bozza di idea strategia aree interne
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STRATEGIA NAZIONALE DELLE AREE INTERNE REGIONE ABRUZZO AREA GRAN SASSO – VALLE SUBEQUANA Bozza di Idea Gran Sasso- Valle Subequana La situazione attuale L’area interessata sta affrontando gli esiti della crisi economica che ha colpito pesantemente il territorio nazionale, arrecando danni alle piccole e medie imprese, che nel tempo hanno costituito una possibilità concreta di occupazione. Assistiamo in questo ultimo decennio ad un progressivo spopolamento contrastato in questi anni dall'afflusso di cittadini stranieri. Le giovani famiglie, nel tempo, hanno abbandonato le località più disagiate, per trasferirsi nei centri limitrofi più grandi. Vi è stato un afflusso di cittadini stranieri dell'Europa dell'Est impegnati prevalentemente in attività imprenditoriali (piccole imprese edili) e nei servizi domiciliari agli anziani che attraverso progetti Regionali, per le politiche per la famiglia gestiti dagli ambiti sociali, abbiamo cercato di formare ed organizzare nell’ambito del lavoro di cura. Inoltre, il territorio ha attratto stranieri europei di vecchia immigrazione, soprattutto danesi e svedesi, che hanno eletto questi luoghi per una vita lontana dai grandi centri urbani e incentrata sulla qualità dell'ambiente e della riscoperta dei borghi. Allo spopolamento, di contro, permane un patrimonio storico, culturale ed ambientale, che nel tempo è stato custodito e dal quale è possibile tracciare delle direttrici di sviluppo per disegnare il futuro. L’evento sismico del 2009, di cui gran parte dei comuni sono coinvolti, ha sottoposto a dura pressione le infrastrutture turistiche e gli stessi fattori di attrattiva, tra cui assumono primaria importanza i centri storici, elemento spesso preponderante dell’offerta turistica dei piccoli borghi montani. La delicata situazione creata dal terremoto e i conseguenti interventi di recupero e ripristino che si renderanno necessari, possono rappresentare un’occasione per programmare attentamente lo sviluppo locale e per ripensare e riqualificare il sistema di offerta turistica. Le amministrazioni comunali sono il soggetto chiave chiamate a supportare lo sviluppo condiviso del territorio omogeneo con vocazioni specifiche e ben individuate a coordinare azioni di interventi. La concertazione tra gli attori del sistema locale è fondamentale per la realizzazione di iniziative sinergiche ed efficaci e il perseguimento di modelli di sviluppo sostenibili nel lungo periodo. Nell’area si punta fondamentalmente alla conoscenza del territorio, alla formazione e all’innovazione progettuale, inclusa l'innovazione sociale. L’idea guida punta su una visione strategica che mette in risalto l'identità sociale, culturale e ambientale dell’area volta a trasformare in chiave di continuità investimenti in salute, turismo sostenibile, aree protette, spiritualità e arte, l’agricoltura e l’artigianato di nicchia in modo da far sì che possano di nuovo dare forza motivazione ed appartenenza ai cittadini del territorio. La fase di confronto avuto con i testimoni rilevanti dell’area e con i referenti regionali, durante i focus group, ha permesso di approfondire molte azioni della strategia che si delineranno nella presente bozza. Territorio interessato L’area Gran Sasso – Valle Subequana è composta da 24 comuni, tutti siti in provincia di L’Aquila. Tutte le amministrazioni del cluster rientrano nella categoria “aree interne”, di cui 14 comuni periferici e nessuno ultraperiferico. 19 comuni dell’area fanno parte del cratere sismico, ma anche altri 5 comuni sono stati colpiti dagli effetti del sisma del 2009. Al 1° gennaio 2015 l’intera area conta una popolazione di 9131 abitanti; il comune più popoloso è Castelvecchio Subequo (1010 residenti), mentre il meno popoloso è Carapelle Calvisio (83 abitanti). Si registra un decremento della popolazione pari a 46,5% (tra il 1971 e il 2011). Dal 2011 al 2015 la popolazione è diminuita del 2,4%. (227 persone). Tutte le amministrazioni dell’area sono piccoli comuni, ossia non superano la soglia dei 5.000 cittadini. Su una superficie totale pari a 650 kmq, il comune con la maggiore estensione è Castel del Monte (58 kmq), mentre il comune di dimensioni più contenute è Molina Aterno, con una superficie di 12 kmq. La densità abitativa media dell’area è di 14 ab./kmq. L’area è caratterizzata da una elevata presenza di persone anziane pari al 32,5% della popolazione residente. Vi si registra una percentuale elevata di stranieri residenti pari al 8,4% (la media nazionale aree interne è pari al 5,4%). Tra le quattro aree, dal punto di vista demografico, la valle Subequana è quella che versa nelle condizioni più critiche. Comuni Acciano Calascio Castel del Monte Castel di Ieri n. residenti al 01/01/2015 337 127 433 307 Caporciano 225 Carapelle Calvisio 83 158 888 Castelvecchio Calvisio Capestrano Navelli Castelvecchio Subequo Fagnano Alto Fontecchio Gagliano Aterno 565 1010 424 379 246 572 398 513 Goriano Sicoli Molina Aterno Ofena San Benedetto in Perillis 116 Collepietro Prata D’Ansidonia San Pio delle Camere Santo Stefano di Sessanio Secinaro Tione degli Abruzzi Villa Santa Lucia degli Abruzzi TOTALE Popol. 2011 Decremento dal 2011 al 2015 240 499 688 117 368 314 124 9131 9358 227 Nell’area considerata, dove non si registrano casi di deficitarietà strutturale, il 75,0% delle realtà comunali risulta specializzato nel settore primario, il 20,8% in quello secondario, mentre il comune di Santo Stefano di Sessanio è l’unico a presentare una specializzazione nel settore della ricettività alberghiera. Al 30/04/2014 si contano 43 interventi FESR 2007-2013 localizzati nell’area, per un valore di oltre 2,7 milioni di euro di costi ammessi, ai quali corrisponde un avanzamento rendicontabile (pagamento su costi) del 76,1%. Nell’area considerata si contano 19 comuni beneficiari di 20 progetti FESR ai quali è associato un costo rendicontabile UE superiore a 1,2 milioni di euro. Tali operazioni registrano uno stato di avanzamento pari al 70,9%. Tutti i progetti sono ascrivibili alla priorità 3 (“Energia e ambiente: uso sostenibile e efficiente delle risorse per lo sviluppo”), ad eccezione del progetto dedicato alla priorità 4 (“Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l'attrattività territoriale”) attuato dal comune di Fagnano Alto. Tutti i comuni dell’area sono amministrati da sindaci eletti in liste civiche. Attualmente un solo comune risulta commissariato, Castelvecchio Calvisio. Indicatori GRAN SASSO -VALLE SUBEQUANA N. comuni 24 % comuni di aree interne 100,0% % comuni ultraperiferici 0% % Piccoli Comuni 100,0% Pop. 1 gennaio 2015 9131 Sup. territoriale (kmq) 650 Densità abitativa (ab./kmq) 14 Reddito imponibile IRPEF per contribuente (migliaia di euro) 2012 % comuni specializzati nel primario 75,0% % comuni specializzati nel secondario 20,8% 18,61 % comuni specializzati nel terziario 4,2% % comuni in deficitarietà strutturale 0,0% % comuni in unione 0,0% % comuni in comunità montana 100% N. comuni attuatori di progetti FESR 2007-2013 19 N. comuni attualmente commissariati 1 All’anno d’imposta 2012 il reddito imponibile ai fini dell’addizionale comunale IRPEF si attesta su una cifra pari a 18,61 mila euro per contribuente, contro una media regionale di 21,26 mila euro. Tabella 2 Reddito imponibile IRPEF per contribuente (migliaia di euro), 2012 Territorio Gran Sasso -Valle Subequana Abruzzo Abruzzo - Aree interne Italia Italia - Aree interne Fonte: elaborazione IFEL-Dipartimento Economia Locale su dati MEF, 2014 Nell’area sono state individuate 7 stazioni ferroviarie classificate “bronze”. I servizi nell’area, scolastici e sanitari, sono scarsamente presenti sul territorio. Sul versante socio-sanitario è da rilevare la totale assenza, in tutti i Comuni, di DEA di I livello, di posti letto o Comunità Montane. Per quel che concerne le scuole è da rilevare che nei 24 Comuni individuati le scuole afferiscono a 3 Istituti Com Il numero così cospicuo di ultra65enni spiega la presenza di alcune Residenze assistite e di una Residenza Sa Montane Commissariate, che gestiscono i Piani di Zona per conto dei Comuni del territorio attraverso il Piano Terapia del Dolore…). Dai dati risulta che circa il 25% dei lavoratori è impegnato nel settore delle costruzioni, un Capacità di associazionismo Le amministrazioni dell’area appartengono a due comunità montana (oggi commissariate), le quali comunità continuano a svolgere per i Comuni funzioni associate come per esempio la gestione dei Servizi sociali ad alta integrazione socio-sanitaria, SUAP, ecc. L’area comprende due parchi e due distretti sanitari. Tutte le amministrazioni sono, inoltre, firmatarie dell’atto amministrativo per l’avvio del procedimento costitutivo “Unione dei Comuni Montani (Area progetto Gran Sasso- Valle Subequana)”, allegato 1, in cui i Comuni manifestano la volontà di avviare l’iter procedurale di costituzione di Unioni di Comuni Montani” , che tengano presente il territorio delle preesistenti Comunità Montane, e le cui unioni costituentesi andranno a intendersi come sub ambiti dell’area progetto complessiva “Gran Sasso – Valle Subequana”. La capacità di associazione ha riguardato le seguenti azioni istituzionali: Convenzioni tra Comuni per la gestione in forma associata obbligatoria di funzioni fondamentali dei servizi di Protezione Civile, Catasto, Polizia Locale, Servizi Sociali (ex DL 95/2012 e s.m.i.) con protocolli di intesa sottoscritti per l’ Unione dei Comuni; Servizio intercomunale di autocompostaggio domestico (Ecogest); Gestione associata attraverso le Comunità Montane del servizio di trasporto scolastico, dei servizi sociali (Ente d’ambito Sociale e Piano Sociale di Zona), dei PIT, Coordinamento di Associazioni di volontari di Protezione Civile, SUAP , Ecomuseo d’Abruzzo; Convenzioni tra Comuni per la gestione associata di: ciclo integrato dei rifiuti, servizi di Polizia municipale, Servizi finanziari, Uffici tecnici, Segretari comunali, Uffici anagrafe, Trasporto scolastico; Convenzione tra Comuni per Centrale Unica di Committenza; Convenzione tra alcuni comuni -parco Sirente Velino- riserva Gole di San Venanzio per il Contratto di Fiume Aterno, Associazione Borghi più Belli d’Italia e Borghi Autentici; Proposta di Distretto culturale superequano (Programma di cooperazione transnazionale SyCuTour), Collaborazione all’interno Gruppo di Azione Locale dei due Gal (Gran Sasso-Velino e Abruzzo Italico) Distretto Turistico Montano Gran Sasso d’Italia che comprende due D.M.C. (Destination Management Company ex L.R. 226/2012) AQ Abruzzo Qualità; Aree Omogenee per la gestione associata della ricostruzione sia materiale che socio economica del post-sisma 2009; Progetto Life praterie, avente come scopo l’elaborazione di norme omogenee e condivise per la gestione della risorsa pascolo nel territorio del Parco del Gran Sasso D’Italia; Consorzio per la tutela e valorizzazione del “Canestrato di Castel del Monte”, Consorzio della Lenticchia di Santo Stefano, Consorzio dello Zafferano dell’Aquila di tutela DOP, Aziende vitivinicole DOC; Consorzio dei ceci bianchi e rossi di Navelli, numerosi sono gli allevatori e agricoltori coinvolti; Gestione Centro Pilota Sperimentale per l’Ovinicoltura “San Marco”, U.T.B., con la partecipazione della Regione, il Corpo Forestale, il Comune di Castel del Monte, l’Istituto Zooprofilattico, la Camera di Commercio, L’Ente Parco del Gran Sasso, e l’Associazione Regionale Allevatori; Progetto ambiente con utilizzo naturalistico della Piana di Campo Imperatore (sci di fondo, Alpinismo, sentieristica, tholos aree archeologiche, tratturi ecc). Filosofia che sottende la costruzione della strategia - Capacità di sviluppo locale Alla base della costruzione della strategia c’è la questione di come contrastare le dinamiche di spopolamento, consentendo di poter continuare a vivere nel territorio Gran Sasso- Valle Subequana, dando soprattutto ai giovani un motivo per poter scegliere di restare con la possibilità concreta di costruire il proprio futuro nel territorio. L’apertura verso Istituzioni di ricerca e Formazione, le chances che la tecnologia offre (nonostante un gravissimo digital divide che verrà colmato con le risorse previste dal masterplan della Regione Abruzzo ) fondano l’ambizione a innescare fenomeni di mobilità sociale in entrata, a creare un ecosistema dinamico di innovazione economica e sociale. Le premesse ci sono, per lo spirito collaborativo tra le amministrazioni comunali e per un’interessante attivismo civico che vivacizza le comunità locali. L’affezione e l’intraprendenza degli abitanti assicura quella cura dei luoghi quotidiana e ordinaria che sola può garantire la prevenzione da fenomeni di dissesto geologico, la tutela del suolo, il ripristino del patrimonio immobiliare disabitato, l’inclusione e la coesione sociale, il contrasto al calo demografico. Il territorio sta acquistando consapevolezza della preziosità del nostro cosiddetto “capitale territoriale”: giovani qualificati, immobili inutilizzati, beni culturali non gestiti, boschi inselvatichiti, campi incolti da cui motivare al ritorno, alla permanenza, alla scoperta. Lo si sta facendo per progetti culturali, per il marketing turistico, per la mobilità, per le attività istituzionali, per le produzioni agricole. Coinvolgere la società civile e il settore privato attraverso la deliberazione pubblica sembra la modalità più efficace per dare credibilità a investimenti per lo sviluppo. Far nascere Cooperative di comunità, reti di impresa e realizzare l’Unione dei Comuni sono ormai riconosciuti strumenti per emanciparsi dal calo abitativo, produttivo e dei servizi. La nostra azione con il progetto deve tendere al raggiungimento dei tre distinti ma interconnessi obiettivi che la strategia aree interne si prefigge: 1.Tutelare il territorio e la sicurezza degli abitanti, in particolare la sicurezza sismica che, oltre agli interventi previsti con i P.D.R., richiede una presenza umana sul territorio che né assicuri le indispensabili azioni manutentive; 2. Promuovere le diversità culturali presenti sul territorio e il policentrismo, per far vivere tutti i luoghi evitando di ricreare poli attrattivi che disertificano il circondario, cosa avvenuta con il vecchio modello di sviluppo; 3. Concorrere al rilancio dello sviluppo perseguendo i seguenti obiettivi: • Aumento benessere della popolazione locale; • Aumento della domanda locale di lavoro; • Aumento del grado di utilizzo del capitale territoriale; • Riduzione dei costi sociali delle de-antropizzazione; • Rafforzamento dei fattori di sviluppo locale. La filosofia di base punta allora: Sull’economia attraverso la riattivazione del sistema rurale, che investe la produzione agroalimentare e l’incentivazione turistica anche di tipo ricreativo/sportivo e religioso. Sulla comunità che vive sul territorio come agente che deve portare avanti le azioni. Sui bisogni e sui diritti di cittadinanza dei destinatari diretti che sono presenti nel territorio, attraverso l’interesse alle persone (bambini, adolescenti, adulti, anziani) e alle diverse forme di aggregazione sociale (la famiglia innanzitutto, il vicinato, la comunità, l’associazionismo, le imprese, le istituzioni e le rappresentanze). Un’attenzione che trova specificità di intervento su alcuni precisi ambiti volti a garantire: 1. il diritto alla salute ed all’integrazione sociale 2. i servizi per l’educazione, istruzione, formazione; 3. la mobilità nell’area, il sistema di trasporto e le infrastrutture tecnologiche digitali. 1 . Diritto alla salute ed all’integrazione sociale Principali problemi I servizi sociali gestiti dagli Ambiti che rispondono attualmente alle esigenze di anziani, disabili, minori e immigrati hanno visto negli ultimi anni un forte calo di risorse economiche che ha determinato una riduzione degli interventi e della quantità di prestazioni erogabili in favore di fasce deboli che sono una percentuale elevata della popolazione dell’area e che in tal modo non riescono a ridurre l’ospedalizzazione e i ricoveri impropri. Nonostante le realtà diffuse di volontariato quali la Croce Rossa, Croce Verde e Cooperative che garantiscono con la gestione del telesoccorso il pronto intervento agli anziani e il punto 118 con la guardia medica, ubicata in un raggio di 20 km da tutti i paesi, da piccole strutture ubicate nelle Case per Anziani siamo carenti di una rete sanitaria puntuale che riesca a garantire un servizio standard alla cittadinanza e a rispondere tempestivsmente alle richieste di urgenza ed emergenza. Scarsa disponibilità dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta in termini di giorni ed ore di presenza sul territorio, a causa dell’estensione territoriale e della presenza di medici spesso non residenti sul territorio. L’ADI pur presente è insufficente a coprire i vari livelli dei bisogni rilevati. Il servizio trasporto disabili è in parte realizzato dagli Ambiti sociali attraverso risorse esigue che passano per i Piani Locali per la Non autosufficienza. Presenza di due distretti su tutta l’area siti a L’Aquila e Sulmona, quindi distanti, e di due poli ambulatori distrettuali S. Demetrio né Vestini e Castelvecchio Subequo e di un subdistretto a Capestrano in cui si effettuano solo poche prestazioni specialistiche. Presenza di ospedali distanti siti a L’Aquila e Sulmona con l’incombenza della chiusura di alcuni reparti essenziali come il punto nascita di Sulmona. Prestazioni residenziali e semiresidenziali a carico delle singole amministrazioni che contrastano con la politica della domiciliarità a fronte di costi elevati. Costo a carico dei Comuni per il sostegno alla retta per i minori allontanati. Possibili soluzioni Necessità di ulteriori fondi per consentire agli Ambiti sociali di rispodere alle esigenze delle fasce deboli del territorio ripristinando servizi essenziali come il trasporto disabili, i servizio nido e centri diurni anche specialistici, che consentano oltre che a rispondere alle esigenze di cura degli utenti evitando le istituzionalizzazioni improrie, anche un risultato trasversale di mantenere e incentivare il lavoro delle imprese locali che danno attualmente occupazione agli operatori sociali del territorio. Potenziare l’emergenza riducendo sensibilmente i tempi d’intervento, utilizzare nuove strumentazioni e metodiche (telemedicina ecc.) formando personale che opera nelle vicinanze del bisogno e garantire la presenza costante di unità di 118. A tal proposito l’Ambito sociale si è convenzionato da poco con una cooperativa sociale di settore che presta attraverso personale infermieristico ed OSS., assistenza sanitari specializzata diurna e notturna a domicilio e dotata di un ambulanza per il trasporto verso i presidi sanitari. Andrebbe pertanto sostenuta tale realtà imprenditoriale e potenziata. Istituire presidi con forme associative di medici e pediatri attraverso le AFT e UCCP, oltre che la medicina di Iniziativa, per i malati cronici e la farmacia dei servizi, come promozione attiva della salute. Potenziare l’Assistenza Domiciliare Integrata con l’aumento delle ore di assistenza e atttraverso una integrazione concreta con il sociale, che già utilizza il telesoccorso e la teleassistenza in modo da ottimizzare i due servizi e ridurre i ricoveri impropri; Potenziare e ripristinare il servizio trasporto disabili e di persone svantaggiate; Necessità di spostare sul territorio, più vicino al cittadino utente, negli ambulatori distrettuali, alcune branche della specialistica dotando di strumentazione leggera ( ecg, ecografia, analisi laboratoristiche semplici). Garantire le prestazioni fondamentali attraverso due Ospedali di Comunità siti all’interno dell’area di 10-15 posti letto cadauno a gestione infermieristica in cui l’assistenza medica è assicurata da medici di medicina generale o dipendenti ASL. A tal proposito bisogna tener conto della presenza sul territorio di una RSA che va usata come risorsa. Vanno potenziati tutti i servizi attinenti al sociale e sanitario (assistenza domiciliare), garantendo una più stretta integrazione sociosanitaria, ripristinando i distretti sociosanitari nell’ambito dell’area interna Gran Sasso – Valle Subequana. Supportare economicamente i Comuni che devono sostenere le rette per i minori inseriti in comunità di tipo familiare e le prestazioni residenziali e semiresidenziali per i disabili. Rete dei soggetti coinvolti: Regione Abruzzo, Azienda Sanitaria Locale 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Ambiti Sociali, Comuni, MMG, PLS, Cooperative sociali, Assosciazioni di cittadinanza attiva e Associazioni di volontarito, Protezione Civile. Risultati attesi Diminuzione di istituzionalizzazioni e ricoveri impropri; Miglioramento dei servizi di emergenza urgenza; Aumento della qualità dei servizi offerti alla cittadinanza. 2. Servizi per l’educazione, istruzione, formazione Principali problemi Carenza di percorsi di formazione professionale collagate alle potenzialità specifiche di sviluppo del territorio (turismo, enogastronomia, agricoltura, artigianato e servizi socio assistenziali, corsi di lingua, alfabetizzazione degli adulti, mediazione culturale), per incentivare la ricrescita culturale, economica e turismo; I Comuni del territorio vivono le difficoltà di sedi di Istituti Comprensivi lontani, di pluriclassi. L’attuale rete scolastica è costituita dalla presenza di plessi scolastici ubicati solo su pochi comuni pertanto è già in essere un servizio comunale di scuolabus specifico per ogni comune che attualmente condiziona gli orari di inizio e fine dalle lezioni in quanto lo stesso mezzo effettua più viaggi (di durata di 20 minuti) per il trasporto dei bambini dei vari ordini scolastici. Si deve tener presente che la popolazione che risiede stabilmente nei nostri piccoli comuni vive di pendolarismo verso i poli cittadini più importanti come l’Aquila, Sulmona, e Pescara. Gli orari di lavoro sommati con i tempi di spostamento fa sì che spesso il genitore non è in grado di rientrare prima che il bambino arrivi a casa ed è pertanto obbligato a trasferire il proprio figlio in una scuola in città che protrae la sua offerta formativa anche oltre le ore di lavoro istituzionali. Senza un estensione dell’orario educativo ne deriva non solo lo spopolamento scolastico, ma anche il trasferimento residenziale delle famiglie. Presenza di classi piccole e pluriclassi, elevato turnover di docenti, elevato numero di plessi scolastici; Presenza di tre istituti comprensivi; mobilità vorticosa del personale docente e ATA. Tali questioni chiave sono state affrontate nell’ambito del percorso avviato con il Piano di governo “La Buona Scuola”, tradotto nella legge n. 107/2015, sia con interventi generali che valorizzano l’impatto di tale Piano nel complesso delle aree interne, sia realizzando azioni specifiche a carattere sperimentale nelle singole aree-progetto selezionate, utilizzando le risorse finanziarie messe a disposizione dalla Legge di stabilità ed eventuali altre risorse complementari (Linee guida del Miur per gli Interventi nelle Aree Progetto). Di seguito i problemi presenti nella nostra area, riportati nelle linee guide del MIUR per gli interventi nelle aree progetto “La buona Scuola per le aree interne”: Ridotta motivazione dei docenti a lavorare nelle aree interne per i disagi del territorio e della viabilità; L’organizzazione del servizio scolastico in questi territori si regge su numeri piccoli, che interessano sia il corpo docente sia gli alunni e che sono accentuati dall’elevata frammentazione dei plessi. A ciò si associa la assai frequente assenza di un presidio continuativo dei dirigenti scolastici. La qualità dell’insegnamento è inoltre influenzata negativamente da un elevato turn over dei docenti, dovuto da un lato alla richiesta di cambiamento di sede dei docenti scarsamente attratti dalle aree interne e dall’altro da un’elevata incidenza di docenti a tempo determinato, destinati ogni anno a cambiare sede. L’elevato digital divide incide pesantemente sull’offerta didattica e sulla possibilità di utilizzare pienamente le risorse infrastrutturali, caratterizzando inoltre l’isolamento delle scuole dal resto della comunità scolastica e scientifica. Lo stesso sarà ridotto attraverso i fondi messi a disposizione dal Masterplan Abruzzo. Possibili soluzioni Intendo la scuola come fulcro di coesione sociale oltre che sede di formazione, il lavoro avviato va nella direzione di arricchire le attività extracurriculari, di utilizzare le sedi scolastiche come centri di aggregazione non solo per gli studenti. Finora lo sforzo è stato compiuto dai Comuni e dagli Ambiti Sociali, ma un supporto economico in tale versante sarebbe opportuno per estendere il “tempo scuola”, per attivare il servizio nido permanente, e permettere alle famiglie di gestire il “tempo lavoro” con maggiore serenità. Anche l’istruzione potrebbe assumere una valenza di servizio quando questa sarà implementata anche a livello di doposcuola. Il disagio dei genitori che lavorano fuori dal territorio può essere risolto con l’offerta di un tempo prolungato a scuola. L’offerta pre e post scuola può essere realizzata attraverso un integrazione istituzionale di risorse tra Istituti scolastici e Enti d’Ambito Sociale. Si sta già ottimizzando il servizio trasporto attraverso convenzioni specifiche per il servizio scuolabus ed individuando un singolo mezzo che possa servire più comuni per ciascun ordine scolastico; tale servizio però va reso continuativo e stabile. Per la criticità dei plessi scolastici si condividono le scelte di accorpare gli stessi in poli funzionali e di qualità, creando un servizio di trasporto, tra i vari comuni, degli alunni mirato a eliminare il più possibile il disagio, garantendo un alto livello di insegnamento e di servizi complementari, che molto spesso sono carenti nei piccoli comuni. Si propone l’accorpamento in un solo istituto comprensivo. Un particolare accento va posto sul collegamento tra formazione scolastica e lavoro manuale, aprendo gli studenti alle realtà imprenditoriali locali, immaginando una reale “comunità di apprendimento”, richiedendo agli istituti di formazione superiore di indirizzare i corsi alle vocazioni della produzione locale, alle necessità delle imprese che stanno investendo sul territorio. Ciò si può attuare attraverso accordi con istituti superiori e Università garantendo la possibilità di sedi che accolgono corsi e progettazioni formative mirate (turismo, enogastronomia, agrigoltura, artigianato e servizi socio assistenziali, corsi di lingua, alfabetizzazione degli adulti, mediazione culturale). A tal proposito, è importante rilevare la presenza di una fitta rete di accordi, intese, convenzioni che le Amministrazioni locali stanno costituendo con enti di ricerca e atenei nazionali. A partite dalla redazione dei Piani di Ricostruzione, l’interesse delle Università a studiare e sperimentare forme innovative di pianificazione territoriale, di efficientamento energetico, di conservazione della biodiversità rende i nostri Comuni dei perfetti laboratori di pratiche nuove. Si intende rafforzare, a partire dalle numerose potenzialità di interazione tra scuola e territorio, le botteghe artigiane e le aziende agricole presenti nelle aree interne, sperimentando percorsi di recupero e valorizzazione del patrimonio culturale presente nelle aree, attivando collaborazioni oltre che con l’Università anche con il Ministero dei beni culturali per l’avvio di corsi di restauro, manutenzione e gestione dei beni; Potenziare alcune competenze didattiche (musica, autocostruzione con materiali naturali, tecniche di recupero/riuso materiali di scarto); prevedere sul territorio l’avvio di laboratori territoriali per l'occupabilità previsti dalla legge 107 e finanziati con 40 milioni. Promuovere nelle aree-progetto servizi di orientamento che agiscano sul tema delle ‘transizioni’; Rafforzare ulteriormente le competenze nelle lingue straniere a partire dalla scuola primaria, favorendo in questo modo azioni che promuovano l’internazionalizzazione anche nelle aree interne (cfr. comma 7 della legge);Riqualificare gli edifici e gli spazi scolastici e potenziare lo sviluppo delle tecnologie digitali. Si propone di aumentare la produttività e la motivazione del corpo docente attraverso la stabilizzazione degli insegnanti. A tal proposito riportiamo quanto scritto nel documento del MIUR linee guida per gli interventi nelle aree progetto “ Sulla buona scuola per le Aree interne”: L’elevata mobilità degli insegnanti nelle scuole delle aree interne incide negativamente sugli apprendimenti per i riflessi che produce sulla continuità didattica ed è percepita dagli studenti come indicatore di una offerta formativa carente. Occorre pertanto attrarre docenti facendo ricorso anche a incentivi di tipo normativo che abbiano effetti sulla carriera. Sul documento vengono proposte le seguenti azioni rilevanti per il nostro territorio: a) Il Piano di assunzioni previsto dal. comma 95 della legge n. 107/2015, da attuarsi con le risorse stanziate dall’art. 1, comma 4 della Legge di stabilità 2015 permetterà attraverso l’organico per il potenziamento dell’offerta formativa, di cui al predetto comma 95, , di integrare le attività complementari all’ordinaria attività didattica e di ampliare l’offerta formativa e le attività laboratoriali. …….È bene precisare che i parametri che regolano il riparto e l’assegnazione dell’organico potranno riguardare bisogni e criticità di area e la natura della scuola. Il docente potrà quindi essere assegnato alla scuola e/o inserito all’interno di una rete di scuole che presentano delle peculiarità territoriali. Il presidio in loco della dirigenza, parte anch’esso della stabilità dell’organico di istituto, potrà essere assicurato attraverso un finanziamento “ponte” per le aree interne che permetta di a dare incarichi dirigenziali anche a scuole sotto-dimensionate.…Oltre al finanziamento previsto dal Piano “La buona scuola”, nelle aree-progetto potranno essere investite ulteriori risorse “Aree Interne” tra quelle previste all’art. 1, commi 674 e 675, della succitata Legge di stabilità per potenziare ulteriormente l’offerta formativa, laddove si tratti di indirizzi con pochi iscritti (ma considerati strategici per l’area), in un plesso con ridotte dimensioni, o per contribuire all’avvio di un nuovo polo scolastico. I contenuti e le finalità di tali assegnazioni potranno essere specificati nella Strategia di Area, in raccordo con l’Ufficio Scolastico Regionale e l’Assessorato regionale all’istruzione. b) Incentivare la permanenza dei docenti nelle aree interne, attraverso il riuso di spazi abitativi inutilizzati di proprietà degli Enti Locali, da destinare in uso ai docenti, con canoni di affitto agevolati. La permanenza dei docenti deve essere accompagnata da azioni che evitino l’isolamento e che incentivino la qualità della vita degli insegnanti. Si tratta di un intervento che per la sua natura strategica è fortemente legato alle azioni puntuali delle aree-progetto. Rispetto al ridimensionamento dei plessi nel documento si propongono due soluzioni: a) Mantenere “in modo condizionato” plessi di ridotte dimensioni, nonché le pluriclassi: questa soluzione verrebbe adottata nelle aree-progetto in cui l’isolamento geografico dell’area e i problemi di mobilità impediscano l’accorpamento, ma verrebbe realizzata a condizione che venga previsto un piano per il miglioramento della didattica (Cfr. Piano assunzioni e Organico per il potenziamento dell’offerta formativa) con un uso intensivo degli spazi a disposizione anche in orario pomeridiano. b) Accorpare i plessi in “nuove scuole per il territorio”, per migliorare la qualità della didattica nonché l’offerta formativa. Tale accorpamento non avrebbe luogo in edifici inadatti e originariamente destinati ad altri scopi, ma in “nuove scuole” che, nella strategia pedagogica, nel disegno degli spazi, nell’immagine esterna, siano adatte a servire come volani del rilancio identitario, culturale e produttivo di queste aree. Nel caso degli accorpamenti esiste una responsabilità diretta degli amministratori locali nella scelta di chiudere un plesso e istituire una “nuova scuola”. Tale soluzione potrà essere valutata e realizzata nelle aree progetto dove sia matura e visibile una “domanda di accorpamento” da parte di amministratori locali, dirigenti scolastici, insegnanti e cittadini utilizzando sia i fondi della Legge di Stabilità sia altri mezzi finanziari che si vanno mobilitando, come il piano di investimenti per l’edilizia scolastica previsto dal cd “Decreto Mutui BEI” ovvero il programma per la realizzazione di scuole innovative (comma n. 153).Il piano “mutui BEI” prevede che le Regioni possano accendere con la Banca Europea per gli Investimenti e altri Istituti di Credito mutui trentennali agevolati per interventi straordinari di ristrutturazione, di messa in sicurezza, adeguamento sismico. Tale soluzione, nel caso delle aree interne, sarebbe auspicabile avvenisse anche in coordinamento con l’Agenzia regionale per la mobilità, responsabile della pianificazione del Trasporto Pubblico Locale e con la previsione di un riutilizzo degli eventuali risparmi di spesa corrente, rivenienti dall’accorpamento, nel finanziamento delle maggiori spese correnti per la mobilità e i servizi di mensa. Rete dei soggetti coinvolti: Uffici scolastici: Regionale e provinciale, Provincia di L’Aquila, Comuni, Direzioni Didattiche,Regione Abruzzo, Ambiti Sociali. Risultati attesi Maggior iscrizioni di alunni residenti; Incremento del coinvolgimento dei docenti; Adeguata offerta formativa legata alle esigenze del territorio, alle necessità delle famiglie e a favore delle potenzialità di sviluppo. 3. mobilità nell’area, il sistema di trasporto e le infrastrutture tecnologiche digitali principali problemi L’Area Gran Sasso – Valle Subequana presenta, nel settore dei trasporti e mobilità, alcuni indici di negatività tra i più alti rispetto alle altre aree progetto. In particolare, negli spostamenti su gomma, si registra un tempo medio di 38,8 minuti per coprire la distanza dal comune non polo, al polo più vicino. Il numero medio di servizi su gomma sino al Capoluogo per mille abitanti è allo 0,9, mentre quello per il polo locale è un po’ più alto 2,8. Sempre per il trasporto su gomma, tempi alti anche per coprire le distanze verso i caselli autostradali. Tempi lunghi anche per il trasporto merci. I servizi ferroviari regionali non sono presenti in tutti i comuni, quest’ultimi in gran parte restano lontani dalle stazioni. Eccessiva distanza con gli aeroporti che con i porti marittimi, sia per le persone che per le merci. Un solo paese ha accesso alla linea ferroviaria Roma – Pescara, mentre sulla tratta L’Aquila Sulmona ci sono più paesi. Le pessime condizioni della strada statale 261 meglio nota come Subequana e successivamente classificata come strada Regionale Italiana, che si snoda dall’innesto con la ex Tiburtina Valeria ora strada statale 5, dal territorio di Molina Aterno, sino all’incrocio a San Gregorio, prevede per un percorso lungo circa 35 km, oltre 40 minuti, Identica situazione per l’area Gran Sasso che necessita di interventi di sistemazione della strada che collega i comuni periferici con i comuni della Piana di Navelli. Esiste una problematica legata all’alto tasso di persone anziane che hanno bisogno di assistenza negli spostamenti in auto e la presenza di donne senza patente. Inoltre i paesi si trovano a distanze differenti gli uni dagli altri che non facilitano scambi endogeni all’area interna. Mancano i collegamenti pubblici proprio tra un paese e l’altro, perché il trasporto è finalizzato solo verso i poli maggiori, aumentando il senso di isolamento e di disgregazione tra i residenti: “Sentirsi dispersi nel territorio”. Il digital divide è da ridurre in quanto in alcuni comuni è molto alto per ragioni strettamente orografiche. La popolazione supplisce con contratti con linee flat. Possibili soluzioni Riduzione dei tempi di percorrenza verso i poli maggiori e possibilità della creazione di un biglietto/abbonamento integrato, tra Fs e Autolinee regionali, per permettere agli utenti di avere più scelta di orari possibili e facilitare gli spostamenti L’ installazione di biglietterie automatiche Arpa e Fs in tutti i Comuni, vista la difficoltà a reperire gli stessi, in vendita solo in pochi comuni; Aumentare la mobilità tra i diversi paesi dell’area. La riduzione dei tempi di percorrenza resta comunque fondamentale per la tutela dell’esistente che potrebbe essere incentivata rendendo migliore il trasporto verso i centri con scuole, alimentari e altri servizi con l’utilizzo della micro mobilità di avvicinamento. In particolare, nell’area della Gran Sasso – Valle Subequana, una possibile soluzione è l’attivazione, di un trasporto locale specifico per i distretti sanitari, da coordinare nei giorni ad esempio, di prelievo o ritiro referti e altro. Mentre uno più generico per sopperire alla carenza di negozi nell’area attivando un trasporto verso i mercati ambulanti che si tengono nei paesi più grandi e verso i negozi più forniti. O ancora avviare servizi di spesa a domicilio attraverso cooperative di servizi. Potenziare i collegamenti stradali con la ferrovia L’Aquila - Sulmona, riducendo anche i tempi di percorrenza da parte dei treni in viaggio sulla tratta ferrata che resta fondamentale e utilizzare la stessa come strumento di promozione turistica poiché è molto apprezzata per le sue bellezze naturalistiche tanto da attirare l’attenzione di diversi mass media nazionali e internazionali. Attivare dei servizi di trasporto a chiamata o taxi sociale sino ad ora inesistenti nell’area di riferimento. Il servizio a chiamata sarà utilizzato soprattutto, per integrare il servizio ordinario nelle fasce di “morbida”, da implementare con l’aiuto delle nuove tecnologie per la gestione della prenotazione e considerando l’età media degli utenti che dovrebbero usufruirne, a maggioranza anziani, e soprattutto dalla presenza di più punti dove richiedere il servizio: Bar, uffici comunali, eventuali negozi e altri luoghi disponibili. In questo modo si mette insieme tecnologia e rete degli attori locali per offrire un servizio su misura agli anziani e ai turisti. Potenziare nell’ area il servizio più “classico” di trasporto locale, dove i pulmini degli enti o delle cooperative svolge lo stesso dai centri limitrofi alla stazione ferroviaria di riferimento nelle fasce orarie dei pendolari. Per l’accesso motorizzato ai centri storici e la mancanza di parcheggi al loro interno, si propone l’ uso di navette elettriche, motocarriole e parcheggi nelle aree esterne. Gestione associata della mobilità interna. Rete dei soggetti coinvolti Comuni, Fs, Autolinee Regionali, Trasporto privato, Cooperative, attività commerciali, Associazioni locali. Risultati attesi Aumento dell’utenza del servizio pubblico di trasporto; Minore afflusso dell’utenza nei poli maggiori per servizi sanitari basilari (prelievi e visite specialistiche presenti anche nei distretti sanitari; Aumento dei cittadini residenti che possono pensare al pendolarismo anziché al trasferimento nei centri maggiori; 4. Sviluppo Locale Principali Problemi L’agricoltura negli anni ha continuato a registrare un calo dei terreni utilizzati -17,9 tra il 1982 e il 2010, mentre è del – 12,5 dal 2000 al 2010. Meno 37,5% del numero dei conduttori agricoli sotto i 39 anni Alta percentuale della produzione di qualità di DOP e/o IGP che è pari al 6,6 %. L’ attività lavorativa parzialmente svolta in azienda tra il 2000 e il 2010 è del -13,4%. Tra il 2012 e 2013, sono 106,2 per ogni mille abitanti le imprese registrate. Il 9,6% di imprese del territorio è diretta da immigrati. Scarsa fruibilità dei luoghi della cultura Statali visitabili, mancanza di apposita sentieristica per raggiungere i molti luoghi d’interesse storico, archeologico e architettonico. In numero dei visitatori è di soli 730, che scende a 78 se rapportato ad ogni mille abitanti. La ricettività su 1000 abitanti è di 95 posti. Il 7,2% degli addetti si occupa di attività sportiva, in gran parte legata allo sport di montagna sul Gran Sasso. Eccessiva fiscalizzazione delle attività commerciali e piccole imprese come da normativa sugli studi di settore che penalizza tali attività costringendole spesso a chiudere. Mancanza di un coordinamento tra i vari consorzi esistenti e produttori per la valorizzazione e promozione dei prodotti enogastronomici locali. Eccessiva stagionalità del turismo. Le produzioni agricole di qualità sono sconnesse con le reti ristorative. Scarsa comunicazione delle attrattività turistiche del territorio, manca un Brand spendibile a livello nazionale e internazionale. Possibili soluzioni Data la buona presenza di aziende con produzioni Dop e Igp e considerato che sono 106,2 su mille abitanti le aziende registrate è necessario utilizzare il nuovo piano Psr e altri fondi, per il mantenimento delle produzioni e nei casi in cui è possibile, puntare alla creazione di specifici distretti e ulteriori consorzi (tartufo nero pregiato). L’azione prioritaria per far emergere e potenziare le produzioni dovrebbe essere l’individuazione di metodi e tecnologie innovative per migliorare la qualità e la competitività delle imprese, dei prodotti e dei servizi. Di rilevo anche la capacità degli immigrati di individuare e dirigere imprese anche per questo un loro coinvolgimento nella filiera cognitiva andrebbe previsto. Gli stessi potrebbero essere molto importanti per apportare il loro contributo all’interno della società ospitante (G. Simmel). Sulla buona predisposizione per il rilancio turistico della zona è tuttavia necessario attivare una filiera cognitiva che dal basso porti a suggerimenti utili e creare una rete tra soggetti pubblici, associazionismo locale e privati per la progettazione e la condivisione di buone prassi nell’intera area. Valorizzare e incentivare l’Ecomuseo d’Abruzzo, come traino per un turismo ecosostenibile. Incentivare la produzione di energia da fondi rinnovabili realizzando impianti per l’energia sostenibile e non impattante come per esempio micro eolico e impianti fotovoltaici domestici. Salvaguardia dell’ambiente e potenziamento delle aree verdi. Promuovere interventi di ristrutturazione urbanistica attraverso l’aggregazione di singoli soggetti, in modo da garantire anche uno sviluppo e un adeguamento a tutti gli standard urbanistici. L’enorme patrimonio abitativo non utilizzato o utilizzato solo parte dell’anno, con la ricostruzione post-sisma, potrebbe essere adibito all’accoglienza turistica, ispirandosi al modello dell’albergo diffuso che in alcuni borghi è già diventato realtà, ma anche alla formazione universitaria e post universitaria, o ancora, alle innovative iniziative volte a favorire la residenzialità. L’idea è quella di creare una società ad azionariato diffuso che, compatibilmente con le esigenze abitative dei proprietari, prenda in carico la gestione delle unità abitative di quei proprietari che aderendo all’iniziativa ne diventano a loro volta soci. La società si occuperà altresì di realizzare un portale turistico innovativo e motori di ricerca in grado di captare anche le richieste più generiche in materia di vacanze, con il preciso intento di raggiungere tutti gli appassionati della montagna, della cultura, delle tradizioni, dello sport e della gastronomia locale, preparando offerte a tema e garantendo servizi completi al turista, dall’accoglienza alla organizzazione della giornata. L’attrattività creata dai cittadini che risiedono nei borghi diventa turismo di cittadinanza, il turista si sente cittadino del luogo e si integra con le problematiche delle piccole realtà, condividendole, per risolverle o quantomeno mitigarle. Creare un percorso di progettazione partecipata dei Comuni e delle associazioni locali per un turismo oltre che delle bellezze paesaggistiche e peculiarità enogastronomiche basato su la valorizzazione e fruibilità dell’emergenze archeologiche e sul turismo religioso. È in corso il progetto “S. Francesco custode del Parco”, per lo studio, la promozione e la valorizzazione di luoghi e monumenti legati al Santo, insieme con il Parco Sirente Velino, l’Università degli Studi dell’Aquila, la Regione Abruzzo. Potenziare i percorsi collegati ai progetti Le Vie dei tratturi, Il progetto del Gal Gran Sasso Velino “Vie e civiltà della Transumanza patrimonio dell’umanità”. Percorso turistico religioso su San Giovanni a Capestrano, valorizzazione del patrimonio archeologico terra dei Guerrieri, castello Piccolomini, valorizzazione zona umida del Tirino. Messa in rete di tutti i percorsi turistici e religiosi nell’area potenziando l’intero sistema. Scambio in termini di buone prassi avviate, che potrebbero essere riproposte, con altrettanto successo in altre zone e, soprattutto fare rete per suggerire altre opportunità di ospitalità, degustazioni, escursioni, sport e altro legati al turismo dell’intera area Attivare tutte le potenzialità turistiche e assicurare la fruibilità dei siti d’interesse storico culturale, sportivo e naturalistico, realizzazione di altri parchi a tema (avventura, paintball, softair, rievocazioni storiche e di genere fantasy, attraverso l’ospitalità di associazioni specializzate ) punti di osservazione della fauna protetta. Implementazione di percorsi escursionistici con adeguamento e potenziamento della segnaletica, Piste ciclabili in parte già allo studio e in parte con della progettazione in corso, dovrebbero diventare un sistema di qualità, data le eccellenze naturalistiche e storiche che si trovano lungo i percorsi, da esportare in tutta l’area. Sfruttare l’impatto dei 300 milioni di euro per la ricostruzione considerando i benefici che porteranno non solo nei 19 paesi che fanno parte del cratere sismico, ma anche negli altri 5 comunque colpiti dal terremoto. Laddove le scuole non esistono più utilizzare lo stabile ricostruito per attività ricettive. Da non sottovalutare l’ipotesi di fare dei forum permanenti per recuperare il gap della visione frammentata sul turismo che esiste tra le due valli che compongono l'area, così come dimostrano i due documenti di riflessione post Focus. Rilancio commerciale e turistico con i mestieri collegati alla tradizione contadina per molti versi ancora guida il “saper fare” dei residenti. Forma fiscale specifica e meno gravosa per le attività commerciali dei paesi ricadenti nell’area che restano ancorati a studi di settore incompatibili con le economie ridotte della zona. E’ necessario dare il via ad una politica di marketing territoriale che organizzi e Soprattutto comunichi il territorio come destinazione turistica univoca e con diverse offerte stagionali, attraverso la creazione di un brand (logo o acronimo ecc. ) riconoscibile, che identifichi tutta l’area. Un passo da compiere attraverso l’impegno economico da parte dei Comuni per aumentare la visibilità sui motori di ricerca principali della rete Internet. Visibilità in grado di captare anche le richieste più generiche in materia di vacanze e visite scolastiche, con il preciso intento di raggiungere tutti gli appassionati della montagna, della cultura, delle tradizione, dello sport e della gastronomia locale. Evidenziando i seguenti punti: • Far conoscere e valorizzare le varie aree archeologiche, Peltuinum, necropoli, templi, Pagus, ponti e fortificazioni romane, catacombe e luoghi di culto, anche proponendo percorsi e campi studio a Gruppi archeologici, scolaresche licei e università. • Far conoscere e valorizzare le varie aree d’interesse architettonico e storico, borghi fortificati, castelli, rocche, pagliare, conventi, palazzi nobiliari e battisteri, coinvolgendo in questo caso associazioni, scolaresche e università. • Sfruttare il patrimonio ambientale incontaminato, la qualità dell’aria e la biodiversità per attrarre sia studiosi, centri anziani residenti nelle grandi città con percorsi soggiornativi specifici e turismo di nicchia. (motociclisti, biker, birdwatching e sportivi in genere ) • Percorsi enogastronomici con punti di ristoro realizzati esclusivamente con prodotti locali, dislocati lungo i tratturi e i cammini. Incentivare la ristorazione locale ad utilizzare prodotti a km 0 anche vendendoli presso i propri locali in accordo con i vari consorzi. • Visibilità alle strutture ricettive e di ristorazione presenti sul territorio facendo perno anche sulla ospitalità diffusa da valorizzare sui siti internet specializzati ( tripadvisor, trivago, ecc.) Le principali azioni che sono state portate avanti negli ultimi anni sono: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. Distretto Turistico Montano Gran Sasso d’Italia, realizzato da 60 comuni e 400 imprese operanti nel settore del turismo del Gran Sasso. Dmc del Gran Sasso con oltre 200 operatori soci e con in protocollo d’intesa di adesione di 20 comuni. 3 Aree omogenee per la gestione associata della ricostruzione sia materiale che socio economica post sisma. Progetto Life Praterie avente come scopo l’elaborazione di norme condivise e omogenee per la gestione della risorsa pascolo nel territorio del Gran Sasso. Convenzione tra i comuni per la gestione in forma associata dei servizi pubblici, con protocolli d’intesa sottoscritti per l’unione dei comuni. Consorzio per la tutela e valorizzazione del Canestrato di Castel del Monte Consorzio della Lenticchia di Santo Stefano, consorzio per lo zafferano dei Navelli, aziende vitivinicole, numerosi sono gli allevatori e agricoltori coinvolti, Consorzio per il grano solina, farro e miele. Nella zona sono attivi anche produttori di coltivazioni di patate di altura e semilavorati come birra artigianale Associazione Borghi più Belli d’Italia e Borghi Autentici Progetti del GAL Gran Sasso - Velino. Progetto ambiente con utilizzo naturalistico della piana di Campo Imperatore ( sci di fondo, alpinismo, sentieristica, tholos, aree archeologiche, tratturi, ecc ). La location cinematografica sino ad oggi ha visto il nostro territorio protagonista nella realizzazione di oltre 50 film. Il progetto “Mosaici d’Abruzzo” che si pone gli obiettivi di: costruire capacità di reazione dei paesaggi rurali al cambiamento attraverso azioni che influenzino la gestione del territorio, i mercati e i quadri politici e di restituire valore economico a elementi del paesaggio ormai in abbandono. Sono già stati realizzati interventi di ripristino di habitat dell’ambiente rurale, campagne educative, studi preliminari per un contratto di fiume, libri su marketing turistico, saperi tradizionali, buone pratiche in tema di gestione e manutenzione del territorio, manutenzione di sentieri da parte di cittadini organizzati. Il progetto “Wayne in Abruzzo”, un decennale programma di collaborazione italoamericana che mira scambiare saperi tra le università americane e italiane. Rete dei soggetti coinvolti: Imprenditori, amministrazioni pubbliche, associazioni culturali, cooperative, professionisti ed esperiti. Risultati attesi Aumento del numero delle imprese legate a turismo, produzione e commercio. Invertire la tendenza allo spopolamento cercando di mantenere l’esistente con le nuove opportunità. Aumento della qualità della vita e del reddito locale. Minore peso fiscale sulle aziende locali. Quadro finanziario e risorse Nella definizione della strategia si è tenuto conto di un quadro di risorse che non avessero come orizzonte di riferimento il finanziamento del programma delle aree interne, ma che interagisse e si integrasse con le diverse linee di finanziamento potenziali in grado di far convergere sulle finalità individuate, al quali il territorio potrà fare riferimento. Tra queste si ritengono prioritarie: - POR FESR 2014/2020; - POR FSE 2014/2020; - PSR FEASR 2014/2020; - Fondi FESR 2007-2013 - Fondi regionali/ministeriali su politiche ordinarie (Piano Sociale Regionale, PLNA, L.R. 95/95,Progetto Reti per l’Aggregazione giovanile, Progetti Immigrati, Fondi del Piano Sanitario, ecc.); - Piano di Sviluppo Rurale; - Fondi FAS nazionali e regionali (qualora disponibili); - Fondi INPDAP; - Fondi Fami; - Fondi legge stabilità 2016; - Fondi strutturali per settore; - Fondi Master plan; - Fondi destinati alle Unioni dei Comuni; - Fondi SPRAR; - Reti con fondazioni e partner privati - Fondi strategia aree interne. - Legge di stabilità “la buona scuola” e legge nazionale n. 107/2015 - PON per la scuola competenze e ambienti per l’apprendimento. - Fondo etico ricostruzione Ance. - Masterplan della Regione Abruzzo. - Erogazione fondi per la realizzazione di attività imprenditoriali volte, attraverso la valorizzazione del patrimonio naturale, storico e Culturale, al rafforzamento dell’attrattivà e dell’offerta turistica del territorio del cratere sismico aquilano. Ministero dello Sviluppo decreto 14 ottobre 2015. La partecipazione ai bandi è stata considerata come un elemento qualificante in una prospettiva di lavoro fortemente integrato anche con i GAL. L'eventuale accesso a queste risorse dovrà essere di tipo complementare e integrato rispetto alle priorità di intervento della strategia.