ACTA - Custodia di Terra Santa

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ACTA - Custodia di Terra Santa
ANNO LII Luglio - Dicembre 2007 N. 3
A C T A
custodiÆ terrÆ
sanctÆ
IUSSU
REV.MI P. PETRI BAPTISTÆ PIZZABALLA OFM
CUSTODIS TERRÆ SANCTÆ
DIGESTA
Custodia di Terra Santa, Segreteria di Terra Santa
San Salvatore
Pro manuscripto
Dalla curia generalizia
Conferma delle elezioni del Discretorio custodiale
Prot. 098189 / 081/07 M
Fr. Iosephus Rodriguez Carballo
Totius Ordinis Fratrum Minorum Minister Generalis
et humilis in Domino servus
Ratifica
Il Capitolo custodiale intermedio della Custodia di Terra Santa, regolarmente celebrato secondo le disposizioni del Diritto, presieduto da fra Pierbattista Pizzaballa,
Custode di Terra Santa, nel giorno 9 giugno 2007 ha eletto come Discreti:
• fra Gregor Geiger,
• fra Athanasius Macora,
• fra Noel Muscat,
• fra Rashid Mistrih,
• fra Dobromir Jasztal,
• fra Nicolás Marquez.
Il Definitorio Generale, nella Sessione del 4 settembre 2007 ha attentamente esaminato gli Atti e ha dato il suo consenso.
In virtù dell’Autorità derivante dal mio ufficio,
in forza di queste lettere
dichiaro valide e ratifico queste elezioni,
secondo quanto prescrivono gli Statuti Generali dell’Ordine, all’Art. 165 § 1.
Dalla Curia Generale dell’Ordine dei Frati Minori, Roma, il 6 settembre 2007.
fra Ernest K. Siekierka ofm
Vice-Segretario Generale
fra José Rodriguez Carballo ofm
Ministro Generale
Conferma
custodiale
delle
elezioni
del
Congresso
capitolare
Prot. 098189 / 082/07 M
Fr. Iosephus Rodriguez Carballo
Totius Ordinis Fratrum Minorum Minister Generalis
et humilis in Domino servus
Conferma
Il Congresso Capitolare della Custodia di Terra Santa, celebrato regolarmente secondo le disposizioni del Diritto, nella Casa della Visitazione delle suore del Rosario
(Fuheis, Giordania), sotto la presidenza di fra Pierbattista Pizzaballa, Custode, il 26
luglio 2007 ha eletto i Guardiani, i Vicari e gli Economi delle Case ed i fratelli per
gli altri Uffici della Custodia.
Il Definitorio Generale, nella Sessione del 4 settembre 2007 ha attentamente esaminato gli Atti ed approvato queste elezioni.
Io, dunque,
dichiaro valide e confermo
le suddette elezioni,
secondo quanto prescrivono
gli
Statuti Generali dell’Ordine, all’Art. 167.
Dalla Curia Generale dell’Ordine dei Frati Minori, Roma, il 6 settembre 2007.
fra Ernest K. Siekierka ofm
Vice-Segretario Generale
fra José Rodriguez Carballo ofm
Ministro Generale
Dalla Curia Custodiale
Avvisi prima del Congresso capitolare
Prot. B-0328/07
Gerusalemme, sabato 7 luglio 2007
A tutti i religiosi della Custodia
Loro Sedi
----------------------------Fratelli carissimi,
il Signore vi dia pace!
Abbiamo terminato da pochi giorni il Capitolo Custodiale. È stato per tutti noi un
momento di grazia importante, che ci ha consentito di pregare, riflettere e discutere
insieme e serenamente sui temi principali che riguardano la nostra fraternità.
A questo momento di grazia si è aggiunto - e si sta celebrando proprio in questi
giorni - la gioia di avere con noi il Ministro Generale dell’Ordine con tutto il Definitorio Generale, in occasione della celebrazione del terzo Capitolo Generale delle
Stuoie per i giovani under-10. Essi resteranno con noi fino alla metà del mese. Approfitto della presente per ringraziare tutti coloro che si sono adoperati per rendere
gioiosa e calda l’accoglienza dei nostri confratelli.
In questi giorni così intensi, il nuovo Discretorio di Terra Santa si è incontrato per
preparare il prossimo Congresso Capitolare che, come vi ha comunicato il Segretario, sarà celebrato ad Amman dal prossimo 23 luglio.
Durante la Visita Canonica e in altre occasioni durante i discorsi intercorsi tra noi
sono emerse opinioni e indicazioni per il futuro di ciascuno. Vorrei però sia chiaro
a tutti noi che tali indicazioni non devono essere considerate vincolanti e vi invito
perciò ad essere liberi e disponibili a quanto emergerà dal Congresso, accogliendo
con fiducia la volontà di Dio. Vi comunico fin d’ora, poi, che non sempre saremo in
grado di contattare tutti prima o durante il Congresso.
Le scelte che saremo chiamati a compiere non saranno sempre facili, soprattutto a
causa del personale ridotto. Con la presente vi invito a pregare perché lo Spirito ci
illumini tutti e ci sproni a lavorare sempre di più e meglio per il bene maggiore della
fraternità
In attesa di incontrarvi nuovamente, vi abbraccio fraternamente
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
Dal Congresso capitolare del 23-28 luglio Fuheis/Amman
1. Movimento di personale
Confronta la nuova tavola delle famiglie.
2. Nuovi missionari
• fra Ananiasz (Jacek) Jaskólski, Frat. laico sol. - Polacco - da Wodzislaw Slaski, diocesi: Katowice, di Marian e Anna Palomska, nato il
18/8/1971; v.: 26/8/1989; pt: 2/9/1990; ps: 3/5/1997; serv.: 23/6/2007
- Assunzione BMV: Polonia.
• fra Jeremy (Thomas) Harrington, Sac. - Statunitense - da Caine,
diocesi: Lafayette IN, di William e Nellie Caine, nato il 7/10/1932;
v.: 15/8/1950; pt: 16/8/1951; ps: 16/8/1954; sac.: 13/6/1959; serv.:
1/9/2007 - San Giovanni Battista: USA.
• fra Nunzio (Leone) Catania, Sac. - Italiano - da Bronte, diocesi: Catania, di Vincenzo e Rosa Gulino, nato il 30/12/1969; v.: 12/9/1993; pt:
11/9/1994; ps: 3/3/1999; sac.: 8/7/2000; serv.: 1/9/2007 - Immacolata
Concezione: Albania.
2. Rientro in Provincia
Al termine di questo triennio, tornano in Provincia:
• fra Franco Valente, della Provincia di San Bonaventura in Piemonte
- Italia;
• fra Romano Almagno, della Provincia dell’Immacolata Concezione
- USA;
• fra Johannes Simon, della Provincia della Santa Croce in Sassonia Germania.
3. Affari economici
Viene concesso l’acquisto di una macchina a fra Stefano De Luca per gli scavi di
Magdala.
Dal Discretorio
Salvatore
del
24
settembre
- Gerusalemme/San
1. Movimento di personale
Fra Georges Abou-Khazen: è nominato accompagnatore agli ordini sacri di fra
Haitham Yalda;
fra Ibrahim al-Haddad: Betlemme: in formazione, addetto alla sagrestia;
fra Marwan Di’des: è nominato responsabile della Casa francescana per ragazzi;
fra Garett Edmunds: Washington: vice commissario, assistente spirituale dei pellegrini;
fra Noel Muscat: è nominato maestro di formazione di fra Ibrahim Haddad;
fra André Parent: a servizio della Provincia della Santa Famiglia di Egitto per tre
anni;
fra Gianfranco Pinto Ostuni: è nominato accompagnatore agli ordini sacri di fra
Shadi Bader e fra Bahjat Karakash;
fra Manuel Ybarra: è nominato economo locale del convento di Washington.
Sono stati eletti discreti locali del Commissariato di Washington: fra Kevin Treston, fra James Brabandt e fra Jacob-Matthew Smith.
Nomina delle commissioni custodiali.
2. Affari economici
Si consente l’acquisto di un’automobile per la parrocchia di Gerusalemme, il Collegio di Aleppo e il convento di Betfage.
3. Rientro in Provincia
Fra Jorge Armijos, della Provincia di San Francesco di Quito - Ecuador è tornato
in Patria.
Dal Discretorio
Sancta College
del
1º
novembre
- Gerusalemme / Terra
1. Attività della Curia
Resoconto dell’attività della Curia: Il Custode si è recato a Cipro (due volte), Spalato, Roma, Danville (USA), Washington, Milano. L’Economo si è recato in Egitto
per il passaggio delle consegne del convento di San Giuseppe al Cairo. Valutazione
dello stato dei frati ammalati.
2. Santuari
Ci si è soffermati sulla questione della chiusura della Grotta di Nazareth. Il Custode ha aggiornato sulle condizioni della roccia della Grotta, sulle possibili cause del
deterioramento e dei prossimi sviluppi dello studio relativo.
Si è cercato di fare il punto della situazione riguardo al progetto di Cafarnao, e sui
problemi emersi di recente con le autorità civili locali. Si è cercato di capire inoltre
la nostra situazione complessiva per quanto riguarda i luoghi sul Lago di Tiberiade,
in riferimento a quanto richiedono le autorità civili.
2. Movimento di personale
* fra Silvio de la Fuente: Ain Karem - San Giovanni, Studente STJ, addetto al
santuario
* fra Vagner Zimmer: Ain Karem - San Giovanni, Studente STJ, addetto al
santuario
* Sono stati eletti discreti locali del convento di San Salvatore: fra Ovidio Dueñas,
fra Ibrahim Faltas, fra Armando Pierucci, fra Ammar Shahin, fra Carlo Serri, fra
Raffaello Tonello.
3. Rientro in Provincia
Fra Abraham Sobkowski, della Provincia dell’Assunzione di Maria - Polonia è
tornato in Patria.
4. Formazione
Fra Usama Bahbah viene ammesso all’Ordine del sacerdozio.
Si fa un punto della situazione circa le case di postulandato di Harissa, e di Ain
Karem.
Si fa il punto della situazione delle case di accoglienza.
5. Affari economici
Si permette l’acquisto di una macchina per la comunità del Cenacolo, e di una per
la parrocchia di Betlemme.
Si permettono alcuni lavori di manutenzione ad Emmaus, e altri presso la biblioteca custodiale.
Si permettono che le fognature del convento di Mujeidel siano collegate con le fognature municipali.
L’economo custodiale ha presentato il progetto di organizzazione dell’economato.
6. Convenzioni
La superiora provinciale delle Serve del Signore e della Vergine di Matará accetta
la fondazione di una comunità presso la scuola di Terra Santa elementare di Giaffa;
e di una presso il santuario di Naim.
Si è firmata la convenzione con Canção Nova.
Ci si è aggiornati sullo stato dei lavori presso la Grotta del Late e sulla convenzione
con le Suore Sacramentine.
7. Visti
Il Custode presenta il difficile problema dei visti e permessi di rientro che lo Stato
di Israele concede a fatica ai religiosi dei paesi arabi. Ci ha aggiornato sui recenti
incontri del Nunzio e Ordinari Cattolici con il Ministero degli Interni Israeliano, e
delle iniziative e delle prospettive che il problema richiede.
8. Centro multimediale francescano
Il Discretorio ha visitato il Centro multimediale francescano: ha fatto il punto della
situazione circa l’allestimento dello stesso, e soprattutto si è fermato sul suo ordinamenmto, sulle prospettive e sull’uso che esso dovrà avere.
Dal Discretorio del 6 Dicembre - Ain Karem/San Giovanni
1. Attività della Curia
Il Custode commenta le sue visite presso le comunità di Nazareth, del Tabor, del
Lago di Tiberiade, di Ain Karem e di Giaffa; al neo Cardinale prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali; ai Sostituti della Segreteria di Stato; ai Ministri
provinciali della COTAF in Ungheria e presso la Delegazione Apostolica riguardo
alla negoziazione Santa Sede - Israele.
2. Santuari
Si permette allo scultore polacco, Czeslaw Dzwigaj, che ha già realizzato la porta di bronzo per il santuario del Primato di San Pietro a Tabgha di realizzare alti
due progetti: scultura dell’Annunciazione per il santuario di Nazareth e una porta di
bronzo per il santuario di San Pietro a Tiberiade.
Cafarnao. Il Discretorio valuta e discute il progetto in corso e fa il punto della
situazione: ostacoli, problemi e prospettive.
Nazareth. Si valuta e si approva il progetto presentato dalla comunità riguardante
la collocazione di pannelli esplicativi del santuario recanti anche indicazioni di comportamento e di itinerario.
Magdala. Fra Stefano de Luca aggiorna il Discretorio sulle scavi svoltisi nel periodo estivo presso il sito.
Santo Sepolcro. Fra Athanasius Macora, delegato per lo Statu Quo aggiorna il
Discretorio dei servizi igienici e le fognature.
Il Discretorio valuta inoltre la situazione dei nostri Luoghi Santi sul lago, soprattutto in riferimento al progetto Promenade.
4. Tavole di famiglia
fra Mario Hadchiti viene trasferito a Santa Caterina (Betlemme): vicario parrocchiale;
fra Gabriele Balducci viene trasferito presso l’infermeria provinciale di Lanciano
(Abruzzo);
fra Toufic Bou-Merhi viene trasferito a Giaffa-Sant’Antonio: superiore, economo,
cronista, parroco, addetto alle scuole;
fra Usama Bahbah viene nominato vicario parrocchiale di Santa CaterinaBetlemme;
fra Amjad Sabbara viene nominato Rappresentante legale del Collegio di
Nazareth;
fra Angelo Ison viene nominato animatore spirituale di pellegrini;
fra George Lewett, fra John Bomah e fra Seweryn Lubecki vengono eletti discreti
conventuali di Betlemme;
fra Pio Kalinsky e fra Sinisa Srebrenovic vengono eletti discreti conventuali di
Nazareth.
Il Discretorio accoglie la richiesta del Commissariato di Washington di accogliere
per qualche anno fra Jim Edmiston della Provincia del Sacro Cuore (USA) per il
servizio delle confessioni.
Il Discretorio discutete lungamente della situazione creatasi nella nostra scuola di
Cipro e valuta alcune possibili soluzioni.
5. Formazione
Fra Bahjat Karakah viene ammesso al diaconato;
fra Haitham Yalda viene ammesso al diaconato.
Il Discretorio valuta l’incontro di Formazione permanente dei guardiani e superiori
sul Monte Tabor e legge la presentazione di fra Carlo Serri riguardo agli incontri di
formazione permanente già avviati presso alcune comunità.
6. Rientro in Provincia
Il Discretorio prende atto della decisione di fra John Muscat della Provincia di San
Paolo - Malta di rientrare al servizio della Provincia.
7. Affari economici
Si approvano e si permettono:
a. lavori di ristrutturazione al convento di Tiberiade;
b. lavori di copertura del chiostro della Casa Nova di Gerusalemme;
c. presso il Getsemani: istallazione di un impianto di aria condizionata nella Grotta
degli Apostoli, sistemazione dei gabinetti già esistenti e l’acquisto di un generatore
elettrico.
Il Discretorio autorizza che si proceda con i lavori di ristrutturazione del convento
di Aleppo - Azzizieh,
Si permette alla comunità di Betania di effettuare lavori nel convento a proprie
spese.
Al termine, il padre economo fa una carrellata generale dei lavori in corso, dei
progetti in sospeso e dei problemi legati ad essi. Si discute poi della situazione finanziaria e contabile della Custodia.
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9. Varia
La Custodia di Terra Santa decide di farsi promotrice della causa di beatificazione
di fra Giovanbattista D’Amanti.
Il Custode presenta al Discretorio il cammino che si sta facendo presso il monastero delle Clarisse di Gerusalemme e il loro dialogo in corso con la Federazione
umbra.
Il Discretorio del 15 maggio non si potrà tenere in quella data a causa del Congresso dei Presidenti delle Conferenze francescane e viene spostato al 5 giugno.
Vestizione
Il 3 settembre, ad Ain Karem presso il santuario di San Giovani, ha ricevuto l’abito
francescano dalle mani del Rev.mo padre Custode fra Pierbattista Pizzaballa ofm:
• fra Ulises Zarza (Ramón Ulise), Nov. - Argentino - da Corrientes,
diocesi: Santo Tomé, di Ramón Ulise e Esther Cándida Barreiro,
nato il 2/9/1986; v.: 3/9/2007 - Custodia di Terra Santa.
Professioni semplici
Il 17 settembre, festa delle Stimmate di San Francesco, presso la chiesa di Santa
Caterina a Betlemme, nelle mani del padre Custode fra Pierbattista Pizzaballa ofm,
hanno emesso la prima professione religiosa i seguenti novizi della Custodia di Terra
Santa:
• fra Ziad Assaf ofm,
• fra Ariel Dubé ofm,
• fra Sergio Galdi ofm,
• fra Jihad Krayem ofm,
• fra William Makary ofm.
Professioni solenni
1. Il 21 luglio, presso la chiesa di San Francesco - Aleppo, nelle mani di fra Pierbattista Pizzaballa ofm, Custode di Terra Santa, ha emesso la professione solenne:
• fra Bahjat N.Karakash ofm, alunno della Custodia di Terra Santa.
2. Il 14 ottobre, presso la chiesa di San Salvatore, nelle mani di fra Pierbattista
Pizzaballa ofm, Custode di Terra Santa, hanno emesso la professione solenne:
• fra Nerwan Nasser Al-Banna ofm,
• fra Aquilino Castillo Alvarez ofm,
• fra Marcelo Cichinelli ofm,
• fra Silvio De la Fuente ofm,
• fra Andrew Verdote ofm, alunni della Custodia di Terra Santa.
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Ordinazioni sacerdotali
1. Il 6 giugno, nella chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo a Shafat-Amer, fra
Zaher Abboud ofm della Custodia di Terra Santa, ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale secondo il rito bizantino per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di S.E. Mons. Elias Chacour, Metropolita di Acri - Haifa - Nazareth.
2. Il 28 luglio, nella chiesa del Collegio di Terra Santa di Amman, fra Rami
Asakrieh ofm della Custodia di Terra Santa, ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale
secondo il rito bizantino per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di
S.E. Mons. Georges El-Murr, Metropolita di Petra e Filadelfia.
3. Il 24 agosto, nella chiesa del Collegio di Terra Santa di Amman, fra Mario
Hadchiti ofm della Custodia di Terra Santa, ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale
secondo il rito maronita per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di
S.E. Mons. Antoine Nabil Andari, arcivescovo maronita di Tarsi.
4. Il 2 dicembre, prima domenica dell’Avvento, nella chiesa di San Salvatore Gerusalemme, fra Usama Bahbah ofm, della Custodia di Terra Santa, ha ricevuto
l’ordinazione sacerdotale per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria
di Sua Beatitudine Mons Michel Sabbah, Patriarca latino di Gerusalemme.
Uscita dal Postulandato
Si comunica che il 13 dicembre, di sua spontanea volontà, il sig. Daniel Aviles ha
deciso di lasciare la casa del postulandato di Ain Karem.
Dimissione dall’Ordine
Prot. B-0566/07
Gerusalemme, giovedì 24 settembre 2007
DICHIARAZIONE
-------------------------------------Oggi, 24 settembre 2007, nel Congresso Discretoriale radunato a San Salvatore, il
Custode di Terra Santa con il suo Discretorio dichiarano, ai sensi del can. 694 e di
CCGG OFM art. 258 che il R.P. Rami Bawab ofm risulta ipso facto dimesso dall’Ordine dei Frati Minori per aver contratto matrimonio.
Si dà ordine a chi di dovere presso la Curia Custodiale di curare le notificazioni e
le informazioni richieste da CCGG OFM art. 258.
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
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Date dei Congressi Discretoriali del 2007-2008
Prot. B-0451/07
Gerusalemme, venerdì 3 agosto 2007
A tutti i frati
della Custodia di Terra Santa
Loro Sedi
----------------------------Fratelli carissimi,
il Signore vi dia pace!
Nell’ultimo Congresso Capitolare abbiamo definito le date di tutte le prossime
riunioni dei Discretori.
Per vostra conoscenza ed utilità e per aiutare la programmazione annuale, vi comunico dunque tali date. Vi ricordo che le questioni economiche dovranno essere
presentate almeno un mese prima di ogni riunione del Discretorio alla Segreteria
custodiale, che trasmetterà il file all’apposita Segreteria per l’Amministrazione e
l’Economia per la previa valutazione.
Queste le date:
• Lunedì 24 settembre: San Salvatore
• Giovedì 1º novembre: Terra Sancta College
• Giovedì 6 dicembre: Ain Karem - San Giovanni
• Giovedì 17 gennaio 2008: San Salvatore
• Mercoledì 13 - giovedì 14 febbraio: Nazareth
• Giovedì 3 aprile: Ramleh
• Giovedì 15 maggio: Betlemme
• In giugno: visita in Siria - Libano
• 1-5 luglio: San Salvatore
Ringraziandovi della vostra collaborazione auguro a tutti buon lavoro!
Fraternamente
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
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Formazione in Custodia
Cognome
Nome
Comunità
Avile
sig. Daniel
Ain Karem Leconte
sig. Christophe Ain Karem Postulanti
Dubiel
sig. Tomasz Attività
Ain Karem Magoni
sig. Marcello Ain Karem Ain Karem PaeseProvincia
Argentina CTS
Polonia
Francia
Italia
CTS
CTS
CTS
Martínez G. sig. José Manuel Ain Karem Pari
sig. Alberto Spagna
CTS
Fakher sig. Afif Dourah Harissa
Siria CTS
Italia
CTS
Jokhadar sig. Hussam
Harissa
Siria Bsharat sig. Luai
Harissa
Giordania CTS
Estifan Ishac
Novizio
Zarza
sig. Gialal
Harissa
2º filosofia
sig. Samaher
Harissa
fra Ulises
Assisi
Religiosi in formazione
Abu Naffà fra Ibrahim
San Salvatore
2º filosofia
Siria Siria CTS
CTS
CTS
Argentina CTS
1º filosofia - STJ Giordania CTS
Dubé
fra Ariel
San Salvatore
1º filosofia - STJ Argentina CTS
Loktionov
fra Sergey
San Salvatore
2º filosofia - STJ Russia fra Ziad
San Salvatore
Galdi
Araujo
Assaf
fra Sergio
San Salvatore
fra John of God San Salvatore
1º filosofia - STJ Italia CTS
1º teologia - STJ Brasile
Prov.
1º teologia- STJ Libano CTS
CTS
Burgos Leónfra Salvador
San Salvatore
1º teologia - STJ Messico Prov.
Krayem
San Salvatore
1º teologia- STJ Libano Canto
fra Romulo
Makari fra William
Maznicki
fra Adrian
fra Jihad
Marszalek fra Tymoteusz
Rosas Floresfra Salvador
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San Salvatore
San Salvatore
San Salvatore
San Salvatore
San Salvatore
1º teologia - STJ Brasile
Prov.
1º teologia- STJ Libano CTS
CTS
1º teologia - STJ Polonia Prov.
1º teologia - STJ Polonia Prov.
1º teologia - STJ Messico Prov.
Thomas
fra Carlos
San Salvatore
Elias
fra Badie
San Salvatore2º teologia - STJ Israele
Zubak Favela
Marzo
fra Mario fra Arturo
San Salvatore
1º teologia- STJ Argentina CTS
1º teologia - STJ Croazia
Prov.
CTS
San Salvatore2º teologia - STJ Messico Prov.
fra Oscar Mario San Salvatore2º teologia - STJ Italia
CTS
fra Agustín G.
CTS
Paredes
fra Donacio
San Salvatore2º teologia - STJ Messico Prov.
Saad
fra Roger
San Salvatore2º teologia - STJ Libano Pelayo
San Salvatore2º teologia - STJ Messico
Azar
fra Fadi
Ghraieb
fra Abdo Khalil Napoli
Coniglio
CTS
Washington3º teologia - WTUGiordania CTS
fra Alessandro San Salvatore
4º teologia - STJ Italia
CTS
CTS
4º teologia Libano
CTS
Miller
fra Giovanni B. San Salvatore
4º teologia - STS USA
Molina
fra Carlos
San Salvatore
fuori corso - STJ Argentina CTS
fra Ivan
SS. Sim. Anna studente ebraico Russia
Gaston
fra DenysMaria San Salvatore
Al Haddad fra Ibrahim
Kelmer
Betlemme
4º teologia - STS USA
CTS
aiuto sagrestano Giordania CTS
CTS
Milazzo
fra Antonino
Harissa
studente arabo
Italia
CTS
Richa
fra Pierre
Harissa
servizi interni
Libano
CTS
Savage
fra John
Santo Sepolcro secondo sacrestanoUSA
O’Neill
Samouian
fra Francis fra Haroutiun
San Salvatore
Washington
USA
studente inglese Siria Professi solenni con opzione clericale
CTS
CTS
CTS
Zimmer
fra Vagner
San Salvatore2º teologia - STJ Brasile
Prov.
Andrijevic
fra Igor
San Salvatore3º teologia - STJ Croazia
Prov.
Al-Banna
Castillo
fra Nerwan
fra Aquilino
San Salvatore3º teologia - STJ Iraq
San Salvatore3º teologia - STJ Spagna
CTS
CTS
Cichinelli
fra Marcelo
Maia
fra Paulo André San Salvatore3º teologia - STJ Brasile
Tlaxalo
fra José Rodrigo San Salvatore3º teologia - STJ Messico Prov.
De La Fuentefra Silvio
Ortiz
fra Guillermo
San Salvatore3º teologia - STJ Argentina CTS
San Salvatore3º teologia - STJ Argentina CTS
Prov.
San Salvatore3º teologia - STJ Messico Prov.
15
Valdez
fra José Refugio San Salvatore3º teologia - STJ Messico Prov.
Ibarra
fra Roberto
Verdote
Ortiz
fra Andrew
fra Carlos
San Salvatore3º teologia - STJ Canada San Salvatore
San Salvatore
4º teologia - STJ Messico Prov.
4º teologia - STJ Messico Prov.
Rukavina
fra Vlado
San Salvatore
4º teologia - STJ Croazia
Kalak
fra Gabi
Ain Karem
STJ
Bahbah
Shaluffi
Yalda
fra Usama
fra Fadi
fra Haitham
San Salvatore
Nazareth
Aleppo
STJ
fra Shadi
Palestina CTS
addetto in parrocchiaIraq Roma filosofia - PUA
Prov.
Giordania CTS
addetto in parrocchiaIsraele
Religiosi in formazione superiore
Bader
CTS
CTS
CTS
Giordania CTS
Catania
fra Nunzio
Roma teol. orientale
Italia
Sidawi
fra Ramzi Roma teol. - PUA
Giordania CTS
Karakach
fra Bahjat
Varriano F. fra Bruno
Roma teol. antropolog.
Roma psicologia - PUA
Siria
Italia
Prov.
CTS
CTS
La Grotta di Nazareth in restauro
Prot. B-0627/07
Gerusalemme, mercoledì 17 ottobre 2007
A Sua Beatitudine Rev.ma Michel Sabbah
Agli Ordinari Cattolici di Terra Santa
Ai Rev.mi Superiori degli Istituti Religiosi di Terra Santa
Ai Rev.mi Padri Commissari di Terra Santa
A tutte le Autorità civili interessate
Agli Stim.mi Responsabili delle Agenzie di Pellegrinaggio e Turismo
A chi può concernere
----------------------------Con la presente vengo a parteciparvi di un doveroso intervento che la Custodia di
Terra Santa si appresta a fare alla Grotta dell’Annunciazione nella Basilica inferiore
di Nazareth.
Da qualche tempo la sacra Grotta è in precarie condizioni di stabilità. La sollecitudine verso questo Luogo così amato e visitato, gli studi approfonditi, il confronto e
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l’integrazione fra le diverse proposte di intervento, sono giunti adesso a concretizzare un primo importante lavoro: uno studio scientifico e tecnico dello stato di conservazione della Roccia per definire meglio la tecnica da usare per il suo consolidamento. A tale scopo, è necessario isolare totalmente la Grotta da qualsiasi agente esterno.
Questo intervento comporta, dunque, la chiusura e l’isolamento della Grotta stessa
che, considerando tutte le esigenze è stato fissato definitivamente dal 10 novembre
prossimo, per poter riaprire la Grotta entro il 25 marzo 2008.
Per la durata di questo periodo l’Area sacra interessata sarà inaccessibile a tutti,
senza eccezioni.
Per garantire la sicurezza necessaria ai tecnici che provvederanno al lavoro, chiediamo la collaborazione di tutti nel rispettare questo periodo di isolamento.
Se si dovrà porre attenzione a non causare intralcio ai lavori e tanto meno si potrà
sostare nella Grotta, resteranno visitabili la chiesa superiore e inferiore della Basilica
della Santissima Annunziata, che costituiscono il cuore dei Luoghi santi che si possono visitare nella Città di Nazareth.
Grato della Vostra attenzione, sicuro della comprensione e collaborazione di tutti,
mi è gradita l’occasione per formularVi ogni buon augurio di Pace e Bene.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
Comunicato stampa
Oggetto: Chiusura al pubblico della Grotta dell’Annunciazione a Nazareth
Date: 10 novembre 2007 - 25 marzo 2008
Mittente: Custodia di Terra Santa, proprietaria del Santuario
Causa: Lavori di conservazione del Luogo santo
La Custodia di Terra Santa, proprietaria del Luogo, informa che per ragioni di conservazione del sito, la Grotta dell’Annunciazione di Nazareth deve essere chiusa al
pubblico per un periodo di tre mesi.
La roccia della Grotta presenta segni di deterioramento che mettono seriamente a
rischio la stabilità del Luogo santo.
È necessario isolarlo totalmente per permettere gli studi tecnici atti a determinare
i primi lavori di conservazione.
Questa Grotta, situata nella Basilica inferiore di Nazareth, è il Luogo Santo più importante della città. È ciò che, dal punto di vista turistico, ne determina la fama. Tutti
i pellegrinaggi cristiani fanno tappa qui durante il loro soggiorno in Terra Santa.
I proprietari del Sito: Il Luogo è sotto la responsabilità dei francescani della Custodia di Terra Santa, che ha cura dei Luoghi santi.
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Essi l’hanno acquistato nel 1620. Vi hanno costruito una prima chiesa nel 1730. La
Basilica attuale fu inaugurata nel 1969.
La santità del Luogo: Secondo la tradizione evangelica, Maria, madre di Gesù, ha
ricevuto a Nazareth, in questa Grotta, l’annuncio dell’Angelo secondo il quale ella
era stata scelta tra tutte le donne per essere la madre del Messia.
Maria, accogliendo nell’umiltà questo annuncio, partecipa al progetto di Dio perché qui il Verbo si è fatto carne (Vangelo: Luca 1, 26-38 - Matteo 1, 18-24).
Sito internet della Custodia su Nazareth (in inglese, spagnolo, arabo):
www.custodia.org/nazareth
Informazioni: Convento della Santissima Annunziata di Nazareth
P.O.B 23
16100 Nazareth - Israel
email: [email protected]
Tel. 04 657 25 01
Superiore del Convento: fra Ricardo Maria Bustos ofm (lingue: spagnolo, italiano,
inglese)
Parroco: fra Amjad Sabbara ofm (lingue: arabo, italiano, inglese)
Lettera di auguri del Custode ai neo cardinali
A Mons L. Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali
Gerusalemme, 18 ottobre 2007
Prot. B-0633/07
S.Em.za Rev.ma
Cardinale Leonardo Sandri
Arcivescovo titolare di Cittanova
Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali
Via della Conciliazione, 34
00120 Città del Vaticano
----------------------------Reverendissima Eminenza,
È con sincera gioia che la Custodia di Terra Santa ha accolto la notizia della Sua
nomina a Cardinale della Santa Chiesa, e Le posso assicurare che accompagneremo
con la preghiera il Concistoro che si terrà il 24 novembre prossimo, nella celebrazione della Santa Messa davanti alla Tomba vuota nella Basilica della Risurrezione.
Il prezioso servizio che Ella svolge come Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali La rende familiare e prossimo al nostro affetto: sappiamo che condivide
la nostra trepidazione per questa Terra, per le comunità cristiane che qui testimonia18
no la continuità della fede; sappiamo che conosce il nostro lavoro e le nostre attese,
i nostri molteplici impegni e le tante necessità con cui ci misuriamo ogni giorno. Per
tutto questo è bello oggi far festa con Lei, e porgerLe le mie e le nostre felicitazioni
augurandoLe ogni Pace e Bene.
Con filiale devozione
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
A fra Umberto Betti ofm
Prot. B-0631/07
Gerusalemme, giovedì 18 ottobre 2007
Rev.mo Padre
Cardinale Umberto Betti ofm
----------------------------Carissimo Padre, fra Umberto
Quando leggo al termine della lista dei Monsignori Vescovi che col prossimo Concistoro saranno nominati cardinali che il Papa vuole elevare alla dignità cardinalizia
due benemeriti ecclesiastici particolarmente meritevoli per il loro impegno al servizio della Chiesa e vedo il suo nome, mi sembra quasi che abbiano fatto cardinale
il cuore della Custodia! quello Studium Teologicum Jerosolimitanum che tanto ha
beneficiato del suo paterno interessamento quando era Rettore dell’Antonianum.
È stata quindi una festa di famiglia, a ricordarsi la storia di quei Padri che hanno
lavorato per le istituzioni della Terra Santa, che hanno tenuto alta la fedeltà a quello
spirito missionario che ci fa tanto più grandi quanto più siamo minori e francescani.
Grazie di cuore, carissimo padre, degnissimo cardinale: che questo titolo che viene a coronare un’intera vita dedicata al servizio del Signore e alla sua Chiesa, sull’esempio del Serafico Padre, sia l’espressione del grande grazie e del filiale affetto
che tutto l’Ordine le deve.
Felicitazioni vivissime dalla Custodia di Terra Santa: le mie, insieme a quelle di
tutti i frati, dai più giovani che in questi giorni sentiranno tanto parlare di lei, a quelli
che raccontano loro del suo amore per la Sacra Scrittura e della sua paterna sollecitudine per noi.
Con viva riconoscenza.
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
19
Orari dell’Infermeria custodiale
Prot. B- 0680/07
Gerusalemme, martedì 13 novembre 2007
San Diego d’Alcalà
A tutti i Frati di Terra Santa
---------------------------------Carissimi confratelli,
Il Signore vi dia la Sua Pace e una buona salute!
Con questa lettera voglio dire a tutti che l’Ospedale San Giuseppe in sostituzione
del medico che fino ad ora ha prestato il proprio servizio in Infermeria a San Salvatore, ha passato l’incarico al Dottor Ahmad Bader, da Abou-Dis
Egli sarà da noi tre giorni la settimana e precisamente:
* Lunedì
dalle 16.00
alle 18.00
* venerdì dalle 14.00
alle 16.00
* e sabato dalle 14.00
alle 16.00
Intanto ne approfitto per dire ancora una volta, a tutti, che la richiesta di analisi,
anche quando non sono prescritte direttamente dal dottor Ahmad, devono sempre rispondere ad un certificato medico e non al desiderio personale di fare un controllo.
E a un’altra informazione vi prego di prestare attenzione: le analisi si portano all’ospedale San Giuseppe il mattino dopo i giorni di visita medica, e cioè il martedì e
il sabato, partendo da San Salvatore mai dopo le ore 8.30 del mattino: questo significa che prelievi e analisi si devono eseguire tassativamente le mattine del lunedì o del
venerdì, rispettando l’orario convenuto con l’ospedale per la consegna delle analisi
dell’infermeria di San Salvatore.
Fare attenzione a queste piccole regole dell’Infermeria permette di svolgere meglio il lavoro e per questo ringrazio tutti quanti.
Con ogni augurio di Buon Avvento e un sereno nuovo Anno liturgico.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
20
fra Jad Sara ofm
Incaricato dell’Infermeria
Ora Santa al Getsemani
Prot. B-0719/07
Gerusalemme, venerdì 30 novembre 2007
A tutti i Frati della Custodia
Loro Sedi
e a tutte le Persone ed Enti
di competenza
----------------------------Comunicazione su Prenotazione e Orari dell’Ora Santa
nella Basilica del Getsemani in Gerusalemme
La comunità francescana che custodisce il Luogo Santo dell’Agonia di Gesù presso la Basilica del Getsemani, ai piedi del Monte degli Ulivi, prosegue l’accoglienza
e il servizio ai Pellegrini che desiderano obbedire alla parola del Signore: Restate qui
e vegliate con me, celebrando l’Ora Santa nell’atmosfera di silenzio che avvolge la
Basilica dopo l’orario quotidiano di visita.
Provvedendo ad un aggiornamento degli impegni comunitari, si comunica che:
• le prenotazioni per poter celebrare l’Ora Santa in Basilica si dovranno effettuare, dal 1º gennaio 2008, al Christian Information Center
(Omar Ibn El-Khattab square - Jaffa Gate - P.O.B. 14308, Jerusalem
91142 - Tel. 00972 2 627 26 92 / Fax 00972 2 628 64 17 - e-mail
[email protected] come già si fa per prenotare le Sante Messe;
• il nuovo orario di celebrazione dell’Ora Santa sarà: dalle ore 17.30
alle 18.30 - dalle 19.30 alle 20.30 - e dalle 20.30 alle 21.30.
• dal mese di maggio ad ottobre compreso si potrà celebrare l’Ora Santa anche nella Grotta degli Apostoli attigua alla Basilica, dalle ore
17.30 alle 18.30 e dalle 19.30 alle 20.30.
L’orario della Sante Messe in Basilica rimane invariato.
A tutti auguriamo di cuore la possibilità di poter arricchire il proprio pellegrinaggio
con una sosta di preghiera in questo Luogo tanto significativo e ricco di grazia.
fra Stéphane Milovitch ofm
Segretario di Terra Santa
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
21
Attività editoriali delle Edizioni Terra Santa
Da settembre 2007 le Edizioni Terra Santa di Milano, che già pubblicano le riviste
Eco di Terra Santa e Terrasanta, entrano nel panorama libraio e multimediale con
una serie di opere che ereditano, in parte, la tradizione editoriale della Custodia.
L’attività e i progetti cui le Edizioni Terra Santa attingono per i contenuti culturali
e le future pubblicazioni ha come perno lo Studium Biblicum Franciscanum, noto
in tutto il mondo della cultura biblica e archeologica. Ma è il contesto complessivo
della Custodia, con la sua estesa articolazione di conventi, santuari, opere e sedi di
rappresentanza in tutto il Medio Oriente e nel resto del mondo, ad offrire le risorse
culturali, gli stimoli e i riferimenti principali per una attività editoriale che si auspica
prolifica e incisiva.
Ad oggi i nuovi titoli prodotti per le Edizioni Terra Santa sono:
- Najib Ibrahim, Gesù Cristo Signore dell’universo. La dimensione cristologica
della Lettera ai Colossesi, Collana Analecta n. 69;
- Bruno Callegher, Cafarnao IX. Monete dell’area urbana di Cafarnao (19682003), Collana Collectio Maior n. 47; volumi che proseguono collane dello Studio
Biblico Francescano già da lunghi anni accreditate presso gli ambienti accademici;
- I colori del Vangelo, a cura di Mariano Apa, repertorio delle opere del noto pittore
di arte sacra Piero Casentini (ormai non più disponibile);
- Terra Sancta. Custodi delle sorgenti della Salvezza, DVD espressione istituzionale della Custodia di TS, in 8 lingue. Questa edizione, prodotta in Italia, manca
rispetto alla edizione che tutti conosciamo (in 10 lingue) di ebraico e croato. Per
esigenze tecniche si è dovuto limitare il numero delle lingue.
In preparazione, programmati per il prossimo anno, sono:
- i voll. VI-VII, di fra Stanislao Loffreda, della serie dedicata al sito archeologico
di Cafarnao di cui nel 2008 ricorre il quarantesimo anniversario dall’inizio degli
scavi;
- la pubblicazione, a cura di Paolo Pieraccini, di almeno due dei 4 volumi che
riaprono la prestigiosa serie di Girolamo Golubovich, Biblioteca Bio-Bibliografica
della Terra Santa e dell’Oriente Francescano, monumentale repertorio di documenti
e studi sulla storia della Chiesa in Medio Oriente;
- il numero dedicato al 2007 della rivista Liber annuus, l’annuario accademico
dello Studio Biblico Francescano;
- un nuovo libro, divulgativo, di fra Frédéric Manns dedicato all’esegesi biblica,
che cercheremo di pubblicare entro il 2008 prima che si aprano le sessioni della XII
Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi: La parola di Dio nella vita e
nella missione della Chiesa (Vaticano, 5-26 ottobre 2008)
22
- una versione del DVD che recupererà l’ebraico (che si sta provvedendo a emendare di alcune imperfezioni) e il croato, e che verrà prodotta direttamente in Terra
Santa, per le sue esigenze interne e per i pellegrini.
Intanto si stanno innescando rapporti di cooperazione con altre case editrici affermate (ad es. la casa editrice Ancora) su progetti specifici, che consentano una maggiore efficacia e risonanza di ciò che sarà prodotto dalla e per la Terra Santa.
Al momento, le opere librarie e multimediali delle Edizioni Terra Santa sono
commercializzate, per l’Italia, dalla Messaggero Distribuzione, la società di distribuzione del Messaggero Sant’Antonio; alla Brepols Publisher, casa editrice belga
specializzata in pubblicazioni scientifiche di carattere accademico, è affidata la distribuzione internazionale della serie di Cafarnao, di Liber annuus e della nuova
serie del Golubovich; alla San Pablo di Madrid è stata affidata la distribuzione in
Spagna e America latina del DVD Terra Sancta, che uscirà in una versione in 4 lingue (italiano, spagnolo, inglese, portoghese). Il Messaggero è stato coinvolto anche
per la commercializzazione (sempre in Italia) della Guida di Terra Santa a cura di
Claudio Baratto, di cui giacciono invendute al momento ancora alcune migliaia di
copie dell’edizione del 1998. Contatti con distributori esteri si stanno cercando per
la diffusione del DVD nel resto del mondo (soprattutto USA-Canada, Germania,
Polonia).
Inoltre le Edizioni Terra Santa stanno allestendo un sito - che sarà pubblicato entro
la fine dell’anno - dedicato all’informazione e all’e-commerce di libri, prodotti multimediali e foto delle Edizioni Terra Santa.
Le limitazioni che in Israele penalizzano la diffusione delle iniziative della Custodia hanno suggerito, dunque, la promozione di un polo editoriale legalmente riconosciuto in Italia, che possa operare di concerto e in coordinamento con la Franciscan
Printing Press, e che abbia libertà di manovra per la parte commerciale in Europa e
nel resto del mondo.
I primi risultati finora ottenuti fanno ben sperare, soprattutto se si innescano dei
circoli virtuosi tra i commissariati e le Edizioni Terra Santa. Chiediamo dunque la
collaborazione di tutti.
Piero Cappelli
Santo Natale 2007 - Messaggio del Custode di Terra Santa
Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse (Is 9,1).
Cari fratelli e sorelle,
il mondo guarda a Betlemme, con un anelito di speranza ed un bisogno di pace che
scuotono gli abissi dell’anima. Noi, che abbiamo la grazia di vivere in Terra Santa,
come ogni anno torniamo a celebrare il Natale, con il cuore toccato da una grazia
23
che ancora ci sorprende. Sembra che questa festa voglia sfidare la nostra vecchiezza
interiore, per far rinascere in noi il coraggio limpido dell’infanzia, quando credevamo
che tutto il bene è possibile. L’urgenza di pace ci soffoca il cuore, nonostante le
amarezze della cronaca, e ci fa diventare mendicanti di speranza. Guardando la grotta
di Betlemme siamo costretti a sperare in un mondo migliore. Il bisogno di amare,
che ha le sue radici nel profondo dell’anima, dinanzi alla povertà di Betlemme, ci fa
trasalire di fiducia nuova.
Lo scoraggiamento e le delusioni che appesantiscono i nostri cuori, come un
macigno gravoso, sembrano dissolversi. Non possiamo rifiutare la speranza, dinanzi
al mistero di un Dio che nasce bambino, nella grotta dei pastori.
A Natale anche la persona più crudelmente ferita dalla vita, riscopre che Dio
continua ad abitare in mezzo a noi. Le guerre e le violenze non sono l’ultima parola
che pretenda di sigillare la storia. L’odio e la disperazione non sopprimono il bisogno
d’amore che continua tenacemente ad abitare lo spirito umano. Nel silenzio di
Betlemme la luce di Dio brilla ancora, ed illumina i sentieri degli uomini.
Esperienze di delusione e di fallimento sociale possono inaridire gli orizzonti
dell’anima, ma se guardiamo la stella di Betlemme, la vita torna ad illuminarsi.
Comprendiamo, con la saggezza semplice e concreta della fede, che Dio continua ad
amarci. Il suo Figlio Gesù viene ad abitare in questa terra, perché si compia anche
in noi il miracolo della gioia e della fraternità. Con stupore tremante volgiamo lo
sguardo a Giuseppe e alla Santa Vergine, e siamo rapiti dalla loro serenità gioiosa.
Sono poveri, ma hanno avuto il coraggio di credere. In questo Natale vogliamo
pregare perché anche noi, come loro, siamo capaci di accogliere Gesù, credendo che
l’Amore di Dio può cambiare la nostra vita. È venuta nel mondo la Luce vera, quella
che illumina ogni uomo (Gv 1,9), e noi, finalmente inebriati da una speranza che non
delude, possiamo diventarne testimoni.
A tutti l’augurio più affettuoso di un Santo Natale.
fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
Saluto di accoglienza di fra Artemio Vitores al
dell’Autorità Palestinese Mahmud Abbas
Presidente
Prima di iniziare la cena di Natale, al Casa Nova di Betlemme, fra Artemio Vitores
ha rivolto al Presidente Mahmud Abbas, accompagnato da Primo Ministro Salam
Fayyad e da numeroso seguito, questo saluto:
Eccellentissimo Presidente dell’Autorità Palestinese,
è un grande onore e un piacere per me darle il benvenuto in questo luogo che è il
cuore di Betlemme. Un benvenuto che le porgo anche a nome del Custode di Terra
Santa, fra Pierbattista Pizzaballa e di tutti i frati francescani della Custodia.
24
Oggi ci ritroviamo, come ogni anno, ma senza che questo gesto sia un’abitudine,
perché esso fa parte della novità che ogni anno il Natale ci dona.
Natale è per noi cristiani un giorno di gioia, di speranza e di ringraziamento, perché
Dio, per amore degli uomini, nasce Bambino qui, a Betlemme. Per noi e per tutti i
popoli oggi a Betlemme, come 2000 anni fa’, è apparsa la bontà e l’amore di Dio tra
gli uomini. San Francesco chiamava il Natale la festa delle feste e questo per dire
che oggi nessuno dovrebbe sentirsi triste, o solo, ma col cuore pieno di speranza in
un mondo più giusto e più sereno.
Noi vogliamo ringraziarla per essere qui a far festa insieme a noi. Sappiamo che
le sta a cuore il bene dei cristiani di Betlemme. Sì, per noi cristiani, Betlemme è una
città molto amata e vogliamo rinnovare, insieme a lei, a voi, il nostro impegno, la
nostra speranza, le nostre iniziative sociali, la nostra costante attenzione ai bisogni di
questa gente, per portare loro un po’ di benessere nella strada della giustizia e della
pace.
Le siamo grati per l’onorificenza che lei, Signor Presidente, ha voluto conferire
a Sua Beatitudine, il patriarca Michel Sabbah, che vogliamo considerare un gesto
d’attenzione e di riconoscenza verso tutta la Chiesa che opera in Terra Santa.
E ancora vogliamo ringraziarla per la sua opera a sostegno della speranza della
pace. Noi sappiamo bene quanta sofferenza e quanta speranza di libertà ci sia in
Palestina. Capire e condividere questa situazione ci deve aiutare tutti a costruire
insieme un futuro di pace. Che il Signore benedica ogni suo buon lavoro su questa
strada!
Il saluto di san Francesco: Pace e Bene sia per lei, signor Presidente Abu Mazen,
un augurio che l’accompagni e sostenga sempre nel suo cammino.
fra Artemio Vítores ofm
Vicario custodiale
Agenda del Custode
Luglio
2-3. San Salvatore: Discretorio
5. Monte Tabor: Capitolo Under 10, Lectio divina guidata dal card. C. M. Martini
6. Santo Sepolcro: Capitolo Under 10, ingresso solenne al Santo Sepolcro
7. Santo Sepolcro: Capitolo Under 10, Eucaristia davanti all’Edicola
8. Betlemme: Capitolo Under 10, conclusione del Capitolo delle Stuoie
9. San Salvatore: incontro del Definitorio generale con il Discretorio custodiale
10. Gerusalemme: incontro con Romano Prodi, Presidente del Consiglio italiano
16-18. Egitto: incontro con le fraternità
18-21. Siria: incontro con le fraternità
21: Aleppo: professione solenne di fra Bahjat Karakash
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22-28. Fuheis: Congresso capitolare
28. Amman: ordinazione di fra Rami Asakrieh
31. Aosta: incontro con i Memores Domini
Agosto
1. Aosta: incontro con i Memores Domini
2-8. Washington: incontro con la fraternità
15. Getsemani: celebrazione della solennità della Madonna Assunta
19-23. Rimini: Meeting per l’amicizia tra i popoli
27. Cipro: incontro con la fraternità
Settembre
3. Ain Karem: vestizione
10. Santo Sepolcro: inaugurazione della lapide in ricordo di Chateaubriand
24. San Salvatore: Discretorio
25. San Salvatore: incontro di formazione
26-28. Gerusalemme: ritiro sacerdoti comunità ebraica
Ottobre
2. Cipro: incontro con le fraternità
3-4. San Salvatore: Solennità di San Francesco
5. San Salvatore: inaugurazione anno accademico.
incontro con il Gran Maestro dei Cavalieri di Malta
6-7. Spalato - Croazia: incontro con i giovani professi temporanei della
Conferenza Sud Slavica
8-9. Roma: riunioni amministrative
10-12. Denville - USA: incontro Conferenza dei Ministri Provinciali di
lingua inglese
14. San Salvatore: professioni solenni
22. Washington: riunione Board of trustees for the Good Friday Collection
23-26. Milano: conferenze
Novembre
1. Terra Sancta College: Discretorio
2. Gerusalemme: commemorazione dei Defunti
6. Nazareth: visita fraterna e capitolo con i frati
7. Cana e Tabor: visita fraterna
8. San Salvatore: prolusione dell’Anno accademico
8. Cafarnao: visita fraterna
9. Tabgha: visita fraterna
10. Tiberiade: visita fraterna
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11-14. Roma: visita presso la Santa Sede
15. San Salvatore: festa del Belgio
15-16. Monte Tabor: formazione permanente, incontro con i Guardiani
21-22. Ain Karem: visita fraterna e capitolo con i frati
25-28. Ungheria: incontro COTAF
29. Getsemani: rinnovo della Professione religiosa
Dicembre
6. Ain Karem: Discretorio
8-16. Siria e Libano: visita fraterna alle comunità
13. Knaye: inaugurazione dei nuovi locali conventuali
17-18. Roma: incontro vari
24-26. festività natalizie
27. San Salvatore: scambio di auguri delle comunità orientali
31. Gerusalemme: auguri del Presidente dello Stato di Israele
Nuovo numero di telefono
A Betlemme, presso la Casa delle Suore Francescane Missionarie di Maria, è stata creata una Casa di accoglienza per bambini e ragazzi con famiglie in difficoltà.
La Casa francescana per ragazzi risponde al seguente numero telefonico: +970. 2
274.66.67
Nuovi Commissari di Terra Santa
1. R.P. Alfonso Guzmán ofm
Comisaría de Tierra Santa
P.O.B. 10202
San Juan - Puerto Rico 00922
Telefono:
+1. 787
538.3805
Fax:
+1. 723
538.4040
[email protected]
E-mail:
2. R.P. Juan Bolivar Guayanay Gaona ofm
Comisaría de Tierra Santa
Padres Franciscanos
C/ Argentinos 31-40
Apartado 06-01-561
Riobamba (Chimborazo) - Ecuador
Telefono:
+593. 32
95.12.30
Fax:
+593. 32
95.12.13
[email protected]
E-mail: 27
3. R.P. José Miguel Loureiro ofm
Vice-Comissário da Terra Santa
Fraternidade Franciscana
Av. 22 de Dezembro, 19
2900-669 Setúbal - Portugal
Telefono:
+351. 265 52.39.03
[email protected]
E-mail: 4. R.P. Frans Gerritsma ofm
Commissariaat van het Heilig Land
P.O.B. 13009
3507 LA Utrecht - Netherlands
Telefono:
+31. 30
232.4080
Fax:
+31. 30
232.4081
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Capitolo Under Ten
Programma del Capitolo
Sabato 30 giugno
Prima accoglienza a Gerusalemme, San Salvatore o all’aeroporto, secondo le varie esigenze
14.30 Partenza per Nazareth, da San Salvatore-Gerusalemme
All’arrivo Avvisi. Sistemazione
19.00
Cena
20.30
Fiaccolata e proclamazione del Vangelo, in Grotta
Domenica 1º luglio. Nazareth. Il Mistero dell’Incarnazione
Lodi, per gruppi linguistici (italiano: Dame di Nazareth; spagnolo: in7.30
gresso Casa Nova; inglese: cappella di Casa Nova; francese: portico Paolo VI; tedesco: Immacolata Concezione; portoghese: Azione Cattolica)
8.00
Colazione
9.00
Incontro per Conferenze, per preparare la presentazione culturale della
sera
11.30
Eucaristia d’apertura in basilica: Presiede il Ministro Generale
12.30
Pranzo
Presentazione e messaggio del luogo: fra Frédéric Manns
16.00
Visita del Santuario in gruppi linguistici (italiano: Frédéric Manns, Stefano de Luca e Alessandro Coniglio; spagnolo: Ricardo Bustos; inglese: Paul Ghanam; francese: Stéphane Milovitch; portoghese: Ademir
Matilde; polacco: Wojciech Boloz)
19.00
Vespri davanti alla Grotta: Presiede fra Finian McGinn
20.00
Cena
21.00
Presentazione culturale per Conferenze
Lunedì 2 luglio. Nazareth. L’Ordine oggi
7.30
Lodi, in gruppi linguistici
8.00
Colazione
L’Ordine oggi: Relazione del Ministro Generale
9.00
9.45
Pausa
10.15
Lavoro di gruppo sulla relazione/messaggio del Ministro Generale
I capitolari preparano il loro input
12.00
Pausa
29
12.30
15.30
16.30
17.00
18.30
20.00
Pranzo
Input dei frati giovani
Pausa
Dibattito in assemblea, con il Ministro ed il Definitorio; domande e
risposte
Eucaristia nella chiesa di San Giuseppe: Presiede fra Francesco Bravi,
Vicario Generale
Cena
Serata di festa. Concerto Musicians for Peace nel cortile della scuola
Martedì 3 luglio. Nazareth. Il Vangelo, Regola di vita
7.30
Lodi, in gruppi linguistici
8.00
Colazione
Il Vangelo, regola di vita: fra Lino Cignelli
9.00
9.45
Pausa
10.15
Lavoro di gruppo sul tema della relazione
12.00
Pranzo
Input dei frati giovani
15.00
16.00
Pausa
16.30
Dibattito in assemblea con il Ministro e il Definitorio generale; domande e risposte
18.00
Eucaristia in basilica (Messa di San Tommaso): Presiede fra J. Ignazio
Muro
19.30
Cena
20.30
Recita del Santo Rosario davanti alla Grotta
Mercoledì 4 luglio. Galilea. Vocazione e missione
7.00
Colazione
8.00
Presentazione di Cafarnao (a Nazareth): fra Stefano De Luca
9.00
Partenza in autobus. Lodi, durante il cammino: la preghiera verrà preparata in modo creativo, predisponendosi alla visita della Città di Gesù.
Si continua, sul pullman, la presentazione del Luogo santo
10.30
Cafarnao. Visita in piccoli gruppi (italiano: Frédéric Manns, Stefano de
Luca e Alessandro Coniglio; spagnolo: Riccardo Bustos; inglese: Paul
Ghanam; francese: Stéphane Milovitch; portoghese: Ademir Matilde).
Meditazione personale
11.00
Partenza per Tabga (Primato di Pietro)
La Vocazione: fra Frédéric Manns
11.30
30
13.30
14.30
16.30
17.00
18.00
20.00
Rinnovo delle promesse battesimali: fra Jakab Varnai
Eucaristia: Presiede fra Mario Favretto
Pranzo. Pausa
Visita al Luogo dei PP. Benedettini, in piccoli gruppi. Tempo libero
Partenza per il Monte delle Beatitudini; proclamazione creativa delle
Beatitudini
Visita - Meditazione - Silenzio
Ritorno a Nazareth
Cena
Giovedì 5 luglio. Monte Tabor. Trasfigurazione per l’ascolto della Parola
6.00
Sveglia
6.30
Colazione
7.00
Partenza in pullman
7.30
Monte Tabor: salita a piedi. Lodi in gruppi, durante la salita
9.00
Arrivo e rinfresco
Lectio Divina guidata dal Card. Carlo Maria Martini
9.30
12.00
Pranzo
Presentazione e messaggio del luogo: fra Frédéric Manns
15.00
Preghiera personale della Parola, in silenzio
16.30
Condivisione in gruppi
17.30
Eucaristia: Presiede fra Ambrogio Van Si
18.30
Discesa
19.00
Ritorno a Nazareth
20.00
Cena
Serata libera
Venerdì 6 luglio. In cammino verso Gerusalemme. La Passione del Signore
5.15
Colazione
6.00
Partenza in pullman. Lodi durante il tragitto
9.00
Eucaristia al Getsemani Presiede fra Amaral Bernardo A.
10.30
Processione dal Getsemani alla Basilica della Risurrezione
11.30
Ingresso solenne al Santo Sepolcro
12.30
Pranzo a Casa Nova di Gerusalemme
14.30
Visita del Santo Sepolcro in gruppi / tempo libero (italiano: Frédéric
Manns e Alessandro Coniglio; inglese: Garett Edmunds; francese:
Stéphane Milovitch; tedesco: Robert Jauch; polacco: Jerzy Kraj)
31
16.00
17.00
18.30
20.30
Sistemazione in alloggio dei frati di lingua spagnola e portoghese a
Gerusalemme
Via crucis con i frati della Custodia e altri pellegrini
Visita del Santo Sepolcro in gruppi, o Processione, o tempo libero (spagnolo: Nicolas Marquez e Rufino Quintana; francese: Stéphane Milovitch; tedesco: Robert Jauch; portoghese: Paulo Maia; polacco: Jerzy
Kraj)
Porta Nuova: partenza dei frati alloggiati ad Ain Karem
Cena a San Salvatore (spagnoli e portoghesi) e ad Ain Karem (altri)
Sabato 7 luglio. Gerusalemme. Il Signore è Risorto!
6.00
Partenza da Ain Karem per Gerusalemme
7.30
Eucaristia al Santo Sepolcro: fra Pierbattista Pizzaballa, Custode di
Terra Santa
8.40
Colazione a San Salvatore
In Cammino verso il futuro: fra Massimo Fusarelli
9.30
10.15
Pausa
10.45
Lavoro di gruppo sul tema della relazione
12.00
Pausa
12.30
Pranzo a Casa Nova di Gerusalemme
15.00
Incontro con il Custode di Terra Santa. Domande e risposte
16.00
Pausa
Input dei frati capitolari e discussione in assemblea sulle prospettive per
16.30
il futuro
18.30
Partenza per Ain Karem
19.15
Vespri in chiesa di San Giovanni
Presiede fra Miguel Vallecillo
20.00
Cena ad Ain Karem (tutti)
21.00
Serata di festa e presentazione culturale. Rally
Domenica 8 luglio. Betlemme. Incominciamo fratelli. Sintesi e suggerimenti
finali
7.00
Colazione
7.30
Partenza per Betlemme. Presentazione in pullman
8.30
Lodi, nella chiesa sotto il convento: Presiede fra Luis Cabrera
Presentazione del Luogo: fra Frédéric Manns
9.00
Lavoro di sintesi e conclusioni. Dialogo e confronto con il Ministro
Generale, il Definitorio Generale, e il SGFS
32
11.30
12.00
13.30
16.30
19.00 Pausa
Pranzo
Visita alla Grotta della Natività, in piccoli gruppi (italiano: Frédéric
Manns, e Alessandro Coniglio; spagnolo: Nicolas Marquez e Rufino
Quintana; inglese: Garett Edmunds; francese: Stéphane Milovitch; tedesco: Robert Jauch; portoghese: Paulo Maia; polacco: Jerzy Kraj).
Poi visita libera a Betlemme
Eucaristia conclusiva: Presiede il Ministro Generale
Rinnovo della professione. Consegna dei segni
Cena preparata da Casa Nova - Festa conclusiva all’Azione Cattolica di
Betlemme
Comunicato stampa in apertura del Capitolo Under 10
San Francesco aveva una dolce venerazione per i misteri della vita terrena di Gesù
e per questo riteneva la Terra Santa come un luogo sacro per eccellenza, luogo di
incontro tra Dio e gli uomini e degli uomini tra loro. L’Ordine dei Frati Minori,
celebrando gli ottocento anni della sua fondazione, vuole ribadire oggi la sua cura
particolare per i luoghi santi, di cui è custode fin dai tempi di san Francesco, considerandoli la perla delle sue missioni. Per questo, quasi duecento giovani frati minori di
tutto il mondo, convocati dal Ministro generale, fra José R. Carballo, si riuniranno
dal 1º all’8 luglio in Terra Santa per vivere una settimana di Capitolo spirituale (1-5
Luglio a Nazareth; 6-8 Luglio a Gerusalemme). Il tema del ‘meeting’ Secondo la tua
parola (Secundum verbum tuum) indica il desiderio che ha animato gli organizzatori
dell’evento: dare l’opportunità perché si instauri un confronto proficuo tra Governo
centrale dell’Ordine e giovani frati sparsi in tutte le realtà del mondo, per affrontare
insieme le attuali difficoltà della vita religiosa; porsi in umile ascolto della Parola
di Dio lì dove si è fatta carne ed ha abitato in mezzo a noi; operare alla luce della
Parola il necessario discernimento per rifondare la presenza francescana nel mondo
e camminare con rinnovato entusiasmo nella via della conversione e della testimonianza di Gesù Risorto. La celebrazione di questo Capitolo delle Stuoie in Terra
Santa indica anche con semplicità la volontà di dialogo e di cristiana speranza che
non viene mai meno, neanche di fronte alle situazioni di difficile convivenza tra i
popoli, nello spirito di san Francesco che ha sempre predicato, con la vita e le parole,
la riconciliazione e la pace.
28 giugno
La celebrazione di un Capitolo è per i frati un momento forte della loro vita di consacrazione, espressione del desiderio di trovarsi insieme per trattare le cose di Dio,
per comunicarsi la gioia della fraternità e della vita spirituale.
33
Frate Tommaso da Celano, che tra il 1228-1229 scrisse la prima biografia di san
Francesco, la Vita Prima, ci racconta che i discepoli del Santo, ogni volta che in
qualche luogo e per strada, come poteva accadere, si incontravano, era una vera
esplosione del loro affetto spirituale. [...] Erano felici quando potevano riunirsi, più
felici quando stavano insieme; ma era per tutti pesante il vivere separati, amaro
il distacco, doloroso il momento dell’addio (cap. XV, nn. 38-39). Il primo grande
incontro fraterno e di scambio di esperienze fu celebrato nella Pentecoste del 1212.
Da allora, fino al 1216 i Capitoli si celebrarono due volte l’anno (a Pentecoste e per
la festa di san Michele, in settembre) ad Assisi, come attesta la Leggenda dei Tre
Compagni (cap. XIV, n. 57). Poi, dal 1217, soltanto una volta l’anno, a Pentecoste,
sempre ad Assisi. Nel 1221, l’anno della Regola non Bollata, san Francesco celebrò
il notissimo capitolo dei cinquemila frati che avevano come riparo soltanto dei tessuti di giunchi, o stuoie. Di questo capitolo, detto delle stuoie, i Fioretti (n. XVIII)
danno un quadro grandioso e memorabile.
Nel nostro tempo l’Ordine dei Frati Minori celebra con frequenza diversi Capitoli
delle Stuoie, cioè raduni spirituali nei quali non si eleggono i Superiori e non si votano delle leggi, ma ci si ritrova per la gioia di stare insieme, comunicare le difficoltà,
condividere le gioie, riprendere con nuovo slancio la missione.
I frati giovani (Under Ten, cioè con dieci anni di professione solenne) hanno già
celebrato due Capitoli internazionali delle Stuoie, a Santiago di Compostela (Spagna) nel 1995 e a Canindé (Brasile) nel 2001. Questo è quindi il terzo meeting per i
giovani frati e il primo incontro che vede riuniti tanti frati, con la presenza del Ministro generale e dei suoi Consiglieri, in Terra Santa.
29 giugno
Il cammino in vista del Capitolo delle Stuoie inizia il 12 Marzo 2005, con il primo
incontro della Commissione preparatoria, nominata dal Ministro generale. Ne fanno
parte fra José Juan Lopez (Spagna), fra Papa Paulo Nanque (Guinea Bissau), fra Paolo Ko (Corea), fra Sinisa Balajic (Croazia), fra Anton Farrugia (Malta), fra Adelmo
Francisco Gomes da Silva (Brasile), fra Ernesto Dezza (Italia), fra Markus Laibach
(Germania) e fra Enrique Barbosa (Messico). Ha sempre partecipato anche il Definitore generale fra Juan Ignacio Muro Aréchiga, incaricato di mantenere i contatti fra
la Commissione e il Definitorio generale. La Commissione ha elaborato il Capitolo
durante nove incontri, che si sono tenuti tutti (ad eccezione dell’ultimo) a Roma,
presso la Curia generale. Sono state prese in considerazione le indicazioni fornite
dal Ministro generale, che ha desiderato che il Capitolo sia l’occasione per vivere
con gioia la grazia delle origini e tradurla nell’oggi delle fraternità provinciali e della
vita dell’Ordine. Sulla base delle esperienze precedenti, di Santiago de Compostela e
di Canindé, la Commissione ha preparato i vari momenti liturgici, le serate culturali
34
e di festa, ha contattato i relatori e predisposto i lavori di gruppo in sei lingue (italiano, spagnolo, inglese, francese, portoghese, tedesco). Sono stati contattati i Ministri
provinciali di ogni Provincia perché mandassero due delegati tra i frati giovani ed è
stata aperta una pagina nel sito dell’Ordine, sia per aggiornare i delegati con le notizie utili, sia per rendere partecipi anche quelli che non possono partecipare. Al fine
di coinvolgere tutti i frati giovani del mondo, e non solo quelli che vivranno l’esperienza del Capitolo, è stato mandato in ogni Provincia un Questionario, con il quale
si sono invitati i frati a confrontarsi sulla realtà della loro vita e missione. I risultati
dei questionari, disponibili on line, mostrano uno spaccato della realtà giovane dell’Ordine e serviranno anche come stimolo per la discussione capitolare. La Custodia
di Terra Santa, infine, ha dato tutta la sua disponibilità per accogliere questo evento,
sia nella sua preparazione remota (aiuto diplomatico e logistico) sia per l’effettiva
accoglienza nelle sue case di un così gran numero di frati.
30 giugno
Nel pomeriggio è iniziato a Nazareth il III Capitolo internazionale delle Stuoie
dei giovani frati minori. I frati, giunti in Galilea da molte nazioni del mondo, sono
arrivati con diversi pullman e sono stati accolti nella casa dell’Azione Cattolica,
dove hanno ricevuto il kit del Capitolo con l’occorrente per le riunioni, la preghiera
e la visita ai luoghi santi. La cena si è svolta presso la Casa Nova, dove i frati sono
anche alloggiati. Con una suggestiva fiaccolata nel cortile e nella basilica dell’Annunciazione, poi, si è concluso questo primo giorno di Capitolo. Riuniti con la gente
e i numerosi pellegrini, i duecento frati che partecipano all’evento hanno recitato il
Santo Rosario in varie lingue. Il Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa,
ha invitato a non fare di Nazareth solo un luogo di devozione, ma ad assumerne lo
stile di vita, alla scuola del silenzio della Sacra Famiglia.
Il Ministro generale dei frati minori, fra José R. Carballo, ha calorosamente accolto tutti dando il suo benvenuto nella casa della Madre, che è quindi anche la casa
di ciascuno di noi. Ha auspicato che il Capitolo possa aiutare a riflettere e a rinnovare il proprio sì, sulla scia del sì di Maria e ancora di più del sì di Gesù. Il Capitolo
sarà un tempo prezioso per incontrare la Parola e chiedere a Dio che avvenga di noi
secundum Verbum tuum.
1º luglio
Il secondo giorno del Capitolo delle Stuoie è iniziato con la celebrazione delle
Lodi in gruppi linguistici. Quindi, dopo colazione, i frati si sono suddivisi per Conferenze, cioè secondo le aree geografiche delle loro Province. Sono rappresentate
al Capitolo tutte le Conferenze (Africana, Anglofona, Asia del Sud e Oceania, Asia
Orientale, Bolivariana, Brasiliana, Cono Sur, Europa Centrale, Iberica, Italia e Al35
bania, Messico e Centro America, Sud-Slavica e Nord-Slavica). È stata l’occasione
per incontrarsi, conoscersi e preparare la serata. Alle 11.30 è stata celebrata presso la
Grotta dell’Annunciazione con grande solennità l’Eucaristia d’apertura, presieduta
dal Ministro generale. Al termine della Messa ogni frate è entrato nella Grotta per
rinnovare nel silenzio il suo sì al Signore, da pronunciare con la vita più che con
le parole. Nel pomeriggio fra Frédéric Manns, docente dello Studium Biblicum di
Gerusalemme, ha sottolineato il triplice messaggio di Nazareth (silenzio, lavoro,
vita familiare), secondo le parole usate da Paolo VI nel suo storico pellegrinaggio in
Terra Santa, e ha così introdotto la visita guidata al santuario, fatta in piccoli gruppi
linguistici. La celebrazione dei Vespri davanti alla Grotta, presieduti dal Definitore
generale fra Finian McGinn, alla presenza di S.E. Mons. Giacinto Boulos Marcuzzo,
Vescovo ausiliare del Patriarcato Latino di Gerusalemme, ha concluso i momenti
di preghiera di questa eccezionale domenica nazaretana, mentre dopo cena i frati,
suddivisi secondo le diverse Conferenze, hanno presentato il volto giovane del francescanesimo oggi, con canti, balli e testimonianze di ogni parte del mondo.
2 luglio
Anche il terzo giorno del Capitolo delle Stuoie è iniziato con la celebrazione delle
Lodi in gruppi linguistici. Durante la mattinata il Ministro generale ha presentato ai
giovani frati la sua riflessione, richiamando la Lettera che ha scritto per l’occasione
e che è stata consegnata ai presenti. Fra José R. Carballo ha ricordato che ogni frate
è sempre in cammino verso la piena realizzazione della sua vocazione e che nessuno
può dirsi arrivato o pretendere di non avere bisogno di una formazione permanente e
continua. La sequela di Cristo richiede radicalità nei confronti dei beni materiali, di
se stessi e degli affetti; richiede esclusività di appartenenza a Dio solo e per sempre;
richiede di abbandonare le sicurezze materiali e affettive per affidarsi totalmente a
Cristo. Di fronte alla crisi di fede che attraversa anche la fascia giovane dell’Ordine,
la sfida più urgente è quella di mantenersi fedeli nella vigilanza contro la dittatura
del relativismo e di fondare quotidianamente nella fedeltà la propria vita su cinque
pilastri fondamentali: preghiera comunitaria (Eucaristia e Parola di Dio); preghiera
personale; impegno e responsabilità nella propria fraternità; attenzione ai poveri;
formazione permanente; accompagnamento spirituale.
Dopo l’incontro in Assemblea, i frati si sono suddivisi in dodici gruppi linguistici per riflettere e rispondere alla relazione provocatoria del Ministro generale. Nel
pomeriggio ogni gruppo ha relazionato sul proprio lavoro e si è aperto un fraterno
dibattito con il Ministro generale.
Alle 18.30 si è celebrata la Messa votiva di San Giuseppe, presieduta dal Vicario
generale, fra Francesco Bravi. Dopo cena, i capitolari hanno fatto festa con la gente
del posto, allietati da un concerto di Musician for peace e da altri gruppi musicali
locali.
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3 luglio
Il quarto giorno è iniziato con la celebrazione delle Lodi in gruppi linguistici. I
frati hanno proseguito la loro riflessione sull’importanza del Vangelo nella loro vita
grazie alla relazione di fra Lino Cignelli, professore emerito di Greco biblico e di
Patrologia allo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme. Nel suo intervento, fra Lino ha messo in guardia i giovani frati dal rendere il Vangelo solo oggetto
di devozione o di studio, senza consentirgli di modificare la propria vita, attraverso
l’incontro con la persona viva del Risorto. I frati si sono poi suddivisi in gruppi come
il giorno precedente e nel pomeriggio si è dato spazio agli interventi dei gruppi, a
domande e risposte tra i capitolari e il Ministro generale.
La Santa Messa della sera, presieduta del Definitore generale fra Juan Ignacio
Muro, è stata celebrata nella Basilica dell’Annunciazione dove, dopo la cena, i frati
hanno concluso la giornata recitando insieme il Rosario in varie lingue per la pace
nel mondo.
4 luglio
I frati capitolari hanno concluso oggi il lavoro a Nazareth e si sono recati a visitare
i Luoghi Santi, che costituiscono una vera e propria geografia della salvezza. Due
professori dello Studium Biblicum Franciscanum, fra Frédéric Manns e fra Stefano
De Luca, hanno presentato il messaggio teologico e l’importanza archeologica dei
luoghi che si trovano intorno al Lago di Tiberiade.
Al mattino, i frati hanno visitato il Monte delle Beatitudini, rimanendo per un po’
di tempo in silenzio prima della celebrazione nella quale si è proclamato questo messaggio evangelico, attualizzandolo. Il Definitore generale, fra Jakab Várnai, che ha
presieduto la preghiera, ha invitato i frati ad essere l’incarnazione delle beatitudini
nel mondo d’oggi.
Dopo un rinfresco, offerto dalle Suore Francescane Missionarie del Cuore Immacolato di Maria, che custodiscono il Santuario, tutti si sono trasferiti a Tabgha, sulla
riva del Lago, dove hanno potuto gustare il pranzo offerto dai giovani di Mondo X
e riposarsi un poco nel giardino della chiesa del Primato di Pietro, durante l’ora più
calda del giorno.
In seguito, hanno visitato il Santuario della moltiplicazione dei pani e dei pesci
in gruppi linguistici, quindi si sono recati, chi a piedi chi in pullman, a Cafarnao.
Lì si è celebrata dapprima l’Eucaristia, nella quale il Definitore generale fra Mario
Favretto, ha aiutato a ricordare che ogni fratello è chiamato a vivere la sua vocazione all’amore, seguendo Gesù Cristo attraverso le proprie debolezze, come fece
l’apostolo Pietro.
In seguito i frati hanno visitato in gruppi la zona archeologica che si trova intorno
alla casa di Pietro. Conclusa la visita, tutti si sono recati ai pullman che li hanno
riaccompagnati a Nazareth.
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5 luglio
La giornata di giovedì 5 luglio, sesto giorno di questo Incontro, è stata vissuta interamente all’insegna dell’ascolto orante della Parola di Dio sul Monte Tabor.
Per guidare la riflessione e la preghiera è stato invitato S.E. il Cardinale Carlo Maria Martini, che con la consueta profondità e semplicità ha tenuto una Lectio Divina
sul brano della trasfigurazione di Gesù nel Vangelo di Luca (Lc 9, 28-36).
Come i discepoli, sbaglieremmo anche noi a fermarci in una contemplazione estatica della gloria di Cristo se non ne ricavassimo la forza per cambiare la nostra vita
e la storia: non fermatevi a contemplare la visione, ma traetene le conseguenze ha
detto il Cardinale.
Gesù Cristo appare trasfigurato per mostrare ai discepoli un’anticipazione della
forma definitiva del Regno di Dio, nella sua larghezza e lunghezza, nella sua estensione a tutti i popoli di tutti i tempi, fino a quando Dio sarà tutto in tutti, salvaguardando la diversità di ognuno. Acquisire una visione ampia della vita e della
storia aiuta a relativizzare ciò che non è importante e a porre ogni realtà nella giusta
prospettiva, quella del Regno di Dio totale. Gesù appare insieme a Mosè ed Elia, in
continuità con colui che consegnò al popolo di Israele la Torah, Parola di Dio scritta
per essere praticata, e con il profeta dell’imprevedibilità di Dio, la cui potenza di
fuoco irrompe in modo sempre sorprendente. Da qui l’invito a mettere ordine nella
propria vita, lasciando che la Parola diventi norma esistenziale quotidiana, e nel
contempo l’esortazione a non aver timore della manifestazione di Dio nella propria
storia personale.
Infine anche noi, come Pietro, veniamo invitati a passare dalla paura all’ascolto e a
non avere timore di entrare con coraggio nel tempo di Dio attraverso una preghiera
ben fatta, assidua e appassionata.
Dopo un prolungato tempo di silenzio e di meditazione sul monte intorno al Santuario, i frati hanno pranzato ospiti della comunità di Mondo X, a cui era presente
anche fra Eligio Gelmini ofm, loro fondatore.
Nel pomeriggio è proseguita la visita al Monte e al Santuario, guidata da fra
Frédéric Manns, quindi è stata celebrata l’Eucaristia, presieduta dal Definitore generale fra Ambrogio Nguyen Van Si.
I frati, scendendo a piedi dal monte, sono poi tornati a Nazareth, concludendo la
loro permanenza in Galilea.
6 luglio
I frati capitolari hanno lasciato di buon mattino Nazareth in pullman per raggiungere Gerusalemme. Appena giunti sul Monte degli Ulivi, è stata celebrata l’Eucaristia
nella basilica del Getsemani, presieduta dal Definitore generale fra Amaral Bernardo
38
Amaral. Lo stare in questo luogo - ha detto - ci insegna che non basta aver fatto la
professione, è necessario mantenere vivo l’ardore e proteggere con costanza il primo
amore. Il luogo della fragilità, del tradimento e dell’abbandono ci fa riflettere sulla
necessità di restare vigilanti per mantenere ferma la professione della nostra fede in
Gesù, il Maestro. Quindi, dopo un rinfresco offerto dalla fraternità locale tra gli ulivi
del giardino, i frati sono entrati processionalmente nella Città Vecchia di Gerusalemme dalla Porta dei Leoni, cantando al Signore con gioia nelle loro lingue. Giunti
al Santo Sepolcro, sono stati accolti con gran solennità dal Custode, fra Pierbattista
Pizzaballa, e dai frati delle fraternità di Gerusalemme, accorsi per l’evento (segue
il testo allegato A). Aspersi con l’acqua benedetta, mentre la basilica risuonava delle
note del Te Deum, secondo la secolare tradizione degli ingressi solenni, i frati hanno
ricevuto poi il saluto del Custode, che li ha esortati a rinnovare ogni giorno e in ogni
circostanza la propria adesione di fede nel Risorto.
Dopo il pranzo presso Casa Nova, i frati, divisi in gruppi linguistici, sono tornati
al Santo Sepolcro per una visita guidata dai frati della Custodia di Terra Santa, poi
hanno partecipato con la gente alla Via Crucis lungo la Via Dolorosa, tra le strette
stradine della Città Vecchia.
In serata, i gruppi di lingua inglese e italiana si sono recati a Ain Karem, ospiti nel
locale convento francescano, mentre tutti gli altri (di lingua spagnola, portoghese,
francese e tedesca) sono stati ospitati a Gerusalemme nella Casa Maria Bambina, nei
pressi del convento di San Salvatore.
7 luglio
La giornata è iniziata all’alba con il canto della santa Messa di Risurrezione al
Santo Sepolcro. La solenne concelebrazione, presieduta dal Custode di Terra Santa
(segue il testo allegato B), ha introdotto i capitolari nella penultima sessione dei loro
lavori aprendo le prospettive di futuro. La relazione del Segretario generale per la
Formazione e gli Studi, fra Massimo Fusarelli, ha fornito alcune tracce per l’ultimo
lavoro nei gruppi, al fine di giungere ad alcune proposte concrete che verranno inserite
in una Lettera conclusiva, frutto di questa settimana eccezionale. Prima del pranzo,
è intervenuto in Capitolo il Vescovo coadiutore del Patriarca latino, S.E. Mons. Fuad
Twal, che ha reso partecipi i frati della situazione di sofferenza della popolazione
locale e del difficile cammino di ricerca della pace in Medio Oriente. Nel pomeriggio
i frati hanno incontrato il Custode di Terra Santa e il Vicario custodiale: essi hanno
presentato la realtà della Custodia, al servizio della Chiesa locale e mondiale, come
custode premurosa dei Luoghi Santi. Quindi sono state ascoltate le proposte avanzate
dai dodici gruppi linguistici e si è aperta una discussione assembleare. In serata, il
Capitolo si è spostato ad Ain Karem, presso la fraternità locale di postulato della
Custodia, nel luogo della casa di Zaccaria ed Elisabetta. Qui sono stati celebrati i
39
Vespri, presieduti dal Definitore generale, fra Miguel Vallecillo, ed è stata consumata
la cena all’aperto, cui ha fatto seguito una serata di festa, con scambio dei prodotti
tipici di ogni Nazione portati dai frati capitolari.
8 luglio
I frati capitolari hanno lasciato Gerusalemme e Ain Karem e si sono recati a
Betlemme, per concludere il Capitolo là dove la Parola si è manifestata nella nostra
carne. In mattinata, sono stati terminati i lavori, giungendo alla formulazione di un
Messaggio ai Ministri, ai Custodi e a tutti i frati, nel quale, ripercorrendo il cammino
preparatorio e le giornate di Capitolo, vengono espresse alcune difficoltà, auspicandone la soluzione, e manifestati alcuni desideri e proposte per migliorare la qualità
dell’identità e missione dei Frati Minori.
Dopo un fraterno confronto con il Definitorio generale, il Ministro ha presentato
le sue conclusioni.
Fra José R. Carballo ha espresso due convinzioni e due paure: la prima convinzione è che la vita è bella e non va vissuta con mediocrità, ma, allo stesso tempo, la
seconda è che la vita è anche difficile, richiede sacrificio e autodisciplina. Le paure
evidenziate, invece, sono, la prima quella delle strutture (fisiche, di vita e mentali)
e, la seconda, quella dell’imborghesimento e dell’accomodamento: il Ministro generale ha invitato i giovani frati a diventare creativi nella fedeltà, vino nuovo in otri
nuovi. Infine, ha indicato cinque attenzioni per il futuro: la qualità della vita fraterna,
l’incremento della comunicazione, il senso di appartenenza all’Ordine, il superamento della distanza tra formazione iniziale e formazione permanente, l’apertura ai
progetti missionari dell’Ordine.
Dopo il pranzo in Casa Nova e la visita guidata alla basilica della Natività, il Capitolo si è concluso con la solenne Eucaristia del Natale, celebrata nella chiesa di Santa
Caterina, durante la quale i frati hanno rinnovato la loro professione e hanno ricevuto
la Regola dalle mani del Ministro generale, che presiedeva la festosa celebrazione.
La cena all’aperto, negli spazi dell’Azione Cattolica di Betlemme, ha posto il sigillo su quest’esperienza di grazia, a laude di Cristo e del poverello Francesco. Amen!
Allegato A: Parole di benvenuto del Custode all’Ingresso al Santo Sepolcro
Carissimi pellegrini, benvenuti, ben arrivati. È come Custode di Terra Santa che
esprimo a voi il benvenuto della Custodia nella Basilica della Risurrezione, invitandovi vivere con fede questo rito di accoglienza che fa parte della nostra storia..
La Chiesa cattolica torna qui nel secolo XIV e - la Provvidenza volle che, accanto
ai fratelli delle Chiese orientali, per la cristianità occidentale fossero soprattutto i
figli di Francesco d’Assisi, santo della povertà, della mitezza e della pace, a interpretare in modo genuinamente evangelico il legittimo desiderio cristiano di custodire i luoghi in cui affondano le nostre radici spirituali (Giovanni Paolo II, Il pel40
legrinaggio ai luoghi della storia della salvezza, 4). Oggi, insieme a tutti i frati della
Custodia, sono lieto di ripetere questo rito di accoglienza per voi, giovani confratelli
e pellegrini.
L’antico rito prevedeva la lavanda dei piedi al Cenacolo, prima casa dei francescani in Gerusalemme. Esiste ancora e si usa il Giovedì santo, nella Messa in Cœna
Domini, il bacile che veniva usato per lavare i piedi ai pellegrini in una speciale cerimonia di benvenuto nella chiesa del convento di San Salvatore, dove i francescani
trovarono rifugio dopo la cacciata dal Cenacolo. Oggi come per gli antichi pellegrini,
abbiamo cantato il Te Deum nell’entrare in Basilica, e vi abbiamo aspersi con l’acqua
benedetta. Oggi, questo rito antico è per voi, che siete qui a ripetere parole e gesti
nella scia di un lungo corteo di pellegrini. Sentitevi parte di questo fiume ininterrotto: non i primi, non gli ultimi, ma liberi e gioiosi nel’appartenere senza alcuna distinzione, in assoluta semplicità, al popolo degli uomini che cercano Dio, che pongono
la loro gioia nel lasciarsi trovare da Dio e nell’obbedire alla sua voce.
Mio padre era un arameo errante: qui sta il senso primo e ultimo del nostro andare. Da Egeria, che ci descrive i Luoghi santi raggiunti dal suo andare alla ricerca
di Cristo, milioni di pellegrini sono giunti in questa Terra benedetta, ciascuno con la
propria speranza, cercando ciascuno di assomigliare sempre più a Cristo, pellegrino
sulla terra degli uomini verso il regno di Dio. Noi, che siamo stranieri alla terra e
dobbiamo tendere alla meta che è il cielo.
Pellegrini dai quattro angoli della terra, convenuti qui da almeno 50 paesi del
mondo, voi siete quanto mai rappresentativi di questa sete di incontro con Dio che
anima, a volte inconsapevolmente, l’uomo. Pellegrini da francescani, figli di un
padre che non da risparmiato a sè stesso passi e parole di pace, per raggiungere in
queste terre, il nemico e parlargli di Cristo, fratello universale. Francesco-alter Christus, in cammino tra il mondo e il cielo, ci richiama al dovere imprescindibile della
fraternità tra di noi e con tutti gli uomini, chiunque essi siano. Pellegrini da giovani
religiosi, siete invitati a rispondere in cuor vostro alle domande che questa Terra resa
santa dai passi del Signore, pone a ciascuno di voi. Ieri eravate sul Tabor. Oggi siete
qui, davanti ad una Tomba vuota. Ieri avete contemplato la bellezza di Dio, quella
bellezza che in un momento fugace e dolcissimo, ha reso facile il si alla chiamata
vocazionale. Oggi, scesi dal Tabor, siete entrati nella Basilica che racchiude, insieme
alla gloria della Risurrezione, il mistero della morte in croce di nostro Signore. Il nostro si deve ritrovare ogni giorno la bellezza del Tabor. Il credere la risurrezione deve
fare nuovo, bello, ogni istante della vostra/nostra vita. Senza questa bellezza che ci
ha fatti innamorare di Cristo e che trasfigura ogni nostra miseria e la miseria che ci
circonda, la nostra fede è monca, insufficiente a essere frati per sempre.
Siete arrivati qui, pellegrini, davanti ad una Tomba vuota: è dunque finito il vostro
andare?
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Un giovane, vestito di una veste bianca, ancora oggi vi ripete: Non temete. Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto. Non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano
sepolto. E subito aggiunge: Ora andate…
Ora - andate: il viaggio, l’essere pellegrini, l’andare, deve ricominciare da qui.
Tutto il nostro essere, come uomini, come religiosi, come fratelli tra fratelli, uomini
con gli uomini, ricomincia da qui. In questo vostro/nostro cammino che da qui riprende in obbedienza a quell’invito sta la verità della vita, del nostro essere in semplicità e verità ciò che Dio vuole che noi siamo.
Buon cammino a tutti.
Benvenuti, e buon cammino.
Allegato B: Sabato 7 luglio. Omelia alla Santa Messa davanti all’Edicola
Ogni mattina, a questa stessa ora, qui la comunità francescana della basilica celebra la Messa. Ogni mattina, qui, davanti alla Tomba vuota, viene proclamata la Risurrezione del Signore. Ogni mattina, qui, è Pasqua. Allo stesso tempo, ogni giorno è
Natale a Betlemme, e al Calvario ogni giorno è Venerdì santo. Ogni Luogo racchiude
e dispensa una grazia che ci fa toccare con mano la realtà storica di Gesù di Nazareth.
È il qui che adesso ci coinvolge.
Oggi, qui, il Signore ci invita a guardare ognuno e insieme, a ciò che crediamo:
Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea...
(1a Lettura)
E, attraverso le parole di Paolo, ci dice che la Risurrezione deve cambiare la nostra
vita: dobbiamo cercare e pensare alle cose di lassù, non a quelle della terra. (2a
Lettura)
Per essere capaci di questa presa di coscienza e di questo cambiamento, il Vangelo
ci ripete il racconto di quel mattino quando Pietro e Giovanni sono corsi qui e si
sono fermati lì, davanti a noi, vicino alla pietra rovesciata che avrebbe dovuto chiudere definitivamente il sepolcro del Signore. La loro corsa si ferma davanti a questa
Tomba vuota, muta testimone della Risurrezione. Tante vicissitudini storiche hanno
segnato questo Luogo che è oggetto di pellegrinaggio per un millennio e mezzo. È
qui, questa tomba, nello stesso posto dove si fermò la corsa di Pietro e Giovanni. Ed
è vuota. Perché Gesù è risorto, e la sua Risurrezione dà pienezza alla nostra gioia.
Vana sarebbe la nostra fede se si fermasse al Calvario e, anche se diamo per scontato che sia naturale accettare un evento gioioso, anche noi, come gli apostoli, a
volte facciamo fatica a convertire i nostri cuori a questa sconcertante novità: siamo
chiamati alla gioia.
Vivere nella gioia significa vivere da risorti, da salvati, liberi della libertà dei figli
di Dio. Quanta fatica facciamo a credere fino in fondo all’amore di Dio: un amore
personale, una salvezza personale - Cristo è risorto. Cristo è vivo, qui e adesso. Lo
stesso Gesù che ha patito la morte, che ha condiviso in modo così totale la sofferenza
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degli uomini da sentirsi egli stesso abbandonato da Dio, è risorto ed è con noi per
sempre. È nella nostra storia, nella storia di questa sua Terra che continua ad essere
così tormentata e violenta. È qui e ora per dirci che possiamo fare - se crediamo in
lui - le opere che lui ha fatto, e di più grandi!
Guardate a Francesco: che cosa non è stato capace di fare quest’uomo fragile e
piccolo dal momento in cui ha aperto il cuore alla fede nel Signore risorto. Gli storici ancora non sono d’accordo se Francesco sia mai venuto a visitare questo Luogo
Santo. Questo comunque ha poca importanza. Perché Francesco viveva di questo
mistero: ha ottenuto dal Signore la grazia di sentire nell’anima e nel corpo il dolore
che Gesù sostenne nell’ora della sua Passione e nel cuore quell’amore del quale era
acceso a sostenere volentieri tanta passione per noi peccatori (come si esprime la
terza considerazione sulle stimmate). Ha cioè rivissuto in sé il mistero del Golgota
(la Verna non è forse conosciuta come il Calvario francescano?). Ma ha anche sperimentato il mistero della resurrezione. La perfetta letizia, che amava cantare, cosa
è se non esperienza di resurrezione, coscienza della definitiva e assoluta vittoria di
Cristo sul male e sulla morte? Da dove traeva Francesco la forza per superare le
opposizioni e le malattie, se non dal mistero del sepolcro vuoto, dalla presenza del
Crocifisso Risorto nella sua vita?
Alle domande che il sepolcro vuoto crea nel nostro cuore, siamo chiamati a rispondere con il far tacere le cose e i pensieri del mondo, per aprirci a quel silenzio che
crea l’ambiente nel quale lo Spirito e la Parola agiscono.
Venite da tanti Paesi diversi, portate con voi la storia e le speranze di tanti popoli
diversi: alle loro attese siete chiamati a rispondere da persone che credono nella Risurrezione, che vivono la vita nuova per la quale Cristo ha patito la morte sulla croce.
Uomini di Dio per gli uomini incapaci di vederlo, per quelli che pongono la loro
fiducia negli uomini, per quelli che pongono la loro fiducia nelle cose. Essere uomini
del Risorto, del Dio-con-noi, capaci di dare senso, voce, anima ad un’umanità ferita,
significa credere che l’ultima parola di Dio è una parola di vita e di speranza.
Il messaggio del Vangelo di oggi ci dice che, per quanto importante e affascinante,
non dobbiamo fermarci al Santo Sepolcro, in una sorta di omaggio di pietà, ma di
qui partire. Il messaggio pasquale è innanzitutto un annuncio di gioia e di slancio,
guardare sempre al di là dell’orizzonte fino a scorgere i profili dell’alba.
«Andate a dire ai discepoli e a Pietro, ch’egli vi precede... »
Dove? Dappertutto. In Galilea e sul monte: nel Cenacolo e lungo la strada di Emmaus: sul mare e nei deserti, ovunque l’uomo pianta la sua tenda, spezza il suo pane,
costruisce le sue città, piangendo e cantando, sospirando e imprecando. «Egli vi
precede». Ecco la consegna della Pasqua e di questo Luogo: se alzandoci dalla mensa eucaristica avremo l’animo disposto a seguirlo ovunque, «ovunque lo vedremo,
com’egli ha detto» (Don P. Mazzolari).
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Ringraziamenti del Ministro Generale alla Custodia
Prot. MG 147/07
Roma, 17 luglio 2007
Fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa
St. Saviour’s Monastery
P.O.B.186
91001 Jerusalem - Israel
----------------------------------Carissimo fra Pierbattista, Custode,
il Signore ti dia Pace!
Di cuore desidero esprimerti il mio più sincero ringraziamento per quanto voi, Frati della Custodia di Terra Santa, avete fatto durante questi giorni, in cui si è svolto il
Capitolo delle Stuoie dei Frati under ten. La grande disponibilità dimostrata da tutti
nel venirci incontro nelle piccole e grandi necessità; la calorosa accoglienza dei Fratelli, che arrivavano da ogni parte del mondo; l’averci aperto tutte le porte, facendoci
sentire come a casa nostra; l’esservi messi al nostro completo servizio, sono stati
tutti gesti che, oltre ad aver ampiamente contribuito alla buona riuscita del Capitolo,
hanno testimoniato a tutti il vostro amore all’Ordine.
Pregandoti di estendere questo mio grazie a tutto il Discretorio della Custodia e al
Frati che, più o meno direttamente, sono stati coinvolti in questa celebrazione, invoco su tutti voi la benedizione del Serafico Padre.
fra José Rodriguez Carballo ofm
Ministro Generale
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Sorella Morte
Sig. Fayez Fahim
† Alessandria (Egitto) 2 luglio 2007
Riposi in Pace. Amen
Cari confratelli,
la Custodia di Terra Santa partecipa al lutto dei Confratelli fra Abdel Masih e fra
Samuele per la morte del loro padre, signor Fayez Fahim ed offre le sue preghiere
in suffragio del Defunto, chiedendo al Signore di accoglierlo, in attesa della risurrezione, fra i giusti che vivono alla sua presenza.
In ogni Casa della Custodia di Terra Santa ci si unisca nella preghiera e si celebri
una Santa Messa per il Defunto.
San Salvatore, 3 luglio 2007
fra Stephane Milovitch ofm
segretario di Terra Santa
Ricordando Am Fayez padre di Abuna Samuil e di Abuna Abdel Masih
Fayez Fahim el-Meshriki, secondo l’anagrafe. Per noi, Abu Samuil.
Non mi è difficile ricordarlo dopo tanti anni di silenzio; oggi che ho ricevuto la
notizia della sua scomparsa, la sua immagine ha ripreso il suo colore naturale, è ritornata nitida nella mia mente, come lo vidi quel primo settembre del 1973 e come lo
salutai quel fine ottobre 1977, quando lasciai definitivamente Kafr Dawar.
Oriundo della Munufia, nel Delta dell’Egitto, era fiero della sua terra, delle sue
origini. Munufi era il presidente di allora, Anwar el-Sadat. Munufi, il suo successore,
Hosni Mubarak. Abu Samuil lavorava come operaio in una fabbrica di tessitura e filanda di Kafr Dawar e andò in pensione prima del tempo a causa della vista. Abitava
nelle palazzine messe a disposizione dalla fabbrica. Una volta in pensione si trasferì
in una casa di Esbet Abuna Ghidio, vicino alla chiesa. Qui passava la sua giornata a
pregare.
Quando era giovane, mi raccontava, voleva farsi monaco, ma non l’accettarono a
causa della morte di suo padre. Non perse mai questo amore per la preghiera, per il
silenzio. Per lui la vita era una continua liturgia. Voleva imporre questo stile di vita
in famiglia, ma Um Samuil si oppose. Avevano già due figli in seminario: Samuil e
Abdel Masih. Bastavano questi per il Signore. Ci pensò fra Egidio a riportarlo nella
realtà. Un mattino che stava salmodiando in chiesa come al solito, il padre Egidio
con una voce potente lo ridesta dalle sue estasi. Abu Samuil non attese un’ulteriore
chiamata per capire che era la voce del Signore. Da tempo l’aspettava. Si alzò e si
presentò. Eccomi!
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Torniamo un attimo indietro per capire meglio l’ambiente della missione di Kafr
Dawar al tempo di Abu Samuil.
Gli anni settanta rappresentano l’espansione massima del movimento francescano
nel Basso Egitto, in auxilium coptorum. Emblema, punto di riferimento di questa
azione missionaria fu la missione di Kafr Dawar, con una scuola elementare di circa
2000 alunni, un asilo infantile con 800 bambini, un seminario minore con una ventina di ragazzi, un laboratorio, un dispensario, stazioni missionarie, colonie di vacanze
estive. Tutto questo frutto del genio di fra Egidio Sampieri ofm, di felice memoria,
in seguito Vicario Apostolico per i latini d’Egitto. Sfondo di questo paesaggio: Kafr
Dawar. Una cittadina agricolo-industriale a 23 Km da Alessandria, lungo il canale
Mahmudie. Qui fra Egidio chiamò Sbu Samuil a collaborare nel suo piano di lavoro
religioso e sociale. Un piano rivoluzionario, che prevedeva l’affidamento di queste
opere a persone laiche. Gli affidò la contabilità e l’amministrazione di tutta la missione: la casa, il seminario, le suore che dipendevano da noi; la manutenzione della
scuola e della casa. Ci preparava il programma per le visite alle famiglie, secondo
la zona e le stagioni (in inverno la maggior parte delle strade erano fango ed acqua,
ancora non erano illuminate). Raccoglieva notizie di chi moriva, e di sera si andava
a fare le condoglianze. Un sera ci condusse nel vicino villaggio di Sidi Ghazi per
dare le condoglianze alla famiglia di un deputato al Parlamento morto dopo aver
perso il seggio. La battaglia più grande per Abu Samuil fu la distribuzione degli aiuti
americani. Eravamo nell’immediato dopo guerra (1973) e la fame cominciava a farsi
sentire. Abu Samuil lavorava notte e giorno: documenti per sdoganare tonnellate di
farina, di olio, burgol. Formulari da riempire. Carte di smistamento degli aiuti. Lista
degli enti a cui inviare gli aiuti. Distribuzione ai nostri, che andava a finire sempre in
baruffe, grida, bastonate. Abu Samuil rimaneva impassibile dinnanzi a questo spettacolo e continuava a controllare i registri perché a ognuno fosse dato il dovuto. Poi
prese in mano la gestione delle case. Questo progetto consisteva nel costruire case
attorno alla chiesa per poi affidarle alle famiglie cristiane. Pagavano un affitto mensile fino a quando scontavano il prezzo della casa e questa diveniva loro proprietà.
Succedeva spesso che le persone non volevano pagare gli affitti; chiedevano prestiti
e non erano puntuali a saldare il debito. Abu Samuil con la sua calma e pazienza
riusciva a far rispettare gli impegni. Agli inizi, lo seguivo nel suo lavoro, lo accompagnavo quando c’era bisogno. Poi se la vide da solo. Non riuscivo a tenere il suo
ritmo di lavoro, che cominciava all’alba e terminava a notte fonda. Risolveva tutti i
problemi, piccoli e grandi. Un giorno andammo ad Antoniadis, un villaggio vicino
a Kafr Dawar, per dirimere una lite tra due famiglie. Siccome il villaggio faceva
parte della Fabbrica di tessitura, la polizia non ci voleva far passare. Forzammo il
posto di blocco. Per fortuna ci conoscevano. Per questo non ci spararono dietro. Ci
chiamò il Ma’mur e non ci mise dentro solo perché aveva i figli nella nostra scuola.
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Un giorno arrestarono l’asino di Am Fikry perché aveva una tosse contagiosa. Il
carrettiere venne a piangere dinnanzi all’ufficio di Abu Samuil. Questi mi chiamò e
corremmo subito al distretto di polizia (markaz). Diede mezza ghine al poliziotto di
turno. Questi portò l’imputato (l’asino) nell’ufficio del Ma’mur, il quale ordinò di
stracciare il verbale.
Spesso eravamo assenti da Kafr Dawar. Quasi tutta l’estate la passavamo al mare
di Abu Kir, dove avevamo colonie di vacanze ed accoglievamo gruppi e religiosi
dell’Alto Egitto. Abu Samuil rimaneva solo a dirigere la missione di Kafr Dawar.
L’ha fatto per tanti anni, con tanto amore, come fosse casa sua. Con tanto rispetto
e venerazione perché casa del Signore. Con tanta competenza. Con tanta saggezza.
Con tanta discrezione.
Abu Samuil servo saggio e fedele, ora sei chiamato a contemplare la gloria del
tuo Signore. Così avrebbe concluso il suo elogio funebre il tuo amico pastore protestante. Cose che ripeteva a ogni funerale, per ogni cristiano. Noi invece proviamo
a immaginare il salmo che recitavi o salmodiavi nei tuoi colloqui mattutini, nella
chiesa-teatro di Kafr Dawar. È forse questo?
Una cosa ti chiedo, Signore: abitare nella tua casa tutti i giorni della mia vita,
ammirare il tuo santuario, nascondermi nel segreto della tua dimora. E qui ti ha
trovato, al chiarore di una lampada accesa, il turibolo in una mano e nell’altra il libro
della vita.
fra Antonio Raimondo ofm
Fra Antonio (Giuseppe) Mastropierro ofm
Molfetta (Italia) 1º dicembre 1910
† Molfetta (Italia) 5 luglio 2007
Custodia di Terra Santa
Cari Confratelli,
Fra Antonio (Giuseppe M.) ci ha lasciato all’età di 97 anni, di cui 78 spesi al servizio di Dio e della Custodia di Terra Santa.
Molti di questi anni, gli scriveva tre anni fa il Padre Custode, Pierbattista Pizzaballa, in occasione del 75º anniversario della sua prima Professione, li hai trascorsi
soprattutto come Collettore di Terra Santa nel Commissariato Generale di Napoli.
Molti sacrifici e molto zelo, tutto per amore della Terra di Gesù e per sostenere le
opere caritative, culturali e sociali della Custodia di Terra Santa.
Ora, nell’incontro con sorella morte, alle parole augurali del Padre Custode, noi
aggiungiamo la nostra preghiera di ringraziamento al Signore e d’intercessione per
l’anima di fra Antonio.
Che il Signore gli doni quella pace cui ha anelato nei suoi lunghi giorni e gli doni
il premio del servo operoso e fedele.
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Fra Antonio aveva 97 anni di età, 78 di professione. Gli convengono in suffragio
l’applicazione di 3 sante Messe per ogni sacerdote. Gli altri religiosi partecipino a 3
sante Messe e facciano 3 Via Crucis. In ogni fraternità una santa Messa sia celebrata
in comune. Preghiamo di celebrare con sollecitudine detti suffragi, affinché il nostro
fratello sia ammesso presto alla presenza del Padre celeste, memori che ciò che avremo fatto agli altri, sarà fatto anche a noi.
San Salvatore, 4 luglio 2007.
fra Stephane Milovitch ofm
segretario di Terra Santa
Fra Costantino Ruggeri ofm, cantore della Bellezza
Andro BS (Italia) 16 ottobre 1925
Milano (Italia) 27 giugno 2007
L’arch. Luigi Leoni, collaboratore di fra Costantino Ruggeri, ci invia questo commosso ricordo di fra Costantino Ruggeri ofm al quale dobbiamo il progetto e la cura
della realizzazione della Cappella della Theotokos, a Betlemme.
Desidero con la voce di tutti i presenti e di tutti gli amici di Padre Costantino che
sono in comunione con noi, pur essendo assenti, ringraziare e rendere lode all’Altissimo per la vita di fra Costantino, francescano e artista. Egli ha saputo fondere insieme queste due vocazioni, come lui stesso ha bene espresso: Mi è toccata la grazia e
la gioia di aver identificato la mia fede nell’arte e la mia arte nella fede.
Di carattere forte, poliedrico, appassionato, vulcanico, capace di grandi slanci,
aveva in sé la tenacia instancabile nel lavoro, nello studio e nella ricerca e al tempo
stesso la dolcezza nel tessere legami di amicizia e di solidarietà tra gli uomini.
Amante del bello, del sublime, di tutto ciò che rende bella e buona la vita, amava
circondarsi di sempre nuovi stimoli, mai pago dei risultati raggiunti, sempre aperto a
cogliere tutta la ricchezza non ancora esplorata del sapere.
Noi tutti abbiamo potuto conoscere il suo calore umano, la comunicativa vivace,
la semplicità francescana.
Giunto a Pavia nel 1959 di lui ricordo i primi passi nel mondo dell’arte come
pittore. Nel suo saio pennellato di colori, lo osservavo nella sua cella nell’impeto di
spalmare le tele ed i cartoni dipingendo e componendo con i colori a olio in modo
vibrante e acceso.
Con lui vissi l’età d’oro delle ceramiche, per me come in un gioco infantile, e successivamente lo studio e la realizzazione dei nuovi oggetti di arredo sacro. Era l’alba
radiosa del rinnovamento liturgico.
Ricordo ora il cammino percorso e la gioia della scoperta di nuove forme in feconda sintonia tra la tradizione e l’arte contemporanea.
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Di fra Costantino si può veramente parlare come di un vero grande interprete della
riforma conciliare nel campo dell’arte.
Vennero poi gli anni nei quali si cimentò nell’arte vetraria e fu per fra Costantino e
per me, che gli ero accanto, una felice chiamata a vivere della luce e nella luce, segno
mirabile dello splendore di Dio. Fra Costantino era ormai pronto ad affrontare il problema degli spazi sacri e con impegno grande si applicò a studiare da vero maestro
la casa per il Signore e per gli uomini.
Con la luce sono intessuti tutti gli spazi sacri (lui amava chiamarli mistici), che
per decenni impegnarono mente e cuore di fra Costantino, diventato famoso per le
numerose chiese nuove progettate e realizzate, mostrando che è possibile creare ambienti capaci di accendere la speranza e la gioia della festa.
Penso alle esperienze vissute insieme in un interminabile susseguirsi di episodi che
raccontano meravigliosi ed inaspettati incontri con l’uomo, con comunità parrocchiali, con comunità religiose, con realtà esaltanti di comunione di fratelli nella fede.
Vado con il pensiero al cammino tracciato dal Signore per un’attività che di giorno
in giorno si è rivelata sempre più voluta dall’alto, in un disegno provvidenziale di
amore, proiettata in un articolarsi senza fine di realizzazioni guidate dallo Spirito, per
vivere di un mistero insondabile ma inesauribile nella sua ricchezza.
Ora posso dire di iniziare a comprendere come tutta la vita dell’uomo abbandonata
nelle mani del Signore diviene una fonte di acqua che zampilla.
Quanti episodi architettonici parlano con l’entusiasmo del suo cuore che ha creduto con caparbia e tenacia che attraverso gli spazi della luce si potesse comunicare la
gioia della vita!
Rivedo come in un bellissimo susseguirsi di immagini la prima chiesa dedicata
alla Madonna della gioia a Varese, la chiesa del Tabernacolo a Genova, le numerose
chiese in Basilicata ed il prodigio del nuovo Santuario della Madonna del Divino
Amore in Roma, per il quale furono dedicati dodici anni di fervente lavoro, in un
crescendo di avverarsi di promesse e di sogni sino alla celebrazione dell’anno santo
di fine millennio.
Penso ora soprattutto al sogno realizzato della nuova chiesa della Madonna della
Grotta del Latte inaugurata nel Natale scorso a Betlemme.
A coronamento di una vita consacrata alla celebrazione della gloria di Dio attraverso l’arte, nella quale molti lidi sono stati raggiunti, come in una nuova avventura
di evangelizzazione, dopo le entusiasmanti esperienze nell’Africa nera, in Burundi,
nelle missioni francescane, dopo aver toccato le terre dell’estremo oriente, le isole
del Giappone, dove San Francesco Saverio cinque secoli fa portò l’annuncio del
Vangelo, ecco aprirsi la dolce terra calpestata dai piedi del nostro Redentore. Quale
gioia nel luogo della nascita di Gesù pensare ad uno spazio che fosse culla e grembo
di Maria!
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Qui fra Costantino ha voluto esprimere con forza come uno spazio può parlare al
cuore dell’uomo contemporaneo con il linguaggio della bellezza e della purezza,
mettendolo in comunicazione con il trascendente, attraverso la contemplazione e la
fruizione di momenti di alta spiritualità.
Agli inizi degli anni novanta diede vita alla Fondazione Frate Sole che nel mondo
testimonia l’amore per lo studio e la realizzazione di spazi mistici, che promuovano
ed esaltino i valori dello spirito.
Altre mete sono aperte per un cuore che ha sognato instancabilmente e con passione. È ancora con noi Padre Costantino per incitarci a continuare a sognare un mondo
nuovo, dove regna l’armonia della creazione rinnovata dallo Spirito Santo, che chiama a volgere il nostro sguardo verso orizzonti di incomparabile bellezza.
Padre Costantino amava scrivere su fogli e su muri frasi e pensieri che toccano il
cuore dell’uomo. Si possono leggere nel suo studio di Canepanova detti e scritti tratti
dalla Bibbia, da pensatori e da uomini di cultura. C’è in particolare una trascrizione
di suo pugno di un’incomparabile pagina di Sant’Agostino: Se tu conoscessi il mistero del cielo dove ora vivo, questi orizzonti senza fine, questa luce che tutto investe
e penetra! Sono ormai assorbito nell’incontro con Dio, nella sua sconfinata bellezza.
Le cose di un tempo sono così piccole al confronto! Mi è rimasto l’amore di te, una
tenerezza dilatata che tu neppure immagini. Io ora vivo in una gioia purissima. Nelle
angustie del tempo tu pensa a questa casa ove un giorno saremo riuniti oltre la morte,
dissetati alla fonte inestinguibile della gioia e dell’amore infinito.
Padre Costantino, ti abbiamo voluto bene, ancora oggi ti vogliamo dire con gioia
tutti insieme: ti vogliamo bene. Ci hai insegnato l’amore per la bellezza e la verità,
ci hai donato tutto quello che il tuo cuore coglieva dello splendore del creato e dell’animo umano toccato dalla grazia, perché i nostri occhi si aprissero al prodigio del
grande cuore di Dio e sulla via della bellezza abbiamo imparato a lodare il Signore,
a cantare a Lui, a toccare il cielo, sognando atmosfere e spazi sempre nuovi, mondi
che il vento dello Spirito Santo ha portato a noi come primizia dei nuovi cieli e nuova
terra promessi per la nostra gioia senza fine.
Grazie Padre Costantino!
Condoglianze della Custodia
Prot. B-0323/07
Rev.mo Padre Provinciale
Fra Roberto Ferrari ofm
Milano
----------------------------50
Gerusalemme, 27 giugno 2007
Carissimo Padre,
Abbiamo appreso della morte di Padre Costantino Ruggeri e desideriamo esprimerle tutta la nostra fraterna vicinanza in questa circostanza che, se ci fa pensare a
quanta Luce l’abbia accolto e quanto si senta consolato dalla Bellezza che l’ha abbracciato, certo ci fa rimpiangere il confratello e il generoso amico che ha condiviso
con noi l’amore per Betlemme donandole un prezioso frutto della sua fantasia e del
suo ingegno.
Ricordiamo con quanta fatica fra Costantino volle comunque venire in Terra Santa
nel dicembre scorso per l’inaugurazione della cappella della Theotokos, presso la
Grotta del Latte. E il ringraziamento affettuoso che gli rivolse l’assemblea riunita
per la Messa di inaugurazione, quando fu spiegata la sua assenza per motivi di salute. Dall’inizio dei lavori, e ancora più adesso con l’apertura della cappella, il suo
nome viene ricordato a fedeli e pellegrini. La funzionalità, l’armonia e la semplicità
della struttura, esaltate dalla luce e dai colori delle vetrate, sono qui a insegnare la
preghiera, la bellezza, la contemplazione. E a celebrare l’amicizia e il bene che fra
Costantino ci vuole, per sempre.
All’inizio del prossimo mese, arriveranno le Suore ad abitare il piccolo monastero
attiguo alla cappella e inizieranno il loro ministero della preghiera e dell’adorazione
perpetua: la cappella prenderà vita e verrà assicurato ai pellegrini il richiamo costante e concreto alla beatitudine del cielo che fra Costantino ha raggiunto. Certo sarà
felice di veder abitato questo Luogo che lui ha saputo inondare di colore e di luce.
Sempre riconoscenti per aver facilitato e contribuito all’impegno di fra Costantino,
nel comune amore verso la Terra Santa e verso Betlemme in particolare, esprimiamo
a Lei e a tutti voi la nostra vicinanza e il nostro affetto.
Uniti nella preghiera e nella beata speranza del Cristo risorto.
fra Artemio Vitores ofm
Vicario custodiale
fra Stephane Milovitch ofm
segretario di Terra Santa
Fra Marcello Boscolo ofm
Sottomarina di Chioggia (Italia) 2 febbraio 1935
† Treviso (Italia) 10 luglio 2007
Provincia Veneta di Sant’Antonio di Padova (Italia)
Cari confratelli,
ci giunge la notizia della morte del nostro confratello fra Marcello Boscolo ofm,
avvenuta il giorno 10 luglio 2007 a Treviso. Fra Carlo aveva 72 anni di età e 51 anni
di professione.
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Pur non essendo mai stato formalmente al servizio della Custodia egli ha esercitato
per lunghi anni il prezioso servizio di Collettore di Terra Santa.
Chiediamo al Signore di accoglierlo, in attesa della risurrezione, fra i giusti che vivono alla sua presenza. In segno di doverosa gratitudine per il servizio che ha svolto,
in ogni casa della Custodia di Terra Santa ci si unisca in preghiera e si celebri una
Santa Messa per il Defunto.
San Salvatore, 18 agosto 2007
fra Carlo Serri ofm
pro-Segretario di Terra Santa
Sig. Felix Ison
† Manilla (Filippine) 16 luglio 2007
Riposi in Pace. Amen
Cari confratelli,
la Custodia di Terra Santa partecipa al lutto del Confratello fra Angelo Ison per
la morte di suo padre, signor Felix Ison ed offre le sue preghiere in suffragio del
Defunto, chiedendo al Signore di accoglierlo, in attesa della risurrezione, fra i giusti
che vivono alla sua presenza.
In ogni Casa della Custodia di Terra Santa ci si unisca nella preghiera e si celebri
una Santa Messa per il Defunto.
San Salvatore, 16 luglio 2007
fra Stephane Milovitch ofm
segretario di Terra Santa
Sig. Juan Armijos
† In Patria (Ecuador) 31 luglio 2007
Riposi in Pace. Amen
Cari confratelli,
la Custodia di Terra Santa partecipa al lutto del Confratello fra Jorje Armijos per la
morte di suo padre, signor Juan Armijos ed offre le sue preghiere in suffragio del
Defunto, chiedendo al Signore di accoglierlo, in attesa della risurrezione, fra i giusti
che vivono alla sua presenza.
In ogni Casa della Custodia di Terra Santa ci si unisca nella preghiera e si celebri
una Santa Messa per il Defunto.
San Salvatore, 10 agosto 2007
52
Fra Didier Mouque ofm
Hazebrouck (Francia), 26 gennaio 1926
Parigi, 8 ottobre 2007
Le 8 octobre dernier, le franciscain Didier Mouque ofm, animateur culturel et spirituel de tant de croisières sur la Méditerranée avec escales en Terre Sainte, a levé
l’ancre pour le périple dont on ne revient pas. Il avait 81 ans, 60 de vie franciscaine
et 59 de presbytérat. Chanteur et auteur de chants religieux, qui a joui d’une belle notoriété, le frère Didier, avec son dynamisme et son enjouement, avait tous les atouts
qui font la joie des pèlerins de Terre Sainte. En 1975, il publie un guide spirituel pour
les pèlerins, qui fut réédité e 1990. Sa connaissance de l’histoire du Salut en faisait
un guide tout à fait sûr sur les chemins de la géographie du Salut, et cela durant une
quarantaine d’années. Il avait rêvé de s’installer au pays de Jésus pour y mieux vivre
l’aventure évangélique. Mais ses engagements l’auront retenu en terre de France.
Partout où il est passé cependant, sa fibre franciscaine lui a permis de diffuser la joie
tout autour. Le Seigneur aura maintenant changé sa joie en béatitude.
fra Paul Sylvestre ofm
Signora Bernadette Smith
Washington (USA), 12 ottobre 2007
Riposi in Pace. Amen
Cari confratelli,
la Custodia di Terra Santa partecipa al lutto del Confratello fra Jacob-Matthew per
la morte della propria madre, signora Bernadette Smith, ed offre le sue preghiere in
suffragio della Defunta, chiedendo al Signore di accoglierla, in attesa della risurrezione, fra i giusti che vivono alla sua presenza.
In ogni Casa della Custodia di Terra Santa ci si unisca nella preghiera e si celebri
una Santa Messa per la Defunta.
San Salvatore, 13 ottobre 2007.
fra Stephane Milovitch ofm
segretario di Terra Santa
53
Suore Clarisse
Il 28 settembre, all’ospedale di San Giuseppe in Gerusalemme è deceduta suor
Marie Josèphe (Marie Josèphe Molin), e il 30 ottobre, nella casa di riposo di Abou
Dis è deceduta Suor Marie de Jésus (Geneviève Marie De Dion).
Due sorelle Clarisse hanno così terminato il loro cammino terreno e posseggono
ora quella pienezza di vita che ha sostenuto e guidato la loro preghiera per l’umanità,
per la Chiesa, per tutti i francescani e la Custodia in particolare. Hanno incontrato
il loro Sposo e Signore, la gioia perfetta e la beatitudine eterna, a coronamento di
una lunga vita di preghiera, di sacrificio, di abbandono fiducioso alla volontà di Dio
nell’obbedienza alla regola di vita di santa Chiara. La nostra preghiera sia di partecipazione alla mestizia delle sorelle che vivono questo distacco nella speranza della
Risurrezione, e di suffragio per le loro anime.
Fra Rafael Montoya García ofm
Ziritzícuaro - Michoacán (Messico) 13 agosto 1929
† Città del Messico (Messico) 29 ottobre 2007
Provincia del Santo Vangelo (Messico)
Cari Confratelli,
Dal Ministro Provinciale della Provincia del Santo Vangelo in Messico, ci giunge
la notizia della morte in un tragico incidente automobilistico, di fra Rafel, al secolo
Rito.
Fra Rafael era stato nominato per un triennio Commissario di Terra Santa dalla sua
Provincia per il Grande Giubileo del 2000, da ottobre 1999 fino ad ottobre 2002.
La Custodia di Terra Santa è grata a questo nostro confratello per il lavoro che ha
svolto con dedizione e generosità per il bene dei Luoghi Santi e per le necessità delle
comunità cristiane che qui vivono, e vuole esprimere nella preghiera di suffragio
anche la propria vicinanza alla Provincia messicana.
Fra Rafael aveva 78 anni di età, 54 di professione, 48 di sacerdozio, 3 di servizio.
Gli convengono in suffragio l’applicazione di una santa messa per ogni sacerdote.
Gli altri religiosi partecipino a una santa messa e facciano una Via Crucis. In ogni
fraternità una santa messa sia celebrata in comune. Preghiamo di celebrare con sollecitudine detti suffragi, affinché il nostro fratello sia ammesso presto alla presenza del
Padre celeste, memori che ciò che avremo fatto agli altri, sarà fatto anche a noi.
San Salvatore, 31 ottobre 2007
fra Stephane Milovitch ofm
segretario di Terra Santa
54
Fra Angelo (Katsumi) Haruyama ofm
Ashikaga (Giappone) 10 giugno 1936
† Tokyo (Giappone) 30 novembre 2007
Provincia dei Santi Martiri Giapponesi (Giappone)
Cari Confratelli,
Fra Angelo del Santo Sepolcro è morto. La notizia fa il giro veloce: lo conoscevamo tutti, il frate giapponese che era di servizio in Basilica. Un cancro scoperto nel
corso di esami medici era purtroppo già troppo esteso. E se la notizia è stata quasi
inattesa per i confratelli della sua Provincia a Saitama City dove si trovava, lo è
molto più per noi, informati meno di un mese fa circa il suo ricovero ospedaliero che
faceva sì trasparire qualche problema, ma certo nulla di tanto grave.
Giunto in Terra Santa per un anno sabbatico, fra Angelo comincia il proprio servizio in Custodia il 1º giugno del 1997 nella fraternità della Basilica della Risurrezione.
Dieci anni passati nel cuore del cuore di Gerusalemme sono un traguardo eccezionale: richiedono un sacrificio e una disciplina costanti e severi, e soprattutto di tener
fissa la mente al pensiero alto del Luogo in cui ci si trova, al perché e al per Chi si
obbedisce a giorni e notti che hanno un ritmo loro proprio. Ma fra Angelo questa vita
l’aveva abbracciata con profonda convinzione e la sua richiesta di trasformare l’anno sabbatico in servizio continuerà poi allo scadere di ogni periodo, nella richiesta
di permesso di fare missione in Terra Santa per ancora tre anni. L’ultimo Capitolo
custodiale lo aveva poi destinato a Betfage: dopo dieci anni di servizio e di preghiera fra le pietre che ci testimoniano la morte in Croce e la gloriosa risurrezione del
Signore, sarebbe andato là dove era cominciata l’entrata gloriosa in Gerusalemme,
il ricordo per sempre di una giornata solare e gioiosa. In verità per lui non era stato
immediato cogliere questo aspetto dell’obbedienza. Le vacanze in patria potevano
diventare un tempo provvidenziale per prepararsi con serenità al trasferimento, se
non fosse che il riacutizzarsi di alcuni disturbi fisici di cui soffriva da un po’ di tempo
hanno poi richiesto il ricovero per un controllo più approfondito. Dall’ospedale ha
un’unica preoccupazione: non potrà rientrare nei termini previsti dall’obbedienza. Il
14 novembre scorso lo si rassicura: non pensi ad altro che a ricuperare la salute e
ad attendere con fiducia il risultato degli esami. Ti aspettiamo a Gerusalemme gli
scrive il Custode.
Il suo Provinciale, fra Paul Jun Hasegawa, nell’annunciarne la morte ci scrive: Fra
Angelo era tanto dedito al suo servizio presso di voi, che nonostante la malattia ha
espresso il desiderio di poter stare meglio e di riprendere il suo apostolato in Terra
Santa. Ma il buon Dio aveva altri piani e una Terra più santa lo aspettava: sono
sicuro che il suo cuore e le sue preghiere sono con voi soprattutto in questi tempi
difficili.
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Buon fotografo, attento a cogliere attimi di stupore, quante volte ha guardato con
meraviglia i raggi di luce che dalla cupola della Basilica entrano a illuminare l’Edicola! Ci è facile allora immaginare fra Angelo venire da Betfage, con la sua macchina fotografica a tracolla, verso Gerusalemme per salire al Calvario di questi suoi
ultimi giorni e vederlo, senza più affanno ne dolore, abbracciare il Signore risorto in
un oceano di luce.
Fra Angelo aveva 71 anni di età, 46 di professione, 39 di sacerdozio e 10 di servizio. Gli convengono in suffragio l’applicazione di 3 sante messe per ogni sacerdote.
Gli altri religiosi partecipino a 3 sante messe e facciano 3 Via Crucis. In ogni fraternità una santa messa sia celebrata in comune. Preghiamo di celebrare con sollecitudine questi suffragi, perché il nostro fratello sia ammesso presto alla presenza del
Padre celeste, memori che ciò che avremo fatto agli altri, sarà fatto anche a noi.
San Salvatore, 3 dicembre 2007
fra Stephane Milovitch ofm
segretario di Terra Santa
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Cronaca custodiale
Inaugurazione del Museo di Tayibat al Imam - Hamah
5 Luglio. Una giornata importante, a coronamento di anni di interessamento e di
studio, per le antichità cristiane di Siria da parte di un gruppetto di Francescani della
Custodia di Terra Santa che opera anche in questo paese medio orientale al servizio
della minoranza cristiana cattolica di rito latino. Padre Pasquale Castellana, fra
Ignazio Peña e fra Romualdo Fernandez, archeologi per passione, parroci di professione, per più di trenta anni hanno dedicato le giornate lasciate loro libere dall’impegno pastorale a percorrere il massiccio calcareo della Siria Settentrionale per
documentare la presenza una volta fiorente della comunità cristiana. Di questa dedizione sono testimoni le numerose pubblicazioni in gran parte edite dalle Edizioni
della Custodia di Terra Santa che si sono susseguite negli anni, a partire dal volume
più famoso dedicato agli Stiliti Siriani del 1975.
Giovedì 5 luglio in una giornata assolata ma arieggiata il Ministro della Cultura
del governo siriano, accompagnato dal governatore della vicina città di Hamah e
dal Direttore Generale delle Antichità, ha inaugurato il nuovo museo di Tayibat alImam, un villaggio agricolo a 15 km a nord della città, costruito a protezione dello
splendido mosaico della chiesa dei Santi Martiri dal gruppo di archeologi, architetti
e restauratori che fa capo al Franciscan Archaeological Institute del Monte Nebo
in Giordania. La presenza nella regione dei Confratelli parroci-archeologi ha reso
possibile un’impresa altrimenti quasi impensabile.
Alla cerimonia, diventata festa per la popolazione di Tayibah accorsa numerosa,
erano presenti un po’ tutti i Francescani di Siria guidati da Mons. Giuseppe Nazzaro vescovo francescano della comunità latina. C’erano anche due del gruppetto dei
veterani, padre Pasquale e padre Romualdo giunti da Aleppo e da Damasco con fra
Georges Abou-Khazen guardiano di Aleppo e padre Rami Petraki. Dalle missioni
dell’Alta Siria al confine con la Turchia erano venuti fra Hanna Jallouf parroco di
Qnayeh e padre Bassam Zaza, parroco di Yaqoubieh. Dal Libano era giunto fra Giuseppe Incelli in rappresentanza dei frati del Libano.
Un progetto chiesto a fra Michele Piccirillo dall’allora direttore delle antichità di
Hama, il signor Abd Razzaq Zaqzuq che venti anni fa aveva riportato alla luce il mosaico scoperto tra i campi dalla pala di un bulldozer. Si erano incontrati per caso in
una sala dell’Università La Sapienza di Roma, entrambi invitati a presentare le loro
scoperte effettuate nello stesso anno e rivoluzionarie per quanto riguarda l’arte del
mosaico: il pavimento della chiesa di Santo Stefano a Umm al-Rasas in Giordania
dell’VIII secolo e quello della chiesa dei Santi Martiri di Tayibah del IV secolo, con
un programma iconografico comune basato sulle rappresentazioni di chiese e di città,
anche se divise da tre secoli di storia.
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Un motivo architettonico comune ad altre chiese di Arabia e di Siria che la rappresentazione del Paradiso con le due città di Gerusalemme e di Betlemme nella
scena centrale del mosaico di Tayibah, invita a inserire in un contesto iconografico
apocalittico che rimanda al mondo rinnovato da Cristo che nel mosaico di Tayibah
è raffigurato simbolicamente come l’agnello lampada che illumina il nuovo mondo
dei redenti.
La copertura dell’ampia area occupata dal mosaico di 30 metri x 22 metri, purtroppo mancante, del presbiterio distrutto dalla pala del bulldozer, è stata progettata dall’Arch. Alessandro Ferrari dell’Università di Milano, anche lui presente alla
cerimonia. La realizzazione dell’ambizioso progetto di restauro e conservazione è
stata possibile grazie all’attiva collaborazione di fra Hanna Jallouf, che ne ha seguito la costruzione affidata ad un gruppo di ingegneri del vicino villaggio cristiano
di Mehardeh, e all’intervento sempre fraterno e vigile di fra Romualdo Fernandez
presso le Autorità di Damasco. Il restauro e primo consolidamento del mosaico è
stato eseguito dai ragazzi siriani, palestinesi e giordani sotto la guida del mosaicista
restauratore Franco Sciorilli del gruppo del Nebo aiutato da Muhammad Barghouti, uno dei primi studenti della Scuola di Madaba, nell’ambito del progetto annuale
Bilad esh-Sham per la formazione al restauro del mosaico antico diretto dall’Arch.
Osama Hamdan e da Carla Benelli.
Gli abitanti di Tayibat al-Imam (che nel nome del loro villaggio ricordano l’atteggiamento rispettoso di tanti secoli prima dimostrato dai loro antenati verso la testa
umiliata dell’Imam Hussein nipote del Profeta Maometto, sconfitto e decapitato a
Karbala in Iraq in transito per Damasco), hanno avuto modo di vedere da vicino
per la prima volta l’abbigliamento solenne di un vescovo cattolico latino e il saio
marrone dei Francescani a loro noti solo dal nome di Frati della Corda. Francescani ricordati nella targa in marmo che sulla porta in inglese e in arabo ricorda
come il nuovo museo sia stato costruito a protezione del mosaico del 442 d.C. dal
Franciscan Archaeological Institute per il Ministro della Cultura e dei Musei della
Repubblica Araba di Siria, con un fondo messo a disposizione dal Ministero degli
Esteri d’Italia.
fra Michele Piccirillo ofm
Festa degli otto martiri francescani di Bab-Touma
Come ogni anno abbiamo celebrato il ricordo del martirio, nel 1860, dei nostri frati
francescani. La festa ha avuto due diversi momenti: martedì 10 luglio e la domenica
seguente, il 15 luglio per favorire la partecipazione dei fedeli alla Messa, al termine
della quale abbiamo recitato la preghiera ai Martiri e si è impartita la benedizione
con la reliquia. Hanno concelebrato fra Romualdo, fra Atef e fra Fawwaz, mentre la
corale si è fatta onore eseguendo dei mottetti in arabo ed in latino appropriati alla
festa.
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Durante l’offertorio sono stati presentati doni simbolici, ricordiamo in modo particolare il dizionario spagnolo-arabo scritto da fra Bernardino González (1665-1735)
su quale è stato recentemente edito uno studio fatto da un nostro frate spagnolo
Ramón Lourido Díaz (Madrid 2005). Fra Bernardino passò circa 10 anni a Damasco
perfezionando la conoscenza della lingua araba, e lavorando al dizionario che aveva
composto in precedenza.
Nell’omelia ho ricordato i sacrifici e le fatiche dei frati francescani di Terra Santa,
ed in particolare l’eroico comportamento di questi nostri confratelli martiri di Damasco.
Durante la settimana, dal 10 al 15 luglio, i nostri gruppi di catechismo, Scout, Gifra e Araldini, hanno sostato in chiesa per pregare davanti all’altare dei martiri. Gli
educatori hanno spiegando loro il servizio che essi rendevano alla popolazione del
quartiere: servizio pastorale, scuola ed insegnamento della lingua araba (vietata al
tempo dei Turchi) e il loro estremo sacrificio. I giovani sono rimasti commossi. Ci
auguriamo che il ricordo dei martiri li aiuti a perseverare nella loro fede ed a testimoniarla con l’esempio della vita.
fra Giuseppe Costantin ofm
già guardiano di Bab Touma
Il Ministro generale dei Francescani ha presieduto la Messa
della Dedicazione del Santo Sepolcro
15 luglio. È fra Josè R. Carballo, Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori
che ha presieduto quest’anno la Messa della dedicazione della Basilica del Santo
Sepolcro.
A Gerusalemme in occasione del Capitolo Under Ten, che ha riunito circa 200
rappresentanti dei frati con meno di 10 anni di professione solenne convenuti dal
mondo intero, fra Josè R. Caballo ha prolungato il proprio soggiorno in Terra Santa
e insieme al suo Definitorio generale ha fatto gli Esercizi spirituali itineranti.
La Messa della Dedicazione della Basilica del Santo Sepolcro ha concluso il suo
soggiorno o piuttosto l’ha aperto alla sua missione in Galilea.
Ricordiamo che l’Ordine dei Frati Minori ha iniziato, dal 2006, un ciclo di tre anni
di giubileo in onore della propria fondazione, da San Francesco nel 1229. È durante
la vita del Poverello d’Assisi che i Frati Minori sono venuti per la prima volta in
Terra Santa, e è dal 1342 che la Chiesa li ha costituiti custodi dei Luoghi Santi, tra i
quali la Basilica della Risurrezione costituisce il gioiello.
Nella sua omelia, fra Josè R. Carballo ha fatto il collegamento tra la dedicazione
d’una chiesa e l’iniziazione cristiana. Al di là della santità del Luogo, è l’assemblea
che lo frequenta che la fa. Riferendosi a Sant’Agostino ha aggiunto: La dedicazione
della casa di preghiera è la festa della nostra comunità. Siamo noi stessi casa di Dio
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o, come dice l’apostolo Pietro, siamo pietre vive, nella misura in cui ci stringiamo
a Cristo pietra angolare. Davanti alla Tomba vuota siamo chiamati a riaffermare
la nostra condizione di pietre vive per la costruzione del tempio spirituale che è la
Chiesa. Soltanto in questo modo potremo proclamare con la nostra vita e con le nostre parole che Cristo vivo non è qui, è risorto e vi precede in Galilea.
Numerosi frati hanno fatto corona al Ministro generale tra cui il Vicario dell’Ordine, fra Francesco Bravi, e il Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, con
numerosi frati sacerdoti e non sacerdoti. L’assemblea dei fedeli era più ristretta data
l’ora mattutina, le 6.30. Al termine della celebrazione i frati sono stati accolti nel
refettorio della comunità del Santo Sepolcro per la colazione.
MAB
Fra Anselmo Paparella festeggia i cinquant’anni di vita
religiosa di cui 35 in Egitto come Custode dei cimiteri latini
del Cairo e d’Alessandria
17 luglio. In occasione dei suoi cinquant’anni di vita religiosa, la comunità francescana di San Giuseppe ha celebrato una Messa di ringraziamento, presieduta dal
Padre Custode di Terra Santa. Nella sua omelia, il Custode ha ricordato il grande
Francescano San Bonaventura, il quale è stato Generale dell’Ordine, Vescovo e Cardinale. Fra Anselmo al contrario non ha avuto nessuno di questi titoli, ma per buona
parte della sua vita è vissuto nell’obbedienza che lo ha destinato alla responsabilità
dei cimiteri latini di Terra Santa del Cairo e d’Alessandria. A nome della Custodia
di Terra Santa il Reverendissimo lo ha ringraziato per quest’opera di misericordia
corporale (seppellire i morti).
Per l’occasione, fra Anselmo non ha voluto fare nessun invito particolare, solo
qualche stretto amico, come Fayez e consorte, Yusseph Suleiman e la sorella Aida.
Non ha voluto una Messa cantata o altre manifestazioni esterne, memore della realtà
in cui vive ogni giorno come custode del cimitero: tutto è vanità.
fra Raimondo Antonio ofm
Trasfigurazione sul Monte Tabor
6 agosto. Per il quinto anno consecutivo, una cinquantina di persone del gruppo
Spirito e Potenza che si ritrovano nel nostro convento -Arcangelo Gabriele- sono
partiti a mezzanotte da Mujeidel verso il Monte Tabor, attraversando i due villaggi
Iksal e Dabbourieh e raggiungendo il santuario verso le quattro del mattino.
Il superiore del Luogo e il confratello sacrestano ci hanno accolto alla porta della
basilica come gli altri anni. Il gruppo è entrato cantando, lodando e ringraziando il
Signore rompendo così il silenzio dell’alba e annunciando la gloria della Trasfigurazione del Signore avvenuta in questo Luogo sacro alla presenza dei tre apostoli e dei
profeti Mosé ed Elia.
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Alle cinque, si sono aggiunti un’ottantina di fedeli venuti in macchina. La Santa
Messa è iniziata con un grande applauso per complimentarsi a vicenda, marciatori e
nuovi arrivati.
Si è conclusa la celebrazione verso le sei con canti di giubilo, di vittoria ed applausi fino alla piazza del convento, dove ci hanno incontrato la televisione brasiliana
Canção nova che ci ha intervistato sulla celebrazione. A conclusione della mattina,
tutti i partecipanti si sono abbracciati con grande gioia!
Grazie Signore per questa nuova sua Trasfigurazione in mezzo a noi anche oggi!
fra Jack Karam ofm
Grande festa a Harissa:
Mario Hadishiti
ordinazione sacerdotale di fra
24 agosto. Grande giorno per il nostro convento di Harissa: fra Mario Hadischiti,
viene ordinato sacerdote dal vescovo maronita Antoine Nabil Andari, che già gli
aveva conferito - secondo il rito maronita - il suddiaconato e il diaconato.
L’altare per la celebrazione era stato preparato sul piazzale sottostante la Chiesa,
dove si è atteso il tramonto del sole per evitare il caldo eccessivo! Télé lumière e La
voix de la charité hanno effettuato le riprese, ed è stato il direttore di quest’ultima,
Abuna Omar, a fare da presentatore e a commentare la cerimonia. Insieme al vescovo
latino Paul Dahdah, c’erano i frati dalla Siria: fra Georges Abou Khazen e fra Rami
Petraki da Aleppo; fra Romualdo dal memoriale San Paolo a Damasco e fra Edoardo da Salhieh (Damasco). Fra Maroun arrivava da Nazareth e fra Najib Ibrahim era
qui per le vacanze presso la famiglia. Io, fra Joseph Costantin, ex parroco di Bab
Touma (Damasco), ero giunto giovedì 23 agosto insieme a fra Romualdo.
È stata una bella celebrazione, animata dalla corale della parrocchia di Daroun, insieme a tanti fedeli stretti attorno ai familiari e ai molti amici di fra Mario, giunti sia
dal suo villaggio, Deir el Ahmar, sia da Harissa. Un amico artista aveva provveduto
un’elegante decorazione.
Erano presenti anche molti sacerdoti: cappuccini, conventuali, preti del clero maronita, dei greci cattolici dell’università dei Paolisti, dove fra Mario ha compiuto i
suoi studi di teologia.
La celebrazione è durata quasi due ore e mezzo. Vi sono stati dei momenti di intensa commozione, soprattutto quando il neo sacerdote con il calice tenuto sulla testa,
ha fatto il giro dell’assemblea. Il conferimento dell’ordine sacerdotale, secondo il
rito maronita, viene compiuto alla fine della Messa, contrariamente al rito latino
dove l’ordinazione avviene prima e dopo il neo ordinato celebra la Messa con il
vescovo. Anche il ricordo della mamma di fra Mario, deceduta da pochi anni, ha
commosso tutti.
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Naturalmente durante la celebrazione abbiamo ricordato e pregato per la Custodia
di Terra Santa, ed in particolare per il Custode, fra Pierbattista Pizzaballa.
Nel rito maronita è previsto che il candidato al sacerdozio presenti al vescovo il
suo progetto di vita: fra Mario ha espresso il desiderio e chiesto di pregare per mettersi generosamente a servizio del popolo di Dio per offrirgli la grazia della salvezza
ottenutaci dal Cristo. E ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito in un modo
o nell’altro a raggiungere questo traguardo, in particolare per la Custodia e per il
Custode.
Dopo l’ordinazione sono state lette alcune poesie di un gruppo di amici di Santa
Rita mentre i bambini hanno fatto volare delle colombe, come già era stato fatto per
la festa di Sant’Antonio.
Tutti sono poi stati invitati a proseguire la festa e a fare gli auguri a fra Mario partecipando al rinfresco nel cortile sottostante.
Dopo aver salutato ed essersi complimentati con il nuovo sacerdote, i nostri frati
senza attardarsi sono partiti ognuno per la propria destinazione, lieti di aver celebrato
e pregato insieme a tutti i numerosi convenuti, chiedendo al Signore copiose grazie
e benedizioni per il neo sacerdote fra Mario.
fra Joseph Costantin ofm
Guardiano di Beirut
Professioni temporanee a Betlemme
17 settembre. Nel giorno della Festa delle Stimmate di San Francesco d’Assisi
numerosi frati francescani hanno attorniato il Custode, fra Pierbattista Pizzaballa,
che ha ricevuto i voti di cinque nuovi frati.
Fra Sergio Galdi (Italia), fra Ziad Assaf, fra Jihad Krayem, fra William Makary
(tutti e tre del Libano) e fra Ariel Dubé (Argentina) sono entrati nel noviziato l’anno
scorso, dopo la loro vestizione sul Monte Nebo.
Dopo un anno di noviziato, passato a Betlemme, si sono impegnati verso il Signore, nel seno della comunità francescana, nella chiesa di Santa Caterina, che fiancheggia la Basilica della Natività. Una chiesa gremita non solo dalla presenza dei frati,
ma anche da numerosi parrocchiani di Betlemme che circondavano i loro novizi
con la loro preghiera affettuosa, da alcuni membri delle loro famiglie e da numerosi
religiosi e religiose dei dintorni.
Questo impegno è stato assunto per un anno, e da ora i frati sono diventati professi.
In seguito, per un periodo di almeno tre anni, rinnoveranno lo stesso impegno, fino
alla professione solenne.
Il Padre Custode, nella sua omelia, ha ricordato ai frati che essi stavano compiendo
un atto di consapevole e libera adesione a Cristo Crocifisso, con l’impegno forte
di vivere il Vangelo alla maniera di san Francesco, formulando i voti di povertà,
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castità ed obbedienza per essere testimoni di amore, strumenti di pace, costruttori
di incontro, di dialogo e di riconciliazione, custodi della speranza cristiana nella
Terra Santa di Gesù. Riferendosi alle stimmate che san Francesco portava nella sua
carne ha aggiunto: Dovremo vivere le stimmate della contraddizione umana, delle
povertà di ogni tipo, del dolore innocente, del dubbio della fede, della fatica di una
testimonianza spesso contrastata, ignorata o ridicolizzata.
Poi il Custode ha ricevuto i loro voti, dicendo: da parte del Signore, se la osserverai (la professione), ti prometto la vita eterna. E consegnando loro la Regola di san
Francesco, ha aggiunto: osservandola, possa giungere alla perfetta carità.
La celebrazione, molto bella nella sua sobrietà, è stata caratterizzata dallo spirito
di una grande gioia fraterna. Una gioia che si è prolungata con tutta l’assemblea durante un rinfresco offerto nel convento di Betlemme.
I giovani professi proseguiranno il loro ciclo di studi nel convento di San Salvatore
a Gerusalemme. I tre frati libanesi hanno già ultimato i loro studi filosofici (nella loro
lingua materna) nel convento di Harissa in Libano dove hanno compiuto un postulantato di tre anni. Proseguiranno dunque direttamente con la teologia.
All’inizio dell’anno scolastico 2007 il convento di San Salvatore conta: 4 frati studenti di filosofia e 35 studenti di teologia. Sono di 14 diverse nazionalità (Argentina,
Brasile, Canada, Croazia, Italia, Iraq, Israele, Giordania, Libano, Messico, Polonia,
Russia, Spagna, USA). 22 frati sono destinati al servizio della Custodia, mentre gli
altri, dopo gli studi, faranno ritorno nelle loro province d’origine.
MAB
Esercizi spirituali
Gerusalemme
annuali per gli studenti francescani di
22-27 settembre. Come ogni anno, prima della ripresa delle attività scolastiche e
non solo, lo Studentato francescano di San Salvatore a Gerusalemme si è ritrovato
sul Monte Tabor per un corso di Esercizi Spirituali.
Quest’anno il predicatore è stato fra Carlo Paolazzi ofm, studioso delle Fonti Francescane e curatore della nuova edizione critica degli scritti di san Francesco, di prossima pubblicazione.
Il tema è stato Vivere il mistero trinitario con san Francesco d’Assisi ed ha preso
l’avvio dall’esperienza che il Santo umbro ha fatto di Dio e ci ha trasmesso nei suoi
scritti. In particolare la griglia seguita dal predicatore ha preso spunto dalla preghiera
Onnipotente, che conclude la Lettera di Francesco a tutto l’Ordine. Questo breve
scritto segue una prospettiva marcatamente trinitaria, perché tende alla comunione
con Dio Padre, nella sequela delle orme di Gesù Cristo, grazie alla interiore purificazione, illuminazione e accensione dal fuoco dello Spirito Santo.
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Nei sei giorni pieni del ritiro, fra Carlo ci ha portati a ripercorrere l’esperienza del
Dio Trino fatta da san Francesco, dedicando due giorni ad ogni Persona divina. Ripercorrendo le preghiere di Francesco, come i testi legislativi, le sue lettere, come le
sue ammonizioni, e lasciandosi a volte ispirare dai testi dei primi biografi del santo,
abbiamo potuto rivivere e fare nostro il cammino di Francesco alla ricerca dell’Altissimo, onnipotente, bon Signore. Un predicatore d’eccezione per un tema molto
particolare, che ci ha aiutati a ritornare alle fonti della nostra spiritualità, in sintonia
con il cammino dell’Ordine francescano, che si avvia a celebrare gli 800 anni dall’approvazione della nostra forma di vita.
Il ritiro è stato anche l’occasione per ricevere in fraternità sette nuovi studenti
provenienti da quattro diverse province francescane (Brasile, Messico, Polonia e
Croazia), che cominceranno quest’anno il loro percorso teologico a Gerusalemme.
La liturgia quotidiana è stata animata da noi studenti, con originalità e creatività.
L’accoglienza ci è stata offerta dalla comunità francescana residente sul Monte Tabor
e dai ragazzi della comunità Mondo X, già da un anno collaboratori dei frati nella
gestione delle strutture di accoglienza legate al Santuario. A loro il nostro sentito
grazie! perché ci hanno aiutato a far fruttare il tempo che avevamo a disposizione per
la meditazione, accudendoci come delle mamme nelle necessità materiali.
AC
San Cleofa festeggiato ad Emmaus Qubeybeh
25 settembre. Per festeggiare san Cleofa i francescani di Terra Santa si sono recati in pellegrinaggio ad Emmaus Qubeybeh, l’ultima domenica di settembre. Chi è
Cleofa e cos’è questa Emmaus ?
Un fascicolo di fra Sabino de Sandoli, pubblicato nel 1968 e spesso riedito, riassume in maniera eccellente i dati conosciuti. Ci insegna che secondo Eusebio di
Cesarea (circa 265-339) che cita Egesippo (nato verso il 115 a Gerusalemme e morto
nel 180), Cleofa sarebbe il fratello di san Giuseppe, sposo della Vergine Maria. Questo fa di lui lo zio di Gesù. Egli sarebbe morto lapidato sulla soglia della sua casa
confessando che Gesù era il Messia annunciato dai profeti. Gli evangelisti lo citano
come uno dei due discepoli che incontrarono Gesù sulla strada di Emmaus, la sera
della risurrezione. Quanto al secondo discepolo, il cui nome non ci è trasmesso dai
vangeli, fra Sabino ci riferisce che, secondo Origene, si tratterebbe di un figlio di
Cleofa: Simone fratello del Signore, cioè suo cugino.
Ma ci chiediamo: verso quale Emmaus stavano camminando i due discepoli, dato
che le guide di Terra Santa ci indicano tre luoghi che si chiamano Emmaus? Fra
Sabino ci indica tre strade che i discepoli di Emmaus avrebbero potuto prendere. Secondo lui, essi avrebbero scelto la seconda strada, quella che passa a sud della collina
di Nebi Samuel e che, sebbene scomoda, sarebbe stata una scorciatoia per i pedoni.
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È su questa seconda strada che i francescani s’installarono nel XV secolo. Nel
1861 essi acquistarono una chiesa in rovina, che ricostruirono nel 1902. Secondo le
loro scoperte, le rovine corrispondono ad una basilica del tempo dei crociati. Sono
stati trovati i resti di una costruzione più antica: una chiesa d’epoca bizantina o casa
d’epoca romana, qualificata come casa di Cleofa. Nel 1943 i francescani italiani, imprigionati dai Britannici durante la Seconda Guerra mondiale, iniziarono degli scavi
che hanno provato che il sito era occupato dall’epoca ellenistica.
Per i francescani i testi stessi del vangelo corroborano la tesi che si tratterebbe proprio dell’Emmaus biblica. San Luca scrive nel suo vangelo (24,13) verso un villaggio, in greco εις κωμην che il testo latino traduce in castellum. Ora nel villaggio di
Emmaus c’era una fortezza romana, chiamata Castellum Emmaus scoperta nel 1099
dai crociati, che la chiamarono la piccola maomeria (= piccola moschea), per distinguerla dalla città di Ramallah, chiamata la grande maomeria (= grande moschea).
Questo nome lascia intendere che si trattava di un luogo di preghiera; ed è chiamato
Qubeybeh per la prima volta in questa stessa epoca. È designato come l’Emmaus
biblica per la prima volta nel 1280.
Il fascicolo di fra Sabino continua le sue spiegazioni fornendo le indicazioni per la
visita del sito, chiesa e campo degli scavi. Poi offre alcune riflessioni sull’episodio
evangelico dei discepoli di Emmaus.
Ai nostri giorni due frati francescani abitano il convento, vigilanti in preghiera su
questo luogo santo e pronti ad accogliere i gruppi. Alcuni si avventurano ancora a
Qubeybeh, sebbene il villaggio, in territorio palestinese, sia diventato di più difficile
accesso, poiché la strada d’ingresso principale è stata chiusa dall’esercito israeliano.
Tuttavia fra Marius Deschênes ci ha segnalato: il mese scorso abbiamo accolto cinque gruppi nello stesso giorno. Non accadeva da cinque anni. Non si può parlare di
regolarità - continua - ma dei gruppi continuano a venire. Domenica, mentre i francescani si apprestavano a celebrare, un gruppo anglofono concludeva la sua messa
nella cappella detta dei crociati.
Accolti dal padre guardiano, fra Franciszek Wiater, dopo aver condiviso il Pane
della Vita, durante la Messa presieduta dal Custode fra Pierbattista Pizzaballa, i frati
hanno condiviso un pasto, nella gioia di riconoscerLo. Un pasto condiviso anche
con l’unica famiglia cristiana del villaggio e con alcuni laici e religiosi venuti da
Gerusalemme.
MAB
Indicazione bibliografica: Sabino de Sandoli, Emmaus, Franciscan Printing Press.
Il fascicolo esiste in italiano, inglese e tedesco.
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Solennità di San Francesco d’Assisi
A San Salvatore
3-4 ottobre. Dopo il fervore dei preparati di questi ultimi giorni, è nel raccoglimento e nella gioia che i frati francescani del Seminario hanno accolto gli altri seminaristi presenti a Gerusalemme: quelli salesiani del Centro studi di Ratisbonne; i
seminaristi dei Missionari d’Africa (meglio conosciuti come Padri Bianchi) residente a Sant’Anna; quelli dei Padri di Betharram, studenti a Betlemme. Se i seminaristi
del Patriarcato latino - sito a Beit Jala - si sono scusati di non poter essere presenti, la
novità è stata la presenza di quelli Armeno-ortodossi residenti a Gerusalemme, non
lontano dalla Porta di Sion.
L’occasione di questo fraterno ritrovarsi è dato dai primi vespri della solennità di
San Francesco d’Assisi. Se questa festa coinvolge più direttamente tutta la famiglia
francescana, riveste qui un carattere particolare per i giovani religiosi dell’Ordine dei
Frati Minori perché, durante l’Ufficio, essi hanno rinnovato i loro voti temporanei in
una chiesa piena di fedeli, come fanno ogni anno fino alla professione solenne.
È la festa di questo folto gruppo di giovani frati che ha caratterizzato questi primi
Vespri, una festa che è continuata in uno dei cortili del Convento di San Salvatore,
prolungatasi nella dimostrazione della gioia di tutti questi giovani che si sono posti
alla sequela del Signore, ciascuno secondo il proprio carisma. Canti e danze si sono
susseguiti per la gioia di tutti.
Il carattere della festa del 4 ottobre è più solenne e la gioia più intima.
Ha presieduto la celebrazione eucaristica, secondo la tradizione (che vuole che sia
un domenicano a presiedere la festa di San Francesco, e un francescano a presiedere
quella in onore di San Domenico) un padre domenicano, fra Guy Tardivy, superiore
della comunità residente nel convento di Santo Stefano, ossia all’École Biblique.
Un’assemblea davvero molto numerosa s’è unita alla gioia dei francescani: membri della comunità parrocchiale, religiosi e religiose della Città e dei dintorni, cui
si sono aggiunti su invito del Custode di Terra Santa i rappresentanti delle Chiese
cattoliche di Terra Santa (Nunziatura apostolica; Patriarcato latino; Greci, Armeni, e
Siriani cattolici; e Maroniti) e che hanno potuto partecipare compatibilmente ai loro
uffici.
Erano invitati anche tutti i Consoli generali presenti a Gerusalemme (i Consoli
d’America, Belgio, Francia, Grecia, Italia, Regno Unito, Spagna, Svezia, Turchia) e
le autorità locali di Gerusalemme.
Dopo un rinfresco offerto a tutta l’assemblea, i frati francescani e i loro Invitati si
sono dunque ritrovati per il pranzo nel refettorio del Convento di San Salvatore.
Il Poverello d’Assisi, grande operatore di pace, ha certamente gioito, dall’alto dei
cieli, a vedere questi suoi figli continuare una tradizione a lui tanto cara.
MAB
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A Betlemme
La solennità la festa di San Francesco d’Assisi coinvolge non solo i francescani cioè tutti quelli che, in un modo o in un altro, si ispirano a lui e vivono secondo la sua
forma di vita - ma tutta la comunità, nelle sue varie componenti religiose e civili.
Durante la mattinata è stata celebrata la Santa Messa nella cappella della scuola,
con la partecipazione di tutti gli impiegati, professori e maestre, in memoria e ricordo del Santo sottolineando la sua aderenza costante all’insegnamento evangelico,
alle parole e alla figura stessa di Gesù. Un Gesù che San Francesco, con geniale
intuizione, presenta agli uomini del suo tempo, e di tutti i tempi, come Salvatore per
amore e con l’amore; non più o non solo Signore Onnipotente, Giudice Supremo,
ma fratello tra i fratelli, sofferente tra i sofferenti, uomo amabilissimo tra le creature
che lo amano e lo lodano.
Dopo la celebrazione, è stata offerta una colazione per ritemprare anche il corpo,
creando una continuità nella piccola comunità scolastica del nostro istituto, segno
di fraternità e sostegno reciproco, ispirandoci proprio dagli insegnamenti del nostro
Santo Patrono.
Durante tutta la giornata la scuola di Terra Santa a Betlemme ha ospitato tutti gli
altri collegi di Terra Santa, sia la sezione femminile che quella maschile, organizzando gare sportive varie (pallacanestro, calcio e ping pong), dove (con mia grande
gioia e orgoglio!) gli allievi della scuola Terra Santa di Betlemme si sono classificati
primi in tutti gli sport in gara, vincendo tutti i premi messi in palio.
Alla sera la comunità cristiana di Betlemme è stata ancora invitata, insieme a tanti
altri venuti da fuori, a partecipare al Concerto di musica araba classica, nel teatro
della scuola. Il concerto era anche in onore di due colonne portanti della comunità
cristiana di questa città e l’atmosfera era mesta per la grande commozione di tutti.
Fra Justo Artaraz ofm, guardiano della nostra fraternità, e fra Amjad Sabbara ofm,
parroco, ci lasciano perché trasferiti l’uno a Beit Hanina e l’altro a Nazareth: la
missione resta la stessa, testimoniare e portare la parola di Gesù Cristo seguendo
l’esempio del nostro fondatore San Francesco. Toccava a me dire due parole di saluto e di ringraziamento, ma ha prevalso il dispiacere per la loro partenza e mi tremava
la voce.
Fra Justo e fra Amjad hanno ricevuto poi ancora una volta i ringraziamenti per il
loro generoso servizio a questa Comunità e l’affetto di tutte le persone presenti con
l’augurio che il Signore li benedica e sia sempre con loro: noi tutti siamo sicuri che
molto difficilmente usciranno dai nostri cuori.
Il concerto è stato concluso da un nostro ex allievo che con voce soave ha cantato
il Cantico di Pace di San Francesco.
Tutti i presenti sono stati invitati al rinfresco organizzato dalla scuola, un modo per
riunirci ancora e permettere agli invitati di salutare e ringraziare personalmente i due
confratelli che ci lasceranno e a cui sono molto legati.
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Doverosi sono stati i miei ringraziamenti a tutti coloro che si sono adoperati affinché la festa riuscisse perfettamente, lavorando con sacrificio e dedizione.
È con speranza nel cuore che, facendo propria la benedizione data da San Francesco a Frate Leone, chiedo al Signore che vi benedica e vi custodisca! Mostri il suo
volto e abbia di voi misericordia, volga a voi il suo sguardo e vi dia la pace.
fra Marwan Di’des ofm
Direttore
Al Getsemani
3-4 ottobre. La vita al Getsemani comincia alle ore sei del mattino: si celebra la
santa Messa, Lodi incluse, e subito dopo la colazione ci si prepara per il lavoro giornaliero che comincia alle otto. Dopo aver passato la mattinata ad accogliere il fiume
di pellegrini che pregano e cantano con amore e devozione i misteri che il Santuario racchiude, alle dodici si chiudono Basilica, Orto Sacro e Grotta: la pausa per il
pranzo e un po di riposo termina alle due pomeridiane, quando il Santuario riapre
per i pellegrini fino alle ore diciassette. A quest’ora, il Santuario accoglie i gruppi
che chiedono di fare l’ora santa: questo impegno di preghiera vede susseguirsi vari
gruppi di pellegrini che pregano fino e non oltre le ore ventidue.
In occasione della festa di San Francesco (4 ottobre) la giornata è cominciata alle
ore diciotto e trenta della vigilia: la comunità dei frati, insieme al Romitaggio, si è
riunita nel divano conventuale per celebrare i primi vespri della festa di San Francesco, seguiti dal Transito. Per l’occasione fra Domingo ha esposto con affettuosa solennità una piccola statua di San Francesco, ornata di fiori e di ceri. La comunità del
Romitaggio ha arricchito l´insieme con un semplice disegno francescano e l´augurio
di buona festa. Al termine dei Vespri, la celebrazione del Transito è cominciato con il
canto Mi rapisca Signore; dopo la narratio transitus, abbiamo ascoltato brevi e belle
parole da don Gabriele. Fra Giorgio Colombini ha recitato a chiara voce Il Cantico
delle creature e il canto del Salve Sancte Pater con la benedizione del Serafico Padre
ha concluso la celebrazione. Eravamo in dodici, e tutti insieme abbiamo poi cenato
insieme, con grande gioia e semplicità.
La Messa della festa si è celebrata alle sei del mattino, come il solito, a ragione del
lavoro che avrebbe poi seguito il suo corso normale. Ma è stata proprio una Messa
solenne, con tutti i canti, pur nella povertà della nostra schola cantorum locale, e
l’omelia del brillante fra Giorgio. I tanti pellegrini che si sono susseguiti durante la
giornata ci hanno fatto gli auguri di buona festa, a noi e a tutti i francescani.
La festa è continuata al tavola, con un menu degno dell’occasione, attorniati da
amici ospiti. A cena ci ha fatto compagnia il direttore di Notre Dame.
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E lodando il buon Dio per tanto bene e tanta gioia fraterna, la giornata di festa è
terminata in un ambiente di raccoglimento e di pace, tipicamente Getsemaniano.
Pace e Bene a tutti!
fra Luis Garcia ofm
Guardiano
In Libano
Celebrazione del Transito ad Harissa e rinnovo dei voti
D’intesa con la fraternità di Harissa, da Beirut ci siamo recati là nel pomeriggio
della vigilia della festa del nostro Serafico Padre. Siamo arrivati verso le ore 16, in
tempo per preparare la celebrazione che oltre al Transitus, con canti e letture in arabo, prevedeva il rinnovo dei voti di fra Pierre Richa e fra Antonino Milazzo durante
la santa Messa in onore di San Francesco.
Ci siamo trovati un bel gruppo di frati: quelli di Beirut, fra Giuseppe Incelli, fra
Halim ed il sottoscritto; Fra Toufic ci avrebbe raggiunto più tardi, con quelli di Harissa: fra Ibrahim, fra Samuele, fra Mario Hadschiti neo sacerdote, più i due professi
semplici, e fra Antonio Saliba che stava qui trascorrendo le sue vacanze.
Il Transitus si è svolto tutto in arabo: letture e canti, eccetto l’antifona con il salmo:
Voce mea ad Dominum clamavi... cantato solennemente dai frati.
Durante la santa Messa, dopo la lettura del Vangelo, fra Ibrahim - delegato del
Custode - ha ricevuto il rinnovo della professione semplice di fra Pierre e fra Antonino. Ognuno di noi, in questi momenti, si sente coinvolto nel rinnovo della propria
professione.
Fra Ibrahim nell’omelia ha ricordando che il Signore ci offre la sua pace e la sua
gioia quando noi osserviamo il Santo Vangelo di Gesù Cristo.
Al momento dello scambio di pace, ci diamo gli auguri di buona festa.
Verso la fine della Messa, arriva direttamente dall’aeroporto, fra Angelico Pilla,
il nuovo superiore e fra Ibrahim lo presenta ai frati e all’assemblea. Egli è già conosciuto ad Harissa, dove era stato maestro degli aspiranti. Nello stesso tempo ringrazia fra Samuele per il servizio reso in questi anni.
La Fraternità di Harissa ci invita alla cena e noi accettiamo volentieri. L’atmosfera è
gioiosa, e nello stesso tempo un po’ mesta per la prossima partenza di fra Samuele.
… e con le sorelle Clarisse
Giovedì 4, festa di San Francesco, siamo invitati a celebrare la santa Messa dalle
Clarisse: siamo solo noi tre, io, fra Giuseppe Costantin, fra Giuseppe Incelli e fra
Toufic Bou Merhi. Purtroppo erano presenti poche persone.
Nell’omelia ho messo l’accento su tre priorità in preparazione al giubileo della
fondazione dell’Ordine nel 2009:
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1. Spirito di orazione: Francesco scopre la sua vocazione attraverso la preghiera: la
chiamata del Crocifisso di San Damiano; durante la Messa sceglie i versetti del Vangelo del giorno come base di vita per sé e per i suoi compagni. Francesco è l’uomo
fatto preghiera, come lo definisce il Celano.
2. La fraternità: i problemi legati alle differenti nazionalità e mentalità, la situazione politica, tutto ciò a volte crea tensioni e divisioni nella stessa comunità religiosa.
Dobbiamo cercare di dare testimonianza di uomini che sanno vivere in pace tra di
loro, e che sanno superare, nel dialogo e della reciproca comprensione, le divergenze
culturali, nazionali e politiche. Sull’esempio di Francesco dobbiamo diventare uomini di compassione e di riconciliazione.
3. Povertà e Minorità (siamo frati mendicanti): siamo invitati a riscoprire questi
valori. Cristo è venuto a servire, non per essere servito. Così Francesco, suo imitatore
perfetto. Siamo chiamati a vivere semplici ed umili, in povertà di spirito e di beni.
E anche su un altro punto ci è chiesto di riflettere: il vivere tra gli infedeli cioè tra
e con i musulmani. È un capitolo importante della Regola che oggi l’Ordine cerca
di valorizzare, e che la famiglia francescana al Libano ha messo nel progetto per il
giubileo 2009. Ma questo aspetto non l’ho trattato nell’omelia.
Dopo la preghiera dell’ora media con le suore ci viene offerto un aperitivo, cui
fa seguito il pranzo. L’atmosfera è semplice e piena di gioia. Le suore ricordano
volentieri il pellegrinaggio in Siria, ed in modo particolare il loro soggiorno nel nostro convento di Bab Touma, nel settore riservato agli ospiti. Ricordiamo insieme le
suore Clarisse di Nazareth, dove ogni anno la fraternità di Nazareth celebra la Messa
della sera.
La festa di San Francesco con tutta la grande famiglia francescana del Libano
Domenica 7 ottobre, al pomeriggio ci rechiamo a Harissa per celebrare la festa
di San Francesco assieme a tutta la famiglia francescana: cappuccini, conventuali,
suore dei differenti rami francescani e Terziari.
Alle ore 17 inizia la Messa solenne presieduta dal Provinciale dei Cappuccini, fra
Tanos; lo assistono fra Cesare e fra Angelico; il cerimoniere è il Conventuale fra
Roger.
La corale dei chierici Cappuccini esegue i canti - francescani o di ispirazione francescana - con maestria, creando un’atmosfera di preghiera e di devozione.
L’omelia di fra Cesare, superiore regionale dei Conventuali, prende spunto dalla
preparazione dell’anno giubilare in Libano, con un grande avvenimento: la beatificazione del Capuccino Abouna Yacoub. La Messa si è svolta con molta dignità e
fervore.
La festa continua nel cortile davanti al salone dove si è celebrata la Messa.
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Così, tra una celebrazione e l’altra, un pò con tutta la famiglia francescana, la festa
di San Francesco è durata quasi un’intera settimana in Libano!
fra Joseph Costantin ofm
A Tripoli-Mina
Il convento di Tripoli fu tra i primi conventi fondati in Terra Santa, si pensa verso
il 1232. È certo che nel 1255 vi fu celebrato il Capitolo custodiale. La parrocchia si è
sviluppata tanto che verso la metà del secolo diciannovesimo, s’impose la necessità
di fondare una succursale nella cittadina marittima di Al-Mina (il porto). Ottenuti i
necessari permessi, nel 1855, si comprò il terreno vicino al mare, e subito s’iniziarono i lavori per la costruzione del Convento, Chiesa e Scuola. Verso la metà del mese
di agosto 1858, i frati si stabilirono nel nuovo convento. È per questo che l’anno
prossimo si celebrerà il 150˚ anno di presenza francescana a Tripoli-Mina del Libano, anche se ora non esiste una comunità francescana stabile che ci vive.
Ma intanto, quest’anno noi frati che abitiamo le due comunità in Libano - a Beirut
e ad Harissa - abbiamo celebrato la festa di San Francesco nella cappella dedicata a
lui, e che era stata ristrutturata a fondo una decina di anni fa.
Vi hanno partecipato una sessantina di persone, una partecipazione ridotta forse
perché non abbiamo comunicato in anticipo questa decisione che abbiamo preso
pochi giorni prima della festa. Stiamo tuttavia pensando di riprendere - nel prossimo
futuro - la celebrazione Eucaristica una o due volte alla settimana, oltre alle grandi
feste e solennità liturgiche.
La festa in onore di San Francesco, quest’anno, è stata dunque un primo, importante ritrovarsi insieme con cristiani locali per celebrare l’Eucaristia. Che il Serafico
Padre ci aiuti a perseverare nel nostro apostolato e ci benedica insieme a tutta la
comunità di Tripoli-Mina.
fra Halim Noujaim ofm
Apertura dell’anno accademico
5 ottobre. Secondo una tradizione che va consolidandosi, anche quest’anno il Nunzio Apostolico, Mons. Antonio Franco, ha presieduto, nella chiesa di San Salvatore a Gerusalemme, la solenne celebrazione eucaristica in occasione dell’inizio del
nuovo anno accademico dello Studio Biblico Francescano (con il suo primo ciclo,
lo Studium Theologicum Gerosolimitano) e dello Studio Teologico Salesiano di Ratisbonne. Alla presenza del Custode di Terra Santa e delle autorità accademiche dei
due centri di studio, il presule, nella sua omelia, ha ricordato, tra le altre cose, che
in quest’anno cadono due eventi ecclesiali importanti che non ci possono lasciare
indifferenti: il Sinodo dei Vescovi dedicato alla Parola di Dio e l’apertura nel prossimo giugno dell’anno paolino. Questi due avvenimenti hanno anche, per noi che
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viviamo a Gerusalemme, un valore ecumenico, che non può essere sottovalutato.
Dopo un rinfresco offerto nel cortile di Santa Elena del convento francescano di San
Salvatore, gli studenti dello Studium Biblicum si sono ritrovati nel salone dell’Immacolata per eleggere i nuovi rappresentanti degli studenti. Per noi del primo ciclo
sono risultati eletti fra Silvio De La Fuente, studente del III anno di teologia, per
rappresentare le istanze di tutti gli studenti dello STJ e fra Ibrahim Abu-Naffa, quale
portavoce degli studenti di filosofia. Auguri ai nuovi eletti!
AC
Pellegrinaggio in Terra Santa dei Cavalieri di Malta
Un gran numero di Cavalieri di Malta si trova in questi giorni in pellegrinaggio
in Terra Santa, alle radici dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni, che proprio a
Gerusalemme è nato, ed è stato poi costretto dalle vicissitudini storiche a spostare la
sua sede nell’isola di Malta, da cui oggi prende il nome.
Il 5 ottobre a sera, nel divano conventuale di San Salvatore a Gerusalemme, una
delegazione dell’Ordine di Malta, accompagnata dal Prelato dell’Ordine S.E. Rev.
ma Monsignor Angelo Acerbi, ha incontrato il Custode di Terra Santa. Il Gran Commendatore S.E. il Ven. Balì Fra Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto
ha portato i saluti di Sua Altezza Em.a il Principe e Gran Maestro fra Andrew Bertie,
impossibilitato a presenziare al pellegrinaggio. Ha poi tracciato una sintesi della
storia e delle attività dell’Ordine, oggi impegnato soprattutto in opere sanitarie, tra le
quali, qui in Terra Santa, l’Ospedale Sacra Famiglia a Betlemme.
Tra gli oltre 1300 pellegrini c’è anche S. Em. Rev.ma il Cardinale Patrono Pio
Laghi, che il 6 ottobre al mattino ha presieduto la Santa Messa nella Chiesa di Santa
Caterina a Betlemme, e nel pomeriggio è stato accolto, insieme alle autorità dell’Ordine di Malta, al canto del Te Deum dai frati francescani nella Basilica del Santo
Sepolcro. Nel cenno di benvenuto, il Vicario custodiale, fra Artemio Vítores, ha
ricordato come il Santo Sepolcro sia stato il centro di attrazione tanto dei primi Cavalieri di San Giovanni giunti a Gerusalemme, quanto dei frati francescani, che oggi
custodiscono il Luogo Santo.
Domani, dato l’elevato numero dei partecipanti al pellegrinaggio, i Cavalieri celebreranno l’eucaristia della Resurrezione del Signore nel santuario del Getsemani,
non consentendo gli esigui spazi del Sepolcro di accogliere tanta gente.
Questo ritorno alle radici della loro quasi millenaria storia si è conclusa il martedì
9 con la Santa Messa nella Basilica dell’Annunciazione a Nazareth.
AC
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Festa nazionale della Spagna
12 ottobre. Ancora una volta abbiamo avuto il piacere di celebrare la festa nazionale della Spagna. È un giorno che ci coinvolge emotivamente, perché patria deriva
da padre ed è un po’ come se celebrassimo il compleanno del nostro progenitore. Celebriamo la festa nazionale il 12 ottobre, solennità della Madonna del Pilar facendo
così memoria delle nostre origini cristiane nelle quali, secondo la tradizione, Maria
ha avuto un ruolo preminente. È quindi, allo stesso tempo, festa della nostra Madre,
la vergine Maria.
La festa nazionale spagnola che si celebra oggi ci fa ricordare che 515 anni fa la
Spagna intraprese un’avventura che raggiunse il suo culmine con l’evangelizzazione
dell’America, nell’aspirazione di giungere alla formazione di un’immensa famiglia
che condividesse la stessa lingua, la stessa fede cristiana e gli stessi desideri di giustizia, di libertà e di pace. Per questi motivi il 12 ottobre è anche il dia della Hispanidad, una grande festa di famiglia.
Secondo una pia tradizione, i primi cristiani hanno eretto una chiesetta votiva
in onore della Vergine Maria sulle sponde dell’Ebro, nella città di Saragoza: così
inizia l’elogio di Nostra Signora del Pilar, come si legge sul breviario della festa.
Racconta la tradizione che un giorno, quando l’apostolo Giacomo era particolarmente scoraggiato per gli scarsi frutti della sua predicazione, gli apparve la Vergine
Maria presso il fiume Ebro, nell’attuale Saragoza, per dargli animo, incoraggiarlo
ed aiutarlo nella sua missione di annunciatore di Cristo. Benedetta e piena lode sia /
l’ora nella quale Maria santissima / è venuta in carne mortale a Saragoza: cantano
con fervore grande i saragozesi. Non vogliamo entrare in controversia sulla verità o
meno di queste parole, ma una cosa è certa: qualcosa è successo. Perché da allora il
cristianesimo ha messo radici sulle sponde dell’Ebro e la devozione alla Madonna è
stata ed è una costante della vita spagnola, come un seme che germoglia e fruttifica
con abbondanza.
Sono parole semplici, così come lo è la raffigurazione storica e ufficiale della Madonna del Pilar: una statuetta di soli 38 centimetri. Tanta semplicità ci fa meditare le
parole di Maria: Ha guardato l’umiltà della sua serva... ha fatto in me cose grandi.
E ci fa ricordare le parole di papa Giovanni Paolo II che in una delle sue visite al
santuario ebbe a dire: Come sei piccola, ma che grande influenza hai! Maria è stata
ed è luce e faro splendente come abbiamo cantato: Ella è la Madre della Spagna. Non
si può capire la storia spagnola senza cercare di comprenderne la fede nella Madonna
del Pilar e in San Giacomo. Tutto questo ci fa celebrare ogni anno con gioia la nostra
festa nazionale, qui in Terra Santa.
fra Artemio Vítores ofm
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Professione
Gerusalemme
solenne
di
cinque
frati
francescani
a
14 ottobre. Con deciso impegno e ferma volontà faccio voto a Dio Padre santo e
onnipotente di vivere per tutto il tempo della mia vita in obbedienza, senza niente di
proprio e in castità, e prometto di osservare fedelmente la vita e la regola dei Frati
Minori.
È con queste parole che, uno di seguito all’altro, inginocchiati davanti al Padre
Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, cinque frati della Custodia hanno
fatto, domenica 14 ottobre, la loro professione solenne nell’Ordine francescano a
Gerusalemme.
La chiesa era gremita da un’assemblea orante. Una sessantina di preti concelebranti, numerosi religiosi e religiose, ma anche un gran numero di parrocchiani hanno
pregato insieme per questi frati che essi conoscono perché ognuno di essi partecipa
all’animazione pastorale della Custodia.
Quatto di loro sanno parlare correntemente l’arabo. Se questa è la lingua madre di
fra Nerwam, iracheno, è anche la lingua che fra Silvio e fra Marcello (argentini), e
fra Aquilino (spagnolo) hanno imparato durante il loro anno di studio al Cairo. Un
anno linguistico, istituito dal Custode dopo la sua elezione nel 2004. Così, oltre all’italiano - che è la lingua ufficiale della Custodia - i giovani frati dedicano un anno
della loro formazione ad imparare una delle lingue necessarie ad operare sul territorio della Custodia e che può essere l’arabo, il greco o l’ebraico moderno. I frati arabi
possono completare, al bisogno, la loro conoscenza linguistica dell’inglese.
Conoscere le diverse lingue permette loro di coinvolgersi più intensamente nell’animazione delle comunità cristiane che essi hanno scelto di servire entrando a far
parte dell’Ordine dei Frati Minori della Custodia. Un coinvolgimento così profondo,
che uno di loro ha lasciato la propria lingua per pronunciare i voti solenni in arabo
perché tutti gli amici presenti - i giovani della parrocchia in Città Vecchia - potessero
ascoltare e comprendere.
Questi stessi giovani parrocchiani, la vigilia avevano vissuto insieme ai cinque futuri professi una veglia di preghiera e di riflessione per prepararsi alla festa di oggi.
Durante l’omelia, il Custode di Terra Santa ha commentato le Letture - scelte dai
cinque professi - sottolineando la necessità di nutrirsi costantemente della Parola di
Dio e dell’Eucaristia per mantenersi fedeli agli impegni assunti. Fra Zaher Abboud
ha ripreso, in arabo, le parole del Custode, testimoniando ai parrocchiani il desiderio
di servizio che questi giovani frati stavano professando solennemente.
Dopo il canto delle Litanie dei Santi e l’emozionante momento della professione
solenne, la Liturgia Eucaristica ha concluso la celebrazione.
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Tutti i partecipanti sono confluiti nel grande salone dell’Immacolata per stringersi
attorno ai festeggiati e porgere loro personalmente gli auguri. I fratelli, le famiglie
che hanno potuto essere presenti, e qualche amico, si sono poi ritrovati nel refettorio
di San Salvatore per concludere la festa.
E tu, o Padre, con la voce misteriosa della stesso Spirito hai attratto innumerevoli
figli a seguire Cristo Signore: tra costoro hai suscitato il tuo servo Francesco, fedele seguace della perfezione evangelica, perché, obbedendo al comando del Cristo
crocifisso, andasse con i suoi frati a riparare la tua casa, la Chiesa, e la rinnovasse
con la santità della vita.
MAB
Breve presentazione dei frati professi solenni
Fra Nerwan Al-Banna è nato a Ninive, in Irak, 33 anni fa dove, dopo l’istruzione
di base, ha conseguito la laurea in medicina. Ha esercitato la professione di Medico
presso gli ospedali di Ninive e di Bagdad.
Attraverso la sorella (delle suore del Cuore Immacolato di Maria) è entrato in contatto con i frati della Custodia nel 1999.
Ha compiuto la formazione iniziale a Roma e il Noviziato ad Ain Karem dove
nel 2002 ha emesso la prima professione. Dopo il biennio di formazione filosofica
a Betlemme ha frequentato il primo anno di teologia a Roma. Sta ora completando i
suoi studi teologici a Gerusalemme.
In questi ultimi anni ha fatto esperienza di servizio pastorale in Giordania nell’animazione giovanile e a Betanina facendo il catechismo ai bambini e nell’animazione
spirituale dei campi estivi giovanili.
Fra Marcello Cichinelli è nato a Mendoza, in Argentina, 33 anni fa dove ha conseguito il titolo di geometra e ha fatto studi di ingegneria delle costruzioni.
Attraverso il frate collettore di Terra Santa ha conosciuto la realtà della Custodia.
Dopo un anno di aspirandato presso il convento del Commissariato di Terra Santa
a Buenos Aires, ha fatto il postulandato a Roma e l’anno di Noviziato ad Ain Karem
dove nel 2002 ha emesso la sua prima professione. Completati gli studi filosofici
a Betlemme, ha trascorso un anno al Cairo per approfondire lo studio della lingua
araba.
Sta ora completando gli studi teologici qui a Gerusalemme. In questi ultimi anni ha
arricchito la sua formazione umana e spirituale dedicandosi alla guida delle celebrazioni liturgiche, nell’accompagnamento dei pellegrini di lingua spagnola e nell’animazione spirituale dei giovani del gruppo Ragià’.
Fra Andrew Verdote è nato nelle Filippine 51 anni fa dove ha vissuto fino al
1982 completando gli studi di architettura.
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Fin da piccolo ha vissuto a contatto con i frati francescani della parrocchia dove è
stato battezzato e ha avuto la prima formazione cristiana.
Nel 1982 si trasferisce in Canada. Ha conosciuto i frati di Terra Santa nel 2000
a Washington e l’anno successivo è entrato in postulandato presso il convento di
Washington.
Trascorre l’anno di Noviziato ad Ain Karem dove, nel 2002, emette la prima professione. Completati gli studi filosofici a Betlemme sta ora frequentando lo studio
teologico di Gerusalemme. Ha completato la sua formazione con esperienze pastorali nel servizio liturgico e nella accoglienza dei pellegrini presso i nostri santuari.
Fra Aquilino Castillo è nato a Madrid, in Spagna, 33 anni fa dove al termine
degli studi universitari ha conseguito la laurea in islamismo e filologia ebraica.
Nel 1996, durante un corso di studi presso l’università ebraica di Gerusalemme,
frequentando la Basilica della Resurrezione, ha conosciuto i frati della Custodia.
Ha fatto il postulandato a Roma e il Noviziato ad Ain Karem dove nel 2002 ha
emesso la sua prima professione. Completati gli studi filosofici a Betlemme ha trascorso un anno al Cairo per approfondire la conoscenza della lingua araba.
Ora sta completando gli studi teologici a Gerusalemme. Ha accresciuto la sua formazione svolgendo il suo servizio pastorale presso il gruppo Scout della parrocchia
di San Salvatore in Gerusalemme.
Fra Silvio De La Fuente è nato a Buenos Aires, in Argentina 30 anni fa dove
ha conseguito il titolo di perito mercantile con specializzazione in informatica ed
economia.
Ha conosciuto i frati di Terra Santa in un personale momento di ricerca vocazionale. Dopo due anni di aspirandato presso il convento del commissariato di Terra Santa
a Buenos Aires vive l’anno di probandato a Casalotti, vicino a Roma.
Compie l’anno di noviziato ad Ain Karem dove nel 2002 emette la prima professione
Svolti gli studi filosofici a Betlemme, trascorre un anno al Cairo per lo studio della
lingua araba. Sta ora proseguendo gli studi teologici a Gerusalemme.
Ha completatola sua formazione spirituale con esperienze pastorali a Giaffa come
animatore liturgico e a Ramleh insegnando il catechismo ai bambini.
Ritiro spirituale dei Frati di Siria e Libano
15-19 ottobre. Il delegato del Custode, fra Filippo Mistrih ha presentato il programma del ritiro spirituale per i frati in Siria, Libano, Giordania, per il quale si prevedono due turni: il primo dal 15 al 20 ottobre a Damasco-Bab Touma, e il secondo
dal 22 al 27 ottobre.
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Al mattino di lunedì 15 sono quindi arrivati a Bab Touma, fra Antonio Louxa, fra
Eduardo Tamer, fra Bassam Zaza, fra Salem Younes, fra Romualdo Fernandez e fra
Filippo Mistrih.
A causa della malattia del predicatore abbiamo deciso che ogni frate avrebbe preparato e condotto un incontro, iniziando da me e da fra Antonio. Abbiamo scelto il
testo che parla sulla raccomandazione di San Francesco ai frati. Dopo la lettura, una
piccola meditazione e commenti dai frati presenti. Dopo la celebrazione della santa
Messa delle ore 18, siamo saliti al divano fino all’ora di cena. Nel nostro convento
hanno dormito fra Salem, fra Bassam, fra Antonio e fra Eduardo.
Il 16 ottobre ci siamo radunati alle 10, senza il predicatore, ma dopo un’ora è arrivato e l’abbiamo accolto con gioia. Fra Seweryn Lubecki ci ha aiutati a meditare
sull’Eucaristia, guidando due incontri al mattino e uno al pomeriggio. Al mattino
abbiamo sempre celebrato insieme la santa Messa, così insieme abbiamo pregato
l’ufficio delle Ore.
18 ottobre. È il giorno penultimo del nostro ritiro spirituale e il programma della
giornata inizia alle 8.30 con la celebrazione della santa Messa. Alle ore 9.30 siamo
partiti per un’escursione. Nel nostro terreno a Marra di Seddnaia, fra Seweryn ci ha
tenuto una conferenza e quindi verso mezzogiorno abbiamo visitato il santuario mariano di Seddnaia, il Sharoubim e il convento di San Tommaso dei greci cattolici.
19 ottobre. È l’ultimo giorno di ritiro e, durante il pranzo, festeggiamo i 50 anni
di professione religiosa dei nostri confratelli fra Eduardo Tamer e fra Romualdo
Fernandez.
Finito il ritiro, i frati sono ritornati alle loro case, mentre il predicatore e io ci
siamo diretti al Nord della Siria, Lattachia ed i villaggi di Ghassannieh, Knayeh, e
Yacoubieh, fino ad Aleppo, per far conoscere a fra Seweryn il lavoro e l’apostolato
dei nostri frati nei luoghi di presenza della Custodia di Terra Santa.
fra Raimondo Girgis ofm
Superiore del convento di Bab Touma
Commemorazione del Battesimo del Signore al Giordano
La liturgia dei Francescani ha il privilegio di potersi celebrare sui luoghi stessi della vita di Cristo di cui fa memoria. È per questo che nell’arco di ogni anno vengono
compiute diverse pellegrinazioni. Una di queste, tuttavia, fa eccezione alla regola
liturgica, ed è la commemorazione del Battesimo di Gesù sulle sponde del fiume
Giordano, non lontano da Gerico, l’ultimo giovedì di ottobre.
Se i Francescani, ad esempio, si muovono da Betfage per la processione della
domenica delle Palme, o vanno a Betlemme per Natale e l’Epifania, da dove nasce
la tradizione di celebrare il Battesimo del Signore a ottobre, quando la festa propria
cade la domenica che segue l’Epifania? Pare che la data della pellegrinazione sia
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stata fissata per comodità meteorologica. D’estate il calore renderebbe il pellegrinaggio insostenibile; d’inverno, in gennaio, c’è il rischio degli smottamenti dovuti
alla pioggia.
Nonostante questo è appunto dopo l’Epifania che gli Ortodossi si recano allo stesso
luogo per l’analoga commemorazione. E pare proprio che il tempo, in questi ultimi
due anni, sia stato clemente. Dovremo pensare di cambiare la data di questo pellegrinaggio per sintonizzarci alla liturgia romana conciliare? Si sta studiando appunto
questa possibilità. Fino a prima del 1967, questa possibilità esisteva per i seminaristi
di San Salvatore che partecipavano a una benedizione impartita stando su una barca,
il giorno dell’Epifania - come per gli Orientali -, mentre i sacerdoti francescani erano
in pellegrinaggio a Betlemme per la festa del giorno.
Ora, dunque, è stato giovedì 25 ottobre che per una quindicina di pullman, affittati
dalle parrocchie di Gerico, Gerusalemme, Nazareth e dai Francescani, si sono aperte
le porte della Terra di Nessuno, abitualmente chiuse alle visite dei pellegrini.
Quest’anno è stata inaugurata una cosa nuova. Collegandosi alla piccola cappella
dove si celebra la Messa, è stata eretta una tenda per proteggere parte dell’assemblea
dall’ardore autunnale dei raggi solari. C’erano più di trenta grandi sulle rive del fiume e quest’ombra è stata molto gradita. I fedeli che non ne hanno potuto approfittare
hanno rivaleggiato in fantasia per proteggersi dal sole.
Davanti alla cappella, hanno trovato posto le loro Eccellenze i Consoli generali
di Francia, Italia, Belgio, e il Console generale aggiunto della Spagna, che avevano
partecipato alla processione stringendosi attorno a fra Artémio Vítores, vicario custodiale, che ha presieduto la Messa.
Dopo la lettura del Santo Vangelo, fra Ibrahim Faltas ofm, curato della parrocchia
di Gerusalemme, ha invitato l’assemblea a rinnovare le promesse battesimali, quindi
fra Artemio ha data la Benedizione.
Al termine della celebrazione Eucaristica, la maggior parte dei pullman si è recata
al Monte della Tentazione che domina Gerico. I Vangeli sinottici collocano questo
momento della vita di Gesù immediatamente dopo il suo Battesimo.
Ci vogliono una ventina di minuti per compiere la ripida salita che conduce al monastero della Quarantena dove, dopo la lettura del Vangelo e la benedizione dei francescani, la folla dei pellegrini si è dissetata e ha fatto onore all’accoglienza fraterna
dei frati Ortodossi presenti. La discesa è ancora occasione per abbracciare con lo
sguardo un panorama magnifico sulla valle del Giordano, sui palmeti di Gerico e sui
monti di Moab, prima di risalire sui pullman e riprendere la vita liturgica ordinaria.
MAB
* Il Battesimo del Signore è stato ed è in Oriente il principale soggetto della festa dell’Epifania. Nella liturgia occidentale, questa festa nasce nel XVIII secolo, e non fu accolta nel calendario liturgico romano che nel 1960, il 13 gennaio, vale a dire nell’ottava dell’Epifania. La
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Riforma liturgica del Concilio Vaticano II ha dato rilievo alla festa del Battesimo del Signore
collocandola nella prima domenica dopo il 6 gennaio. I bei testi della Liturgia delle Ore sono
ripresi dai tropi bizantini, che l’imperatore Carlo Magno (+814) ha fatto tradurre in latino.
Nostra Signora di Palestina: Festa a Deir Rafat
28 ottobre. Festa grande a Deir Rafat, nel santuario mariano, dove la popolazione
cattolica della Terra Santa con grande solennità ha onorato la Regina della
Palestina.
Il santuario si trova a circa 35 km ad ovest di Gerusalemme, più meno a metà strada tra la Città Santa e Tel Aviv, nella valle di Soreq, vicino alla città di Bet Shemesh.
Voluto da S. B. il Patriarca latino di Gerusalemme, Luigi Barlassina, che ha istituito
la festa della Beata Vergine Maria, Regina della Palestina, è stato costruito nel 1927.
Nel 1933 la festa venne approvata dalla Santa Sede, che invitò i fedeli a implorare
dalla Vergine di Nazareth la speciale protezione per la sua Terra nativa. Quest’anno
il santuario celebra quindi gli 80 anni di fondazione.
La chiesa e il complesso di edifici destinati al convento, all’orfanotrofio e alla
scuola furono ideati dall’architetto benedettino Maurizio Gisler. Sul frontone in alto
è stata collocata una statua di bronzo, alta 6 m. che rappresenta la Madonna con la
mano tesa a benedire la sua terra. Sotto si legge: Reginæ Palestinæ (alla Regina della
Palestina). Bisogna ricordare che in quel tempo il nome Palestina non aveva tanto un
significato politico quanto religioso: designava cioè la regione geografica della patria
terrena di Gesù e di sua madre Maria.
L’interno della chiesa, le pareti in alto e tutto il soffitto, è stato decorato con le prime parole dell’Ave Maria: una moltitudine gioiosa di angioletti reggono fra le mani
dei nastri che recano scritto il saluto del Messaggero celeste in 280 lingue diverse.
Per la celebrazione della festa patronale del Patriarcato latino di Gerusalemme a
Deir Rafat, sono giunti al santuario i cristiani di tutto il territorio: dall’alta Galilea
fino a Giaffa e Gerico, mentre da Gerusalemme e Betlemme - più vicine - hanno partecipato la maggioranza dei fedeli. In questa occasione le autorità militari israeliane
hanno concesso ai parrocchiani di Betlemme 800 permessi per passare il muro di
separazione.
La solenne concelebrazione Eucaristica è stata presieduta dal card. Walter Kasper,
presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Con
lui hanno celebrato il Patriarca Michel Sabbah, il Nunzio Apostolico Antonio Franco, tutti i vescovi del Patriarcato Latino di Gerusalemme e una trentina di sacerdoti.
Nell’omelia il Cardinale ha ricordato il ruolo di Maria nella vita del cristiano, e la
sua particolare predilezione per i popoli che oggi abitano la Terra Santa. Ha concluso
esortando alla preghiera confidente e fiduciosa, per chiedere alla Vergine di ispirare
e sostenere ogni atto di riconciliazione e di dialogo sincero, premesse indispensabili
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per ottenere, con la sua materna intercessione, il dono della pace, annunciato alla
nascita di Gesù, figlio suo e nostro Signore.
La solennità si è conclusa con una bella e sentita processione attorno al santuario,
che ha vissuto una vera festa religiosa e popolare.
Oggi nel complesso di Deir Rafat, gestito dalle Suore Maestre di Santa Dorotea (la
cui casa madre è a Vicenza, Italia) c`è un centro per ritiri spirituali, e una casa per i
pellegrini che desiderano fuggire dal rumore delle città e immergersi nell’atmosfera
di pace spirituale e di silenzio della natura.
fra Jerzy Kraj ofm
Formazione in Libano
Anche questo anno, ad Harissa, si è celebrato il transito del nostro Serafico Padre
San Francesco, alla presenza dei fedeli e dei Frati della Comunità di Beirut. È stato
un momento di festa per tutti.
Durante la celebrazione eucaristica, animata con canti, hanno rinnovato i loro voti
fra Pierre Richa e fra Antonino Milazzo, nelle mani di fra Ibrahim Sabbagh. Al suo
termine, i fedeli hanno accolto con grande affetto il nuovo Guardiano della casa, Fra
Angelico Pilla. Dopo la celebrazione si è tenuto un piccolo rinfresco per la gente e
una cena fraterna.
Il 7 Ottobre si è svolta ad Harissa, presso il Salone annesso alla Chiesa di Sant’Antonio, una grande celebrazione eucaristica, in onore di San Francesco. Tale avvenimento è divenuto ormai un appuntamento annuale al quale non si può mancare,
voluto dalle tre Famiglie Francescane e alla presenza del Terzo Ordine. La Santa
Messa è stata presieduta dal nuovo Ministro Provinciale dei Cappuccini; è quindi
seguito lo scambio degli auguri e un dolcissimo rinfresco.
Il 1º Novembre presso l’Istituto dei Paolisti, i nostri fratelli Postulanti, in occasione della Solennità di tutti i Santi, hanno tenuto una presentazione sulla vita di San
Francesco e sulla missione dei Frati in Terra Santa. Samhar ha introdotto il tema e
Luay ha illustrato la figura di San Francesco e il suo carisma. L’esposizione è avvenuta alla presenza degli studenti e del Decano della facoltà, che sono rimasti colpiti
dalla spiritualità del Santo e dalla proiezione del nuovo DVD della Custodia, che ha
completato con le immagini tale presentazione.
fra Antonino Milazzo ofm
Commemorazione dei fedeli defunti
Venerdì 2 novembre, dopo aver festeggiato il giorno prima la solennità di Tutti i
Santi, i Francescani della Custodia di Terra Santa hanno celebrato la Commemorazione dei fedeli defunti, ogni fraternità nel proprio convento. A Gerusalemme, dopo
la santa Messa, presieduta da fra Ibrahim Faltas, parroco, alla quale hanno parteci80
pato numerosi parrocchiani, i frati si sono recati in processione ai cimiteri del Monte
Sion.
Qui si trovano tre cimiteri latini1. Appena fuori dalla Porta di Sion, oltre le mura
della Città Vecchia, c’è il cimitero dei frati della Custodia, morti in Gerusalemme. In
quest’ultimo anno non è morto qui a Gerusalemme nessun frate, ma la visita vuole
essere un omaggio e una preghiera a chi è sepolto qui, con una sosta personale per i
confratelli più cari o più recentemente scomparsi.
Nei due cimiteri parrocchiali, vicini l’uno all’altro, le famiglie si erano già riunite
numerose attorno alle tombe dei propri defunti, ornate di fiori, e pregando hanno
aspettato l’arrivo della processione. Dopo un momento di preghiera, due sacerdoti
e un diacono hanno percorso tutti i vialetti del cimitero per la benedizione di ogni
tomba, mentre i frati cantavano alternando latino ed arabo.
È in questo cimitero che si trova la tomba di Oscar Schindler, l’industriale tedesco che durante la Shoah ha salvato più di 1200 ebrei. Sulla sua lapide, un foglietto
lasciato di recente, reca scritto un sobrio Danke (grazie, in tedesco); qualche fiore e
qualche santino, insieme ai molti piccoli sassi deposti là da ebrei in segno della loro
visita, e per dovere di memoria, mostrano che il suo ricordo è ancora vivo.
Alla richiesta di qualche famiglia arabo-cristiana alcuni frati si sono uniti alla loro
preghiera, sostando presso le singole tombe. Famiglie che renderanno visita al cimitero lungo tutto questo venerdì e nei prossimi giorni, per onorare i morti nell’attesa
della risurrezione.
MAB
* È nella valle di Giosafat, chiamata anche valle del Cedron o valle del Giudizio, che, secondo la tradizione ebraica, dovranno un giorno radunarsi tutte le nazioni alla fine dei tempi,
per il Giudizio universale. Tradizione fatta propria sia dai Cristiani che dai Musulmani.
Il Custode riceve i responsabili della sicurezza degli
aeroporti
5 novembre. Il Custode, fra Pierbattista Pizzaballa, ha ricevuto a San Salvatore,
il Capo della Sicurezza del Dipartimento dell’Ispezione, il Signor Zohar Gefen ed
alcuni membri della sua équipe. Il dipartimento si occupa della sicurezza degli aeroporti israeliani.
L’incontro che si è svolto in parte in inglese e in parte in ebraico, ha riguardato in
particolare le perquisizioni di bagagli effettuate ai viaggiatori. Il Signor Gefen ha
insistito sul fatto che queste perquisizioni avevano come unico scopo la sicurezza
dei viaggiatori.
Il Custode ha sottolineato che riguardo ai religiosi, di recente, non è stato riscontrato alcun evento, grazie ai miglioramenti apportati nel nuovo aeroporto Ben Gurion1.
Per quanto diplomatica la discussione, gli interlocutori non hanno però ignorato che
alcuni casi ancora restano.
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La discussione, che si è svolta in un’atmosfera di cordialità, non apporterà dei
grandi cambiamenti alle procedure in vigore negli aeroporti, ma l’attenzione data
a questo argomento da parte degli ufficiali di sicurezza verso le parole del Custode
possono spingerli a far sì che tutto vada sempre nel migliore dei modi per pellegrini
e religiosi.
MAB
* Il nuovo aeroporto Ben Gurion, che ha aperto le sue porte nel novembre del 2004, è
dotato di installazioni della più alta tecnologia in uno spazio considerabilmente allargato che
facilita il flusso del traffico e delle ispezioni di sicurezza.
Entrata solenne del Cardinale Christoph Schönborn
e dei Vescovi della Conferenza Episcopale Austriaca a
Gerusalemme
Dal 4 al 10 novembre, i Vescovi dell’Austria hanno visitato la Terra Santa. Dopo
tre giorni intensi in Galilea, il pomeriggio del 7 novembre sono giunti a Gerusalemme. Secondo riti e tradizioni antiche, essi hanno cominciato la loro visita entrando solennemente in Città Santa dalla Porta di Giaffa, per recarsi alla Basilica del
Santo Sepolcro o della Resurrezione.
Verso le 5 del pomeriggio S.E. il Cardinale Christoph Schönborn, è arrivato alla
Porta di Giaffa dove è stato ricevuto dal Vicario custodiale, fra Artemio Vítores, dal
Coadiutore del Patriarca Latino, Monsignor Fuad Twal, dal Nunzio Apostolico, S.E.
Mons. Antonio Franco e dai Rappresentanti di altre Chiese.
Il Cardinale era accompagnato dai membri della Conferenza Episcopale austriaca:
l’Arcivescovo Alois Kothgasser, (Salzburg); i Vescovi, Egon Kapellari (Graz-Seckau), Klaus Küng (St. Pölten), Paul Iby (Eisenstadt), Alois Schwarz (Gurk-Klagenfurt), Ludwig Schwarz (Linz), Manfred Scheuer (Innsbruck), Elmar Fischer (Feldkirch); l’Abate Kassian Lauterer (Wettingen-Mehrerau), insieme a cinque vescovi
suffraganei tra cui il francescano Franz Lackner, vescovo suffraganeo di Graz.
Dopo i discorsi di benvenuto, si è formato un corteo che in processione si è diretto,
per le stradine della Città Vecchia, al piazzale del Santo Sepolcro. Aprivano la processione i kawas, numerosi frati francescani, monaci e suore di tante congregazioni
religiose. Mentre il Cardinale e il suo corteo si avvicinava al piazzale, le porte della
Basilica della Resurrezione si sono aperte ed il Cardinale è stato accolto dai tre superiori delle comunità che sono responsabili per la Basilica.
Arrivati alla Pietra dell’Unzione il Cardinale si è tolto la stola ed ha baciato la
pietra che ricorda l’unzione del corpo del Signore dopo la deposizione dalla Croce.
Qui, nel suo discorso di benvenuto, fra Pierbattista Pizzaballa ofm, Custode di Terra Santa, ha sottolineato il significato della visita come segno di unità tra la Chiesa
universale e la Chiesa locale, unite nella fede in Gesù Cristo sorgente di amore e di
pace.
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Il Cardinale, ricevuta l’acqua benedetta dal padre Custode, ha asperso tutti i convenuti; quindi la processione è continuata fino al Sepolcro vuoto, mentre si innalzava il
canto del Te Deum. Parlando in tedesco, Mons. Twal ha salutato l’illustre Pellegrino,
sottolineando che in quella Tomba vuota, testimone della Risurrezione, sta tutta la
speranza dell’uomo, comprendendo in essa quella del popolo sofferente della Terra
Santa che qui può trovare conforto nella verità della resurrezione.
I Vescovi sono quindi saliti al Calvario, per un breve momento di preghiera.
Alla visita della Basilica della Risurrezione ha fatto seguito un ricevimento al Patriarcato Latino.
Il giorno dopo, il Cardinale Schönborn ha presieduto la Messa solenne, celebrata
davanti all’Edicola del Santo Sepolcro, luogo della resurrezione.
GG
Discorso di benvenuto del Padre Custode al Sig. Card. Schönborn, Arcivescovo
di Vienna nel suo Ingresso solenne al Santo Sepolcro.
Eminenza Reverendissima,
rinnovo con emozione e gioia l’antichissima tradizione di accoglierla nel suo ingresso solenne al Santo Sepolcro ovvero Basilica della Risurrezione.
Benvenuto a Gerusalemme, benvenuto in questo luogo santo, benvenuto tra noi!
Questo ingresso non è un semplice rito vuoto e ripetitivo ma evoca l’ingresso
trionfante del nostro Salvatore nella Città Santa, dove ha inizio e si compie l’atto
supremo della sua donazione attraverso il mistero della Croce.
Accoglierla qui, alla pietra dell’Unzione, è accompagnarla con fede e devozione,
chiedendo al Signore la grazia di seguirlo fino alla Croce per partecipare alla gloria
della Risurrezione.
I testimoni che si recano al Sepolcro, Maria di Magdala, Simon Pietro e Giovanni
non vanno soltanto per compiere un atto di pietà ma vanno per cercare il Signore,
vanno per ritrovare la sua confortante presenza.
Ed è in questo luogo che il Signore si manifesta, è in questo luogo che si presenta
Risorto e che trasforma la paura e la titubanza dei discepoli, la loro incapacità di
comprendere il passaggio dalla Morte alla Risurrezione in fede viva e in capacità di
andare nel mondo intero ad annunciare il Vangelo. Ecco, se io penso che è qui, in
questo luogo, davanti a queste pagine del Vangelo che noi le diamo il nostro benvenuto, non posso non dirle della nostra necessità di partecipare di questa fede, di
questa speranza, di questo amore. Abbiamo bisogno che qui, in questo tempo, per
questi Popoli, per tutta questa nostra gente sofferente, ci sia abbondanza di grazia e
di misericordia, di benignità e di amicizia sincera, di comprensione e dialogo, di fede
autentica e coraggiosa.
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Lei è, qui in mezzo a noi, successore degli Apostoli per confermarci, in unione con
il Papa e con tutto il Collegio apostolico, in questa fede in Cristo Morto e Risorto,
fonte di amore e di pace.
Nessuno di noi potrebbe vivere senza questo amore.
È l’amore di Cristo che ci rende capaci di com-passione e di condivisione con tutti
i nostri fratelli e sorelle delle Chiese locali e della Chiesa Universale, in particolare
con i cristiani della Terra Santa e di tutto il Medio Oriente che qui vivono i disagi e
la povertà. Testimoniare in questa terra che Dio è carità è compiere il gesto pietoso di
Maria di Magdala sul corpo di Gesù; è versare olio e balsamo e profumo sulle ferite
che la mancanza di libertà procura ai cuori e alle menti di ogni persona che soffre.
Chinarsi sulle sofferenze umane con quell’amore che s’ispira e trae forza dall’amore
di Cristo Risorto è partecipare a quell’abbondanza di carità che Dio stesso, sempre
di nuovo, nella misericordia, nella giustizia e nel perdono, riversa su di noi, perché
possiamo continuare a vivere.
Ecco, Eminenza, con la sua presenza, la sua preghiera, il suo rinnovato atto di fede
ci aiuti a guardare in alto, a guardare insieme, a guardarci reciprocamente con benevolenza, a guardare sempre al di là dell’orizzonte.
Benvenuto tra noi, benvenuto in questa Terra che Dio ha scelto per abitare e comunicare con gli uomini. È la terra che Francesco ha voluto visitare portando qui la
sovrabbondanza del suo amore e del suo desiderio di fraternità. Per questo siamo
contenti di poterLe rivolgere il suo augurio di Pace e Bene.
Visite illustri al convento della Flagellazione
1º novembre. S. Em.za il Card. Walter Kasper, accompagnato da Mons. Norbert
Offman, ha reso visita alla fraternità della Flagellazione. È stato accolto all’ingresso
dal Guardiano, fra Carlo Cecchitelli, e dall’archeologo fra Eugenio Alliata, che
ha spiegato all’illustre ospite i due santuari della Flagellazione e della Condanna.
Quindi il Cardinale è stato salutato da fra Claudio Bottini, Decano della Facoltà, che
l’ha accompagnato nella visita allo Studium Biblicum Franciscanum. Sua Eminenza
è voluto poi salire sul terrazzo per ammirare il magnifico panorama di Gerusalemme,
accompagnato da fra Frédéric Manns che ha fatto da cicerone.
In seguito il Card. Kasper, nel divano del convento, ha incontrato professori e
studenti. C’è stato quindi lo scambio dei doni. Fra Claudio Bottini ha regalato alcune
pubblicazioni dello Studium e il Cardinale, a sua volta, un suo libro pubblicato in
occasione del suo 50º di sacerdozio. È seguita un’agape fraterna, al termine della
quale Sua Eminenza ha ringraziato la fraternità per la calorosa accoglienza, ha
parlato del dialogo ecumenico e dei rapporti con l’Ebraismo, chiedendo preghiere
ut unum sint.
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11 novembre. S. Ecc.za Mons. Fouad Twal, Vescovo Coadiutore del Patriarca
Latino di Gerusalemme, accompagnato da don Gianmario, sac. Fidei Donum,
ha voluto far visita alla nostra fraternità. Accolto dal Guardiano e da fra Eugenio
Alliata, ha ascoltato con molto interesse le spiegazioni di questo ultimo e poi,
accompagnato dal Decano di Facoltà ha visitato lo Studium soffermandosi in
particolare nella ricca biblioteca. Quindi è salito sul terrazzo per ammirare la spianata
del Tempio e il panorama di Gerusalemme. Nel divano ha incontrato professori e
studenti interessandosi della loro nazionalità e dei loro studi. È seguito il pranzo, al
termine del quale ha ringraziato per la fraterna accoglienza ed ha chiesto particolari
preghiere.
fra Carlo Cecchitelli ofm
guardiano
Il Cardinale di Siviglia, Carlos Amigo, pellegrino in Terra
Santa
Il Cardinale di Siviglia, il francescano Carlos Amigo ofm, è tornato ancora una volta
- e ormai sono davvero molte - come pellegrino in Terra Santa, a bere alle fonti della
fede e a visitare la Chiesa Madre di Terra Santa. Questa volta l’illustre porporato era
accompagnato da 420 pellegrini, una nutrita rappresentanza della diocesi spagnola,
tra i quali numerosi membri di Confraternite. Questo gruppo di fedeli sivigliani ha
preso parte con entusiasmo al pellegrinaggio, perché come cristiani sensibili celebrano con gioia il sentirsi immersi in una moltitudine di fratelli, che camminano insieme
incontro al Signore che li attende nella sua Terra.
Nazareth, dove il Verbo si fece carne e tutto ha avuto inizio; Betlemme, dove Gesù
è nato dalla Vergine Maria; il Getsemani, dove il Signore ci ha mostrato che il suo
dolore è unito all’amore verso tutti gli uomini; il Calvario e il Sepolcro Vuoto, dove
risuonò l’annuncio pieno di speranza della resurrezione di Cristo: sono tutti luoghi e
momenti nei quali è possibile l’incontro di ciascun pellegrino con il Signore, seguendo le sue orme, passando per dove Egli è passato.
Momenti culminanti del pellegrinaggio sivigliano sono stati l’ingresso solenne del
Cardinale con tutti i pellegrini nel Santo Sepolcro al canto del Te Deum, seguito
dalla venerazione della Tomba Vuota del Signore, animati - non abbiate paura - dalle parole di fra Artemio Vítores, Vicario della Custodia di Terra Santa. E la Santa
Messa celebrata nella parrocchia francescana di San Salvatore, a Gerusalemme. I
pellegrini, illuminati dalla spiritualità di Mons. Amigo, hanno molto apprezzato il
lavoro dei figli di San Francesco, grazie ai quali sono stati conservati i Luoghi Santi
della nostra Redenzione e sono state recuperate le pietre vive che sono i cristiani di
Terra Santa. Alcuni di questi frati francescani, fra Nicolás Márquez, fra Rafael Sube,
fra Aquilino Castillo, fra Carlos Molina, fra Marcelo Cicchinelli hanno guidato ed
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animato con la loro saggezza e devozione i pellegrini sivigliani. Sebbene ogni volta
sia più difficile, almeno questa volta è divenuta realtà questa frase tanto commentata:
In Terra Santa con i francescani!.
fra Artemio Vítores ofm
La festa del Re dei Belgi a San Salvatore
15 novembre. Su richiesta del Console Generale del Belgio, sua Eccellenza il Signor Leo Peeters, la Custodia ha ristabilito un’antica tradizione: la festa in onore del
Re dei Belgi.
È stato quindi in francese che il vicario custodiale, fra Artémio Vítores, si è rivolto
a Sua Eccellenza il Console Generale e ad alcuni connazionali Belgi presenti, per
presentare loro i suoi auguri per il re ed il paese, auspici di prosperità e di pace. Per
essere fedele alle necessità belghe, la celebrazione si è svolta nelle tre lingue in uso:
in olandese, in francese e in tedesco.
Un libretto preparato per l’occasione, ha dato la possibilità ai fedeli presenti di
seguire l’ordine della Messa. L’omelia tenuta dal padre domenicano belga, Christian
Eeckhout op, dell’École Biblique si è alternata nelle due lingue principali, così come
si sono alternati il commento al vangelo e i riferimenti sull’attuale situazione politica
in Belgio.
Al termine dell’Eucaristia, nel salone del convento di San Salvatore, la Custodia
di Terra Santa ha accolto la delegazione Belga presente, ed è stato lì che il Console
Generale, Leo Peeters ha ricevuto gli auguri che tradizionalmente si offrono in queste occasioni.
Il Signor Philippe Potjes, console incaricato degli affari politici, è stato interrogato
sulla relativa somiglianza tra la situazione in Terra Santa e quell’attuale del Belgio:
una terra, due lingue, due popoli, un passato comune in bene o in male ed un avvenire necessariamente in comune. Così ha voluto rispondere il Signor Potjes alla
domanda Come vede da questo paese la situazione in Belgio?:
Questo rende molto relativi i problemi che possono sembrare delle montagne quando sono visti da dentro il Belgio. Qui, malgrado un conflitto molto
duro e sanguinoso e che dura da tanto tempo, gli israeliani e i palestinesi
continuano a parlarsi, a fare delle cose insieme, anche se non si tratta della
maggioranza della popolazione dei due popoli, ma questo fatto è portatore di
speranza.
Questo potrebbe inoltre suscitare nuove idee in Belgio: vedersi diversamente e considerare in primo luogo tutto ciò che abbiamo in comune e che ci
unisce, come il tesoro dell’eredità della civiltà europea e delle eredità più
locali, ed in particolare per rendersi conto che in definitiva sono più le cose
che ci uniscono che le cose che ci separano. Il nostro paese è un luogo di
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fusione di tutte le grandi culture europee al quale forse facciamo troppo poca
attenzione.
Per tutti coloro che lo vogliono e che non si rinchiudono dentro degli schemi
predeterminati, c’è la possibilità di un paese crocevia. C’è un avvenire per il
Belgio.
Speriamo che la preghiera fervente che è stata rivolta a Dio dopo Gerusalemme
possa ispirare i dirigenti del Belgio a trovare una via d’uscita dalla crisi politica che
sta attraversando attualmente.
MAB
La data del 15 novembre
Malgrado quanto possa sembrare, non è stato per la festa di Sant’Alberto il Grande
che secondo il calendario romano è festeggiata il 15 novembre, che abbiamo pregato
per l’attuale re dei Belgi, Alberto II.
La data della festa del re è stata definitivamente abolita nel 1934 quando si festeggiava la festa di San Leopoldo, il santo patrone del primo re dei Belgi, S.M.R.
Leopoldo Primo, il 15 novembre.
È stato con il Concilio Vaticano II che, spostando la festa di Sant’Alberto vescovo
e dottore della Chiesa al 15 novembre, gli ha dato priorità su San Leopoldo. In questo
giorno in Belgio si festeggia anche la festa della comunità tedesca (circa 1% della
popolazione).
Il 15 novembre è anche la data che festeggia l’indipendenza della Palestina.
La comunità belga in Terra Santa
La comunità belga in Terra Santa è composta da qualche migliaio di connazionali
perlopiù di doppia nazionalità israeliano-belga.
Il consolato generale del Belgio online www.diplomatie.be/jerusalemfr/
Incontro di Formazione per i Guardiani sul Monte Tabor
La Custodia di Terra Santa, nel suo ultimo Capitolo, ha indicato nella Formazione
Permanente uno dei suoi impegni fondamentali per il prossimo triennio. In risposta
a questa determinazione si sono già tenuti i primi incontri di formazione a livello locale o zonale, in tutte le comunità di Giudea e Galilea. Nei giorni 15 e 16 novembre,
i guardiani e i superiori delle comunità, a loro volta, si sono riuniti sul monte Tabor
per un incontro formativo a loro riservato. Su 28 frati invitati ne erano presenti 18.
I 10 assenti erano soprattutto superiori di comunità molto piccole o che erano soli
in convento. Anche questo è un dato su cui riflettere. Scopo di questo appuntamento
era, innanzi tutto, la condivisione del cammino spirituale tra i frati che esercitano il
servizio dell’autorità. Il secondo motivo era più strettamente formativo, e mirava alla
meditazione su alcuni valori fondamentali per la vita consacrata. Le giornate sono
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state organizzate intorno alla preghiera: l’ufficio divino, la celebrazione dell’eucaristia e l’adorazione eucaristica sono stati i cardini dell’incontro.
La parte formativa ha visto due momenti centrali. Fra Carlo Serri ha tenuto una
conferenza sul tema: La relazione fraterna in Francesco d’Assisi. La riflessione ha
ripercorso, rileggendo i testi di san Francesco, un itinerario umano e spirituale che,
dalla scoperta intima della relazione con Dio, sappia poi intessere rapporti fraterni di
povertà e di pace. Fra Dobromir Jasztal ha offerto una seconda relazione, sul tema
Il ruolo del guardiano e del capitolo locale nella vita della fraternità. Il taglio di
questa seconda riflessione era più giuridico e concreto, in vista dell’incarnazione dei
valori spirituali nella pratica della vita fraterna.
Una parte rilevante della giornata è stata dedicata ai lavori di gruppo e alla discussione comunitaria. I guardiani hanno condiviso, con sincerità e libertà, le problematiche della vita quotidiana, passando in rassegna gli aspetti più soddisfacenti e quelli
più problematici del loro servizio alle fraternità. Le diverse prospettive hanno saputo
arricchirsi reciprocamente, alla ricerca di valori comuni. Di grande spessore è stata
la partecipazione attiva e cordiale del Padre Custode a tutto l’incontro.
Nella riflessione sono emersi alcuni elementi, sui quali convergeva la sollecitudine
di tutti. Innanzi tutto è stata affermata la necessità da parte dei guardiani di stimolare
la crescita spirituale della fraternità, sostenendo in tutti i modi la qualità della vita
di preghiera. Per questo si è affermata l’inopportunità che il guardiano sia anche
economo della sua comunità, come talvolta oggi avviene. La gestione dell’economia, infatti, assorbe tempo ed energie che dovrebbero essere dedicate alla cura della
dimensione religiosa della vita fraterna. La lectio divina, l’adorazione eucaristica e
una maggior cura del canto liturgico sono stati indicati come possibili mezzi per migliorare il livello della preghiera comunitaria. Un secondo elemento da valorizzare
è apparso il dialogo fraterno, che qualche volta appare carente. Non si tratta semplicemente della celebrazione regolare del capitolo locale, ma dello stile generale della
vita comunitaria, che deve essere improntato a carità, franchezza e generosità nel
servizio.
Un terzo elemento emerso dalla riflessione è stato la necessità di arrivare, in maniera progressiva e meditata, alla formulazione di progetti di vita comunitaria, che
possano orientare la vita delle comunità in maniera globale, modellandosi sulle originalità delle diverse situazioni vitali. Appariva anche evidente a tutti che il cammino che conduce alla formulazione di un progetto di vita non si improvvisa. Serve
l’impegno coerente di tutti i membri della comunità, ed occorrono anche degli strumenti tecnici e dei sussidi esterni.
Nel dialogo con l’Economo custodiale è emersa la necessità di un’informazione
più sistematica, e di una collaborazione più puntuale da parte di tutti, nel rispetto
di quelle semplici norme giuridiche che sono poste a tutela del bene comune. Due
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giorni non erano naturalmente sufficienti per esaurite tematiche così vaste. La riflessione continuerà in un secondo incontro, previsto per i giorni 24-25 gennaio ad Ain
Karem. Alla fine dell’incontro c’era in tutti la soddisfazione per l’esperienza vissuta
ed il desiderio di incontrarsi ancora, per continuare un cammino ancora lungo ed
impegnativo.
fra Carlo Serri ofm
Moderatore per la Formazione Permanente
X Corso per animatori di pellegrinaggi in Terra Santa
13 al 29 novembre. Per la decima volta, lo SBF ha organizzato un Corso di formazione per animatori di pellegrinaggi in Terra Santa. Il Corso, realizzato con la
collaborazione tecnica di fra Pasquale Ghezzi, Commissario di Terra Santa per la
Lombardia, si svolge in forma intensiva ed è seguito da 34 persone: laici e laiche,
presbiteri e religiosi.
Cinque giorni sono riservati alle visite in Galilea e nove a quelle della Giudea e
di altre località nel sud e sulla costa mediterranea normalmente incluse nel percorso
dei pellegrini. Le visite sono guidate dai docenti dello SBF fra Pietro Kaswalder, fra
Eugenio Alliata, fra Massimo Luca e fra Michele Piccirillo. I corsisti hanno anche
incontri e colloqui con personalità religiose del paese.
Incontro del Custode
Transalpina
di
Terra Santa
con la
Conferenza
27 novembre. Szécsény-Ungheria. La Conferenza Francescana Transalpina (COTAF) ha invitato il Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, a partecipare
ad una giornata di studio sulla situazione in Terra Santa e sulla collaborazione che le
Province della Conferenza possono avere con la Custodia. Poiché la sessione della
Conferenza era prevista in Ungheria, la Provincia Nostra Signora degli Ungheresi
ha chiesto al Custode di anticipare di tre giorni la sua venuta in Ungheria per potersi
incontrare con le realtà locali. La disponibilità fraterna del Custode ha offerto l’occasione per un’assemblea dei Frati della Provincia il 24 novembre a Buda. Nell’incontro il Custode ha informato sulle difficoltà ed unicità di questa missione, e al termine
ha celebrato l’Eucaristia nella cappella ristrutturata del convento. All’indomani si è
celebrata l’Eucaristia nella chiesa dei Frati, situata al centro di Pest, seguita da un
incontro con i fedeli che si sono riuniti in grande numero. I tempi tra i vari momenti
venivano quasi sempre impiegati per varie interviste. Il Primate e Arcivescovo di
Esztergom, Péter Card. Erdő, ha ricevuto il Custode nel suo ufficio a Budapest il 26
novembre, mentre i Ministri provinciali della Conferenza arrivavano per la sessione
che stava per iniziare nella casa del Noviziato comune delle Province di Ungheria e
di Transylvania (Romania) a Szécsény. Il Custode ha trascorso il giorno 27 novem89
bre con la Conferenza, che ha apprezzato molto l’informazione dettagliata da lui
offerta. Un punto che ha suscitato particolare interesse è stato quello del ruolo dei
Commissari nel contesto della diminuzione numerica dei frati nella regione transalpina. In Francia e in Germania questo ufficio è svolto in collaborazione. In Ungheria
e Transylvania la difficoltà consiste nel ristabilire i contatti con la Terra Santa dopo
l’interruzione forzata durante il comunismo. È stata anche trattata la questione della
colletta del Venerdì Santo. Il Custode ha sottolineato l’importanza di questa colletta per il sostentamento della Custodia, e la delicatezza della sua organizzazione
in comunione con i Vescovi diocesani. L’incontro ha permesso una migliore comprensione della realtà della Terra Santa e, nel contempo, di quella della Conferenza
Transalpina.
fra Jakab Várnai ofm
Rinnovazione della Professione e Consegna della Regola
29 novembre 2007. I frati della Custodia di Terra Santa si sono ritrovati nella Basilica del Getsemani, per celebrare una liturgia molto significativa, che esprime il
senso profondo della loro vocazione. I frati hanno rinnovato la loro professione religiosa, ed hanno ricevuto la Regola di san Francesco dalle mani del Custode, fra
Pierbattista Pizzaballa. La storia ci dice che papa Onorio IIII, il 29 novembre 1226,
approvò solennemente la regola dei Frati Minori, presentatagli da Francesco d’Assisi. Per questa ragione in questo giorno vengono commemorati Tutti i Santi dell’Ordine Serafico, ed i frati minori rinnovano abitualmente la loro professione religiosa.
La Basilica del Getsemani era affollata da tanti frati, felici di essere insieme e di
ringraziare il Signore per il dono della vocazione. Durante l’omelia il Padre Custode
ha collocato il gesto liturgico della consegna della Regola in un orizzonte cristologico e francescano. Innanzi tutto ha ricordato che nel giardino del Getsemani Gesù ha
vissuto un momento culminante della sua obbedienza al piano di salvezza preparato
dal Padre. Qui Gesù ha deposto la sua volontà nella volontà del Padre scegliendo,
con un gesto libero e generoso, di sacrificare la sua vita per amore dell’umanità. In
maniera analoga, la ricerca della volontà di Dio è stata uno dei punti fondamentali
del cammino di fede di Francesco d’Assisi. Egli non volle più vivere per se stesso,
ma per quel Signore che aveva dato la vita per tutti noi. Il Custode ha ricordato come
Francesco fu spinto e tormentato per tutta la vita dal ricordo dell’amore di Cristo,
al punto da volerlo imitare fino in fondo, conformando la sua vita a quella del Maestro. La Regola, pura sintesi dell’ideale evangelico, esprime la volontà generosa di
imitare Cristo in maniera radicale.
Al culmine di una ricerca faticosa e talvolta dolorosa, il progetto cristiano di Francesco trovò la sua formula espressiva: Vivere secondo la forma del santo vangelo,
insieme ai fratelli che il Signore gli aveva dato, seguendo una regola approvata dal90
la Madre Chiesa e dal signor Papa. Dopo ottocento anni i frati di Terra Santa hanno
ripetuto questa scelta evangelica ed ecclesiale, accogliendo la Regola, e aderendo ad
un progetto di vita che ha conservato intatta, nei secoli, la sua bellezza originaria.
È stato commovente vedere dei giovani frati, appena entrati nell’Ordine, che ripetevano la loro fresca professione religiosa accanto a venerabili confratelli, che hanno
servito il Signore per tutta la vita. Le stesse parole di consacrazione e di fedeltà,
pronunciate insieme, esprimevano il comune impegno nella testimonianza di Dio e
nel servizio alla Chiesa. La stessa fede di sempre, umile e limpida, cerca l’incontro
con il Signore e si pone generosamente al servizio del Regno.
I frati della Galilea, a loro volta, hanno celebrato lo stesso rito il giorno dopo,
nella Basilica dell’Annunciazione a Nazareth. Il gesto fiducioso del rinnovo della
professione è stato compiuto nel luogo in cui il Verbo di Dio si fece carne nel grembo della Vergine. Maria di Nazareth, aurora del vangelo, è apparsa come il modello
dell’umile accoglienza della Parola e della disponibilità totale al servizio di Dio. In
questi giorni abbiamo accolto semi di speranza, luci di bellezza, parole di fiducia,
per trovare conforto nel nostro cammino di discepoli del Signore. Il cuore è colmo di
gratitudine, perché sappiamo che il Signore cammina con noi.
fra Carlo Serri ofm
Moderatore per la Formazione Permanente
Inaugurazione della Sala - Teatro
Santa a Gerusalemme
della
Scuola
di
Terra
Giovedì 29 novembre. Con molta semplicità francescana, è stata inaugurata la Sala
- Teatro della nostra scuola a Gerusalemme alla presenza di fra Artemio Vítores, Vicario custodiale della Terra Santa. Hanno partecipato alcuni benefattori dell’USAID
col loro rappresentante il sig. David Harden (vice direttore dell’USAID) e dell’IOCC
con la loro rappresentante la sig.a Nora Kort. Erano presenti anche fra Abdel-Masih,
F. Fahim direttore dell’ufficio delle scuole di Terra Santa ed ex direttore della scuola
maschile a Gerusalemme che, a suo tempo, iniziò i lavori; fra Toufic Bou Merhi rappresentante legale della scuola di Terra Santa Nazareth e suor Frida Naser direttrice
della scuola di Terra Santa femminile a Gerusalemme.
La cerimonia è iniziata con un intervento del sig. Joseph Nasrawi, responsabile
educativo, che ha parlato sulla storia della nostra scuola qui a Gerusalemme e sul
ruolo importante della Custodia nell’ambito scolastico, e infine ha ringraziato i benefattori per la somma di 69000 $ per il restauro della nostra Sala - Teatro.
Poi il direttore della scuola, fra Simon Pietro Herro, ha ringraziato i benefattori
per il loro contributo ed ha anche ringraziato la Custodia per tutto quello che ha fatto
e per quello che sta facendo per le nostre scuole qui in Terra Santa, per mantenerle
ad un alto livello, adeguato alle necessità del mondo moderno.
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In seguito ha preso la parola la studentessa sig.ra Duniana Mansour dalla dodicesima classe, che ha detto, dopo aver ringraziato i benefattori: Adesso il nostro sogno
si è realizzato, perché quest’anno ci sarà la festa della nostra maturità, qui nella
nostra scuola.
E infine ci sono state alcune canzoni e musica, eseguiti da studenti della dodicesima e della nona classe. L’ultima parte è stata fatta dalla seconda classe che ha cantato
questa canzone: Mi chiedevano: chi sono? Sono bambino palestinese. Poi il piccolo
bambino Issa Abu Daieh ha ringraziato i benefattori in lingua inglese e ha terminato
con la canzone: I wish you a Merry Christmas, I wish you a Happy New year, mentre
gli altri bambini ripetevano: We wish you a Merry Christmas and Happy New Year.
Poi il sig. David Harden ha parlato con molta semplicità con gli studenti, augurando loro il successo ed un futuro migliore.
Infine la sig.ra Nora Kort ha ringraziato lo USAID per il suo contributo per il
rinnovamento della Sala - Teatro e chiedendo che nel futuro si continui ad aiutare le
scuole di Gerusalemme. Ha, ancora, ringraziato gli studenti per questa festicciola.
Il direttore della scuola, insieme al Vicario custodiale fra Artemio Vitores, ha consegnato due Targhe commemorative al sig. David Harden ed alla sig.ra Nora Kort.
Alla fine c’è stata un’agape fraterna.
fra Simon Pietro Herro ofm
Il Vice Premier italiano a San Salvatore
Martedì 4 dicembre. Una visita importante al Convento di San Salvatore dove il
Ministro Francesco Rutelli, vice premier italiano, ha incontrato il Padre Custode e
i frati convenuti per l’occasione. Il Ministro era qui anche come portavoce del ministero degli Esteri e di quello per gli affari culturali. È ricordando tutte queste alte
cariche costituzionali italiane che il Padre Custode ha porto il suo saluto di benvenuto, esprimendo all’on. Rutelli la riconoscenza della Custodia per quanto l’Italia
fa in aiuto della Terra Santa, e nello stesso tempo sottolineando quanto l’Italia può
ancora fare, specialmente per la lunga tradizione di cura del patrimonio artistico e
archeologico che la cultura italiana possiede.
Il Ministro da parte sua ha ricordato la grande attenzione con cui il governo segue
le vicissitudini di questa Terra, e il servizio che qui svolgono i Francescani. Parlando
delle tante iniziative culturali che in Terra Santa rendono onore alla generosità e al
genio italico, e che richiamano via via l’attenzione dei responsabili politici della
tutela dei beni culturali, che sono patrimonio dell’Umanità, ha confermato e rassicurato sull’attenzione che il governo italiano intende dare all’impegno di studio e
custodia dei Luoghi Santi da sempre primario compito dei padri francescani.
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Il ricevimento è poi proseguito con un momento di convivialità iniziato dal Ministro Rutelli ricordando che il suo nome, Francesco, trova corrispondenza nel nome
della propria sorella, che si chiama Chiara.
Il Custode e il Ministro hanno poi proseguito il loro incontro nell’ufficio del Custode.
IB
Inaugurazione di nuovi locali
Terra Santa a Gerusalemme
nella
Scuola
femminile di
Martedì 4 dicembre. È una cerimonia semplice e molto familiare quella con cui
le Suore di San Giuseppe dell’Apparizione hanno accolto i frati francescani, le Autorità spagnole e numerosi ospiti per inaugurare i nuovi locali della Scuola femminile della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme, nei pressi della Porta di Giaffa.
Le Scuole di Terra Santa sono le più antiche scuole sorte in questo Paese (già dal
1518), e la Scuola femminile ha tenuto ancora una volta alto questo primato: è stata
inaugurata infatti nel 1841, con vent’anni di anticipo sulla prima scuola femminile
ebraica, e cinquant’anni prima di quella musulmana. L’importanza e la necessità
di avere scuole anche per le bambine è ben ricordata dal Vicario custodiale, padre
Artemio Vítores, che ricorda l’apertura, la sollecitudine, l’impegno e la dedizione
con cui i francescani hanno sempre curato l’aspetto educativo nel loro plurisecolare
apostolato verso la gente che abita la Terra Santa. La gente, appunto, perché tutte le
Scuole (francescane) di Terra Santa sono state sempre aperte a tutti, anche quando i
cristiani erano, in alcune comunità, la maggioranza della popolazione. E sono tuttora
un importante punto di riferimento per l’educazione e l’erudizione dei giovani, luogo
di dialogo, di rispetto, di conoscenza reciproca, in un tempo in cui sono i bambini di
famiglie musulmane ad essere la maggioranza degli allievi.
I lavori di ampliamento della Scuola e lo sviluppo di alcune attività didattiche, è
stato reso possibile dall’Agenzia spagnola per la cooperazione internazione e dalla
Fondazione per la promozione sociale e la cultura, anch’essa spagnola. Alle parole
di ringraziamento della Suora direttrice, ha fatto seguito il taglio del nastro e la visita
ai nuovi locali, in uno dei quali - attrezzato a scuola di danza - un folto gruppo di
bambine ha reso omaggio a tutti gli invitati con un breve saggio.
È stato possibile anche rendersi conto, attraverso una video presentazione, dello
stato dei locali prima dell’intervento. Qui, anni fa, nel quartiere di Rachele, com’era
chiamato, c’erano alcune case della Custodia di Terra Santa abitate da famiglie cristiane. Il bisogno di adeguare i locali della scuola alle nuove esigenze, e la necessità
di risanare questa parte di quartiere che si affaccia sulla piscina del Sultano, ha comportato il trasferimento delle famiglie in altre abitazioni della Custodia, dopo di che è
iniziato un grande lavoro di bonifica e quindi la sistemazione dei nuovi locali ad uso
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didattico. Un bel lavoro, soprattutto un lavoro utile per favorire quella piena valorizzazione dell’educazione femminile che è determinante per il futuro di questo Paese.
Un familiare rinfresco ha ancora riunito tutti insieme, lieti di potersi complimentare per tanto premuroso impegno, per la fattiva solidarietà, per l’uso sobrio, mirato
e giunto a buon fine degli aiuti che la Spagna, il cui Console era presente, ha reso
disponibili per la promozione sociale di questa Terra. Una promozione che vede
le Scuole in primo piano, perché cultura è conoscenza, è possibilità di migliorare
autonomamente, di emanciparsi da situazioni di estrema povertà, è acquistare le capacità di assumersi responsabilmente progetti di libertà, che è speranza di un futuro
migliore.
IB
Porte aperte per i pellegrini a Betlemme
Una buona notizia dalla Custodia per tutti coloro che vengono in pellegrinaggio
in Terra Santa: dopo il recente comunicato sugli interventi che si rendono doverosi
alla Grotta dell’Annunciazione a Nazareth, e sulla necessità temporanea di limitare
la portata dei pellegrinaggi al santuario di Mosé sul Monte Nebo in Giordania, siamo
lieti di parteciparvi, da Betlemme, questo nostro nuovo impegno.
Per celebrare i 660 anni di presenza francescana presso la Grotta della Natività
(iniziata stabilmente nel 1347) è stata decisa l’apertura con orario continuo dei nostri
santuari a Betlemme. Dalla prima domenica di Avvento, dunque, la chiesa di Santa
Caterina e le grotte di San Girolamo, la Grotta di Latte e il santuario del Campo dei
Pastori, non vengono chiuse per l’intervallo di mezzogiorno. La possibilità di visitare questi Luoghi Santi di Betlemme sarà quindi offerta ogni giorno, dalle ore 8.00
alle ore 17.00 (tempo invernale), alle 18.00 (tempo estivo).
Una delle priorità della plurisecolare attività di frati francescani della Custodia di
Terra Santa è la cura dei pellegrini che visitano i Luoghi Santi della redenzione. La
decisione della comunità di Betlemme di non chiudere le porte dei nostri santuari a
mezzogiorno è un segno di questo impegnativo servizio. Negli ultimi mesi si è notata una crescente presenza dei pellegrini di tutto il mondo. Il muro di sicurezza con
il check point, cioè il punto di controllo delle forze armate israeliane, causa spesso
ritardi per i gruppi che si recano a Betlemme. L’apertura continua dei santuari è pensata anche per andare incontro ai disagi causati dalla nuova situazione politica nella
città natale del nostro Salvatore.
A tutti pellegrini e visitatori diamo benvenuto a Betlemme e ci auguriamo che le
porte aperte dei santuari aiutino a spalancare i cuori di tutti a Gesù Cristo, Redemptor hominis. Buon Natale!
la comunità di Betlemme
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Festa di Nostra Signora di Guadalupe a San Salvatore
Mercoledì12 dicembre. Secondo una bella tradizione che dura ormai da qualche
anno, i devoti della Vergine di Guadalupe, latinoamericani, nordamericani, filippini
e fedeli di ogni altra nazione, si sono ritrovati nella chiesa di San Salvatore a Gerusalemme per gioire attorno all’altare del Signore nella festa della loro celeste Patrona.
La Santa Messa è stata presieduta da S. E. Rev.ma Mons. Fuad Twal, Arcivescovo
Coadiutore del Patriarca latino di Gerusalemme, e concelebrata da oltre trenta sacerdoti, tra i quali il Vicario custodiale, fra Artemio Vítores. La partecipazione dei
fedeli è stata numerosa. Alla Santa Messa è seguito un rinfresco, animato, come già
la celebrazione eucaristica, da canti e rappresentazioni degli studenti del Seminario
di San Salvatore, in gran parte di estrazione latinoamericana.
Nell’omelia fra Nicolás Márquez ofm, da buon messicano, ha voluto ricordare il
senso delle apparizioni della Madonna ad un povero indio, Juan Diego, nel 1531.
Erano passati solo dieci anni dalla definitiva conquista del Messico da parte di H.
Cortes, quando la Vergine è apparsa, chiedendo la costruzione di un Santuario. Il
Vescovo, scettico, chiese al povero indio un segno: che raccogliesse, riunisse e gli
portasse delle rose, quasi segno profetico della riunificazione tra indios e popolazione ispanica sotto l’autorità di un solo pastore, in un momento in cui le tensioni erano
ancora forti. Il povero Juan Diego obbedì senza indugio, pur se si era in dicembre e
sul monte Tepeyac non crescessero che spine! Ma la Vergine andò ben oltre il segno
richiesto e lasciò la sua immagine impressa sul mantello dell’indio, quando questi lo
aprì per lasciar cadere le rose, puntualmente raccolte. E l’immagine era quella di una
donna meticcia, segno concreto di unità tra i due popoli che abitavano il paese.
Possa la Morenita, cioè la donna dalla pelle olivastra, come la chiamano affettuosamente i suoi devoti, intercedere anche per la riunificazione degli animi dei due
popoli che abitano questa Terra che fu santificata dalla sua presenza e ha voluta
onorarla in questo giorno che ricorda l’impressione della miracolosa immagine sul
mantello del beato Juan Diego.
AC
Inaugurazione del convento e dei nuovi locali della
parrocchia di san Giuseppe a Knaye
13 Dicembre. Una data indimenticabile per la gente di Knaye. Alle ore 11 del mattino arrivano fra Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa accompagnato da
fra Filippo Mistrih, fra Ibrahim Sabbagh, fra Maroun Younan, fra Halim Noujaim
e fra Raimondo Girgis. A riceverli nel piazzale del convento, il superiore di Knaye
con l’ingegnere Hanna Okzan e una schiera di operai che hanno eseguito i lavori di
ristrutturazione del convento. Si fa una visita lampo a tutti i locali, nuovi e vecchi.
Nel frattempo sono arrivati S.E. Mons. Giuseppe Nazzaro con fra Ibrahim Younes,
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fra Romualdo Fernández, fra Antoun Louxa, fra Rami Petraki, fra Georges Abou
Khazen e fra Haitham dalla comunità di Aleppo. Tutti hanno condiviso l’agape fraterna con le comunità delle Suore che lavorano nelle missioni dell’Oronte.
Dopo pranzo i frati hanno potuto riposare nelle nuove stanze, mentre il Custode ha
fatto un’accurata ispezione nei locali restaurati e nuovi. Le campane hanno suonato
a festa per l’inizio della solenne Messa di ringraziamento presieduta dal Custode in
lingua araba; è stata la prima volta, nella storia della missione di Knaye, che un Custode celebra la messa in lingua araba. (L’ultimo grande avvenimento che si ricorda
fu con fra Maurilio Sacchi, ex Custode, che nel 1978 celebrò - in latino - per solennizzare il centenario delle missioni dell’Oronte).
La chiesa è gremita di gente: servono all’altare gli araldini di San Francesco; la
schola cantorum canta la messa della Vergine Maria. Sono presenti anche tutti i
sacerdoti della provincia di Edleb, Greci ortodossi, Armeni ortodossi e Protestanti.
Terminata la celebrazione della Messa, tutti gli invitati si dirigono verso la nuova
sala parrocchiale per la benedizione dei locali.
Il Custode indossa la cotta e la stola e la cerimonia della benedizione viene eseguita in arabo dal nostro Vescovo e in italiano dal Custode. Il Custode benedice la
grande Croce che viene posta sulla parete centrale della sala e benedice i locali mentre la schola cantorum canta Sono venuto ad abitare la tua casa Signore, insegnami
il tuo amore. Poi, il parroco di Knaye e il Sig. Salim Younes tengono i due discorsi
di ringraziamento.
Al termine della cerimonia il Custode, con il Vescovo e il Parroco, hanno ricevuto
i saluti e le parole augurali di tutto il popolo che era convenuto a festeggiare questo
avvenimento che passerà alla storia per il bene del paese e per la Gloria di Dio, mentre la schola cantorum cantava Ho tanta gioia nel cuore e Ringraziamo il Signore di
ogni bontà.
fra Hanna Jallouf ofm
Visita del Ministro Generale dei Cappuccini a San Salvatore
Martedì 18 dicembre. Il Custode di Terra Santa ha accolto fra Mauro Jöhri, ministro generale dei Cappuccini, di passaggio nel paese per alcuni giorni.
L’incontro fraterno si è svolto nel divano del convento di San Salvatore dove, proprio in quel momento, si stava terminando di sostituire l’arredo. Fra Mauro Jöhri è
arrivato giusto giusto alla fine dei lavori: una sorta di inaugurazione, prima dell’inizio dei tradizionali scambi di auguri con le comunità cristiane locali.
È in quest’atmosfera tutt’altro che solenne e formale che i figli di san Francesco
si sono incontrati. Dopo un fraterno scambio di saluti, il Custode ha subito voluto
indirizzare gli auguri di benvenuto al Ministro Generale ed ai frati che lo accompagnavano.
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In ringraziamento, fra Mauro Jöhri s’è rivolto al Custode sottolineando come egli
ritenga la presenza francescana in Terra Santa fondamentale in quanto testimonianza
di uomini di pace.
La delegazione si è quindi spostata sul terrazzo del convento prima di celebrare
l’ora media assieme alla comunità di San Salvatore e condividere il pranzo nel refettorio.
I Cappuccini in Terra Santa
I cappuccini sono stati inviati in tutto il Medio Oriente dall’eminenza grigia di RiFrançois Joseph Leclerc du Tremblay - cappuccino egli stesso - nel 1627.
Tuttavia non è che dal 1933 che i frati del Libano fissano l’acquisto di una proprietà
a Gerusalemme, nel quartiere Talbye non lontano da porta di Giaffa, oggi in Israele.
chelieu,
Il convento di Gerusalemme doveva servire ad accogliere i giovani frati che
sarebbero arrivati per specializzarsi nelle scienze bibliche ed a quelli in pellegrinaggio
in Terra Santa. Ma appena costruita, la residenza fu requisita dai Britannici durante
il loro mandato, per diventare prima una prigione, poi, in seguito alla creazione dello
stato d’Israele (1948), in ospedale psichiatrico.
Ora tutto rimane da fare. I cappuccini, tornati nel 1986, si stabilirono nella piccola
dimora del giardino, dove tuttora vivono. Sono attualmente sei, di cui cinque stabili
(quattro italiani ed un turco). Alcuni proseguono gli studi presso lo Studium Biblicum
Franciscanum della Flagellazione, gli altri sono guide di pellegrini.
Il Ministro Generale è venuto a prendere visione dello stato della residenza: un
convento trasformato in ospedale ed un terreno di 10000 metri quadrati. Poiché si
tratta di prendere per l’Ordine alcune decisioni che s’impongono. La casa deve essere
ristrutturata secondo il progetto iniziale od evolvere verso altre iniziative? I progetti
non mancano per questa estesa proprietà, che potrebbe accogliere:
- un nuovo convento per un minimo di quindici frati: la fraternità stabile, i confratelli
di passaggio ed i frati che risiedono a Gerusalemme per studio;
- una foresteria per una sessantina di ospiti: centro d’accoglienza per i pellegrini di
Terra Santa e per la formazione permanente dei frati;
- un centro residenziale, con regolari contratti di locazione, per lunghi soggiorni.
Non rimaneva al Ministro Generale che rendersi conto delle speranze e delle
difficoltà che ogni progetto contiene. Io non volevo prendere una decisione senza
venire di persona. Avevo bisogno di vedere la situazione, ha detto fra Mauro Jöhri,
che è per la prima volta pellegrino in Terra Santa. Sono molto emozionato e toccato.
Celebrare stamattina la Messa della Risurrezione al Santo Sepolcro nel tempo
d’Avvento, vedere e toccare questi luoghi santificati da Cristo è un’esperienza
entusiasmante.
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I cappuccini sono attualmente circa 11000 distribuiti in 103 nazioni, con vocazioni
numerose in India ed in misura minore in Brasile.
Per saperne di più: www.ofmcap.org
Alla Casa del Fanciullo tutti i giorni è Natale
MAB
Giovedì 20 dicembre. La Casa del fanciullo è una delle nuove opere della Custodia
di Terra Santa a Betlemme. È in funzione dal mese di ottobre. La Custodia non è
soltanto i Luoghi santi, non è soltanto l’animazione parrocchiale, ma è anche opere
sociali a favore delle pietre vive che sono le comunità cristiane che vivono qui, e in
particolare per i più poveri tra loro. Così ci dice fra Marwan Di’des, direttore della
Casa.
Dopo la seconda Intifada, Betlemme non ha cessato di scivolare nella povertà e
nei problemi che l’accompagnano. La disoccupazione - che colpisce quasi il 50%
della popolazione - porta con sé diversi disordini sociali: violenze familiari, etilismo,
tossicodipendenza... I cristiani non ne sono risparmiati. La Casa accoglie 26 minori,
tutti provenienti da famiglie cristiane disagiate.
Lo si chiama a torto orfanotrofio racconta suor Marie, Francescana Missionaria
di Maria, d’origine libanese che lavora con fra Marwan. È vero che alcuni sono
orfani di padre, e la madre non riesce più a farcela da sola, ma la maggioranza dei
ragazzini hanno ancora entrambi i genitori e hanno fratelli.
Noi offriamo un’accoglienza pomeridiana, mentre 12 bambini risiedono qui a
tempo pieno, precisa fra Marwan. La capacità massima d’accoglienza pomeridiana
è di 35 ragazzini e di 18 residenziali, ma abbiano scelto di cominciare con meno
presenze. Abbiamo già una lista d’attesa, e valuteremo nel secondo trimestre la
possibilità di inserire altri ragazzi, prosegue il direttore.
Infatti, la casa, aperta in ottobre, non accoglie, per ragioni facilmente comprensibili,
che ragazzi maschi dai 6 ai 13 anni.
I ragazzi arrivano verso le tredici e trenta, e li attende un buon pranzo, cosa che non
è così scontata a casa loro. Quindi, seguiti da tre insegnanti, un’assistente sociale,
un’educatrice e da suor Marie fanno i compiti prima di poter giocare nel cortile, o
- in caso di pioggia - in una sala giochi attrezzata per loro.
Gli esterni ritrovano le loro famiglie alle ore 17.30, mentre i residenti cenano nella
Casa e poi vanno a dormire. Ai più grandicelli abbiamo dato una camera singola;
agli altri una stanza a due letti, o raccolti tra fratelli se lo spazio è sufficiente. Una
sola stanza ha tre letti e si tratta appunto di tre fratelli. Tutti vanno a letto alle ore
20,00. Io cammino per il corridoio dopo l’ora della ritirata ma nel giro di dieci minuti
cala il silenzio e non si sente che il respiro del loro sonno. È sempre fra Marwan a
parlare. Oltre al suo incarico diurno di direttore della scuola di Terra Santa maschile,
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di notte è il sorvegliante della Casa del Fanciullo. Alla domanda Che ne è della tua
vita comunitaria? risponde: Mi riunisco alla comunità il sabato e torno alla Casa il
lunedì, dopo l’orario scolastico. Ma, in pratica, questo nuovo impegno mi impedisce
qualsiasi altra forma di apostolato. Sono a scuola tutte le mattine fino alle 15,30, ora
in cui raggiungo la Casa. I ragazzini hanno già pranzato e stanno facendo i compiti;
li aiuto un po’ ma sono davvero libero di dedicarmi completamente a loro solo verso
le 18,00, e dopo la cena sono da solo coi i ragazzi. Non posso più seguire i gruppi
Scout o la JOC, a meno che non siano essi stessi a venire ad incontrarmi qui, o che
non trovi qualcuno che occasionalmente mi sostituisca un’ora o due. È un impegno
duro, ma bello. Se trovassi un giorno una persona affidabile per aiutarmi a curare i
ragazzi allora potrei pensare di uscire; ma per ora sono chiuso qui.
Qui significa presso le suore Francescane Missionarie di Maria. Infatti è a loro
che appartengono i locali che la Custodia ha fatto ristrutturare con un finanziamento
della Franciscan Holy Land Foundation, per diventare la Casa del fanciullo. Noi
avevamo una casa d’accoglienza per pellegrini fino alla seconda Intifada, dice suor
Marie Paule, superiora delle suore. Da allora - benché non sia mai accaduto alcun
incidente con i turisti o pellegrini - le persone hanno paura di venire a Betlemme.
Abbiamo studiato vari progetti per far vivere questi ambienti. Alcuni non hanno
potuto esser portati a compimento, finché fra Amjad - curato della Parrocchia fino a
settembre 2007- non ci ha contattato per questo progetto.
Esiste una logica coerente dietro questa richiesta: non soltanto le Suore avevano la
disponibilità di questi locali, situati al piano terra della loro casa, ma le stesse suore
già lavoravano nel campo sociale al servizio delle famiglie attraverso il loro Centro
francescano della Sacra Famiglia - un centro d’aiuto, d’ascolto e di assistenza per le
famiglie cristiane - ai piani superiori.
Marie-Armelle Beaulieu
La nuova esperienza tre mesi dopo
È davvero grande cosa si è riusciti ad offrire ai bambini della Casa, commenta
suor Marie Paule. Il rischio è che i bambini si sentano così bene qui da ritornare con
fatica alla realtà delle loro famiglie durante il fine settimana.
Il rischio esiste - riconosce fra Marwan - ma i bambini sanno che possono andare
a casa gioiosi il sabato, perché possono tornare altrettanto gioiosi qui, il lunedì.
Nel cortile, in questo giorno un po’ eccezionale, alcuni ragazzini manifestano nel
gioco una certa violenza. Certo, sì, sono violenti. La violenza familiare per alcuni
di loro è stato pane quotidiano della loro infanzia. Ma, a soli tre mesi dall’inizio,
possiamo già contare su progressi evidenti. All’inizio, essere testimone di questa
violenza mi scioccava, e montavo in collera. Ma ben presto ho capito che questo
atteggiamento non sarebbe servito a niente. Bisognava essere fermi, e separarli.
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E allora, una volta separati, aspetto che si calmino, poi parlo a loro, insieme, per
aiutarli a trovare nel dialogo il modo di rappacificarsi. I progressi conseguiti in
questi primi tre mesi sono estremamente incoraggianti. Penso a questo ragazzino,
che era perennemente in rottura, con i suoi amici e con la scuola. Sempre solo e
con un rendimento scolastico sempre in calo. Viveva grandi difficoltà in famiglia.
Dopo il suo arrivo qui, ha iniziato ad aprirsi agli altri. Poi, abbiamo scoperto che
aveva bisogno di occhiali, non solo, ma rischiava di perdere la vista da un occhio.
Abbiamo provveduto, naturalmente, e da allora è un altro ragazzo. Ride, gioca con
gli altri e con non poco orgoglio mostra il suo bollettino scolastico che ha una
media di 80 su 100. I professori dicono che sta socializzando con un progresso
incredibile. Naturalmente io, lo confesso, ne sono orgoglioso. Chiaramente non è
solo merito mio, ma di tutta la squadra, che è formata da nove persone, compresa
la segretaria.
Penso anche ad un altro bambino, arrivato da noi e che abbiamo inserito nella
Scuola di Terra Santa quest’anno. A otto anni non sapeva scrivere correttamente il
suo nome. Con l’aiuto di un’educatrice, Maha, ha iniziato a colmare il suo ritardo
scolastico, registrando in tre mesi un progresso impressionante. La situazione
familiare di questi bambini non permette loro di crescere in modo normale. Questa
Casa vuole offrire a loro l’opportunità di crescere e di costruirsi.
I bambini circondano da ogni parte fra Marwan: oggi è proprio un giorno di festa
per la Casa del fanciullo. In occasione del Natale, il Custode di Terra Santa, fra
Pierbattista Pizzaballa in persona è venuto a visitarli e a celebrare per loro una Messa
alla Grotta del Latte qui a due passi. I ragazzini cantano gioiosamente a tutta voce.
Essi partecipano, oltre alla Messa festiva, ad una Messa con le suore francescane,
il venerdì. Ora rivaleggiano nelle risposte alle domande che il Custode rivolge loro
durante l’omelia, a riprova che l’accompagnamento spirituale è parte integrante del
clima educativo della Casa del fanciullo.
Dopo la condivisione di un buffet, i ragazzini attendono la venuta di Babbo
Natale. Loro hanno offerto un dono al padre Custode: un poster che essi stessi hanno
disegnato e sul quale hanno incollato le proprie fotografie. Un bambino intanto si
azzarda a verificare se la barba del Custode chinato verso di lui, sia vera. L’atmosfera
è davvero gioiosa.
Fra Marwan distribuisce gesti di tenerezza, pacche affettuose, facendoli attendere
in un sapiente dosaggio d’attenzione e amore che i ragazzini gli rendono con
simpatia, ammirazione e affetto. Finalmente arriva Babbo Natale ed è un’esplosione!
La distribuzione dei doni è fatta. I bambini non si precipitano ad aprire i pacchetti,
come se il più bello dei regali di Natale sia già l’essere qui, in questa Casa, sotto lo
sguardo dei loro familiari. Perché qualcuno di essi è venuto a partecipare alla Messa
e i loro visi riflettono ora la gioia dei loro bambini. Tutte le suore francescane sono
100
presenti e anche qualche frate della comunità di Betlemme è venuto qui a festeggiare
insieme questa giornata inaugurale.
La festa finisce, i bambini tardano un po’ a disperdersi, portandosi appresso un
sacco grande come loro con i colori della Franciscan Holy Land Foundation. È la
Fondazione che sostiene il 75% delle spese della Casa, il restante 25% è a carico
della Custodia che ricerca i fondi per questo attraverso l’Associazione Terra Santa,
la sua ONG. Fino a quando la situazione di Betlemme genererà di questi disagi
sociali, la Custodia dovrà essere qui ad aiutare i bambini e le loro famiglie. Essa
conta, per questo, sui suoi benefattori. Abbiamo voluto tenere libera una camera
per accogliere chi volesse renderci visita per conoscerci. Il messaggio corre. Babbo
Natale è passato. L’amore di Dio non passerà mai.
Marie-Armelle Beaulieu
Chiusura del primo trimestre al centro di spiritualità
francescana di Beirut
Mercoledì 20 dicembre. Una gioiosa concelebrazione ha segnato la fine del
primo trimestre scolastico del Centro di spiritualità francescana a Beirut. Abuna
Toni, cappuccino, direttore del Centro mi ha chiesto di presiedere la santa Messa;
ha concelebrato fra Roger, conventuale e vicedirettore. Fra Giuseppe Incelli era
disponibile per le confessioni.
Un gruppo di chierici cappuccini e qualche signorina del Terz’ordine assicuravano
il servizio dei canti, ma per i cantori è sempre un po’ difficile cantare in latino. A
Bab-Touma l’avevo insegnato alla corale. Ho cantato le parole della consacrazione
per dare più solennità, e ricordare che gli orientali cantano sempre tutto il canone.
Tre anni fa ero presente all’inaugurazione del Centro partecipando alla Messa
celebrata dal Vicario apostolico dei Latini, Mons. Paul Dahdah, e alla benedizione
dei locali. Ho ricordato questo dicendo, nell’omelia, che ora si iniziano a cogliere
i primi frutti con la promozione del primo gruppo che termina il corso triennale.
In Avvento la liturgia prega perchè il cielo faccia piovere il Giusto e che la terra
dia come frutto il Salvatore. E un altro frutto coglieremo in questo nuovo anno: la
beatificazione di Abuna Yacoub, cappuccino, fondatore delle suore della Croce.
Ho ringraziato tutti coloro che hanno contribuito all’istituzione del Centro, in
particolare fra Toufic, che ora ha un altro incarico.
Dopo la Messa, fra Toni ha invitato gli studenti, radunati nella grande aula, a fare
un bilancio del trimestre, guardando anche ai tre anni passati. Ci sono state varie
osservazioni. Un nostro postulante di Harissa ha proposto di usare gli audiovisivi,
suggerendo di non limitarsi alla sola teoria, ma anche a lezioni più pratiche, come ad
esempio la spiegazione del Crocifisso di San Damiano. I miei studenti hanno fatto
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osservare che io avevo loro spiegato il significato dei simboli di questo Crocifisso;
e rispondendo ad un’altra osservazione hanno detto che come San Francesco faceva
abitualmente!, abuna Joseph ci consegna sempre copia delle conferenze, e vogliamo
anche ringraziarlo per aver abbellito gli ambienti con posters e altri quadri.
Fra Toni stesso, portando l’esempio dei giovani di Bab Touma - che con modesti
mezzi hanno prodotto un film su San Francesco, e alcuni CD di canti francescani ha incoraggiato gli studenti a darsi da fare per tradurre in pratica ciò che imparano...
Naturalmente questo mi ha fatto piacere, perchè ha valorizzato il contributo dei frati
di Beirut e dei nostri giovani di Damasco.
Fra Toni ha terminato presentando i saluti e agli auguri di fra Ibrahim che era
assente. E ha avuto parole di accoglienza per fra Halim, che ora è diventato anch’egli
conferenziere al Centro.
fra Joseph Constantin ofm
La giornata del 24 dicembre a Betlemme
Non sono ancora le nove del mattino, quando la città comincia ad animarsi, alle
note delle fanfare degli scouts. Secondo la tradizione queste devono aprire il corteo
di vetture che precederà quella del Patriarca, Mons. Michel Sabbah, durante il suo
ingresso, previsto per le 13.30 del pomeriggio. Tutti gli scouts sono presenti, non
solo gli scouts cattolici di Betlemme e i loro colleghi di Gerusalemme che li hanno
raggiunti, ma anche gli scouts ortodossi greci, siriani, copti e armeni dell’agglomerato
di Betlemme, Beit Sahour e Beit Jala. Danno spettacolo, e tutti in città apprezzano
questa festa che li tira fuori, cinque giorni l’anno1, dal torpore in cui la situazione
politica li ha affondati da anni. Alle 10.30 la parata tocca il culmine e la piazza della
Mangiatoia è densa di gente che si accalca contro le barriere. I musulmani della città
non sono gli ultimi ad apprezzare lo spettacolo. Si dice che ci sarà gente per Natale
e tutta la popolazione se ne rallegra.
Fin dal mattino grappoli di turisti cercano di accedere alla Basilica della Natività,
da cui escono a volte di corsa, per veder passare anch’essi gli scouts e scattare la foto
che completerà il loro album. C’è un pellegrino tedesco tutto commosso, che ha fatto
più di 5000 chilometri in bicicletta, per arrivare qui il giorno di Natale.
I frati francescani si prodigano, alcuni per gli ultimi preparativi, altri per rispondere
ai giornalisti che vogliono chiudere i loro servizi, la cui diffusione è prevista per
mezzogiorno. Il Padre Ibrahim Faltas è molto richiesto dalle televisioni locali. C’è
anche Al Jazeerha, la famosa televisione del Qatar, diffusa in tutto il mondo arabo2.
Per dire che ogni parola è importante.
Davanti la Basilica vivono una grande giornata non solo i giornalisti, ma anche i
venditori ambulanti e le guide palestinesi.
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I poliziotti, sorprendentemente numerosi, riprendono aspramente tutti i monelli
che approfittano della venuta di tanti turisti per chiedere l’elemosina.
Verso mezzogiorno il corteo si distende per raggiungere Mar Elias, il monastero
greco ortodosso che segna tradizionalmente l’ingresso nell’agglomerato di BeitSahour, Beit Jala e Betlemme. Come in tutte le entrate solenni, le vetture palestinesi3
hanno il diritto di uscire per l’antica via principale che passa davanti alla tomba di
Rachele. Il passaggio avviene senza problemi, mentre i soldati israeliani verificano
che tutte le vetture siano munite del permesso di passaggio.
A Mar Elias si attende il Patriarca, sotto un sole splendente e caldo. L’atmosfera è
distesa, il nuovo capo militare del distretto di Gush Etzion, da cui dipende il settore,
è druso. Parla arabo correntemente ed abbraccia tutto sorridente il Patriarca, quando
esce dall’auto. Lì, davanti al monastero, il Patriarca riceve gli auguri di tutti i cristiani
presenti e risponde ai giornalisti. E i giovani soldati israeliani sono anch’essi contenti
di vedere quello che per loro è un folclore di cui ignorano tutto, alla presenza di
palestinesi del tutto inoffensivi. Per lo meno il Natale lascerà loro un’impressione
di pace.
Il corteo non avanza: Ci sono molte macchine, dice fra Ibrahim. Difatti a Betlemme
ci sono degli imbottigliamenti che rallentano tutto e tutti. All’arrivo alla Natività il
ritardo sarà di quasi un’ora e mezza.
Fra Jerzy Kraj accoglie il Patriarca, per la prima volta come guardiano di Santa
Caterina, all’ingresso della Basilica della Natività, davanti la porta dell’umiltà.
Dopo aver superato il nartece, in fondo alla navata, il Patriarca saluta i rappresentanti
ortodossi e poi si dirige verso il chiostro, attraverso il quale entra nella chiesa di
Santa Caterina. La festa, che è cominciata sul sagrato della Basilica con il Benedictus
e il Te Deum, continua con i primi vespri della festa, seguiti dalla processione nella
grotta. Una folla numerosa si è unita ai francescani e ai seminaristi del Patriarcato.
Con la preghiera il mistero del Natale ha cominciato ad operare. Alcune ore ancora
ci separano dalla Messa di mezzanotte. Sono le 17.00, e la notte è scesa. I pellegrini
affluiscono. Dicono che sono due volte più numerosi dell’anno scorso, tra i 20 e i
30.000. Non si vedeva una cosa simile dall’inizio della seconda intifada, nell’anno
2000. I giornalisti chiosano sulle speranze di pace. Una donna palestinese, abitante
della città mi dice chiaro: Vorremmo un po’ meno di speranza e di giornalisti e un po’
più di cose concrete. Giustamente è Natale; e se lasciassimo prendere tutto lo spazio
al Principe della Pace?
MAB
1. Le altre occasioni sono le due entrate del Custode per Santa Caterina e per l’Epifania,
le entrate dei patriarchi ortodossi per il loro Natale del 6 gennaio, e quello degli armeni il 18
gennaio.
2. Si calcola che la catena Al Jazeera, in lingua araba, conti oggi nel mondo tra i 35 e i 40
milioni di telespettatori quotidiani.
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3. Le automobili palestinesi sono riconoscibili per le loro targhe bianche, con scritta in
verde.
Notte di Natale a Betlemme
Lunedì 24 dicembre. Scende la sera su Betlemme: la gente sulla piazza non si
disperde. Pellegrini e turisti si affrettano per la visita in Basilica o per raggiungere gli
alberghi. I betlemiti sanno che il Presidente dell’Autorità Palestinese arriverà sulla
piazza per la cena. È un incontro tradizionale con i Francescani, questo, che fa parte
del protocollo. Dallo scorso anno la cena non è più nel refettorio del Convento, ma
nella più ampia sala da pranzo del Casa Nova francescano. È un incontro semplice:
al tavolo centrale S.B. il Patriarca Michel Sabbah, il suo Coadiutore Mons. Twad,
Mons Kamal Bathish, Vescovo ausiliario, Mons Antonio Franco, Nunzio Apostolico,
con il Padre Guardiano del Convento. A fare gli onori di casa il Vicario custodiale,
fra Artemio Vítores ofm, che porge all’illustre Ospite il benvenuto da parte del
Padre Custode, che quest’anno celebra il santo Natale a Nazareth nella basilica
dell’Annunciazione. Il discorso è breve e ricorda il dovere del comune impegno
verso le tante necessità della gente povera che abita questa città così importante
per la fede cristiana. Ringraziando il Presidente, fra Artemio, gli augura un operoso
cammino verso la pace, nell’apertura al dialogo e nella verità. Fra Ibrahim Faltas
ofm, incaricato per i rapporti con le Autorità palestinesi e israeliane, traduce il
discorso in arabo, per i numerosi ospiti che fanno parte del seguito presidenziale, tra
i quali il Primo Ministro Salam Fayyad. La cena non dura molto, e mentre escono
le Autorità religiose e il Presidente Abu Mazen seguito dai suoi invitati, i frati si
affrettano a finire per raggiungere ognuno il proprio posto.
La chiesa di santa Caterina è già sistemata, con i banchi spostati a delimitare il
posto dei Consoli da una parte e delle Autorità palestinesi dall’altra, quasi a ridosso
dell’altare. Poco dopo le nove iniziano ad entrare i primi pellegrini muniti di biglietto
d’ingresso. Il mondo spinge alla porta esterna del convento, e bisogna far capire che
davvero la chiesa non lo può contenere tutto! Forse nessun betlemita partecipa a
questa Messa, loro verranno domani, Natale del Signore. Sarà la loro Messa: stretti
stretti, famiglia dopo famiglia, con una partecipazione emotiva e corale davvero
commovente. Niente riuscirà a distrarli. È il loro Natale: i bambini vestiti di rosso,
come i babbi natale, aspetteranno di salutare uno per uno il Patriarca, che sarà tutto
per loro. Andranno tutti, grandi e piccoli, a dare un bacio alla statua di Gesù Bambino,
il Bambino di Betlemme.
Adesso, invece, la gente entra piano piano: tre posti di blocco regolano il flusso
dei pellegrini, controllando i biglietti. Entrano anche più di centocinquanta sacerdoti,
quanti ne può contenere un presbiterio sistemato all’occorrenza. I giovani frati li
aiutano a rivestire i paramenti sacri e li accompagnano a prendere posto. C’è tempo:
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bisogna aspettare mezzanotte. In un’area geografica dove non si aspetta Natale e dove
solo Betlemme, stretta nel Muro, fa Natale, queste due ore di attesa sostituiscono
l’Avvento. Il brusio contenuto si spegne subito all’avvicinarsi di un frate all’ambone:
una lettura e un canto, alternandosi, scandiscono l’ultimo tempo prima della Messa.
Adesso l’assemblea è un unico mare di teste, e sta in silenzio, nell’ascolto o nel
canto, continuando l’attesa. Quest’atmosfera sospesa e composta è un’esperienza
che forse si può vivere solo qui. Qui è Betlemme: questa notte, qui, nel cuore di una
città sofferente, abitata da una piccola minoranza cristiana, si dà appuntamento il
mondo per inchinarsi davanti a questo Bambino. La commozione è palpabile, neppure
l’entrata del Coro del Magnificat - l’Istituto musicale della Custodia di Terra Santa
- rompe il silenzio. E sì che quest’anno sono davvero tanti! Si sistemano attorno
all’organo, la gente aspetta. Guardano incuriositi questo grande coro in blu, davanti
al quale si è dispiegato un gran numero di giovanissimi in abito bianco. Il Coro è
come tutto il resto del Magnificat: insieme, cristiani, musulmani, ebrei: fra gli allievi
e fra i docenti le diverse appartenenze lasciano il posto alla bellezza e alla musica.
Questa notte, qui a Betlemme, insieme cantano per la prima volta la Missa Yasmeen
che fra Armando Pierucci ha dedicato a Papa Benedetto. Dalla sacrestia escono
processionalmente i Celebranti in vesti solenni: la Croce e il Vangelo levato in alto,
l’incenso e i ceri: ha inizio l’Ufficio delle Letture. La gente è in piedi da quasi due
ore, ma l’aria sembra vibrare di gioia per il compimento della loro attesa. Sono qui,
a Betlemme, per ringraziare Dio che si è fatto Bambino. All’intonazione del Gloria,
il drappo che teneva nascosto la statua di Gesù bambino viene tolto: il Coro sostiene
un Gloria che sembra riecheggiare il primo Gloria cantato dagli Angeli. Le voci del
giovanissimo coro portano i cuori in alto, e l’assemblea si unisce al canto con forte
partecipazione. Chi sa quanto dura la Messa di mezzanotte a Betlemme? Nessuno
dà segni di stanchezza, e l’attenzione si concentra adesso sulla processione dei
Concelebranti che accompagnano il Patriarca a portare il Bambino nella Grotta della
Natività, dove verrà deposto nella Mangiatoia. Lì starà fino al giorno dell’Epifania,
adagiato in una culla, disteso su un drappo di seta che, come tradizione, il Patriarcato
fa dipingere ogni anno dalle Monache di Beit Jemal per questo scopo.
Quando la processione ritorna, i pellegrini hanno quasi svuotato la chiesa e le
ultime strofe del Te Deum introducono alla Benedizione finale. Sono passate le
due: è Natale a Betlemme. Nella Grotta, all’altare della Mangiatoia (latino) e nelle
Grotte sotto la Basilica, le Messe si susseguiranno ininterrottamente - la prima viene
celebrata dal Parroco di santa Caterina, fra Samuel F. Fahim ofm, allo scoccare della
Mezzanotte - fino al pomeriggio del giorno di Natale. Nella Grotta di San Girolamo
il Cardinal Carlo M. Martini celebrerà alle ore 10 del 25 dicembre. Il servizio sarà
assicurato dai giovani frati della Custodia. Intanto si rimettono i banchi al loro posto,
facendo un po’ di chiasso, certo, perché anche qui nella chiesa di santa Caterina, le
Messe riprenderanno presto, per i gruppi più numerosi.
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Al Campo dei Pastori, alla Grotta del Latte, ovunque ci sia un altare questa notte
vede riuniti, qui a Betlemme, le genti più varie, a ringraziare Dio per la perenne
novità che il Natale ci dona.
IB
Una notte di Natale al Santo Sepolcro
In Terra Santa, la notte di Natale molti cristiani vivono le celebrazioni lontano da
Betlemme. Tuttavia è sempre Natale, come ha voluto sottolineare il papa Benedetto
XVI col presepe di piazza San Pietro ambientato in una casa e non, come si fa
tradizionalmente, nella grotta di Betlemme, per mostrare che Gesù può nascere
dovunque.
Per i giornalisti, è una corsa alla novità: che cosa si potrà dire d’originale, una volta
che si saprà il numero di pellegrini presenti?
Per la cronaca della Custodia, la domanda è la stessa. Allora quest’anno ho voluto
vivere un’altra realtà custodiale. Per questo ho trascorso la notte di Natale al Santo
Sepolcro, con la fraternità francescana della basilica della Risurrezione.
Abitualmente, qui vivono dieci frati. Anche questa notte sono dieci. Due fratelli
sono assenti - uno è andato a Betlemme, un altro ha la sua settimana di riposo - però
se ne sono aggiunti altri due: fra Cristoforo della fraternità di San Salvatore è venuto
a guidare il canto, mentre fra George è venuto da... Betlemme per suonare l’organo.
Fra George mi confida: Qui o là, è lo stesso per me, Natale è Natale. E non c’è
nessun altro per suonare. Anche a Betlemme non sempre ho trascorso la notte in
Basilica, ma una volta l’ho passata all’università, col Nunzio apostolico.
Fra Vittorio, con cui converso di ciò che stiamo per vivere, mi dice: È la prima volta
che vivo il Natale al Santo Sepolcro, è un Natale molto diverso, e penso che sarà
anche molto commovente. Il mistero di ciascuna delle due basiliche si corrisponde,
se non c’è la nascita, non c’è la risurrezione. Ma se non c’è la risurrezione, secondo
le parole di san Paolo: la nostra fede è vana. Allora, celebrare il Natale, e celebrare
il Natale in questa altra grotta che è il sepolcro, è necessariamente un momento
intenso.
La comunità ha cenato presto, alle 18.00, nel suo refettorio decorato con i colori
della festa. Dopo la cena i frati si sono ritrovati nella sala comunitaria, per provare le
antifone della festa che canteranno questa notte. Durante questo tempo, le porte del
Santo Sepolcro restano chiuse per loro come tutte le sere. Ma, mentre abitualmente si
aprono alle 3.30 (4.30 l’estate), il 25 dicembre non si apriranno che alle 8.30, come
per la festa della Presentazione di Gesù al Tempio.
Di buon’ora, alle 20.45, i frati sono andati a riposare, prima della notte. Alcuni
rumori della notte giungono fino nel convento, come quelli dei petardi, che fanno
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parte della festa. La messa della notte sarà a mezzanotte. Aspettando l’ufficio, faccio
i cento passi nella galleria, questo balcone che domina l’edicola del Sepolcro. Al
pian terreno, tutto è deserto e magnifico. Il silenzio è impressionante.
Ore 23.15: scendo per la messa, i sacerdoti si vestono, i sagrestani si danno da
fare. Tutto è preparato come per le solennità: tappeto, candelieri, ambone, poltrona
del celebrante principale, incenso. La messa avrà luogo nella cappella dell’Angelo,
nell’edicola. Alle 23.30 l’organo risuona. È l’invitatorio dell’ufficio delle letture, che
è celebrato nella cappella delle Apparizioni, detta del Santo Sacramento. L’ufficio
è interamente cantato ed accompagnato con l’organo. A Betlemme, si può pensare
che la liturgia possieda un decoro che si addice ad una trasmissione televisiva. Qui,
tutto il tesoro della liturgia si dispiega per quello che è: una manifestazione d’amore
a Dio solo. Non sono sconvolta dalla qualità del canto, lo sono per essere più vicina
al mistero di Natale, alla solitudine di Giuseppe e Maria nel presepe. Gli armeni
cantano il loro ufficio abituale durante l’ufficio delle letture, senza che le voci non
ostacolino.
Al momento del Gloria ci dirigiamo verso l’edicola. Le campane riecheggiano, e
si uniscono anche quelle degli armeni e dei greci. A mezzanotte una salva di petardi
all’esterno dimostra che i Cristiani di fuori hanno compreso il messaggio. È nato il
divino Bambino. Dopo avere incensato l’altare e la pietra del Sepolcro, fra Vittorio
scopre la statuina del bambino Gesù deposta davanti all’altare. Il sepolcro, il bambino
Gesù... Sorprendente contrasto. Sarà ancora più sorprendente quando, alla fine della
Messa, fra Vittorio prenderà il bambino nelle sue braccia e uscirà dal sepolcro col
neonato sulle braccia...
La comunità riunita canta la messa della notte al suono dell’organo. Non c’è
omelia. L’intensità del momento dice tutto e l’orario dello Statu Quo fa il resto.
Dopo la messa, ci sono le Lodi alla cappella dell’Apparizione, e poi l’incensazione
abituale del Sepolcro. All’una di notte fra Vittorio deve celebrare un’altra messa,
all’altare del Calvario. È accompagnato da un sagrestano. Un monaco ortodosso
prega in ginocchio, ed è presto sostituito da un altro che aspetta il greco che deve
fare l’incensazione degli altari durante la notte. Fra Vittorio dice la messa dell’aurora
Ora, Maria conservava tutte queste, meditandole, nel suo cuore, dice il testo del
vangelo secondo san Luca. L’altare è quello della Madonna Addolorata...
Quando risale attraversando la basilica deserta, si sentono i greci che dicono l’ufficio
nel loro coro aperto. Nella cappella dell’Apparizione hanno posto del pane.
Risalendo al convento alcuni frati si sono fermati davanti alla televisione, dove
seguono certamente la messa della notte a Betlemme…
Ore 6.00 della mattina: nuova eucaristia, questa volta nella Tomba, e celebrata da
fra Theophilo alla presenza di due sagrestani. Per questa messa, abituale a questa ora
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ed in questo luogo, ha scelto i testi della messa dell’Aurora. Un nuovo modo di fare
risuonare queste due aurore… quella della mattina di Natale e quella della mattina
di Pasqua.
Come ogni giorno, alle 7.00 nella cappella dell’apparizione, c’è la messa della
fraternità del Santo Sepolcro. È solenne e, dato che le porte sono ancora chiuse,
il silenzio della basilica si aggiunge alla solennità, mentre sorge il sole. Un copto
salmeggia solo e a voce bassa, nella cappella dietro l’edicola. Mentre i frati sono
alla messa, dietro la porta di entrata della basilica, si cominciano a sentire le voci dei
pellegrini. Ma le porte si apriranno solamente quando tutto sarà finito e i sagrestani
avranno sistemato tutto. I fratelli delle altre confessioni controllano da lontano, per
assicurarsi che tutto proceda bene. Il cero nel coro indica la presenza francescana
ancora per alcuni minuti. Infine, fra Andrew va a dare il via libera per l’apertura
delle porte.
È subito la confusione dei pellegrini... I frati salgono a fare colazione. La vita nella
Basilica della Risurrezione riprende il suo corso.
È risuscitato veramente il divino Bambino!
Nazareth: Benedizione della Casa per i Volontari
MAB
Martedì 25 Dicembre, Natale del Signore: Sono le ore 9.15 quando, nel cortile della
nostra Scuola Terra Santa, con una semplice ma significativa cerimonia, abbiamo
voluto benedire la Casa della Santa Famiglia di Nazareth, appena finiti i lavori di
profonda ristrutturazione che sono stati diretti dall’ingegnere Walid Haj, e che è
destinata ad accogliere i Volontari desiderosi di mettersi al servizio del Santuario
dell’Annunciazione.
Il Custode, dopo aver tagliato il nastro all’ingresso della Casa, è salito al 3º piano,
dove si è svolta la breve liturgia per la benedizione dell’edificio. Hanno partecipato
diverse comunità religiose di Nazareth ed alcuni fedeli locali, unendosi alla Comunità
Cattolica Shalom, prima ospite in questa Casa, e che già da un anno svolge il proprio
servizio nel Santuario.
Fra Dobromir Jasztal, economo custodiale, ha seguito la parte finale di questo
progetto ed è stato lui a ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla sua
realizzazione. Al termine della cerimonia, l’ingegnere e i suoi collaboratori, hanno
voluto offrire agli intervenuti un piccolo rinfresco, in segno di amicizia e di benvenuto
in questa nuova realtà che nasce sotto lo sguardo premuroso della santa Famiglia di
Nazareth.
La fraternità francescana di Nazareth vuole augurare alle persone che si renderanno
disponibili per un periodo di volontariato e che troveranno ospitalità in questa Casa,
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che possano qui beneficiare largamente della grazia che il Santuario dona, e crescere
in età, sapienza e grazia, davanti a Dio e agli uomini come Gesù, che qui crebbe
nella santa Famiglia.
fra Ricardo Bustos ofm, Guardiano
La festa dei Santi Innocenti a Betlemme
Come da tradizione, il Vicario custodiale, fra Artemio Vítores, è andato a
Betlemme il 27 dicembre per presiedere i Primi Vespri, e l’indomani, 28 dicembre,
la Messa e poi la processione quotidiana, nel giorno della festa dei Santi Innocenti.
Due novità hanno caratterizzato le celebrazioni di quest’anno. La prima è che la
Messa è stata celebrata alle 10.00, invece che alle 8.00. La seconda, è che alcuni frati
dell’infermeria di San Salvatore si sono recati a Betlemme.
Poiché il loro stato di salute non permette loro di unirsi alle celebrazioni della notte
di Natale nella Città di Davide, il giorno dopo Natale avevano ricevuto la visita della
comunità di San Salvatore, venuta a festeggiare Santo Stefano con loro, celebrando
insieme l’eucaristia nell’infermeria. Oggi tuttavia, quattro di loro, accompagnati da
fra Jad Sara, responsabile dell’infermeria, hanno potuto recarsi alla Grotta e venerare
i Luoghi santi, ed unirsi alla Messa della festa. Ne hanno approfittato anche per
scoprire la cappella della Grotta del latte, restaurata l’anno scorso, e la nuova chiesa
costruita al di sotto, che riscuote una grande ammirazione da parte dei pellegrini,
come ci conferma fra Lawrence.
Durante la Messa, celebrata all’altare di san Giuseppe, fra Artemio circondato da
alcuni sacerdoti della fraternità di Betlemme, fra cui il Guardiano fra Jerzy Kraj,
nella sua omelia ha ricordato che la sofferenza non è lontana dalla gioia del Natale.
Fin dall’indomani, egli sottolineava, festeggiamo il primo martire santo Stefano.
In questo giorno della festa degli Innocenti, non facciamo solamente memoria dei
bambini che Erode fece assassinare, ma anche di tutti quelli che si assassinano oggi,
quando l’individualismo e la ricerca del profitto generano anch’essi la loro parte di
sofferenze e di morti di innocenti.
A mezzogiorno, come ogni giorno, la comunità ha fatto la processione quotidiana
che la conduce dalla chiesa di Santa Caterina alla grotta della Natività e, di là, alle
grotte adiacenti. L’ultima stazione della processione, che permette di fermarsi ad uno
degli altari delle grotte, ha fatto sosta in questo giorno all’altare dei Santi Innocenti
ornato a festa.
Nella chiesa di Santa Caterina i pellegrini, che dall’inizio di dicembre possono
visitare la chiesa tra mezzogiorno e le due, possono anche unirsi alla preghiera
della processione, poiché adesso il celebrante principale è munito di un microfono
portatile.
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Se la festa dei Santi Innocenti c’invita a meditare sulla sofferenza in piena ottava di
Natale, è però nella gioia che i fratelli si sono ritrovati in questo giorno.
MAB
Concorso di
Gerusalemme
canti
religiosi
delle
Scuole
latine
di
28 dicembre 2007. Il giorno della festa dei Santi Innocenti di Betlemme, le voci dei
bambini, gli innocenti delle Scuole cattoliche di Gerusalemme, hanno cantato le lodi
a Dio che essi stessi hanno composto ispirandosi al Natale.
Le loro composizioni sono state ascoltate all’interno di un concorso organizzato dal Centro di Catechesi del Patriarcato latino. Scopo del concorso - come suor
Virginia ha spiegato nelle sue parole d’introduzione - è di incoraggiare i bambini a
valorizzare i propri talenti nell’ideare i testi, sviluppando per essi anche la musica e
l’armonia del canto.
La giuria era composta da fra Armando Pierucci, fondatore dell’Istituto Magnificat a Gerusalemme, compositore di grande fama e organista principale del Santo
Sepolcro; fra Najib Ibrahim, direttore e redattore della rivista Asalam Wal Keir (Pace
e benevolenza), mensile in lingua araba della Custodia di Terra Santa, e la signora
Hania Soudah Sabbara, direttrice dell’Istituto Magnificat, direttrice del Coro della
Custodia di Terra Santa e del Coro di voci bianche Jasmin.
I punti erano ripartiti in tre diverse categorie. Per le qualità liriche, la Scuola maschile di Terra Santa ha conseguito il primo posto con il loro canto di Natale, che
racconta che gli alberi si inchinano lungo la strada che porta alla pace, perché le loro
foglie parlano di compassione e d’amore. Al secondo posto è giunta la Schmidt’s
School, per il canto Il giorno della tua nascita. Il terzo posto è toccato a pari merito
ai piccoli alunni di tutte le altre scuole, in premio alla loro buona volontà nel cimentarsi in questa prova di creatività.
La musica e l’esecuzione sono state oggetto di una seconda categoria, divisi tra
i canti natalizi e composizioni originali. La Schmid’s School si è piazzata al primo
posto con la canzone ispirata a Rudolf, la piccola renna dal naso rosso. Al secondo
posto, la Scuola delle Suore del Pilar per il loro canto ispirato a Jingle Bells.
Il primo posto nella categoria composizioni originali ha visto i maschietti della
Scuola dei Fratelli delle Scuole Cristiane, di Porta Nuova di Gerusalemme; e al secondo posto quelli dello stesso istituto scolastico, ma di Beit Hanina. Le due canzoni
erano intitolate Il bambino della Natività. Il terzo posto è stato attribuito alla Scuola
di Terra Santa San Giuseppe, per la canzone Il Bambino della Mangiatoia che è stata
scritta, composta e diretta dalle bambine della seconda superiore, ma cantata dalle
bimbe di quinta elementare.
La cerimonia è terminata con i premi offerti ad ogni scuola e ad ogni bambino e
bambina, augurando a tutti un gioioso e buon anno 2008.
DK
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Formazione Permanente
Missionari in Terra Santa, Martiri in Spagna
Il 15 ottobre, alle ore 17.00, nel salone dell’Immacolata a San Salvatore si è tenuta, nell’ambito della Formazione permanente, la seguente conferenza alla quale,
oltre al Custode di Terra Santa e un centinaio di religiosi, assisteva il Console Generale di Spagna.
Agli inizi della Guerra Civile Spagnola (1936) tre frati della Provincia francescana
di Granata, che avevano prestato il loro servizio religioso nella Custodia di Terra
Santa, furono barbaramente trucidati in Spagna per il semplice delitto di essere frati.
E come loro molti altri, preti, frati e suore furono condannati per lo stesso delitto, in
numero di 17.000. Il numero dei francescani assassinati fu di 212, e qualche provincia, come per esempio quella di Castiglia, ne rimase decimata al 90%.
Il papa Benedetto XVI con un decreto ha approvato la beatificazione di 498 di
questi martiri della Guerra Civile spagnola e, nella cerimonia ufficiale del 28 ottobre
2007, saranno proclamati ufficialmente beati. Ventidue di loro appartengono a questa
Provincia di Castiglia. Altri sette (fra i quali i nostri tre missionari in Terra Santa)
appartengono alla Provincia Francescana di Granata. Tutti e tre, insieme con altri
quattro frati, facevano parte della Comunità di Fuenteovejuna, cittadina appartenente alla provincia civile di Cordoba, in Andalusia. Nella notte del 22 settembre 1936,
furono fucilati nel cimitero di Azuaga, località vicina a Fuenteovejuna. Dal giorno
della cerimonia della loro beatificazione, il 28 ottobre 2007 a Roma, la Chiesa potrà
contare 498 nuovi beati, di cui sette della Provincia francescana di Granata, e tre
della Custodia di Terra Santa: i beati Josè Azurmendi, Luis Echevarría e Francisco
Carlès. Per la Custodia di Terra Santa è un grande onore; è una festa di famiglia e
noi ci sentiamo fieri di questi tre nuovi martiri che vengono ad aggiungersi al già
lungo martirologio della Custodia.
Vediamo una minibiografia di ognuno di loro, dove si dà risalto al loro servizio in
Terra Santa.
Fra Josè Azurmendi
Il primo, P. Josè Azurmendi, nacque a Durango (Vizcaya) il 18 agosto 1870, ed è
dunque il più anziano di tutti e tre. Arrivò in Terra Santa il 2 marzo 1900 sbarcando
nel porto di Giaffa, e fu ospite nel convento di San Pietro, che la Custodia possiede
in quella città. Due giorni dopo lo troviamo già a Gerusalemme e, alcuni giorni più
tardi, nel convento di San Giovanni, ad Ain Karem. Un anno dopo, come è abitudine
nella Custodia, presterà il suo servizio nel Santo Sepolcro, al termine del quale sarà
inviato a Betlemme dove disimpegnerà la carica di Maestro dei chierici per due anni.
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Sarà quindi trasferito a Nazareth fino alla fine del 1906, dove diventerà Vice-Maestro
dei novizi. I tre anni seguenti li passerà in Egitto (Rosseta-Damiata e Ramle-Bacós)
come Superiore, Parroco, Confessore e Commissario del Terz’Ordine Francescano.
Di nuovo, nel 1911, lo troviamo una seconda volta al servizio della Basilica del
Santo Sepolcro come penitenziere, cioè come confessore dei pellegrini che arrivavano al Santuario. Gli ultimi anni li passa ad Ain Karem e di qui, dopo dodici anni
e cinque mesi di servizio, torna in Spagna. Inviato al Convento di Fuenteovejuna
è martirizzato il 22 dicembre 1936 all’età di 62 anni, 48 di professione e 13 anni e
cinque mesi di servizio in Custodia di Terra Santa.
Il Registro LMS CTD (Lista dei Missionari Sacerdoti al servizio della Custodia di
Terra Santa - 1751-1952) che si conserva nell’Archivio custodiale di San Salvatore,
ci dice che è morto a Fuenteovejuna in conseguenza di subito martirio.
Nella rivista Tierra Santa, gennaio, 1937, pag. 32ss., fra Antonio Aracil, Procuratore Generale di Terra Santa e nuovo Provinciale della Provincia Serafica di Granata,
dopo il suo ritorno in patria, ricorda il P. Azurmendi insieme con gli altri compagni,
Francisco Carlès e Luis Echevarría come veri martiri.
Fra Francisco Carlès
Il P. Francisco Carlès nacque a Casares (La Coruña) in Galizia il 14.I.1898.
S’incorpora al servizio della Custodia il 22 giugno1922 e rimane durante quasi tredici anni al servizio della stessa, fino al 30 gennaio 1935 data nella quale lo troviamo
di ritorno nel Santuario di Regla, in Chipiona. Poco tempo sarà inviato al convento
di Fuenteovejuna, dove un anno dopo il suo arrivo troverà il martirio insieme con gli
altri sei compagni.
Il Necrologio di Terra Santa ricordando il giorno della sua morte, scrive: - Martirium gloriose subiit a barbaris marxistis.
Della sua permanenza in Terra Santa conserviamo copia di ben 21 lettere scritte al
Superiore Maggiore, cioè al Custode, per differenti motivi. In una di queste lettere
inviata al Custode dalla città di Aleppo, dove occupa l’ufficio di Vicario Parrocchiale, 1928, gli chiede il permesso di poter andare in vacanze perchè, dopo sei anni
di servizio, gli spettano di diritto. Infatti, dopo aver passato tre anni a Betlemme, i
Superiori lo inviano in Siria dove rimane fino all’anno 1931, esercitando sempre il
suo ministero di Vicario Parrocchiale. Il Custode non si fida molto di quella lettera
del 1928, in cui domanda le vacanze, perchè sospetta che non tornerà più, e scrive
al Ministro Generale dicendogli di non concedergli per il momento questo permesso
giustificandosi così: poiché conosce abbastanza bene l’arabo, abbiamo bisogno di
lui; dunque, gli conceda le vacanze più tardi... Inoltre, aggiunge il Custode, il suo
impegno era di servire la Custodia per dodici anni... Ma siccome il Padre continua
ad insistere sul suo diritto alle vacanze, il Custode gli concede il permesso. Quando
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già si trova in Spagna, (senza troppa voglia di ritornare in Terra Santa) il Custode gli
invia una lettera nella quale, fra altre ragioni, gli dice che Il P. Nazilián, (gran figura
di missionario e suo Parroco), lo aspetta con ansia: è vostro amico. P. Carlès, il 1º
ottobre 1928 gli risponde che prenderà la sua ultima decisione a Chipiona; per poi
aggiungere, un mese dopo (1º novembre 1928) che non tornerà... però, tanto dovette
insistere il Custode che, il 18 dicembre 1928, da Marsiglia, P. Carlès risponde che
spera di sbarcare presto a Beirut. E di fatto ritorna in Custodia, continuando il suo
apostolato ad Aleppo fino al 1931, data nella quale è inviato di nuovo in Palestina, ad
Ain Karem come parroco. La sua ultima lettera in data 15 aprile 1934, domanda alle
Autorità Maggiori della Custodia che si affrettino ad inviare il suo sostituto perchè
ormai è da tempo che lo aspettano in Spagna...
Il registro Famiglie Religiose, 1934, lo presenta a Ramleh probabilmente nel suo
definitivo viaggio definitivo di ritorno in Spagna (ottobre 1934) e, finalmente, il 30
gennaio 1935, si trova a Chipiona e così si conferma una promessa del Custode che
in una lettera del 2 giugno 1934 gli scriveva nei seguenti termini: -Vada in vacanze,
però il prossimo anno, perchè adesso ci mancano dei Padri che parlino l’arabo. Non
andò in vacanze il prossimo anno (1935) ma, come abbiamo visto, alla fine del 1934
e queste vacanze furono le definitive perché due anni dopo, il 22 settembre 1936, fu
assassinato dai ‘rossi’ in odium fidei. Aveva appena 42 anni e si era incorporato alla
comunità francescana di Fuenteovejuna soltanto un anno prima (maggio 1935).
Nel Registro Santuarios -14, del magazzino di oggetti religiosi, si prende nota
degli oggetti religiosi consegnati ai frati per le loro vacanze. Alla pagina 196 appare
questa frase riguardante P. Carlès: Con lo que tenía se aplican sufragios (14 dicembre 1936). Questa frase, per i profani, ha bisogno d’una spiegazione: ad ogni frate è
riservata ogni anno una discreta somma monetaria perchè possa pagare gli oggetti
che porta come regalo a familiari ed amici durante le vacanze in patria. Se il frate
muore, si conserva nel suo deposito del magazzino questa somma, con la quale si
applicano dei suffragi (sante messe) per il suo eterno riposo. Questo si è verificato
con il P. Carlès e… con lo que tenía, se le aplican sufragios.
Fra Luis Echevarria
Nacque a Ceánuri (Vizcaya) il 26 agosto 1895 e si incorporò alla Custodia di Terra
Santa in data 11 luglio 1923. In questo stesso anno lo troviamo già a Nazareth come
corista, direttore di coro nel Santuario, perchè era buon musico e godeva d’una eccellente voce di tenore. Queste qualità muovono le Autorità Maggiori della Custodia ad inviarlo nella basilica del Santo Sepolcro, come direttore del canto liturgico.
Svolse questo incarico per quattro anni, cosa abbastanza gravosa perchè le cerimonie
religiose della basilica si alternano con quelle dei greci e armeni ortodossi. Il 20
agosto 1928 scrive una lettera al Discretorio di Terra Santa domandando di essere
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esentato dall’incarico perchè è veramente affaticato (questo servizio è in genere di
quattro mesi e lui ha compiuto ormai quattro anni!). I Superiori trovano molto ragionevole questa richiesta e, di nuovo, lo inviano a Nazareth dove sarà il nuovo Vicario
del convento, Discreto e... come no! nuovamente Direttore del canto liturgico come
aveva sempre fatto.
Torna in Spagna il 10 novembre 1929 e, nel gennaio del 1933, è incorporato alla
comunità di Fuenteovejuna dove fonda una biblioteca popolare per migliorare l’educazione dei giovani, che ebbe gran successo, combinando questa attività con altri
lavori apostolici, ben lontano dal pensare che, dopo tre anni, avrebbe coronato la sua
breve vita, 41 anni, con un glorioso martirio.
Alcuni dettagli sul loro martirio
Non ci possiamo diffondere sulle attività di questi tre bravi religiosi dopo il suo
ritorno in Spagna, ma ci limiteremo a narrare gli ultimi giorni vissuti in seno alla
Comunità di Fuenteovejuna, nel 1936. Era Superiore di quella comunità il P. Felix
Echevarria, fratello carnale di P. Luis e che fu esempio sublime di eroismo cristiano
nel momento supremo del suo martirio.
Il più anziano di quella comunità, il P. Josè Azurmendi, vi si era incorporato soltanto alcuni mesi prima del suo martirio, arrivando ai primi di luglio, 1936. Il 21
settembre, nel cortile della prigione della piccola località di Azuaga, fu vilmente
assassinato per essersi rifiutato di bestemmiare come volevano i suoi persecutori.
Sembra che dopo aver ricevuto diversi spari, ancora in vita, fu avvolto in una coperta
e trascinato fino al cimitero di Azuaga dove morì nello stesso luogo dove, alcune ore
più tardi, furono fucilati anche i suoi compagni. Aveva 62 anni.
Nel mese di maggio 1935, il P. Carlès s’incorpora a questa comunità. Nemmeno
lui poteva sospettare che un anno dopo avrebbe fatto compagnia al P. Azurmendi
nel martirio, per aver rifiutato anche lui di bestemmiare come pretendevano i suoi
assassini.
Terribilmente crudele fu la morte del Guardiano, P. Félix Echevarría, lasciato per
ultimo. Dopo aver sopportato una terribile agonia, gli furono tagliate le orecchie e
cavati gli occhi; ma, poiché insisteva ancora nel gridare Viva Cristo Re! dopo le bestemmie che sentiva dire da quegli scalmanati, gli tagliarono anche la lingua…
A loro testimonianza sono rivelatori i commenti degli stessi assassini che dicono:
- Che tipo di gente è questa? Si lasciano ammazzare piuttosto che bestemmiare! Dicono: Ci ammazzerete ma non riuscire a farci bestemmiare! E aggiungevano ancora:
- Che disciplina hanno questi frati: Consentono ad essere ammazzati piuttosto che
rinunciare alle loro credenze!
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Ancora due parole per raccomandare la lettura del libro Dolor y Triunfo del P.
Antonio Aracil, che fu, come detto sopra, Procuratore Generale di Terra Santa. Ritornato anche lui in Provincia e diventato Provinciale, divenne responsabile anche
lui del destino dei confratelli, inviandoli dove credette essere più conveniente per il
loro apostolato. Come poteva pensare che tre dei suoi compagni in Terra Santa, e poi
suoi sudditi in Spagna, lo avrebbero preceduto in Paradiso, con la palma del martirio? Questo suo libro è un canto di amore, rispetto e venerazione per i tanti religiosi
(22 nella sola sua Provincia) che immolarono la loro vita gridando Viva Cristo Re!
davanti alla morte violenta. Molte pagine di questo libro (da 195 a 300) sono dedicate ai martiri di Fuenteovejuna. Invitandovi a questa lettura, e a venerare questi nuovi
Beati, nutriamo il desiderio di contribuire a far capire la necessità di imparare a leggere tutto quello che accadde in quel terribile conflitto, evitando di guardare la storia
con parzialità. Sappiamo che ci vuole molto coraggio, equanimità e discernimento
per fare giustizia per tutti. Ma, forse, è tempo di farlo.
fra Emilio Bárcena ofm
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Varia
Lettera-resoconto del Direttore del Terra Sancta College
di Betlemme
Carissimi Confratelli,
al termine dell’anno scolastico 2006-7 ben 44 nostri allievi ci lasceranno e continueranno gli studi nelle Università, mentre i bambini che hanno terminato l’asilo
aspettano di inserirsi nelle sezioni elementari. Altri bambini cominceranno a frequentare il nostro istituto, come allievi dell’asilo.
È arrivato il momento di fermarsi per riesaminare quanto hanno vissuto i nostri
allievi, insieme ai loro compagni e agli insegnanti, all’interno della scuola Terra
Santa di Betlemme.
Festa di San Francesco: In occasione della festa del nostro fondatore San Francesco, l’Istituto chiama i propri allievi - della sezione maschile e di quella femminile
- della Palestina e di Israele, a partecipare a gare sportive - pallacanestro, calcio,
ping-pong - favorendo così l’incontro e la conoscenza reciproca, oltre che la socializzazione e una sana competizione. Secondo il programma, dopo la santa Messa del
mattino con la partecipazione dei professori, e un momento di festosa condivisione
della colazione, hanno avuto inizio gare e tornei fra le diverse scuole. Al termine
si è premiata la scuola vincitrice del campionato, e a sera si è tenuto un applaudito
Concerto di musica araba (e musica classica dell’Andalusia), a cui hanno assistito i
professori che attualmente lavorano nel nostro istituto insieme a quelli che hanno insegnato nel passato, e non solo, ma anche le vedove dei nostri precedenti professori
che sono state invitate in segno di rispetto e riconoscenza verso i loro mariti.
Al termine del concerto abbiamo ricordato con affettuoso interesse storico e culturale, frate Paolo Mastrangeli che ha costruito la scuola, e che l’ha servita per 32
anni: in sua memoria è stato presentato il suo ritratto che con questa cerimonia ha
trovato posto nei locali d’ingresso della scuola.
Natale 2006: Per la gioia di allievi e professori è arrivato il santo Natale! La scuola vive un’atmosfera magica in questi giorni: i ragazzi sono in fermento ed è molto
difficile tenerli a bada.... La scuola ha organizzato una piccola festa per gli allievi e
donato ad ognuno un regalo da aggiungere sotto l’albero di Natale. Ai più piccoli,
inoltre, è stata consegnata una confezione contente dei Babbo Natale di cioccolato.
M.U.N.: Nel mese di Gennaio 2007, per la durata di una settimana, ben 11 ragazzi
hanno partecipato alla conferenza del M.U.N. (Model United Nation), un tipo di
incontri delle Nazioni Unite, dove si discutono problemi e argomenti che quotidianamente vengono affrontati nelle riunioni dell’O.N.U.
Lo scopo è quello di preparare gli allievi a saper esporre i problemi del mondo,
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sostenendo e partecipando a discussioni con altri studenti di diversi paesi e varie
provenienze. Questo esercizio permette loro di aprire gli occhi, guardare da angoli
diversi le situazioni e quindi capire meglio le problematiche della vita. Gli studenti, a
coppie, erano nominati come rappresentanti di altri Paesi, mostrando il problema dal
punto di vista della nazione a loro assegnata e che in quel momento rappresentano.
Teatro: Il grande capolavoro di Macbeth è stato magistralmente messo in scena nel
Teatro della scuola, interpretato da ragazzi e ragazze della sezione media. Interpretazione in lingua inglese originale con scenografie e costumi dell’epoca!
Anche in questa occasione la bravura di attori e attrici hanno non solo sbalordito
gli spettatori, ma reso onore alla bravura dell’insegnante e coordinatrice dello spettacolo, la prof.a Samar Sabat.
Inoltre, con il coordinamento del nostro Assistente Sociale, il Sig. Albert Hani,
abbiamo organizzato in occasione della Festa della Mamma, una recita fatta propria
dagli allievi, al termine della quale è stata donata loro una rosa, invitandoli a consegnarla ciascuno alla propria mamma.
Fiera scientifica: Anche quest’anno c’è stata la mostra che ha impegnato ben 220
ragazzi delle classi medie superiori, con lo scopo di mostrare a molti professori, sia
dell’istituto che di altre scuole, direttori didattici, familiari e parenti, i progressi raggiunti. La mostra ha compreso la presentazione di nozioni ed esperimenti di fisica, di
chimica, di biologia, di matematica, di tecnica, di ecologia e anche di erboristeria!
Il tutto è stato progettato, preparato e presentato dai nostri allievi occupando ben
cinque aule scolastiche, un corridoio intero della scuola, due laboratori scientifici,
un laboratorio di informatica. Superando le nostre aspettative, ma soprattutto quelle
dell’insegnante e coordinatrice delle materie scientifiche, la dott.a Nina Jadaon, che
sempre riesce ad entusiasmare i ragazzi e a farli impegnare nello studio.
Gemellaggio: Nel mese di aprile 2007, 23 ragazzi dei boy-scout della nostra scuola, hanno partecipato alla ricorrenza del Centenario della Fondazione degli Scout e
della Banda della città di Montevarchi (Arezzo), che è gemellata con Betlemme. Un
ringraziamento speciale va al Sindaco della Città di Montevarchi, il Dott. Giorgio, e
a vice parroco Don Mario.
I nostri allievi, per tutto il periodo del soggiorno, sono stati ospitati dalle famiglie.
Hanno sfilato nelle più importanti manifestazioni del paese, e che hanno condiviso
questa esperienza con alcuni ragazzi di Rahat. Ma la cosa più importante è che siano
riusciti a dare una buona testimonianza del nostro essere cristiani di Betlemme: un
grazie di incoraggiamento a tutti i ragazzi!
Durante il soggiorno italiano abbiamo avuto un incontro con il Presidente della
Camera, On. Bertinotti, e anche con il Sindaco del Comune di Roma, On. Veltroni,
e tanti altri sindaci.
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Progetto mamme: Durante questo anno scolastico si è portato a compimento l’anno scolastico per le mamme degli allievi: in collaborazione con lo psicologo della
scuola, si era tenuto un corso per aiutare le mamme che avevano sollecitato un aiuto
per affrontare al meglio i problemi educativi. Attraverso un incontro a settimane
alternate, della durata di 2 ore circa (ma, a volte, anche di più!), le mamme si sono
confrontate tra di loro, hanno esposto i loro problemi e hanno studiato. Il tutto è stato
certificato con un diploma rilasciato loro dalla scuola.
Lo scopo pedagogico è quello di trovare una strada per aiutare i ragazzi, in collegamento tra la scuola e le mamme, al fine di dare una migliore educazione.
Il diploma: Credo che il momento più bello e più atteso da parte degli allievi sia
il giorno di consegna del fatidico diploma, che quest’anno è coinciso con la presentazione del nuovo simbolo (e logo) della nostra Scuola. E che è stato degnamente
festeggiato con musiche e danze.
Ogni giorno noi tutti - frati, responsabili, insegnanti, genitori - preghiamo il Signore perchè ci aiuti nell’importante compito educativo verso i nostri ragazzi.
V Congreso Latinoamericano de Comisarios de Tierra Santa
Acambaro, México
En la ciudad de Acambaro, México, se llevó a cabo el V Congreso Latinoamericano de Comisarios de Tierra Santa, con la participación de: Fr. Augusto Duques,
OFM, Colombia; Fr. José Maximiliano Magdalena, OFM, México; Fr. Luis Rodolfo
Bernal, OFM, México; Fr. Oscar Molina, OFM, El Salvador; Fr. Geraldo Van Buul,
OFM, Brasil; Fr. Félix H. Apaza, OFM, Bolivia; Fr. Manuel Lazarte, OFM, Argentina; Fr. Hernando Lucas, OFM, Perú.
Se dio apertura a dicho congreso con la celebración de una santa Misa en la prestigiosa Basílica de Nuestra Señora de Guadalupe el día domingo día del Señor.
Luego de la misma fuimos trasladados a la cuidad de Acambaro donde tendríamos
las sesiones y plenarias.
Durante estos días se pudo reflexionar, con la ayuda de algunos hermanos entendidos en la materia, algunos temas de mucha importancia a la luz de los mismos que
se trataron el en Congreso de Comisarios de Tierra Santa celebrado en Jerusalén en
noviembre del 2006.
Para esta oportunidad nos acompañaron hermanos, quienes con su experiencia y
nos alumbraban mas el camino a seguir y los grandes retos ciertamente a superar.
Fue esta una oportunidad para revisar el actuar de los diferentes comisarios.
Para los comisarios de Latinoamérica, quedan aun muchas dificultades y retos que
superar, mas nos vemos optimistas por el interés que esta misión suscita en nosotros.
A tal punto hemos llegado algunas conclusiones que nos ayudaran ciertamente de
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mucho al momento de tomarlos en cuenta y asumirlo con seriedad, esta noble tarea
que la Orden nos encomienda.
¿Cuál es la figura del comisario de Tierra Santa para los Obispos de
Latinoamérica?
Es la pregunta que nos cuestiona aun, sintiendo que en algunos países la falta de
colaboración de parte del episcopado, por tanto nos atrevemos a sugerir a la autoridad mayor considerar estas notas:
• Frente a algunos lugares donde se pretende cambiar la Colecta Pontificia por los Santos Lugares, por otra denominada Colecta por las
Iglesias Orientales, nos vemos en la obligación de recordar que se
trata de colecta Pontificia por los santos Lugares.
• Recordar a los Obispos que es Colecta Pontificia para los Santos Lugares.
• Que toda Colecta recibida debe ser remitida a los Comisarios de Tierra Santa.
• Los Obispos respeten la tarea de la Custodia.
¿Cuál es la figura del Comisario de Tierra Santa para los Ministros
Provinciales?
Por otra parte, vemos que en algunas provincias, los hermanos se ven limitados en
su actuación debido a los muchos compromisos que asumen y la falta de apoyo, por
lo que también nos atrevemos a recordar a los Ministros Provinciales:
• Que se observe lo que dicen las CC.GG. 122-125 y EE.GG. 69-73 de
la Orden acerca de esta materia.
• Se recomienda que la tarea encomendada a quien asuma la dirección
de la Comisaría de Tierra Santa, pueda ser un servicio a tiempo completo.
• De ser posible, pedimos nos tomen en cuenta en reuniones de Conferencias provinciales, para dar a conocer la misión y obligaciones del
Comisario de Tierra Santa.
• De manera especial pedimos a los hermanos provinciales que apoyen
a los comisarios en las diferentes actividades que tengas y sobretodo
en la Colecta para Tierra Santa a realizarse en el Viernes Santo.
• Que los hermanos provinciales estimulen a sus hermanos a reconocer
la importancia que tiene para el cristiano Tierra Santa y las obligaciones de los Comisarios de la misma.
Estas son algunas conclusiones y sugerencias que la asamblea recoge para su buen
trabajo. Desde ya animados por este encuentro y agradecidos a los responsables de
la organización, vemos por conveniente un próximo encuentro para revisar el actuar
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de los comisarios, para dicho encuentro se resuelve por unanimidad realizarlo en la
ciudad Belo Horizonte, Brasil.
Les saludamos muy fraternalmente.
Fr. Augusto Duques, OFM
Presidente.
Fr. Félix H. Apaza, OFM
Secretario.
A Succivo (Caserta): i Monti della Terra Santa
In seguito al gemellaggio della Parrocchia della Trasfigurazione (Succivo) con il
Monte Tabor, stabilito nel marzo scorso in occasione di un pellegrinaggio in Terra
Santa, il Parroco don Crescenzo Abate, ha pensato bene di rinsaldare il legame con
la Terra di Gesù, invitando il Commissario Generale di Terra Santa di Napoli a parlare dei Monti della Terra Santa in preparazione alla Festa Patronale che ricorreva
quest’anno il 1º luglio.
Di comune accordo sono stati scelti quattro Monti: il Monte delle Beatitudini, il
Monte Calvario, il Monte degli Ulivi e il Monte Tabor. In base a questa scelta la
parrocchia è stata divisa in 4 cenacoli. Per quattro sere il padre Commissario ha celebrato la Santa Messa e ha parlato dei Monti mettendone in risalto la parte biblica,
storica, archeologica, la presenza Francescana e il Messaggio.
Il popolo di Dio, accorrendo sempre numeroso, ha dimostrato di essere molto interessato agli argomenti trattati e di conoscere sempre più e meglio la Terra Santa. Per
il padre Commissario è stata anche una buona occasione per incontrare il gruppo di
pellegrini che aveva guidato a Marzo e che hanno rivissuto con gioia e commozione
quei giorni del Santo Viaggio.
fra Carlo Cecchitelli ofm
Una nuova
Turchia
cappella della
Porziuncola…
tra la
Siria
e la
I Francescani della Custodia di Terra Santa presenti in Siria nelle città di Aleppo
e di Damasco, si prendono cura anche dei cristiani di alcuni villaggi del nord nella
regione del fiume Oronte oggi sul confine con la Turchia: Knayeh, Jacubiyeh, Ghassaniyeh e Jisr es-Choughour. Sono le ultime stazioni missionarie francescane rimaste
dopo le stragi subite ad opera dei giovani turchi contro gli Armeni di cui i frati furono
vittime insieme con i loro fedeli, e dopo il ridimensionamento deciso dalla Santa
Sede dopo la Seconda Guerra Mondiale.
L’opera parrocchiale per i cristiani cattolici di rito latino si esplica anche nel servizio medico di ambulatorio a favore della popolazione cristiana e musulmana di tutti
i villaggi dei dintorni.
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Fra Ibrahim Younes, parroco di Ghassaniyah sulle falde settentrionali del Jabal alAnsariyah non lontano dall’autostrada che collega Aleppo con il porto di Latachiah,
ha avuto la felice idea di costruire una copia della cappella della Porziuncola in una
località non lontana dal villaggio oggi nota ai fedeli con il nome di Kafar Sayidah (il
Villaggio della Madonna). I fedeli di tutte le confessioni vi si recano in processione
il 2 agosto, giorno del Perdono di Assisi.
La cappella è costruita ai margini del bosco in un piccolo anfiteatro naturale che si
apre sulla regione circostante dominata dalla cima conica del monte Casio, in arabo
Jabal Aqra, che svetta a sud dell’antica Laodicea, il porto di Antiochia alla foce del
fiume Oronte.
Quest’anno i fedeli, giungendo alla cappella, la troveranno ornata da tre porte in
bronzo modellate da fra Nazareno Panzieri, artista francescano della provincia di
Lombardia, dono della signora Angela, una benefattrice di Brescia.
Sulla porta centrale che guarda verso la valle, fra Nazareno ha modellato diverse
scene della vita di San Francesco: la conversione, Francesco in preghiera davanti al
Crocifisso di San Damiano, con il lebbroso, il viaggio in Oriente, il Cantico delle
Creature, la fondazione del Terzo Ordine e l’incontro con il sultano Malik al-Kamil.
A Francesco con il Serafino è dedicata la porta laterale nord: a Francesco abbracciato
a Cristo Crocifisso la porta sud. Oltre alle porte, padre Nazareno ha anche modellato, fuso in bronzo e inviato a destinazione le formelle delle 14 stazioni della Via
Crucis.
Un dono dell’Italia francescana ai cristiani della Siria eredi di un glorioso passato
di fede, di dottrina e di arte.
Enciclopedia araba cristiana: progetto per il sito Internet
Tre anni fa ho iniziato la pubblicazione di un sito cristiano in lingua araba. L’ho
pensato un sito scientifico, una specie di enciclopedia che raccoglie tutto ciò che possa essere utile allo studioso del cristianesimo. La mia idea è nata dall’esigenza di trovare sulla rete un sussidio che aiuti il mondo arabo - spesso preso da pregiudizi verso
il cristianesimo - ad accedere immediatamente alla realtà della nostra religione. Tali
mezzi in lingua araba mancano notevolmente nelle biblioteche e specialmente sulla
rete: questo ha fatto sì che questo sito sia stato visitato in due anni da oltre seicentomila persone, pur essendo la sua struttura ancora povera di materiale. Il mio sogno è
quello di procedere con un passo più veloce, in modo che possa soddisfare le varie
esigenze di tutti quelli che vi accedono cercando un’informazione utile allo studio
del cristianesimo. Le informazioni utilizzate le raccolgo da sussidi di lingua araba e,
qualora non ci fossero, faccio un lavoro di traduzione e sintesi di sussidi italiani.
Finora ho lavorato quasi solo nel progettare, inserire dati, creare pagine e rispondere alle richieste dei visitatori; mi hanno aiutato solo poche persone nel loro tempo
libero. Il risultato è stato di poter inserire il materiale seguente:
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La Bibbia: una pagina in cui sono raccolti quindici collegamenti a siti
specializzati in lingua araba, che contengono il testo sacro in cinque
diverse traduzioni, nonché dizionari, studi biblici e carte geografiche
del mondo biblico.
Il Concilio Vaticano II: siamo stati i primi ad inserire sulla rete il
testo completo del Concilio in lingua araba, con le introduzioni e tutte
le note del testo, in modo interattivo.
Documenti ecclesiastici: sono stati inseriti: Veritatis splendor; Deus
caritas est; Sacramentum caritatis; La Chiesa contro il razzismo; Dominus Iesus e altri collegamenti interattivi.
Scritti cristiani: un’introduzione breve su Le confessioni di Sant’Agostino; Didaché; Il pastore di Erma; La lettera dello pseudo-Barnaba; La 1° lettera di Clemente ai Corinzi; Adversus hæreses di Ireneo.
Padri della Chiesa: oltre ad una spiegazione sul significato del termine padre della Chiesa, abbiamo inserito una raccolta di introduzioni
su 24 Padri, con un’antologia dei loro scritti presa dall’ufficio delle
letture.
Papi: un elenco completo dei papi, con le date del loro pontificato e le
note che riguardano gli anti-papa. Finora solo 5 nomi permettono un
approfondimento sulla vita del singolo pontefice.
Concili ecumenici: un elenco dei Concili con le date: sei di loro sono
interattivi.
Simboli della fede: oltre al simbolo niceno-costantinopolitano in lingua greca, latina ed araba, sono raccolte 33 forme di simboli antichi
sia occidentali che orientali.
Dogmi: un’introduzione sul significato del dogma cristiano e una
spiegazione ampia sul dogma della Santissima Trinità.
Liturgia: un’introduzione sul suo significato e quello del rito sacro,
nonché il testo della Messa siriaca e armena. L’area del rito romano
contiene tutto il calendario con le memorie e le feste.
Santi: alcuni nomi dei santi del calendario romano sono interattivi
per un primo approccio alle loro vite. Una spiegazione ampia è data
su San Francesco d’Assisi.
Correnti religiose ed eresie: sono 83 voci diverse in cui si trova una
spiegazione sufficiente su diverse eresie o pensieri teologici e filosofici.
Monumenti cristiani: uno spazio che vuole mettere in risalto i
più importanti siti archeologici cristiani, specialmente quelli che si
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trovano in Oriente; finora però è inserita solo una pagina su Jabal-alDweli.
Ordini religiosi: questa pagina vuole raccogliere gli Ordini religiosi
in Oriente con un’introduzione sulla loro spiritualità e missione nonché un elenco dei loro recapiti nel mondo arabo. Finora sono inseriti
solo due Ordini: il nostro e quello delle Suore del Rosario.
Società cristiane: come la pagina precedente vuole raccogliere
possibilmente tutte le società cristiane in Oriente. Oggi contiene
solo la Società della Fraternità siriana che si occupa dei bambini
handicappati.
Audio - video: una pagina di collegamenti ai siti cristiani che offrono
dei servizi audio-visivi (canti religiosi e video clip; radio e tv cristiane
in lingua araba).
Siti cristiani: una pagina di collegamenti ai siti cristiani in lingua araba, ordinati secondo l’appartenenza (cattolici, ortodossi, protestanti,
Ordini religiosi e siti generali).
Il futuro del progetto:
• Pubblicare altre encicliche (circa 200 pagine).
• Completare l’elenco dei papi (circa 240 pagine).
• Completare l’elenco dei santi (circa 150 pagine con tutte le preghiere
liturgiche e le letture proprie nel rito romano).
• Completare l’elenco dei Concili ecumenici (15 pagine).
• Pubblicare i più importanti decreti dei Concili ecumenici (circa 200
pagine).
• Arricchire la parte liturgica con l’introduzione della Messa nel rito
romano, bizantino, caldeo, copto (circa 20 pagine).
• Arricchire la parte archeologica (circa 100 pagine).
• Aggiungere altri Ordini religiosi (circa 100 pagine).
• Mettere introduzioni ampie su ogni libro della Bibbia (circa 80 pagine).
• Inserire il Nuovo Testamento interattivo che contiene spiegazione su
personaggi, termini, e luoghi geografici con mappe allegate (circa 600
pagine).
• Realizzare un motore di ricerca nel sito e delle pagine di comunicazione facile (contattaci).
Con la speranza di diffondere sempre di più nel mondo arabo la Parola del Signore
affinché si crei un’altra possibilità di dialogo e conoscenza reciproca tra la Chiesa e
l’Islam.
fra Bahjat Karakach ofm
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La biblioteca centrale della Custodia di Terra Santa
Biblioteche importanti della Custodia di Terra Santa
Benché tutti i conventi della Custodia abbiano la propria biblioteca, ce ne sono di
più o meno importanti a seconda della loro antichità e del loro contenuto. Citiamo
quelle di Aleppo (Siria), Alessandria e Il Cairo in Egitto, Betlemme, Nazareth, Ain
Karem e Harissa presso Beirut, tutte del secolo XVII. Quelle di Nicosia e di Larnaca
(Cipro) sono un poco anteriori, almeno nei loro primi fondi (sec. XVI). Tutte possiedono delle opere di valore, soprattutto in materia di orientalismo: grammatiche e
dizionari di lingue orientali, i Padri, teologia, apologetica, catechesi, storia, geografia, ecc.
Tra le biblioteche recenti occorre citare: quella del convento di Bab-Touma, a Damasco, incendiata nel 1860, ma ricostruita e ben rifornita in seguito; quella dell’Istituto Biblico Francescano della Flagellazione, a Gerusalemme, che, fondata nel 1929
con libri ceduti dalla biblioteca centrale di San Salvatore, si è continuamente arricchita; e la più recente, che è quella del Centro di Studi Orientali del Cairo.
Quella, però, che le supera tutte, almeno per l’antichità, è la biblioteca del convento principale della Custodia di Terra Santa, San Salvatore a Gerusalemme.
Antichità della biblioteca centrale della Custodia
Secondo le informazioni fornite dai compilatori del Jerusalem Public Lending and
Reference Libraries, le biblioteche più antiche di Gerusalemme sono: quella del Patriarcato Greco Ortodosso, fondata nel 1865; quella dell’École Biblique dei padri
Domenicani, nel 1890; quella dell’Università Ebraica, nel 1892; e quella dell’American School, nel 1901. Restano esclusi, naturalmente, gli archivi.
Orbene, i fondi più antichi dell’attuale biblioteca centrale della Custodia di Terra
Santa sono costituiti da libri e da manoscritti che facevano parte della biblioteca
del convento del Monte Sion, dal quale i Francescani furono espulsi nel 1551. È
evidente, quindi, che la biblioteca centrale della Custodia è molto più antica di tutte
le biblioteche sopra menzionate. Possiamo dividere la sua vita in due fasi: quella
anteriore al 1551 e quella posteriore al 1560-61.
La biblioteca del Monte Sion
In persone dedite allo studio, alla preghiera e al sacro ministero è naturale supporre un grande amore per i libri e la preoccupazione di procurarsene. Ciò spiega la
formazione delle biblioteche conventuali fin dagli inizi dell’Ordine Francescano, nel
secolo XIII.
La Casa Madre dei Francescani di Terra Santa, il convento del Monte Sion, edificato nel 1335, non poteva fare eccezione. I religiosi ivi dimoranti formavano una
comunità abbastanza numerosa: all’inizio erano dodici, ma presto il loro numero
salì a venti e più. Provenienti da tutti i Paesi dell’Europa, si procurarono importanti
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manoscritti, e, dopo l’invenzione della stampa, a metà del secolo XV, i primi libri
usciti dai torchi.
Così si formò una biblioteca conventuale. La Biblioteca e la Farmacia del Monte
Sion erano ben conosciute dai numerosi pellegrini che i Francescani ospitavano e
guidavano nella visita dei Luoghi Santi.
Questa antichissima libraria del Monte Sion costituisce dunque il fondo più prezioso della biblioteca di San Salvatore. Certo, nel corso dei secoli molti libri e manoscritti sono andati perduti, tuttavia noi pensiamo che la parte principale di essi ci
è giunta ed è conservata nella biblioteca di San Salvatore.
I manoscritti costituiscono la parte più antica. Tra quelli che sono giunti fino a noi,
uno dei più preziosi è un’opera di medicina del più grande e originale di tutti i medici
musulmani, Abu Bakr Muhammad ibn Zakaria al Razi (865-925), chiamato comunemente Liber Almansoris, dal nome del suo mecenate Mansur ibn Ishaq al-Samani.
È un grande in-folio manoscritto, della fine del sec. XIII o dell’inizio del XIV, con
la traduzione latina dell’opera araba, ornato da belle miniature in rosso e blu, e con
numerose note marginali antiche. Fu per molto tempo utilizzato dai nostri medici e
dai nostri infermieri del Monte Sion. Un altro manoscritto importante è il Mamotrectus o Correctorium della Bibbia, del francescano Giovanni Marchesini da Reggio,
in due esemplari, del sec. XIV. Prezioso è anche il piccolo codice contenente diversi
trattati di San Bernardino da Siena (De contractibus et usuris e De restitutione) e di
San Giovanni da Capistrano (De matrimonio), copiato verso il 1518 da Frate Ugo
di Aquitania, francescano del Monte Sion, con due preziose miniature raffiguranti i
due Santi.
Non si deve pensare, però, che tutti i manoscritti della biblioteca custodiale provengano da quella del Monte Sion. I più, anzi, furono acquisiti in seguito, un buon
numero tramite gli sforzi di fra Agustín Arce, che fu responsabile della biblioteca
per quasi quarant’anni (dal 1936).
L’altro fondo importante della biblioteca custodiale è costituito dagli incunaboli.
Quasi tutti provengono dalla biblioteca del Monte Sion. Trattano di tutte le materie
che formavano il bagaglio culturale dell’uomo colto di allora: Bibbia, Diritto, Teologia, Filosofia, Letteratura, Medicina, Casistica, Ascetica, Storia, Predicazione, Decretali e Costituzioni Clementine, Apologetica. Vanno dal 1472 al 1500, data ultima
degli incunaboli. Ci sono testi e commentari della Bibbia, dei Padri, degli Scolastici,
quali Alessandro di Hales, San Bonaventura, Duns Scoto, San Tommaso d’Aquino,
Nicolaus de Ausmo, ecc. L’incunabolo più antico della nostra biblioteca è l’Opus
Quadragesimale di Roberto Caracciolo (Venezia 1472). Degni di menzione: i Sermoni di Sant’Efrem (Brescia 1490), il Fortalicium Fidei del francescano Alfonso
d’Espina (Norimberga 1494), l’Historia Ecclesiastica di Eusebio (Mantova 1479) e
il De Civitate Dei di Sant’Agostino (Venezia 1475).
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L’altra grande specialità della biblioteca del Monte Sion erano le opere di medicina. Dato che c’erano, nel convento, una farmacia celebre ed un’infermeria per i
religiosi e i pellegrini, vi si andarono riunendo le opere di medicina e di chirurgia più
importanti del tempo. Il lettore troverà la loro descrizione dettagliata nell’opera di P.
Arce Miscelánea de Tierra Santa tomo I, al capitolo Libros antiguos de medicina en
la Biblioteca de San Salvador (Jerusalem 1950), pp. 251-317.
Prima di terminare queste note sulla biblioteca del Monte Sion, vale la pena ricordare che diversi pellegrini dicono espressamente di avervi trovato molti dei libri che
cercavano: tra questi, Tucher (1479-80) nel suo Pilgerfahrt, nel Reyssbuch di Feyrabend, p. 306; Baumgarten (1507) nella sua Peregrinatio, p. 99, ecc.
Dal Monte Sion al convento della Colonna
La biblioteca del Monte Sion fu trasportata a poco a poco, nel 1560-61, nel nuovo convento, chiamato allora della Colonna (deir el-’Amud) e ora San Salvatore.
Sistemata sopra il piccolo chiostro del convento primitivo, che si vede tuttora, vi
restò sino alla fine del sec. XIX, quando fu costruita la nuova biblioteca ad est della
sacrestia, che in precedenza era il coro e il presbiterio della prima chiesa di San
Salvatore.
La biblioteca rimase in quel locale fino a quando non fu necessario trovarle una
nuova sede per far posto ai nuovi libri e per renderla accessibile al pubblico. Dopo
due anni di lavoro, dal 1975 al 1977, la nuova sede era pronta: una bella sala a pianterreno del convento di San Salvatore, lunga 28,20 metri e con una larghezza media
di circa 14 metri.
All’epoca del suo trasferimento nel nuovo convento, la biblioteca poteva contare
qualche centinaio di volumi: manoscritti, incunaboli e cinquecentine. Niente di paragonabile con le biblioteche moderne. Non c’è però da stupirsi di un numero così
ridotto di libri e di codici, perché sappiamo che la biblioteca del Sacro Convento di
Assisi, che era la più ricca del mondo dopo quella dei Papi ad Avignone, aveva nel
1381 poco più di 700 volumi; e la biblioteca vaticana, quando Niccolò V la organizzò nel 1447, non aveva più di 350 codici latini, più qualcuno in greco e in arabo,
numero che passò a 1160 un poco dopo, e a 3500 manoscritti e opere a stampa nel
1481 quando Sisto IV ingrandì il locale.
Anche la biblioteca custodiale ha visto aumentare costantemente, anche se ad un
ritmo assai meno rapido, i suoi fondi di manoscritti e di opere a stampa. Un secolo
dopo la sua installazione nei nuovi locali contava circa 2500 libri; alla metà del sec.
XIX arrivava a 12.000; nel 1936 erano circa 20.000. Oggi (2007) arriva a più di
40.000 opere. Inoltre riceve, in abbonamento o in omaggio, molte e importanti riviste di teologia, liturgia, diritto canonico, missionologia, orientalistica, storia della
Chiesa, agiografia, francescanesimo, ecc.
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Questo notevole accrescimento è dovuto a diverse cause. La principale è la preoccupazione costante di arricchirla da parte dei responsabili. Tra questi si devono menzionare fra Cipriano da Treviso († 1883), lo storico fra Girolamo Golubovich (†
1941), il già citato fra Agustín Arce e fra Sabino De Sandoli († 2001). I Commissari
di Terra Santa, soprattutto quelli di Madrid e di Parigi, e i padri Delegati di Terra
Santa a Roma hanno fornito molte opere di grande valore. Anche i libri lasciati dai
religiosi defunti e quelli offerti da privati e da società scientifiche hanno contributo
molto all’accrescimento e all’arricchimento della biblioteca.
Principali tesori
Oltre ai manoscritti e agli incunaboli di cui abbiamo parlato, la biblioteca di San
Salvatore possiede numerose opere rare e preziose dei sec. XVI e XVII; grandi collane, come le due Patrologie, Greca e Latina, del Migne; gli Acta Sanctorum dei Bollandisti, in 70 volumi in-folio, e molte altre grandi opere; le principali enciclopedie;
molti dei grandi dizionari di teologia, liturgia, archeologia, Sacra Scrittura, spiritualità, diritto canonico, storia e geografia ecclesiastiche, ecc.; e soprattutto la sezione di
palestinologia, comprendente una ricca raccolta di Itinerari di Terra Santa. Questo
è il suo più specifico e prezioso tesoro: si tratta, infatti, di parecchie centinaia di diari
di viaggio, dall’incunabolo di Breidenbach ai nostri giorni.
Le sezioni della biblioteca sono: Palestinologia, Custodia di Terra Santa, Oriente
Cristiano, Judaica et Talmudica, Islamica, Armeniaca, Arabica, Storia delle Crociate, Storia del Medio Oriente, Storia della Chiesa, Storia civile, Geografia, Teologia
dogmatica, Teologia morale, Biblica, Patrologia, Cristologia, Ecclesiologia, Concili, Mariologia, Pastorale, Predicabili, Liturgia, Spiritualità, Catechetica, Apologetica, Diritto canonico, Francescanesimo, Agiografia, Biografie, Letteratura di varie
lingue, Letteratura greca e latina, Arte, Scienze naturali e Medicina, Enciclopedie,
Lessici e Grammatiche, Incunaboli, Manoscritti, e varie altre sezioni minori.
La biblioteca di San Salvatore ha evidentemente molte sezioni, tuttavia è specializzata in argomenti riguardanti soprattutto i santuari e la storia della Terra Santa.
In tutti i tempi, la biblioteca è stata visitata e utilizzata da studiosi. Basterà citare
Chateaubriand, Salzbacher e i grandi bibliografi di Palestina Tobler e Röhricht.
Bibliografia
Arce A., La Biblioteca Central de la Custodia de Tierra Santa, in Tierra Santa, Jerusalem, 38, 411 (1963) 25-30.
Id., The Central Library of the Custody of the Holy Land Jerusalem, in Miscelánea
de Tierra Santa III, Jerusalem, 1975, 444-456.
Id., La Bibliothèque Centrale de la Custodie de Terre Sainte, in Miscelánea de Tierra
Santa IV, Jerusalem, 1982, 423-432.
Id., Libros antiguos de medicina en la Biblioteca de San Salvador, in Miscelánea de
Tierra Santa I, Jerusalem, 1950, 251-317.
127
Id., Itinerarios raros y preciosos de Palestina. Extractos, aportaciones y notas criticas, Jerusalem, 1963.
Gosselin N., La bibliothèque des Frères de la Corde au Mont Sion, in ACTS, Jerusalem, 30 (1985) II 377-400.
Mistrih V., Catalogue des manuscrits arabes du couvent de St. Sauveur des Frères
Mineurs à Jérusalem, in Studia Orientalia Christiana Collectanea, Cairo - Jerusalem, 33 (2000) 115-226.
A cura di fra Franco Valente ofm
ex direttore della biblioteca di San Salvatore
Dal Terra Santa college di
condividerne l’impegno
Amman:
una relazione per
La fine di un anno scolastico e la preparazione al successivo è il momento per
condividere alcune importanti riflessioni sulle novità che hanno interessato il nostro
collegio negli ultimi anni.
Per il nuovo anno scolastico 2007-2008 il collegio si prepara al accogliere circa
1070 studenti, suddivisi nelle fasce di età che vanno dalla scuola materna al liceo.
Dal 2004 ha avuto inizio il progetto di modernizzazione della struttura, che prosegue il grande impegno dei frati ex direttori la cui dedizione ci permette oggi di
ritenere la nostra scuola di Amman una fra le più accoglienti strutture scolastiche
della Giordania, con una particolare attenzione alle esigenze di crescita degli studenti. Il progetto di rinnovamento ha inizialmente riguardato la ristrutturazione e
la messa a norma degli spazi comuni della scuola: la risistemazione delle aule, dei
bagni, l’adeguamento degli impianti elettrici ed idraulici nelle aule e nei laboratori,
ed opere minori quali il graduale riarredamento delle aule (banchi, lavagne, ecc.).
La riorganizzazione degli uffici di segreteria ci permette ora di avere uno spazio
molto accogliente per gestire il rapporto con i genitori e permettere loro di usufruire
al meglio dei servizi scolastici. La modernizzazione della struttura scolastica, fatta
con attenzione alla crescita dei ragazzi, si è concretizzata nel fornire agli studenti i
mezzi necessari per una preparazione culturale e scientifica a passo coi tempi, anche
attraverso la creazione di tre aule computerizzate e fornite di internet (una per ogni
dipartimento), così come di laboratori scientifici e di nuovi spazi per materie facoltative che arricchiscono il patrimonio dello studente.
Una parte importante di quest’opera di modernizzazione della struttura, ha riguardato i lavori ancora in corso, programmati per l’estate 2007. Si stanno infatti completando i lavori di pulizia e adeguamento di tutto il piano terra del collegio, che
comprende un’area di 650 mq destinati agli studenti delle classi elementari. Oltre ad
un adeguamento a norma di legge degli spazi, il piano terra verrà fornito di laboratorio di informatica, laboratorio di scienze, sala musica e biblioteca nonché di tutti
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gli spazi necessari ai bambini delle elementari evitando loro i lunghi spostamenti
che negli anni passati portavano intere classi a muoversi da una parte all’altra della
scuola per raggiungere le aule tecniche.
Negli ambienti che sono stati fino ad ora lasciati a disposizione degli Scout, e che
fanno parte degli ambienti della scuola materna, in un’area di 150 metri quadri si
stanno preparando i locali per accogliere i bambini in età prescolastica (da due a
quattro anni) iniziando così una nuova forma di accoglienza per il Collegio.
Per gli Scout viene costruita ora una struttura nuova, di 125 metri quadri, con tutti
gli spazi necessari per le loro attività, di incontri e preparazione. Gli scout Usud al
Jabal (Leoni della Montagna) del nostro collegio godono di una professionalità e
fama a livello nazionale e sono spesso impegnati in importanti manifestazioni scolastiche e nazionali.
La realizzazione di queste opere è stata quasi tutta a carico del collegio che, grazie
all’aumento del numero degli studenti, ha registrato maggiori entrate permettendoci
di far fronte ai lavori per un totale di 550.000 JD = $ 785.714.
Con tutti gli adeguamenti necessari alla struttura, dall’anno scolastico 2003-2004
il nostro collegio ha aperto le porte alle classi miste, studenti-studentesse. Il nuovo
anno scolastico porterà la presenza delle studentesse alla classe ottava, ed il loro
numero è attualmente di 210 presenze. Questa esperienza si è rivelata estremamente
positiva per il corpo docente, e per la mitigazione del comportamento degli studenti.
Inoltre la loro presenza nelle varie attività (musicali, teatrali, corale, ecc.) è positivamente importante e ricca di entusiasmo. Un esempio: da due anni una nostra studentessa, Yara Kauasmi, detiene il titolo nazionale di ginnastica artistica.
La nostra attenzione si è sempre fissata principalmente sulla crescita accademica
dei nostri studenti attraverso la continua formazione ed aggiornamento dei nostri
insegnanti. Il risultato c’è: anche quest’anno i nostri liceali (Taujihi) hanno ottenuto
ottimi risultati, e tra loro, Ahmad Alhorani, si è classificato nono fra i primi migliori
dieci studenti a livello nazionale con il punteggio di 98,03%. E il collegio ha ottenuto
il quarto livello tra le scuole private (su un totale di 106 scuole private secondarie) e
il nono livello tra le scuole della Giordania.
Appena terminata la ristrutturazione della chiesa del collegio e del convento, abbiamo avuto la gioia di poter celebrare l’ordinazione sacerdotale di fra Rami Asakrieh
ofm, presieduta lo scorso 28 luglio da S.E. il Vescovo greco cattolico Georges AlMur, alla presenza del Rev.mo Padre Custode e del Discretorio di Terra Santa, insieme a molte comunità religiose e fedeli che si sono aggiunte per condividere la
nostra gioia.
Il merito di queste opere è da condividere con tutta la Custodia di Terra Santa e
dell’attuale Governo che non ha mai mancato di esserci vicino, attento e pronto a
sostenerci. A tutti la nostra riconoscenza, e un grazie particolare al carissimo fra
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Giovanni Battistelli, ex Custode di Terra Santa, che fin dall’inizio ha voluto questi
lavori nel collegio.
Per l’aggiornamento continuo e un contatto più costante e profondo con tutti, abbiamo il nuovo website del collegio (in arabo) = www.terrasanta.sch.jo
E alla fine ringrazio voi tutti, cari fratelli, per la vostra attenzione, chiedendovi una
preghiera per il collegio, direttore incluso!
Fraternamente
fra Rachid Mistrih ofm
Direttore
Israele e i visti di ingresso al personale ecclesiastico
Nei giorni scorsi alcune agenzie di informazione hanno riferito di nuovi intralci
posti dalle autorità israeliane agli spostamenti del personale religioso di etnia araba
in Terra Santa. Ultimamente, infatti, preti e suore che si trovano a dover varcare la
frontiera dello Stato ebraico in uscita rischiano di non potervi far ritorno senza prima aver richiesto un nuovo visto di ingresso presso un consolato israeliano. L’esito
della richiesta rimane incerto e la procedura impone comunque mesi di esasperante
attesa per il disbrigo delle pratiche. Fin qui i responsabili ecclesiastici hanno preferito evitare proteste pubbliche, cercando invece di ottenere un mutamento di linea
tramite negoziati discreti con le autorità civili competenti. Sulla questione vi proponiamo un commento di fra David M. Jaeger, giurista francescano appartenente alla
Custodia di Terra Santa.
Ancora una volta, e per l’ennesima volta, giungono notizie dalla Terra Santa su
un’altra ondata di rifiuti di visti di ingresso e permessi di soggiorno al personale ecclesiastico e religioso - preti, frati e suore - assolutamente necessario per la vita della
Chiesa, dei suoi santuari, delle sue parrocchie, scuole e altre opere religiose e sociali.
Come le altre volte, la situazione degenera ulteriormente da un giorno all’altro. Nel
momento in cui scrivo, per esempio, l’insieme dei fedeli di rito siro-cattolico a Gerusalemme è privato dell’unico sacerdote designato per celebrare la Messa e gli altri
sacri riti per loro. Il sacerdote c’è. È mio ospite a Roma, ma da tempo attende, finora
invano, il visto che gli permetta di recarsi al suo posto.
Sono precisamente ondate, ricorrenti tsunami, che si abbattono su di noi sempre
più frequentemente, e per certi versi, con sempre maggior severità.
È possibile (tutto è possibile) che nel momento in cui leggerete queste parole, la
crisi particolare sarà passata, oppure attenuata. Almeno fino alla prossima volta, che
sicuramente - ci insegna la storia di questi decenni - ci sarà, pur non conoscendone
né il giorno né l’ora. Forse quando cambierà di nuovo un ministro o la coalizione
di governo, o semplicemente l’umore di qualche funzionario plenipotenziario, che
gestisce questa materia anonimamente dietro le quinte...
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Eppure… eppure nel suo Accordo fondamentale con la Santa Sede, firmato il 30
dicembre 1993, entrato in vigore il 10 marzo 1994, lo Stato di Israele ha riconosciuto
esplicitamente, all’articolo 3 paragrafo 2, il diritto della Chiesa Cattolica a formare,
nominare, e dispiegare (nell’originale inglese: deploy) il proprio personale nelle sue
istituzioni e per l’espletamento delle sue funzioni (!). Il senso di quel dispiegare era
chiarissimo ai rappresentanti dello Stato che accettarono questa formulazione così
precisa. Ne sono testimone io stesso, che ero presente in tutte le sessioni in cui se
ne parlava. Ed era appunto questo: il diritto della Chiesa di ottenere dallo Stato le
autorizzazioni necessarie per l’ingresso e il soggiorno del personale destinato dall’Autorità ecclesiastica al servizio in Terra Santa, in Israele o nei Territori palestinesi
da esso controllati. Ora è vero anche questo: che l’Accordo intendeva riconoscere
in pari tempo - e come poteva non riconoscerlo? - il pieno diritto-dovere dello Stato
sovrano di regolare l’ingresso e la presenza nel territorio di singole persone che non
ne hanno diritto a titolo personale, ovverosia di cittadini stranieri, specie per ragioni
di sicurezza. Ed è pure vero che molti dei sacerdoti e dei religiosi che la Chiesa ha
bisogno di dispiegare in Terra Santa (ove la grande maggioranza dei fedeli sono di
lingua araba) sono cittadini di Paesi arabi non proprio ben disposti e persino di Stati
tuttora ostili allo Stato ebraico, il che certamente giustificherebbe una particolare
attenzione da parte dello Stato alle domande di visti e di permessi di soggiorno che
li riguardino.
Per cui? Per cui si impone la necessità di una normativa, una normativa trasparente, che esponga le legittime esigenze dello Stato e stabilisca l’iter, le procedure
per la verifica della non-pericolosità dei singoli preti, frati e suore, che la Chiesa ha
bisogno di dispiegare al servizio dei suoi fedeli. Una dimensione fondamentale della
ripetuta crisi è infatti questa: che non esiste tale normativa, non esiste nessuna normativa, nessuna procedura stabile e riconoscibile, eccetto quanto possa forse esistere
nei cassetti chiusi o nelle menti impenetrabili di certi funzionari, e che comunque si
dimostra sempre di nuovo altamente mutevole.
L’Accordo fondamentale invece, confrontando il già citato articolo 3 paragrafo
2 con l’articolo 12, prevederebbe una normativa concordata, pattizia, che rispetti
integralmente sia il diritto della Chiesa che le legittime esigenze dello Stato. Come
è stato reso noto più volte da organi di stampa, già nel lontano 1994 le Parti si sono
accordate di negoziare precisamente su questi argomenti. Il tempo per farlo è sicuramente venuto.
fra David M. Jaeger ofm
http://www.terrasanta.net
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Cosa è l’Associazione di Terra Santa
L’Associazione di Terra Santa (ATS) è l’Organizzazione Non Governativa (ONG)
senza fine di lucro della Custodia Francescana di Terra Santa. L’Associazione viene costituita nel maggio del 2002 ed ufficialmente riconosciuta idonea a realizzare
progetti di cooperazione allo sviluppo nell’aprile del 2006 ATS, dal Ministero degli
Affari Esteri italiano.
Il Presidente è il Custode di Terra Santa. ATS ha sede legale a Roma e da settembre
del 2006 sede operativa a Gerusalemme.
La missione di ATS è: Servire la Custodia di Terra Santa nel proprio compito di
conservare e valorizzare i Luoghi cari alla cristianità, sostenere la presenza cristiana in Medio Oriente, promuovere la pace ed il dialogo.
ATS vuole essere un’emanazione della Custodia per le attività di fund raising in
Italia ed Europa con sostenitori istituzionali pubblici e privati, e con tutti i sostenitori
comuni che desiderano trarre vantaggio dalle agevolazioni fiscali concesse in Italia
per favorire donazioni verso i soggetti ONLUS-ONG. ATS nel tempo può inoltre
fungere da valido supporto tecnico e di coordinamento per promuovere i progetti
della Custodia nei vari paesi europei, stipulando accordi di partnership con istituzioni e soggetti localmente riconosciuti.
ATS non formula nuove iniziative ma intende sostenere i progetti realizzati e gestiti
dalla Custodia attraverso le strutture esistenti: scuole, conventi, parrocchie, singoli
docenti, etc.
Per far conoscere al meglio l’operato della Custodia le molteplici iniziative sono
state raggruppate per aree:
• Memoria e Cultura
Conservazione e valorizzazione di aree archeologiche e santuari, attività di studio
e ricerca, tutela del patrimonio archivistico e museale, produzione editoriale
• Educazione
Infanzia, famiglie, scuole, formazione professionale
• Sviluppo e Lavoro
Artigiani, microimprese, costruzioni e manutenzione di immobili (abitazioni, santuari)
• Emergenza
Conflitti, sostegno a minoranze, anziani
Obiettivo primario della Custodia, attraverso ATS, non è quello di chiedere fondi,
bensì di offrire a nuovi soggetti l’opportunità di collaborare nell’azione di tutela e
preservazione della tradizione e della memoria cristiane. Si comunica e ci si apre a
piccoli e grandi sostenitori per condividere l’esperienza dell’avvenimento cristiano.
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Obiettivi specifici
a. Mettere a disposizione della Custodia e dei suoi frati, in Terra Santa e nel mondo
(commissari e network francescano), materiale utile per raccontare le attività a sostegno delle pietre della memoria o pietre vive della Terra Santa (documenti, racconti,
foto, filmati, etc.).
* Strumenti utili: sito internet, riviste, network francescano, network pellegrini.
b. Raggiungere istituzioni private (banche, fondazioni, imprese, ecc.).
Si tratta di offrire a grandi gruppi ed istituzioni l’opportunità di collaborare all’opera di conservazione dei luoghi santi e al sostegno delle comunità cristiane.
Occorre creatività e disponibilità nell’avvicinare i possibili partner. È essenziale la
collaborazione dei frati impegnati sul campo. È importante anche essere disponibili
ad offrire visibilità e garantire ritorno d’immagine a favore dei sostenitori con forme
discrete da concordarsi.
* Strumenti utili: collaboratori interni, politici ed imprenditori amici nei vari paesi
e/o di passaggio in Terra Santa.
c. Raggiungere istituzioni pubbliche, attraverso la compilazione di bandi e concorsi.
Si tratta di svolgere un’attività di progettazione diretta a sfruttare i bandi pubblici di istituzioni europee e nazionali (ministeri, regioni, comuni). Attività molto
dispendiosa in termini di tempo investito, da svolgere in stretta cooperazione con
l’Economato e i responsabili delle opere. È utile favorire accordi di partnership con
altre organizzazioni no-profit nei paesi europei: oltre che in Italia, anche in Spagna,
Germania, Francia, Svizzera, ecc.
* Strumenti utili: risorse umane, volontari qualificati, organizzazioni amiche.
Osservazioni di metodo:
ATS non è un ente esterno alla Custodia, ma ne è parte integrante ed è a suo servizio.
L’Associazione ha una sua configurazione giuridica necessaria per rispondere ai nuovi
requisiti imposti dalle normative internazionali che regolamentano i flussi finanziari,
pubblici e privati, diretti a sostenere progetti di cooperazione allo sviluppo.
È importante far conoscere in dettaglio le azioni svolte, la propria struttura, l’organizzazione, nonché offrire un trasparente rendiconto amministrativo.
Ad oggi la struttura di ATS è minima: un collaboratore fisso e alcuni volontari che
offrono un contributo saltuario. È essenziale per il conseguimento degli obiettivi la
collaborazione di tutti i frati della Custodia. Tutti possono portare il proprio contributo in fase di elaborazione delle proposte fornendo i documenti di progetti da sottoporre all’attenzione e all’approvazione del Discretorio. Tutti possono utilizzare i
documenti e il materiale raccolti per promuovere le iniziative prioritarie. Il materiale
verrà diffuso attraverso il sito internet e la mailing list.
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Le attività svolte dalla Custodia come ATS non intendono interferire con la Colletta del Venerdì Santo, che continuerà a svolgersi autonomamente utilizzando i canali
ecclesiastici (diocesi, vescovi, parrocchie).
Resoconto attività svolta anno 2006-2007
Parallelamente ad una attività di ricognizione presso le opere della Custodia (resta
ancora da completare Cipro, il Libano e la Siria), sono stati scritti in lingua italiana
molti documenti di progetto, alcuni tradotti in inglese e tedesco. È stato raccolto ed
ordinato molto materiale cartaceo e fotografico ed informazioni utili per presentare a
sostenitori strutturati budget e prospetti finanziari.
Sono stati inoltre preparati alcuni bandi pubblici, che hanno assorbito molto tempo
e per i quali si attendono nel tempo delle risposte. Si ricorda per l’Italia: Ministero
Affari Esteri, Ministero Beni Culturali, CEI, Regione Lombardia.
Si è lavorato inoltre per preparare i testi per il sito internet ATS (www.ats.custodia.
org) orientato a promuovere l’area progetti della Custodia. Si sta lavorando per sviluppare tecnicamente e graficamente il nuovo sito che verrà proposto come sotto-sito
della Custodia (www.custodia.org), anche se con una nuova veste grafica. Attraverso
il sito sarà possibile fare donazione online con carta di credito.
Ad oggi sono state contattate numerose personalità, prevalentemente italiane (politici a livello nazionale e locale, imprenditori, banchieri, responsabili no-profit di area
cattolica), ai quali si è iniziato a presentare alcuni progetti della Custodia. Considerate le numerose iniziative in corso, si sta lavorando alle priorità segnalate: emergenza
Betlemme in campo sociale, le scuole di Gerusalemme, Betlemme e Gerico in campo educativo ed i luoghi santi di Cafarnao e Magdala per l’area memoria e cultura.
Tommaso Saltini
Basilica dell’Annunciazione: Il necessario invervento di
consolidamento della roccia della Grotta venerata
I pellegrini abituati da anni ad una sosta di preghiera all’interno della Grotta nella
basilica dell’Annunciazione a Nazareth restano un po’ delusi nel trovare l’accesso
sbarrato con un cartello che li invita a sostare all’esterno della bella ringhiera in ferro
battuto.
All’origine della decisione, recentemente presa dai Francescani di servizio al
santuario, c’è una situazione di degrado della roccia della Grotta giunta ad un punto
critico e preoccupante.
La roccia della Grotta da anni mostrava un evidente stato di progressivo degrado
del materiale lapideo, in particolare nella volta. Nonostante i numerosi trattamenti
a cui era stata sottoposta a partire dagli anni ottanta la roccia continuava a mostrare
una evidente incoerenza strutturale, che si manifestava con la caduta di frammenti
lapidei della volta polverizzati o più consistenti tanto da impensierire.
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Le cause all’origine di questo sfaldamento superficiale sono diverse. Prima di tutto
c’è la natura della roccia della Grotta, che continua in chiesa la collina sulla quale
sorge la cittadina di Nazareth, che è un calcare bianco molto friabile, quasi una
marna che con un termine inglese i geologi chiamano chalk. Un materiale facilmente
lavorabile tanto che i pellegrini scultori venuti dalla Francia e che decorarono la nuova
basilica dell’Annunciazione costruita in epoca crociata, la usarono per gli splendidi
capitelli con le storie della Chiesa e degli Apostoli che oggi si possono vedere nel
piccolo museo allestito nei pressi del santuario (che evidentemente corrono lo stesso
pericolo della roccia della Grotta!).
I francescani entrarono in possesso della Grotta e delle rovine della chiesa crociata
- distrutta nel XIII secolo per ordine del sultano Baybars ad-Dhahir - nel 1620,
quando l’emiro druso della montagna libanese Fakhr ed-Din ne fece dono al padre
Tommaso Obicini da Novara Custode di Terra Santa, scrivendo una bella pagina delle
relazioni amichevoli tra i musulmani e la Custodia francescana dei Luoghi Santi. Nel
restauro che seguì la donazione la chiesa fu ricostruita e la Grotta all’interno protetta
e messa in onore con una copertura di lastre di marmo all’esterno e all’interno, in
parte responsabili dell’inizio del degrado perchè la roccia, impedita di respirare e
di interagire liberamente con l’ambiente circostante, cominciò a perdere coesione a
causa dell’umidità.
Nel 1974 al termine della costruzione della nuova grandiosa basilica ideata
dall’architetto Giovanni Muzio, l’ultimo intervento riguardò proprio la Grotta che
venne spogliata del rivestimento lapideo scegliendo una soluzione esteticamente
bella ed emotivamente riuscita. Del vecchio altare monumentale con colonne e
sculture decorative, restò nella Grotta solo la mensa con la stella sottostante che
ricorda il mistero che in quella Grotta si celebra. Nella nuova chiesa di cemento la
Grotta risalta isolata e spoglia sotto la grande cupola a cono, tra il muro crociato alle
spalle e i resti musivi della prima chiesa paleocristiana nella quale era stata inglobata
a cominciare almeno dal IV secolo. Una soluzione che per la Roccia è stato un altro
choc, trovandosi ad affrontare un nuovo microclima.
Microclima umido purtroppo, aggravato da una pratica di pietà diventata comune
fino alla chiusura recente: quella cioè di permettere ai gruppi di pellegrini di entrare
numerosi nella Grotta dalla capienza piuttosto modesta e di sostarvi, malgrado ciò
fosse stato sconsigliato dagli esperti e, per un certo tempo, anche rispettato.
Inizialmente la bella cancellata in ferro battuto dell’artista austriaco Hermann
Pedit era stata pensata proprio a protezione della Grotta, per impedirne l’ingresso ai
gruppi. È difficile far capire al visitatore e tanto meno al pellegrino che i nostri corpi
emettono umidità e anidride carbonica, entrambi deleteri e nocivi se moltiplicati
all’infinito in concomitanza con altre cause naturali già problematiche.
135
Si è reso necessario attivare una campagna di approfondimento volta ad evidenziare
i fattori del degrado e le modalità con cui tale degrado ha luogo. Dal giorno della
chiusura nel novembre scorso, stanno effettuando la prima indagine tre igrometri
(misuratori di umidità) piazzati nella Grotta, sui gradini di passaggio sul fondo della
Grotta e all’esterno della basilica, in grado di registrare i parametri termoigrometrici.
Questi sensori sono in grado di rilevare, monitorare e registrare la temperatura e
l’umidità dell’aria dell’ambiente, ma anche della roccia delle pareti.
Questo è il motivo primo e unico per cui, per ora, è stata presa la decisione di
chiudere temporaneamente l’accesso la Grotta, per non alterare ulteriormente i tassi
di umidità.
I dati raccolti vengono analizzati attraverso opportuni programmi di calcolo, che
danno la possibilità di monitorare gli scambi tra la roccia e l’atmosfera circostante in
vista dell’intervento definitivo.
Parallelamente, alcuni esperti giunti da Firenze hanno iniziato la scansione
tridimensionale della Grotta, da rielaborare successivamente per avere una esatta
documentazione della superficie rocciosa sulla quale intervenire.
In un secondo tempo sono state effettuate nel laboratorio del Centro dell’Università
degli Studi di Firenze le prime indagini petrografiche su alcuni frammenti litici
prelevati nella Grotta. Esame seguito dall’intervento di sperimentazione diretta che è
consistito nel trattare i frammenti raccolti con prodotti opportuni (detti nanoparticelle)
per riconferire alla roccia friabile la coerenza e compattezza originale. In pratica
facendo penetrare all’interno della formazione calcarea prodotti che - senza creare
strati di isolamento rivelatisi dannosi negli interventi precedenti - sono in grado di
aggregare e rendere coese le particelle della roccia.
I risultati di laboratorio sono molto incoraggianti, come ha tenuto a dirci il Prof.
Piergiorgio Malesani che dirige il gruppo di giovani esperti del Centro di eccellenza,
messisi con entusiasmo e competenza al servizio del santuario.
I pellegrini perciò possono stare tranquilli. Al termine dell’intervento potranno
visitare il santuario con la certezza che la Grotta - venerata come parte della Casa di
Maria fin dai primi secoli - protetta e messa in onore dagli edifici di culto susseguitisi
nei secoli, potrà affrontare con buona sicurezza e stabilità anche i secoli a venire.
fra Michele Piccirillo ofm
136
Indice
Dalla Curia Generalizia
3
Conferma delle elezioni del Discretorio custodiale3
Conferma delle elezioni del Congresso Capitolare custodiale
4
Dalla Curia Custodiale
5
Avvisi prima del Congresso capitolare
5
Dal Congresso capitolare del 23-28 luglio - Fuheis/Amman
6
Dal Discretorio del 24 settembre - Gerusalemme/San Salvatore
6
Dal Discretorio del 1º novembre - Gerusalemme/Terra Sancta College
7
Dal Discretorio del 6 Dicembre - Ain Karem / San Giovanni
9
Vestizione
11
Professioni semplici
11
Professioni solenni
11
Ordinazioni sacerdotali
12
Uscita dal Postulandato
12
Dimissione dall’Ordine
12
Date dei Congressi Discretoriali del 2007-2008
13
Formazione in Custodia
14
La Grotta di Nazareth in restauro
16
Lettera di auguri del Custode ai neo cardinali
18
Orari dell’Infermeria custodiale20
Ora Santa al Getsemani21
Attività editoriali delle Edizioni Terra Santa22
Santo Natale 2007 - Messaggio del Custode di Terra Santa23
Saluto di accoglienza di fra Artemio Vitores al Presidente dell’Autorità Palestinese
Mahmud Abbas
24
Agenda del Custode25
Nuovo numero di telefono27
Nuovi Commissari di Terra Santa27
Capitolo Under Ten
29
Programma del Capitolo29
Comunicato stampa in apertura del Capitolo Under 1033
28 giugno33
29 giugno
34
30 giugno35
1 luglio35
2 luglio36
3 luglio37
4 luglio
37
5 luglio38
6 luglio38
7 luglio39
137
8 luglio
Parole di benvenuto del Custode all’Ingresso al Santo Sepolcro (Allegato A)
Sabato 7 luglio. Omelia alla Santa Messa davanti all’Edicola (Allegato B)
Ringraziamenti del Ministro Generale alla Custodia
Sorella Morte
Sig. Fayez Fahim
Fra Antonio (Giuseppe) Mastropierro ofm
Fra Costantino Ruggeri ofm, cantore della Bellezza
Fra Marcello Boscolo ofm
Sig. Felix Ison
Sig. Juan Armijos
Fra Didier Mouque ofm
Signora Bernadette Smith
Suore Clarisse
Fra Rafael Montoya García ofm
Fra Angelo (Katsumi) Haruyama ofm
Cronaca custodiale
Inaugurazione del Museo di Tayibat al Imam- Hamah
Festa degli otto martiri francescani di Bab-Touma
Il Ministro generale dei Francescani ha presieduto la Messa della Dedicazione
Santo Sepolcro
Fra Anselmo Paparella festeggia i cinquant’anni di vita religiosa Trasfigurazione sul Monte Tabor
Grande festa a Harissa: ordinazione sacerdotale di fra Mario Hadishiti
Professioni temporanee a Betlemme
Esercizi spirituali annuali per gli studenti francescani di Gerusalemme
San Cleofa festeggiato ad Emmaus Qubeybeh
Solennità di San Francesco d’Assisi
A San Salvatore
A Betlemme
Al Getsemani
In Libano
66
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68
69
Apertura dell’anno accademico
Pellegrinaggio in Terra Santa dei Cavalieri di Malta
Festa nazionale della Spagna
Professione solenne di cinque frati francescani a Gerusalemme
Ritiro spirituale dei Frati di Siria e Libano
Commemorazione del Battesimo del Signore al Giordano
Nostra Signora di Palestina Festa a Deir Rafat
Formazione in Libano
Commemorazione dei fedeli defunti
Il Custode riceve i responsabili della sicurezza degli aeroporti
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81
Entrata solenne del Cardinale Christoph Schönborn e dei Vescovi della Conferenza
Episcopale Austriaca a Gerusalemme
82
Visite illustri al convento della Flagellazione
84
Il Cardinale di Siviglia, Carlos Amigo, pellegrino in Terra Santa
85
La festa del Re dei Belgi a San Salvatore
86
Incontro di Formazione per i Guardiani sul Monte Tabor
87
X Corso per animatori di pellegrinaggi in Terra Santa
89
Incontro del Custode di Terra Santa con la Conferenza Transalpina
89
Rinnovazione della Professione e Consegna della Regola
90
Inaugurazione della Sala - Teatro della Scuola di Terra Santa a Gerusalemme
91
Il Vice Premier italiano a San Salvatore
92
Inaugurazione di locali nella Scuola femminile di Terra Santa a Gerusalemme 93
Porte aperte per i pellegrini a Betlemme
94
Festa di Nostra Signora di Guadalupe a San Salvatore
95
Inaugurazione del convento e di locali della parrocchia di San Giuseppe a Knaye 95
Visita del Ministro Generale dei Cappuccini a San Salvatore
96
Alla Casa del Fanciullo tutti i giorni è Natale
98
Chiusura del primo trimestre al centro di spiritualità francescana di Beirut
101
La giornata del 24 dicembre a Betlemme
102
Notte di Natale a Betlemme
104
Una notte di Natale al Santo Sepolcro
106
Nazareth: Benedizione della Casa per i Volontari
108
La festa dei Santi Innocenti a Betlemme
109
Concorso di canti religiosi delle Scuole latine di Gerusalemme
110
Formazione Permanente
Missionari in Terra Santa, Martiri in Spagna
111
111
Indice
137
Varia
116
Lettera-resoconto del Direttore del Terra Sancta College di Betlemme
116
V Congreso Latinoamericano de Comisarios de Tierra Santa Acambaro, México118
A Succivo (Caserta): i Monti della Terra Santa
120
Una nuova cappella della Porziuncola… tra la Siria e la Turchia
120
Enciclopedia araba cristiana: progetto per il sito Internet
121
La biblioteca centrale della Custodia di Terra Santa
124
Dal Terra Santa College di Amman: una relazione per condividerne l’impegno 128
Israele e i visti di ingresso al personale ecclesiastico
130
Cosa è l’Associazione di Terra Santa
132
Basilica dell’Annunciazione: Il necessario invervento di consolidamento della roccia
della Grotta venerata
134
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