordo in euro».
Un altro elenco «suddiviso
per Regioni comprende la denominazione dell’amministrazione che partecipa al consorzio o società, i relativi oneri finanziari, in euro, gravanti
sull’anno 2008 e la percentuale di partecipazione». I dati
riassumono le dichiarazioni
delle pubbliche amministra-
Il ministro
Renato
Brunetta
zioni raccolte dalla banca dati «Consoc» (come previsto
dalla legge Finanziaria per il
2007) fino allo scorso 12 marzo: riguardano per l’anno
2008 «6.101 amministrazioni
di cui 5.589 comuni, 94 province, 11 regioni, e il resto altre
amministrazioni.
Il numero di consorzi partecipati è di 2.291, quello di società 4.461» (in tutto 6.752), si
legge sul sito del ministero.
«Il numero di rappresentanti
nell’organo di governo dei
consorzi e società partecipate
è di 23.410».
La Cassazione: il Comune non è corresponsabile
L’Asl deve pagare i danni
dei morsi dei cani randagi
ROMA. Deve pagarlo la
Asl territorialmente competente - e non il Comune dove è avvenuta l’aggressione
- il risarcimento dei danni
provocati alle persone dai
morsi dei cani randagi che
vagano senza controllo. Lo
sottolinea la Cassazione
(sentenza 8137) che ha confermato la chiamata in responsabilità per una azienda sanitaria locale, la Asl
Napoli2, in relazione al morso che un randagio aveva
dato a un ragazzino, Alessandro D.L., nell’agosto
2002. L’episodio si era verificato in una strada di Pozzuoli (Napoli). Ai genitori del
minore, Vincenzo e Maria
D.L. che avevano chiesto cir-
ca mille euro di risarcimento del danno, la cifra dovrà ora - essere corrisposta dalla sola Asl e non anche dal
Comune di Pozzuoli, come
originariamente deciso dal
Giudice di pace nel marzo
2005. Il Gdp aveva stabilito
che Asl e Comune erano responsabili ciascuno al 50%.
In proposito la Suprema
Corte ha spiegato: «Per l’omessa vigilanza sui cani
randagi, la legittimazione
passiva spetta alla locale
azienda sanitaria, succeduta alla Usl, e non al Comune, sul quale, perciò, non
può ritenersi ricadente il
giudizio di imputazione dei
danni dipendenti dal suddetto evento».
SASSARI. Due velisti
sardi, Piero e Vittorio Fresi, padre e figlio, di 64 e 34
anni, impegnati nel giro
del mondo a vela sulla rotta dei clipper, sono alla deriva nell’oceano Pacifico a
più di tremila miglia ad
est della Nuova Zelanda,
dopo che la loro imbarcazione, l’Onitron I-Autoprestige, è stata disalberata
dmenica da un uragano
con venti oltre i 50 nodi. I
familiari ieri sono riusciti
a mettersi in contatto telefonico con i due velisti. Entrambi stanno bene. I due
velisti hanno riferito ai parenti di aver deciso per il
momento di non staccare
l’albero rotto e di utilizzarlo come ancora galleggiante. Il previsto contatto i
soccorritori, la nave cisterna Hellespont, avverrà
presumibilmente domani.
mietere vittime.
Intanto, nelle aule la mattinata è trascorsa con l’interminabile appello delle parti civili; talmente lungo che per motivi logistici la giornata di ieri
è stata dedicata ai cognomi
dalla A alla M, mentre nella
giornata di domani si dovrebbe completare l’elenco, che
comprenderà anche le tre Regioni interessate - Piemonte,
Emilia Romagna e Campania
-, le Provincie di Torino e Alessandria, i Comuni piemontesi
di Casale e Cavagnolo, il Comune emiliano di Rubiera, la
Cgil, la Cisl e associazioni come il Codacons, Medicina democratica, l’Associazione famigliari vittime amianto Casale e l’Associazione italiana
esposti amianto.
E tra gli enti costituitisi parte civile figura anche l’Inail,
che ha chiesto un risarcimento record da 246 milioni di euro per coprire la spesa sostenuta negli anni per indennizzare le famiglie delle persone
decedute o gravemente ammalatesi di mesotelioma pleurico
o asbestosi.
SCOPERTA IN AMERICA
-MOLECOLA CANCELLA I RICORDI
Sradicare i brutti ricordi, le paure
ataviche o una perdita traumatica
con un’unica dose di un nuovo medicinale: l’ipotesi di un trattamento farmacologico che aiuti a dimenticare
potrebbe essere dietro l’angolo con
tutto il suo inevitabile bagaglio di
dubbi e problemi etici da risolvere.
Scienziati di New York hanno infatti
non solo scoperto il ruolo di una specifica molecola cerebrale nell’immagazzinare le memorie, «PKMzeta», ma
hanno già sperimentato con successo
su ratti da laboratorio un nuovo ritrovato che ha di fatto’eliminato’ i ricordi degli animali. A loro avviso, potrebbe funzionare allo stesso modo sugli
esseri umani.
CINQUE ARRESTI
-CAMORRA, I CASALESI A MODENA
Sono accusati di corruzione aggravata dalla partecipazione ad associazione di stampo camorristico, oltre
che di altri reati, i cinque detenuti
raggiunti ieri all’alba dall’ordinanza
di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Bologna.
Pasquale Ciocia, di 47 anni; Vincenzo
Noviello, 41, e suo fratello Antonio
Noviello, 33; Nicola Nappa, 42, e Antonio Pagano, 41, sarebbero coinvolti
nella gestione di bische e circoli privati nel Modenese.
Donna assassinata nel cortile
Madre di due figli col cranio fracassato e avvolta in un telo
Fermato il fidanzato che nega: «Cercate nel palazzo»
TORINO. «Non sono stato io». Sono le cinque di ieri mattina quando Alain Dante Stefanone, 35 anni, riceve il
provvedimento di fermo polizia giudiziaria per l’omicidio
di Alice Acquarone, 46 anni, separata e madre di due figli, trovata domenica sera, con il cranio fracassato e il
corpo avvolto in un telo, nel cortile del palazzo in cui abitava in largo Fabrizi, a Torino.
Non ha dubbi nel respingere l’accusa di omicidio che gli
contesta il pm Valerio Longi
nella caserma dei carabinieri
di Torino. E’ vero, aveva una
relazione con lei, l’aveva vista
anche domenica, ma, ha detto, «non l’ho uccisa».
Ma gli inquirenti non gli credono. Hanno qualche elemento concreto, tra cui un testimone che lo avrebbe visto trascinare un fagotto voluminoso,
molti sospetti e qualche circostanza che lascia ipotizzare il
suo coinvolgimento nell’omicidio. «Sono stato a pranzo da
lei - ha detto il presunto omicida - e poi sono tornato a casa.
Sono andato via nel primo po-
meriggio».
Alain Dante Stefanone aveva una relazione con Alice Acquarone, una donna segnata
da un precedente matrimonio
che lavorava un un’azienda
che consegna i pasti alle mense di alcune scuole comunali,
ma, pur vedendosi spesso,
non conviveva con lei. Un legame all’apparenza spensierato ma caratterizzato anche in
realtà da qualche discussione
di troppo. Ed è proprio su un litigio finito in tragedia che puntano le indagini degli investigatori torinesi che stanno lavorando alla ricerca di elementi per suffragare questa
ipotesi.
Un dato, però, proietta un’ombra su un eventuale comportamento assurdo che potrebbe avere avuto l’uomo. Da
tempo, infatti, Alain Dante
Stefanone è in terapia farmacologica per problemi di tranquillità personale. A farlo
piombare nella depressione
era stata la morte di entrambi
i genitori qualche anno fa. In
più ha un fratello con cui sembra non abbia rapporti idilliaci. Entrambi si ignorano.
Gli investigatori hanno disposto ora una serie di accertamenti per verificare la presenza del Dna dell’uomo sul
corpo della donna o nel telo
con cui è stata ricoperta. Non
è stato però ancora ritrovato
il corpo contundente con cui è
stata colpita alla testa. Il particolare che lascia sbigottiti è il
fatto che la donna sia stata trascinata per quattro piani di
scale dalla sua abitazione al
cortile.
Napoli, tangenti anche sulle supplenze
Seimila euro a un sindacalista per manomettere le graduatorie
NAPOLI. La guardia di finanza ha perquisito la sede
della direzione scolastica regionale e alcune abitazioni
nell’ambito di una inchiesta
sulla alterazione della graduatorie degli insegnanti per ottenere supplenze nelle scuole
elementari.
Sono tre i decreti di perquisizione firmati dal pubblico
ministero della procura di Napoli, Giancarlo Novelli. Gli indagati, a quanto si è appreso,
sono un insegnante, sindacalista della Cisl e due impiegati
del provveditorato di cui uno
appartenente al sindacato Gilda. Le ipotesi di reato formulate dal pm sono di corruzione e falso. Dalle indagini è
emerso, tra l’altro, che una insegnante avrebbe consegnato
La finanza indaga a Napoli
seimila euro al collega, attualmente indagato, per scalare
la graduatoria. Ma gli inquirenti ipotizzano che il «giro»
sia molto più esteso: sono infatti una quarantina le altera-
zioni delle graduatorie riscontrate dagli investigatori.
L’inchiesta è stata avviata
nell’ottobre delle scorso anno
in seguito a una attività investigativa della Guardia di Finanza che portò al coinvolgimento di sessanta docenti. La
maggior parte degli insegnanti indagati avrebbero versato
somme di denaro per ottenere una migliore graduatoria e
poter accedere quindi alle
supplenze.
Ciò avveniva attraverso la
manomissione degli archivi
informatici del provveditorato. Gli inquirenti sarebbero
convinti che spesso gli autori
degli illeciti sarebbero entrati nel sistema informatico utilizzando le password di ignari impiegati la cui posizione
potrebbe pertanto essere presto archiviata.
Gli sviluppi dell’inchiesta,
con le perquisizioni nei confronti dei tre nuovi indagati,
sono collegati alle rivelazioni
di un funzionario del provveditorato al quale una insegnante avrebbe rivelato di
aver versato 6000 euro al collega sindacalista per scalare
la graduatorie e ottenere la
supplenza in una scuola elementare della provincia di
Napoli.
Secondo quanto emerso dalle indagini della guardia di finanza, le alterazioni delle graduatorie non erano macroscopiche per non destare sospetti e determinare pertanto controlli da parte dei vertici del
provveditorato.
36
MARTEDÌ
IL CENTRO
AC
ECONOMIA
7 aprile 2009
Calo dei consumi in febbraio
In attesa dei dati di marzo
A breve quattro nuovi modelli
Il titolo Fiat
perde colpi
a Piazza Affari
Saab annuncia:
sono pronti
venti compratori
TORINO. Dopo una settimana negli Stati Uniti per mettere a punto i tasselli dell’alleanza con la Chrysler, Sergio Marchionne è in questi
giorni a Torino e si dedica ai
problemi legati all’attività
della Fiat. In attesa di una
schiarita sulla partita Usa,
Marchionne deve chiudere i
conti della trimestrale, che il
cda esaminerà il 23 aprile. I
primi due mesi sono stati molto difficili e solo a marzo è arrivata l’inversione di tendenza grazie agli incentivi governativi. All’assemblea del 27
marzo l’ad ha confermato oltre un miliardo di trading profit per il 2009 e la riduzione
dell’indebitamento per un altro miliardo di euro.
Ieri a Piazza Affari, dopo il
rialzo record della settimana
scorsa, il titolo Fiat è di nuovo partito di slancio, ma ha
rallentato a metà giornata invertendo la tendenza con l’arrivo di prese di profitto. Alla
fine della seduta ha ceduto
l’1,75%.
ROMA. Saab ha annunciato
che ci sono oltre venti soggetti interessati all’acquisto del
marchio automobilistico.
Il gruppo sta cercando un
compratore per uscire dall’amministrazione controllata entro giugno e ieri ha spiegato che fra i potenziali acquirenti ci sono case automobilistiche svedesi e internazionali così come alcuni istituti finanziari.
I creditori hanno intanto accettato di estendere fino al 20
maggio il programma di riorganizzazione dell’azienda dando così tre mesi di tempo da
quando, sei settimane fa, il
gruppo ha chiesto l’amministrazione controllata per procedere alla ristrutturazione
autonomamente, diventando
indipendente dalla statunitense General Motors.
Il numero uno di Saab,
Jan-Aake Jonsson, ha detto
che rimetterà il gruppo in carreggiata con la produzione di
quattro nuovi modelli nell’arco dei prossimi diciotto mesi.
La frenata è del 4%. Il Codacons: abbassare i prezzi
di Vindice Lecis
ROMA. I consumi delle famiglie sono ancora in calo e le
imprese restano pessimiste sulla ripresa, anche se qualche lieve cenno di recupero inizia a spuntare. I consumatori intanto chiedono un taglio dei prezzi significativo e
non inferiore al 10%.
La Confcommercio ha certificato che anche a febbraio,
per il dodicesimo mese consecutivo, i consumi si sono ridotti del 4% (a gennaio del
4,3%) a conferma che la fase
critica non si è esaurita. Dato
analogo si è registrato nei
paesi di Eurolandia. Solo nel
febbraio 2008 i consumi erano
aumentati dell’1%, un lusso
per questi tempi. Le famiglie
hanno anche confermato che
a marzo «il clima di fiducia è
tornato a scendere dopo un bimestre caratterizzato da un
moderato recupero. Ancora
particolarmente pesanti gli effetti della riduzione della domanda interna ed estera sulla produzione industriale».
A parte la questione fiducia, con le famiglie che non
vedono la fine del tunnel della crisi, il dato di febbraio rappresenta «la sintesi di una
flessione particolarmente accentuata della domanda relativa ai beni — commenta la
Confcommercio — pari a
-5,1%, a cui si è continuata ad
associare una riduzione della
domanda
per
i
servizi
(-1,4%9)». In particolare la
flessione ha interessato la domanda di beni e servizi per la
cura della persona e confermato le difficoltà per l’abbigliamento e l’auto.
Per la Confcommercio uno
degli indicatori della crisi è
nel calo, che dura ormai da
un anno, della domanda per i
prodotti alimentari, con una
contrazione degli acquisti dell’1% in valore e del 4,5% in
Una vetrina di un negozio
quantità. Anche la domanda
per beni e servizi ricreativi è
calata del 1,6%, con l’unica eccezione di quella per concorsi
e pronostici. Poco meno del
2% la flessione per ristoranti
e alberghi. A febbraio c’è stato anche il crollo del 16,4% di
beni e servizi per la mobilità,
legato alla diminuzione della
vendita di vetture con un
trend che però già a marzo potrebbe invertirsi.
Per il Codacons il calo dei
consumi conferma che serve
una terapia d’urto: abbassare
i prezzi di almeno il 10%. «La
Confcommercio — chiede l’associazione — invii una lettera ai suoi iscritti per spiegare
loro la legge della domanda e
dell’offerta: quando la domanda cala i prezzi devono scendere e non salire». Inoltre il
Codacons invita il governo a
«rispettare quanto promesso,
ossia social card per 1.300.000
destinatari. Per ora ne sono
state erogate la metà».
Anche le imprese vedono
nero ma i giudizi sulle proprie condizioni operative «mostrano alcuni segnali di recupero». E’ il dato più significativo che emerge dall’indagine
trimestrale di Bankitalia e Sole 24 Ore sulle condizioni di
inflazione e crescita che fa segnare anche un miglioramento della valutazione sulle condizioni per l’invstimento e
per l’accesso al credito.
BORSA
v TITOLO
Quot. uff.
in euro
Quot. rif.
in euro
Var. Rif. Min. anno Mass. anno
in %
in euro
in euro
0,568
1,170
8,665
4,859
54,147
1,304
0,804
3,173
15,990
0,688
0,601
0,401
0,366
4,283
1,488
11,555
1,543
0,046
1,494
3,558
11,517
4,767
4,668
4,874
0,560
1,156
8,495
4,830
53,840
1,279
0,810
3,070
15,990
0,666
0,599
0,390
0,369
4,202
1,470
11,150
1,480
0,045
1,497
3,550
11,310
4,780
4,605
4,760
2,482
6,979
1,486
4,303
1,381
2,692
42,745
2,547
2,842
0,494
2,566
4,071
3,723
5,159
0,478
7,088
4,391
4,270
0,074
5,839
9,807
0,594
5,530
0,475
0,291
3,870
21,900
1,708
29,842
3,373
0,187
3,436
0,698
7,280
5,319
9,439
2,405
6,910
1,485
4,190
1,374
2,600
42,600
2,535
2,995
0,486
2,540
3,987
3,690
5,050
0,470
6,750
4,340
4,270
0,070
5,700
9,675
0,585
5,430
0,483
0,281
3,850
21,900
1,700
29,710
3,307
0,184
3,367
0,660
7,310
5,075
9,260
-1,029
-0,576
-0,067
-1,988
-1,080
+0,775
-2,629
-1,934
+5,924
-1,018
+0,099
+1,013
-0,940
+6,992
-0,634
-3,017
-1,139
1,771
5,031
2,063
1,745
2,552
0,233
4,731
0,409
2,525
20,204
1,312
0,315
3,018
2,341
0,159
0,810
0,832
0,642
1,310
0,389
2,045
26,656
0,898
6,361
3,321
0,265
0,673
1,782
5,050
2,070
1,680
2,557
0,229
4,700
0,401
2,475
19,690
1,267
0,305
3,000
2,350
0,157
0,803
0,819
0,640
1,260
0,375
2,040
26,950
0,900
6,450
3,280
0,252
0,677
-3,100
+2,382
+2,096
-1,754
+1,690
+5,920
+0,427
-4,524
+3,125
-1,599
+1,360
+11,700
A
9028
9621
9512
9357
9094
9080
9566
9124
9060
9005
9836
9105
9434
9012
9049
9212
9163
9528
9035
9146
9338
9020
9574
9398
A.s. Roma
A2a
Acea
Acegas-aps
Acotel Group
Acq Potabili
Acsm-agam
Actelios
Adf
Aedes
Aeffe
Aicon
Alerion
Alleanza
Amplifon
Ansaldo Sts
Antichi Pell
Arena
Ascopiave
Astaldi
Atlantia
Auto To Mi
Autogrill
Azimut
9197
9268
9050
9143
9582
9033
9325
9506
9280
9292
9397
9474
9472
9548
9533
9542
9514
9349
9616
9537
9029
9610
9037
9569
9874
9048
9040
9092
9041
9516
9045
9518
9102
9068
9557
9556
Banca Generali
Banca Ifis
Banca Italease
Banco Popolare
Basicnet
Bastogi
Bb Biotech
Bca Carige
Bca Carige R
Bca Finnat
Bca Intermobiliare
Bca Pop.etruria E
Bca Pop.milano
Bca Pop.spoleto
Bca Profilo
Bco Bilbao Vizcaya
Bco Desio-brianza
Bco Desio-brianza
Bco Popolare W10
Bco Santander
Bco Sardegna Rnc
Beghelli
Benetton
Beni Stabili
Bialetti Industrie
Biesse
Boero
Bolzoni
Bon Ferraresi
Brembo
Brioschi
Bulgari
Buongiorno
Burani F.g
Buzzi Unic R
Buzzi Unicem
9329
9327
9066
9058
9306
9056
9061
9617
9527
9333
9053
9312
9580
9067
9042
9087
9070
9317
9027
9073
9508
9452
9835
9454
9100
9522
9570
C Latte To
Cad It
Cairo Communicat
Caltag Edit
Caltagirone
Camfin
Campari
Cape Live
Carraro
Cattolica As
Cdc
Cell Therap
Cembre
Cementir Hold
Chl
Ciccolella
Cir
Class Editori
Cobra
Cofide
Cr Artigiano
Cr Bergamasco
Cr Valtel W09
Cr Valtellinese
Credem
Crespi
Csp
9355
9047
9676
9089
9090
9103
D’amico
Dada
Damiani
Danieli
Danieli Rnc
Data Service
0,549
0,966
7,850
3,572
36,408
0,679
0,624
2,559
13,709
0,302
0,441
0,163
0,268
3,213
0,764
8,936
1,541
0,015
1,441
2,608
9,564
3,839
3,196
3,114
0,678
1,476
10,415
5,083
54,147
1,345
0,996
3,267
17,300
0,688
0,731
0,416
0,423
6,120
1,488
12,142
2,954
0,049
1,539
4,329
13,786
5,671
5,966
4,874
2,018
5,161
1,099
1,917
1,047
1,411
38,083
1,585
1,960
0,357
2,128
2,805
2,783
4,007
0,380
4,332
3,604
3,796
0,062
4,065
7,866
0,342
4,561
0,372
0,172
2,888
21,000
1,244
22,616
2,168
0,159
2,835
0,495
7,273
3,848
6,869
3,059
6,979
2,519
5,951
1,426
3,622
48,909
2,570
2,842
0,525
2,912
4,272
4,477
5,191
0,536
9,300
4,923
4,506
0,152
7,173
9,855
0,641
6,224
0,630
0,351
5,290
24,100
1,873
29,956
4,259
0,277
4,478
0,711
10,125
7,096
11,922
+5,145
+0,127
-0,248
-0,244
+0,629
-0,787
-1,316
-0,971
-1,535
+2,740
+0,939
+0,306
-4,545
-2,518
1,513
3,738
1,428
1,399
1,920
0,158
3,928
0,363
2,308
13,120
0,666
0,039
2,594
1,728
0,075
0,582
0,661
0,574
0,887
0,315
1,846
18,685
0,201
4,803
1,727
0,168
0,555
2,184
5,185
2,175
2,300
2,699
0,340
4,935
0,500
2,738
26,553
1,312
0,372
3,541
2,701
0,204
0,918
0,893
0,747
2,743
0,411
2,060
27,658
1,065
7,370
4,249
0,395
1,023
1,063 -0,747
4,497 -4,309
1,026 -0,388
7,030 +4,148
4,180 -0,713
1,000 -1,961
0,991
4,593
0,716
5,700
3,688
0,562
1,388
7,358
1,034
9,246
5,316
1,164
-3,282
+0,873
-5,084
+0,835
+1,547
-0,467
+1,377
-3,987
+4,063
+0,167
-2,133
+10,314
-3,833
+3,376
-7,083
-5,972
-1,290
+3,877
-1,738
+3,575
-0,968
+3,478
B
-5,405
-3,390
+1,203
+1,386
-3,036
+2,006
-2,768
-1,282
-2,746
+1,054
+2,797
+2,161
-0,517
-4,827
-1,216
-1,456
-1,489
C
D
1,094
4,593
1,034
6,969
4,269
1,019
Gli indici
S&p/mib
Mib 30
Mibtel
Midex
All Star
Mibtes
Mib30s
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6 1,08
6 0,98
6 1,21
+1,14
+0,05
+0,04
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v TITOLO
Quot. uff.
in euro
Quot. rif.
in euro
9018
9072
9003
9598
9326
9351
9359
Datalogic
De’longhi
Dea Capital
Diasorin
Digital Bros
Dmail Group
Dmt
4,061
1,513
1,069
16,610
1,989
3,986
5,522
4,085
1,515
1,059
16,750
2,000
4,050
5,450
+0,864
+1,067
+4,851
+1,515
9274
9275
9138
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9188
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9575
9347
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9576
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9084
9088
9011
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9627
9139
9628
9081
Edison
Edison R
Eems
El.en
Elica
Emak
Enel
Engineering
Eni
Enia
Erg
Erg Renew
Ergo Previde
Ergy Capital
Ergy Capital W11
Espresso
Esprinet
Eurofly
Eurotech
Eutelia
Everel Group
Exor
Exor Priv
Exor Risp
Exprivia
0,938
1,352
1,139
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3,630
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+0,773
+1,346
+4,578
INDICI
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Franc.xetra Dax
Lnd Ft 100
Parigi Cac 40
Tokyo Nikkei
VAR
-1,65
-2,09
+0,18
-0,90
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+1,24
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0,833
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3,353
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1,404
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4,313
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1,080
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12,310
2,457
8,601
0,651
4,356
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17,902
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1,030
E
-3,797
+6,250
-2,041
+2,751
+2,061
+11,900
-2,280
-5,966
-0,604
-0,566
+4,704
F
v TITOLO
Quot. uff.
in euro
Quot. rif.
in euro
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-5,733
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0,692
Intesa Sanpaolo Rn
Inv E Sviluppo Med
Invest E Svil W09
Invest E Sviluppo
Ipi
Irce
Iride
Isagro
It Holding
It Way
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Italcementi
Italmobil
Italmobil R
Var. Rif. Min. anno Mass. anno
in %
in euro
in euro
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+0,907
-1,805
+0,634
+1,130
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2,018
0,980
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2,005
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9,711
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-1,143
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0,873
J
9116 Juventus Fc
K
9358
9253
9269
9270
9334
K.r.energy
Kinexia
Kme Group
Kme Group Risp
Kme Group W09
9524
9430
9594
9207
9344
La Doria
Landi Renzo
Lazio
Lottomatica
Luxottica
9821
9245
9513
9019
9052
Maire Tecnimont
Management E C
Marcolin
Marr
Mediacontech
0,187
2,138
0,666
0,991
0,030
0,184 -0,915
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0,666
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2,816
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2,196
0,274
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9,571
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0,996
0,334
1,017
4,562
1,736
1,637
0,551
1,404
5,555
2,416
L
M
v TITOLO
9558 Prima Industrie
9353 Prysmian
Quot. uff.
in euro
Quot. rif.
in euro
Var. Rif. Min. anno Mass. anno
in %
in euro
in euro
8,659
8,629
8,400
8,385
-0,709
-0,710
6,005
6,074
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10,801
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0,783
2,034
4,240
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0,122
0,949
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0,254
0,156
0,220
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2,007
4,265
15,850
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+4,762
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-2,312
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6,756
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1,400
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1,005
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5,600
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6,085
-2,967
-4,011
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+4,374
7,900
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0,610
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1,192
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1,555
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0,400
1,342
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2,000
R
9238
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9564
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R Demedici
Ratti
Rcs Medgr R
Rcs Mediagr
Rdb
Recordati
Reply
Retelit
Retelit W 08-11
Ricchetti
Rich Ginori
Risanamento
9590
9579
9505
9481
9091
9247
9248
9222
9837
9008
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9257
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9297
9115
9271
9272
9190
9276
9618
9032
9278
9315
9283
9550
9596
Sabaf
Sadi Servizi Indus
Saes Gett Rnc
Saes Getters
Safilo Group
Saipem
Saipem Ris
Saras
Sat
Save
Seat Pg
Seat Pg R
Sias
Snai
Snam Gas
Snia
Snia W10
Socotherm
Sogefi
Sol
Sole 24 Ore
Sopaf
Sorin
Stefanel
Stefanel Rnc
Stmicroel
+2,151
+4,485
+13,696
S
+0,058
-4,000
+3,021
+3,561
+3,448
+1,434
+0,658
+4,261
+1,134
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-4,491
+3,152
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T
9031
9193
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9063
Tas
Telecom It
Telecom It R
Telecom Me
Telecom Me R
Tenaris
Terna
Tiscali
Tod’s
Trevi Finanz
Trevisan Com
Txt
9287
9201
9082
9083
9352
9303
Ubi Banca
Uni Land
Unicredit
Unicredit Risp
Unipol
Unipol P
9024
9308
9309
9310
V Ventaglio
Vianini Indus
Vianini Lavori
Vittoria Ass
U
9004
9112
9113
9114
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9244
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Fastweb
Fiat
Fiat Priv
Fiat Rnc
Fidia
Fiera Milano
Fil Pollone
Finarte Aste
Finmeccanica
Fmr Art’e’
Fond-sai
Fond-sai R
Fullsix
15,576
7,022
3,777
4,338
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8,990
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-0,975
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G
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9131
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Gabetti
Gas Plus
Gefran
Gemina
Gemina Rnc
Generali
Geox
Gewiss
Grandi Viaggi
Granitifiandre
Gruppo Coin
Gruppo Minerali M
0,700
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2,888
0,967
3,936
2,222
7,600
1,358
1,368 +5,231
1,124
1,613
0,813
11,940
0,498
1,711
5,360
1,630
1,950
0,237
0,522
2,015
1,379
1,368
13,519
0,759
2,236
7,749
4,417
4,500
0,364
0,824
4,406
2,720
H
9251 Hera
I
9036
9515
9001
9075
9076
9174
9336
9290
9122
9554
9186
Igd
Ima
Immsi
Impregilo
Impregilo R
Indesit Com
Indesit Com Rnc
Intek
Intek R
Interpump
Intesa Sanpaolo
0,924
12,413
0,591
2,226
7,749
2,763
3,620
0,364
0,824
2,860
2,122
0,933
12,400
0,579
2,177
7,965
2,710
3,700
0,361
0,829
2,780
2,115
+1,412
+0,405
-0,172
+2,230
+6,413
+7,968
+11,782
+3,582
+9,801
-1,331
-2,309
Euribor / Oro monete
Borse estere
6038
6041
6047
6037
6035
6042
Var. Rif. Min. anno Mass. anno
in %
in euro
in euro
SCADENZA
1 Mese
6 Mesi
12 Mesi
Tasso 360 Tasso 365
1,055
1,644
1,802
1,070
1,667
1,827
Oro monete
TITOLO
Oro Fino (per Gr.)
Denaro
20,660
Lettera
22,000
Argento (per Kg.)
Sterlina (v.c)
Sterlina (n.c)
Sterlina (post.74)
Marengo Italiano
Marengo Svizzero
Marengo Francese
232,410
145,900
145,900
145,900
116,200
113,620
113,620
9543
9173
9539
9458
9429
9039
9175
9176
9494
9178
9010
9014
9046
9095
9500
9184
9185
9451
Mediaset
Mediobanca
Mediolanum
Mediterranea A
Mid Ind Cap W10
Mid Industry Cap
Milano Ass
Milano Ass R
Mirato
Mittel
Molmed
Mondadori
Mondo Tv
Monrif
Monte Paschi
Montefibre
Montefibre R
Mutuionline
3,621
6,727
2,730
2,041
0,109
14,900
1,814
2,035
4,484
2,755
1,236
2,481
3,467
0,404
1,063
0,166
0,210
3,682
3,532
6,565
2,625
1,992
0,109
14,900
1,815
1,973
4,380
2,787
1,220
2,440
3,435
0,405
1,059
0,162
0,210
3,765
+10,909
-0,914
+0,292
+2,273
+1,243
-2,049
-0,095
+4,656
3,101
4,852
2,059
1,283
0,065
13,400
1,120
1,233
3,463
2,429
0,778
2,297
2,740
0,402
0,791
0,124
0,134
2,750
4,520
7,959
3,172
2,308
0,278
15,500
2,320
2,426
4,934
3,247
1,236
3,739
4,616
0,495
1,578
0,223
0,249
3,682
0,600
0,022
2,147
0,600
0,022
2,140 +1,905
0,593
0,016
1,575
0,621
0,039
2,220
0,432
0,286
0,415 +3,750
0,270 -7,216
0,213
0,115
0,460
0,422
1,194
1,184
0,469
6,598
0,913
1,930
1,952
0,148
0,182
0,289
9,010
0,389
0,966
0,838
2,314
1,554
0,688
9,910
1,324
3,947
5,745
0,309
0,302
0,403
10,957
0,827
1,406
1,077
-3,418
-3,028
-2,688
-1,872
+0,134
-0,820
-0,202
-2,667
V
W
9707 W Inv E Svil Med 1
9133 Warr Intek 11
Z
9239 Zignago Vetro
9314 Zucchi
9340 Zucchi Rnc
N
9111 Negri Bossi
9316 Negri Bossi W10
9236 Nice
O
9529 Olidata
9147 Omnia Network
P
9013
9110
9109
9534
9180
9206
9151
9208
9209
9213
9567
9183
9350
9465
304,710
175,600
175,600
175,600
144,610
134,280
134,280
Panariagroup
Parmalat
Parmalat W15
Permasteelisa
Piaggio
Pininfarina
Pirelli Real
Pirelli&co
Pirelli&co R
Pol Editoriale
Poligraf S F
Poltrona Frau
Premafin
Premuda
1,297
1,554
0,646
8,810
1,094
3,489
4,053
0,211
0,247
0,346
10,439
0,767
1,020
0,910
1,233
1,520
0,638
8,690
1,050
3,407
4,030
0,209
0,256
0,340
10,460
0,735
1,007
0,920
-3,747
-1,363
-0,391
-1,697
-4,545
+4,125
+7,467
+4,636
+17,431
-0,875
-0,853
-3,859
+0,700
+2,222
Pronto Borsa
• 166.828.828
• 166.848.848
• 166.868.868
Nuovi numeri diretti
Quotazione singolo
titolo (il codice è pubblicato a sinistra del
titolo stesso)
Gestione lista personalizzata
Tassi d'interesse
• 166.858.858
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IL CENTRO
A5
ATTUALITA’
MARTEDÌ
7 aprile 2009
37
Visita a sorpresa della cancelliera ai 700 soldati tedeschi in Afghanistan. Solo una telefonata al premier di Kabul
La Merkel evita Karzai e critica la legge pro-stupri
BERLINO. Angela Merkel, in Afghanistan per una visita a sorpresa ai soldati
tedeschi stanziati a Kunduz, ha evitato
di incontrare Hamid Karzai, il presidente che la cancelliera tedesca ha sentito
solo per telelefono esprimendogli forte
disappunto per la legge sul matrimonio
che legalizza gli stupriconiugali nelle famiglie sciite. La controversa normativa,
che ha suscitato una valanga di critiche,
è stata firmata a marzo da Karzai ma ancora non è stata pubblicata ed è ora oggetto di un’attenta revisione. Sulle emittenti televisive tedesche ci si chiede se il
mancato incontro con Karzai vada interpretato come un segnale di critica al go-
verno afgano, e si sottolinea che ovviamente la cancelliera non si è espressa a
riguardo.
Merkel ha detto chiaramente al presidente afghano e gli ha detto che la legge
sul matrimonio proprio non va e che
non è compatibile con i valori e i diritti
umani.
La visita della cancelliera all’accampamento di Kunduz, dove sono dispiegati
700 soldati tedeschi - e dove ne morirono
3 l’anno corso - è stata tenuta segreta fino all’ultimo momento, per ragioni di sicurezza, spiega la stampa locale. Merkel
si è detta ottimista sulla situazione - «c’è
speranza» ha detto - sostenendo però che
sul posto «le condizioni di sicurezza devono ancora migliorare».
Dopo il decollo dell’aereo della cancelleria tedesca Angela Merkel sono stati
lanciati due razzi. L’attacco è stato rivendicato dai talebani, ma un esponente dell’esercito tedesco ha negato che l’obiettivo del lancio fosse la cancelliera: «E’
una totale sciocchezza», ha detto il portavoce. Poco prima un rappresentante dei
talebani, Sabiullah Mudschahid, aveva
dichiarato alla Dpa che il bersaglio dell’attacco era proprio l’aereo della Merkel. Secondo il governo tedesco due razzi sono caduti fuori dal campo di Kunduz senza provocare nè feriti nè danni.
Obama: «Non faremo mai guerra all’islam»
Il presidente Usa in Turchia rompe clamorosamente con l’eredità di Bush
dal corrispondente Andrea Visconti
NEW YORK. Mai gli Stati Uniti faranno guerra al mondo musulmano. Lo ha dichiarato senza mezzi
termini Barack Obama che parlando ieri davanti al parlamento turco ha preso ancora una volta le di«So che la fiducia che c’era
fra di noi è stata messa a dura
prova e so che questa tensione si avverte in molti paesi dove si pratica la fede musulmana», ha detto il presidente Usa
che ha scelto la Turchia come
primo paese islamico da visitare nel corso della sua prima
missione ufficiale all’estero.
«Permettetemi di dire questo
nel modo più chiaro possibile:
gli Stati Uniti non sono in
guerra con l’Islam ne intendono mai esserlo». Il messaggio,
pronunciato nella capitale Ankara dvanti ai membri del
Parlamento, è venuto il giorno dopo che Obama parlando
a Praga aveva sollevato la
questione dell’ingresso della
Turchia nell’Unione Europea
e aveva espresso parere favorevole. «Non ci sono solamen-
stanze da George W. Bush cercando di lanciare un messaggio con
cui iniziare una lenta operazione
per ricucire le relazioni fra Occidente e Islam e gettare le basi per
un nuovo rapporto di fiducia.
Il presidente Barack Obama con Tayyip Erdogan
Attentati simultanei in cinque diverse parti della città
te ponti sul Bosforo che collegano la Turchia all’Europa»,
ha detto il capo della Casa
Bianca sostenendo che l’ingresso della Turchia nella Ue
servirebbe ancora una volta
proprio ad espandere e rafforzare la base dell’Europa.
Obama, accolto con entusiasmo dalla maggior parte dei
membri del Parlamento di Ankara, ha insistito su quanto
sia importante che l’occidente
faccia di tutto per rendere
quanto più solida possibile la
partnership con il mondo musulmano. E a questo scopo ha
fatto riferimento al terrorismo che rischia di mettere in
subbuglio la parte orientale
della Turchia abitata dalla minoranza kurda.
Il presidente Usa ha parlato
specificamente di «attività terroristiche» per mano del Pkk,
il movimento separatista curdo che vorrebbe arrivare a
spaccare la Turchia per creare una nazione separata che
inglobi parte dell’Iraq settentrionale.
La missione di Obama nel
mondo islamico non si limi-
Era indagato per corruzione
Sei autobombe a Baghdad
morte almeno 32 persone
Cadono le accuse
contro il leader
sudafricano Zuma
BAGHDAD. Come negli anni peggiori dopo la caduta del
regime di Saddam Hussein,
un’ondata di attentati ha ieri
ripetutamente scosso Baghdad: sei autobombe sono
esplose in cinque diverse zone della città causando la morte di almeno 32 persone e il ferimento di altre 140. Una sequenza micidiale, iniziata di
buonora, alle 07:00, con una
esplosione accanto ad un
gruppo di operai che attendeva nel quartiere al Allawi di
andare al lavoro: i morti sono
stati cinque e i feriti quindici.
Poco dopo è stata la volta del
grande sobborgo sciita Sadr
City, per anni teatro di attentati che sono costati la vita a
megliaia di persone e da mesi
invece relativamente tranquillo. Ieri, l’esplosione di un’autobomba vi ha fatto 10 morti e
65 feriti. E ancora, due autobomba sono saltate in aria
quasi simultaneamente nel
PRETORIA. La Procura
generale sudafricana ha
annunciato la cessazione
dei procedimenti giudiziari per corruzione contro il
candidato favorito alla presidenza, Jacob Zuma, mettendo fine a otto anni di indagini a meno di tre settimane dalle elezioni generali.
«Non è possibile nè desiderabile per la Procura generale continuare i procedimenti contro il signor
Zuma» ha dichiarato il
procuratore generale, Mokotedi Mpshe, nel corso di
una conferenza stampa. Il
procuratore ha motivato
la sua decisione con la condotta «inappropriata» del
capo dei servizi investigativi della Procura al tempo dell’incriminazione di
Zuma, Leonard McCarthy.
quartiere di Um al-Maalif, in
un mercato popolare, causando 12 morti e 25 feriti, tra cui
numerose donne e bambini. E
non era finita: un ordigno celato in un minibus nel quartiere Nuova Baghdad è esploso
al passaggio del convoglio di
un alto magistrato, provocando la morte di due persone e il
ferimento di altre quattro.
Poi, nel quartiere Husseiniya,
una autobomba parcheggiata
ai margini di una strada è
esplosa provocando quattro
morti e venti feriti. Nessuno
ha rivendicato l’ondata di attentati, mentre le forze della
sicurezza da giorni erano in
stato di allerta in tutto il paese, e a Baghdad in particolare, in vista del 9 aprile, anniversario della caduta del regime di Saddam. Le autorità ufficiali non hanno ancora fatto
commenti, mentre diversi uomini politici si sono affrettati
ad esprimere condanna.
terà a questo incontro col Parlamento. Per oggi è previsto a
Istanbul un meeting con un
gruppo di leader religiosi e
una visita alla moschea dedicata al Sultano Ahmed. La
giornata si concluderà con
uno scambio di domande e risposte con un gruppo di studenti turchi.
Ma il messaggio di apertura
al mondo islamico di Obama
deve fare i conti anche con l’opinione pubblica negli Stati
Uniti. Mentre la maggior parte degli americani sono aperti
ad un rapporto normalizzato
col mondo musulmano, sulla
base del rispetto delle reciproche differenze, c’è una parte
dell’elettorato Usa che vede
ancora con sospetto Obama e
i suoi legami col mondo islamico.
Già in campagna elettorale
circolarono email in cui veniva accusato di essere segretamente un musulmano che
una volta alla Casa Bianca
avrebbe cercato di radicalizzare l’America lontana dalle
sue radici cristiane e trasformarla in un paese islamico.
L’Italia, presidente di turno del G8, sostiene l’apertura di Obama al mondo islamico
Angela Merkel in Afghanistan
SFUMA LA COMMESSA FINMECCANICA
-GATES FERMA IL SUPER-ELICOTTERO
Il ministro della Difesa statunitense, Robert Gates, raccomanda lo stop
al programma di sviluppo del nuovo
elicottero del presidente Usa, nel quale è impegnata anche AgustaWestland (Finmeccanica). Secondo Gates il costo è salito a 13 miliardi di dollari contro i 6,5 miliardi previsti inizialmente. «Credo che questo non sia
consigliabile nè sostenibile».
IN TV A GAZA, SDEGNO IN ISRAELE
-HAMAS: «GLI EBREI BEVONO SANGUE»
Sdegno in Israele un per un filmato, trasmesso dalla televisione di Hamas a Gaza, in cui si afferma che gli
ebrei «vogliono bere il sangue degli
islamici e degli arabi» e che lo usano
«per sciacquarsi le mani». Il filmato
mostra due attori palestinesi vestiti
come ebrei ortodossi che, ondeggiando col corpo, ne simulano le preghiere rituali, suscitando l’ilarità del pubblico.
PERÙ, È ACCUSATO DI MASSACRI
-SENTENZA PER FUJIMORI
Oggi la Corte Suprema di Lima (Perù) emetterà la sentenza nei confronti dell’ex presidente Alberto Fujimori
accusato di essere il mandante di due
massacri avvenuti durante il suo
mandato (1990-2000), in cui hanno trovato la morte 25 persone.
PIRATERIA
Somalia, sequestrata anche una nave italiana
ROMA. Nuova offensiva dei pirati
al largo della Somalia: cinque le imbarcazioni prese d’assalto nell’Oceano Indiano dallo scorso sabato e tra le
ultime catturate ieri c’è anche una nave britannica gestita da una società
italiana, la B Navi, con sede a Marina
di Carrara. La nave si chiama Malaspina Castle, stazza 32.000 tonnellate
ed è stata sequestrata al largo della
Somalia. La nave figura nella flotta
dell’armatore Enrico Bogazzi.
Zapatero, rimpasto anti-crisi
Il ministro Franco Frattini vola in Siria e Libano
Incontrerà il premier Assad e i leader Hezbollah Una donna, Elena Salgado, al comando dell’economia
ROMA. Il ministro degli
esteri Franco Frattini è da
oggi in medio Oriente, prima a Beirut e poi a Damasco. Dai leader libanesi e siriani che incontrerà (in
agenda anche un faccia a faccia con il presidente Bashar
al-Assad), Franco Frattini
avrò modo di sentire i contrastanti stati d’animo che
dominano le cancellerie della regione dopo le aperture
di Narack Obama al mondo
musulmano.
L’Italia, presidente di turno del G8, sostiene con convinzione la strategia del dialogo che l’amministrazione
democratica di Obama intende seguire con Siria e Iran
dopo gli anni di gelo con
Il ministro Franco Frattini
George W. Bush alla Casa
Bianca. A patto ovviamente
che Damasco e Teheran mostrino una reale volontà di
collaborare nello sciogliere i
nodi dell’area, a cominciare
da dal rebus israelo-palestinese. Già stasera il capo della diplomazia italiana raggiungerà Beirut, dove domani ha in agenda una fitta serie di colloqui con i vertici
istituzionali alla vigilia delle
delicate elezioni parlamentari che si terranno nel Paese
dei Cedri il prossimo 7 giugno.
Frattini incontrerà il capo
dello Stato cristiano maronita Michel Suleiman, il presidente del Parlamento, lo sciita Nabih Berri alleato degli
Hezbollah, il primo ministro
sunnita Fuad Siniora e il ministro degli Esteri Faouzi
Salloukh e lo sciita Nabih
Berri alleato degli Hezbollah.
MADRID. Via Pedro Solbes,
sostituito ai comandi dell’economia spagnola da una donna, Elena Salgado, dentro i
«baroni» del Psoe Josè Blanco e Manuel Chaves: questi i
contorni del rimpasto di governo anti-crisi di Josè Louis
Zapatero, che la stampa spagnola unanime ieri in prima
pagina dà per imminente, citando fonti del partito socialista del premier.
La mossa dovrebbe essere
annunciata nei prossimi giorni dal capo del governo al
rientro dall’attuale giro di
vertici europei e atlantici. Le
fughe di notizie sul rimpasto
hanno irritato Zapatero, scrivono i quotidiani di Madrid,
diminuendo l’impatto della
tanto attesa «foto con Oba-
ma»: l’istantanea scattata dopo il suo incontro a Praga con
il nuovo inquilino della Casa
Bianca la rivincita dopo 5 anni di gelo con gli Usa.
Il predecessore di Barak
Obama George W. Bush si
era sempre rifiutato di incontrare il premier socialista, facendogli pagare il ritiro spagnolo dall’Iraq, prima decisione rpesa da Zapatero dopo il
suo arrivo al potere nel marzo 2004. «Sono contento di
chiamarla amico» ha detto
Obama a Zapatero davanti ai
cronisti. Una frase ieri sulle
prime pagine dei giornali di
Madrid. Da alcune settimane
secondo la stampa il premier
spagnolo aveva previsto di
procedere al rientro dalla
tournee dei vertici, e con la fo-
to con Obama in tasca, ad un
forte rimpasto di governo,
per ritrovare smalto e credibilità sul piano interno. L’ultimo sondaggio, pubblicato ieri
dal quotidiano di sinistra Publico, vede ora il Partido Popular di Mariano Rajoy con il
40,7% (+5% rispetto a gennaio) delle intenzioni di voto
davanti al Psoe di Zapatero,
al 39,2%.
Una tendenza che potrebbe
portare i socialisti ad un crollo alle europee. Il premier paga l’effetto crisi, e l’apparente
scarsa efficacia delle misure
prese per fronteggiare la recessione, che in Spagna fra
l’altro ha provocato già una
disoccupazione record al
15%, che salirà al 20% nel
2010.
38
MARTEDÌ
AN
NECROLOGIE
7 aprile 2009
†
†
PARTECIPAZIONE
Carlo De Benedetti, Monica
Mondardini e i Consiglieri di
Amministrazione del Gruppo
l’Espresso partecipano con
grande commozione al gravissimo lutto che ha colpito Giustino Parisse, giornalista de il
Centro Quotidiano dell’Abruzzo, per la scomparsa dei figli
PARTECIPAZIONE
Pasquale Galante e famiglia
sono vicini all’amico Giustino
Parisse e alla moglie in questa
tremenda prova.
MARIA PAOLA
e
DOMENICO
e del padre
DOMENICO
Roma, 7 aprile 2009
†
PARTECIPAZIONE
Sergio Baraldi, Maurizio De
Luca e Marco Moroni abbracciano con grande affetto Giustino Parisse per il tremendo
lutto che lo ha colpito con la
scomparsa del padre
PARTECIPAZIONE
Il direttore di area della A. Manzoni e C. Spa Emilio Zampacorta, partecipa con grande dolore
al lutto che ha colpito improvvisamente la famiglia Parisse per
la scomparsa dei propri cari.
Pescara, 7 aprile 2009
†
PARTECIPAZIONE
Fabio Pietrantonio si associa
al dolore che ha colpito l’amico
Giustino per la prematura perdita dei propri cari.
L’Aquila, 7 aprile 2009
†
Roma, 7 aprile 2009
†
PARTECIPAZIONE
Il Direttore de "il Centro" Luigi
Vicinanza affranto, partecipa
alla tragedia familiare di Giustino Parisse.
Pescara, 7 aprile 2009
†
PARTECIPAZIONE
Il Consigliere Delegato de "il
Centro" Domenico Galasso
partecipa con grande dolore al
lutto che ha così tragicamente
colpito la famiglia del giornalista Giustino Parisse.
Pescara, 7 aprile 2009
†
PARTECIPAZIONE
Roberto e Sabrina Marino si
stringono all’amico Giustino
sconvolto da una grande tragedia familiare.
Pescara, 7 aprile 2009
†
PARTECIPAZIONE
Pier Vittorio Buffa abbraccia
con grandissimo affetto Giustino a cui il terremoto ha portato via i figli
DOMENICO
e
MARIA PAOLA
e il
PAPA’
DOMENICO
MARIA PAOLA
e il
PADRE
Roma, 7 aprile 2009
†
PARTECIPAZIONE
L’amministrazione, la tipografia, l’ufficio diffusione e la rotativa del quotidiano "il Centro"
si associano al dolore di Giustino Parisse per il tremendo
lutto che lo ha colpito.
Pescara, 7 aprile 2009
di anni 85
Ne danno il triste annuncio la
moglie Giulia, i figli Camillo,
Velia, Antonio e Gabriele, i nipoti e i parenti tutti.
NON FIORI MA OPERE DI BENE.
I funerali si svolgeranno oggi alle
ore 15,00 partendo dall’abitazione dell’estinto in Via Tiburtina, 19
per la Chiesa parrocchiale di S.
Pancrazio, dopo le esequie la cara
salma verrà tumulata nel cimitero
di Chieti.
SI RINGRAZIA ANTICIPATAMENTE QUANTI PARTECIPERANNO.
Manoppello Scalo, 7 aprile 2009
D’EMILIO L. Manoppello S.
Tel. 085 8561065
ANNA MARIA
DI NINO
Pescara, 7 aprile 2009
Il rito funebre avrà luogo oggi 7 c.m.
alle ore 15.30 presso la Chiesa Parrocchiale di S. Francesco Di Paola.
†
PARTECIPAZIONE
Antonio Del Giudice abbraccia forte l’amico Giustino così duramente colpito da un destino inesorabile.
Non fiori ma opere di bene.
Chieti, 7 aprile 2009
LA SACRA CHIETI
Tel. 0871 349308 -336 429511
Ass. AIFAM
†
Improvvisamente, presso
l’Ospedale Clinicizzato di
Chieti, ha lasciato per sempre
i suoi adorati cari, la bella esistenza di
ved. BARBAROSSA
La ricordano con l’affetto di sempre i figli Enio, Gino, Mario e
Angelo, le nuore Adriana,
Anna, Antonella e Raffaella, i
nipoti ed i parenti tutti.
Una S. Messa in suffragio sarà celebrata oggi 7 Aprile, alle ore 18.00, nella Chiesa di S. Agostino in Marina di
Città Sant’Angelo.
Città Sant’ Angelo, 7 aprile 2009
Verrocchio Montesilvano
Tel. 085 4682032
Ass. Federcofit Abruzzo
†
Si è spenta serenamente la
cara esistenza di
ANTONIO
MELATTI
†
Ieri mattina alle ore 2.30, presso l’Ospedale Civile di Pescara, è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari
TRIGESIMO
6 Marzo 2009 6 Aprile 2009
“Non piangete la mia assenza,
sentitemi vicino e parlatemi ancora. Io
vi amero’ dal cielo come vi ho amati
sulla terra” (S. Agostino)
E’ trascorso un mese dalla
scomparsa dell’amato
La cara salma, proveniente da Chieti, giungerà a Fossacesia per la celebrazione delle Esequie, questa
mattina alle ore 10.00, nella Chiesa
Parrocchiale di San Donato.
LA FAMIGLIA ANTICIPATAMENTE
RINGRAZIA, E DISPENSA DALLE
VISITE A CASA DOPO LA CERIMONIA.
Fossacesia, 7 aprile 2009
AG. FUN. MARTELLI NICOLA
FOSSACESIA
AZIENDA CERTIFICATA
ISO 9001-2000
E SELEZIONATA ARCO-IFASS
NUMERO VERDE 800.466.467
Non fiori ma offerte da devolvere all’
A.I.L. (Associazione Italiana contro
le Leucemie - Linfomi e Mieloma).
Il rito funebre avrà luogo oggi 7 c.m.
alle ore 15, nella Chiesa Parrocchiale Madonna del Carmelo.
IL PRESENTE VALE QUALE ANNUNCIO E RINGRAZIAMENTO.
Scafa, 7 aprile 2009
On. Funebri SANELLI SALVATORE
SCAFA (PE) 085 8541377
GIOVANNI
CICORIA
Lo ricordano con l’amore di sempre la Moglie Marilena, i figli Rosario, Gianmatteo, Emilia con
Stefano ed Emiliano, la sorella
Lidia, i cognati Pierino, Carla
Pietro e Gina, i nipoti Alfonso,
Luca, Lisa, Nadia, Tomas e
Carmen uniti ad i parenti tutti.
Ci riuniremo in preghiera questa sera
Martedi’ 7 corr., alle ore 18,00 nella
Chiesa Santa Maria Lauretana per la
Santa Messa di Suffragio.
LA FAMIGLIA RINGRAZIA QUANTI SI UNIRANNO ALLE LORO PREGHIERE.
Cappelle Sul Tavo, 7 aprile 2009
†
La sera del 5 Aprile,presso
l’Ospedale di Città Sant’Angelo, ha raggiunto in Cielo la sua
adorata Maria
Agenzia Funebre
“DI ROSARIO Cristian” - Via Umberto
I 38/42 CAPPELLE SUL TAVO (PE)
Tel. 338.9272689
†
TRIGESIMO
11 Marzo 2009
11 Aprile 2009
“A voi che mi avete tanto amato non
guardate la vita che lascio
ma quella che comincio”
E’ trascorso un mese dalla
scomparsa dell’amata
Pescara, 7 aprile 2009
F.lli De Florentiis S.n.c.
Via Delle Caserme 50 Pescara
Tel. 085 690333
†
Ieri mattina alle ore 4 presso
l’Ospedale Civile di Vasto è venuta a mancare all’affetto dei
suoi cari
TERESA GASPARI
di anni 83
Ne danno il triste annuncio il figlio Luigi, il fratello Nicola, le
cognate, i nipoti e parenti tutti.
I funerali avranno luogo oggi 7 aprile
alle ore 15.30 a Gissi nella chiesa di
San Bernardino, partendo anticipatamente dall’ospedale.
Ieri mattina, è venuta a mancare all’affetto dei suoi cari
IN LUCIANI
Nel ricordarla con immutato
affetto ed infinito rimpianto a
quanti la conobbero, il marito WALTER, la figlia ANTONELLA, il genero ENNIO, la
mamma GIUSEPPINA , i
suoceri, le sorelle, i cognati
con gli adorati nipoti e parenti tutti, ne danno il triste annuncio.
di anni 66
Ne danno il triste annuncio la
moglie Rosanna, i figli Nadia e
Antonio, il genero Maurizio, la
nuora Daniela, il nipotino Pablo, le sorelle Maria e Iolanda,
i cognati, i nipoti e parenti tutti.
I funerali avranno luogo oggi 7 aprile
alle ore 9.30 muovendo dall’abitazione dell’estinto in Via Crisologo 27 per
la Basilica Madonna dei Sette Dolori.
†
MARIA
BUCCIERI
CAMILLO
MARCANTONIO
Non fiori ma opere di bene.
CRICCO MARIO Gissi (Ch)
Tel. 0873 937586
ANNIVERSARIO
10 Aprile 1999 10 Aprile 2009
GIANNINA CARBANI
Agenzia Funebre Di Peco
Francavilla- tel. 085 4910555
Gissi, 7 aprile 2009
†
Nel decimo anniversario dalla
scomparsa della Cara
Foro Di Ortona, 7 aprile 2009
La presente vale quale annuncio e
ringraziamento.
Roma, 7 aprile 2009
“La sua memoria cara rivivrà
eternamente nell ‘animo di quanti La
conobbero e Le vollero bene”
La famiglia anticipatamente ringrazia.
Ne danno il triste annuncio la
moglie Carmela, i figli Maria,
Anna, Rosella, Rita e Gabriele, i generi, la nuora, la sorella,
il cognato, i nipoti, i pronipoti e i
parenti tutti.
Ne danno il triste annuncio il
marito Nicola, i figli Luigi,
Luca e Pina, la nuora Emilia,
i nipotini Francesco, Nicolò
ed i parenti tutti.
Roma, 7 aprile 2009
I funerali avranno luogo oggi 7 aprile
alle ore 16 nella chiesa parrocchiale
di Maria SS. Immacolata (Foro di Ortona), muovendo anticipatamente
dall’ospedale.
Presso l’Ospedale di Pescara
è venuta a mancare all’affetto
dei suoi cari
PARTECIPAZIONE
I dipendenti tutti e gli agenti delle
filiali Manzoni in Abruzzo partecipano al profondo dolore che ha colpito Giustino Parisse per la prematura scomparsa dei propri cari.
PARTECIPAZIONE
Salvatore Mannironi e Federica
Paris sono vicini all’amico Giustino nell’immane tragedia che lo ha
colpito e lo abbracciano forte in questo momento di indicibile dolore.
Non fiori, ma opere di bene.
di anni 96
di anni 67
†
Affranti dal dolore ne danno i
triste annuncio i figli Franco,
Graziano Antonio e Gabriele,
le nuore Giovanna, Gioia ed
Edda, i nipoti Cristian, Roberta, Mariano, Mattia, Marinella, Manuel, Mirco e Giuseppe,
le sorelle, i cognati, amici e parenti tutti.
†
in Di Domenico
†
Pescara, 7 aprile 2009
LEONARDO
COLELLA
†
Roma, 7 aprile 2009
PARTECIPAZIONE
I colleghi della redazione del
quotidiano "il Centro" partecipano al dolore di Giustino Parisse per la dolorosa perdita
dei propri cari.
Circondata dall’affetto dei suoi
cari, presso l’ospedale civile di
Chieti, è venuta a mancare all’età di 84 anni
†
VED. LA MACCHIA
PARTECIPAZIONE
Luigi Carletti, Andrea Fusco e
Giorgio Paravano sono vicini a
Giustino Parisse nella tragedia
che lo ha colpito così duramente e piangono con lui
DOMENICO
†
GILDA
BELLANTE
†
e dei figli
e
Ieri notte, è venuto a mancare
all’affetto dei suoi cari
Pescara, 7 aprile 2009
DOMENICO
MARIA PAOLA
†
“ Le anime dei giusti sono nelle mani
di Dio”
IL CENTRO
GIOVANNI
OGNIBENE
di anni 78
Lo annunciano addolorati i figli
Francesco, Ennio, Angelo e
Giampiero, le nuore Patrizia,
Lucia e Donatella, i cognati, i
nipoti ed i parenti tutti.
I funerali avranno luogo questa mattina 7 aprile alle ore 10.00 nella Chiesa di S. Antonio.
Il presente quale annuncio e ringraziamento.
Montesilvano, 7 aprile 2009
Mambella Montesilvano
Tel. 085 4683833 - Ass. A.I.F.A.M
†
E’ tornato tra gli angeli
MATTEO MANFREDO
MASCIULLI
lo saluteremo tutti insieme oggi,
alle ore 14.30, nella chiesa parrocchiale S. Maria delle Grazie
in Palmoli.
Palmoli, 7 aprile 2009
O. F. MANGIOCCO ERMELINDA
PALMOLI
ASSOCIATO I.F.ASS. ABRUZZO
†
Ieri notte presso l’Ospedale civile di Pescara è venuta a mancare all’affetto dei suoi cari all’età
di 75 anni la cara esistenza di
MICHELINA
TALAMO
in FIORE - di anni 84
Ne piangono la scomparsa il
marito PIERINO, i nipoti e i parenti tutti.
I funerali avranno luogo Martedì 7
Aprile, nella Chiesa di San Giuseppe, muovendo dall’abitazione della
cara estinta in via V. vico Mazzini, 8
alle ore 16.00.
La Famiglia sentitamente ringrazia
quanti parteciperanno.
MARIA PIERI
VED. FIASTRA
Ne danno il triste annuncio i figli Anna con Mimmo, Ranieri
con Giordana, la cognata Maddalena, i nipoti e parenti tutti.
Non fiori ma opere di bene.
I funerali avranno luogo oggi martedì
7 c.m. alle ore 15 presso la chiesa
Sacro Cuore di Gesù in Piazza Sacro Cuore. La salma sarà tumulata
presso il Cimitero dei Colli.
La presente quale partecipazione
e ringraziamento.
Pescara, 7 aprile 2009
San Salvo, 7 aprile 2009
On. Fun. PRETA SAN SALVO
Agenzia Funebre DE COLLIBUS MOSCUFO (PE) Tel. 085-979675
ADELE FANTONE
Ved. DE LEONIBUS
La ricordano con l’amore di
sempre il figlio Francesco e la
nuora Vilma, la figlia Michelina ed il genero Giuseppe, i nipoti ed i parenti tutti.
Ci riuniremo in preghiera questa sera
Martedi’ 7 corr., alle ore 18,00 nella
Chiesa S. Andrea Apostolo per la
Santa Messa di Suffragio.
LA FAMIGLIA RINGRAZIA QUANTI SI UNIRANNO ALLE LORE PREGHIERE.
Collecorvino, 7 aprile 2009
Agenzia Funebre”DI ROSARIO
Cristian” - Via Umberto I 38/42
CAPPELLE SUL TAVO (PE) Tel.
338.9272689
†
RINGRAZIAMENTO
La famiglia CIPOLLONE, sentitamente ringrazia quanti hanno preso parte al loro vivo dolore, per la perdita della cara e
indimenticabile
GIUSEPPA
DI VITTORI
ved. CIPOLLONE
Pescara, 7 aprile 2009
La Floreale Tel. 085/4216859
www.lafloreale.com
†
La famiglia Anselmo ringrazia
di vero cuore parenti e amici
per la manifestazione dimostrata per la scomparsa del caro ed
indimenticabile
MARIO
Pescara, 7 aprile 2009
F.lli De Florentiis S.n.c.
Via Delle Caserme 50 Pescara
Tel. 085 690333
IL CENTRO
Tg1 11.30/13.30/17/20.00/23.05/0.45
Tg1 flash 6.30/7/7.30/8.00/9.00/9.30
21.10
6.00
6.05
6.10
6.45
7.35
10.00
11.00
12.00
14.00
14.10
16.15
16.50
18.50
20.30
21.10
MINISERIE
OGGI IN TELEVISIONE
Tg2 13.00/18.30/20.30/23.45
Tg2 flash 10/18.05
21.05 TALENTSHOW
21.10
ATTUALITÀ
Tg5 8.00/13.00/20.00/1.30/5.30
Tg Flash 10.00 Tg5 minuti 18.00
21.10
FICTION
X Factor
Ballarò
Squadra antimafia
La ragazza va in
convento dalle
Canossiane a
Venezia. Marin
è pronto
a tutto pur
di riaverla
Facchinetti
presenta
la semifinale.
Ospiti Mogol,
giudice
d’eccezione, e
Gianna Nannini
Giovanni Floris
si occuperà del
terremoto in
Abruzzo in
questa puntata
dal tema: l’Italia
e il suo futuro
Claudia e i suoi
uomini cercano
di fermare
lo scontro
tra le famiglie
dei Lo Pane
e degli Abate
6.25
6.55
7.00
9.45
10.00
11.00
13.30
13.50
14.00
14.45
16.15
17.20
18.10
19.00
19.35
20.25
21.05
X Factor (replica)
Quasi le sette
Cartoon Flakes
Un mondo a colori Files
Tg2punto.it Attualità
Insieme sul Due
Tg2 Costume e società
Medicina 33 Rubrica
X Factor Talentshow
Italia allo specchio
Ricomincio da qui Talk
Law & Order Telefilm
Tg Sport Notizie
X Factor Talentshow
Squadra Speciale Cobra 11
Estrazioni del Lotto
X Factor Talentshow. Conduce Francesco Facchinetti. In giuria Mara Maionchi,
Morgan e Simona Ventura
NOTTE
Sottovoce Di Gigi Marzullo
Scrittori per un anno
SuperStar Varietà
Stella del Sud Speciale:
“L’isola del raggio verde”
3.40 Prove tecniche
0.00 Scorie Conducono Nicola
Savino e Digei Angelo
1.15 Tg Parlamento Rubrica
1.25 Wolff Telefilm
2.10 Almanacco / Lotto
2.30 Tg2 Costume e società (r)
2.50 Medicina per voi Rubrica
3.20 Scanzonatissima
3.40 Caro amore Linda Christian e Tirone Power
3.45 Tg2 Medicina 33 (replica)
3.50 Effetto Ieri
4.10 I nostri problemi
4.15 Network per l’Università
La 7
MTV
23.10
Tg3 12/14.00/15.10/19/21.05/0.00
Tg3 regionali 7.30/14.20/19.30/0.10
Bakhita
Euronews Notizie
Anima Good News
Incantesimo 10 Fiction (r)
Unomattina Conducono il
programma Michele Cucuzza ed Eleonora Daniele
Tg Parlamento Rubrica
Verdetto finale Programma
condotto da Veronica Maya
Occhio alla spesa Rubrica
con Alessandro Di Pietro
La prova del cuoco Conduce Elisa Isoardi con la partecipazione di Beppe Bigazzi e Anna Moroni
Tg1 Economia Rubrica
Festa Italiana Programma
con Caterina Balivo
La vita in diretta Talkshow.
Conduce Lamberto Sposini
Tg Parlamento Rubrica
L’eredità Con Carlo Conti
Affari tuoi Con Max Giusti
Bakhita Miniserie con Fatou Kine Boye, Fabio Sartor, Stefania Rocca (seconda e ultima parte)
Porta a Porta
NOTTE
1.25
1.55
2.25
3.00
6.30
8.15
8.25
9.15
9.20
10.00
12.25
12.45
13.05
14.50
15.00
15.15
16.00
16.30
17.00
17.50
20.00
20.10
20.35
21.10
23.20
Il caffè Di Corradino Mineo
Art News Mirò: la terra
La Storia siamo noi
Verba volant
Cominciamo bene - Prima
Cominciamo bene Condotto
da Fabrizio Frizzi, Elsa Di
Gati e con Rita Forte
Tg3 Punto donna Rubrica
Le storie - Diario italiano
Terra nostra Telenovela
Tgr Leonardo Rubrica
Tgr Neapolis Rubrica
Trebisonda presenta:
La Tv dei ragazzi
Tg3 GT Ragazzi Notizie
Melevisione Cartoni
Cose dell’altro Geo
Geo & geo Conduce il programma Sveva Sagramola
Blob Videoframmenti
Agrodolce Teleromanzo
Un posto al sole Soap
Ballarò Programma d’attualità con Giovanni Floris
Martedì Champions
6.00
7.55
7.58
8.40
9.57
10.05
11.00
13.40
14.07
14.10
14.45
16.15
18.50
20.30
21.10
NOTTE
23.30
1.10 Un mondo a colori
1.40 Prima della Prima Dal Teatro Massimo di Palermo:
“Adriana Lecouvreur” di
Francesco Cilea
2.10 Fuori orario. Cose (mai) viste presenta Eveline
2.15 RAInews 24 Informazione
Tg5 Prima pagina
Traffico / Meteo 5
Borsa e monete Rubrica
Mattino Cinque Talkshow
condotto da Barbara D’Urso e Claudio Brachino
Grande fratello 9 Pillole
Mattino Cinque Talkshow.
Conducono Barbara D’Urso e Claudio Brachino
Forum Conduce il programma Rita Dalla Chiesa
Beautiful Soap
La fattoria Reality
CentoVetrine Soap
Uomini e donne Talkshow
Pomeriggio Cinque Talkshow con Barbara D’Urso
Chi vuol essere milionario
Conduce Gerry Scotti
Striscia la notizia - La voce
della supplenza Conducono Ficarra e Picone
Squadra antimafia - Palermo oggi Fiction (1ª visione
Tv) di Pier Belloni con Simona Cavallari, Claudio
Gioè (2ª puntata)
Matrix Attualità
NOTTE
2.00 Striscia la notizia - La voce
della supplenza (replica)
2.45 The Guardian Telefilm
3.40 Grande fratello 9 Reality (r)
4.15 Squadra emergenza Tf
CINEVIDEO
LE TRAME DEI FILM IN PROGRAMMA
TG/La7 6.00/12.30/20.00/1.00
Punto Tg 10.10
7.00 Omnibus Attualità
9.15 Omnibus Life Attualità
10.15 2 minuti un libro - Cultura e
approfondimento Rubrica
10.25 F/X Telefilm
11.30 Matlock Telefilm
12.55 Sport 7 Notizie
13.00 L’ispettore Tibbs Telefilm
14.00 Il diabolico dottor Mabuse
Film (1960) di Fritz Lang
con Wolfgang Preiss, Dawn
Adams, Peter Van Eyck
16.05 Relic Hunter Telefilm
17.05 Atlantide, storie di uomini
e mondi Documenti
19.00 J.A.G.-Avvocati in divisa Tf
20.30 Otto e mezzo Attualità. Conducono il programma Lilli
Gruber e Federico Guiglia
21.10 Crossing Jordan Telefilm
22.45 Cold Squad Telefilm
23.45 Victor Victoria Varietà. Conduce Victoria Cabello
1.25 Otto e mezzo (replica)
2.05 Alla corte di Alice Telefilm
3.05 2 minuti un libro (replica)
3.10 CNN News Collegamento in
diretta con la rete Tv americana che trasmette ininterrottamente 24 ore su 24
MARTEDÌ
T4
Il giornale non è responsabile dei cambiamenti
apportati ai programmi senza preavviso
MTV Flash 16/17/18/19/20/22.30
12.00
14.00
15.00
16.05
18.05
19.30
20.05
21.00
22.00
22.35
0.00
0.30
Chart Blast / Made
MTV Confidential / Next
TRL - Total Request Live
Into the Music
Chart Blast / Confidential
Best Driver Show
Greek Serie Tv
Nabari / Michiko e Hatchin
Death Note Cartoni animati
Central Station Show
South Park Cartoni animati
Brand: New Videos
All Music
ALL NEWS 13.00/16.00/19.00
9.45 The Club Videomessaggi
10.00 Deejay chiama Italia Conducono Linus e Nicola Savino
12.00 Inbox Video e sms
13.05 Inbox / The Club
14.00 Community
15.00 All Music Loves Indie
16.05 Rotazione musicale
19.05 The Club / Inbox
21.00 I Love Rock’n’Roll
22.00 Deejay chiama Italia (r)
23.30 Extra / The Club / All Night
/ IL DIABOLICO
DOTTOR MABUSE
Regia di Fritz Lang con W. Preiss.
Thriller - Ger/Fra/Ita 1960 (104 min.)
Diabolica: come definire altrimenti la macchinazione
messa a punto dal cieco Cornelius, o dovremmo forse
chiamarlo Jordan, per mettere le mani sull’eredità della
bella Marion? Ma l’imprevisto, l’incognita in grado di
neutralizzare i piani meglio
congegnati, si manifesta in
modo davvero inaspettato.
L’ultimo film di Fritz Lang.
La7, ore 14.00
/ ANNA AND THE KING
Regia di Andy Tennant con Jodie Foster, Yun-Fat Chow, Bai Ling, T. Felton. Commedia - Usa 1999 (156 min.)
Anna, giovane vedova con
un bambino, colta e vivace,
non sopporta più la rigidità
dell’etichetta vittoriana. Mongkut, re del Siam, è pronto a
favorire l’apertura alla cultura europea. Anna accetta di
istruire il principe ereditario. Scopre che gli allievi sono 58, tutti figli del sovrano.
Quel mondo le pare assurdo
e Mongkut un despota.
Rete 4, ore 21.10
/ ROLLERBALL
Regia di John McTiernan con Chris
Kein, Jean Reno, LL Cool J, R. Romijn-Stamos. Azione-Usa 2002 (98 min.)
Jonathan Cross è il più popolare campione di rollerball,
violenta evoluzione dell’hockey su pattini a rotelle. Con
l’amico Marcus e la bella Aurora incendia di passione le
folle e guadagna soldi a palate. Jonathan si rende conto troppo tardi che Alexi Petrovic, l’inventore del gioco,
trucca gli incontri affinché ci
scappi sempre il morto.
Rete 4, ore 24.00
/ CARO MICHELE
Regia di Mario Monicelli con Mariangela Melato, Delphine Seyring, L. Castel. Drammatico - Ita 1976 (115 min.)
Michele vive in esilio a Londra dopo essersi messo nei
guai con le rivolte studentesche del 1968. Il giovane si
mantiene in contatto epistolare con la madre Adriana,
rimasta vedova da poco, e
le due sorelle. Un giorno arriva la notizia che Michele è
morto. Dal romanzo omonimo di Natalia Ginzburg, un
film insolito e intelligente.
Rete 4, ore 2.20
7 aprile 2009
Studio Aperto 12.25/18.30/2.10/6.05
22.10
SHOW
Tg4 5.10/11.30/13.30/18.55/1.55
15.10
Mai dire Grande
fratello show
19.00
19.30
19.50
20.05
20.30
21.10
22.10
23.55
Cartoni animati
Pippi Calzelunghe Tf
Cartoni animati
Hope & Faith Sitcom
Ally McBeal Telefilm
Più forte ragazzi Telefilm
Secondo voi Rubrica
Studio Sport Notizie
MotoGp - Quiz
Cartoni animati
Smallville Telefilm
Kyle XY Telefilm
Malcolm Telefilm
SpongeBob / Spiders Riders / Gormiti Cartoni
Studio Sport Notizie
I Simpson Animazione
Camera cafè ristretto Sit
Camera cafè Sitcom
La ruota della fortuna Quiz
Buona la prima! Sitcom
con Ale & Franz
Mai dire Grande fratello
show Con la Gialappa’s,
Mago Forest e Lola Ponce
Chiambretti Night Show
TELEFILM
Wolff
Appena uscito
dal carcere
Lorenz Schuster
muore in un
incidente d’auto.
Wolff scopre che
è un omicidio
La battute sono
affare del Mago
Forest, Lola
Ponce si dedica
alle demenziali
coreografie
6.35
7.35
7.50
9.00
9.30
11.20
12.15
13.00
13.35
13.40
15.00
15.50
16.40
17.30
39
5.30
5.35
5.40
7.10
8.10
9.00
10.10
11.00
11.40
12.25
14.05
15.10
16.00
18.40
20.30
21.10
Secondo voi Rubrica
Peste e corna e gocce...
Kojak Telefilm
Quincy Telefilm
Hunter Telefilm
Nash Bridges Telefilm
Febbre d’amore Soap
My Life Soap
Detective in corsia Telefilm
Renegade Telefilm
Il Tribunale di Forum
Sessione pomeridiana
Wolff Telefilm
Squadra antimafia - Palermo oggi Fiction di Pier Belloni con Simona Cavallari,
Claudio Gioè, Giulia Michelini (replica 1ª puntata)
Tempesta d’amore Soap
Walker Texas Ranger Telefilm con Chuck Norris
Anna and the King Film
(1999) di Andy Tennat con
Jodie Foster, Yun-Fat
Chow, Bai Ling, T. Felton
NOTTE
NOTTE
1.45
2.25
3.05
4.10
Studio Sport Notizie
Talent 1 - Player Reality
I Soprano Telefilm
Sette note in nero Film
(1977) di Lucio Fulci con
Jennifer O’Neill, M. Porel
5.40 Studio Sport Notizie (r)
6.15 Still Standing Telefilm
0.00 Rollerball Film (2001) di John McTiernan con Chris
Kein, Jean Reno, LL Cool J
2.20 Caro Michele Film (1976) di
Mario Monicelli con Mariangela Melato, Delphine
Seyrig, Lou Castel
4.05 Peste e corna e gocce... (r)
4.10 Febbre d’amore Soap
Radiouno
Radio Deejay
Gr: 6/7/8/9/10/11/12/12.10/13/14/15/16/17/
18.00/19/21/23/0.00/1/2/3/4/5/5.30
7.35 La Borsa e la vita 8.30 Ultime da Babele 9.06 Radio anch’io 10.10 Questione di
Borsa 10.35 Nudo e crudo 11.40 Pronto, salute 12.35 La radio ne parla 13.25 Pianeta dimenticato 13.35 Musica Village 14.08 A tutto campo 14.15 Con parole mie 14.45 Ho
perso il trend 15.40 Radio City 17.40 Tornando a casa 19.35 Ascolta, si fa sera 19.40 Zapping 21.10 Zona Cesarini 23.15 Demo 23.45
Uomini e camion 0.25 L’Uomo della notte
News: 6/7/8/9/10/12/17/18/19/20. A cura di
Andrea Sessa, Paolo Menegatti, Stefania
Salardi, Marta Brambilla, Alex Prisco
6 Due a zero 7 Platinissima. Con Platinette
9 Il Volo del mattino. Con Fabio Volo 10 Deejay chiama Italia 12 Due a zero. Con Andrea e Michele 13.30 Ciao Belli. Con Digei
Angelo e Roberto Ferrari 15 Federico 16.30
50 Songs (everyday) 18 Pinocchio 20 Laura
Antonini 22 B Side. Con Alessio Bertallot 24
DeeNotte con i Vitiellos 2 Ciao Belli (replica) 3 Il Volo del mattino (r) 4 Pinocchio (r)
Radiodue
Radio Capital
Gr: 6.30/7.30/8.30/10.30/12.30/13.30/15.30
17.30/19.30/20.30/21.30
6 Tiffany 8 Il ruggito del coniglio 10 Grazie
per averci scelto 11.30 Fabio e Fiamma
12.10 Amnèsia 13 28 minuti. Con Barbara
Palombelli 13.40 Gli spostati 16 Condor 17
610 (sei uno zero). Di Lillo e Greg con Alex
Braga 18 Caterpillar 20 Alle 8 della sera:
“La Stasi sopra Berlino”. Di Paolo Soldini
20.32 Dispenser 21.35 Decanter 23 Nel frattempo 24 La mezzanotte di Radiodue 2 Remix 5 Prima del giorno. Con B. Condorelli
Dalle 9 alle 17 Capital Tribute: otto appuntamenti 9-17 Your Song: otto appuntamenti
6 Il Caffè. Con M. Cacciola e A. Lucatello
7.50 Risponde Zucconi 8.20 Lateral. Con L.
Bottura 9 Nine to Five. Con B. Senatore
10.30 Daily Bag. Con G. Bagatta 12 Nine to
Five. Con G. Cattaneo 12.30 Daily Bag. Con
G. Bagatta 14 Nine to Five. Con Mixo 17 Il
Caffè della sera. Con G. Ariemma 17.30 Daily Bag 18.50 Risponde Zucconi 20 Vibe. Con
M. Oldani 21 Whatever. Con L. De Gennaro
22 Capital Gold. Il meglio di Radio Capital
Radiotre
m2o
Gr: 6.45/8.45/10.45/13.45/16.45/18.45/22.45
7 Mondo 7.15 Prima Pagina 9 Ad alta voce:
“Fiesta” 9.30 Tabloid 10.15 Faccia a faccia
10.50 Scienza 11.30 Mondo 12 Concerto Euroradio 13 Il dottor Djembè 14 Ad alta voce:
“Fiesta” 14.30 Musica 15 Fahrenheit 16 Storyville 18 Saltare il muro 19 Hollywood Party 19.50 Suite 20 Velluto rosso 20.30 Teatro
alla Scala Milano: Il viaggio a Reims 23.30
Fantasmi 24 La fabbrica di polli 0.10 Battiti
1.30 Ad alta voce: “Il giorno della civetta”
m2-All News: 9.00/11.00
6.00 M2on line 7.00 M to Go. Il nuovo risveglio muscolare 9.03 Dual Core 2.0. 20 anni
di dance mixata. All’interno: Happy Edition
12.00 Boulevard Robiony. Posh Style 14.00
Il cammino di Gigi D’Agostino 15.00 Out of
Mind. Mixa and Selecta Live 17.00 M2on line 18.00 Gabry-2o 19.00 Real Trust 20.00 Tribe on line. La tribù di m2o 21 Trance Evolution 22 Stardust. Musica e Mixa 24 Sturdust
in Love 1 La noche escabrosa 4 Out of Mind
Sky Cinema 1
Sky Cinema Family
Sky Cinema Max
Sky Cinema Mania
Raisat Cinema
Sky Cinema Hits
7.00 Step up 2 Film (2008)
8.40 Prospettive di un delitto
Film (2008) con F. Whitaker
10.15 The minis... Nani a canestro! Film (2007)
11.40 Plutonio 239 - Pericolo invisibile Film (2006)
13.20 Sky Cine News Rubrica
13.35 Caos calmo Film (2007)
15.30 Natale in crociera Film
(2007) con C. De Sica
17.20 Alla ricerca dell’isola di
Nim Film (2008)
19.00 Onora il padre e la madre
Film (2007)
21.00 Prospettive di un delitto
Film (2008) con F. Whitaker
22.35 I predatori della città perduta Film (2008) con J. Brolin
0.40 Deja Vu - Amnesia d’amore
Film (2003)
2.20 Viva la Fenech Speciale
2.40 Non è un paese per vecchi
Film (2007) con J. Bardem
7.00 Gara di famiglia Film (2006)
8.30 Non dire sì Film (2005)
10.10 Pallottole d’amore Film
(2001) con S.J. Parker
11.50 Major League - La squadra
più scassata... Film (1989)
con C. Sheen, W. Snipes
13.40 Il Padrino Speciale
14.00 Blades of Glory Film (2007)
15.35 Striscia - Una zebra alla riscossa Film (2005)
17.20 Il diario di una tata Film
(2007) con S. Johansson
19.10 Sky Cine News Rubrica
19.25 Gara di famiglia Film (2006)
21.00 Pallottole d’amore Film
(2001) con Sarah Jessica
Parker, J. Knoxville
22.45 La casa Russia Film (1990)
con S. Connery, M. Pfeiffer
0.50 Doppia anima Film (1992)
2.35 Mrs. Doubtfire - Mammo
per sempre Film (1993)
con Robin Williams
6.05 Quel treno per Yuma Film
(2007) con Russell Crowe
8.15 Il Padrino Speciale
8.35 La notte dei morti viventi
Film (1990) con T. Todd
10.05 Premonition Film (2007)
11.45 Sky Cine News Rubrica
12.00 Ten - Omicidi in serie. Parte 1 Film (2008)
13.40 Squadra 49 Film (2004)
15.40 The Matador Film (2005)
17.25 The Kovak Box - Controllo
mentale Film (2006)
19.20 Ten - Omicidi in serie. Parte 2 Film (2008)
21.00 Croc - Caccia al predatore
Film (2007) con M. Madsen, E. Healey
22.35 Giovannona coscialunga...
Film (1973) con E. Fenech
0.15 Viva la Fenech Speciale
0.35 Narc - Analisi di un delitto
Film (2002) con Ray Liotta
2.25 La notte dei morti viventi F
7.05 L’ora di punta Film (2006)
8.45 Apocalypse Now Redux
Film (2001) con M. Brando
12.10 Le vele della libertà Film
(2000) con N. Kinski
13.55 Sky Cine News Rubrica
14.10 Se mi lasci ti cancello Film
(2004) con Jim Carrey
16.00 Edmond Film (2005)
17.25 Lascia perdere, Johnny!
Film (2007) con T. Servillo
19.05 Il Padrino Speciale
19.25 Hot Rod Film (2007)
21.00 Apocalypse Now Redux
Film (2001) con Marlon
Brando, Martin Sheen
0.30 Il coraggioso Film (1997)
con M. Brando, J. Depp
2.35 Edmond Film (2005) con
W.H. Macy, J. Stiles
4.00 Zucker! Come diventare
ebreo in 7 giorni Film
5.40 L’estate di mio fratello Film
(2006) con D. Veronese
6.00 La bellissima estate Film
(1974) con Senta Berger
7.45 Il bersaglio Film (1982)
9.30 Cugini Film (1989)
11.30 Zum zum zum - La canzone che mi passa per la testa Film (1969) con L. Tony
13.10 StracultSat Magazine
14.00 La stella del Nord Film
(1981) con S. Signoret
16.10 Hud il selvaggio Film (1963)
18.15 Scemo di guerra Film
(1985) con Coluche
20.10 StracultSat Magazine
21.00 Heartburn - Affari di cuore
Film (1986) con Jack Nicholson, Meryl Streep
22.50 Chinatown Film (1974) con
J. Nicholson, F. Dunaway
1.00 Non entrate in quella casa
(1980) con J.L. Curtis
2.35 L’orologiaio di Saint-Paul
Film (1974) con P. Noiret
4.20 Felice... Felice... Film
6.50 Missing - Dispersa Film
8.25 Viva la Fenech Speciale
8.45 Vivere un sogno - Goal! 2
Film (2007) con K. Becker
10.45 The Messengers Film
(2007) con D. Pang
12.20 Viva la Fenech Speciale
12.40 Correndo con le forbici in
mano Film (2006)
14.45 Svalvolati on the road Film
(2007) con John Travolta
16.25 Sky Cine News Rubrica
16.40 Bugsy Film (1991)
18.55 Vivere un sogno - Goal! 2
Film (2007) con K. Becker
20.55 Il Padrino Speciale
21.15 Quattro matrimoni e un funerale Film (1994) con Hugh Grant, Andy McDowell
23.20 Harsh Times - I giorni dell’odio Film (2005)
1.20 Correndo con le forbici in
mano Film (2006)
3.25 Svalvolati on the road Film
La solidarietà, la speranza
Il Centro
e il gruppo editoriale L’Espresso-Repubblica
con 100.000 euro
aprono una sottoscrizione popolare
in collaborazione con le Casse di risparmio
dell’Aquila, di Pescara e di Teramo
per aiutare le famiglie aquilane
sconvolte dal tremendo sisma del 6 aprile.
Chiunque volesse contribuire con una somma in denaro
può farlo utilizzando i numeri di conto corrente sotto elencati:
Banca CARISPAQ SpA
“Vittime terremoto L’Aquila”
Codice Iban: IT 53 Z 06040 15400 000 000 155 762
Banca CARIPE SpA
“Raccolta fondi pro terremotati d’Abruzzo”
Codice Iban: IT 19 B 06245 15410 000 000 000 468
presso Banca Caripe Spa Sede Pescara, corso Vittorio Emanuele 102/104 - Pescara
Banca TERCAS SpA
“Raccolta fondi pro terremotati d’Abruzzo”
Codice Iban: IT 48 L 06060 15300 CC 090 005 35 65
presso Banca Tercas Spa Sede Teramo, corso San Giorgio 36 - Teramo

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