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Nel testo “Una storia che comincia da qui” di Tino Sada (volume edito in proprio, a fini di
distribuzione gratuita, finito di stampare nel mese di marzo 2008) viene presentata la storia di
Simmenthal con un racconto a più voci. Una di esse è proprio quella di Edoardo Bertacchi. Ne
estrapoliamo alcuni passi per ricordarne ancora meglio la figura, l’impegno, la vita.
“Un giorno, ormai lontano nel tempo - ricordo che avevo trentasei anni ora, per intenderci, ne ho
ottantotto, già compiuti! - rispondendo ad una chiamata telefonica sentii la voce, concisa e sicura,
di un certo signor Gino Alfonso Sada che, esplicitamente, con un laconico "Devo parlarle", mi fissò
un appuntamento nella hall dell'Hotel Metropol e Suisse di Como.
Andai a quell'incontro ...
Da allora sono rimasto al fianco di quell'autorevole Uomo qual è stato Gino Alfonso Sada - signore
di vecchio stampo, personaggio industriale carismatico come pochi, che fondò la legittimità del suo
potere su un'indiscutibile, innata capacità manageriale e di comando - con fedeltà e gratitudine,
anche oltre la sua dipartita avvenuta il 6 aprile 1964.
La mia collaborazione lavorativa/sportiva di dirigente continuò, infatti, ininterrottamente,
nell'azienda da lui creata - e per ben cinquanta anni - vicino agli eredi: la moglie, signora Paola e
i tre figli, Piero, Claudio e Alberto.
Indubbiamente un lungo periodo, nel quale sono certo di non aver lesinato su nessuna delle mie
capacità intellettuali, morali e fisiche per ottemperare a quell'impegno di lavoro propostomi
telefonicamente con un "Devo parlarle" e sancito - qualche giorno dopo, nell'incontro convenuto
tra me e l'industriale Gino Alfonso Sada - da una concorde, forte stretta di mano, come solo i
gentiluomini sono soliti fare.
Fu così che iniziai a tenere in gran considerazione quell'Uomo tutto d'un pezzo, ispirante
simpatia a prima vista, eclettico ed equanime come pochi. Fu così che mi trovai legato (e lo sono
tuttora) alla famiglia Sada.
Per il calcio - data la carica di dirigente responsabile - non mi sottraggo certo al compito di
entrare nel merito (…) Nell'estate del 1955, entrava in scena il Cav. del Lav. Gino Alfonso Sada
che, grato alla città che aveva tenuto a battesimo le sue fortune aziendali, delegava il figlio Claudio
a contattare l'ex presidenza per la successione.Fedele interprete dei criteri innovativi nel nostro
tempo, Sada junior proponeva la propria sponsorizzazione mediante l'abbinamento col Gruppo
Sportivo Simmenthal Calcio militante nella dilettantistica Prima Categoria, chiedendo inoltre,
nella sua veste di presidente, di essere coadiuvato da una commissione di reggenza composta dagli
uomini di fiducia della triade dimissionaria.
Raggiunto l'accordo, il nuovo massimo dirigente Claudio Sada, affidava la vice presidenza
operativa segreteria del sodalizio (oggi si direbbe la direzione generale) all'esperto cav.
Edoardo Bertacchi proveniente dall'A. C. Como che, in tale ruolo, si era reso benemerito
del club lariano in entrambe le principali serie nazionali.
Nasceva così il Simmenthal Monza Calcio, (…) ma nell'estate del 1965, Claudio Sada usciva
definitivamente dalla scena e, alla fine del Campionato 1966 la squadra, precipitata all’umiliante
penultimo posto della (…) mestamente, retrocedeva in serie C.
Passava, così, in archivio il brillante decennio della Simmenthal.
Ma non fu solo per un ritorno pubblicitario che Simmenthal decise di entrare nel mondo della
pallacanestro, anzi! Il basket, per l'indimenticabile papà Gino Alfonso Sada, fu senz'altro un amore
a prima vista, ardente ed appassionato, da rimanervi fedele sino alla fine della sua esistenza. (…)
Dal 1956 al 1973, chi scrive - con gli incarichi di osservatore, dirigente e componente del
Consiglio direttivo di questa nuova attività dell' Azienda - visse da vicino il cammino trionfale
della Simmenthal Pallacanestro.
In quel periodo, il mondo dello sport apriva le porte all'emergente, spettacolare disciplina del
basket e la società Simmenthal, raccolto l'invito, si apprestava a realizzare una vittoria dopo l'altra,
in patria e all'estero.(…) A volte, evocando glorie e personaggi appartenenti a quel passato, ho
come la sensazione di viverlo ancora. D’altra parte, personalmente, non ho mai cessato di
considerarlo uno dei periodi più belli, importanti e ricco di soddisfazioni, della mia vita (…)