CONSIDERAZIONI Ho dato al mondo la mia bontà, alle donne il mio
Transcript
CONSIDERAZIONI Ho dato al mondo la mia bontà, alle donne il mio
CONSIDERAZIONI Ho dato al mondo la mia bontà, alle donne il mio amore, agli uomini la mia lealtà, ai sofferenti l'umana solidarietà, ai vili il disprezzo, alla vita la mia gioventù, alla montagna la mia energia, allo sport il mio vigore, ai genitori il rispetto, alle genti la mia simpatia, a voi la mia poesia e la mia povera arte. E alle soglie della mia sera eccomi qui, solo, al mio ricovero di mendicità. LA CROCE Sul ceppo oscuro con le braccia tese in offerta agli uomini e ai cieli. Di lancia è trafitto il tuo costato, il sangue si spande in infiniti steli. Una corona di spine per essere Re, antichissima come un prodigio. La resurrezione! Uno svolio di stelle, un tremor di vita sfiora le tue ferite aperte, invisibili calici d'amore per chi attinge alle tue braccia tese con la speranza del PARADISO. ANCHE PER ME Anche per me la gioia di una giostra in giochi d'amore senza fine. Anche per me una corsa nel vento alla ricerca di un'infanzia perduta. Anche per me un po' d'aria in una stanza con una porta che si apre su di un prato verde che mi aspetta. Anche per me una torre di parole per non cadere nel nulla col cuore bruciato dal turbine dell'esistenza. Anche per me una carrellata sul mondo perchè possa sentirmi in questa umana vita anche soltanto per un istante finalmente libero. C'ERA UNA VOLTA UN AQUILONE Sui vergini silenzi della vita il ghiaccio si dissolvo, l'erba trema e l'acqua si dilata in casto mormorio. Dagli anni velati ancor dal tempo sale un vivo fremito d'amore che nel tuo cuor canta e s'inazzurra in un palpito perenne. È stata breve l'ora del sereno canto, e nel tuo cuor, anche se affranto, non entra lo sconsolato pianto. Fra la gente lentamente avanzi, ti accompagna l'amor che hai nel cuor. Ti salutano i fiori tra sasso e sasso come braccia protese di chiome giovinette. Infinita è la strada, stanco è il tuo passo, stupisce il silenzio alla fresca voce che ti chiama. Fervido è il gioco; armonia di voli che piega il mondo. Si piega l'erba novella, la corsa procede più veloce, il giorno trasloca inorridito nell'urlo di disumana convinzione. C'era una volta in cielo un aquilone. PERCHÈ CUORE MIO? Perché cuore mio d'un tratto ti accendi d'amore e brilli di vivida fiamma consumando in breve tempo la tua fragile essenza di vita? Perché cuore mio ti chiudi in un velo leggero di tristezza e ti avvolgi sincero all'amore che viene da te liberato? Perché cuore mio? Perché dentro di te già dormi l'eterno riposo mentre io ti do la mia vita perché mai stanco di questa ardua fatica? Perché cuore mio tu che sei la mia unica ricchezza che pesa sulla bilancia del dare e avere tessi come Penelope una tela che non avrà mai fine? LA VITA Mai la vita in questa sua misura mi è parsa più desiderabile di ora; papaveri rossi sui prati, lucidi insetti sui fili d'erba, calde serate nella mia dimora semibuia, alberi neri e misteriosi nel crepuscolo, stelle lucenti in serene acque, sonno in lunghi sogni. La vita, la vita, mai la vita mi è parsa più pura di ora in queste ore dove la mente sfugge al fango del tempo, le mani non invocano più la spasmodica calma. La vita, la vita vento di speranza che vola sopra ai campi fioriti, che combatte l'orrore della morte. La vita, oh la vita. HO VOLUTO GUARDARE E HO PIANTO Ho veduto volare le rondini, ho sentito il sole scaldare la mia pelle, ho visto la natura svegliarsi, c ho pianto. Ho veduto onde spumose infrangersi sugli scogli, qui, dove inizia la terra, dove uomini ipocriti giocano alla guerra, e ho pianto. Ho veduto il volto di un amico sporco di sudore, ho visto le lacrime dì un bimbo perché la sua pelle è nera, e ho pianto. Ho veduto il corteo di un funerale, e ho detto « riposi in pace », ho visto un corteo di macchine, uno sposalizio, e ho detto « siate felici », e ho pianto. Ho visto la dimora di un ricco, un palazzo di marmo, ho visto la capanna di un povero, fatta di paglia e fango, e ho pianto. Ho visto uomini potenti, e ho visto mendicanti, ho visto le cose belle e quelle brutte, e tutto, tutto mi ha fatto piangere. UOMO SMARRITO E TRISTE Uomo smarrito e triste, con i vecchi vestiti logorati dal tempo, al riparo dei tigli di un giardino in un giorno di afa di agosto. Dopo tanti anni di silenziosa fatica, con l'atroce condanna di non avere un posto in questo mondo antico. Povero uomo, al servizio di nessuno, hai conosciuto stamani, finalmente, dopo tanto tempo, l’improvviso brivido di una carezza. Una bella e bionda fanciulla dalle candide mani, ha carezzato le tue rughe, per simpatia, per pietà, ed anche per pubblicità. Sulla tua povera fronte stanca di strada, stanca di luce, stanca di polvere, stanca di tutto, la candida mano ha lenito una pena antica, sofferta nelle eterne notti di inverno, sotto l'arcala di un ponte e con poco pane. Oggi questo gesto pietoso t'ha fatto dimenticare bestemmie e botte della crudeltà della gente, ed hai rivisto quei verdi prati fioriti che un giorno lasciasti senza farvi mai ritorno. Uomo sensibile smarrito e triste, svegliato da un'anonima carezza, in un giorno di agosto. Così hai riudito dopo tanti anni la calda canzone della tua giovinezza gioire nel tuo povero cuore; alzando gli occhi al cielo ti sei accorto che al mondo soltanto gli uccelli sono liberi e lieti per breve tempo, mentre le preghiere dei poveri uomini non salgono mai oltre i colonnati e le cupole, poi le disperde il vento senza pietà. Uomo smarrito e triste, in un giorno qualunque del tempo che si frantuma, oltre quei prati fioriti della tua breve memoria, hai vissuto in una sola innocente carezza, fatta da una candida mano un attimo di felicità che tu credevi perduta. RICORDI... D'AMORE L'orologio del tempo si è fermato, su tutti gli amori del mondo. Sotto un cielo di stelle fredde, bianche ali di gabbiano scavano lucidi ricordi di amori dimenticati. Oggi come ieri, come sempre, raccogliamo i nostri pensieri, uno accanto all'altro, per ritrovare nei segreti dell'ombra e nel nostro cuore, quegli amori infuocati da una pazzia crescente. I ricordi pesano di un'antica bellezza, ma la realtà è arida, come forti sono i venti del deserto. Occhi freddi, cuori tristi, sono i cristalli di stelle rubati al cielo nelle notti chiare. I miei pensieri non appartengono più, io sono la notte, loro sono il giorno, c'incontriamo solo per dirci buongiorno. AMORE In una notte di luna lacrime amare hanno rigato il mio volto. In un giorno di sole lacrime calde sono scese dal mio cuore. Frammenti di lacrime sono scese dai miei occhi sul mio viso, sulle mie mani illuminate da milioni di stelle. Mille gocce di lacrime, un milione di gocce di rugiada, altrettanti sospiri di un amore forte cresciuto nell'intenso sapore dei tuoi baci. Amore mio. APPUNTAMENTO Aquile di vento spazzano la collina. Lamine di pioggia la lavano, ed io sono ad aspettarti puntuale al solito posto. Fremo dalla voglia di sfiorarti le mani e stringerti a me, piano piano per non sciuparti. Ma tu non sei venuta e son passati tanti anni. Ed io non mi rassegno di averti perduta. Sempre ritorno al solito posto come un nostalgico adolescente dai capelli cenerini. E, solo, disteso sul muschio ascolto il vento che spazza la collina e le sue ali mi riportano la tua voce tra le voci. IL VOLO DEL GABBIANO Nella discreta penombra di un'intima alcova, sopra un letto di piume giace il tuo corpo nudo, e su di esso, lieve come l'onda che s'infrange sulla riva, approdano le mie carezzeCome un gabbiano bianco la mia mano sorvola la morbida distesa, poi esausta, si posa leggera sulle rosee dune di velluto e coglie negli esotici boccioli i caldi fremiti dell'amore. A poco a poco, lentamente il ciclo si oscura, la luna si sostituisce al sole, il gabbiano compie l'ultimo volo, poi cullato dal canto delle sirene s'adagia sulla calda sabbia, nell'abbraccio due morbide ali, l'avvolgono nel soave tepore di un dolcissimo bacio. TI AMO Ti amo, ti amo più della mia stessa vita, io ti amo, sentimento puro come la neve candida delle alte vette. Ti amo nella notte fonda quando al tuo pensiero non riesco a dormire vedendo la tua immagine stampata nella mente. Ti amo, non ti odio, ti amo perché non posso odiarti, un cuore che si ama non si può odiare. Se ti odiassi non potrei amarti. Ti amo per quella che sei, per quella che i miei occhi vedono e per quello che il mio cuore sente; l'amore. Ti amo, amo la tua bocca dal colore di fragola, i tuoi occhi verdi. amo i tuoi capelli, la tua pelle, il tuo corpo Ti amo, solo ti amo. 13 AGOSTO 1967 ESTATE, AUTUNNO Oggi l'anniversario è ritornato con un anno in più e qualche sgradita ruga del tempo che è passato si imprime sulla fronte impallidita. Dove sei verde vita dei miei verdi anni? Dove sei dolce amore che mi hai ferito il cuor? Vano rimpianto, inutile richiamo, la rosa che non colsi è ormai sfiorita, il frutto che lasciai appassire sul ramo ha consumato la sua fragile vita. Madonna Estate il tuo scettro deponi, mentre foglie e fiori muoiono per la via Te ne vai, in un aurora scialba e pia calpestando cadaveri di rose. Sire Autunno, con gran malinconia arrivi. Ora mi direte voi, come i poeti, che quest'autunno è un'altra primavera. Ma la nebbia fredda e nera ghiaccia i cuori, e vedo che i roseti sono spogli e che vien presto la sera. Venite con me, io coglierò lungo il sentiero a questo pallido raggio di sole, non le rose di maggio 0 le viole, ma i fiori tristi, come il mio pensiero, sbocciati all'ombra di sfiorite aiuole. Vinto hanno le nebbie e le brine, e son gli estremi sorrisi che l'autunno ci porta. i crisantemi.