Eric “Guitar” Davis

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Eric “Guitar” Davis
Eric “Guitar” Davis
& Luca Giordano
Biografia
Eric Davis non appare come il tipico stereotipo del bluesman, con una grande
fisicità, la bandana, ormai parte insostituibile del suo look, le braccia decorate da tatuaggi e il viso dal pizzetto si direbbe proprio di no, nonostante si
esibisca in molti brani originali rock-blues rifuggendo da lenti classici. Eric
Guitar Davis non è l’immagine a cui siamo abituati quando si parla
di blues ma è un bluesman vero e proprio.
“Non cerco di apparire come un bluesman, il blues è quello che suono ma mi
vesto come mi piace…il blues è sempre nel mio cuore, ma il mio approccio è
differente”, e questo approccio include un’energica e grande presenza scenica nonché delle ribadite qualità musicali come chitarrista. Supportato dai
The Troublemakers ci offre un’inattesa performance che miscela
rock con blues, funk e R&B, il tutto abbellito da puro divertimento. Definito “la nuova era del blues”, a soli quarant’anni, svezzato dall’hip-hop cosi come dal blues, certamente rappresenta una
nuova generazione.
Come figlio del noto batterista Bobby “Top Hat” Davis, un punto fermo nella
Chicago dagli anni ’50, uno si aspetta che anche il figlio voglia seguire la tradizione ma Eric ha altre idee in merito: “Non ho mai pensato di diventare un
musicista come mio padre” dice, nonostante abbia suonato accanto a Buddy
Guy e registrato con B.B. King per un pezzo commerciale prima dei 12 anni.
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& Luca Giordano
Eric “Guitar” Davis
Cresciuto a Bronzeville, è stato testimone di master in leggendari club dove
il padre si esibisce “Quando ero piccolo, chiesi a mio padre di portarmi al
The Checkerboard o al Theresa’s…vidi esibirsi Buddy Guy e Lefty Dizz. Non
sapevo della loro fama, mi piaceva solo quello che facevano, ero quasi intimorito guardandoli.”
Inizia a suonare la batteria a 5 anni e, a 10, è già abbastanza bravo da essere ospite del padre in alcuni concerti. Non considera tutto questo come una
chiamata ma giusto un’esperienza da fare. Affina le sue capacità suonando
accanto a Junior Wells e Tyrone Davis, fino a che un bassista chiamato
Flash cattura la sua attenzione. “Dopo la scuola mi rifugiavo al The Checkerboard e mi piaceva come Flash suonava il basso così gli chiesi di insegnarmelo ma, d’improvviso, apparve Buddy Guy dicendomi “ragazzo, tu non devi
suonare il basso, tu devi suonare la chitarra, è questo il modo in cui avrai tutte
le ragazze”. Così mi mostrò come suonare la sua Fender, pensai fosse facile
e immediatamente iniziai a concentrarmi su questo strumento.
Durante l’adolescenza attraversa un periodo di ribellione, dove, quando il
padre è a suonare, gironzola per le strade con le gangs e ne diventa anche il
capo, senza però mai dimenticarsi della musica che va ad ascoltare ad ogni
occasione fuori dai locali o in Maxwell Street.
La svolta avviene a 19 anni con la morte di un grandissimo amico “Era come
un padre per me, mi diede il mio primo lavoro. Dopo la sua morte diventai
molto responsabile, lavorai in ospedale per 7 anni, ripresi in mano la mia
chitarra e mi misi ad esercitarmi; inizia ad andare ai blues club ogni notte,
spesso dovendo anche svegliarsi alle 6 per lavoro “per ben 4 anni, andai nei
club ogni notte per vedere cosa le persone facevano e cosa no” dice “non volevo suonare Sweet Home Chicago o Down Home o Stormy Monday, volevo
suonare altro, cose mie, bisogna divertirsi con il blues, nessuno vuole sentire
solo un tipo di blues.”
Questo periodo di svolta è descritto perfettamente in Trouble Makin’ Man
(2011 - Young Blues) il più recente lavoro, che presenta un mix di varie influenze pur confermando la sua vera essenza, nove di 10 tracce sono pezzi
originali più un’eccezionale interpretazione di Jimmy Burns in “No Consideration” abbellito da un melodico coro ed essenze R&B. I pezzi più rilevanti
sono la traccia del titolo, “You’re Goin Down” una dolce ballad con sfumature
latine, “Days Of My Life” un bruciante blues e “Pussy Cat” un lento inno con
risentimento ed evocativi versi.
Dopo aver realizzato i primi due CD, il debutto è Here Comes Trouble (2007)
che vende più di 15.000 copie in tutto il mondo, intraprende vari tour in EuroSlang Music
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pa; accanto al chitarrista Luca Giordano si esibisce nelle città italiane più note proseguendo in
altri continenti come Lituania, Lativa…e continuando ad esibirsi regolarmente nei locali più famosi
di Chicago quali Buddy Guys Legends, Blues On Halsted, The Kingston Mines e The House
of Blues nonchè in tutti gli US.
Piuttosto sorpreso della piega presa dalla sua vita come musicista dice. “Ho viaggiato oltreoceano ben 4 volte negli ultimi tre anni, non ho mai pensato di lasciare il mio paese quando ero per
strada…il mio destino era di morire per overdose o in un penitenziario ma il blues è sempre stato
in me, la questione era solo come farlo uscire e quando.”
Ed il momento sembra proprio arrivato: determinato il proprio sound ha trovato la chiave di svolta;
accanto alle influenze di Buddy Guy, Albert Collins, Stevie Ray Vaughan e B.B. King conserva
anche le sue native influenze “Il mio ritmo e il mio suono sono influenzati dall’hip-hop, il mio ritmo
è una battuta in levare non un down beat. È la nuova scuola”
Ben 30 anni dopo Eric Davis è diventato una potente forza con la sua intensa e
ardente chitarra, elettrizzanti soli e una solida voce blues, con alle spalle la propria
band “The Troublemakers” che è un solido gruppo di musicisti che hanno in comune la passione nonché un energetico groove, si esibiscono frequentemente nei locali più
famosi degli US. Votato come “Best New Regional Act” nel 2009 ha rappresentato l’Illinois nel
2010 “all’International Blues Challenge” di Memphis oltre ad essersi esibito con famosi e illustri
artisti.
Eric è un emozionante artista che ha la naturale abilità di attirare l’attenzione del
pubblico, con ogni nota cantata abilmente e accompagnata dall’intenso suono della
chitarra possiamo dire che questo personaggio è “un vero affare”.
sito ufficiale: ericguitardavis.com/
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Discografia
TROUBLE MAKIN MAN (2011)
Young Blues
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