Antologia edizione 2014 - La Palabra en el Mundo, Venezia

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Antologia edizione 2014 - La Palabra en el Mundo, Venezia
LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
ADRIANA HOYOS
Traduzioni di Erminio Corti
BOGOTÁ
E un rumore di aereo che ci assorda
Ci sono due mila seicento metri di angoscia sul livello del mare
Che mangia e sorride nei pomeriggi
Bogotá che rinasci dalle tue ceneri
Incostanti e false purga i miei occhi
Cancella la memoria dove la vita si strappa
E si bacia in un incessante commiato
III
Adesso non ti accompagnano neppure il tormento o la pena
Bimbo che fuggi per aprire le ferite di ciò che non siamo stati
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
Di ciò che mai saremo
Q
Chi sei tu vagabondo di tutte le rive?
Incapace di accettare il distacco
Estraneo a ciò che più desideri
Inseguito dal tempo
Complice delle tue visioni
Cade la notte umida
Come pietra nella tua bocca
Chiudi gli occhi e senti come la voce non ti basta
PREGHIERA A DANTE
Che ci spegne il desiderio
ciò
Su cui un giorno fondai la mia fede
Per rimanere con un solo e assurdo grido muto
Posto che nulla so e mi interessa
Aiutami a credere Signore
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
UN FILO DI MUSICA
Baciare con gli occhi ben chiusi
Fa venir voglia di dimenticarsi di se stessi
Perdersi per sempre in un abbraccio
Senza riprendere coscienza
Vorrei immaginare anche per un solo istante
Che ora senti un filo di musica
Di ombra che attraversa il tuo corpo
E congela il tuo cuore in quel momento
Prossimo alla paura di stare da solo
E alla paura ancor peggiore di stare con un altro
I DISEGNI DELL’ARIA
I
Le immagini ritrovate del sogno
I dettati segreti della musica
I
F
E nelle foglie semplici del fico
Coronata di silenzi la sera
Scende e si nasconde
Uccello che ritorni per proiettare la tua divinità
Svegliami al mattino
Consegnami il messaggio di quel mondo proibito
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
Deciframi nel tuo piumaggio i colori di questa vita
Per imparare del tuo sacro lignaggio
L'unione con il cielo e tutti i tempi
Per imparare col tuo canto un altro linguaggio
E col tuo volo l'essenza che attende silenziosa nel mio essere
ISTANTANEA
Quieta immobile
Di fronte alla macchina
Sorrido appena
Che sembri viva
Che sembri morta
Sono solo carne da foto
LITURGIA DELLE ORE
A mia nonna Mariela
1
Prigioniere nel traffico dei mercati
Volti fra volti polvere e uccelli
Fra aromi di cannella e di zafferano
Il mais impastato dalle tue mani
Divorate dal sole del mattino
Aspiravamo l'odore degli aranci
Il fresco delle pareti giallognole
Dove si aggrovigliavano le foglie del gelsomino
Poi alla messa inginocchiata e assorta
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
Ripetevi con fervore
"Che la tua luce illumini i nostri occhi
E il tuo amore si effonda nell'anima
Fammi conoscere ciò che devo compiere
Fammi conoscere ciò che devo patire"
Io osservavo inquieta le candele sciolte
Gli occhi inermi dei santi
La compatta rigidità del prete
Le ostie consumate con dolore
E i sapori si generarono irripetibili
Echi di preghiere che erano poesie
E di poesie che erano orazioni
Sulla torre della chiesa sospesa
La campana conserva gelosa il tuo ricordo
Ora che voglio soltanto scorgere il tuo viso
E la tua voce che non potrò riascoltare
2
Vederti bambina ah nonna
Abbracciata a tua madre
Sulle pietre del fiume
Le foglie brillano ancora
Nel chiaroscuro del cielo
Sotto l'ombra del fico
Come un sole mi abbaglia il tuo ricordo
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
PREGHIERA DELL’ASSENTE
Bere delle uve il nettare
Sentire finalmente senza pelle la vita
Il giorno che morirò
Che tutti ridano e cantino
Compagno di notti e di giorni
Ascolta fugace le note del sarod
Sino ad allungare la voce fino alla tua voce
Contro un cielo limpido
Si proiettino strofe della nostra vita
Geroglifico bello e impreciso al tempo stesso
Il giorno in cui morirò
Che vi sia musica klezmer
E una festa e un ballo Come fosse un matrimonio
Sino ad allungare la mano fino alla tua mano
Entrerò nell'alba felice dopo tutto
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
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ALESSANDRO CA BIANCA
TESTIMONI DEL TEMPO
Il buio dei cespugli di rosa marina, la sera,
è anche più buio, se soltanto una mano li sfiora;
non è questa la ferita più vera,
sono i fiori, gli stessi che al mattino il sole colora.
Chiamerò a testimoni di questa storia
i pochi che accettarono le compromissioni:
Dino Campana, occhio di luce sopra ogni memoria
là, sulla baia di Montevideo, ultima delle visioni,
Aldo Palazzeschi, dolente e cinico clown rotondo,
triste e ridanciano, talvolta sgangherato,
Ezra Pound, del tempo vagabondo
(
)
e, più di questi, Alda Merini,
esagerata nel soffrire e nel godere,
che non volle tacere degli uomini
che le furono amanti, delle figlie
rubate (elettroshock compresi).
Tra quanti camminano rasente terra
e tutti gli altri che non seppero rischiare,
i cadetti, gli odorosi di muffa, gli impolverati,
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
i reduci di ogni guerra, gli insoddisfatti
e, ancora, molto più rossi,
i cespugli di rose marine
e, tra distese di ulivi o lungo i fossi,
i voli a festone, bianche o gialle, delle ballerine.
GABRIEL GARCIA MARQUEZ (creature/mani)
Mi sono soffermato ad ammirare Gabriel
Garcia, mentre fabbrica maghi,
a parlare col giullare del re,
mentre questi dispone gli armieri sugli spalti,
mentre in uno qualunque dei suoi giardini
la principessa sfiorisce lentamente in viso,
mentre alcuni più noti fabbricatori
hanno tolto suono e voce alle loro creature
….
.
Così inanimate fanno tenerezza o muovono al riso
fin quando frotte di bambini vengono a farne scempio
(e si saranno divertiti a morte, molto prima
ziare le giostre sui veloci cavalli!).
Quando grandi mani stringono piccole mani
e occhi inquieti scrutano le seminagioni
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
(
,
,
,
),
parla con il giullare del re,
fatti dire chi comanda a corte.
ALLEN GINSBERG (l’orgoglio del canto)
Discutiamo, Allen, discutiamo di poetiche,
se tutto il mondo può tradursi in segni e versi,
gli esodi, gli esili, perfino le maledizioni
o le deportazioni che rigano il tuo volto:
un popolo ferito dalla storia,
che a sua volta ferisce,
ed i suoi figli divisi
tra perdono e pianto.
Discutine con Lawrence, con Michael, con i due Jack,
ù
,
ù
,
fino alla nausea e allo sfinimento, con Gregory,
testa
,
F
,
,
,
;
e se non è soltanto la bellezza, quella che tu canti,
sappi che in ogni parte di terra si levano nenie ossessionate,
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
canti per non morire.
della trasgressione,
canta i profeti, i tuoi, inascoltati,
racconta di te, dei tuoi tormenti,
non badare al brusio che levano i tuoi versi:
una vecchia sorniona con la falce, lo leverà di torno,
definitivamente.
RENE’ DAUMAL (disperato grido)
D
,
,
visione impazzita tra desiderio e canto,
presagio di catastrofi accadute,
strabismo che di Venere ha soltanto il teschio,
tempo frantumato, tessuto senza trama,
nome che non nomina, vita che non vive,
morte che non viene.
O che viene,
ma quando vuole, non da noi decisa,
con strepito di demoni e risate
o silenzio esterrefatto.
Perfino ciò che è vivo appare morto:
la giovane fanciulla non bacia e non sorride,
digrigna i denti, consuma la mia carne.
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
E quando finalmente sarò
soltanto le mie poche ossa,
tu mi veglierai, madre,
come quando bambino fingevo di dormire
per averti accanto
;
certo, senza più segreti, o il tormento
dei desideri e delle colpe:
a sprofondarmi in un abisso senza fine
per non perdere almeno i tuoi profumi,
anche allora, da eterno moribondo.
OSIP MANDEL’STAM (febbri ed estinzioni)
1)
Da quali febbri scosso
,
quel suo cor
da che tremiti, o gemiti, o deliri
forse lui sa e non vuole dire:
è, anche questo, vivere, sperare
che il tempo non sia senza rimedio.
2)
Ci fosse un Dio, avrebbe del riguardo
,
che covano in riva dei torrenti
e non temono le piene;
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
non altrettanto, forse, per gli umani:
li avrebbe come sbaglio di gioventù,
schegge impazzite, in rapida,
stupidissima,
estinzione.
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
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ANTONIO GUERRERO RODRÍGUEZ
Traduzioni di Gioia Minuti
QUI
Qui mi vedrai tanto solo,
,
,
, é
,
né rugiada, né coppe.
Un gran numero di maltrattamenti,
condanne vertiginose,
assediano giorno e notte
il miele di coloro che ci adorano.
Io non provo rancore,
il mio canto non si stanca,
io grido amore e vengono
volando le colombe.
LA PAROLA
La parola è nata senza genitori,
senza padroni, né frontiere,
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
e crebbe
come schiuma, come fuoco,
come magia con mille facce occulte
sotto un semplice volto.
Accettala o inventala
nel frastuono o nel silenzio.
T
ma ricordati: basta
una sola parola
e diamo inizio
ad una ferma dignità
o ad un infinito disonore.
CONTA FINO A DIECI
Dimentica per un momento
chi sei.
Conta fino a dieci.
Dimentica il tuo mondo materiale:
Il tuo letto, la tua auto, tutto.
Dimentica i tuoi titoli,
le tue occupazioni,
ogni foglio rimasto
sulla tua scrivania.
D
confort,
.
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
Dimentica i tuoi obblighi,
I tentativi di giustificare.
Dimentica quello che hai visto
o ascoltato.
Dimentica le lingue,
le razze, le fedi.
Dimentica il tempo
e guardami davanti,
negli occhi.
Conta sino a dieci.
Già lo vedi,
in niente siamo differenti.
Allora, adesso giudicami,
difendimi o condannami.
LA VERITÀ MI NOMINA
dalla mia invincibile e unica tenerezza,
con il sapore di muro o serratura,
impegnato nella mia bocca smisurata.
Nominare il patrimonio della mia vita
che si è schiantata contro la roccia dura
sapendo conservare la sua eredità pura
nonostante il gran colpo e la ferita.
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
Nominare tutte le cose affascinanti
.
du
,
,
,
senza paura, senza riserve, senza risentimento,
perchè facendolo la verità mi dà nome.
AMARE LA VITA
Al nostro brother Roberto
Amare i giorni
del sole e la terra.
Amare i tempi
che si ricordano.
Amare le case
nuove e vecchie.
Amare la luce
e le nebbie.
Amare i sentieri
e le strade.
Amare la valle
come la sierra.
Amare le onde
sulla sabbia.
Amare il mare
e le coste.
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
Amare i cortili,
le terrazze.
Amare la notte
e le cicogne.
Amare la luna
e le stelle.
Amare la pioggia,
la bianca nebbia.
Amare la neve,
la primavera.
Amare i fiori
e le api.
Amare la lucentezza
delle bottiglie.
Amare il rumore
nelle scuole.
Amare la prosa
e le poesie.
Amare lo spigolo
delle sorprese.
Amare i sogni
che ci tengono svegli.
Amare il giusto
e la certezza.
Amare il mondo
che ci contempla.
Amare la Patria
e la bandiera.
Amare la gente
che ama e che crea.
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
Amare la pace,
mai la guerra.
"Amare la vita,
lottare per lei".
LA SEMPLICE LIBERTÀ
La semplice libertà, supporto dei sogni,
amore con un solo volto visibile al fiore della luna.
La semplice libertà, senza redini e senza padroni,
libera come nessuna.
La semplice libertà della cima senza nome
dove la notte cade sepolta dalla sua lancia.
L
la magica speranza.
La semplice libertà, come la rondine
.
La semplice libertà sotto il cielo e la rovina,
assediata dalle pallottole.
La semplice libertà come la primavera,
cantandole alla vita, sfidando la morte.
La semplice libertà, finzione di una frontiera
contro la cattiva sorte.
La semplice libertà nascendo e ripetendo
città, strade, case, libri, canzoni, lotte...
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
La semplice libertà con cui conoscerai
che le tue armi sono molte.
L
.
,
!,
Nella pelle della luna mi è parso di vederti.
semplice libertà, sentimento e onore
che non possono levarti.
LEGA UN NASTROGIALLO
Sotto la pioggia del tempo,
tra le nostre due ferite,
da dove viene la luce
lega un nastro giallo.
Sul balcone dei tuoi sogni,
,
sulla tua porta, che è la mia porta
lega un nastro giallo
perché lo veda il mondo,
come un fiore appeso
alla punta di una stella
lega un nastro giallo.
Anche se so quanto mi ami,
quanto la tua vita è mia;
anche se so bene che mi aspetti,
lega un nastro giallo.
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
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ATAOL BEHRAMOGLU
Traduzioni di Paolo Ruffilli
I BAMBINI NON HANNO NAZIONI
L
lontano dal mio paese
che i bambini non hanno nazioni.
La testa gli funziona allo stesso modo,
.
Gridando, il tono delle loro voci è lo stesso.
Sono i fiori del genere umano,
la migliore purezza di rose, i boccioli.
Alcuni sono chiari frammenti di luce,
.
Padri, non fate dormire le loro menti.
Madri, proteggete i vostri bambini.
Fate star zitti e non fate parlare
chi vuole parlare di guerra e di distruzione.
Lasciateli crescere con passione.
Che possano germogliare ed aprirsi come piante.
Non sono né vostri né miei, di nessuno,
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
appartengono al mondo
.
L
lontano dal mio paese
che i bambini non hanno nazioni.
Sono i fiori del genere umano,
la speranza allo stadio minimo del nostro futuro...
DI FRONTE ALL’AMORE
Sappi che tutta l'umanità è tua amica, tua sorella, ragazza mia
Gli esseri umani sono il prodotto di gioia, non di odio, ragazza mia
Mantieni il tuo onore in posizione verticale di fronte alle ingiustizie
Inchinati di fronte all'amore, ragazza mia
QUESTO AMORE NON FINISCE QUI
Questo amore finisce qui e io ... mi alzo e me ne vado
In tasca un revolver, bambino nel mio cuore
Questo amore finisce qui, buona giornata, amore
E io, io mi alzo e vado, un fiume che si è gonfiato.
Della città che incurante sonnecchia è il ricordo mio
Mentre negli album di bambini e soldati giallo è il colore
Il tuo viso è in dissolvenza come un selvatico fiore
A poco a poco che si fanno profondi il sonno e l'oblio
L'erba era umida, fianco a fianco stavamo sdraiati
Che bella che eri, l'estate senza pari che abbiamo avuto
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
Mai ne hanno parlato, di un amore perduto
Tutti i poeti morti, mentre ci sono passati
Questo amore finisce qui e io ... mi alzo e me ne vado
In tasca un revolver, bambino nel mio cuore
Questo amore finisce qui, buona giornata, amore
E io, io mi alzo e vado, un fiume che si è gonfiato
L’AMORE È UNA COSA TRA DUE PERSONE
Il vento cambia direzione
,
la nave in mare perde la sua rotta
e invano cerca un porto,
il sorriso di uno straniero
ti ha rubato chi ami,
il veleno accumulato in te
ucciderà solo te stesso.
L
duale
.
Neppure più il ricordo resta
,
mille anni via lontana
è la pelle che hai toccato mille volte,
le poesie che vorresti scrivere
restano a lungo senza essere scritte
diventate morte, un
.
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
Né possono confortarti
le vecchie canzoni familiari,
liberate dalle loro catene di dolore
,
se tu estrai il tuo amore come un pugnale
ti servirà solo per uccidere
il selvaggio uccello della passione
alzatosi in volo e scappato via.
L
.
Tu sei niente più che una perduta melodia
cantata ormai senza più piacere,
nei tuoi sogni un bambino singhiozza
mentre la notte si scortica sui vetri,
perché nessuna farfalla
sperimenta la passione solitaria
mentre ama, nessun insetto,
nessun uccello mai da solo.
L
persone.
TUTTO DA ME
“
?”
Ha pensato qualcuno,
decidendo di non fare
proprio niente
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
“
?”
Ha pensato un altro
e si è ritirato
nella reclusione volontaria
“
?”
Ha pensato un terzo,
continuando a pensare
tutto da sé
“
?”
I
e continuano ad essere
tutto da sé
“
I
?”
pensato
e in milioni
erano tutto da sé
Nello stesso tempo
qualcuno
stava prendendo decisioni
a nome loro
e quelli che pensavano
di essere tutto da sé
eccoli cancellati
tutti quanti assieme
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VIII Edizione
ASSEDIATI
Sotto assedio eccomi obbligato a decidere
cose che daranno forma al mio destino.
Non in giardini chiusi dai loro recinti
,
.
Appena trovo il verso più gradito
,
nella mia testa pensieri sulla mia vita
e sui pantaloni una macchia di grasso.
Un irridente e inopportuno spot
interrompe il film emozionante,
via via scivolando nel banale.
Fianco a fianco con il cadavere di me bambino
un bambino sorridente mi vive dentro
come sentisse una gioia non adulterata
e come soffrisse per quello che abbiamo già scordato.
U
senza fine nella sua vastità blu,
adesso solo il vagare senza scopo di nubi
che vanno in giro come fanno i cani
e il mare rotto dai frangiflutti
pezzo a pezzo diventa una pozza stagnante
e il suo veleno che ricade in natura
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
è la palude stessa dentro di noi.
Sotto assedio eccomi obbligato a decidere
cose che daranno forma al mio destino,
ma niente può far seccare del
che rinverdisce nel suolo arido che io faccio fiorire.
HO IMPARATO QUALCOSA
H
:
se sei vivo, fai esperienza di una cosa in tutta la sua potenza
ta
.
Una persona può guardare il cielo per ore.
Può fissare per ore un passero, un bambino, il mare.
Vivere sulla terra è farne parte per intero,
dissotterrare le radici che anche libere non saranno troncate.
Se ti attacchi a qualche cosa, tieniti unito ad un amico.
Lotta per qualcosa con ogni muscolo, con tutto il corpo e
.
riposati come una foglia, una pietra, un granello di sabbia.
Per la tua pienezza, ascolta ogni bella canzone
per riempirti in tutto il tuo essere del ritmo e della melodia.
D
come si tuffa la scogliera nel suo mare smeraldo
Le terre distanti ti attireranno, gente che non conosci...
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Per leggere ogni libro, conoscere la vita degli altri,
tu brucerai ma non devi mai rinunciare
.
Dando troppa importanza alla gioia,
la tua vita si riempirà di nostalgia.
Devi conoscere la sofferenza, onorevolmente,
con tutto il tuo essere perché i dolori, come le gioie,
fanno germogliare una persona.
Il tuo sangue si mescolerà con la grande
circolazione di energia e nelle tue vene
fluirà il sangue fresco senza fine della tua vita.
H
.
Se sei vivo, vedi di fonderti con i fiumi, il cielo, il cosmo
perché lo stato vivente è un dono dato alla vita
e la vita è il regalo che è concesso a noi.
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ERNESTO CARDENAL
Traduzione di Zingonia Zingone
NOSTALGIA DI VENEZIA
questa volta con Cintio Vitier
e sua moglie Fina
Venezia era inondata
a tutti diedero stivali di gomma
alti fino al ginocchio
“Q
”
mi disse Cintio
La cosa bella di una città senza strade
dove schizzandoci passano i vaporetti
Questa volta mi ospitarono al Lido
ora fuori stagione
le sdraio messe al riparo
L
di La morte a Venezia di Thomas Mann
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dove avevano appena finito di girare il film
Non mi è piaciuto il Lido
La Piazza grande con aroma di caffè tostato
e i piccioni viziati dai turisti
grigiazzurri bianchi tornasole
beccando grano carissimo
meglio è portarsi appresso del pane
La guida turistica dice
fa lo stesso per i piccioni
foto in piazza ovunque
soprattutto foto coi bambini
il piccione appoggiato sulla testa
In una sartoria ci diedero asparagi
grandi asparagi bianchi
forse qualcuno era amico del sarto
ed era tempo di raccolta
il lungo tramonto sulla laguna
Canto di campane nei campanili
gerani sui balconi
torri rosa con cipressi
cinguettii nei giardini
forse usignoli
Darío li distinguerebbe penso
forse no
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VIII Edizione
e io no
vengo da una terra senza primavera
senza usignoli
Il Canal Grande e i palazzi fangosi
splendenti palazzi smunti
decorticati
leggermente inclinati
ega di barberia
qualche gondola legata
duplicata
palazzi color melone
mandarino cioccolato
Nei canali dei quartieri poveri
vestiti ad asciugare appesi da casa a casa
del canale
i colori di mutande e camicie
belli e sporchi canali color lattuga
con dentro foglie di lattuga
ponti piccoli su canali poveri
gerani sui balconi
Tutte le gondole sono nere
per una legge sulle gondole
e sono tutte uguali
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VIII Edizione
funebri come bare
così fu il funerale di Pound
in una gondola nera
e andammo a vedere la sua tomba
che trovammo con fiori freschi
custodito da un francescano
completamente vuoto quel tramonto
nonostante i fiori freschi
nomi internazionalmente famosi
Stravinsky per esempio
sulle tombe vicine
vicino anche la fabbrica di vetro
se male non ricordo
lo specchio di vetro fu inventato lì
Molti più turisti ora
che nel 1950
quando venni per prima volta
Sardine fritte dappertutto
A
la carne cattiva e meglio il vino bianco
un piccolo bicchiere davanti
è per il vino
Pound non beveva quasi
la sua mania il gelato italiano
“T
.
”
ha detto Pound
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VIII Edizione
in un universo buono
il Tempo è il Cattivo
il Male
Miss Universo si raggrinzisce
il tempo è crudele
come Don Pedro il Crudele
Ignez de Castro assassinata
poi il cadavere putrefatto
davanti a tutta la corte
IS EVIL
vedo lo scempio in quelli della mia età
non va mai indietro
è invecchiamento e morte
la freccia in una sola direzione
quella della morte
il linguaggio scritto è affinché resti
perché moriremo tutti
per questo così occupate sono le stamperie
Ci sono anche
sommergibili e navi bianche della NATO
Nostalgia è
voler essere dove non sei
come per esempio Venezia ora
dopo tanti anni
Ma il Tempo lo passò al passato.
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
---o---
GABRIELLA SICA
IL FUOCO
Bruciasse almeno la mia vita
accesa da faville di passione
…
In silenzio senza brividi di fuoco
lenta mi consumo e ancora viva.
IL SOGNO
In una cameretta in alto
giaceva abbandonata poi
scendeva lenta nella strada
a cercare avida su un viso
un lampo vivido di luce
…
LA MIA PACE
Infelice siedo su uno scalino
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VIII Edizione
in piazza ma appari tu, improvviso
spavaldo come nessuno quest'anno
e io rifiato dopo tanto affanno.
LEI
Come un lembo di nuvola
stracciata dai venti
favolosa e leggera vola.
RAGAZZO
Quante arie mi darei di superiorità
con te che fuggi l'amore delle donne
se fossi io un bel ragazzo freddo
col ciuffo ardito e la camicia bianca.
LA DECISIONE
Fra gli uomini d'adesso sotto il sole
uno del tutto buono e dolce non si trova.
Non ci rimane dunque che brindare sole
e la sventura fuggire altrove.
ESTATE
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
Potessi io avere un ragazzo sensibile
col sangue nuovo e caldo gli occhi belli
cominciare con lui l'estate senza bugie
bruciare infine al sole tutte le poesie.
SEAMUS
S
seduto quieto nella confusione di un aeroporto
nel luogo degli attraversamenti fuori campo
viene dalla campagna del Derry in Irlanda
dal mondo verde dove la terra è terra e la poesia
:“
,
”.
S
è un poeta mentre il suo pungente sorriso si apre
agli spettatori tranquilli in attesa da due ore
e gli aerei faticano ad alzarsi nel cielo torvo
dove le nuvole si ammassano e viene un nubifragio.
T
. “T
”
il fulmine senza il tuono a cielo sereno
.
Non vediamo la scia degli aerei in volo
dai vetri bagnati non un chiurlo sopra la pista
non è questo un bosco di querce o di betulle.
Poeta frugale in bilico nella nebbia come uccello
con i piedi sulla terra e la testa gentile e arruffata
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
qui a Fiumicino dove il fiume corre per finire al mare.
Che effetto fa, mi chiedete, incontrare Seamus Heaney?
Il corpo, umile argine al proprio tempo, un corpo.
11 settembre 2005
VITTORIO SERENI, TRENT’ANNI DOPO
di incontrare
Vittorio Sereni signore fine poeta
di poesia che crea amicizia
sia e di grazia a Roma
tutto un brusio un fermento intorno.
Calma e fredda la sera
(
83,
)
in cielo come in terra
ci si orientava al buio con la stella
fidata fissa fiammeggiante stella
sul punto opaco
di disfarsi come sale
spoglia malferma variabile stella.
Le ombre dalle finestre chiuse
in silenzio cadevano tra noi due in luce
le tue parole ardenti
le tue febbrili speranze
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
i tuoi progetti di incontri futuri
il comune amore per cose e ore
la mia soglia
la tua imminente soglia
per uno scambio di passo
(e ora qui un altro scambio ancora)
indicavi quella barbagliante stella
la indicavi per i futuri passi
che il vento gonfiasse il tuo vestito le suole
le tue orme
che tu dentro tutto quel vento.
23 gennaio 2013
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
---o---
GRAZIA STERLOCCHI
EPPURE DEDITA
eppure dedita
agli scompigli del giorno
al sì dell'istante
immacolata trasparenza
che assume la mia sembianzasignora dei sensiquando a bocca chiusa
la parola avanza verso
il chiaro di me stessa
ogni volta racchiuso
in pensieri diversi.
Già nata, subita, tante
volte manifesta la vita
eppure questa di questo
adesso è la più conforme
alla mia vista distante
dal primato della mente
la mia passione è l'in principio
il mio fedele inoltramento
nel grembo della foresta
interamente concorde
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
nell'inclinazione delle foglie.
Io alla soglia, pronta
a una voce disposta
su svariati accordi, alcuni
noti – le acque di mia madre
ad esempio e le mie dentro
che ad ogni istante
accoglie le varie gentima nuovi, quanti?
quanti le onde sempre in giro,
messaggere segrete?
a lei devota, veramente
LUI È GHIOTTO
è stato tra i fuochi bluastri del gas
e il frigo, un varco esiguo dai forti
odori di carne -lui è ghiotto- e
del necessario rosmarino.
Frequenti i suoi graffi, le sferzate
accese sulla moglie mai
in lui circoscritta. E' esploso
- ha detto poi in caserma
con il coltello in mano, saldo non tanto alla vista dell'abbraccio
che lei si dava al ventre,
del suo volto sempre inclinato
al cuore a sinistra ma
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VIII Edizione
per i capelli, quella ciocca
che dall'inizio della lite
non gli faceva vedere il punto
esatto- tra il pube e l'ombelicoche cedendo lei con gli occhi
proteggeva perché da lì
il balsamo squisito della sua
diversa appartenenza,
il bersaglio vero dello scempio:
membrana, per sempre.
Intorno al corpo a terra
un barlume
linfa di soffioni
raccolti a mazzi
in frantumi
ATTESA VERTIGINOSA
dico fiato per dire anima
che di sicuro so
appartenermi
trepida si mette le mani
nei capelli se una accanto
inciampa e scopre in sé
giudizi e non soccorre
perché lo spirito fatto
di fuoco e carezzevole
acqua ma prima ancora
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
di attesa vertiginosa
mi chiama dalla cima e
i miei preparativi
procedono lenti
cresci cuore cresci:
anche se al ritmo
della vitalba- in un anno
ha circondato intero
- tanto spazio
ancora perché
tu sia espanso
LA GIUSTA PRATICA
la giusta pratica è questa:
in pieno appoggio su un piede
e con flessione lieve
condurla lentamente in avanti
finché a poggiare per prima
il tallone solo in ultimo
quando il nuovo piede è
sa
gli occhi sempre ben puntati
in avanti
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Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
una magnolia in fiore
i calici biancorosati
rivolti in alto
-brindisi primaverile-
lo chiamano alcuni maestri
di discipline orientali
fatto di terra e aria
tendente al cielo, come
anche a me piace.
Un tempo apparteneva
alla tecnica militare
allo scopo della propria
salvaguardia nel tastare
per non finire durante
le incursioni violente
in buche pozzi
o mortali dirupi.
Nella nostra stridula pace
è un esercizio salutare
per stabilire il preciso
spazio entro cui il respiro
è libero da rinunce e
insulti, in espansione piena
fino al punto dato,
i prossimi,
da non perdere di vista
o investire
misura aurea
come di fiore
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
in fiore l'ape
INTIMI SENSI
vista e udito, dei due intimi sensi quale in strati
sottili di vita più di aiuto?
della poesia solo la prima parte di un verso antico
dove porta la mia via? non per spasimo o per ansia
a traversata
rada in cui rinuncio a ogni tipo di amuleti e dunque –
come in stato di avanzata quiete o grave malattiaanche alle domande, convinta ormai solo dei tocchi
lievi, il bianco della neve e del cielo è lo stesso
così con un giro temperato del corpo allineo
gli occhi al centro: i battiti del cuore, le sue note
discrepanze
e un altro respiro che arriva da solo
grata
a questa piana vuota se non di trasparente luce perché
magnifica la parola dalla sua levata al compimento e
di rimpetto- davanzale variopinto- il silenzio
ma ancora di più adesso le vicinanze sottintese
come di sera le due lampade qua e là del confine
dove sono nata
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VIII Edizione
---o---
HEMANT DIVATE
Traduzioni di Anna Lombardo
UN PANORAMA MONOTONO E DEPRIMENTE
per Hiranya
1
Come ha fatto il panorama nella mia testa
a filtrare/scivolare nella testa di mia figlia?
edifici, centri commerciali, autostrade, fabbriche e traffico
e se le chiedo di disegnare un paesaggio
lei traccia tramonti
un fiume che scorre, alberi, prati, templi
traccia uccelli simili a sgorbi di numeri
nei miei minuscoli cieli nuvolosi
Mai visto
dalla foresta senza cuciture di questa città
un tramonto oltre la casa nella mia testa,
il fiume, gli alberi, i sentieri, i templi, gli uccelli e i marciapiedi.
Ebbene come tutto questo
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Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
è fluito nella sua testa?
2
Quando lei capirà
questa immagine della mia infanzia
che è scivolata via
e la risposta
al Perché disegna esattamente quella?
i disegni di ognuno in questo mondo
si saranno mescolati? O saranno rimasti
intrappolati nel loro silenzio?
3
Come me lei ha incubi notturni,
di gente senza di testa che trasporta
corpi di villaggi resi orfani
nei cimiteri delle città
O che traghetta terrificanti vedute di città
solo per sovrapporli sui villaggi cancellati
L
,
tutta la gente senza testa
Tutto, tutte le città hanno lo stesso nome
le stesse strade, stessi edifici, stessi centri commerciali
tutto trasferito nello stesso luogo predefinito
come un reggimento in piedi pronto alla marcia
Lei si aggira lungo sentieri
dallo stesso nome, stesso colore
stesso odore, stesse forme
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
stesse facce come cloni di sé stessi
e agli stessi ingannevoli incroci
raggiunge la stessa statua
non importa verso dove fugge
la stessa statua le è sempre davanti
e lei giunge agli stessi paesaggi
delle stesse città
con gli stessi segnali uguali a guidarla
negli stessi luoghi
vede la stessa gente
che parla la stessa lingua
e ha le identiche forme
gli stessi gesti
è in file della stessa lunghezza
nello stesso modo
va verso le stesse stazioni
guidando le stesse automobili
alla stessa velocità
nella stessa direzione
nello stesso tempo
passando accanto gli stessi alberi
dello stesso tipo
e altezze uguali
dagli stessi divisori
sulla stessa strada
Le stesse persone
dilaniate
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Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
allo stesso modo
dalle stesse bombe
che giacciono ugualmente sparpagliate
pietrificate uguali
e spezzate uguali
Nello stesso monotono modo
ogni canale, ogni televisione
manda le stesse moltiplicate immagini di miseria
monotona
monotale
monotale
totalmente monotona
con deprimente monotonia
totalmente deprimente
de-de-deprimente
Lei va giù, va giù e crolla
vede il mio volto uguale terrorizzato e depresso
,
la sua presa decisa sulla mia mano nella folla
e proprio allo stesso mio modo
lei anche scorre via nella
gigantesca marea autodistruttiva
della gente senza testa
Io faccio lo stesso sogno che lei sta sognando
nello stesso istante
e io anche guardo il suo volto impietrito, depresso
guardare il terrore
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VIII Edizione
e fremere
e mi scordo di trasportare il villaggio alla città e la città al villaggio
e la raggiungo qui
e la raggiungo dove?
LA PRIMA PIOGGIA DELLA STAGIONE GIUNGE DI NOTTE
Simile allo schermo vuoto della televisione arriva
il ronzio della pioggia che fuori cade
pervade la stanza come la roca luce della televisione
E il gracidare improvviso delle rane simile a uno scoppio
In questa fulgida ora di mezzanotte
come una irrequieta, luce al neon mezza spenta
la moglie indaffarata emette goccioline
di sudore nel tentativo di addormentare la figlia
La figlia dorme
si sveglia
si riaddormenta
e di nuovo si sveglia, di nuovo
la moglie chiude con irritazione
le tende anch
,
T ,
,
Come la figlia
la poesia che per metà è sgorgata
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
nel profondo della mia mente
si agita
nel profondo della mia mente
L
si struggono per raggiungermi
ed io da dentro la stanza
per raggiungerla da dentro
Faccio un terribile sforzo per salvare
il poema della mente nella
profondità della mente
In seguito durante qualche momento di quiete
se questa stessa pioggia fosse un programma scaricato nel computer
e la stessa fragranza sollevarsi dalla terra
allora io potrei scrivere la poesia salvata sul disco rigido
e con gioioso frastuono gustare
la prima pioggia della stagione che cade di notte.
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VIII Edizione
LA SUCCOSA E FRESCA POLPA DELLA MIA POESIA
Dalla vita si è conficcato un momento
tra i denti
di una poesia
Si sofferma tra gli interstizi,
come residuali frammenti
di carne, dopo aver masticato
un bastoncino di pollo,
non diverso
da uno spazio tra due parole
riempite con la polpa succosa e fresca di una poesia.
LO ZIO PEDRU
Zio Pedru
Uno ad uno i tuoi arti tradiscono
La tua poltrona di legno
Il posacenere in cui getti i tuoi bidis
Il tuo vaso da notte
Lo svolazzo della tua quasi sbiadita Bibbia
E un Cristo in cornice è tutto ciò che rimane
Io sento ancora la tua presenza
Stesa là nella poltrona, che tossisce e si lamenta
Inquieta che fuma bidis
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Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
La vita sta diventando intollerabile per te
Ma non riesci nervosamente
A percorrere la stanza
Le tue labbra tremano
Ma non spiccicano parola
Persino il fumo come scia dal tuo bidi
Sembra paralizzato come te
Davanti al Cristo incorniciato
Mentalmente una preghiera mormorando
L
F
Solevi chiederci
“
?”
Quella volta non stavo facendo nulla
A parte scrivere versi
Solevi dire allora
“S
”
Ma poi leggevi molto interessato
I miei poemi
E dicevi
“Q
scrivevo anche io versi
e lo facevo per via della pazzia
la poesia ti fa debole, figlio caro
il giorno che smisi di scrivere
smisi di preoccuparmi per gli altri
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VIII Edizione
ù
“
Per tutta la vita sei rimasto senza un compagno
Tutta la tua vita sei rimasto orfano
Nessuno ti ha mai amato
E adesso sotto luce della lampadina da zero watt
Le parole della Bibbia devono davvero apparire sbiadite
E anche tu appari sbiadito nello stesso modo
A tutti noi
Dalle sbarre della tua finestra
Probabilmente vedi il giorno mutare in notte
Non attendi nessuno
E anche se qualcosa tu dovessi aspettare
È solo la finestra e tutte le stagioni che dietro percepisci
Cadere addosso a te come le foglie
E quando tutto quanto da solo
Alla fine dovessi ricordare
La tua vita
Silenziosamente
Pregheresti Gesù
Zio
Non hai nessun parente
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Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
Che rammenti?
E se rammenti la tua vita
?
Cosa esattamente
Adesso
Quando io ricordo te io sento
Che potrei essere abbattuto io stesso in un momento
Ma
Io ancora sono aggrappato
Per via della pazzia, Zio,
Io ancora scrivo poesia
Io sono matto
PRAHA, TORNERÒ
Se al nostro primo vero incontro, potessi toccare ogni angolo
e fessura, forgerei un legame eterno attraverso la facile
familiarità. È questo ciò che adesso sento per questa città.
2.
Non sono mai stato capace di capire una donna
facilmente, come una poesia; persino mia moglie,
che penso sia interamente mia rimane
una straniera alla fine.
Quanto facile sarebbe se si potesse una donna
interpretare come il vino,
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VIII Edizione
.
Come una incompleta poesia che langue
nella mia mente, mi trovo in difficoltà
dalla mia femminilità, dentro e fuori di me.
È una incompleta, oscura e
sconvolgente relazione che io tengo con ogni città
ma dal momento che qui sono atterrato, mi sono ricordato
di averci già trascorso una intera vita,
così ritorno – un sostituto di Gregor Samsa.
3.
Percorro questa città, la cacciò come un esaltato,
come se appartenesse a mio padre e ogni cosa fosse sua,
come se avessi un dono garantito:
più cammino in questa città, è più lei mi sarà mia.
I negozi sono ammucchiati stretti qui
tra bar, bar e pub.
Mi intrufolo tra costrette maniche
e scivolo dentro una casa che sa di familiare.
Non riesco a ritrovare il letto della mia infanzia
né il tavolo, la sedia, o i libri
né il rasoio per la barba, né lo specchio
ma riesco a vedere dritto nello specchio
,
in questo maledetto freddo da un tremante impenitente
Kafka, che non riuscì a fare bene nemmeno
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Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
,
,
sono immerso nella mia infinita noiosa esperienza
di nascita, morte e rinascita in molte lingue sconosciute.
Kafka, hai lasciato i miei mille desideri
incompiuti, così qui io rimonto, ancora e ancora,
mettendo freni alla mia bestialità
come tu uccidesti i tuoi stessi desideri
e diventasti umano. Quanto tardi
ti avvicinasti alla grandezza
della trasformazione in un insetto?
Guarda adesso, il vecchio orologio della torre e contaquanti scrittori hanno bisogno di soffrire e morire
per dare vita ad un insetto.
4.
Non riesco a vedere i numeri. Giusto adesso,
donne e uomini diventano numerali sul ponte Charles.
Nessuna scelta, mi ficco dentro e discendo
Verso un indefinibile barchino che me aspetta,
una barca predestinata ad annegare il destino, di volta in volta.
Un uomo là mi attende
indossa un cappotto lungo come quello di Kafka.
Mi aspetta, mangiando ceci,
lo stronzo non si è liberato delle sue vecchie abitudini.
Non sto forse andando là
giusto per dirgli che i resti del suo spuntino
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Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
dovrebbero essere gettati nella spazzatura?
Mi sono scordato perché devo incontrare qualcuno?
Chi dovrei incontrare, e per quale ragione?
K k
e mentre dico questo mi muovo,
aspettando il barchino sotto il ponte Charles,
mentre possibilmente, un uomo nel cappotto di Kafka
si trova nella barca, mi si sta lentamente avvicinando
mentre io rimango qui a mangiare ceci?
,
la brezza soffia conchiglie asciutte dalla mia mano
e tu dici, non sai nemmeno
come si mangiano i ceci? Questo vuol dire
che tu chiaramente pensi che io sia quel tale coglione,
ma lascia che ti racconti una storia:
non una che non possa ripetere
neanche una che nessuna sa, ma
metamorfosi significa la trasformazione
di una città in una installazione in una sala espositiva,
,
,
poeta
in un soffice scintillio linguistico e biografico
mentre la città, come è adesso
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VIII Edizione
è detrito di una geografia che urla, immersa nel sangue
oppure di un grezzo imperialismo che, come una mezza omelette
rimane a sfriggolare nella padella della storia che frigge.
..
:
Kafka preferisce bere il tè inglese oltre il caffè.
Laggiù il Grande Orologio
che aspetta di vedere quale diventerà prima una pisciata,
il mio caffè o il suo te?
Abbiamo scommesso, Kafka e io –
il
,
dovrà correre, in versione ridotta per tutta Praga.
Erano le dieci e mezzo quando lo incontrai
del realismo magico di Praga.
5.
Da dove sono in piedi
posso vedere la fine incombente del linguaggio di Kafka
Cosa riesci a vedere tu da dove ti trovi?
Puoi vedere la storia di Gregos Samsa?
o soltanto la continua storia infinita di Franz Kafka?
6.
Vagando per il quartiere Josefov,
,
ho la sensazione di gente che mi sbra
quelli che un minuto fa camminavano abbracciati
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Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
;
le voci tenere adesso sono strilli,
case dalle mattonelle colo ruggine ora crollano in detriti.
I
,
la caccia
.
Dentro il Caffè Frank Kafka, vedo gente bere Coca-Cola
invece del caffè. Faccio per andarmene e le tazze, i piattini,
le sedie, i tavoli, le macchine del caffè sbatacchiano e sbattono
:
e bor
k
k …
Lentamente, con calma, muto in uno scarafaggio di 2 cm.
Nuotando con le mie antenne, raggiungo la stazione Praha
anche lì, quelle maledette bottiglie di coca mi bloccano il passo.
,
Mentre mi volto indietro, Kafka a me s
in fuga lungo queste strade di ciottoli assieme a me,
per la prima volta, ha capito che Paga era sexy.
!
.
Praga ritornerò
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VIII Edizione
---o---
H.S. SHIVAPRAKASH
Traduzioni di Anna Lombardo
LA ROSA BIANCA
In tutti i miei sogni
Cercavo una rosa bianca senza uguali.
Seguivo la sua fragranza
Durante insonnia, sonno e sogno,
Finché in un sonno dentro il sonno
In un sogno dentro al sogno
la mia rosa bianca trovai.
Ancor prima di precipitarmi come famelico
selvaggio a bloccarla,
.
Smettete di cercare Shiva Prakash
Sulla terra o in cielo
Lui è diventato la sua rosa bianca
In un sogno oltre tutti i sogni.
PERSO E RITROVATO ALL’AVANA
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Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
Mi sono perso un attimo fa
Come un prezioso anello perso nel fiume
Come la mia amata perduta al mercato
Come il mio unico figlio perduto in una foresta
Zeppa di leoni affamati
Come un passaporto perso in un paese molto lontano
Come la mia giovinezza persa nelle solitarie notti insonni
Ma la fragranza del tuo affetto
E la tua città ospitale come casa
Mi hanno riportato indietro
Si, ho ritrovato me stesso attraverso te
E mi sono ripreso
I miei oceani, le isole, le città,
I miei palazzi e i templi perduti
e i miei poemi incompiuti
1-11- 2013 all’Avana
(PER HEIDI)
Oggi è il tuo ultimo giorno in questa magnifica città,
riempiti gli occhi Shiva Prakash,
;
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Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
Fai un tuffo
Nelle infuocate acque blu di questa baia;
Segui
Il luccichio del suo esteso cielo
;
Saluta con reverenza
I monumenti dei suoi eroi,
Che hanno dato la propria vita,
Per liberare la loro terra dal giogo del governo straniero;
Gira attorno tre volte
A
S
Nel vecchio centro della città;
:
‘F
paese su questa estesa terra
A
Sfiora delicatamente
Il morbido, candido collo di cigno
Di questa ragazza, Heidi, triste e bellissima;
Sciogli
Le strisce segrete dei suoi capelli argentati
Salutando in anticipo la sua giovinezza;
Questo è il tuo ultimo giorno
In questa città commovente
Implora il sole,
Prega la luce:
;
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VIII Edizione
che rende gli uomini demoni egoisti
in nessun modo si avvicini al suo paese.
QUANDO LA PRIGIONE DIVENTA UN GIARDINO
Quando la prigione diventa un giardino
L
Di piante e alberi,
I sospiri incessanti dei prigionieri,
Si tramutano in fresca brezza;
Gli occhi che fissavano con nostalgia
L
Da dietro le sbarre
Ora si volgono alle stelle
Per unirsi alle loro native galassie:
Le lacrime asciutte e sommerse
Diventano gocce di rugiada,
Come i gioielli che adornano fiori;
La forca che infondeva errore
Ai cuori degli stupratori e assassini
Ora è un albero di fico
Sotto il quale il peggior infanticida
M
I
Ma dice no al nirvana
Poiché, in quel momento,
La sua visione è di tutti i volti incarcerati
Pagina 62
LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
Il suo corpo si frantuma in mille pezzi
Ognuno dei quali diventa un Illuminato
E promette di liberarli tutti
A
Sia il giustiziato sia il giustiziere
A
Per i giudici, secondini e guardie,
Rinati adesso come bimbi innocenti
E i loro genitori senza colpa
E perfino io che sempre ho dubitato
Che questo potesse qui accadere
E ora son convinto
Dopo che nelle mie mani hai posto
L
Nelle mie mani impreparate.
Fammelo toccare, odorare e assaporare.
OGGI È IL MIO COMPLEANNO
Oggi è il mio compleanno
Arrivano gli auguri: Buon compleanno.
Quando ricordo che oggi è il mio compleanno
Io mi ricordo anche;
Oggi è il mio giorno di morte
Come è triste il compleanno di un uomo solo e vecchio
Senza amore e neanche una sposa
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Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
Come una foglia solitaria che ingiallisce
I
Come una solitaria nuvola seduta
A riflettere come il Pensatore di Rodin
D
Con cui molto gioisco almeno soddisfatto
Ricordo le inondazioni e le carestie
Le camere a gas e i genocidi
L
E la fiducia in tradimenti
Le notti insonni
Trascorse a incedere spavaldamente dal Polo Nord
Al Polo Sud
Le cui speranze erano quelle stelle,
Che bruciano se stesse fino alla fine
In quelle oscure vastità
Nel giorno del mio compleanno ho trovato
Fiori nel mio vaso morti
E ho chiesto alla mia gentile cameriera
Di farli sparire dalla mia vista
Il mio compleanno è la mia morte dico
Il giorno della mia nascita è il mio giorno di morte
Lasciatemi seppellire i miei fallimenti
Cremare le mie frustrazioni
L
Sulla mia bara di piombo
Pagina 64
LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
Festeggiate cantori, ballerini,
Flautisti e percussionisti
F
Che dentro tiene le ceneri
Dei costruttori delle mie città sognate
addio, Madurai
Addio, Puhar
Addio, Avantika
Addio, Kyoto
Addio, Cracovia,
Addio, Suzo
Addio, Kalyan
Addio, Shiva Prakash
Né dolci né candele
Né budino di riso con lo zafferano
Né più il tilaka che Mamma disegna
Sulla mia fronte
Ogni compleanno è un giorno di morte
Il mio giorno di nascita è un giorno di morte
Il mio compleanno è il mio giorno di morte
Questa è la canzone delle stelle e dei fiori
Delle città sepolte
Sotto il mare o le sabbie
Ma questa piantina verde impudente
Con un unico fiorellino simile al sole
Pagina 65
LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
Protesta
Sei favolose vergini
Salutano dalla valle di un milioni di lucciole
Le montagne Indrakeela e il fiume Balaganga
Cantano volteggiando:
Noi siamo le levatrici della regina oscura
che presto darà alla luce
lui governerà dovunque
bacerà con le sue labbra dorate
sia il fiore sia il verme.
E quando fui sul punto di lasciare questa oziosa fantasia
Gli echi dei colpi sul Damaru e le cavigliere
Il suono dei gong
Si diffonde da valle in valle
Da cima a cima
Da stella a stella
I tuoi dolci baci sono atterrati
Sulle mie labbra salate
D
A
Non sono più solo allora
In questa valle desolata
Sentii i fiumi mormorare:
Il giorno della tua nascita è il tuo giorno di morte
il tuo giorno di morte è il giorno della tua rinascita
il mio giorno di morte è il giorno della mia rinascita
Pagina 66
LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
---o---
LEILA FALÀ
(OGGETTI)
Noi non eroi non ministri né santi
ci accontentiamo di cose
che si possono acquistare
per sopire un sospetto di vuoto e solitudine
nelle nostre vite abituali.
Prodotti di mercato. Oggetti.
Merci normali.
Questi sono i nostri resti.
Eppure è negli oggetti che ti cerco e ancora
e in ciò che è stato tuo, riaffiori in tepore.
Restano loro a me
come se potessero reggere il mondo.
(RIORDINO)
Non basta alla mancanza il dolore
si ricompone negli orologi nei taccuini
in vecchi scontrini
e il suo disordine sommerge.
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
Mi obbligo a riemergere
a riordinare nei cassetti le idee
insieme agli elastici e alle viti.
Mi è sacro questo razionalizzare
questa ragione che consola senza negarmi lacrime
quando prepotenti salgono
dalle tasche umide e pacate.
(AFFONDO)
Spazio enorme infinitesimale
tra un paio di guanti esile, con bottone
e il nero affondo - dopo quel boato
da cui ha rigalleggiato.
Ecco lo scarto
fra la leggerezza
e l'imponderabile assenza.
Lì, in quel mezzo, mi sento vertigine.
Affondo e riemergo
come un guanto, un bottone
resto preda di un'onda che mi annega e poi
mi salva.
In questo andirivieni io rovino.
Pagina 68
LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
MERENDINE
Ecco il bifidus che ci salva il mondo
mentre il sogno screpola, affanna,
incastrato tra i denti del quotidiano
nelle misere vite che rincorriamo
nella pubblicitaria spelonca delle veline
delle escortine, delle brave mammine
delle ministre maestrine
delle mafie di stato.
Abbiamo disoccupato le strade dai sogni
come ci hanno intimato
Ora sono vuote. Che ne facciamo?
Ci basteranno merendine dietetiche
gusto cioccolato, per la felicità?
SI MOBILITA L’ITALIA
28-9-2012 Il paese si è fermato stanotte
Ahi Ahi
Si mobilita l'Italia per averlo.
E' l'incerto diritto? Più sottile più leggero.
Al lavoro, all'istruzione, alle cure
Pagina 69
LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
al solo sopravvivere in dignità
a pagare affitto, bollette?
Ahi, ahi, iPhone cinque
si mobilita di notte
si mobilita l'Italia:
,
tecnologia è futuro
“più sottile più leggero” si fa
il valore di quello in cui credo
tecnologia è libertà
si affievolisce le certezza della direzione
a cui tendere (E la poesia ? )
-
-
Apri virgolette: "più sottile più leggero"
chiudile: è lo slogan dell'iPhone.
Cinque.
Non si parla
del tuo diritto al lavoro
del mio diritto al la la
proprio stanotte il nostro paese si è fermato.
Come un cuore.
Ahi ahi, iPhone.
(28-9-2012, la notte in cui gli italiani hanno fatto la fila ai negozi per poter acquistare l' iPhone
5 il mattino seguente. I corsivi sono frasi della campagna pubblicitaria dell'iPhone 5)
Pagina 70
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Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
CRISI
Nessuna ansia per me no no
sto bene, mi diverto un sacco.
Per esempio arrivo ora ora
dal mio passatempo preferito:
la gara degli sconti al supermercato.
25
o il 20 su quello più scadente?
Ma ce la faccio io, nessun problema
Lo so che pur di risparmiare
mi porto anche le sporte da casa.
Va bene, no. Lo faccio
per darmi un tono ecologista.
Prezzo, Spesa. Non sono povera. Non sono stressata.
i piace di partecipare
.M
.
.
17/02/2008
E-SPERIMENTO PERICOLO-SO
Tira e tira e tira e fai
Pagina 71
LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
sul filo del poi che vengo, che dai
che è tardi, che faccio, che vedo, che vado
che dico e preparo, sistemo, poi scrivo
.
,
ù
e non taccio, dico, telefono
amica che vedo che corro a prenderti
col pensiero, mi manchi
mentre prendo il prosciutto
al bancone stracotto
aspetta che ti telefono prima
di cena , dopo la spesa,
ma che nessuno si accorga che sono tornata
e neanche che manco, ancora, da casa
non manco, nemmanco, solo
non posso chiamarti amica
ti scrivo più tardi un messaggio,
non posso, non va, sai, mi lascia il marito
lo sai? Tu che fai? Che dici? Ti sei separata?
Anche tu ? come mai ? come me?
Anche io, ma ora non posso
Ti parlo domani o forse giovedì.
Ora vado, non vedo, è la fretta, ti vedo,
mi manca, mi manchi
e poi scrivo, è poi che io scrivo, stanotte io scrivo,
ora mi manco. Stanotte col silenzio dovuto
e mio marito che attende, che va, che saluta
e io salto il tempo che ci vuole
a lasciar decantare , il tempo di amare e di restare
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
Mi manca, mi aspetta , mi vede,
io vado.
E spero, respiro, sperimento pericolo so.
UNA CREMA TUTTA PER SÉ
S
Mentre prendo il tempo per mettermi una crema magica anti
tutto.
Anti rughe, anti sporco, anti grasso
Anti dolore, solitudine, depressione
anti cattiveria - altrui
anti tutto il dolore accumulato
in quegli arti trasandati e specializzati
attivi nelle sinapsi.
Anti sconforto da week end
anti malessere, scontento, frustrazione
da risultato imperfetto. Non da cattivo risultato.
Imperfetto. A culo.
Prendo tempo per me
A culo tutto quello che silenziosamente mi chiedono di fare.
Mi chiedono. Mi chiedono?
Chi lo chiede? Sono io che me lo chiedo.
Pagina 73
LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
E mentre mi chiedo se sono io o no
Ecco che rispunta la vocina
approfittandosi che sono distratta.
Hai fatto questo e quello prima della cremina?
Faresti meglio a sistemare lì?
Solo un minutino, poi ti dai la crema, dai
Tu, cara, essere perfettissimo pulitore del cielo e della terra
di tutte le cose visibili e invisibili,
per mezzo di te tutte le case sono state sistemate.
E le questioni più delicate, pure.
Sii brava, mi blandisce,
rinuncia solo per un'ora.
Eccola che spunta, si mette di mezzo ancora
Mi adula e mi seduce si allunga sinuosa
tra me e il mio vorrei, serpente malevolo
che fa piccolo il desiderio, un frutticino
minuscolo polposo e minuscolo
corbezzolo di sapore rosso e giallo
come la follia - quasi direi e le mie dita si sporcano di polpa dolce.
E con quel frutto inizia la battaglia.
Non dico come va a finire.
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
---o---
MARAM AL-MASRI
Traduzioni di Bianca Carlino
VIENE NUDA LA LIBERTÀ
2
U
sultano.
Di notte, mentre dormiva
i soldati si son rubati il bestiame.
Il sultano le rispose:
D
invece di dormire.
L
:
Io pensavo che voi vegliaste su di noi, Sua altezza...
.
10
Le braccia calate
le mani quasi rivolte al cielo
come se neanche in Dio abbia trovato
la risposta alle sue domande, alla sua angoscia. Credo che mille volte abbia ruotato
attorno a se stesso
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
per la disperazione
che lo ha fulminato.
La disperazione
che lo ha ucciso.
Come le bombe
hanno ucciso i suoi figli.
12
Come navi ebbre
dondolano
da destra a sinistra
da sinistra a destra
quelle teste si muovono
.
Grida e gemiti.
Perché? Come?
Riesci a sentirlo il loro triste canto mentre stai disteso
con le braccia
incrociate sul petto?
18
Avvolti nei sudari
i bambini siriani
Pagina 76
LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
sembrano caramelle da scartare non fatte di zucchero
ma di carne
di sogno
di amore
Le strade vi attendono
e lo stesso i giardini
come pure le scuole
e le piazze festose
Troppo presto per volare
a giocare
lassù
26
Scena di vita quotidiana:
una fila di persone in attesa per il pane,
si sentono delle esplosioni.
Fuggono tutti.
Perfino gli alberi
strappano via le radici e si mettono a correre.
Tranne la fame.
Che se ne infischia
e resta ad attendere
in fila per
il pane.
27
Raccontami una storia.
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
chiese a un visitatore
il fanciullo nato in prigione
da madre violata
L
:
un piccolo fanciullo che viveva con la madre
in una casa con una finestra
che dava su una via
tranquilla
?
Lo interruppe il fanciullo
U
da cui passa la luce del sole
e dove, a volte, si appoggiano
gli uccelli
Cosa sono gli uccelli?
Lo interruppe il fanciullo
29
Studia, figlia mia
il tuo Paese avrà bisogno di essere ricostruito
T
?
?
Te la caverai bene, ne sono sicura
riuscirai a laurearti
e io sarò felicissima
faremo una grande festa
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
munita di una penna e di un sogno
Una sola scarpa
30
I
L
non indossano abiti di cotone
la loro pelle presto si abitua alla ruvida stoffa
I
L
indossano abiti usati
e ai piedi scarpe troppo grandi
oppure nudità e ferite
I
L
non conoscono il sapore della banana
é
ma soltanto quello del pane duro
intriso con acqua di Pazienza
La sera
L
non fanno il bagno caldo
non giocano con le bolle di sapone
giocano con i pneumatici
con i sassolini
e con i resti delle bombe
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
L
non lavano i denti
non ascoltano le favole di principi e principesse
Ascoltano il frastuono della paura e del freddo
sui marciapiedi
davanti alle porte delle loro case distrutte
negli accampamenti
o
nelle tombe
I
L
come tutti i bambini del mondo
aspettano
che ritorni la mamma
32
15 marzo 2013, 5000 donne prigioniere
Come fate, sorelle mie
con quel dolore al seno
gonfio e indurito?
Con quel dolore
lancinante
al ventre
inondato di tristezza?
Come fate con il sangue
che vi scorre tra le cosce?
Grumi neri di sangue
?
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
Come fate, sorelle mie
quando avete il ciclo?
Nelle cupe e fredde prigioni
Prigioni che uccidono violentano
prigioni
dove incatenate
vivete ammucchiate
Come fate, sorelle mie
quando esplode negli occhi il sangue?
37
Camminavo, stanca
guardai dietro di me,
mi accorsi che stavo trascinando
con la mano destra una montagna di tristezza
con la mano sinistra una montagna di speranza
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VIII Edizione
---o---
MARCO FAZZINI
ALLA POESIA
Alla poesia non giungi
se non per il candore
su labbra, o nuvole.
.
che sopra al foglio scuro
intona a squarciagola
il suo buongiorno alle stelle.
ARETHUSA
(per Douglas Livingstone)
Quando finì per spostarsi dalla sua terra
Sarebbe diventato un fiume avvolgente
Che da dentro mi avrebbe inondato,
Il mio amico confessò che stava scrivendo
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
Progettando il suo corso tra isole,
E mari, e caverne di isole,
Facendo rotta verso il posto
Dove Catullo lavorò le sue gemme –
,
.
Ma quando infine mi raggiunse, tutto quello
: “M
I
S
S
,A
,
,
,
?” I
,
La mia carne, come delta strecciato.
UNA E UN’ALTRA FORMA
Nuda e suadente collina,
tu sponda per vite,
frutteto e maggese
tramati negli anni
in curve protese, negli arti
nel declivio dei fianchi,
tu calanchi, stanchi poderi
arati con ferite di sempre,
tu gobba resistente ai malanni,
cornice terrosa,
nella mia bussola acuta e briosa,
Pagina 83
LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
tu chiarore ed essenza
per la notte stellata
da emozioni in torpore,
apparenza sognata,
e trascorsi più oltre,
rocca protetta, cittadella
perfetta di silenzi in deriva,
ù
,
che ascolto e ripeto quando sempre
e per sempre ricordo che sei
nuda e suadente collina,
tu sponda per vite,
…
CASE GALLEGGIANTI
Furono i tuoi occhi
della luce della primavera
a colpirmi,
e quelle gambe affusolate,
con rigore accavallate
per tenerci sopra
una rivista da stazione.
“
…”,
,
scorrendo le pagine.
Pagina 84
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VIII Edizione
“
per poterle trasportare
o vederci sotto, in trasparenza,
”.
Intanto il treno ci rullava via,
e il tuo corpo danzava
a ritmo,
come avrebbero fatto
soggiorno, cucina, bagno,
e il tuo letto galleggiante, diretti
verso i quattro punti cardinali,
,
,
trovare una dea raggiante
a nuotare con eguale desiderio,
un pesce dentro i flutti
dalle schiume tropicali.
Pagina 85
LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
---o---
MARYAM ALA AMJADI
Traduzioni di Anna Lombardo
GEOMETRIA DEL DOLORE
E i cerchi sono le figlie criminali delle sfere
E le longitudini i figli bipolari dei triangoli
E i quadrati sono i padri prevenuti dei rettangoli
E le linee le madri taglienti dei punti
E gli angoli sono le diversioni morali delle linee
E le orizzontali le verticali morte
Ma tutto questo dove porta
in un mondo in cui
sono più vicini a Dio i grattacieli
degli uomini che li costruiscono?
DEBITO
Tutta la vita ho dovuto qualcosa a qualcuno
Barlumi di speranza a neri occhi spenti
Colpi di fulmine a orfani
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
pensieri dei passanti
e un sorriso a ogni giovane custode
T
….
Ditemi,
quanto farebbe questo in mele?
FEMMINISTA
I
“w
”1
-
Spegne
La sua sigaretta della passione
Dentro il mio tutto
I
“w
-
”
I
“w
-
”
E respira profondamente
I
“w
”
-
E mi chiamo Maryam
E sono giovane
Così, così sempre giovani
Le cose crescono da me
Amore un bimbo
una famiglia
E una tomba di dubbi sereni
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
E un silenzio blu blu
Noi siamo donne
“ ”
Potrebbe fare un tal casino
Che porta sul binario dei Diritti
E afferra il momento del vigore
I
Noi siamo donne
” ”
Si deve vedere attraverso
I tunnel scuri scuri della storia
L
Che suona così patetica
Così ,così tragica
Noi siamo donne
Noi dai capelli lunghi
Dal piccolo cervello scarso intelletto tacchi a spillo
“ ”
” ”
Noi siamo le cattive cattive
In ogni ogni bene
L
“T ”
Pagina 88
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VIII Edizione
Oh,
Io sono una donna!
1
L
woman (donna) che allungata diventa woe-
man con la sottile implicazione della parola woe che indica pena, dolore. La traduzione che
risulterebbe in italiano (dolo-
)
lasciare nel testo.
DOVE È LA PACE DI QUESTO POEMA?
Ehi, Poeta!
L
E libera
Dimentica la colomba una volta tanto,
così che possa ricordare di volare senza direzione
La spada è stanca di tradimenti
Le bilance vorrebbero pesare sé stesse tanto per cambiare
e la soglia di ogni pagina trema
quando bocche oneste contano gli intervalli delle parole
e dita disoneste sillabano teste dentro i numeri
Ehi, Poeta!
Sbuccia la prudenza degli avverbi fino al fondo dei contrabbandati silenzi
Pagina 89
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VIII Edizione
Inchiostra il sangue degli aggettivi nel cuore delle cose tutte in ombra
A
:
Sono nato per umanizzare così le parole !
Ogni penna viva è un'altra pistola spuntata
La Poesia non morirà mai
ma forse un giorno,
un giorno che con timore non avrà paura
noi faremo a meno delle metafore.
Pagina 90
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VIII Edizione
---o---
MOHAMED MILOUD GHARRAFI
Traduzioni di Zingonia Zingone
LA TAVERNA DI CLUNY
A
,
ù
.
.
.
.
.A
. Voglio dire in fondo oltre i miei ricordi, mi restano ancora dei brandelli della
stessa scena: le note dolci del jazz, i bisbigli, gli abbracci, i baci, le promesse e le dita che
.
.L
ù
,
.M
.A
scinava verso
,
cioccolata calda e io un bicchiere di vino bianco. Lei getta il cappotto sul divano. Io appoggio
la mia mano sui lembi turbanti. La musica jazz si stende sulla mano del musicista. La luce
ù
.I
.I
.I
,
…
Cosa bevete? Mi domanda il cameriere.
Fuori, della pioggia. Dei mendica
D
.D
…
k
.D
.L
M
.
IL DESIDERIO
Vidi arrivare navi da pesca. Le dissi: “ S
,
.Q ,
.M
Pagina 91
LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
.I
ci manc
,
cosa ?
,
A
,
G
.
.
.
bambini. Tracceremo segni sulla sabbia o declameremo poemi che non abbiamo mai sentito
prima. Piangere
.
certe cose al negozio Marks and S
?”. L
”.
LIKE
Avevo appuntamento con lei
su Facebook
Lei non è venuta
Ho rotto lo schermo
bussare
alla porta.
COME UNA CARTOLINA
Il tuo tremore
è sempre qui
perché i muri trattengono
e le cartoline
sono tutte cadute
Pagina 92
“
! ma oggi ho voglia di
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VIII Edizione
quando hai chiuso la porta dietro di te.
ROTAZIONE
Questa terra,
se io fossi il suo creatore
l'avrei precipitata nel vuoto
come un pallone
verso il cielo
e bucata.
Come me
lei non può più
girare
intorno a se stessa.
IL POETA
Il suo unico rimpianto
Senza aver portato a termine
Un poema
Pagina 93
LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
GUARDA COME VOLA
Mia madre mi disse: “
!”.
La portai dal calzolaio. Ricucì la pelle e piantò con fierezza un chiodo nel tallone e un altro
nella suola. La lustrava dicendo: tu te ne andrai e lei rimarrà nel colmo della sua gloria. Non
.
che tu non ne sia fiero. Batti il suolo
quanto vuoi in un ballo gitano o solleva una nuvola di polvere in un ballo di Reggada e
cammina sul pavimento o sulla pietra. Non si stanca. Guarda! La piego quanto voglio e non si
rompe. Guarda come vola! (e la lancia verso il soffitto). Sai? Il segreto non è nel pellame o nel
.I
.T
.I
in quel che ne fai. Non basta calzarla. Certe volte è fiera che tu la porti e cammini sulle spine
o sulle braci per sapere il segreto della gravitazione terrestre e quello del passaggio del grido
verso zone oltre la parola. Appoggiala qualche volta vicino al capo. Il più vicino possibile al
tuo capo. Sentirai tutto il mal di testa della terra, il
,
A
,
.A
,
,
figlio mio, come vola!
Guarda come vola!
Famoso ballo popolare del nord-est del Marocco che consiste in movimenti delle spalle e nel
battere con forza i piedi per terra.
Famoso ballo popolare del nord-est del Marocco che consiste in movimenti delle spalle e nel battere con forza i piedi per terra.
NON SONO SOLO
Io non sono solo
sono nel luogo che ripara gli uccelli
di notte
sono una terza nuvola a mezzogiorno
Pagina 94
LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
quando il postino mi delude
Non sono solo
perché conosco la strada verso il giardino
lì almeno
ho degli amici veri
che non hanno niente da perdere
quando bevono il Bavaria
e pisciano sul muro
che separa il giardino
dalla sede del parlamento
Io non sono solo
perché amo il poema
dalla lingua e dalle due labbra
e il vino sopra
non sono solo
perché gli uccelli che ho liberato
questa mattina
nel mio compleanno
sono tornati uno per uno
e poi volati in un unico stormo.
Pagina 95
LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
---o---
RICCARDO HELD
Di qua del mondo, di là del mondo.
,
,
ù
,
che non capisci non riesci a dire
e non sai cosa vuoi. No, non è vero !
Ma certo che lo sai, fin troppo bene!
Li vuoi avere intorno, vuoi sentire
che gli importa di te, fargli capire
che sei con loro, che lo senti il bene.
E non lo vuoi e non lo sai più dire.
E poi la rabbia e poi quel nodo in gola,
la fretta di trovare una parola
che si alzi da sola e che li tocchi,
che li accarezzi appena da fratelli,
che dica più di quello che vuol dire,
no! non dica, ma faccia quella cosa
che non hai più saputo come fare,
nemmeno adesso poi, proprio con quelli
che ti stanno di più dentro nel cuore .
,
è la matassa che non sta più insieme,
Pagina 96
LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
come un feudo per te, senza scadenza,
potresti averlo già tutto perduto.
E continui a cercare, in ogni sguardo
ogni viso che passa, ogni tramonto
,
quella cosa che pensi, quella rosa
lì sospesa nel vuoto senza appigli;
tu che hai passato la più grande parte
dei tuoi secondi che vanno nei minuti,
dei minuti che vanno nelle ore,
delle ore che fanno i giorni e gli anni,
,
,
,
quella sbagliata, quella che separa
e non hai mai avuto nostalgia
mai, nemmeno un secondo,
,
,
la parte nostra, quella che si perde
nella nostra paura e si consuma.
Lo dovresti sapere che non serve
,
,
come quando spiavi da bambino
il grande fuori intorno al tuo giardino,
non ci sono le rose i gelsomini,
non ci sono le voci calde e belle,
e che quando sei solo ti consola.
Pagina 97
LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
Ma saperlo non serve proprio a niente,
non ti riesce mai di farne a meno,
che ti fa stare lì coi s
.
,
,
quello che manca che fa tutto il male,
quello che manca che fa tutto il bene.
Non vedere, non sapere, non ricordare
Curioso
che ho visto per un attimo riflesso
nella vetrina di una guanteria,
tornando da una visita a mia madre,
proprio lì sotto nella Merceria
ma i lampioni non sono ancora accesi
e i vetri dei negozi s
….
niente mi resti impresso nella mente.
Che coincidenza poi uscire proprio
in quei pochi minuti che separano
crepuscolo e tramonto, sole e sera
la luce artificiale e quella vera.
Strano fino a che punto quel riflesso
scorto appena, per meno di un secondo,
Pagina 98
LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
non so perché mi sembri familiare.
tutto nella figura mi allontani,
ma senza niente che mi dia spavento.
Se non sapessi che non è possibile,
che non potrebbe mai essere vero
direi che mi somiglia proprio molto.
Gli occhi, le mani, gli abiti, la fretta,
,
,
,
fin nei dettagli tutto è proprio uguale,
tanto da dirmi quello che non voglio,
obbligarmi a vedere quella cosa,
…
bello
dimenticare senza averla vista;
ma quella cosa mi somiglia tanto,
tanto da dirmi che quel viso è il mio
,
,
.
L
,
di non guardare più, di andare via,
di allontanarsi da quel sortilegio,
ma le vetrine sono solo specchi
e le vetrine sono da ogni parte
e chi parla di corsa contro il tempo
non sa del tempo quanto sia veloce.
Pagina 99
LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
SE
Se fosse andato tutto in altro modo,
Se fossi stato quello che volevi,
Non quella cosa intrisa, sempre
,
Intrisa di una notte anche più densa,
Più scura, forte e grave, spessa e intensa
Del tuo malessere, del tuo scontento,
,
,
…
Mi ascolti mamma, sì, mi ascolti ancora?
Se non sapessi sempre già ogni cosa
Di me, da prima che cominci a dire,
Tutto tranne la sola, unica cosa
Che sto cercando, che ti voglio dire.
Se non vedessi quello sguardo inquieto
Che mi toglie la voglia di finire,
,
,
…
Mi ascolti mamma, sì, mi ascolti ancora?
Se non restassi quasi senza voce
Proprio quando vorrei farmi sentire,
Se non restassi a corto di parole,
Io, te lo immagini, io senza parole!
Che Dio le ha fabbricate come un manto,
Per starmi intorno, della mia misura,
E non riesco a fartele sentire,
,
,
…
Pagina 100
LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
Mi ascolti mamma, sì, mi ascolti ancora?
Se non restassi sempre così bella,
Se la tua voce fosse senza incanto,
S
:“
,
S
:“
”
,
Fai la tua strada, falla fino in fo
,
,
!
!”
…
Mi ascolti mamma, sì, mi ascolti ancora?
Se non mi avessi tanto somigliato,
Se non ti avessi somigliato tanto,
Se non fossi più me di quanto sia mai stato,
Se non fossi per me da quando sono nato,
Non sapessi il mio buio e la mia luce,
Il mio freddo, il calore, il mio respiro,
Se non mi avessi così tanto amato,
Se non ti avessi amato così tanto,
,
,
…
Mi ascolti mamma, sì, mi ascolti ancora?
Pagina 101
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Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
---o---
ROBERTO FERNÁNDEZ RETAMAR
Traduzione di Zingonia Zingone
VENEZIA: COSA CERCA IN TE
Per Ernesto Cardenal, nei suoi sessant’anni
“M
[...]?”
Heredia
T
,
.
La Piazza, i campi (che non sono), i piccioni, i turisti
Divorando la città come termiti, comprando conchiglie, maschere, foto,
facendosi ritrarre accanto al passato immobile
In una foto più grande. Per caso siamo anche noi termiti?
Per caso anche noi come loro ti divoriamo, antica regina, nonostante le nostre risate,
I balli e la nostra musica (siamo i cubani:
Q
)? D
,
,
Vivere in un museo visitato con curiosità programmata,
Anche se ogni tanto una specie di Ludovica la Mora
Su sedie abbandonate fino
,
,
Labirintiche storie di strani amori a lei estranei. Forse anche quello
È un pezzo del paramento, come le sirene notturne
Pagina 102
,
LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
Che annunciano la marea che sale e ci obbliga a camminare sguazzando
S
.S,
T
.
.
Ma non è quello, sicuramente non è quello
Ciò che mi produce questa tristezza antillana, interrotta solo a momenti
D
il commendatore Eusebio blandisce
AT
Che macchia il tuo mare prima così fiero,
,
,
Nel ristorante che ha il nome e le ali di un angelo.
Venezia: cosa cerca in te la mia vista anelante?
Tanto da giungere come un animaletto delle nostre terre, un pizote.
Con il sorriso stanco ma luminoso.
Q
(Adesso sono copie, così il metallo degli originali
Non continuerà a corrodersi e loro non evaporeranno prima del resto della città),
Si sente da laggiù, o forse dalla grande torre con Il Leone,
,
,
Si sente il canto del zanate messicano in Piazza San Marco.
Filosofia della
storia di Hegel,
M
,
I
A
L
.
,
,
Morte a Venezia, oltre
la città,
Anche se meno lontano della distanza che divide Mancarrón da San Carlos,
Mentre i giornalisti ti assediano di domande, ti circondano di registratori,
E tu rispondi, lo sguardo rivolto altrove, e dici che non sei un politico ma un rivoluzionario,
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
E del tuo paese parli con un amore grande, doloroso e tenero,
Gli aironi del lago del Nicaragua hanno preso a volare su di noi,
Passano anche sopra le navi della NATO,
Dove nessuno li vede perché a bordo ci sono solo ciechi e sordi e muti.
S
,
,
,
S
,
Girano lì sotto, facendoti da scorta come possono.
E arriviamo, e tu mi dai libri, carte, riviste
,
esiste:
Tu leggi a Venezia che si popola di compagni vestiti color verde-olivo.
Sono stati mandati dalle montagne e alcuni sono così giovani che sembra giochino a fare i
soldati,
Ma per sfortuna non e così: stanno combattendo una guerra amaramente vera,
Nonostante che a molti stia appena spuntando la barba,
E a molti non spunterà mai.
Ci dicono che hanno appena portato in un ospedale di campagna un adolescente
Un colpo di mortaio gli ha mozzato il dietro della testa,
E a un ministro saggio e bello come un semidio,
Morto in combattimento, ma che prima è venuto a sapere che gli uomini e le donne da lui
condotti avevano trionfato,
E quel pezzo di patria che gli fu assegnata da custodire
È ancora nelle mani amorevoli del popolo.
Tu leggi le tue poesie a quei soldati e miliziani
Che hanno attraversato i ponti guardando con sorpresa le gondole,
Il balcone dal quale si lanciò nel Canal Grande Lord Byron,
Che poi andò a combattere per la Grecia e aveva un veliero chiamato Bolívar,
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
O il balconcino dal quale si affacciava tossendo e tossendo la notte,
Insanguinando il fazzoletto di seta, Mozart.
I compas mettono giù le armi, vicino, si siedono per terra in Piazza.
La sera li fa pensare a Managua, a Jinotepe,
Alla fidanzata o al fidanzato lontano,
Mentre il tuo sguardo smette di guardare altrove: guarda loro con orgoglio e felicità,
E la tua voce diventa seria e fa tremare come una vampata,
E tutti sentono che dici quello che anche loro volevano dire.
E si fa notte a Ocotal, a Matagalpa, a Bonanza, le colline e le arcate si stanno cancellando,
I turisti evaporano molto prima dei cavalli di San Marco,
Le navi della NATO volano via, gracidando, corvi.
Il vento muove la tua chioma bianca,
Silvio Rodríguez si avvicina suonando la sua chitarra fatta di unicorno e battaglie,
Alicia Alonso avanza danzando come un giglio,
,
,
E i compas
E tra le nuvole si arrampicano sulla loro nave chiamata Sandino che ora rifulge,
Perché devono combattere di nuovo, perché i criminali non se ne andranno,
E le tue poesie restano echeggiando come un arcobaleno,
H
,
E ora so, fratello Ernesto, cosa mi mancava, cosa cercavo
A
.
,
,
E spiegato, una bella bandiera rosso-nera,
B
,
.
1985
(Hacia la nueva, La Havana, Ed. Unión, 1989
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
---o---
ROSARIA LO RUSSO
1
Così ci rubano – rimetta –
disseminando babilonie come scrollassero di dosso
torri babelliche che confuse sparigliano
idiomi suppellettili in snervanti soprammobili da spolvero.
Così spossando un arduo deserto fecondo
,
.
Arrugginisce la tenaglia del tenace delta,
che si biforca ruggendo ai nostri barbari.
chi, inimicandosi, scompiglia supplici incartamenti
.
E non sappiamo chi intimamente ci scommetta.
2
D
ï
,
staccando particole di crosta secca e fra stecchi
altamente combustibili, una desertica sticomitia
.D
.
Asfissie di sismi codardi, arti contratti con gli itagliani,
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
scivolano in minacciosa bonaccia di stanco inverno:
schiattasse una volta per tutte anche questa primavera!
Mi rigoverno vomici spaventi, anse di tumulti al cardias
sospendono il respiro cedendo al righello prospetto di un
ripristino di risiko ad alto rischio, allarme rosso,
fusti barbuti, cannicci marci, caste scialbe al governo,
scalpi di cavallette allerte e fuoco alle polveri di casamicciola
per pulizie di primavere dimentiche di fatti dinamici.
3
Otturare le crepe, cremare i cadaveri, sbuffa
imponendo: polvere alla polvere, e le ceneri siano
disperse ridisegnando reticoli di lumi a questi
!M
insomma, scaltra ammiccando uno sconto di civiltà
,
da funerale e bocche disfatte da manomorte
manomettesse p
,
.
Evacuare i canili degli sfidanti sfedeli,
,
ripristinare i canili per sfacciare incappucciati,
tornare alla lingua di casa una volta stravinto un vuoto.
4
Dicevo insomma riga dritto il fronte compatto dei dementi
niente di nuovo alletta il fronte occidentale:
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
le fronti coperte di pelle in polvere corrugano,
diserbando, staccando arbusti, e vane colluttazioni,
a cedimenti di guance smunte, gli ultravioletti
di guerra corruschi annunciano signorine mezzobusto,
con povere alla polvere ceneri nonviolente di dispersi,
pinchi pallini bifidi tra infidi batteri, tu spàrati un
paradiso artificiale e restaci se hai il coraggio
di circondarti di veline scure, irsute e insistenti scassaarpe metriche e petecchie, dardi codardi, avanzi pimpanti
di guantanamera, bandiera rossa, faccetta nera.
5
Una piccola mossa, un gesto abortito di dita
fredde, mi cascano parole e fumo dalla bocca.
Nessuno arbitra questa partita
Nessuno spettatore caldeggia questo palio
Nessuno abita questi due corpi.
Perciò ti arresti a metà discorso avvertendo
attoniti un dissesto nelle ossa, stanchi morti
tentiamo distratte circonduzioni del collo.
Cortocircuiti di anacoluti impacciati,
valentie millantate circuiscono le bocche
arrotondate. I denti si arrotano pronti a mordere
verbi feroci a morte, recriminazioni sessuali, svendite
viaggio-premio rimandato in eterno.
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VIII Edizione
6
Un margine serafico ancora resiste alla cattura
del vile sublime: ti désti veramente per poco
sposa ventisettenne che non sapeva far di conto;
ti libera a soprassalti ogni nuova disavventura:
hai quarantanni e raccogli i panni disseminati
per terra dai ragazzi e adesso spalanchi grandi
occhi vuoti di semicoscienza e non ti rendi
conto che hai tutta la vita davanti. Un limite
al serafico dissesto è ciò che immetti con disprezzo nel sistema: convoli a giuste nozze con
te stessa, e per tua madre, pensi, non ti penti.
L
tue reste apparte,
,
di cedimenti, tranne certi lanicci occulti, a parte
,
,
per commutare quei piccoli escrementi del vile
sublime che contendi, sorridendo funesta,
feroce che accompagna, con lima sorda, il modesto
funerale del fallo in un sogno silente: ti dèsti, arresti
,
ù
,
-
tile pietrificato, ma ricevi in disparte il cònsolo di tutto
il mondo vedovo. Per
-
sa, resti in lizza, concedi freneticamente alla rubrica,
é
-
idea giallognola delle tue seconde nozze, riavvolgendo
il crepitante filmino riversato come il tuo collo lungo
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
di novizia offerto, con gesto contrario, ad una risata liberatoria, da cerimonia. Allora le ossa peste, i polsi slogati,
,
pugno alzato che fu – insieme ai lividi virati a macchia
la in giallo ocra – la tua acre unzione di
passaggio alla società secreta da martorianti orecchini in circonvoluzione del lobo: appigli istantanei alla
favola bella i capelli – che oggi ti induce a strisciare solerte verso
la croce o a sbatterti su un letto di soprassalto col primo
che passa; un pianto angusto, roco, quasi conato ti trattiene
alla buona abitudine di un pasto saltato di fitoestrogeni,
per prolungare quanto resta ancora di ciclico nel tuo
saporito, sottile, soporifero dolore.
7
Accolgo in veglia notturna i miei convitati di pietra, pietrificata.
Si siedono a mensa intorno al mio cuore e lo tribalmente pasteggiano
a turno, acconsento, e voraci, i miei amorazzi più cari e sodali. Festeggiano
e in levare, attutito rimorso, la pena che ancora mi resta da scontare.
Il supporto cordiale mi sembra che assesti un duro colpo distabile
alla colpa, per contrattura, facendo il ponte, perineale, e lavori
di pompa ai lavori forzisti di un perenne sorriso mascellare.
Dai capezzoli appuntiti volatilizza una soddisfazione che disavvezza
ma lo stimolo al biasimo anale persevera, sfiatando, a fisarmonica.
Allora, vezzosa fra i severi, spariglio ai sordidi gessati due occhioni
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
grandi da morir dal ridere, e come sempre sommergibile il mio cuore
in un grasso grosso isolamento aggrego. Festiva notte conviviale
,
dalla cena che scoraggia e distoglimi lo sguardo altrove dalla codàrdia.
Pagina 111
LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
---o---
SILVIA FAVARETTO
Serbare (in memoriam)
Vivo la vita
ricordata dalla mia bisnonna.
Lei in me amò e deluse,
appese le viscere al vento,
spazzò il pavimento con i capelli.
I suoi piaceri tolsero la polvere dalla cassapanca,
si mise a letto con la mia stirpe.
Io, invece,
viaggerò con valige cariche dei suoi sogni,
dei suoi amanti,
che lei tanto desiderò,
mi laverò la sua faccia con mani
inschiumate di sapone prezioso,
mi metterò la crema sulle sue gambe
per idratarle dopo questi
,
mi dipingerò le sue unghie di
smalto scarlatto
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
e andrò a letto con i suoi progenitori.
Verrà il passato e
mi troverà morta
con i capelli sparsi nella polvere
e le dita dei piedi
smaltate di rosso.
E contenta, Dio mio,
contenta.
BRASIL (CATARATAS)
Tempesta tropicale
Le gocce
come perle effimere
si staccano dal parapetto;
piovono anche fiori,
chiodi di pioggia
trafiggono il prato
che non ha rimedio alla tormenta
e si gonfia di fango.
Gli uccelli non cantano,
solo le nubi gridano.
Carpire al diluvio
solo la sua esattezza
e la sete delle radici.
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
ARGENTINA/ RÍO
Nient'altro che fuoco
Di sì che voglio scrivere
ma mi escono braci
e mi sanguina il naso.
Sì voglio scrivere e ci provo
intingendo le parole in inchiostro di limone
ma bruciano gli occhi e inaridiscono le mani.
Di sì , ti ho detto,
voglio scrivere ma la penna brucia
e le scintille appiccano fuoco al foglio
e il legno dello scrittoio si annerisce
e cade a terra la cenere
con la mia ispirazione
e mi esce fumo dalle dita
e la mia poesia è fuoco,
nient'altro che fuoco.
CUBA/MAR
Ritornello del pauroso
Alla chetichella
è arrivata la stella
con lei affondo
nel mare profondo
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
con lei giro
attorno al mondo
e alla morte
in un secondo.
VENECIA/LAGUNA
Uscio e Presagi (Polena)
Ti ho visto allontanarti
sotto una luna di pietra pomice
portando,
stretto sottobraccio,
il cadavere di una sirena.
Ti ho visto strapparle, in spiaggia,
squame grigiastre
e sopportando
l'odore di pesce marcio
baciarle le labbra morte
di fiori che anneriscono
al discorso del sole.
Ti ho visto tinto di nero
in una oscurità di luna saponosa
cercando di rifuggire
il rumore di quel canto:
la canzone dell'oceano
è il soffio del vento
che fischia tra le aperture
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
di uno scheletro
e i tuoi occhi solo sale, sale che brucia.
RIMESCOLO IL MARE DENTRO DI ME
Quando sarò angelo
…
Piangerò guardando le luci delle navi
…
Sentirò nostalgia
…
Griderò imprecazioni al vento
(perché gli angeli non hanno genitori)
e strapperò una ad una
le piume delle mie ali,
disperata e sanguinaria
per la cattiva sorte
che mi ha dato
meravigliose ali leggere
e un corpo
…
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VIII Edizione
---o---
TATIANA DANILYANTS
Traduzioni di Anna Lombardo
QUATTRO CUORI
Conversazione inquieta (Incanto)
Parlami/ Come Fanno gli Amanti
– Annie Lennox
Parlami
Nella lingua degli uccelli
Nella lingua del sonno
Nella lingua del perdono
Nella lingua della lingua dimenticata
Nella lingua dei papiri da Cartagine.
Parlami
Nella lingua del grillo
.
Sii pane/vino/acqua per me
Lenticchie/polvere da sparo/ fuoco.
Sii per me
La pelle della terra
L
/
/
Della trasformazione
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
Sii la carne della traSformazione
Parlami
Parlami
Sii
Fonte di luce.
ANONIMO
Itaca, amica, Itaca.
….non è ora di tornare a casa?
….
?
E dove – il mio cuore?
In quale luogo, città, villaggio?
…
In quale volto sono congelata?
In quali occhi mi sono riflessa?
In quale cuore ho dimorato?
…sotto l’albero celeste
Di Eva, Paradiso, Adamo…
Sono rimasta
Negli strati atmosferici
Del cielo notturno
A
…
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
XXX
*Scriviamo delle nostre esperienza.
**Dammi la pazienza di un cecchino!
La tua casa. Il tuo specchio
(riflette due? Uno?).
La tua pioggia. Il tuo balcone.
.
Svolazzo bianco
Fragranze. Fruscii. Strepiti.
La quiete della pioggia.
…
:
Io so.
Chi era ? Chi lo scrisse?
….
I
?
Oppure:
Così
Stringo il mio cuore,
che è
un cuore inquieto.
E dico:
Ascolta!
M …
…. le parole affondano.
….
.
….
.
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
SENZA TITOLO
(VOGLIO DISCENDERE IL FIUME DNEIPER)
Voglio discendere il fiume Dneipr, va meglio…
Sasha Motsar
D
,
…
Voglio discendere lungo il Venta, è meglio.
Voglio discendere
Il Lete
In estate
Appisolarmi
Qui
Tra le due rive.
Nella corrente rettangolare
D
,
.
E LA NAVE VA…
…
:
tra le faccende, in questi
comodi e
scomodi spazi
della nostra
anima
…
Pagina 120
LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
…
…
- ehi, guarda i giochi di luce a poppa…
Gli uccelli si dirigono a sud…
Un miraggio oltre la finestra…
…
:
,
che possiamo,
e di ciò
…
- dai, andiamo a prenderci un whisky al bar?
…
:
T
…
soffione, non c’è morte,
non c’è morte a questo mondo…
…
.
E, grazie a Dio,
una trasudante
nudità di senso.
Di un senso ultimo.
- si è nascosta, quasi come non ci fosse
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
ANONIMA
Restiamo quì accanto a questo fiume.
Fermiamoci vicino a questo fiume.
Accanto a questo gioioso ruscello.
Accanto a questo ruscello navigabile.
A
…
Ascolta:
salottino di parole,
barche di parole,
…
Tutto questo è stato, tutto questo è,
e sarà
con noi.
CI DIRIGEMMO DRITTI AL BORDO DEL FIUME
Ci dirigemmo dritti al bordo del fiume
Dritti al bordo (dei sentimenti):
più vicini- era impossibile.
Benvenuto, vuoto!
Arrivammo proprio al bordo.
Le nostre vite brillavano in un raggio
In
Una fiammata
Di impossibile
Luce.
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
VIAGGIO SENTIMENTALE ATTORNO A MOSCA
A Kuno S. con gratitudine
1.
Ed è qui
sulla terracotta della terra
perché le cose non sono ben messe
come dovrebbero essere ma
questi piccioni
di rosso e bianco maculati
portano in volo nella mia memoria
così tanta luce
che sembra abbastanza
per tutti
……………………………..
………………………………
2.
…………………………………
E questi colombi che
Si pavoneggiano
Stranamente
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
Mi fanno pensare
Che possano riempire
Il mondo intero
Roma Parigi Palermo
Tanta aria e luce
Grazie
…………………………………
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
---o---
VIVIAN LAMARQUE
CONDOMINO
Cammino piano, qua sotto
al terzo piano dorme un condomino
.
,
le scale, gli hanno aperto la porta
anche senza suonare, ha usato
“
per
”.
Ha dormito con noialtri condomini
essendo notte sembrava a noi uguale
ha dormito otto ore ma poi ancora
e ancora e ancora oltre la tromba
mattutina dei soldati, oltre il sole
alto nel cielo, ora che noi ci muoviamo
non è
ù
.
morto. Scenderà senza piedi le scale.
Era gentile, stava alla finestra
aveva un canarino, aveva i suoi millesimi
condominiali, guarda gli stanno spuntando
le ali.
IL SIGNORE DELLE IMPRONTE
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
Nella luce del cielo alle diciassette di quella sera le cose
erano erano stagliate così bene oh ci fosse stato quel signore
.
I
?
?
Sì, le strade avevano rubato i suoi passi, messo le sue impronte
in fila con le punte girate di là.
POESIA D’INVIDIA PER LA LUNA
Oh essere anche noi la luna di qualcuno!
Noi che guardiamo, essere guardate,
luccicare. Sembrare
da lontano
la candida luna
che non siamo.
LETTO D’OSPEDALE
Altro che la visione delle immacolate vette
H
y ,
,
che da una sponda osservare le maestose
cascate come nel film Niagara
affacciata alla sponda
Pagina 126
LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
della candida collina del lenzuolo
che faticosi respiri fanno sollevare
abbassare sollevare, nella bianca camicia
un ricamo trasale, trema un bottone
di madreperla in precario equilibrio
poco tiene il nodo del suo filo
quieto luccica il termometro
tiepido sul comodino posato
come un autunno e lo scialle bianco
fa la collina coperta di neve tanta neve
infatti stai tentando di formare la frase che freddo qui
che freddo che fa.
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LA PALABRA EN EL MUNDO
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VIII Edizione
---o---
ZENON FAJFER
Traduzioni di Emiliano Ranocchi
FESSURA
osservo come cade la luce
cancellando dalle sue palpebre
il piumaggio della fitta tenebra
come la tenebra
la pioggia
cade in un altro modo
una scarica a salve e un soldato
in un altro ancora
dall'albero di Dio
Pagina 128
LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
POESIA PLATONICA
non so granché delle colonie penali
della fame
e del desiderio vero del pane
potrei raccontare di una fame di altro tipo
la faccia sputerà forte sulla bandiera
la bandiera brucerà la faccia
asciugando il sangue infuocato
netto e preciso
come in un buon videogame
con una carta grafica perfetta
il fiore della nostra gioventù
sul far del mattino
tra un istante nel fuoco dei flash
nasceranno
nuovi traslati e ancor
più belle similitudini
anche il burbero signore del Banchetto
ostile ai poeti
ne sarebbe soddisfatto
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
PIACE AD ALTRE 2 PERSONE
viviamo da meno uno a meno uno
raccogliamo fragole nel bosco di facebook
per le feste mandiamo emoticon
temiamo quelle informazioni
nessuno ci vota e neppure noi votiamo qualcuno
con ogni giorno che passa si scioglie il nostro credito di fiducia
continuiamo a non sapere come venderci invidiando quelli che lo sanno fare
saremmo disposti a pagare a nostra volta un supplemento
se solo qualcuno volesse comprarci
ma noi ma noi ma noi
non ci prestiamo fede
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Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
CARTOLINA DA DUBLINO
Sig. Teresa Nowak
prima casa sul fiume
interno 6
H w
U
raccogliamo rododendri
uno per noi
uno per nessuno
uno per Lei
il sole splende per te
Kasia socchiude pigramente le parole
come quando recitava
era marzo o
nove
non ricordo bene
forse Lei ricorderà meglio
I
possibilità
vicine e lontane
Pagina 131
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Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
yacht stanchi come foche si trascinano a riva
asciugando le pance bagnate
altri spiano
mentre strappiamo rami dal cespuglio viola
profumato di letteratura
sedici anni fa mio Dio
quante cose sono venute meno da quando
legando il ramo ferito
con una fascia di gomma
sulla quale lasciammo
i nostri nomi
intorno solo alberi con nomi altrui
magistralmente incise
iniziali
devono essere da qualche parte solo non sappiamo
trovarli
quanti alberi
Dublino, 16 giugno 2012
Pagina 132
LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
ALBERO
proviamo a rinominare tutto dal principio
forse sarà più facile
i campi intessuti di ranuncoli e convolvoli
a
campi spettinati
dici che un tempo qui passava una strada
guardo come ti ondeggia il vestito
ti volti
sul vestito si posa una zanzara
come si chiama
per un attimo siamo intimiditi dalla scienza dei colori
quelli azzurri sono fiordalisi o ciani
uno stato quasi quantico sorrido
un bel bouquet
rosa lilla
proviamo a rinominare tutto dal principio
Pagina 133
LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
svincolare le parole dalla bocca
la bocca svincolare dalle parole
BELLA MATTINA
perché forse ci sarà dato
non so chi sarai tu e chi sarà io
che ti piagnucola sul petto
o un paio di mani impazienti
che sotto il banco di cannella
sognano il proprio esame di maturità
o lo sguardo discreto
ù
più giovane
giardino irrorato di inchiostro verde
o forse saremo una danza di merli promessi
libereremo quella foglia come un aquilone impazzito
Pagina 134
LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
ma anche se sarò
un balletto di piccioni libero in cielo
e tu una palpebra sollevata
che medica la mia ala spezzata
o al contrario
curvo per il troppo trasportare
polvere e segatura dal macello
anche allora anche allora ne son certo
non potrò staccare gli occhi da te
sollevando in alto la testa
come ora
Pagina 135
LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
per la signora HN
appoggiata a un pianoforte invisibile
guarda
IL BALCONE
sorridendo alla cincia viziata
assopita sul seme del girasole
un paesaggio invernale con le sponde incatenate da un ponte
sul quale vede la sua piccola
figlioletta
con una pila di fragili fiabe
sottobraccio
mentre legge a un compagno
più piccolo
sul palazzo subacqueo che risplende nei suoi occhi
e gli spiega pazientemente che salire
chissà cosa
legge
ora
Pagina 136
LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
bisogna spegnere la luce
qui e sul bal
cone
non si vedranno le lettere
le lettere non la vedranno
che sarà ora
bru
cia il palazzo?
quello no
né il canto degli
uccelli
in quella teca di vetro ci sarà qualcuno oggi
forse quel giovane canticchierà
sarai la mia signora
ogni giorno di uno diverso
o forse sempre dello stesso
solo io cambio
ogni giorno
Pagina 137
LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
non ha voglia oggi di aghi di pino
figlia mia forse
bussa qualcuno
ancora una volta ascoltano la stessa cosa
il giorno di ieri che ancora non conosciamo
ah come mi suona in petto
esce a sincerarsi se sia davvero
lei e se le porte siano
chiuse bene
un tempo lo suonava a memoria
L
é
in fo
tapparsi le orecchie
non sentire il tamburellare di quegli zoccoli
sulle vie rivestite
di teste di bimbi
Pagina 138
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Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
tra poco torno da a Cracovia ma
dove sono
deraglierà dai binari non si vede nulla oltre il vetro
le azalee fioriscono infuocate
e quella snella dama elegante
nel vaso
fritta sarebbe più buona
quante mogli aveva Enrico Ottavo
in questo regno di canguri
con borse di moda
forse non si addobbano gli alberi
scrive che vanno oltre oceano
di marca
e quel ragazzo gentile di nuovo canterà
o annunceranno
la pioggia
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
lei per prima avrebbe voglia di cantare
solo al momento non trova le parole
mentre dormivo probabilmente sono usciti in giardino
con le phlox e una nuvola di ranuncoli
leone
per rincorrerla
sta suonando qualcuno
un ragazzo di pioggia
nella lettera cinquecento cinquanta cinque
alla figlia che si riscaldava al sole
con un nastrolibro grigioazzurro al sole
ormai confondo le
parusignole
non la si sente
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
muoversi da soli in un territorio
straniero
buongiorno ormai non la vediamo forse da un anno
che voce
e il suo padrone con la testa persa nei numeri
ettere
passeggiando tra le amanite
bisogna rammendare quella finestra
ù
non ve più hai una figlioletta stupenda
mettetemela al petto
che nome le darai
chissà che cosa legge
ora minuto
quale
li ho cuciti entrambi per lei
nel mondo intero mai bimba
ebbe vestito più principessino
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LA PALABRA EN EL MUNDO
Venezia – 10/12 maggio 2014
VIII Edizione
tardi ormai
che bella giornata luminosa
chissà cosa
legge
ora
bisogna spegnere la luce
qui e sul bal
cone
non si vedranno le lettere
le lettere non la vedranno
che sarà ora
bru
cia il palazzo?
quello no
uccelli
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