Oratorio dei Bianchi dell`Ospedale dello “Spirito Santo”
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Oratorio dei Bianchi dell`Ospedale dello “Spirito Santo”
XXIV Giornate FAI di Primavera – 19 e 20 marzo 2016 MODULO SCHEDE STORICHE Gruppo FAI di Corleone Oratorio della Compagnia dei Bianchi dello “Spirito Santo” La storia della spedalità del paese di Corleone è stata per secoli connessa all’attività della Compagnia dei Bianchi dello “Spirito Santo” infatti sono riusciti prima a realizzare e poi a gestire, sino alla metà del ‘900, l’ospedale dedicato allo “Spirito Santo” prima e a “Vittorio Emanuele III” dopo. La Compagnia fu costituita presumibilmente tra l'ultimo decennio del '400 e i primi due decenni del '500 dagli esponenti delle più importanti famiglie della città, che si fecero carico di costruire un nuovo ospedale nel centro abitato situato nel quartiere dell’Annunziata. La Compagnia e il suo Ospedale hanno svolto il servizio ospedaliero , integrandolo con l'assistenza religiosa per i ricoverati , secondo le tassative prescrizioni della autorità ecclesiastica. Non meno importante è nella vita della Compagnia la cura e l’assistenza ai poveri “in cura gratuita per non perire miseramente”. Non è chiaro ancora , fino a quando dura il coinvolgimento diretto dei confrati nella gestione quotidiana dell’'Ospedale , ma certamente alla fine del XVII secolo essi saranno chiamati solo ad un controllo della attività assistenziale. Tra il 1617 e il 1678, la Compagnia dei Bianchi decise di allestire la celebrazione del Venerdì Santo, che continua ad essere una delle più importanti celebrazioni religiose del paese. Annesso al complesso monumentale del vecchio Ospedale, si trova l’Oratorio della Compagnia dei Bianchi dello Spirito Santo, che si presenta a pianta ellittica impreziosito ai quattro lati dalle statue in stucco di San Rocco, San Leoluca, San Sebastiano e di un’altra santa, dal presbiterio absidato che accoglie un pregiato altare ligneo policromo, del XVII secolo di autore ignoto, con decoro a finto marmo e dorature, poggiato su un basamento in marmo rosso con gradini, probabilmente provenienti dalla vicina cava di contrada Scalilli. Un maestoso e ricco apparato decorativo in stucco si sviluppa lungo le pareti e la volta dell’oratorio per poi terminare, nella calotta absidale, con la figura in rilievo del Padre Eterno con attorno un nugolo di putti svolazzanti, presunta opera del corleonese Leoluca Guarneri alla fine del XVIII secolo. Notevoli anche le due statue in legno policromo e dorato di San Paolo e Sant’Andrea, appartenenti al XV secolo. Di notevole importanza artistica era il pavimento in mattoni di maiolica raffigurante il “Transito di San Giuseppe” opera di Nicolò Sarzana e datato MDCC ma trafugato nel 2007. Oggi la Compagnia apre le porte dell’Oratorio solo per il giorno del Venerdì Santo, per l’uscita del simulacro del Cristo e per il rito del “bacia piedi” al simulacro del Cristo Morto da parte di tutti i confrati, che conclude la lunga giornata del Venerdì Santo. Sabrina Milone