messina - Centonove

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messina - Centonove
ANNO XX N. 1
11 GENNAIO 2013
EURO 1,50
Francantonio
Genovese.
Accanto
Gianpiero DʼAlia
BeppeAlfano
De Vita e Navarra si preparano a sostituire Tomasello.
Pronto a guidare la Fondazione delle polemiche PAG.18
Franco Tomasello
centonove
Ateneo di Messina, la grande corsa
Beppe Alfano, una verità a metà
Si celebra il ventennale dalla morte del giornalista.
Ma da Reggio si segue una nuova pista... PAG. 20
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME)
ELEZIONI
Blindati
FRANCANTONIO GENOVESE E GIANPIERO D’ALIA SI RIVELANO I MATTATORI DEI GIOCHI POLITICI REGIONALI.
ECCO LA MAPPA TRA CENTRO E SINISTRA. DESTINATA A CAMBIARE IL VOLTO DEL GOVERNO NAZIONALE
11 GENNAIO 2013
il punto
centonove
EDIT
Ricchi e poveri
alla Regione
LA PATTUGLIA DI deputati Grillini ha
restituito il “maltolto” della politica:
rispetto ai quasi 15mila euro mensili
che toccano a ogni deputato hanno
rimesso in un salvadanaio il 70% della
somma, destinandola a un fondo per il
microcredito. Non sappiamo quanti
degli altri 75 inquilini dellʼArs
seguiranno lʼesempio. Ma un dato è
certo: da oggi ci sono i deputati “ricchi”
e quelli “poveri”. I primi passi del
presidente dellʼArs Giovanni Ardizzone
e del presidente Rosario Crocetta
hanno operato per un taglio lineare del
20%. Mai si è registrata una
informazione più attenta verso il
Palazzo, da quando si è insediato il
nuovo format crocettiano e mancano i
giornalisti interni a fare da portavoce.
Lʼaltro aspetto che emerge prepotente,
dopo le visite della Guardia di Finanza
allʼArs, è la quantità di fondi a
disposizione dei gruppi, dove il
concetto di rendicontazione risulta
quanto mai atipico. Fa riflettere il fatto
che Francesco Scoma, capogruppo
Pdl, ha chiesto soldi in anticipo allʼArs
per potere pagare i debiti pregressi. E
alcuni politici, come Francesco
Musotto, che passavano a ritirare cash
da 45mila euro, ora siano arrivati alle
querele incrociate con Raffaele
Lombardo. Spettacolini deliziosi, da
fare registrare e trasmettere nelle
scuole siciliane, come modus operandi
della politica isolana al posto del corso
sul dialetto gallo-siculo cui tanto teneva
il governatore autonomista, intento ora
a scodinzolare tra Berlusconi e Tabacci
mentre Crocetta si inebria. Ha preso il
suo Megafono e vuole tentare il salto
nazionale. Grande errore: non ha
dimostrato ancora i primi passi della
Revolution e già si monta la testa.
Basterebbe non studiare gli storici
come Callia che parlò dei tiranni di
Gela, ma verificare le sciocchezze
strategiche fatte dal suo illustre
predecessore. Delle quali le ferite sono
ancora aperte.
Democrazia in offerta speciale
I cittadini hanno necessità di capire quali forze intendono battersi per la giustizia sociale.
Ma si ritrovano una miriade di candidati che inseguono solo il sogno di una carriera parlamentare
DI GIOVANNI FRAZZICA
BERLUSCONI DICE che la recessione ha fatto aumentare la
criminalità e lo fa a ragion veduta perché evidentemente i suoi
esperti gli avranno fornito dati sufficienti per asserire questa
palpabile tesi. Gli indicatori del disagio sono tuttavia molteplici e si
percepiscono a vista, i venditori di fazzolettini ai semafori sono più
aggressivi e camminando nelle strade si nota come la lobby che
controlla lʼaccattonaggio ha introdotto nuovi soggetti capaci di
stimolare maggiormente lʼumana pietà: giovani, vittime di orrende
mutilazioni, donne inginocchiate per terra che piangono e
pregano, per superare lʼindifferenza di una popolazione, un
tempo generosa, costretta però a ripiegare sulla cura degli affari
propri. Ed il collo dellʼimbuto di questa triste vicenda
dellʼeconomia nazionale appare ancora una volta la politica.
Portata a scadenza leggermente anticipata la fine naturale della
legislatura, il Popolo italiano viene chiamato ad “eleggere” o per
meglio dire a ratificare i nuovi parlamentari nominati dalle
Segreterie dei partiti. Tenendo ovviamente nella dovuta
considerazione sia le misteriose parlamentarie di Grillo che le
chiacchierate primarie del Pd, entrambe ben lontane dal costituire
un elemento seriamente sostitutivo di una legge elettorale, il
porcellum, che il Parlamento, il Governo ed il Presidente della
Repubblica hanno ritenuto indecente, senza peraltro riuscire a
cambiarla. Eʼ una cosa orribile che proprio la legge elettorale sia
uno sfregio alla Democrazia del nostro Paese. Il termine
democrazia deriva dal greco démos: popolo e cràtos: potere, ed
etimologicamente significa: governo del popolo. Con un pizzico di
cinismo Winston Churchill diceva: “Molte forme di governo sono
state sperimentate in questo mondo. Nessuno ha la pretesa che
Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione:
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA
CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
la democrazia sia perfetta o onnisciente. Infatti, è stato detto che
la democrazia è la peggior forma di governo ad eccezione di tutte
le altre forme che sono state sperimentate di volta in volta”. In
effetti il concetto di democrazia non è cristallizzato in una sola
versione, ma ha trovato nel tempo diverse espressioni ed
applicazioni (democrazia diretta, democrazia rappresentativa
etc.), però tutte tendenti alla ricerca di una modalità capace di
dare al popolo la potestà effettiva di governare. Ma non a tutti
piace il governo del popolo, per questo la democrazia è attaccata
dal basso e dallʼalto, dai potentati economici come da quelli
criminali perché solo nella democrazia, i cittadini possono far
sentire la loro voce e candidarsi a gestire la cosa pubblica e, non
a caso, il tradimento delle radici costituzionali della Repubblica
coincide con lʼabbandono di una politica di giustizia sociale che in
Italia si era costruita in tanti anni a piccoli passi ed al prezzo di
lotte e sacrifici. Oggi i cittadini, soprattutto quelli dei ceti medio
bassi, avrebbero la necessità di capire con chiarezza quali sono
le forze che intendono battersi per la giustizia sociale e per la
democrazia, per la libertà e lʼeguaglianza, contro le mafie
imperanti ed il neoliberismo che avanza. E invece si ritrovano una
selva di partiti ed una miriade di candidati spesso improvvisati che
inseguono, molti invano, il sogno di una carriera di parlamentare.
Troppi simboli, troppe liste, una apparente abbondanza di offerta
di partecipazione alla vita pubblica che in realtà è il punto più alto
di una confusione organizzata per impedire al cittadino un
orientamento certo. A pensarci bene è lʼultimo ed il più sofisticato
attacco che sia mai stato portato avanti contro la Democrazia
sostanziale del nostro Paese.
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Questo periodico è associato alla
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Sommario
centonove
11 GENNAIO 2013
PRIMO PIANO
Rinnovamento “blindato”
TOP SECRET
La composizione delle liste
sconfessa il cambio di passo
annunciato dai partiti
AREA DELLO STRETTO
6/7
A PAGINA
Monti, palla al Centro
Antonio Samiani
nuovo comandante
Si definiscono le scelte della grande
alleanza con il premier
A PAGINA
8
MESSINA. Sarà Antonio Samiani il nuovo comandante
della Capitaneria dellʼArea
dello Stretto. Prende il posto
di Antonio Musolino che, a seguito degli accorpamenti di
funzioni sulle capitanerie entrati in funzione con le disposizioni di legge dal primo gennaio, viene trasferito a Roma.
Samiani rientra in città dopo
un periodo passato a Roma al
Ministero.
Sofia, La Martino di sinistra
Insegnante precaria e di storica famiglia
liberale, è numero due di Sel
A PAGINA
9
Pdl, l’incognita Formica
La riconferma di Garofalo
subordinata alla scelta
del deputato dellʼArs
A PAGINA
10
La Russa e l’uomo... Ragno
Il fondatore di Fratelli dʼItalia fa tornare
in prima linea lʼex assessore di An.
Ma il nuovo partito non piace a Messina
Conferenza della Dia a Catania
PAG.
Alfano, verità a metà
La Globalizzazione possibile
Le piste legate allʼomicidio del cronista
Edito da Laterza “Il diritto di avere diritti” del
giurista Stefano Rodotà
A PAGINA 41
A PAGINA
A PAGINA
11
POLITICA
20/21
Attenzione, caduta palazzi
A PAGINA
Si sgretola il partito che ha vinto
le amministrative del 2008. Ecco perchè
A PAGINA 12/13
22
Catania, bufera “Nuova Ionia”
Mafia e business dei rifiuti dietro la raccolta
affidata dallʼAto
A PAGINA 23
Rally, la volata della Sgb
Lʼofficina studi medievali riconosciuto
dal ministero di “interesse Storico
Particolarmente Importante”
A PAGINA
AllʼOrientale Sicula incisioni e oli del maestro
A PAGINA 43
RUBRICHE
A PAGINA
24/25
L’asilo dei misteri
A Pettineo riprendono le lezioni dopo la
sospensione delle maestre
A PAGINA
27
ECONOMIA
PAG.
29
Riscossione, crollano le Entrate
Si stima il 33% in meno per le casse regionali
A PAGINA 29
Tutti giù per Terra
Un voto (poco) Composto
A PAGINA
Un volto per Roccalumera
4/5
28
28
34
34
34
34
40
44/45
46/47
46
46
47
47
47
Settegiorni
Qui Scuola
Istruzioni per l'Uso
Consumatori
Uomini & Business
Notizie dai consulenti
Consumatori
La Classifica
Weekend
Lettere & Commenti
Messina Drastica/Heritage
Ecologia e Ambiente
Alfabeto Minimo
Eliodoro/150 Parole da Palermo
Antibuddaci/Animal House
I giovani tornano ai lavori primari
A Taormina scoppia il toto-sindco
A PAGINA
42
Togo, cuore di Sicilia
Da cinque piloti a prima scuderia
automobilistica della Sicilia
Giuseppe Vita
DIMISSIONI
Prova a dire Ispi
Lo stabile “ballerino” di centro città, in via
Giordano Bruno
2013, fuga dal Pdl
23
14
A Roccalumera, il movimento di Walter
Marisca potrebbe lanciare Carmelo Stracuzzi
A PAGINA 15
Ops, ho perso le determine
La verità sugli atti non pubblicati dalla Provincia
A PAGINA 16
La tela di Maria
30/31
POSTER
Quei reperti di Montalbano
Indagine della procura di Messina su allacci
abusivi alla rete
A PAGINA 17
Nuovi ritrovamenti a poca distanza
dallʼaltipiano megalitico dellʼArgimusco
A PAGINA
38/39
Rettorato, la grande corsa
Com’era rock Palermo
LʼUniversità di Messina si prepara
a sostituire lʼuscente Tomasello
La storia della musica dagli anni Quaranta
ai giorni nostri nel capoluogo
A PAGINA
18/19
A PAGINA
Fondi Ue e fonti energetiche
Incarico in vista per Pezzina
PALERMO. Sarà Antonello
Pezzina, manager con esperienze in Confindustria, il manager incaricato da Rosario
Crocetta per seguire i finanziamenti Ue relativi alle fonti
energetiche. Pezzina ha già
seguito progetti di sviluppo
ecosostenibile in società consortili tra Gela e Caltagirone.
MESSINA. È ormai certo: lʼesposizione delle icone bizantine nella città di Messina avverrà nel prossimo mese di
marzo. Già in questo mese si
provvederà, infatti, allʼimballaggio ad Atene e poi al trasporto delle icone. A breve
sarà definita pure lʼimpaginazione del catalogo ormai pronto, con le schede tecniche delle immagini e i contributi storici.
Pascoli, il perfezionista
Metano, Italgas nella rete
REGIONE
Le icone bizantine a Messina
Mostra-evento entro marzo
33
Al convegno di Messina le nuove scoperte
di Vincenzo Fera
A PAGINA 36/37
SICILIA
MESSINA. Il Megafono di Crocetta perde pezzi a Messina. Il
coordinatore del movimento,
Giuseppe Ardizzone, si è formalmente dimesso dall'incarico di coordinatore "in pectore". A prendere le redini del
movimento sarà Lucia Tarro
Celi, tra le prime a fondare il
circolo Crocetta a Messina.
Allʼorigine della decisione, disparità di vedute col presidente sul ruolo del movimento in rapporto al Pd.
ACCORDI
Tessuti e ricami con i vecchi telai del ʻ700.
Il progetto nato a San Marco dʼAlunzio
A PAGINA
Megafono di Crocetta
Lascia Giuseppe Ardizzone
40
pagina 3
Esoscheletri a Taormina
PAG.
35
11 GENNAIO 2013
CHI SALE
L Roberto Corona
MESSINA. Il referente messinese del segretario Popolo
delle Libertà Angelino Alfano, è un recordman di “figliocci”: solo a San Marco
dʼAlunzio, il paese che gli ha
dato i natali, un buontempone gliene ha contati ben novantotto.
L Paolo Magaudda
MESSINA. Intervistato dagli
occupanti del Teatro Pinelli,
il sovrintendente del Teatro
Vittorio Emanuele è stato
schietto e sincero. Parlando
di padrini politici, ha detto:
«Tutti ne hanno uno, anche
io, è inutile dire che non è così. Ma il mio, Antonio Martino, non si è mai ingerito nelle vicende dellʼEnte».
LGiovanni Caramazza
PALERMO. Già reggente del
Coni Sicilia e presidente del
Comitato provinciale Palermo, è l'unico candidato a
presidente del Coni Sicilia.
Dal 23 gennaio, giorno in cui
si svolgerà l'Assemblea
elettiva, sarà il nuovo presidente. «Sono molto soddisfatto di questo riconoscimento che è una vittoria di
tutto il comitato», ha spiegato.
L Attilio Bolzoni
CATANIA. Il giornalista di
Repubblica ha vinto l'edizione 2012 del premio intitolato
a Giuseppe Fava, ucciso il 5
gennaio del 1984 dalla mafia
a Catania. Il riconoscimento,
giunto all'ottava edizione,
gli è stato consegnato nel
capoluogo etneo durante
una manifestazione per
commemorare il giornalista
ucciso 29 anni fa.
L Francesca Gangi
CATANIA. Il segretario generale della Provincia di Catania raddoppia. Il commissario straordinario Antonella Liotta, infatti, le ha conferito anche l'incarico di direttore generale, riconoscendo
le necessarie qualità professionale e nel rispetto della riduzione dei costi. Il precedente direttore generale
Carmen Madonia percepiva
circa 200.000 euro l'anno.
7giorni
centonove
MESSINA. FISSATO PER IL 14 L’INCARICO PER L’AUTOPSIA
SOCIETA’
Bimba morta, 12 indagati
Nizza di Sicilia, un festival per Simone Neri
Laura era nata prematura 10 giorni prima.
Difesa boomerang del Policlinico universitario
MESSINA. Il sostituto
procuratore Federica
Rende ha iscritto nel
registro degli indagati, per il
decesso della bimba di
appena 12 giorni, avvenuto
la notte di Natale, altri tre
medici del Policlinico: due
del reparto di Neonatologia
e uno del reparto Ostetricia
e Ginecologia. Nata
prematura il 14 Dicembre,
Laura, secondo la denuncia
dei genitori, era stata
dimessa dallʼospedale
velocemente. Tornata a
casa, la bambina aveva
manifestato, sin da subito,
delle difficoltà ad
alimentarsi. I genitori
allarmati per i sintomi che
presentava la neonata
(addome rigonfio e perdite
di liquido verdastro da
bocca e naso) avevano
chiesto lʼintervento medico.
Per questo motivo era stata
trasportata dʼurgenza al
Pronto Soccorso pediatrico
e ricoverata in Terapia
Intensiva al Policlinico,
dove è morta nella notte tra
il 25 e il 26 Dicembre. I
genitori avevano
denunciato lʼaccaduto alla Polizia, specificando
che la bimba non era mai stata trasferita in
unʼincubatrice.
Ora, con i nuovi iscritti, sale a 12 il numero dei
medici indagati, coinvolti nella vicenda. Sul
registro degli indagati sono finiti tra gli altri:
Carmela Caruso, Antonina Bonarrigo,
Antonina Paolata, Antonella Palamara, Matteo
Antonino Centorrino, Maria Signer, Amiel
Warm, Giorgio Lamberti, Gianfranco Scalfari,
Per il 14 gennaio è fissato il conferimento
dellʼincarico ai medici legali, Nicola Bufferli,
Manlio Lo Cascio e Mario Materazzo, che
devono stabilire le cause della morte e le eventuali
responsabilità. Il Policlinico aveva sottolineato che
la piccola era arrivata il 25 incondizioni disperate,
non facendo menzione che la bambina era nata
nellʼazienda universitaria 10 giorni prima.
NIZZA DI SICILIA. Si è conclusa la seconda edizione della kermesse canora del “Music Festival Astro Nascente”, rivolta ai talenti siciliani. Una manifestazione dedicata al ricordo di Simone Neri, lʼeroe di Giampilieri, che ha visto la partecipazione di
Gabriel Greco, della cantante catanese, Antonella Arancio e
Iskra Menarini, vocalist di Lucio Dalla. Una borsa di studio intitolata a Simone Neri è stata consegnata per la categoria junior
il trio Claudio, Irene e Luisa Tropea di Giarre. Il secondo e terzo posto è andato ad Ademara di Nuzzo di Roccalumera e Giorgia Morano di Catania. Per la categoria senior al primo posto
Devil Monaco di Palazzolo Acreide (SR), al secondo posto Giovanni Saccà di S.Alessio e terzo, Ludovica Caniglia di Ramacca. Infine per la categoria Over primo Giovanni Carbonaro, secondo e terzo a Santino Marino e Marsia Barbera. (g.p.)
Orlando sindaco più amato, Buzzanca penultimo
MESSINA. Leoluca Orlando a Palermo e Marco Zambuto sono
rispettivamente il secondo e il terzo sindaco più amati dagli italiani. Il primo è Vincenzo De Luca alla guida di Salerno. Lo stabilisce il sondaggio annuale Governance Poll, condotto da Ipr
Marketing per il quotidiano Il Sole 24 ore. Ma il dato più importante rilevato dal sondaggio è il calo di credibilità della classe politica nazionale che incide anche nel consenso agli amministratori locali. Perde 9 posizioni infatti, il sindaco di Catania Raffaele Stancanelli, sindaco a Catania, che si attesta al terzultimo posto. Peggio di lui, al penultimo posto, il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca.
Cabala ebraica, corso a Palermo
PALERMO.L'Associazione Culturale "Cabalà Binah Belev - Capire col cuore" ([email protected]) inaugura a Palermo un percorso tradizionale formativo sulla Cabalà ebraicacondotto da Sebastiano Gulli, docente esperto di fama mondiale. Il 20 gennaio, contestualmente all'inizio del primo corso base di mistica ebraica, avrà luogo una presentazione tenuta dal
Maestro Sebastiano Gulli, il più grande Cabalista italiano vivente, in Via Leonardo da Vinci 396, alle ore 10.
TRIBUNALE DI PALERMO
SOCIETA’. PARLA L’ATTRICE MESSINESE MARIA GRAZIA CUCINOTTA
“Ho fatto la fecondazione,
ma il figlio non arriva"
MESSINA. “Sono sette anni che con mio marito
cerchiamo di avere il secondo figlio. Abbiamo tentato
anche la fecondazione assistita, ci siamo affidati ai
migliori professionisti italiani. Purtroppo non siamo
stati fortunati”. Lo ha dichiarato lʼattrice e
produttrice messinese Maria Grazia Cucinotta. Il
sogno di diventare genitori quindi sembra non
realizzarsi per lei e il marito Giulio, immobiliarista
pagina 4
Lo Forte in corsa come procuratore capo
MESSINA. “Il potere logora chi non ce lʼha…”. La massima
filosofica di Giulio Andreotti può essere applicata anche
alla carriera dei magistrati. Lo dimostrano i “rumor” sui tre
giudici che portarono avanti a Palermo il processo contro il
“divino” Giulio Andreotti, chiusosi poi con una polemica
prescrizione dei reati, e che ora come i tre moschettieri,
"tutti per uno, uno per tutti”, sono destinati a ritrovarsi
insieme al Tribunale di Palermo. Sono nellʼordine Guido Lo
Forte (nella foto), in corsa come procuratore capo, Roberto
Scarpinato, in corsa come procuratore generale e
Gioacchino Natoli, candidato sia alla presidenza del
Tribunale che alla Corte di Appello.
con cui la Cucinotta è sposata dal 1995. Certo cʼè Giulia
nata nel 2001, ma il desiderio di darle una sorellina o un
fratellino da tanto tempo è vivo. Lʼattrice quindi ha
deciso di continuare a provarci: “Se la medicina mette a
disposizione strumenti per coronare il sogno della
maternità, una donna deve tentare”. Da tempo quindi
la coppia vorrebbe allargare la famiglia. Maria Grazia
Cucinotta che ha 44 anni, non pensa allʼetà, che
per lei non è un problema. Già in interviste
rilasciate qualche anno fa, la Cucinotta
raccontava di come sua mamma lʼabbia
avuta a 40 anni, quando già aveva tutti i
capelli bianchi e i compagni di scuola la
deridevano. No, lʼetà per Maria
Grazia non conta. Il desiderio di
avere un altro figlio è davvero
troppo grande.
7giorni
centonove
TORTORICI. FESTIVAL UMO
EDITORIA. SICILIA&DONNA
Addio a Tudorache
Tutto su Valentina
Dopo la contestazione
al concerto dei dipendenti
comunali senza stipendio
TORTORICI. Romeo
Tudorache, musicista romeno
ma tedesco d' adozione, lascia
la direzione artistica dellʼEmo
rassegna annuale musicale
oricense che ha lanciato
Tortorici nellʼèlite della musica
classica europea. La decisione
dopo la manifestazione dei
dipendenti comunali di Tortorici,
da tre mesi senza stipendio e
tredicesima, che la sera del
concerto di Capodanno della
Deutsche Oper Berlin hanno
contestato l'amministrazione
comunale, guidata da Carmelo
Rizzo Nervo. Qualche cartello di
protesta puntava l' indice contro
Il caso della 19enne uccisa
a Biancavilla ad una svolta
La protesta dei dipendenti
la spesa sostenuta per il
concerto. «Non sapevamo delle
problematiche che attanagliano
la cittadina - ha spiegato
Tudorache - sono solidale con
coloro che reclamano i loro
diritti. La mia collaborazione con
il Comune è nata per offrire al
paese la possibilità di godere
della musica di alto spessore.
Se la città è lontana o
addirittura assente dalle
esibizioni che offriamo non ha
senso continuare».
LA LETTERA. OSPEDALI E IGIENE
Quattro cani al Papardo
MESSINA. Una celebre canzone di De Gregori cantava
di quattro cani per strada. Oggi si attrezzano per stare
un po’ più comodi. Ecco, dalla segnalazione di un
lettore, come si presentava l’ospedale, in una foto
scattata martedì sera. «Lascio a voi e ai lettori - scrive
Giacomo Majorana - ogni commento. Sono un amante
degli animali, specie se sono in posti dove possono
stare. L'igiene di un ospedale, dove sono presenti
persone che hanno le difese immunitarie
compromesse, deve essere ineccepibile».
DIVI PER CASO. E’ MORTO IL SICILIANO DI UOMINI&DONNE
Giuseppe, corteggiatore della vita
PALERMO. A molte persone il nome di Giuseppe Grieco, non dirà
nulla, ma per i fans del programma di Canale 5 “Uomini e donne” la
scomparsa di questo arzillo vecchietto è una notizia triste, tanto più se si
pensa che negli anni trascorsi nella trasmissione della De Filippi,
Giuseppe non era mai passato inosservato: la sua simpatia, la passione
con cui si gettava in ogni nuova storia e i suoi esilaranti balletti
strappavano tanti sorrisi. La storia televisiva di Giuseppe Grieco ha
inizio qualche anno fa, quando questo vitale ultranovantenne siciliano si
presento nella trasmissione “Cʼè posta per te” per incontrare il suo
primo amore e continuare con lei quella storia interrotta decenni prima;
ma il suo primo amore era morto: al suo posto cʼera una cugina, la
simpaticissima Rosetta che tuttʼora è ospite fissa della trasmissione. Le
esilaranti gag della coppia convinsero la De
Filippi a inaugurare un nuovo trovo: quello
degli “over”, gli anziani che cercavano un
nuovo compagno. Fissato comʼera con
quello che la De Filippi aveva
soprannominato “il pallino” (la voglia cioè
di avere rapporti carnali con le sue
conquiste), Giuseppe in questi anni aveva
frequentato molte signore senza però mai
incontrare quella giusta. Il giorno della
morte, avvenuta poco prima di Natale, il
sito ufficiale di “Uomini e donne” ha
dato la notizia con un comunicato
breve, molto sentito, che
esprimeva tutto il cordoglio
di Maria e della
redazione, molto
affezionata a questo
strambo vecchietto.
CATANIA. La misteriosa morte di
Valentina Salamone, 19enne
biancavillese ritrovata con una
corda al collo in una villetta ad
Adrano il 24 luglio 2010, al centro
dellʼattenzione della Magistratura
etnea, è uno degli argomenti
portanti del quarto numero del
magazine “Sicilia&donna” (edito
da Sicilia New Media, nella foto in
basso) nelle edicole dellʼisola. Il
caso, adesso in primo piano per la
Procura Generale (dopo la
richiesta di avocazione avanzata
dalla difesa), rischiava di essere
archiviato come “suicidio”. La
seconda fase delle indagini ha
messo in luce, invece, lʼ“ipotesi
omicidiaria”. Valentina Salamone”
prima di essere uccisa, quella
maledetta notte di mezza estate,
si trovava in compagnia di un
gruppo di “amici” che si era
ritrovato nel casolare alla periferia
di Adrano per
una festa; festa
che si è tinta di
giallo. Adesso
gli investigatori
sembrano
finalmente
vicini alla
soluzione di
questo
“caso”.
ROSA E NERO
Messina, è morto l’avvocato Moschella
MESSINA. Si è spento il 2 gennaio scorso Bernardo Moschella.
Noto avvocato messinese, nel 1994 era stato il candidato dei progressisti nel collegio sud alle prime elezioni politiche effettuate con
il maggioritario. Nello stesso anno era stato vittima di un attentato: ignoti avevano appiccato il fuoco alla porta del suo studio. Principalmente penalista, Moschella alternava alla professione forense anche una grande passione politica.
Addio alla “mamma dei carabinieri”
PALERMO. La chiamavano la "mamma dei carabinieri". Mimma
Lupo, 96 anni, è morta a Palermo nella casa di riposo dove viveva da qualche tempo. La donna per tanti anni si è presa cura dei
carabinieri in servizio di vigilanza ai familiari del giudice Paolo Borsellino, accudendoli come figli, dopo la strage di via D'Amelio del
'92. Tra i suoi ''figli" c'era Alessio Puleo, un carabiniere che ha raccontato la storia di Mimma Lupo in un libro scritto assieme a Filippo Vitale. La donna racconta un amore mai consumato per un giovane brigadiere dell'Arma dei carabinieri, un legame fortissimo che
l'accompagnerà tutta la vita.
Palermo a lutto per Cesare Barbera
PALERMO. E' morto a Palermo Cesare Barbera Azzarello, 89 anni, studioso e collezionista a livello internazionale di antiche incisioni e cartografie. Fu anche governatore e presidente del Serra
Club che si occupa delle vocazioni sacerdotali. Ingegnere, fu per
lunghi anni dirigente dei servizi idrici dell'Eras poi Esa, l'Ente pubblico dell'agricoltura siciliana. Cesare Barbera Azzarello è considerato fra i protagonisti della vita culturale dell'isola soprattutto per
i suoi studi su storia, architettura e urbanistica di Palermo.
pagina 5
11 GENNAIO 2013
CHI SCENDE
M Antonio Saitta
MESSINA. Complice lʼadrenalina delle primarie appena
trascorse, il costituzionalista
si è dato alla guida spericolata. Il 4 gennaio, a bordo del
suo Suv, Saitta si è immesso
con disinvoltura in via Cesare Battisti, nonostante lo stop
per poi accostare in doppia fila in modo da concludere una
telefonata al cellulare.
M Pietro Iannello
MESSINA. Anche lʼusualmente compassatissimo
consigliere comunale, ogni
tanto, perde le staffe. Durante un dibattito dʼaula, Iannello, che era già intervenuto, ha
chiesto nuovamente la parola al presidente del consiglio
comunale Pippo Previti. Al diniego di questi, dopo un vivace battibecco, Iannello, tra
lo stupore dei presenti ha abbandonato lʼaula.
M Giovanni Frazzica
MESSINA. Lʼesponente del
Pd ama le nuove tecnologie,
ma spesso ci litiga. Frazzica,
infatti, è lo spauracchio dei
suoi “followers” su Twitter,
che vedono apparire, nei loro
profili, lo stesso “cinguettio”
ripetuto una dozzina di volte,
ogni volta con minime variazioni grammaticali.
M Ivan Tornesi
MESSINA. Nel giorno del premio di Meter e Miles attribuito allʼassociazione Ionio Messina Sud, incappa in una svista. Per comunicare a un amico notizie in merito a Villa Pollicino (oggi Geraci) a Santo
Stefano Briga, Tornesi ha inviato un link riguardante il Palazzo dei Duchi di Santo Stefano... di Taormina.
M Davide Costa
PALERMO. Lʼex assessore
regionale Udc è stato condannato a 3 anni e 8 mesi dalla corte dʼappello per concorso in associazione mafiosa. Il
politico era stato assolto in I
e II grado. La Cassazione aveva poi annullato i verdetti. Costa venne arrestato nel 2005.
Dall'inchiesta, emerse che
nel 2001 aveva chiesto 'sostegno' alle cosche per conquistare un seggio all'Ars.
11 GENNAIO 2013
primo piano
centonove
LA TEMPISTICA
Le tappe fino a febbraio
Un mese e mezzo di scadenze
IL GRUPPO MESSINA
A sinistra,
Francantonio
Genovese, risultato
primo in assoluto
alle ultime primarie.
In alto a sinistra,
Mariella Gullo,
che ha conquistato
un posto sicuro.
A destra e accanto,
Liliana Modica
e Lucia Tarro Celi
RISVOLTI. La composizione delle liste sconfessa il cambio di passo annunciato dai partiti
Rinnovamento “blindato”
Se il centrodestra prova a “salvare” gli uscendi scomponendosi in più liste, il Pd impone
da Roma i candidati e tradisce le regole delle primarie. Fino a scindersi nella lista Crocetta
PALERMO. Il “porcellum” torna a grugnire,
e il suo verso di traduce in una
comandamento che accomuna quasi tutte
le forze: blindare. Blindare gli uscenti, o i
preferiti dai vertici romani, in barba a
primarie (come nel caso del Pd), codici
etici (vedi lʼalleanza Monti-Udc-Fli) o
rivoluzioni. Come quella proclamata dal
movimento del Megafono del presidente
della Regione, Rosario Crocetta, la cui
lista al Senato dovrà garantire, in primis, la
rielezione di Beppe Lumia, lʼuscente in
quota Pd che, così, ha evitato di chiedere
la deroga al cumulo dei mandati e si è
risparmiato il “declassamento” alla
Camera “subito” da Mirello Crisafulli.
DIVIDI ET IMPERA. Se Silvio Berlusconi
punta su sei liste per fare cassa, trattando
anche una possibile alleanza con il Pds di
Raffaele Lombardo, il democratici, per
vincere, hanno optato per una frattura
“strategica”. Mentre il partito si tuffava nelle
primarie, credendo che veramente
avrebbero costituito una svolta, il
governatore del Pd e i suoi si dedicavano
allʼelaborazione della lista da presentare al
Senato. Una mossa per “blindare” Palazzo
Madama, secondo la segreteria nazionale.
Che poi, “tradendo” lo stesso regolamento
delle primarie, ha deciso non solo di
paracadutare esterni ma anche di non
rispettare lʼalternanza di genere decisa.
I SOLITI NOTI. Tre capilista, tra cui
Pierluigi Bersani nella circoscrizione
Sicilia Occidentale, e cinque “esterni”,
come il giornalista Corradino Mineo (che
guiderà la pattuglia dei candidati al
Senato). La linea del segretario siciliano
del Pd, Giuseppe Lupo, che dopo una
estenuante trattativa con i vertici nazionali
del partito era riuscito ad attenuare
linvasione dei nomi imposti da Bersani
(per salvare, senza riuscirvi, Sergio
DʼAntoni, “maltrattato” alle primarie), è in
realtà una vittoria di Pirro. Perché se è
vero che gli esterni saranno soltanto
undici tra i due collegi per la Camera e
quello senatoriale, lo è altrettanto che,
G 11 GENNAIO. Dalle 8 e fino alle 16
del 13 gennaio vanno depositati al Viminale i contrassegni delle liste, le dichiarazioni di collegamento in coalizione e del programma elettorale, che
deve contenere anche l'indicazione
del candidato premier.
G 14-15 GENNAIO. Verifica della regolarità dei simboli.
G 21 GENNAIO. Dalle 8 e fino alle 20
vanno presentate le liste di candidati
nelle cancellerie delle Corti d' Appello, corredate dagli atti di accettazione
delle candidature e dalle firme richieste dalla Legge.
G 22 GENNAIO. Si chiude la verifica
della regolarità delle candidature.
G DA 20 GENNAIO Al 22 FEBBRAIO.
Possono essere trasmessi i messaggi politici autogestiti secondo le modalità previste dalla Vigilanza Rai e
dallʼAgcom.
G 25 GENNAIO. Via ai comizi ed alle
manifestazioni elettorali.
G 22 FEBBRAIO. Scatta il silenzio elettorale. Fino a tale data, è possibile affiggere manifesti e giornali murali, ma
la propaganda non può essere fatta
con tabelloni luminosi o con il lancio
in pubblico di volantini.
GDAL 30 GENNAIO al 4 FEBBARIO. Designazione degli scrutatori dei seggi.
G 24 FEBBRAIO. I seggi aprono 8 per
chiudersi alle 15 del 25 febbraio.
non rispettando lʼalternanza di genere,
sono state disinnescate le primarie
celebrate il 30 dicembre scorso. Capolista
della Sicilia Orientale è Flavia Nardelli
Piccoli (figlia di Flaminio), direttrice
dell'Istituto Sturzo. Bersani e Nardelli, che
sono candidati anche in liste di altre
Regioni, in base agli accordi in caso di
elezione opteranno per il seggio fuori
dall'isola, liberando dunque due posti utili.
I cinque esterni che saranno inseriti nelle
liste di Camera e Senato sono: Amedeo
Bianco, presidente nazionale dell'Ordine
dei medici; Fausto Raciti, responsabile
dei giovani del Pd; Luciana Pedoto,
parlamentare uscente in quota Fioroni;
LA SCHEDA
Quei 77 posti in ballo
Ecco come saranno distribuiti i seggi isolani
CINQUANTADUE POSTI alla Camera (25 in Sicilia occidentale e 27 nellʼorientale) e 25 a Palazzo Madama. Le
coalizioni e le liste che parteciperanno alle politiche del
2013 proveranno a contendersi questo bottino, al netto dei
premi di maggioranza. Si voterà, come per le precedenti
elezioni politiche del 2006 e 2008, con il sistema proporzionale con soglie di sbarramento e premio di maggioranza, introdotto dalla legge n. 270 del 2005. I principali elementi che caratterizzano il sistema sono: la possibilità delle liste di aderire a coalizioni, indicando previamente il nome del leader della coalizione; la previsione di un articolato sistema di soglie di sbarramento; lʼattribuzione di un
premio di maggioranza alla coalizione (o lista) vincente.
Per poter accedere allʼassegnazione dei seggi alla Camera, sono previste soglie calcolate sul totale dei voti validi a livello nazionale, pari al 10 per cento per le coalizioni, al 2 per cento per le singole liste che aderiscono ad una
coalizione, al 4 per cento per le liste non coalizzate e per
quelle le cui coalizioni non hanno raggiunto il 10 per cento. Per il Senato le percentuali di soglia sono più alte: rispettivamente il 20, il 3 e lʼ8 per cento, calcolate su base
regionale, anziché a livello nazionale. Il premio di maggioranza è attribuito secondo modalità sensibilmente diverse tra i due rami del Parlamento. Alla Camera, il premio è assegnato alla coalizione di liste (o lista singola) più
votata a livello nazionale. Il premio consiste nellʼassegnazione di un certo numero di seggi necessario a raggiungere la quota di 340 deputati su 630. Se la coalizione raggiunge o supera tale soglia, ovviamente il premio non scatta. Al Senato, il premio è attribuito a livello regionale: in ciascuna regione (tranne Molise, Valle dʼAosta e Trentino-
pagina 6
Alto Adige, regioni per le quali vigono disposizioni particolari) viene assegnato alla coalizione (o alla lista) più votata in quella regione il numero di seggi necessario a raggiungere il 55 per cento dei seggi assegnati alla regione.
I seggi sono ripartiti tra le regioni in proporzione alla popolazione residente, ma nessuna regione può avere meno di sette senatori, tranne la Valle dʼAosta che ne ha uno
e il Molise, che ne ha due. Non è previsto alcun quorum
minimo per lʼattribuzione del premio che è assegnato alla
coalizione (o alla lista) più votata. Infine, sia alla Camera
sia al Senato non è prevista lʼespressione del voto di preferenza, e lʼordine degli eletti è dato dalla successione dei
candidati in ciascuna lista. Una diversa disciplina elettorale è prevista per la rappresentanza dei cittadini italiani
residenti allʼestero (sei senatori e dodici deputati eletti con
metodo proporzionale in una apposita “circoscrizione
Estero”). Sono previste poi disposizioni a parte per Molise, Valle dʼAosta e Trentino-Alto Adige.
centonove
primo piano
Presti detta al Megafono le sue “condizioni”
Il creatore di Fiumara d’Arte: «Sia chiaro per tutti: non sarò un eletto d’apparato o per inciuci»
CASTEL DI TUSA. Dalla «politica costruita sul dono, sullʼunico valore civile della società che sono cultura e conoscenza»,
a quella delle elezioni e dei palazzi. Il voto del 2013 segna, in
Sicilia, un cambio di passo: la candidatura nella lista del Megafono di Antonio Presti, creatore di Fiumara dʼArte, dellʼalbergo Atelier sul Mare e da anni in prima linea per il riscatto di
Librino a Catania e di tante altre marginalità. A proporla è stato il presidente della Regione Rosario Crocetta, che non poco ha dovuto insistere con il messinese riduttivamente definito “mecenate”. Perché, per Presti, la politica è stata sempre altro: «Una politica economica che parte dalla conoscenza per
restituire valori di libertà. Una politica non di chiacchiere ma di
fatti che rimangono attraverso un processo di trasformazione,
rivalsa e riscatto di cui si parla molto ma che viene applicato
poco. Questa politica della mia esistenza è stata osteggiata
sempre da un altro potere, quello di una politica che non riconosceva il valore della differenza, di un cittadino dello Stato che
prendeva il suo patrimonio e lo donava». Tanto basta per capire come il “sì” a Crocetta sia stato, per Presti, un vero e proprio travaglio, soprattutto dopo «aver resistito per trentʼanni al
solo scopo di consegnare ai cittadini un patriomonio di arte e
conoscenza implementato costantemente». Spiega il papabile capolista: «La disponibilità che ho dato inizialmente allʼamico Crocetta, ospitandolo allʼAtelier sul Mare, è nata dal cuore
e parla al cuore di una Sicilia che può riconoscere in un nuovo
movimento politico la possibilità di ritornare a essere cittadini
siciliani e orgogliosi. Questa speranza adesso continua con le
elezioni nazionali, dove il movimento, pur non diventando partito, potrebbe testimoniare al Senato un valore di differenza».
Presti, però, avverte: «Certamente, se dovessi approdare a
Palazzo Madama, lo farò da artista. Quando mi vedranno, non
dovranno pensare a uno che si riferisce a una corrente, a una
trattativa o a un inciucio, ma come ad un artista pronto a servire lo Stato. Perché la vecchia politica non coniuga il futuro come valore di essere, mentre la mia formazione lo contempla
Marco Causi, parlamentare uscente in
quota Veltroni; Luigi Taranto, direttore
della Confcommercio, Beppe Lauricella
(che prende il posto di Angelo
Capodicasa, che ha deciso di non
scendere in campo nonostante avesse
vinto alle primarie). Gli altri posti in lista
sono occupati dai vincitori delle primarie.
Rimangono fuori dunque l'ex pm ed ex
assessore del governo Lombardo,
Massimo Russo, e il senatore socialista
Carlo Vizzini. Per procedere
allʼassegnazione dei posti si è proceduto
con una formula aritmetica stabilita dal
Regolamento nazionale. Lo stesso
regolamento, però, non è stato applicato
IN CAMPO. Antonio Presti
come sua anima. In trentʼanni, non me ne sono andato dicendo che tutti sono mafiosi e corrotti, e in realtà lo sono, ma sono rimasto per donare intelletto, genio e follia per un futuro di
bellezza. Questa è la mia politica e non potrò mai tradirla, pur
entrando in un movimento pulito come quello di Rosario». Aggiunge il “mecenate”: «Voglio essere chiaro anche con chi in
questo momento sta pensando a un mio cambiamento di rotta: non mi interessa il potere per il potere. Il mio interesse è il
bene universale e vado al Senato per restituire, come ho fatto
nella mia vita. Ho accettato la candidatura perché il Megafono
non corrisponde alla logica di un partito ma allʼanima di un movimento che non dovrà portare con sé comitive di persone che
cercano lʼaffare del momento. Lo dico e lo ribadisco sia ai miei
compagni di avventura che agli elettori: io non sono e non sarò
mai un uomo che medierà. La mediazione non è un mio valore politico, lo testimonia la mia stessa vita». (D.D.J.)
per lʼalternanza uomo-donna, circostanza
che ha permesso a Francantonio
Genovese, lʼex segretario regionale di
Messina più votato, di “blindare” la sua
Maria Tindara Gullo e lasciare nelle
retrovie del Senato le concittadine Liliana
Modica (giunta terza alle primarie, ma
solo sesta al Senato) o Lucia Tarro Celi
(al quindicesimo posto, quattro dopo
lʼaltro candidato proposto dallʼarea ex Ds,
Antonio Saitta). Tra gli imposti, cʼè chi
non ha mai fatto una elezione. Come
Raciti, catanese di rigida osservanza
bersaniana e presidente nazionale dei
Giovani Democratici (posizione
conquistata grazie agli accordi con l'area
popolare e margheritina del partito
democratico, tre anni fa). Cʼè poi chi è
stato disinnescato. Come Giuseppe
Beretta, deputato catanese uscente e
secondo di lista per il Pd Sicilia Orientale
che avrebbe dovuto candidarsi a sindaco,
nei prossimi mesi. Una poltrona che
invece sarà riservata a Enzo Bianco, che
ha deciso di non ritornare al Senato. Fuori
dai giochi in Sicilia orientale, complici i
paracadutati e anche la latitanza di
Matteo Renzi (che ha deciso di non far
valere le sue quote), Alessandro Russo,
il messinese (presidente della V
Circoscrizione) più votato della corrente,
che finisce al numero 18.
11 GENNAIO 2013
URLA IL MEGAFONO. Per alcuni in bilico
al Senato, come ad esempio Liliana
Modica, il risultato che conquisterà la lista
Crocetta (e non solo) sarà determinante. Il
“Megafono”, infatti, potrebbe far lievitare il
numero dei senatori eletti. La condizione,
però, è superare il fatidico 8% su base
regionale, un obiettivo non difficile,
considerati gli uomini in campo. Primo fra
tutti Beppe Lumia, artefice dellʼappoggio
tecnico a Raffaele Lombardo (prima) e a
Rosario Crocetta (poi), che,
complessivamente, stende la sua longa
manus nella stanze dei bottoni da anni.
Per la composizione della lista, Crocetta
ha avuto dai suoi sostenitori una delega in
bianco. Oltre al capolista, che potrebbe
essere Antonio Presti (creatore di
Fiumara dʼArte e “fiore allʼocchiello” della
lista), gli altri nomi certi sono quelli di
Lumia, di Sonia Alfano (eurodeputata
eletta con Idv che già aveva fatto capolino
nellʼalleanza appoggiando Fabrizio
Ferrandelli a candidato sindaco di
Palermo) e lʼex magistrato Nicolò Marino,
designato assessore regionale da
Crocetta. E gli altri? Teoricamente, sarà
presenta un rappresentante per ogni
provincia. Tra i papabili, ad esempio a
Enna, cʼè lʼex deputato regionale Elio
Galvagno, acerrimo nemico di Mirello
Crisafulli. Lʼesito, comunque, sarà deciso
nel “position Day” organizzato allʼAtelier
sul Mare di Castel di Tusa, sabato 12
febbraio, durante il quale si voteranno
candidati e posizioni, ad eccezione di
quella del padrone di casa Presti.
GLI ALTRI ALLEATI. Insieme al
Megafono, per il Pd è fondamentale
lʼalleanza al Senato con Sel e soprattutto
con il “Centro democratico” di Bruno
Tabacci, che potrebbe ospitare Agazio
Loiero e Rino Piscitello (anche se
Lombardo sta anche trattando con
Berlusconi), gli ex Grande Sud Michele
Cimino, Titta Bufardeci e Riccardo
Savona (con la moglie, Cristina
Bertuzzo) e lo stesso Massimo Russo. A
rimpolpare la lista, anche lʼex capogruppo
del Mpa alla Camera, Carmelo Lo Monte,
già candidato allʼArs con Idv. La scelta del
politico di Graniti, che a Messina e
Provincia (ma anche in Sicilia) ha molti
amici e voti, suscita reazioni. Come quella
dellʼex assessore messinese Pinuccio
Puglisi (Udc), che su Facebook si chiede:
“Un parlamentare che è stato nel Ppi, poi
in Democrazia europea, poi nell'Udc, poi
nell'Mpa, poi in Idv ed infine nella lista
Tabacci merita di essere votato?”. (D.D.J.)
SCIVOLONI
Currò, un deputato a Milazzo
Il “grillino” al secondo posto della lista M5S
MILAZZO. Dopo decenni di “invasioni straniere” Milazzo potrebbe ritornare ad avere un proprio deputato alla Camera. Si
tratta del milazzese Tommaso Currò il cui nome sarà posizionato al secondo posto della lista del “Movimento 5 Stelle” nel
collegio della Sicilia orientale. In sostanza Currò, fisico della
Stm di Catania, anche se il movimento - che alle passate regionali è risultato il partito più votato con il 18% delle preferenze, dimezzasse i voti, riuscirebbe ad approdare a Montecitorio. Alle "Parlamentarie" del movimento che si sono tenute a dicembre, nella circoscrizione Sicilia Orientale, il milazzese è riuscito a piazzarsi sul podio. Currò è uno storico attivista sia del
meet up di Catania che di quello di Milazzo (http://www.meetup.com/Movimento-5-stelle-Milazzo/). Nonostante abbia tenu-
to i rapporti continui con Milazzo dove ritorna periodicamente,
vive e lavora a Catania dal 2002 come Tecnologo di laboratorio chimico-fisico e di analisi superficiale presso la STMicroelectronics, un'importante società di semiconduttori. «Il mio attivismo nel M5S parte con i referendum del 12 e 13 Giugno 2012
- spiega Currò - continua con la petizione regionale "riduzione
costi della politica" e la petizione comunale "io pago, io decido".
Sono stato indicato portavoce dal gruppo di Catania e successivamente candidato alle elezioni regionali del 28 Ottobre 2012
(risultato 1477 voti, primo dei non eletti)». Currò durante le festività natalizie ha trascorso qualche giorno a Milazzo dove ha
tenuto incontri tra i grillini locali e visitato anche la fondazione
Lucifero ritenuto uno dei volani di sviluppo eco sostenibile della città. Nella circoscrizione Sicilia 2, quella che comprende le
province di Catania, Messina, Siracusa, Ragusa ed Enna al primo posto ci sarà Giulia Grillo, 37 anni, medico, una delle prime
attiviste grilline nel capoluogo etneo: la sua iscrizione al meetup cittadino risale al 2006.
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Tommaso Currò
primo piano
11 GENNAIO 2013
NUOVE ALLEANZE. Si definiscono le scelte della grande alleanza con il premier
Monti, palla al Centro
Il sindaco dialoga con il movimento
IL SENATORE. Gianpiero D’Alia
AL NUMERO 1. Carmelo Briguglio
BROLO
Messina e l’Agenda
Futuro e Libertà punta su Carmelo Briguglio, Fabio Granata, gli deputati all’Ars e Mario Baldassarri.
L’Unione di centro rilancia il coordinatore D’Alia e rinuncia all’onorevole messinese Pippo Naro
PALERMO. Ad avere già elaborato un
quadro di massima nellʼambito dellʼampio
schieramento centrista, in vista delle
politiche, è sicuramente Futuro e Libertà.
Il coordinatore regionale Carmelo
Briguglio sarà infatti capolista sicilia
orientale, seguito da Fabio Granata, che
sarà in vetta anche nella lista per la
Camera della Sicilia occidentale insieme
ad Alessandro Aricò, Livio Marrocco e
Luigi Gentile. Sul versante opposto,
invece, nella lista capeggiata da
Briguglio ci saranno il penalista Sinuè
Curcuraci e Puccio La Rosa
(vicepresidente del consiglio comunale di
Catania). Per il senato, Fli proporrà
Mario Baldassarri.
QUI UDC. Dalla provincia di Enna,
arriveranno tre indicazioni su quattro per
le liste di Camera e Senato. In pista ci
sono Giovanni Litteri, Laura Marsala e
Paolo Vicari, più, probabilmente,
Lorenzo Granata, RenatoMancuso,
Marco Di Dio Datola e Giuseppe Aloi.
Saranno catanesi, complice lʼinnesto di
Lino Leanza, almeno dieci uomini in lista
per il collegio orientale e il Senato. si
tratta degli uscenti più qualche new entry,
come il rettore Antonino Recca, che
dovrebbe correre insieme allʼex Mpa e
senatore uscente Giovanni Pistorio.
Ecco chi sono: Marco Forzese,
Giovanni Pezzino, Letterio Daidone,
Salvo Di Salvo, Salvo Giuffrida,
Raffaele Pippo Nicotra, Antonio
Danubio e Filippo Cirolli. A Ragusa,
invece, Franco Antoci scalda i motori
per un posto in lista alla Camera. In
provincia, invece, Acireale vorrebbe un
suo candidato, quasi sicuramente nella
persona di dell' ex sindaco Nino Nicotra.
A Palermo, lʼUnione di Centro schiererà i
tre assessori del governo regionale Dario
Cartabellotta, Ester Bonafede e
Patrizia Valenti. Probabile anche la
candidatura di Anthony De Lisi, che è
centonove
coordinatore provinciale, mentre sono in
ribasso le quotazioni del senatore Enzo
Galioto. Ad Agrigento, mentre il sindaco
Marco Zambuto ha annunciato che
resterà primo cittadino, lʼUdc schiererà
sei nomi per la Camera e due per il
Senato (dove cʼè già in pista, ma per
Monti, lʼex senatore Benedetto
Adragna). A Siracusa, dove lʼalleato
Monti schiera il sindaco dimissionario
Roberto Visentin e Fli, invece, Fabio
Granata, lʼUdc potrebbe puntare Edy
Bandiera. A Messina, infine, corre per la
riconferma Gianpiero DʼAlia. Non sarà
ricandidato, invece, Pippo Naro, leader
di zona insieme al coordinatore regionale
e senatorer uscente. La sua corrente sarà
però garantita nel listone del Senato con
Saro Sidoti, primo dei non eletti allʼArs.
BROLO. Il sindaco di Brolo Salvo Messina dialoga con “lʼAgenda Monti” ma
rimane nel Pd. Messina, braccio destro
del deputato Pippo Laccoto, smentisce
le voci di un passaggio con Italia Futura, il movimento
che sta contribuendo alla redazione delle liste
che sostengono
Monti a premier.
Anche se ammette qualche contatto. «Eʼ stato più
per curiosità - dice
- da politico mi
sembra giusto capire cosa accade
Salvo Messina
negli scenari locali e nazionali. Confermo, però, che non intenzione di lasciare il partito». Le indiscrezioni correvano veloci a Brolo. Si fantasticava di
una intensa email inviata ai vertici del
movimento in cui ipotizzava la possibilità di una candidatura (“se non sapete
chi sono cercate su google”, avrebbe
scritto). Ma lui smentisce. «Sono critico verso la gestione del partito a livello locale, troppe le decisioni verticistiche, ma non tradirò il Pd». (Gia.C.)
I MONTIANI. Un tassello, il premier lo
mette a Palermo, intenzionato a inserire
in lista Ugo Marchetti, ex assessore al
bilancio della giunta Orlando. I due
capolista alla Camera dovrebbero essere
Ettore Artioli, ex presidente di
Confindustria Sicilia e vice presidente
nazionale (Sicilia occidentale) e Visentin
(Sicilia orientale). Nel capoluogo, mentre
il rettore Roberto Lagalla ha declinato la
candidatura, ancora cʼè silenzio assoluto
sulle scelte, così come nel resto della
Sicilia. Per i responsabili, le richieste
sono tante e Monti le sta esaminando
una per una. A capeggiare il listone per il
Senato, invece, dovrebbe essere il
costituzionalista messinese (ma non più
residente in riva allo Stretto), Michele
Ainis. (D.D.J.)
AL RUSH FINALE
Le fatiche di Artioli
Il leader di Italia Futura sfoglia i curricula
PALERMO. Il braccio operativo di Mario Monti? Si chiama Italia Futura, il movimento di Luca Cordelo di Montezemolo che vede come coordinatore siciliano Ettore
Artioli. Proprio sul suo tavolo, nei giorni scorsi, è arrivata una lettera aperta firmata da oltre duecento professionisti per inserire nella lista per la Camera Adolfo Allegra,
ginecologo palermitano. Tra i sostenitori, ci sono i docenti
universitari Adelfio Latteri, Eugenio Fiorentino, Marisa Bonsignore, gli avvocati Renato Bocina, Alessandro DʼAvenia, Maurizio Gemelli, i medici Giancarlo
Coffaro, Giorgio Fabbri, Antonio Cuttitta, gli imprenditori Nicola Locorotondo, Sandro Morettino e Vittorio
Bonsignore, i primari ospedalieri Nicola Cassata e Lui-
gi Alio, i ginecologi Aldo Volpes, Pippo Gambino, Giovanni Di Nino, Piero Romano, Pino Calì, Sergio Di Liberto e gli ingegneri Giuseppe DʼAmico, Marco Greco
e Thomas Anezakis. Sulla composizione delle liste,
però, è ancora tutto top secret. Uno dei primi posti alla Camera, però, secondo rumors potrebbe essere destinato
allʼennese Fabio Montesano, neo presidente dell' ordine dei commercialisti. Ad affiancare Artioli, cʼè il portavoce Massimo Plescia. Lʼ8 gennaio, Giacomo Greco, ingegnere e componente del comitato promotore del movimento, ha elaborato alcuni punti dellʼazione politica necessaria per lʼIsola: “Quali dovrebbero essere le principali
direttrici di questo sviluppo economico del territorio siciliano che porti nella direzione della qualità della vita? Ne
dico dieci: 1) Produzione di energia da fonti alternative
agli idrocarburi; 2) Riconversione del territorio (paesaggio, città e coste) violato da decenni di edilizia selvaggia
e così orribile alla vista; 3) Produzioni agricole e zootec-
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niche di qualità che risultino saporite ed anche utili nella
prevenzione delle malattie; 4) Promozione di un turismo
sostenibile di qualità, ...; 5) Fruizione moderna, con opportuno uso delle tecnologie digitali, dei beni culturali; 6)
Promozione della cultura d'impresa, offrendo servizi reali, non soldi a fondo perduto; 7) Promozione di centri di ricerca pura ed applicata, capaci di richiamare i "cervelli";
8) Protezione dell'ambiente e della vita urbana (ciclo dell'acqua, rifiuti, traffico e polveri); 9) Efficienza della pubblica amministrazione; 10)Circolazione dell'informazione
e della conoscenza...”. La proposta si conclude così: “Per
il momento fermiamoci qui. Riprenderemo a parlarne dopo le elezioni, perché - scrive Greco - in questo momento non sembra opportuno, ma iniziamo a riflettere perché
ne riparleremo. la sicilia merita molto di più con tutto quel
che ha! E non si può continuare a stare fermi!!! Mi rivolgo
anche ai 60 nuovi eletti, su 90, all'assemblea regionale siciliana, ma anche ai 30 riconfermati”.
centonove
primo piano
A SORPRESA. Insegnante precaria e di storica famiglia liberale, è numero due di Sel
Sofia, la Martino di sinistra
Con 1831 preferenze conquistate alle primarie, è in corsa per Montecitorio subito dopo Laura
Boldrini. «Se dovessi risultare eletta mi batterei per Messina, da anni trascurata dalla politica»
MESSINA. Una mamma comunista e un
cognome che a Messina rappresenta il
marchio di geni liberali che si
tramandano di generazione in
generazione. Sofia Martino è la nuova e
inaspettata speranza di Sel sullo Stretto.
La bellezza di 1831 voti conquistati
durante le primarie dello scorso 30
dicembre superando di circa un centinaio
di voti il coordinatore provinciale
Salvatore Chiofalo. Nemmeno il
ricalcolo, che l'ha fatta “scendere” intorno
alle 1500 preferenze, le ha strappato il
titolo di donna più votata della Sicilia. La
sua candidatura è nata «un po' così spiega la Martino - anzi, quasi
improvvisamente». «Non mi sono
proposta - continua - ma quando
Stefania Radici ha deciso di rinunciare a
partecipare alle primarie per il suo ruolo
all'interno della Filcams Cgil io non mi
sono tirata indietro». Sofia Martino è una
delle prime tesserate messinesi di Sel e,
anche se la sua militanza è iniziata
appena tre anni fa, nel suo corredo
genetico il piglio della politica non manca
affatto: è, infatti, figlia di una ex docente
di lettere del liceo classico “Maurolico” da
sempre abbastanza legata agli ambienti
di sinistra e di Francesco Martino,
“discendente” di lunga tradizione liberale
che ha fatto capo a Gaetano Martino,
rettore dell'Ateneo e più volte sindaco di
Messina. Seguendo le orme della madre
e il suo amore per le lettere classiche ha
vissuto un lungo pellegrinaggio da
precaria della scuola iniziato nel 1993,
qualche anno fa è tornata a Messina,
cercando disperatamente stabilità nella
città natale, ma si è dovuta accontentare
di un contratto co.co.pro. che va avanti
da 2008 come docente in un centro
privato di formazione. E così, dopo un
passato da studentessa universitaria
vicina alle lotte della sinistra, un
matrimonio e tre figli, negli ultimi tempi si
è spesa “anima e corpo” prima durante le
regionali, pur non essendo tra i candidati,
e poi durante le primarie del centrosinistra, in cui «ho scoperto - ha detto - le
enormi potenzialità di internet per
guadagnarsi la stima e l'apprezzamento
delle persone». Sofia, che fino a qualche
tempo fa su Facebook usava a fianco al
suo nome l'aggettivo “pasionaria”, ha
puntato e punterà sui social network
anche per l'avventura che potrebbe
portarla a Montecitorio. «Non abbiamo
apparati dietro, non abbiamo
finanziamenti, abbiamo persino dovuto
rinunciare alla sede di Sel, la “CasaMatta
della sinistra” perchè non potevamo
pagare i costi d'affitto. La mia campagna
per le primarie è stata fatta praticamente
a costo zero». Ma adesso, se Sel
dovesse bissare i risultati dell'ultima
tornata regionale, alla Sicilia Orientale
toccherebbero due seggi: il primo
andrebbe a Laura Boldrini, capolista
VERSO IL SENATO. Sofia Martino
nelle due circoscrizioni isolane e il
secondo proprio alla “sorpresa”
messinese Sofia Martino che, non ci
mette la mano sul fuoco, ma sa di avere
buone chances per agguantare la
Camera. E così gettando uno sguardo a
Roma la Martino ha già le idee chiare sui
suoi primi passi da parlamentare: «Se
dovessi approdare a Montecitorio per
prima cosa mi batterei per Messina e per
i messinesi: sono stati sprecati decenni
appresso a una classe politica che
imperato senza aver reso alla città il
lustro che merita. Abbiamo una costa
meravigliosa e nessuno è riuscito a
valorizzare le bellezze e i prodotti del
nostro territorio, nessuno ha pensato di
dare incentivi seri alle micro-imprese che
sono il tessuto economico di questa
città». E le “mire” e gli obiettivi della
Martino non finiscono qui. Tra i suoi
“pallini” infatti, qualora dovesse essere
eletta, c'è la lotta contro il precariato nel
settore scolastico e la possibilità di
istituire il reddito minimo garantito.
Un'attenzione particolare la Martino
vorrebbe riservarla poi al mondo della
scuola, settore in cui naviga da anni.
«Non ho esperienza parlamentare è
vero, ma imparo presto e soprattutto
dalla mia ho la determinazione.
Certamente chiederò di essere inserita
all'interno della commissione dedicata
alla formazione perchè si è tentato di
distruggere sia il sistema scolastico che
la tutela del posto di lavoro nel settore
dell'insegnamento». Un accenno la
Martino lo fa anche alle polemiche sui
collegi “blindati” di Sel: «Se sono queste
le personalità blindate, io non posso far
altro che approvare le scelte di
Vendola». (T.C.)
11 GENNAIO 2013
RIVOLUZIONE CIVILE
Ingroia sullo Stretto
Santagati e Giunta in pole
MESSINA.A piccoli passi, anche a Messina si stanno iniziando a definire i termini dell'apporto da dare alla causa degli “arancioni” del Pm Antonio Ingroia.
La coalizione a sostegno del gruppo
nato anche per fare da contraltare ai
Grillini è composta da Rifondazione
Comunista, Comunisti Italiani, Idv e
Verdi. Già ieri (giovedì 10 gennaio) vertici locali di Idv e militanti hanno partecipato riunione operativa per discutere
le iniziative da mettere in campo per l'elezione dei rappresentanti di Camera e
Senato. Quattro o cinque saranno le
personalità che da Messina contribuiranno al progetto degli arancioni. Il
gruppo di Rifondazione, oggi (venerdì
11) si riunirà per continuare la raccolta
delle firme a sostegno di “Cambiare si
può” (circa un centinaio sono state
quelle raccolte finora a Messina e provincia) e definire le personalità che entreranno nel listone di Ingroia. In pole
sembrano esserci Gaetano Santagati,
già candidato alle ultime regionali e Filippo Giunta, ex consigliere comunale
di Terme Vigliatore, mentre i rimanenti
verranno dalla società civile e dal movimento “No Ponte”. Sabato, a Palazzo
dei Leoni, la prima assemblea pubblica
di “Rivoluzione Civile”. (T.C.)
COMUNICATO PREVENTIVO PER LA DIFFUSIONE
DI MESSAGGI POLITICI ELETTORALI RELATIVI ALLE ELEZIONI
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI E DEL SENATO DELLA REPUBBLICA
FISSATE PER IL 24 E 25 FEBBRAIO 2013
Ai sensi dell'art. 7 della Legge n. 28 del 22.2.2000 e n.313 del 6 novembre 2003, e della deliberazione n.666/12/CONS dellʼAutorità per le garanzie nelle Comunicazioni, la “Kimon Coop a m.p.”,
editrice del settimanale CENTONOVE e del sito www.centonove.it, comunica che intende diffondere messaggi politici elettorali a pagamento secondo le seguenti modalità:
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- Il codice di autoregolamentazione è disponibile presso la nostra redazione;
- Ai candidati e alle forze politiche è garantito l'accesso ai relativi spazi in condizioni di parità fra
loro; Sono ammesse soltanto le forme di messaggio politico elettorale previste dalla normativa vigente e dalle deliberazioni dellʼAutorità per le Garanzie nelle Comunicazioni;
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11 GENNAIO 2013
primo piano
MESSINA. La riconferma di Garofalo subordinata alla scelta del deputato dell’Ars
Pdl, l’incognita Formica
Santi Formica
L’ex assessore sposa il banchiere
Vincenzo Garofalo
Giuseppe Buzzanca. Anche se i due
chiariscono che è ancora prematuro
parlare di liste e posti. «Stiamo ancora
lavorando alle alleanze - spiega Buzzanca
- non c'è niente di definitivo». Sulla stessa
scia anche Garofalo, che ammette: «Tutto
è ancora in itinere fino all'ultimo sarà
difficile parlare di candidature e posti certi».
E, al momento, la posizione di Garofalo
sembra essere piuttosto compromessa
rispetto a quella dell'ex sindaco Buzzanca.
I due non mostrano particolari "tensioni"
soprattutto Buzzanca che tornato ieri sera
(10 gennaio) da Roma mostra serafica
tranquillità e chiarisce che «ci sono ancora
tanti, troppi elementi da definire nelle
coalizioni prima di poter definire con
certezza quali saranno i parlamentari
messinesi più quotati a Montecitorio».
Un'altra incognita potrebbe essere poi
rappresentata anche dal fatto che Santi
STRATEGIE
Isgrò lancia Samorì
Un suo passaggio al parlamento nazionale riaprirebbe le porte di Palazzo dei Normanni
al diretto concorrente per la Camera, Giuseppe Buzzanca. Cambiando l’ordine della lista
MESSINA. È ormai chiaro che la vera
partita il Pdl intende giocarla soprattutto in
Lombardia e in Sicilia, oltre che in Lazio e
in Campania. Anche per questo, oltre che
sull'alleanza con Gianfranco Miccichè e
Raffaele Lombardo, Silvio Berlusconi
cercherà di puntare su due liste che siano
in grado di garantire i suoi fedelissimi e di
far lievitare i consensi senza scontentare i
militanti del Pdl ed evitando le “fughe”
verso l'area centrista che ruota attorno al
presidente del Consiglio Mario Monti.
L'area del centro-destra a Messina contava
un senatore, Mimmo Nania, la cui
posizione a Palazzo Madama dovrebbe
essere nuovamente garantita, e ben
cinque deputati: Antonio Martino, Enzo
Garofalo e Nino Germanà (poi sostituito
da Pierpaolo Pizzimbone) e ancora
Carmelo Briguglio (ora transitato in Fli e
prossimo capolista alla Camera) e infine
Francesco Stagno d'Alcontres (oggi
Grande Sud). La mappa di chi potrà
riagguantare la posizione
precedentemente occupata anche alla luce
di possibili nuovi innesti in lista diventa a tal
punto complicata da comporre che quasi
certamente fino al 21 gennaio potrebbero
non mancare le sorprese. Ma qualche
“novità” inizia già a farsi strada da adesso,
come ad esempio la possibile candidatura
del sindaco di Sant'Agata Militello Bruno
Mancuso all'interno della lista della Sicilia
Orientale in virtù dei legami del fratello
Salvatore con lo stesso Berlusconi. Con
tutta probabilità la lista che verrà
presentata per la Camera avrà come
“punta di diamante” Giuseppe Castiglione
e come suo vice Antonio Martino, a meno
che non trovino conferma le voci che voglio
quest'ultimo in dirittura d'arrivo nel partito di
Miccichè. Il terzo posto all'interno della lista
Sicilia 2 dovrebbe poi spettare alla quota
rosa Stefania Prestigiacomo, e, a
seguire, potrebbero esserci altri due
messinesi, Vincenzo Garofalo e
centonove
MESSINA. Il banchiere Gianpiero Samorì ha trovato sin da subito terreno
fertile nella città dello Stretto grazie
all'ex assessore comunale Pippo
Isgrò, che ha abbracciato il progetto
del modenese occupandosi di rintracciare personalità da inserire nella lista a sostegno dei Moderati Italiani in Rivoluzione. Isgrò quasi certamente sarà candidato al Senato, molto probabilmente, al quarto posto.
«La mia è una candidatura di servizio
- chiarisce - Questa delle politiche per
me rappresenta sicuramente una
prova utile per testare il consenso soprattutto in vista delle imminenti am-
Pippo Isgrò
Formica, “compagno” di area dello stesso
Buzzanca, ma ultimamente avvicinatosi
alle posizioni di Nello Musumeci, non
decida di tentare la corsa a Roma,
lasciando vacante una poltrona da
parlamentare regionale che sarebbe
occupata dallo stesso Buzzanca. Intanto a
Messina, il groviglio in seno al Pdl si
ammassa sempre di più. Non solo nel
comparto giovanile ex An, se ad esempio il
gruppo dei giovani di Fli che fa capo
all'ormai ex fillino Fabrizio Sottile è ormai
approdato sotto l'ala del gruppo Garofalo,
dall'altra parte uno degli uomini più vicini al
presidente della Provincia, Nanni
Ricevuto, Michele Bisignano, rimarca la
sua natura di “tecnico” non iscritto al Pdl,
ma nominato assessore provinciale in virtù
del suo contributo al programma stilato per
le amministrative del 2008.
Gianpiero Samorì
ministrative». Intanto, arruolate dallo
stesso Isgrò, a Messina altre tre personalità contribuiranno alla causa di
Samorì, ma provenienti dalla provincia. Con tutta probabilità si tratterà,
infatti, di due sindaci della zona tirrenica, mentre in bilico per una posizione ci sono poi un ex assessore e
un ex sindaco della zona ionica. Isgrò
ha fatto già partire il “tam-tam” per
promuovere il banchiere modenese
anche attraverso le affissioni pubblicitarie che campeggiano in città già
da una decina di giorni. E, dopo la presentazione delle liste, il prossimo 21,
promette una visita dello stesso Samorì. Isgrò, che da qualche mese è in
campagna elettorale, cercherà di riunire soprattutto imprenditori e professionisti. (T.C.)
Tiziana Caruso
IN FERMENTO
Grande Sud, Silvio divide
Le ripercussioni del ritorno di fiamma con Berlusconi
Francesco Stagno d’Alcontres
MESSINA. Se il “flashback” Berlusconi-Miccichè all'Ars ha dato vita
a una “fronda” guidata dall'agrigentino Michele Cimino, (con le clamorose dimissioni da Grande Sud dellʼex assessore al Turismo, Titti Bufardeci) i riflessi della “nuova” alleanza hanno avuto un “tono” diverso a Messina. A cominciare dalla sindachessa di Capri Leone,
Bernadette Grasso, neo-eletta a Sala d'Ercole e da pochissimo vice coordinatrice regionale degli “arancioni”, che giura, infatti, fedeltà
a Gianfranco Miccichè. A Messina, c'è poi anche il deputato nazionale uscente Francesco Stagno d'Alcontres, eletto nelle file del
Pdl e poi approdato a Grande Sud. Il chirurgo continua a definirsi un
“uomo di squadra” e afferma di voler proseguire il percorso intrapreso a fianco del manager di Pubblitalia 80, bacchettando l'ex capogruppo all'Ars Cimino: «In politica a volte si fanno scelte per puro in-
pagina 10
teresse personale». La collega di partito Elvira Amata, invece, non
biasima categoricamente l'agrigentino: «Non mi sento di condannare Cimino ma, pur credendo ancora nel progetto di Miccichè, capisco che non è facile digerire di correre a braccetto con la Lega alle
nazionali». Sulla stessa scia di d'Alcontres si era espresso, invece,
qualche giorno fa anche il deputato uscente e coordinatore regionale di Grande Sud, Pippo Fallica. Anche se “rumors” vorrebbero
d'Alcontres non particolarmente entusiasta del terzo posto nella lista della Sicilia Orientale, proprio dietro Fallica. Ma il messinese non
mostra titubanze sulla sua permanenza in area “arancione”: «E' vero che in politica tutto è possibile ma in questo momento la mia decisione è quella di rimanere in Grande Sud». Per d'Alcontres, a questo punto, l'unica soluzione sarebbe propendere per la candidatura
a primo cittadino. «E' necessario tirare Messina fuori dalla melma in
cui è finita. Le famiglie storiche quasi non contano più, oggi la città è
alla mercè di chi tratta i messinesi come elettori». E, a proposito di
famiglie storiche, il siracusano Roberto Centaro ha lanciato la proposta di candidare premier lʼex ministro Antonio Martino. (T.C.)
centonove
primo piano
NEL SEGNO DI IGNAZIO. Luigi Ragno
ALL’IKEA PER IL CIRCOLO. Piero Adamo e Ferdinando Croce
RIENTRI. Il fondatore di “Fratelli d’Italia” fa tornare in prima linea l’ex assessore di An
La Russa e l’uomo... Ragno
Sarà ai piani alti del collegio orientale, subito dopo il suo padrino politico di Paternò.
Ma in riva allo Stretto la nuova formazione non prende quota, a cominciare dai giovani
MESSINA. È il frutto dello
“spacchettamento” strategico voluto da
Silvio Berlusconi per attutire il colpo
delle politiche e cercare di porre un
freno al potenziale dilagare del Partito
democratico soprattutto alla Camera.
C'è chi in riva allo Stretto la chiama la
“lista-farsa” e chi la elogia come
“alternativa” di centro-destra, ma i tre
“Fratelli d'Italia” Ignazio La Russa,
Giorgia Meloni e Guido Crosetto,
comunque sia, hanno “pescato” anche a
Messina per la lista del “nodo tricolore”.
Ovviamente sullo Stretto si punta molto
su Luigi Ragno, vicinissimo all'ex
ministro della Difesa di Paternò e
candidato a sindaco nel 2005, che sarà
quasi certamente inserito nella lista
della Sicilia Orientale alla Camera,
dove, la soglia di sbarramento per i
partiti apparentati è del 2%. Ma non è
detto che l'avvocato Ragno possa
farcela anche perchè, a quanto pare, il
primo nome inserito nella lista Sicilia 2 è
proprio quello di Ignazio La Russa che
dovrebbe così “blindare” il suo scranno
a Montecitorio. Anche se, sempre per la
Sicilia orientale, qualche giorno fa era
saltato fuori il nome del deputato
regionale siracusano Vincenzo
Vinciullo. Non sarà ormai certamente
della partita Raffaele Stancanelli, che
sostiene però il progetto, e con tutta
probabilità non si candiderà nemmeno
l'altro deputato regionale d'area, Marco
Falcone. I posti utili nella lista guidata
da La Russa, almeno in Sicilia
dovrebbero essercene ben pochi anche
se l'ex ministro continua, a livello
nazionale, a ribadire di voler puntare
almeno al 14%, mentre dagli ultimi
sondaggi diffusi la sua percentuale
dovrebbe aggirarsi attorno al 4%.
Intanto la “matrice” ex An di “Fratelli
d'Italia”, almeno a Messina, non ha
riscosso il successo sperato, soprattutto
tra quelle che, ormai da tempo, sono
definite le “nuove leve” del Pdl
provenienti dall'ex Msi e ancora di più
tra alcune personalità appartenenti ai
circoli “Giovane Italia” e “Quo usque
tandem” che si pensava dovessero
aderire seduta stante ai progetti della
neonata costola interna al centro-destra
anche in virtù di una più volte declamata
comunione di idee con l'ex ministra
Giorgia Meloni. E, invece, soprattutto il
gruppo che fa capo a Ciccio Rizzo ha
deciso di smarcarsi da “Fratelli d'Italia”,
nonostante qualche timido
corteggiamento da parte dello stesso
Luigi Ragno ci sia stato. Ma i "duri e
puri" guidati da Rizzo rimarcano di non
11 GENNAIO 2013
volersi "prestare" a portare avanti
un'idea nata esclusivamente per
garantire i soliti noti. A ribadire con
forza la scelta di non appoggiare la lista
di La Russa è anche Piero Adamo:
«Siamo veramente amareggiati per
quello che sta accadendo nel Pdl a
livello nazionale e locale, non abbiamo
contezza delle personalità che
comporranno le liste della Sicilia
Orientale perchè le scelte vengono
calate dall'alto e sono volte solo ed
esclusivamente a garantire l'esistente,
senza pensare che la scelta più nobile e
coraggiosa che avrebbe potuto far
rinascere un vivo interesse e una
rinnovata fiducia nel centro-destra
sarebbe stata quella di un cambiamento
serio e quasi radicale di certe
dinamiche». Adamo addirittura afferma:
«Siamo spaesati, a volte quasi
invidiamo il Pd che pur con tutti i difetti
delle primarie, riesce però a dare voce
anche a chi non è un politico di lungo
corso».
Non proprio sulla stessa lunghezza
d'onda di Adamo, ma comunque un
pizzico critico nei confronti di alcune
scelte nazionali del partito anche
Francesco Rella, un altro “giovane” di
area ex An che qualcuno, negli ultimi
tempi, aveva dato come pronto a
trasferire armi e bagagli all'interno del
partito dello scudo crociato forse anche
per la sua “amicizia” con i centristi
Carlo Vermiglio e Bruno Cilento.
«Non penso che il ritorno di Silvio
Berlusconi possa rappresentare la
soluzione ai problemi del centro-destra,
ma io sono e rimango un esponente del
Pdl. È chiaro che attendo l'evolversi
degli scenari nazionali e che spero,
soprattutto, nella volontà di rilanciare
un'azione politica in grado di dare
nuova linfa al centro-destra, ma non ci
sono dubbi su quella che è la mia strada
politica e del mio contributo al partito
per le nazionali». Ovviamente l'apporto
di Rella & co. sarà senza alcun dubbio a
favore dell'ex sindaco Peppino
Buzzanca, anche lui proveniente dagli
ex An ma entrato da tempo a pieno
titolo nelle grazie di Altero Matteoli che
nella lista ufficiale del Pdl sta lavorando
anche per “tutelare” l'ex sindaco di
Messina, creando non poche tensioni
tra i forzisti messinesi. E soprattutto tra
quelli che potrebbero rimanere fuori da
Montecitorio, primo fra tutti il messinese
Vincenzo Garofalo. (T.C.)
AUTONOMISTI
Romano e Andò in corsa
I due messinesi pronti a scendere in pista
MESSINA. Gli autonomisti dello Stretto attendono gli ultimi sviluppi dei dialoghi intavolati con “tabacciani” e “crocettiani”, ma soprattutto gli esiti della “trattativa” per la ricerca di un'intesa tra l'ex governatore siciliano Raffaele Lombardo e Silvio Berlusconi, con
voci che si fanno sempre più insistenti sulla definizione di un rinnovato sodalizio tra le parti che consentirebbe al Pdl, anche dopo l'inciucio con gli uomini di Miccichè, di bilanciare la situazione ed evitare una debacle già verificata durante le ultime regionali. Se il coordinatore del Pds Rino Piscitello sembra ormai più che propenso a
chiudere la partita con l'ex premier, da Messina, però, è pronto un
secco “no” ad idillio tra Lombardo e il Pdl. Se il politico di Grammichele dovesse, infatti, stringere la mano al centro-destra, l'area autonomista messinese ormai più forte, ovvero quella legata al depu-
tato regionale Beppe Picciolo, quasi sicuramente potrebbe “salutare e ringraziare” il fondatore del Mpa e, visti anche i sempre più
numerosi apprezzamenti all'operato del nuovo presidente della regione, cercare un parziale riversamento nel “Megafono”, così come
già accaduto per alcuni sindaci della provincia legati all'area del deputato Mpa uscente Carmelo Lo Monte, che invece ha trovato asilo nel centro democratico di Bruno Tabacci, con la sponsorizzazione di Massimo Donadi, che però ha messo il veto sui “lombardiani”. Certo è che, visti anche gli illustri “innesti” nelle lista confezionata per il Senato dall'ex sindaco di Gela, la soluzione più “felice” per gli autonomisti messinesi sarebbe quella di inserirsi all'interno della corrente “tabacciana”, dove con tutta probabilità le posizioni in lista, per i messinesi, sarebbero senza dubbio migliori. Intanto pare il gruppo messinese del Pds si sia spaccato. Secondo alcuni “rumors”, infatti, solo l'area Picciolo darà l'addio in caso di accordo con Berlusconi, mentre “dentro” rimarrebbero Fortunato Romano con una candidatura alla Camera e Antonio Andò candidato, invece, al Senato. (T.C.)
pagina 11
Fortunato Romano
Politica
11 GENNAIO 2013
Salvatore Serra
centonove
Pietro Iannello
PALAZZO ZANCA. Si sgretola il partito che ha vinto le amministrative del 2008. Ecco perchè
2013, fuga dal Pdl
Le regionali di ottobre hanno dato il via alla diaspora. Chi si è già riposizionato, chi intende farlo,
chi si guarda intorno. Con queste motivazioni. Nel frattempo c’è chi fa il pieno di consiglieri
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Eʼ bastato solo qualche giorno
a Salvatore Serra per smaltire il
nervosismo e lʼamarezza per la mancata
elezione di Giuseppe Buzzanca
allʼAssemblea regionale siciliana. Il
consigliere comunale, presenza fissa e
rumorosa nella segreteria dellʼex sindaco
di Messina, si è infatti ripiazzato in meno di
un mese, abbandonando il Pdl e passando
armi e bagagli sotto le bandiere
autonomiste di Giuseppe Picciolo, che
invece il seggio allʼArs lʼha conquistato con
le insegne del Pds, quel “partito dei
siciliani” nato dalle ceneri del Mpa. Quella
di Salvatore Serra (che ha iniziato a fare
politica con Nuova Sicilia, è stato
consigliere nella scorsa amministrazione
con la Margherita ed in questa prima con
Risorgimento messinese, poi col Pdl e
infine con gli autonomisti) non è che
lʼultima fuga dal Pdl. E non è lʼunica. Una
serie di riposizionamenti che sta
rivoluzionando la composizione del
consiglio comunale proprio nei suoi ultimi
scampoli.
FUGA DAL PDL. La mattina dello spoglio
delle regionali, nella trafficatissima
segreteria di Francantonio Genovese,
quartier generale del cognato Franco
Rinaldi, oggi deputato regionale del Pd, si
aggirava Pietro Iannello, consigliere
comunale dellʼala che una volta guardava
a Forza Italia e faceva capo allʼex
parlamentare a Palermo Nino Beninati
(oggi transitato nellʼUdc sotto lʼala
protettrice di Lorenzo Cesa). Iannello il
passaggio non lo ha ancora ufficializzato,
così come la maggior parte dei colleghi che
stanno per “saltare il fosso”, ma il Pdl i suoi
pezzi li sta perdendo: anche dalla sponda
Alleanza Nazionale. Tentati dalle sirene
democratiche, infatti, ci sono sia Giovanna
Crifò (sostenitrice di Buzzanca fino alle
regionali) che lʼattuale capogruppo
Giovanni Cocivera (fino ad oggi vicino al
plurideputato regionale Santi Formica).
Iannello e Cocivera, in particolare, sembra
Marcello Capillo
Giovanna Crifò
Angelo Burrascano
si siano avvicinati al deputato Pd Pippo
Laccoto, che durante lʼultima legislatura
regionale è stato presidente della
commissione sanità. Entrambi sono
medici, e aspirano al primariato
rispettivamente in cardiologia al Papardo
ed in ginecologia al Piemonte.
DOPO LE REGIONALI. Che le
consultazioni di fine ottobre per lʼArs
abbiano creato un terremoto è testimoniato
anche dal prossimo addio di Carmelo
Conti, eletto nella lista civetta del Pdl Forza
Azzurri e da sempre in quota dellʼex
parlamentare regionale Roberto Corona.
Nella tornata di ottobre, Conti ha sostenuto
Marcello Greco (poi eletto nella lista del
presidente Rosario Crocetta) per, aveva
sostenuto, “amicizia personale”. La sua
scelta, in realtà, celava un notevole
malumore nei confronti del partito.
Malumore che oggi lo sta portando alla
trasmigrazione verso il centrosinistra, con
Crocetta e Greco. I maggiori movimenti,
però, si sono concentrati attorno a
Giuseppe Picciolo.
PICCIOLO, CAMPAGNA DʼINVERNO.
Fino alla fine dellʼestate, lʼex braccio destro
di Genovese in consiglio comunale,
arrivato allʼArs sotto le insegne del Pd e da
meno di un anno diventato autonomista,
ZOOM
Buzzanca, maledetto il 2012
L’annus horribilis dell’ex sindaco. Dal futuro incerto
Giuseppe Buzzanca
MESSINA. La fine del 2012, per lʼex sindaco Giuseppe Buzzanca, si è rivelata disastrosa quasi fosse una campagna di Russia. Una debacle dopo lʼaltra, iniziando con le contestatissime dimissioni dalla poltrona di sindaco (che aveva difeso con le unghie
e con i denti allʼepoca della pronuncia della Corte Costituzionale
sullʼimpossibilità di cumulare il doppio incarico da sindaco e parlamentare regionale), continuando con la mancata elezione allʼArs e terminando con il quasi dissesto dal quale il comune di
Messina si è salvato per un pelo, e per il quale la sua giunta, che
ha governato palazzo Zanca per cinque anni, sarebbe stata additata come in gran parte responsabile. Non bastasse questo,
Buzzanca, che fa la spola tra Messina e Roma per sapere cosa
ne sarà del suo futuro politico, sta assistendo alla disgregazione
pagina 12
del Pdl, partito del quale è segretario provinciale. E che nel giro
di qualche anno ha praticamente dimezzato i consensi dallʼoltre
il 30% che aveva al 2008, oltre a perdere consecutivamente i comuni di Barcellona, Lipari e Milazzo. E a Messina? Nemmeno la
città che ha amministrato gli sorride, relegandolo al penultimo posto nella classifica dei sindaci più apprezzati dʼItalia. Ad aggiungere ulteriore aceto sulle ferite, cʼè lʼincognita delle politiche di fine febbraio. Se nei mesi scorsi, infatti, Buzzanca sembrava aver
assicurato un posto al sole sponsorizzato dallʼallora tesoriere del
Pdl Rocco Crimi, le dimissioni di questi dalla carica ne hanno offuscato le velleità. Anche perchè, in città, il partito si sta stringendo
intorno al deputato uscente Enzo Garofalo, che ha stretto un patto dʼacciaio con Nino Germanà, il deputato regionale che da outsider ha soffiato il posto allʼArs a Buzzanca. Che, dal canto suo,
ripone la speranza che Santi Formica, primo degli eletti nel Pdl
a Messina a sedere a Palermo, abbia voglia di candidarsi per un
seggio a Roma. Che in caso di vittoria consentirebbe alʼex sindaco un ripescaggio a palazzo dei Normanni. (A.C.)
centonove
Politica
11 GENNAIO 2013
MESSINA. Il ragioniere generale va a Roma. E torna con pessime notizie
Dissesto, di nuovo tu
In forse l’adesione al “salvacomuni”, spaventano i quindici milioni
da restituire ogni anno. Ecco perchè il pericolo non è scongiurato
Giovanni Cocivera
Giuseppe Chiarella
era il riferimento di Nicola Barbalace e
Giorgio Caprì. I due, però, hanno preferito
non abbandonare la casa madre
democratica, abbandonando Picciolo al
suo destino. Poco male, perchè il deputato
regionale si è “consolato” con una
campagna acquisti degna del Real Madrid.
Oltre a Salvatore Serra, infatti, è infatti
passato sotto la sua influenza anche Nino
Carreri, che con Risorgimento Messinese
è sempre rimasto in orbita autonomista
grazie al posizionamento del suo
riferimento Fabio DʼAmore. Lʼha raggiunto
presto anche Marcello Capillo, che ha
iniziato a fare il consigliere comunale in An,
è stato rieletto nel 2008 con la lista civetta
del Pd “Con Francantonio per Messina” e
sta terminando la consiliatura sotto le
bandiere del Partito dei Siciliani. A fargli
compagnia ci sarà Tanino Caliò, da due
anni col il Pid, eletto cinque anni fa con
lʼUdc e prima ancora, nel tardo 2007, salito
alla ribalta delle cronache come
dimissionario dalla presidenza della
partecipata Stu Tirone (caso più unico che
raro), a capo della quale era stato piazzato
in quota Margherita.
CHI SI GUARDA INTORNO. Il Pdl lʼaveva
già sostanzialmente abbandonato ad inizio
autunno Giuseppe Chiarella, eletto con
Forza Azzurri in quota Beninati, senza
però, come il suo maggiorente, aderire
allʼUdc. E non è detto che lo faccia in
futuro. Chiarella ha avuto qualche
abboccamento con la lista di Crocetta, ed è
in attesa di decisioni che vengono dallʼalto
circa il destino politico di Beninati. Che fino
a qualche settimana fa era il sicuro
candidato dellʼUdc alla Provincia, poltrona
minata dallo scarsissimo risultato ottenuto
alle regionali dal candidato della corrente,
Enrico Bivona. Chi con i rappresentanti di
Crocetta ha avuto più di un abboccamento
è invece Angelo Burrascano, eletto nel
Pdl in quota Nino Germanà, passato sotto
lʼala dellʼautonomista Antonio DʼAquino e
oggi vicinissimo a Francesco Calanna,
“ras” nebroideo del movimento che fa capo
al governatore della regione. Il passaggio
di Burrascano è stato celebrato con un
invito a cena a Tusa, quartier generale di
Rosario Crocetta, nei primissimi giorni
dellʼanno. Chi non ha nemmeno fatto in
tempo a mettere piede in aula consiliare
che già ha cambiato casacca è stato
Maurizio De Leo, subentrato a Marcello
Greco come primo dei non eletti del Pd e di
Greco diventato subito “adepto” nella
corrente che il neo deputato sta creando a
palazzo Zanca.
MOVIMENTI
Renato Accorinti scende in campo
MESSINA. “La mia candidatura nascerà dalla gente. Se mi vorranno mi candiderò”. Eʼ stato di parola Renato Accorinti. Lʼattivista non-violento, raccolte
le tremila firme a sostegno della sua candidatura a sindaco, ufficializzerà la
discesa in campo venerdi 11 gennaio. A sostenerlo, in un primo momento, ci
sarà “solo” una lista civica. Attorno al suo nome, però, ci sono0 stati parecchi movimenti. I primi ad avvicinarlo per sondare il campo in vista di una sua
eventuale candidatura sono stati i ragazzi del movimento 5 stelle di Messina,
a luglio, in tempi ancora non sospetti. Da quel momento, il tam tam, prima su
Facebook e poi con la raccolta delle tremila firme a supportarlo. Nessuno dei
partiti, al momento, ha rotto gli indugi annunciando ufficialmente il suo “endorsement”. I più vicini a farlo sono i militanti si Sel messinese, le cui discussioni interne hanno dimostrato ampia convergenza sul suo nome. La candidatura di Accorinti sarà sostenuta da intellettuali, artisti e attivisti non messinesi, che contribuiranno con messaggi video e cartacei.
Luigi Croce e Rosario Crocetta
MESSINA. Nel frattempo,
il dissesto che sembrava
essere uscito dalla porta
alla vigilia di Capodanno
con la votazione del
previsionale 2012,
potrebbe rientrare dalla
finestra. Eʼ un Nando
Coglitore scurissimo in
volto, quello che giovedi
10 mattina fa
nervosamente la spola tra
la sua scrivania alla
ragioneria generale e
lʼufficio del commissario
straordinario Luigi Croce.
Perchè, di ritorno da una
trasferta lampo a Roma,
Coglitore non ha portato
buone notizie. Intanto
perchè pare che i settanta
milioni del fondo di
rotazione che sarebbero
dovuti arrivare a Messina
subiranno un ritocco al
ribasso, diventando
cinquanta, che palazzo
Zanca dovrà comunque
restituire in dieci anni.
Quelli che invece dovrà
ridare in cinque anni sono i
quaranta milioni di
provenienza regionale;
provvedimento, questo,
fatto “ingoiare” ad una
maggioranza riottosa
allʼArs dal governatore
Rosario Crocetta. In più
cʼè la rateizzazione
annuale di due milioni e
300mila euro accordata
pagina 13
dalla Regione al Comune
di Messina per far fronte al
debito dellʼAto3, anchʼessa
scomputabile in dieci anni.
Ciò significa che, per il
prossimo quinquennio,
dalle casse di palazzo
Zanca usciranno quindici
milioni e rotti di euro
allʼanno solo per il
rimborso delle misure che
sono servite a “tenere in
vita” palazzo Zanca. Un
discreto bagno di sangue,
messo in piedi per evitare
il dissesto finanziario. Che
però non solo non è del
tutto scongiurato, ma
addirittura potrebbe
rimaterializzarsi. Perchè
lʼindebitamento del
Comune sembrerebbe
non rispettare le linee
guida imposte dalla Corte
dei Conti e dal Ministero
dellʼEconomia per poter
accedere alla legge
“Salvacomuni”.
Non bastassero le
previsioni fosche, palazzo
Zanca si è trovato di fronte
unʼaltra bella gatta da
pelare. I sette milioni e rotti
che si sarebbero dovuti
pagare quale
conseguenza del patto di
stabilità del 2011, poi
“congelati” dalla
sospensiva concessa dal
Tar che ad ottobre fermò
tutto in attesa che la Corte
Costituzionale si
pronunciasse sullʼobbligo
o meno per la regione
Sicilia di rispettare il patto
di stabilità, sono tornati col
segno meno. Il ministero
dellʼEconomia, infatti, ha
presentato ricorso al
Consiglio di Stato contro la
sentenza del Tar, sulla
base dellʼassunto che a
decidere della materia non
potesse essere il tribunale
amministrativo catanese.
La questione sarà
dibattuta di fronte ai giudici
amministrativi del consiglio
di stato il 21 gennaio. Nel
frattempo, tra gli
adempimenti ineludibili da
compiere i consiglieri
hanno votato (lʼultimo
giorno disponibile) il
regolamento sul sistema
dei controlli interni. Non
lʼavessero fatto, il prefetto
Stefano Trotta avrebbe
concesso due mesi di
tempo per poi avviare le
procedure di scioglimento
del consiglio comunale.
Non era chiaro, secondo
lʼinterpretazione della
norma fornita dal
presidente del consiglio
Pippo Previti, se la legge
intervenisse anche nelle
regioni a statuto speciale.
Per il si e per il no, lʼaula ha
deciso di votare. E di
mettersi al sicuro. (A.C.)
Politica
11 GENNAIO 2013
TAORMINA. Una miriade di candidati per la poltrona di sindaco. Il Fli sceglie l’ex presidente
Un voto (poco) Composto
Tra i pretendenti anche l’ex sindaco Mario Bolognari, il medico Mario D’Agostino, forte del buon
riscontro alle Regionali, Elio Giardina e Salvo Cilona. L’uscente Passalacqua sta a guardare
DI ENRICO SCANDURRA
TAORMINA. Politiche, provinciali e
comunali. I prossimi quattro mesi per
Taormina si profila un tour de force
politico. Mentre il sindaco uscente Mauro
Passalacqua è ancora intento a dirimere i
vari nodi di questa, che potrebbe essere
considerata lʼamministrazione
“sfortunata” (debiti pregressi, tagli dei
finanziamenti, crisi dei partiti), i
protagonisti del futuro prossimo già sono
attivi. Primo su tutti Mario Bolognari. Ad
appoggiarlo in primis il Partito
Democratico del coordinatore Cristian
Coslovi. Lʼipotesi che il politico
taorminese, già primo cittadino dal 1993
al 2002, possa correre per la sindacatura
è cosa nota da tempo. Ma la novità è
rappresentata dallʼavvenuta formazione
di un gruppo politico ben radicato in città,
ovvero “Orizzonte 2020”, attivo già dal 12
novembre. Priorità assoluta i programmi.
«Abbiamo già aperto i “cantieri” per
lʼelaborazione del programma elettorale –
afferma Bolognari – Se ne sono svolti già
alcuni, come quello sulle procedure del
Programma Operativo del Fondo
europeo di sviluppo regionale e le
opportunità della programmazione 20142020 con relatore il prof. Vincenzo
Spartà, oppure il “cantiere” Social
Housing, relativo alle nuove opportunità
dellʼabitare. Ci stiamo muovendo anche
sotto il profilo della qualità dellʼofferta
formativa nelle scuole». Di questo se ne
parlerà il 15 gennaio, quando allʼhotel
lʼhotel “Diodoro”, si terrà una tavola
rotonda in merito, presieduta dalla
dirigente scolastica dellʼIstituto
comprensivo 1 di Taormina, Carla
Santoro. Ed è propria questʼultima che,
secondo alcune voci, potrebbe entrare a
far parte dellʼesecutivo, nel caso in cui
Bolognari vincesse le amministrative.
Ipotesi che molti danno per certa sarà la
presenza in Giunta di tecnici e di addetti
ai lavori. «Ancora siamo in una fase
Giuseppe Composto, candidato del Fli
istruttoria – spiega lʼex sindaco - Tutto è
congelato. Stiamo cercando di pensare al
bene della città. Questa è la prima cosa
da fare. Il programma resta la priorità».
Sul fronte opposto regna, invece, la
confusione. Molti sono i gruppi politici che
vorrebbero convergere in unʼunica lista,
questa volta civica. Cʼè per esempio il Fli
di Giuseppe Composto, lʼUdc del
segretario Enzo Scibilia, consigliere
comunale uscente con Antonio DʼAveni
ed Eligio Giardina, e nelle ultime ore si sta
facendo avanti anche Grande Sud con
Salvo Cilona, anche lui consigliere di
minoranza uscente. «Cʼè un gran
fermento intorno a questa possibile
coalizione che potrebbe nascere ma che
ancora no ha espresso un candidato
sindaco”, dichiara Composto. Ma in pole
position ci sarebbero questʼultimo, lʼex
assessore provinciale alla Cultura, Mario
DʼAgostino, (che alle Regionali ha raccolto
un grande consenso proprio da parte della
stragrande maggioranza dei cittadini
taorminesi) ed Eligio Giardina, dimessosi
da consigliere qualche mese fa. «Progetti
e programmi per il futuro? Non si potranno
fare grandi cose. Almeno per i prossimi
due anni – spiega Giardina - La città è in
pre-dissesto. I primi interventi dovranno
essere mirati ad una corretta prevenzione
dal punto di vista finanziario. Mi riferisco ai
tanti contenziosi sorti negli ultimi tempi,
che hanno portato Taormina al baratro».
Riguardo a ciò anche Composto è
dʼaccordo. «Prima di tutto bisognerà
risanare i debiti di Palazzo dei Giurati. Gli
errori del passato non dovranno più
ripetersi – dichiara il papabile candidato
del Fli – Lodo Impregilo, la questione
dellʼex pretura, il nodo MessinAmbiente e
molte altre dispute dovranno essere
risolte nel più breve tempo possibile».
Problemi che non sono stati
centonove
CAPRI LEONE
Grande Sud
si affida a Bernadette
Al sindaco e parlamentare regionale
la carica di vice coordinatore regionale
CAPRI LEONE. Il sindaco di Capri Leone e parlamentare regionale Bernadette Grasso è il nuovo vice coordinatore regionale di
Grande Sud. La
nomina è giunta
con lʼintesa del segretario regionale
Pippo Fallica e del
leader nazionale
Gianfranco Miccichè. «Il ruolo al Bernadette Grasso
quale vengo chiamata mi impegna a una rinnovata responsabilità - dichiara Grasso - Non
posso sottacere lʼamarezza del momento. Non condivido la scelta di alcuni amici che hanno deciso di recidere il
rapporto con Gianfranco Miccichè. Ho
lo stato dʼanimo di chi smarrisce compagni di viaggio. Tuttavia – prosegue –
, il cammino continua con passi ancora più spediti consapevoli che la guida
è una persona di assoluto spessore e
che lʼorizzonte è un Grande Sud in un
grande Paese».
opportunamente presi in considerazione
dallʼattuale amministrazione, tacciata di
“inconsistenza” dallo stesso Composto.
Mauro Passalacqua, dal canto suo,
“minaccia” di candidarsi nuovamente,
aspettando le mosse di un suo
assessore. Anche Nunzio Corvaia in
quota Pdl, infatti, potrebbe proporsi. Per
non parlare poi di un altro possibile e
agguerrito pretendente, Vittorio Sabato,
che rappresenterebbe la popolosa
frazione di Trappitello, da sempre “ago
della bilancia”. Potrebbe, inoltre,
presentarsi anche un nuovo gruppo,
formatosi da poco. Si chiama “Tu
Protagonista”, ed è composto dal
presidente del Consiglio uscente,
Eugenio Raneri, da Antonio Lo Monaco,
Salvo Brocato, Rocco Cappello,
Giancarmelo La Manna e Cettina Rizzo,
che a giorni ufficializzeranno una terna di
candidati.
MISTRETTA
Antoci e la giunta che scoppia
Doveva essere un esecutivo di salute pubblica
ma il rimpasto ha lasciato troppi “delusi”
MISTRETTA. Ci sono voluti due mesi per trovare il bandolo della matassa nellʼamministrazione Antoci. Dal 13 novembre scorso quando il sindaco Iano Antoci annunciò la
volontà di un rimpasto per formare una nuova amministrazione di salute pubblica per guidare il paese fino al 2014, anno delle nuove elezioni, sono trascorse lunghe settimane fino al 7 gennaio. Il compito non è stato facile, molti cittadini
che sono stati contattati hanno declinato lʼinvito del primo
cittadino e alla fine la composizione della nuova amministrazione comunale ha anche provocato serie spaccature
in seno alla maggioranza che appoggia Iano Antoci. Infatti
la giunta è formata da Giuseppe Lo Iacono, architetto scelpatibilità del marzo scorso. Ribaudo richiedeva lʼassessoto dal gruppo guidato dai fratelli Testagrossa a cui è stata
rato ai Lavori pubblici e soprattutto la poltrona di vice sindaaffidata la delega ai Lavori pubblici; Giuseppe Salerno, trenco, ma a queste richieste il primo cittadino mistrettese ha ritottenne originario di Castel di Lucio che si è distinto in quesposto negativamente, provocando il disappunto di Manuel
sti anni per il lavoro nel sociale e per la sua collaborazione
Ribaudo e soprattutto dellʼentourage di Vincenzo Tambunellʼemittente locale TeleMistretta, scelto proprio dal sindarello che, stando a voci che non sembrano così improbabico, Salerno si occuperà di Istruzione e Sport; e infine Enzo
li, adesso minaccia di lasciare i banchi della maggioranza
Seminara, uomo fidatissimo di Iano Antoci, che in pratica ricon i due consiglieri Nino Saitta, suocero dello stesso Tamtorna dopo aver rassegnato le dimissioni il 31
burello, e il giovane Sebastiano Fonti, altro uodicembre a ricoprire il ruolo di assessore almo di fiducia dellʼex vice sindaco. Quindi la citlʼAmbiente. Proprio la nomina di Seminara è
tadinanza aspetta con impazienza il prossimo
quella che fa più scalpore negli ambienti politici
consiglio comunale, che promette scintille, e se
amastratini, poiché è stata fatta per riparare al
Saitta e Fonti dovessero abbandonare il gruppo
netto rifiuto di Manuel Ribaudo, giovane venti“Uniti per Mistretta”, il sindaco Antoci si vedrebsettenne esperto in fotografia, appoggiato dal
be con soli cinque membri ad appoggiarlo, tra
gruppo che fa riferimento allʼex vice-sindaco
cui il consigliere Salvatore Antoci che per motivi
Vincenzo Tamburello, che attende un posto in
di lavoro non si trova in Sicilia e spesso non
giunta dalle sue famose dimissioni per incom- Manuel Ribaudo
può essere presente. (Giuseppe Cuva)
pagina 14
centonove
Politica
11 GENNAIO 2013
AL VOTO. Il movimento di Walter Marisca potrebbe lanciare Carmelo Stracuzzi
SPADAFORA
Un volto per Roccalumera
Gioie e dolori
per Pappalardo
A scaldare i motori per la sindacatura anche il capo dell’opposizione Pippo Campagna
e il presidente del consiglio Antonio Garufi. Ecco tutti i movimenti in corsa
DI GIUSEPPE PISTONE
ROCCALUMERA. Sono già
diventate un rebus le candidature a
sindaco di primavera. Tre, quattro,
anzi cinque. Un gioco a rialzo che
non risparmia nessuno. A fare
discutere in paese è il neo
movimento civico “Un volto nuovo
per Roccalumera”, corteggiato da
più parti, tanto da mettere
scompiglio tra i gruppi
politici.«Siamo disponibili al
confronto, no ai compromessi spiega Walter Marisca - siamo in
corsa per salvare il paese dal
dissesto economico e non in corsa
per la poltrona». In appena una
settimana dalla nascita del
movimento costituito il 4 gennaio
scorso da 15 soci fondatori, tra cui
Emanuele Depu, Luigi Carnemolla,
Sgroi Gaetano e il decano Villari
Antonino, 70 anni sonanti.
Presidente è lʼimprenditore Walter
Alcuni attivisti del gruppo “Un volto per Roccalumera”
Marisca il quale ha già raccolto più
di 60 adesioni per lo più giovani, tra
sodalizi che nel frattempo potrebbero
cui Danilo Di Paola, Attilio Villari, Alessio
nascere con altri gruppi». Indiscrezioni,
Ciria e Santina Restifo, sparigliando, di
però, rivelerebbero anche la presenza dei
fatto, tutte le presunte alleanze. Oltre a
fedelissimi dellʼonorevole Briguglio, tra cui
Marisca ci sarebbe la possibile
lʼex assessore allʼistruzione, anchʼessa
candidatura a sindaco di Carmelo
dimissionaria, Rosetta Nicita e Massimo
Stracuzzi, direttore generale dellʼUnione
Barbera. Ancora in penombra poiché in
dei comuni delle “Terre dei castelli” di
trattativa ci sarebbe anche la candidatura
Modena, ma originario di Roccalumera.
del consigliere provinciale Biagio
Altro gruppo ufficiale è “Roccalumera
Gugliotta che ha lasciato Fli dimettendosi
Viva”, che ha fatto il suo primo esordio a
da segretario provinciale. A voler
dicembre con dei manifesti augurali:
raccogliere la difficile eredità del sindaco
“Cambiare si può! Noi ci siamo”. Gruppo
Gianni Miasi è anche lʼassessore
che vedrebbe la candidatura a sindaco del
Francesco Santisi che potrà contare solo
presidente del Consiglio, Antonio Garufi, a
del sostegno del collega Massimo Puglisi
cui converge anche lʼex vice sindaco
e dei consiglieri, Rita Corrini e Antonella
dimissionario, Rosario Foscolo, e i
Totato. Ma allʼultimo momento potrebbe
consiglieri comunali Franco Grezzo e
uscire anche il nome dellʼavvocato Tino
Giuseppe Frontaurea. «Non ho
Bellomo, conteso anche dal movimento
ufficializzato nessuna candidatura –
“Un volto nuovo” di Walter Marasca. Il
chiarisce Garufi – sarà una scelta
Antonio Garufi
futuro del sindaco Miasi è incerto. Se non
condivisa e aperta a tutti, magari frutto di
L’opposizione attacca sulla chiusura
della Posta. Ma arrivano i fondi europei
SPADAFORA. Gioia e dolori per l'amministrazione comunale di Spadafora.
Se da un lato viene attaccata per la recente chiusura dell'ufficio postale del
quartiere di San Martino, dall'altro sono in arrivo nuovi fondi comunitari frutto di programmazione. A distanza di tre
anni e mezzo dalle elezioni il centro tirrenico si ritrova combattuto sull'avere
un consiglio comunale in cui la minoranza è divenuta maggioranza. Le sferzate sono arrivate dal consigliere di opposizione, Domenico Romano, che ha
criticato nella vicenda delle Poste il sindaco Pappalardo ed una “totale assenza di iniziativa da parte dell'amministrazione Pappalardo» . Romano con il
collega Barbera ha incontrato a Palermo i vertici di Poste Italiane per ridiscutere la chiusura dell'ufficio postale
nel quartiere di S. Martino. A qanto pare le notizie sono positive. Lʼamministrazione, invece, gongola per il finanziamento di 653.300 per il progetto di
"allestimenti tecnici per il museo dell'argilla e per il Castello” che offrirebbe
nuove opportunità per la creazione di
micro-imprese. (a.d.b.)
arriverà una nomina regionale (ha
sostenuto il presidente Crocetta alle
Regionali) potrebbe rivestire il ruolo di vice
sindaco o presidente del consiglio con
Santisi. Intanto lʼunico candidato certo
viene dallʼopposizione. In pole position
Giuseppe Campagna, che dopo aver
rinviato più volte la conferenza stampa di
presentazione, questa volta intende fare
sul serio e sabato 12 ufficializzerà la sua
candidatura nei locali del comitato
elettorale “Roccalumera nel cuore”
inaugurato da oltre due anni. Anche se fino
allʼultimo potrebbe riservare delle
sorprese. Spiacevoli sʼintende. Ancora un
altro nome è quello dellʼex sindaco sino al
2003, Gaetano Argiroffi che alla fine
potrebbe convergere con Pippo
Campagna. Ma a condizione che
questʼultimo decida di non candidarsi in
prima persona.
TERME VIGLIATORE
LiberaMente sale sulla Torre
A sfidare Bartolino Cipriano potrebbe essere
l’ex presidente del consiglio comunale
TERME VIGLIATORE. Ormai si gioca quasi a carte scoperte anche se nessuno vuol dire allʼavversario il proprio
punto. La campagna elettorale a Terme Vigliatore è in una
fase strana perché, a parte lʼattuale sindaco Bartolino Cipriano che si ricandiderà alle amministrative per tentare il
bis, i suoi avversari invece ufficialmente, si nascondono,
nel senso che nessuno dice chi sarà il proprio candidato a
sfidare la leadership “bartoliniana”. Allʼinizio dellʼanno il Movimento “LiberaMente” capitanato dallʼex presidente del
consiglio Giovanni Torre, dopo varie riunioni e feste private, si è presentato in pubblico.«Noi - ha detto Daniele Fali-
ti, presidente del movimento - vogliamo proporre solo soluzioni pratiche ai problemi». Il direttivo del movimento diretto da Faliti, oltre a Torre, conta molti giovani come Elena Grasso, Veronica Bonomo, Filippo Foti, Angelo Salvo,
Francesco Puliafito. Attorno al gruppo ruotano i consiglieri
comunali Gianni Lopes e Franco Canduci, altri sono in fase di avvicinamento e sono tutti appartenenti allʼattuale
gruppo di opposizione al comune. «Intendiamo fare apparentamenti solo con chi, come noi, vuole costruire una grande squadra che abbia come obiettivo lo sviluppo economico del paese», ha detto Giovanni Torre ed ha escluso che
tra gli alleati ci possa essere il Movimento Iride «perché hanno fissato paletti per la costruzione della futura classe dirigente che noi non possiamo accettare». Dovrebbe essere
lo stesso Torre il candidato a sindaco del gruppo, anche se
gli stessi interessati al momento non confermano. «LʼIride
ha cambiato alcune regole del gioco - dicono». LʼIride con
lo slogan “lʼalternativa cʼè” coniato la scorsa estate, ha re-
pagina 15
so noto il programma dei primi 100 giorni di governo. Ribadito che chi ha ricoperto negli ulti dieci anni incarichi politici di ogni genere e chi ha condanne penali o carichi penali in sospeso o avvisi di garanzia, non potrà mai candidarsi con loro. «Entro il mese di gennaio- hanno stabilito
nellʼultima riunione pubblica- chi vorrà far parte ed accetta
il nostro programma, deve presentare domanda di adesione e dire pure se intende candidarsi a consigliere. Prima
delle fine del mese in corso, verranno vagliate tutte le richieste e tutti quelli che hanno presentato domanda, faranno parte dellʼassemblea che voteranno per i propri candidati. I primi 15 saranno i consiglieri comunali che lʼIride
proporrà alle prossime elezioni. La stessa assemblea dovrà scegliere tre di coloro che hanno anche detto di essere disposti a candidarsi a sindaco. Per questa elezione, che
non sarà chiusa ma aperta al pubblico, si dovrà attendere
forse la fine di febbraio, dopodiché per noi i giochi saranno
conclusi”. (Pasqualino Materia)
Politica
11 GENNAIO 2013
centonove
PROVINCIA. Nino Carbonaro svela il mistero sulla mancata pubblicazione degli atti
MILAZZO
Ops, ho perso le determine
Ore contate
per il consiglio
A presentare una denuncia era stato il consigliere Pippo Lombardo che non trovava
la documentazione. La verità sui fondi per l’ambiente finiti in gioielleria
DI GIANFRANCO CUSUMANO
MESSINA. Acquisti effettuati
tramite determine mai pubblicate,
fondi destinati allʼAmbiente utilizzati
per acquisti in gioielleria, un
consigliere provinciale che invoca la
Digos. Gli ingredienti per creare lo
scandalo alla Provincia Regionale
di Messina, cʼerano tutti. Ma a
sgonfiare il caso chiarendo i vari
passaggi è Nino Carbonaro, capo di
gabinetto della segreteria del
presidente Nanni Ricevuto. La
polemica fatta esplodere dal
consigliere di Sicilia Vera, Pippo
Lombardo, riguardava la mancata
pubblicazione allʼalbo pretorio di
circa cento determine dellʼufficio di
gabinetto di Ricevuto a firma di
Carbonaro. Sessanta nel 2011 e
poco meno di quaranta nel 2012.
Una questione venuta fuori quasi
per caso quando Lombardo
"scopre" che alcune risorse
PROVINCIA. Il capo di gabinetto Nino Carbonaro
destinate al settore Ambiente
verrebbero impegnate per scopi
visti di regolarità contabili, e poi in alcuni
difformi dall' indirizzo del Consiglio. Nello
casi, non sono state pubblicate. Cʼè anche
specifico oltre 10 mila euro vengono
da dire che solo dal 1 gennaio 2013 cʼè
utilizzati dall'ufficio di gabinetto per
lʼobbligatorietà alla pubblicazione dellʼatto,
comprare piatti, medaglie e coppe di vetro
prima si trattava di soddisfare il legittimo
sotto forma di premi per alcune
principio di conoscenza. Le delibere,
manifestazioni. Davanti allʼimpossibilità di
infatti, saranno pubblicate e disponibili a
ottenere delucitazioni in merito il
tutti coloro che le vorranno visionare».
consigliere di Sicilia vera si è rivolto alla
Carbonaro, poi, entra nel dettaglio. E
Digos. «Ho deciso di intervenire sulla
spiega lʼequivoco sui fondi dellʼambiente
vicenda per fare chiarezza - sottolinea
destinati agli acquisti in gioielleria.
Carbonaro - non ho alcuna intenzione di
«Abbiamo rispettato le disposizioni del
fare polemica con il consigliere Pippo
consiglio provinciale - sostiene il capo di
Lombardo che, anzi, ringrazio
gabinetto - Con la delibera di consiglio n.
pubblicamente per avere messo in risalto
122 del 30 novembre 2010 che ha come
alcune innegabili disfunzioni che abbiamo
oggetto “Gettito tributo speciale - Piano
immediatamente corretto. In sostanza è
triennale 2010 -2012” si pianificava
avvenuto che le determine da me firmate
lʼimpegno di spesa di un finanziamento
(il presidente Ricevuto non cʼentra nulla
regionale di 900 mila euro che la Regione
perchè si tratta di atti puramente gestionali
ci ha girato come quota degli oneri
e non politici) sono ritornate ai vari uffici
Pippo Lombardo
incassati dal deposito dei rifiuti in discarica.
competenti, tipo quello di ragioneria per i
L’aula non ha votato il dissesto.
A breve lo scioglimento dell’organo
MILAZZO. Si è insediata a Palazzo
dellʼAquila il commissario ad acta
nominato dal Prefetto di Messina
con la delega di dichiarare lo stato di
dissesto finanziario del Comune di
Milazzo. Si tratta di Margherita Catalano, dirigente di seconda fascia della Prefettura. Il commissario nel giro
di pochi giorni approverà la delibera
di dissesto e verrà avviata la procedura che porterà allo scioglimento
del consiglio comunale guidato da
Saro Pergolizzi, il quale non ha ottemperato alle disposizioni della
Corte dei Conti prima, e del prefetto
Trotta, successivamente il quale
aveva fissato la data ultima il 31 dicembre. Pergolizzi e altri 11 consiglieri avevano scelto la via del “Salva Comuni”, scelta che non poteva
essere fatta dal comune di Milazzo.
Alla scontata proceduta di scioglimento ci sarà lʼaltrettanto scontato
ricorso al Tar nel tentativo di dimostare che non è stato possibile seguire strade alternative al dissesto
per lʼopposizione degli uffici e dellʼamministrazione Pino.
Parte di queste somme, 15 mila euro,
come si legge nellʼatto, erano stati destinati
alla “valorizzazione dei “beni culturali,
promozione turistica, manifestazioni,
festività di interesse locale” e abbiamo
acquistato tra le altre cose attrezzature da
utilizzare per manifestazioni (quattro
coppie di “dividi folla” che si trovano nel
salone degli specchi) e 100 coppe, 100
targhe, 500 medaglie e 4 trofei in cristallo
che sono stati utilizzati dagli stessi
consiglieri o assessori in occasioni di loro
interventi a manifestazioni culturali,
sportive, turistiche sul territorio. A vincere la
gara è stata una gioielleria. A Lombardo
forse è sfuggito perchè nella seduta in cui è
stata approvata la delibera era assente».
Le altre delibere riguardano acquisto di
cancelleria, pubblicazione di bandi e bilanci
sui quotidiani, vigilanza di mostre al Monte
di Pietà.
SANTA TERESA DI RIVA
Di Ciuccio rompe l’idillio
Finisce la pax tra De Luca e l’opposizione.
Scontro sul trasferimento dell’aula consiliare
SANTA TERESA DI RIVA. Per la serie “cʼeravamo tanto
amati “ sembra finito lʼidillio tra lʼamministrazione attiva ed
il gruppo di minoranza. Appare lontano il tempo della seduta di insediamento del consiglio comunale quando il sindaco consegnò ad ognuno dei consiglieri comunali, in primis quelli opposizione, un libro ed offrì loro la vicepresidenza dellʼassise a favore del neofita Santino Veri, uomo
di fiducia dellʼex sindaco di Messina Peppino Buzzanca. I
motivi della divergenza sono emersi con lʼinizio del nuovo
anno ed in seguito ad una serie di ulteriori provvedimenti
del primo cittadino volti a sistemare i conti delle casse co-
munali. Provvedimenti che hanno visto tagli per lʼassistenza domiciliare agli anziani, lʼinasprimento delle tariffe comunali ed in ultimo il trasferimento della sede del comando dei vigili urbani che con determina del capo del settore
Tecnico, Franco Cisto, sarà spostata nel palazzo municipale lasciando la sede sita nella zona nord del paese . Precisamente gli uffici della polizia municipale saranno ubicati nellʼaula dove attuamente si svolgono le sedute del consiglio comunale, che a sua volta verrà trasferito a Villa Ragno. La decisione è andata di traverso al capogruppo di minoranza Antonio Di Ciuccio (Udc) che non lʼha presa bene
ed ha incalzato la maggioranza «credo che la decisione di
trasferire la sede per lo svolgimento delle riunioni di consiglio comunale poteva quanto meno essere condivisa da tutto il consiglio». «Ritengo sia un atto di arroganza ingiustificato – chiosa lʼex primo cittadino di Antillo – dal momento
che non veniamo a conoscenza solo attraverso una determina di un dirigente comunale del conferimento di un inca-
pagina 16
rico ad una ditta per il trasloco dei mobili dove si svolge il
consiglio comunale, senza nessuna traccia di un indirizzo
politico o amministrativo, quanto meno un parere della giunta o del sindaco o meglio ancora secondo me prendere la
decisione nel corso del consiglio comunale, non vedo quali siano i motivi di tale comportamento anche perché il sindaco ha tutti i numeri per approvare a larga maggioranza
tutti provvedimenti che vuole adottare». Il primo cittadino
Cateno De Luca ribatte dicendo «che in questa fase è stato necessario fare chiarezza sulla situazione contabile,
mettendo alla luce debiti pregressi mai affrontati che prima
o poi sarebbero venuti a galla. Di certo non sono stato io ad
alimentare controversie che adesso suonano come delle
cambiali da pagare, da buon padre di famiglia sto verificando i debiti che dobbiamo azzerare e sto tagliando tutto
quello che si può tagliare. Lo so che le mie scelte sono impopolari ma per toppare le falle bisogna aumentare le tasse. Cʼè poco da fare». (Massimo Ferraro)
Sicilia
centonove
11 GENNAIO 2013
MESSINA. Indagine della procura di Messina su allacci abusivi alla condotta
Metano, Italgas nella rete
Nel mirino dipendenti della società del gruppo Eni, Sicem di Milazzo e Idro Clima
impianti di San Filippo del Mela. Realizzati lavori senza autorizzazioni
DI GIANFRANCO CUSUMANO
MESSINA. Contatori fantasmi, utenze
inesistenti, lavori di ampliamento della
rete mai autorizzata. Allʼinterno dellʼItalgas
di Messina spirano venti di bufera. Da
mesi è in corso una indagine della procura
peloritana che sta portando alla luce la
presenza di quella che può essere
definitiva una rete clandestina del metano
che sarebbe stata creata in città da alcuni
dipendenti e aziende che lavorano (o
hanno lavorato) per lʼex Siciliana Gas. Il
Pm della procura di Messina, Adriana
Sciglio, sta lavorando da mesi per
verificare lʼipotesi di truffa ai danni di
Italgas che però rischia di ritrovarsi le
“menti” allʼinterno della stessa società.
Apparentemente, infatti, la vittima sarebbe
lʼazienda che fa parte del colosso Eni, la
quale ha inoltrato una denuncia alla
procura. Oltre agli ignari utenti che
avevano chiesto lʼallaccio alla rete per far
funzionare la caldaia di una nuova
abitazione. Ma la questione potrebbe fare
implodere la stessa sede messinese
dellʼazienda, coinvolgendo dipendenti e
funzionari. Attualmente sarebbero tre gli
indagati. In sostanza, secondo le prime
risultanze dellʼindagine, interi palazzi di
Messina nelle vie Vignazza Miceli,
Madonna del Carmine Mili, San Marco,
Sperone, Panoramica dello Stretto,
compresa lʼinstallazione di misuratori a
utenze nei comuni di Barcellona e Milazzo
(principalmente nela Piana), non
sarebbero risultate registrate. La vicenda
allʼinterno dellʼazienda è venuta alla luce
nel 2011, ma gli effetti ancora non si sono
manifestati e a rischio ci sarebbero
numerosi dipendenti della Italgas che
avrebbero agevolato un sistema parallelo
di gestione della rete. Da chiarire sarebbe
la posizione della Sicem, una società edile
di Milazzo a cui venivano appaltati i lavori
di ampliamento della rete, e della Idro
clima impianti di San Filippo del Mela che
avrebbe installato punti gas dietro il
pagamento di somme senza la relativa
autorizzazione. LʼItalgas chiede di
conoscere i responsabili che avrebbero
“eluso controlli aziendali, allʼevidente
scopo di partecipare ad unʼattività in
concorrenza con Italgas finalizzata alla
creazione ed alla copertura di un sistema
distributivo abusivo”. Ad insospettire la
società leader nella distribuzione del
metano era la significativa diminuzione di
contatori nel deposito del Centro operativo
di Messina (30 mila quelli stoccati) senza
un conseguenziale aumento della utenza
registrata. Ed ecco avviare una indagine
interna nella quale ci sarebbero stati
operai che avrebbero creato nello stesso
giorno anche 30 punti di riconsegna (pdr),
tutti nello stesso stabile senza alcuna
comunicazione agli uffici competenti,
programmazione dellʼesecutività dei
lavori, identificazione e tracciabilità del
sistema distributivo. Non esisteva
nemmeno la richiesta a monte effettuata
dal cliente. La cosa risulta ancora più
grave agli occhi di Italgas perchè,
secondo le informazioni raccolte, lo stabile
risultava ancora sprovvisto di un
collegamento alla rete di distribuzione del
gas, che terminava ad una distanza di 250
metri. Ed ecco lʼennesima anomalia sulla
quale sta lavorando la procura. La società
ha scoperto con un “sopralluogo
specialistico” dellʼesistenza di una rete
abusiva del gas (condutture stradale,
prese, allacci) che dalla fine del 2010
collegava lo stabile alla tubazione
esistente. A realizzarlo potrebbe essere
stata una ditta, la Sicem, che si occupava
dei lavori di scavo per lʼItalgas, ma secondo le risultanze - senza avere
ottenuto ordine di servizio e dunque una
stima dei costi. La cosa ancora più grave
è che secondo il rapporto stilato dai tecnici
sarebbe stato constatato che i contatori
sarebbero stati attivati senza gli standard
di sicurezza imposti dalle norme tecniche
e dalle vigenti procedure aziendali. Oggi i
contatori e la rete metanifera
risulterebbero perfettamente i regola
sanando gli aspetti burocratici e tecnici.
Ma i conti allʼinterno dellʼazienda
rimangono aperti. Secondo indiscrezioni
si sta lavorando per verificare se alcuni
lavori venivano effettuati utilizzando le
credenziali di personale in quel momento
allʼoscuro dellʼattività abusiva, o addirittura
in malattia. Un altro punto da chiarire è
come mai allʼinterno degli uffici messinesi
si consentisse, a tutti i livelli, di creare e
assegnare manualmente i punti di
riconsegna agli utenti, in sostanza
lʼallaccio. A quanto pare a partire dal 2007
per superare un contenzioso con la ditta
appaltatrice dei lavori di completamento
della rete, diventò una prassi comune. Da
verificare i ruoli di personale esterno che
avrebbe avuto libero accesso al deposito
dei contatori.
FIUMEDINISI
Sicilia Ionico peloritano, appalto nel limbo
Cateno de Luca
FIUMEDINISI. Rimangono nel limbo i lavori della rete metanifera del bacino “Sicilia Ionico Peloritano”. La ditta concessionaria Fin-Consorzio di Roma se non
ha la certezza dellʼerogazine dei fondi (lʼappalto ammonta a 127 milioni di euro) non ha intenzione di avviare i cantieri. Questa è la sintesi dellʼiter alla luce
di una recente riunione convocato dal sindaco di Fiumedinisi, comune capofila, a cui hanno preso parte gli amministratori del comprensorio. Il progetto
per la realizzazione e gestione in concessione dellʼimpianto di distribuzione
del gas naturale nel bacino “Sicilia Ionico Peloritano” è composto dai Comuni di: Fiumedinisi (Capofila), Alì, Alì Terme, Antillo, Casalvecchio, Furci Siculo, Itala, Mandanici, Nizza di Sicilia, Pagliara, Roccalumera, SantʼAlessio Siculo, Santa Teresa di Riva, Scaletta Zanclea e Savoca. Il progetto, promosso
da Cateno De Luca, oggi sindaco di Santa Teresa di Riva, prevede la realizzazione delle condotte di distribuzione in tutti i centri abitati dei Comuni aderenti
alla convenzione e consentirà, di fatto, di collegare, senza soluzione di continuità, la rete metanifera di tutta la Sicilia.
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11 GENNAIO 2013
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Adriana Ferlazzo
IL FATTO
A sinistra il rettore Tomasello che deve
lasciare a settembre del 2013.
Eʼ a capo dell'ateneo dal 2004. Il suo
mandato in scadenza naturale il 31 ottobre
del 2011 è stato prolungato grazie ad
unʼautoproga sino al 30 settembre del 2013.
Tomasello è finito nel mirino di alcuni
docenti che gli contestano di avere creato
una Fondazione per continuare a
influenzare l'Ateneo.
I docenti si sono rivolti al ministro
Francesco Profumo (nella foto in alto)
Franco Tomasello
MESSINA. L’Università si prepara a sostituire Tomasello. Lo scacchiere delle alleanze
Rettorato, la grande corsa
Gli oppositori calano l’asso Cupaiolo. Giuseppe Vita, Pietro Navarra e Antonio Romano
candidati nati nell’ex maggioranza di governo. Adriana Ferlazzo, tenace battitore libero
DI MICHELE SCHINELLA
MESSINA. Per anni in serrata
competizione con il docente di Anatomia
Puccio Anastasi, a cui nonostante la
comune frequentazione del rettorato
nemmeno rivolgeva la parola, era tra i
suoi fedelissimi, il più accreditato a
prendere il posto di Franco Tomasello,
potendo contare sul sostegno del rettore
uscente. Pietro Navarra, economista,
invece, dʼimprovviso, è entrato in rotta di
collisione con il Magnifico, pur rimanendo
al suo posto come prorettore e delegato
per le questioni di Bilancio. E se il rivale
Anastasi è stato piazzato nel Consiglio
dʼamministrazione della contestata
Fondazione universitaria, voluta
fortissimamente dal rettore che, alla
scadenza del suo mandato, ne è divenuto
il presidente, lʼeconomista è sceso
autonomamente in campo per la corsa a
rettore, le cui elezioni si terranno tra
marzo ed aprile, facendo leva sul suo
peso. E su quello del fratello, Pippo
Navarra, chirurgo generale del Policlinico
universitario. Dove, come sempre è stato
nel passato, si svolgerà la partita decisiva
per la successione al neurochirurgo ed ex
preside di Medicina. Eʼ al Policlinico,
come docenti della facoltà di Medicina,
che lavorano il 30% (423) dei mille e
trecento professori che costituiscono
lʼ80% del corpo elettorale (a cui va
aggiunto infatti il personale tecnico
amministrativo e i ricercatori a tempo
determinato, il cui voto viene pesato e
incide per non oltre il 20% sul corpo
elettorale effettivo).
Navarra al Policlinico dovrà vedersela, di
sicuro al primo turno, in cui per essere
eletti bisogna ottenere la maggioranza
assoluta degli aventi diritto la voto, con
quello che è il candidato più vicino al
rettore Tomasello: Giuseppe Vita,
primario del reparto di Neurologia del
Policlinico Universitario.
GLI SCENARI. A seconda dei consensi
che riusciranno a coagulare, dopo il primo
turno, i due docenti si potranno ritrovare
alleati, già a partire dal secondo turno (in
cui basta la maggioranza dei votanti), di
una colazione a capo della quale si porrà
chi con molta probabilità sarà anche il
nuovo rettore. Oppure se gli altri candidati
non totalizzeranno molti voti se la
vedranno al ballottaggio uno contro lʼaltro.
Pietro Navarra e Giuseppe Vita dovranno
fare i conti con Giovanni Cupaiolo, ex
preside della Facoltà di Lettere,
espressione del gruppo di docenti che si
è opposto negli ultimi 5 anni anche a colpi
Giovanni Cupaiuolo
IDENTIKIT/1
Scende in pista Navarra
Ritratto del consigliere tornato in città
dalla London School. E messo da parte
Pietro Navarra
MESSINA. Dopo la seconda elezione di Tomasello ed il repulisti
di uomini a lui vicini ma di cui il rettore non si fidava più, era
divenuto il braccio del rettore. Prorettore con Delega al Bilancio,
con molta discrezione e toni bassi, Pietro Navarra, era divenuto il
più ascoltato dei consiglieri del rettore. A soffrirne era soprattutto
Puccio Anastasi, docente di Anatomia e anchʼegli prorettore.
Qualcosa si è rotto quando il rettore ha deciso di mettere in
cantiere lʼautoproroga del suo mandato (e di tutti gli organi elettivi)
affidandosi alla sapienza giuridica di Franco Astone e Mario
Caldarera: i due avvocati in breve hanno soppiantato Navarra nel
ruolo di consigliere. Allʼeconomista non era piaciuto il balletto del
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rettore nella gestione del Cus, il Centro universitario sportivo,
sullʼorlo del dissesto da anni. Navarra ha proposto come
commissario Sergio Cama, persona politicamente a lui vicina, il
rettore lo ha nominato, ma poi a detta di Cama e di Navarra non ha
mantenuto gli impegni economici necessari per il risanamento
dellʼente, esponendo il suo sponsorizzato a grosse difficoltà con
fornitori e lavoratori. «Credo di poter mettere al servizio della
comunità accademica le mie competenze di studioso di economia
del settore pubblico e lʼesperienza maturata come Pro-Rettore con
delega al bilancio. La mia candidatura, sebbene io abbia occupato
un ruolo di primo piano nel governo uscente dellʼUniversità non ne
rappresenta una sua diretta espressione. Risponde alle
sollecitazioni di un gruppo di sostenitori che opera nei 21
Dipartimenti. Ciò è per me motivo di grande orgoglio e, al tempo
stesso, costituisce una forte leva per sviluppare una progettualità
che rappresenti ed accolga, sia le esigenze dei colleghi sia del
personale tecnico amministrativo», ha scritto Navarra nella lettera
di presentazione della candidatura. (M.S.)
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11 GENNAIO 2013
IL CASO. Ecco come il rettore uscente si è ritagliato la guida futura dell’ateneo
Strategica Fondazione
Gestirà i fondi per la ricerca e il patrimonio immobiliare. A poche settimane
dalle elezioni Tomasello nominato presidente. Insorgono Flc Cgil e Andu
Antonio Saitta
di carte bollate alla gestione ritenuta da
loro autocratica dellʼateneo da parte del
rettore Franco Tomasello. La candidatura
di Cupaiolo è maturata dopo le elezioni a
direttore del Dipartimento di Civiltà
Antiche e Moderne che hanno visto
lʼelezione del docente allʼunanimità. Sino
a qualche giorno prima in pole position
sembrava esserci Guido Signorino,
economista dellʼex Facoltà di Scienze
Politiche. Giovanni Cupaiolo è stato
candidato al posto di colui che era
apparso a lungo il leader del gruppo di
oppositori. Antonio Saitta, docente di
diritto costituzionale, oppositore “a viso
scoperto” sin dalla prima ora del rettore,
invece, ha tolto i colleghi dallʼimbarazzo
della scelta candidandosi alle elezioni
politiche in programma a fine febbraio.
A SORPRESA. A sorpresa è sceso in
campo nella corsa allʼermellino il docente
di diritto amministrativo Antonio
Tassone Romano, avvocato
amministrativista molto apprezzato nella
comunità accademica. La sua
candidatura, interpretata da molti come
comunque “vicina al rettore Franco
Tomasello”, nasce allʼinterno del
Dipartimento di Scienze Giuridiche e
promette di pescare consensi in altri
ambiti. Antonio Romano, nipote acquisito
di Aldo Tigano, avvocato di diritto
amministrativo molto noto in città e per
anni vicino a Tomasello, in precedenza
ha insegnato allʼUniversità di Catanzaro.
A Messina è tornato grazie allʼimpegno
economico ad hoc dellʼateneo, promosso
dal rettore.
LA TENACIA... NON PAGA. Ha
annunciato al sua candidatura anche
Adriana Ferlazzo, docente alla facoltà
dellʼex facoltà di Medicina Veterinaria.
Era candidata contro Franco Tomasello
nel 2004 e poi nel 2007. Nelle due
competizioni non cʼè stata storia: la
docente è stata battuta di centinaia di
voti.
MESSINA. Ha prima scelto il
manager del Policlinico
Universitario e poi gli ha dato
dato il suo vincolante parere
positivo perchè lo nominasse
direttore del reparto di
Neurochirurgia. In prossimità
della scadenza naturale del
mandato di rettore (fissata
per il 31 ottobre del 2011) ha
proposto (e votato) al Senato
accademico e al Consiglio
dʼamministrazione la proroga
di un anno del suo incarico di
rettore, poi divenuti due,
nonostante la bocciatura
dellʼautoproroga da parte del
Tar. Infine, in prossimità
dellʼulteriore e non più
prorogabile scadenza,
Franco Tomasello, ha messo
in cantiere la Fondazione
universitaria, di cui lʼateneo
che guida dal 2004 è unico
socio, e vi ha trasferito gran
parte delle competenze
dellʼateneo (gli avversari
dicono “ha svuotato lʼateneo
delle competenze”) e a tre
mesi dalle elezioni,
nonostante le forti e
documentate contestazioni
che aveva dovuto incassare
nel corso di unʼaffollata
Conferenza dʼateneo, è
andato diritto sulla strada che
ha portato alla nomina dei
vertici della nuova Istituzione,
cui è stato affidato il compito
di “esercitare attività
strumentali, scientifiche e di
supporto alla didattica e alla
ricerca in campo neuro
oncologico, oncologico
agroalimentare attraverso
operazioni mobiliari,
immobiliari e la promozione e
gestione di progetti di ricerca
e attività formative”. Il
Puccio Anastasi
presidente? Franco
Tomasello. Che, così, si è
costruito e assegnato un
ruolo di primo piano nella
direzione e gestione futura
dellʼUniversità di Messina.
«Dopo essersi prorogato
lʼincarico ed essere stato
bacchettato dai giudici
amministrativi che lo hanno
tacciato di antidemocraticità,
Tomasello ha ancora una
volta mostrato che ha una
visione autocratica
dellʼateneo. Insomma, pur di
stare al potere e di continuare
a tirare le fila, se la canta e se
la suona, incurante della
democrazia e della
trasparenza», dice Mauro
Federico, coordinatore
provinciale dellʼAndu,
Associazione nazionale
docenti universitari. Lʼateneo,
o meglio il Consiglio
dʼamministrazione
dellʼateneo, nella seduta di
fine anno ha nominato anche
i tre membri del Consiglio
dʼamministrazione e i due del
Comitato tecnico scientifico.
Segni particolari dei 5
prescelti? Essere stati uomini
di fiducia di Tomasello. A
partire da Puccio Anastasi,
Delegato di Tomasello, a
lungo in corsa come suo
successore; per arrivare a
Daniela Baglieri, docente di
economia, altra delegata,
passando per Pino Carini.
Meno vicini e comunque fidati
i due del Comitato Scientifico,
Giacomo Dugo e Signorino
Galvagno.
INDIGNATI. Dura è stata
anche la reazione di
Comitato Nazionale
No.Proroga.Rettori,
CoNPAss, Flc Cgil e
RETE29Aprile: «La grave
decisione assunta dal
Rettore e dal Consiglio di
Amministrazione pone una
pesante ipoteca sul futuro
dellʼUniversità di Messina.
La questione Fondazione
dovrà essere al centro della
prossima campagna per
lʼelezione del nuovo Rettore.
Decisione grave, ossia “di
peso”, perché riguarda la
futura Università; scorretta,
perché assunta da un organo
che rappresenta la “vecchia”
Università, la cui scadenza
naturale risale a 2 anni
addietro, che agisce in
regime di prorogatio e che è
ormai prossimo ad essere
sostituito. I rilievi critici mossi
in Conferenza dʼAteneo non
hanno trovato risposta, né
smentita, né accoglimento
(malgrado lʼapprezzamento
pubblicamente espresso
dallo stesso Tomasello).
Si è costruito nel più assoluto
silenzio uno statuto che non è
coerente con le leggi cui
pretende di ispirarsi e che dà
luogo a qualcosa di
inesistente nel resto dʼItalia:
una Fondazione che anziché
conferire risorse
allʼUniversità, se ne
appropria e che, anziché
“facilitare” lʼUniversità nello
svolgimento dei suoi compiti
istituzionali (dalla ricerca, alla
formazione, ai rapporti con il
territorio), si sostituisce ad
essa». (M.S.)
IDENTIKIT/2
Vita, questo (s)conosciuto
L’ascesa del neurologo cresciuto all’ombra
del maestro Corrado Messina
MESSINA. Lʼincontro con la comunità accademica per la
presentazione ufficiale della sua candidatura si terrà
domenica 13 gennaio al Royal Palace Hotel. Giuseppe Vita,
fuori dalla comunità scientifica non è molto noto ma al
Policlinico e nellʼex Facoltà di Medicina, ha comunque il suo
peso. Allievo ed erede di Corrado Messina, neurologo ci fama
nazionale, da qualche anno in pensione, Giuseppe Vita era
uomo vicino al rettore Franco Tomasello che lo aveva
nominato delegato per lʼattività didattica nelle facoltà
scientifiche. Giuseppe Vita è il Direttore del Dipartimento di
Neuroscienze dell'Università di Messina e dellʼ Unità
operativa di Neurologia e Malattie Neuromuscolari del
Policlinico. Eʼ tra i promotori del nascente centro Nemo
dedicato allʼassistenza e alla cura i malati di Sclerosi multipla, in
fase di allestimento in uno dei padiglioni del Policlinico. Ha
scritto Vita: «Ho deciso di mettermi al servizio della nostra
Università, sottoponendo al giudizio della comunità la mia storia
scientifica, la mia progettualità organizzativa e le mie relazioni
nazionali ed internazionali. Intendo candidarmi alle prossime
elezioni per il rinnovo della carica di Rettore, con la speranza di
rappresentare in modo unitario la Facoltà di Medicina nel
doveroso confronto con le altre aree scientifiche. Voglio
riaffermare e difendere l'autonomia universitaria come valore
accademico e garantirne lʼestraneità da qualsivoglia influenza
esterna. Credo nel gioco di squadra che è parte essenziale della
mia formazione e che sarà sempre di più necessario in un
momento così difficile per gli Atenei Italiani. Ritengo che si
possa e si debba fare ancora molto per la nostra Università,
rendendo tutti noi protagonisti». (M.S.)
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Giuseppe Vita
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11 GENNAIO 2012
A sinistra, Beppe
Alfano
Sopra, Olindo Canali.
A destra, da sinistra
Fabio Repici e Ugo
Colonna
In basso a sinistra,
Sonia Alfano;
In basso a destra,
Nitto Santapaola.
Il CASO. La procura di Reggio Calabria indaga sull’omicidio del giornalista
Alfano, verità a metà
In carcere da un decennio Gullotti e Merlino, ma a distanza di vent’anni la sentenza
di condanna non convince nessuno. Tra nuove denunce e vecchi veleni. Ecco quali....
DI MICHELE SCHINELLA
REGGIO CALABRIA. «Eʼ stato
ammazzato perchè aveva scoperto che a
Barcellona si nascondeva il boss Nitto
Santapaola, la cui latitanza era protetta
dalle Istituzioni nellʼambito della trattativa
tra lo Stato e la mafia. Il mandante è un
personaggio collante tra la mafia e i servizi
segreti. Le indagini sono state depistate ad
arte dal magistrato inquirente, a ci aveva
svelato il segreto, e dal legale del
collaboratore di giustizia cardine, legato a
Santapaola e ai servizi segreti». «Eʼ falso.
Eʼ stato ammazzato perchè aveva saputo
di una maxi tangente sulla pelle dei disabili
a favore dellʼimprenditore di Terme
Vigliatore, Mario Imbesi, allʼepoca in
grosse difficoltà economiche e protetto
dalla mafia locale. I suoi familiari con
questo imprenditore hanno negli anni
intessuto relazioni di interesse».
Sullʼomicidio del giornalista Beppe Alfano,
avvenuto a Barcellona Pozzo di Gotto lʼ8
gennaio del 1993, 20 anni fa, cʼè da anni
una verità processuale: scolpita in una
sentenza passata in giudicato, però, non
convince nessuno. Se il magistrato che ha
condotto le indagini, Olindo Canali, in un
memoriale scritto nel 2006 che doveva
rimanere segreto ed invece è finito da
subito negli studi legali per poi divenire
pubblico nel 2009, ha avanzato dubbi
sullʼattendibilità di del collaboratore
Maurizio Bonaceto; accuse velenose si
sono scambiati Fabio Repici, legale della
famiglia del maestro di scuola media e
soprattutto di Sonia Alfano dal 2009
deputato al Parlamento europeo, e il legale
di Bonaceto, Ugo Colonna. Un tempo
colleghi di studio, le denunce contenenti la
“vera” verità sul delitto Alfano e le accuse
di “aver depistato le indagini o di non volere
la verità per biechi interessi” sono finiti sul
tavolo dei magistrati di Reggio Calabria,
competenti a valutare lʼoperato del
magistrato Canali.
I sostituti reggini da mesi conducono
unʼinchiesta che promette sviluppi
clamorosi e si incrocia con quella condotta
dalla Procura di Palermo sulla presunta
trattativa Stato Mafia, in cui sono coinvolti
politici e alti ufficiali dei Ros dei carabinieri:
questʼultimi, presenti in forze a Barcellona
Pozzo di Gotto subito dopo lʼomicidio di
Alfano, hanno collaborato alle indagini
sullʼomicidio del giornalista condotte dalla
Compagnia provinciale.
GLI INTERESSI IN GIOCO. Le denunce
incrociate e le “vere verità sullʼomicidio”
corrono sul filo di lana di grossi interessi
morali ed economici, messi a rischio da
una possibile revisione del processo a cui
da anni stavano lavorando i legali di coloro
che per lʼomicidio di Beppe Alfano, sono
stati condannati. I varchi aperti alla
revisione del processo dal memoriale e
dalla successiva deposizione nel processo
Mare nostrum di Olindo Canali, che aveva
inferto un duro colpo al precario equilibrio
su cui si reggeva la sentenza, sono stati
tamponati dalle denunce prodotte da Fabio
Repici nei confronti del magistrato
brianzolo Canali, trasferito a Milano e
condannato in primo grado per falsa
testimonianza. Pippo Gullotti, il boss di
Barcellona Pozzo di Gotto e Antonino
Merlino, il suo luogotenente, sono in
carcere da 16 anni, il primo, e da 10 anni, il
secondo. Una sentenza passata in
giudicato li ha condannati come mandante
ed esecutore dellʼomicidio di Beppe
Alfano. Lʼomicidio, poichè come ha
stabilito la sentenza “è stato commesso
avvalendosi delle condizioni di cui
allʼassociazione per delinquere di stampo
mafioso e per agevolare lʼattività del
sodalizio criminoso”, ha consentito ai tre
figli del professore di scuola media e alla
moglie, riconosciuti vittime della mafia, di
ottenere, oltre allʼassunzione alla regione
Sicilia (i tre figli) un vitalizio mensile di 500
euro, un risarcimento di un milione di euro
centonove
a testa.
FRAGILI EQUILIBRI. Il movente
dellʼomicidio? Non è stato individuato. La
pistola usata per ammazzare Alfano? Non
è stata mai ritrovata. Secondo lʼimpianto
accusatorio, Merlino aveva ammazzato
Alfano su ordine di Gullotti per fare un
favore ad Antonino Mostaccio, sindaco di
Merì allʼepoca presidente dellʼAias di
Milazzo, Associazione italiana spastici,
indispettito dallʼinteressamento di Alfano
alla gestione allegra dellʼente di
riabilitazione. La pista fu indicata qualche
ora dopo lʼomicidio da Sonia Alfano che
puntò lʼindice contro Mostaccio riferendo di
minacce che il padre aveva raccontato di
aver subito da questi per essersi rifiutato di
accettare dei soldi per non occuparsi più
dellʼAias. Antonino Mostaccio al termine
del lungo processo fatto di sei sentenze è
stato assolto: con la sua assoluzione è
caduto anche il movente. Merlino e Gullotti
sono stati tuttavia condannati sulla scorta
della testimonianza di Maurizio Bonaceto:
raccolta da Canali, Colonna e il capitano
dei carabinieri Nunzio Aliberti a Roma il
12 maggio del 1993, è entrata nel processo
come prova, seppure Bonaceto qualche
tempo dopo nel corso del primo processo
ritrattò e in 12 anni di processi non
confermò più la deposizione: «La
ritrattazione è frutto delle minacce della
mafia», stabilirono i magistrati. Bonaceto a
dicembre del 1997 tentò il suicidio.
Sopravvisse ma fu giudicato dai periti
incapace di intendere e di volere e così le
dichiarazioni del 12 maggio del 1993
entrarono nel fascicolo dei vari dibattimenti
senza che i legali degli imputati abbiano
mai potuto contro interrogarlo. «La sera
ZOOM
Aspettando... 4 milioni di euro
BARCELLONA. Al momento la sentenza di primo grado è parziale. Nel senso che
riconosce ai tre figli di Beppe Alfano, Fulvio, Sonia e Chicco e alla moglie quasi
un milione di euro a testa. Ma il Tribunale di Barcellona si è
pronunciato solo sulla richiesta di risarcimento del danno
esistenziale e del danno morale. Deve ancora pronunciarsi
sul danno biologico. La causa per i risarcimento danni è stata intentata contro Pippo Gullotti. Ma a pagare sarà il Fondo di solidarietà per le vittime di mafia. I tre figli del giornalista, grazie ad una legge regionale per la tutela delle vittime della mafia, sono stati assunti alla regione Sicilia. A
ciascuno di loro e alla moglie è corrisposto un assegno vitalizio mensile di 500 euro. Nel passato avevano avuto 250
milioni di vecchi lire una tantum come indennizzo. (M.S.)
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11 GENNAIO 2012
DUELLI. Le denunce reciproche al vetriolo dei due legali
Avvocati sul ring
«Amico di Santapaola, dei servizi e depistatore», accusa Repici.
«Ignorate il ruolo dell’imprenditore amico Imbesi », replica Colonna
LE TAPPE
Altalena ... in processo
MESSINA. Alla condanna definitiva di Pippo Gullotti e Antonino Merlino si arrivò
al termine di vari processi durati in tutto 12 anni.
Il 15 maggio 1996, in primo grado, Pippo Gullotti fu assolto, Antonino Merlino fu
condannato. I difensori di questʼultimo e il pm Olindo Canali fecero appello.
Il 6 febbraio 1998, anche il boss Pippo Gullotti fu condannato.
Il 22 marzo 1999 la corte di Cassazione conferma la condanna per Gullotti, che
divenne definitiva, e annullò, invece quella per Merlino ritenendo non sufficenti
le sole dichiarazioni del collaboratore di giustizia Maurizio Bonaceto.
Il processo dʼappello a carico di Merlino si ricelebrò a Reggio Calabria e
Antonino Merlino, il 17 aprile 2002, fu assolto.
Due anni dopo, il 17 febbraio 2004, però, la Suprema Corte di Cassazione
annullò lʼassoluzione.
Il terzo giudizio dʼappello, sempre a Reggio Calabria, si concluse il 19 aprile del
2005 con la condanna di Merlino.
La Cassazione il 27 aprile 2006 confermò e la condanna divenne definitiva
anche per Merlino.
dellʼ8 gennaio 1993 passavo con la
macchina in via Guglielmo Marconi. Ho
visto la macchina con Alfano seduto dentro
che parlava attraverso il finestrino laterale
con Antonino Merlino”, disse Bonaceto.
Beppe Alfano fu trovato morto al volante
della sua Renault 9: tre colpi di pistola
sparati a bruciapelo da una calibro 22 colt.
Di ritorno dalla stazione ferroviaria dove era
andato a prendere la moglie reduce dal
lavoro, mentre stava entrando a casa, vide
in lontananza un qualcosa. «Chiuditi in
casa, tra un pò torno», disse alla moglie. E
invece non torno mai. «Eʼ davvero strano
che la mafia voleva uccidere Alfano ed è
Alfano ad andare incontro al suo killer»,
osservarono i difensori degli imputati.
«Giuseppe Iannello mi aveva detto che
Gullotti voleva ammazzare Alfano su
richiesta di Mostaccio», raccontò ancora
Bonaceto. «Eʼ una strana coincidenza che
chi passa dalla piazza in cui viene ucciso
Alfano e vede Merlino, è depositario anche
del movente dellʼomicidio», osservarono
ancora, invano, i difensori dei due imputati.
DEPISTAGGI. «Bonaceto
nellʼinterrogatorio decisivo è stato
imbeccato per depistare le indagini e
proteggere Santapaola», ha accusato
Repici. Olindo Canali ha scaricato la
responsabilità sui carabinieri che curarono
la collaborazione di Bonaceto. «Ho capito
che Bonaceto non sapesse molto e si sia
voluto accreditare. Specie dopo la
ritrattazione perchè ha allegato dei fogli con
schemi scritti da Piero Campagna e
Sebastiano Zingales, gli appuntati dei
carabinieri. Sono stati loro a comunicarmi
che cʼera una persona disposta a
collaborare», ha detto alla Corte dʼassise
nel 2009 nel processo Mare nostrum. Piero
Campagna è il fratello di Graziella
Campagna, la sorella di Piero,
ammazzata nel 1985: i familiari sono
stati assistiti dallo stesso Repici.
LA PISTOLA. Gli accertamenti balistici
mostrarono che la pistola usata per
lʼomicidio è una calibro 22 colt. Non è stata
mai trovata. Tuttavia, a 20 giorni dal delitto,
il pm Canali, si accorge che lʼimprenditore
Mario Imbesi, molto noto nella zona,
possiede una calibro 22, e se la fa
consegnare a Tindari, dentro il Santuario
della Madonna Nera. ll pm non sequestra
lʼarma, ma la prende in consegna. Otto
giorni dopo, il 5 febbraio, il revolver viene
restituito allʼimprenditore a seguito di
unʼaccertamento effettuato dal perito
balistico Fatuzzo che esclude si tratti
dellʼarma del delitto. «Imbesi mi disse che
siccome era sottoposto da estorsione non
voleva che la mafia interpretasse la visita in
Procura come come se volesse denunciare
le estorsioni», si è giustificato Canali. In
realtà, come risulta dagli atti del processo
Alfano, Mario Imbesi possedeva una
collezione di armi. Tra queste cʼerano
alcune calibro 22. Una, ha scoperto di
recente il legale Repici, risulta essere stata
venduta nel 1979 da Imbesi allʼingegnere
milanese Franco Carlo Mariani,
proprietario della Crm motori, arrestato nel
194 nellʼambito di unʼindagine sulle bische
clandestine. Chi finisce in manette con lui?
Saro Cattafi, arrestato il 24 luglio del 2012
con lʼaccusa di essere il capo della mafia di
Barcellona. Mariani ne denuncia lo
smarrimento il 30 settembre 1999.
MESSINA. Erano amici e
colleghi di studio. Il delitto
Alfano li ha fatti diventare
acerrimi nemici.
Fabio Repici, legale della
famiglia Alfano, accusa
Colonna di avere
imbeccato Maurizio
Bonaceto per evitare che
indagini sullʼomicidio di
Alfano fossero indirizzate
sulla latitanza di
Santapaola a Barcellona.
Ugo Colonna, dal canto
suo risponde, che Repici e
Sonia Alfano non vogliono
la verità sul delitto Alfano,
fanno finta di non
conoscere le carte del
processo e smentiscono
loro stessi a distanza di
anni. Non solo. Ignorano il
vero movente che
riconduce ad un
imprenditore molto amico di
Adolfo Parmaliana (e del
fratello di questi Biagio), il
docente universitario morto
suicida nel 2008 e indicato
da Repici e dalla Alfano
come esempio di strenua
lotta al sistema giudiziario
corrotto.
COLONNA DI TESI.
«Santapaola (nella foto)
non si nascondeva a
Barcellona nel periodo
ricompreso tra la fine del
1992 e gli inizi del 1993. Lo
dicono le carte che
conoscono anche Sonia
Alfano e Fabio Repici.
Lʼintercettazione
pagina 21
ambientale dei Ros dei
carabinieri che accerta che
a Barcellona cʼè
Santapaola è di aprile del
1993. Alfano, dunque, non
fu ucciso perchè confidò al
pm Canali che a Barcellona
si nascondeva Santapaola,
ma per altri motivi: il gruppo
mafioso intervenne per
tutelare diretti e rilevanti
interessi economici
dellʼimprenditore di Terme
Vigliatore Mario Salvatore
Imbesi. Infatti, specie a
partire dallʼautunno del
1992, si era determinato
uno stallo nei pagamenti
relativi ad una grande, già
conclusa operazione
immobiliare in Barcellona
Pozzo di Gotto che doveva
fruttare cospicui guadagni
per la Terme Appalti s.p.a,
società riconducibile ad
Imbesi. Questʼultimo, in
quel periodo largamente
esposto con gli istituti di
credito e “protetto” dalla
cosca barcellonese che da
anni riceveva il pizzo, era
gravemente danneggiato
in quanto il neo presidente
dellʼAias di Milazzo, Santa
Genovese, sensibilizzata
sul tema da Alfano, si
ostinava a non effettuare i
pagamenti concordati con
la precedente
amministrazione, rifiutando
perfino il rinnovo delle
cambiali scadute e non
pagate». Il legale ha
sottolineato: «Imbesi ha
anche guidato una delle
auto (quella che conduceva
i genitori del defunto
Parmaliana), al funerale del
professore celebratosi il 4
ottobre del 2008, cui
presenziarono lʼavvocato
Repici e lʼonorevole
Alfano».
LʼAFFONDO. Fabio Repici,
in una delle denunce
presentate alla Procura
reggina, ha tentato di
avvalorare il ruolo perverso
del suo ex amico: «Ugo
Colonna ha rapporti molto
stretti con i Servizi segreti.
Non solo. A partire dal 2006
collaborando con Colonna,
a Catania, durante il
processo Orsa Maggiore,
ho visto con i miei occhi più
volte colloquiare Colonna,
che difendeva un
collaboratore, con Nitto
Santapaola, allora detenuto
presente in aula. Poichè a
questi conciliaboli
presenziava lʼavvocato
Francesco Amato, di
recente gli ho chiesto la
genesi dei rapporti tra i due.
Lʼavvocato Amato mi ha
raccontato dellʼintervento di
Santapaola allʼinizio del
processo Orsa Maggiore
per sedare lʼanimosità degli
imputati nei confronti dei
collaboratori e soprattutto
dei loro difensori».
LʼATTIVITAʼ. I carabinieri
della Compagnia di
Barcellona al giornale La
Sicilia sequestrarono tutte
gli articoli firmati da Alfano
o, non firmati ma a lui
riconducibili. Non ce ne
sono che ricostruiscono la
presenza di latitanti nella
città del Longano o nelle
immediate vicinanze. Ce ne
sono alcuni sullʼAias:
raccontano delle difficoltà a
pagare gli stipendi, delle
tensioni tra i lavoratori, del
clientelismo nelle
assunzioni e da ultimi, a
partire dal 22 novembre del
1992 uno, non firmato, di
alcune righe in cui si parla
di avventurose operazioni
immobiliari; unʼaltro non
firmato, in cui si annuncia
lʼintenzione di santa
Genovese di recarsi in
Procura e unʼaltro ancora,
non firmato, e sempre di
poche righe, che racconta
che la visita in Procura non
cʼè stata per un allarme
bomba bluff». (M.S.)
Sicilia
11 GENNAIO 2013
DISSESTATO. Il palazzo di via Giordano Bruno
MESSINA. Lo stabile “ballerino” di centro città, in via Giordano Bruno
Attenzione, caduta palazzi
Il commissario straordinario Luigi Croce firma un’ordinanza di sgombero. E le perizie dicono: “Fabbricato
fortemente dissestato”. Ma l’amministratore si oppone. Una storia che nasce da una soprelevazione. Maldestra
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. “Nelle more delle succitate
attività di messa in sicurezza e fino al
ripristino delle necessarie condizioni di
sicurezza, si ordina di far sgomberare da
tutti gli abitanti ed occupanti a qualsiasi
titolo presenti, anche in via temporanea,
lʼimmobile in argomento”. Firmato Luigi
Croce. Lʼordinanza lʼha emessa il
commissario straordinario del comune di
Messina, perchè in via Giordano Bruno, in
pieno centro, cʼè un palazzo sulla cui
stabilità una mezza dozzina di enti hanno
seri dubbi. Da qualche anno.
ATTENZIONE, CADUTA PALAZZI.
Lʼisolato 124, quello che si affaccia tra la
via Giordano Bruno ed il viale San
Martino, secondo quanto scrive Croce, è
una bomba innescata. Lo certificano
quindici anni di relazioni, sopralluoghi,
cause e lavori mal eseguiti. Una storia che
si trascina fino a luglio, quando ai vigili del
fuoco arriva una richiesta di intervento di
verifica, inoltrata in forma scritta da
unʼinquilina, Giovanna Cacciola. Il
funzionario che stila la relazione trova una
Cambogia: “degrado dei prospetti esterni
dellʼedificio, nonchè delle parti
condominiali prospettanti allʼinterno”. Non
solo. Nellʼappartamento del legale il
tecnico dei pompieri trova un “articolato
quadro fessurativo, vistose macchie di
umidità da infiltrazione nei muri perimetrali
e nei tramezzi interni”. Basta?
Nientʼaffatto. “Si è constatato inoltre il
distacco di gran parte dellʼintonaco
dellʼintradosso del solaio, la rottura delle
pignatte, lʼossidazione dei ferri dʼarmatura
e la conseguente espulsione del
copriferro”. Tradotto, vuol dire che
lʼappartamento non è più abitabile. Per
questo lʼufficio del Genio civile, il 4
dicembre, invita “ad adottare i
provvedimenti necessari a tutela della
pubblica e privata incolumità”. La casa,
Giovanna Cacciola lʼha acquistata allʼasta
giudiziaria, quando i problemi si erano già
ampiamente manifestati. “E nessuno me
ne ha mai messo prima al corrente”,
lamenta lʼavvocato.
IL FABBRICATO DISSESTATO. La
bastonata più forte, però, la tira il
dipartimento allʼEdilizia di palazzo Zanca,
Soprelevazione coi segni del dissesto
centonove
a novembre. Che spiega come “appare
utile chiarire che, trattandosi di fabbricato
fortemente dissestato, come si evidenzia
in modo costante ed univoco nelle diverse
perizie tecniche dei consulenti, venendo
meno la conformità strutturale in quanto
parametro insostituibile della conformità
urbanistica a sua volta prodromica al
conseguimento della licenza di abitabilità,
qualunque certificato di abitabilità, qualora
rilasciato, sarebbe di fatto invalidato”.
Perchè è successo tutto questo? Per una
soprelevazione.
SOPRELEVAZIONE? AHI AHI. Nel 1998,
nel corso di una causa civile, è disposta
una perizia, che spiega che “le condizioni
dellʼedificio originario, così come realizzato
sulla scorta del progetto, pur se
strutturalmente adeguate alle prescrizioni
della scarna normativa antisismica vigente
allʼepoca, non erano tali da consentire
lʼodierna soprelevazione. Infatti, alla luce
delle norme vigenti alla data del nuovo
intervento, risulta conclamata la
insufficiente capacità portante - sotto
sisma - di gran parte dei pilastri dellʼultimo
e penultimo piano della preesistenza, ed
anche quelli della soprelevazione
mostrano gli stessi effetti”. Una causa
civile che si trascina fino al febbraio del
2011, quando la sentenza spiega
finalmente “lʼillegittimità della
sopraelevazione eseguita dalla Progeco
per conto dei signori Costa”, e dispone di
“accertare se unico rimedio, al fine di
ripristinare le condizioni di sicurezza
dellʼedificio, sia la demolizione della
soprelevazione o attraverso opere di
consolidamento”.
LE OPINIONI CONTRARIE. Contro la
nota dei vigili del fuoco è intervenuto
lʼamministratore di condominio Antonio
Pollino, che contestandola chiede la
revoca della diffida spiegando, come si
legge nellʼordinanza emanata da Croce
che “non risulta essere esistito e neanche
esistente il pericolo derivante da intonaci
pericolanti”. Una versione che non ha però
convinto palazzo Zanca. Perchè sia il
direttore di sezione tecnica Domenico
Delia che il capo del dipartimento Tutela
pubblica e privata incolumità Domenico
Signorelli, nellʼordinanza, parlano chiaro
e tondo di stato del fabbricato che
rappresenta una “condizione di pericolo”,
intimando la messa in sicurezza dello
stabile e dellʼarea. Tutto questo in pieno
centro, a qualche centinaio di metri da
piazza Cairoli, nel “salotto buono” della
città. Contro il provvedimento firmato da
Croce è possibile ricorrere presso il
Prefetto, il Tar o addirittura il presidente
della Regione in persona.
FOCUS
La fiera degli orrori edilizi
Superfetazioni, chiusure, coperture. Ecco cosa svelano
i sopralluoghi per la repressione degli abusi
MESSINA. I quattro morti sotto le macerie delle due palazzine crollate a Palermo tra il 18 ed il 19 dicembre, evidentemente,
non hanno insegnato nulla. Di certo non a Messina, città dove
le baracche prosperano indisturbate e in cui le soprelevazioni
e le “superfetazioni” spuntano come funghi. Autorizzate e non.
Soprattutto non, stando allʼattività quasi febbrile del dipartimento alle Attività edilizie ed alla repressione dellʼabusivismo.
Che ogni mese emette almeno una cinquantina di ordinanze
dipartimentali per la demolizione di lavori eseguiti in spregio
delle norme antisismiche, del piano regolatore e spesso anche del buonsenso. Di che lavori si tratta? Dei più vari. Nego-
pagina 22
zi, locali ed esercizi commerciali hanno il “vizietto” di cingere
gli spazi circostanti prima con piante e poi con strutture fisse
tipo tende, gazebi o pareti vetrate. Che regolarmente vengono fatte smontare con periodicità allarmante dalla polizia municipale dopo i sopralluoghi di rito. E i privati? Lì la fantasia del
messinese si sbizzarrisce. Solo nellʼultima settimana, i vigili
hanno scovato, in via Torrente Trapani, una copertura a tegole che ha sostituito lʼoriginaria in eternit, ovviamente senza permessi. In via Gazometro, invece, il proprietario di un appartamento ha realizzato un manufatto di 24 metri quadrati sul lastrico solare: una piccola soprelevazione di tre metri dʼaltezza
sulla terrazza, in pratica. Cosa hanno rilevato le ispezioni? “La
struttura portante presenta pilastri di modesta sezione ed è ancorata al suolo mediante piastra imbullonata, le travi sono annegate nella muratura costituente la parete nord e la copertura è stata realizzata mediante la collocazione di perline sormontate da tegole”. Alla faccia di norme antisismiche e piani
regolatori. E buonsenso. (A.C.)
centonove
Sicilia
11 GENNAIO 2013
Un momento della conferenza stampa tenuta dalla Dia il 10 gennaio
L’OPERAZIONE. Mafia e business dei rifiuti dietro la raccolta affidata dall’Ato
Catania, bufera “Nuova Ionia”
La Dia ferma 27 persone. Tra queste, esponenti dei clan Cintorino e Cursoti, oltre che tecnici
della ditta che aveva avuto l’incarico da Joaniambiente. Coinvolti i sindaci di Mascali e Giarre
DI DARIO DE LUCA
CATANIA. Ci sono diversi esponenti del
clan dei Cintorino, ma anche alcuni
dipendenti delle aziende specializzate
nella raccolta dei rifiuti tra i 27 uomini
arrestati dal personale della Direzione
Investigativa Antimafia di Catania
nell'ambito dell'operazione “Nuova
Ionia”. Le indagini, complesse e
articolate, hanno riguardato le
infiltrazioni mafiose nel lucroso settore
della gestione integrata dei rifiuti solidourbani e differenziati. Ad essere
coinvolto tutto l'ambito territoriale
competente all'Ato Joniambiente.
Un'area vasta che assorbe i Comuni
della Provincia di Catania che vanno da
Riposto a Bronte.
L'INCHIESTA. Si è concentrata in
maniera principale nella zona dell'alto
jonio etneo nel comprensorio dei Comuni
di Fiumefreddo, Giarre, Riposto, Mascali
e Calatabiano. Negli altri Enti sono state
acquisiti numerosi documenti. Secondo
gli inquirenti il clan si era infiltrato con
alcuni suoi elementi di spicco nell'attività
della Aimeri Ambiente S.rl. società di
Rozzano (Mi) incaricata proprio per conto
dell'Ambito territoriale ottimale
Joniambiente nella raccolta dei rifiuti.
Un vero e proprio consorzio inserito nel
panorama economico dell'immondizia,
dai Cintorino operanti a Calatabiano,
passando per i Cursoti Catanesi,
entrambi facenti parte del potente gruppo
criminale dei Cappello. Gli organi
inquirenti ipotizzano come l'infiltrazione
mafiosa sia stata agevolata sia da alcuni
dirigenti della Aimeri che da alcuni
funzionari della stessa Joniambiente. Su
tutti l'ex direttore per la Sicilia orientale
Alfio Agrifoglio, a cui è contestato il
reato di associazione a delinquere
semplice e Roberto Russo, responsabile
tecnico operativo della società con sede
in Lombardia ma nello stesso tempo
esponente di spicco del clan mafioso.
Sempre riconducibili alla Aimeri
Ambiente sono gli altri dipendenti tratti in
arresto, Alfio Acquino e Francesco
Caruso. Dovranno rispondere di
associazione a delinquere anche
Roberto Palumbo, responsabile tecnico
della discarica di Sicilia Ambiente Enna,
e il coordinatore della discarica Gaetano
La Spina oltre ad un impiegato del
Comune di Fiumefreddo di Sicilia ed ex
lavoratore dell'Ato Joniambiente di
Giarre.
LE IRREGOLARITAʼ. L'organizzazione
riusciva secondo gli inquirenti a lucrare
rilevanti vantaggi economici. Vittime,
indirettamente, i cittadini onesti che
sempre più spesso devono convivere
con strade sporche e ricolme di rifiuti. In
particolare le indagini hanno portato a
rilevare come ci sia stata da parte degli
arrestati una falsificazione dei formulari
sulla raccolta e conferimento in
discarica dell'umido e della
differenziata. Si simulava un servizio
efficiente che in realtà non c'era. Altro
aspetto quello dell'eliminazione delle
micro discariche e della pulizia dei
margini stradali. Attraverso la procedura
di somma urgenza, nonostante fosse
già previsto nel capitolato d'appalto
l'incarico alla ditta appaltatrice, si
favorivano alcune ditte riconducibili
proprio all'organizzazione mafiosa.
Quelle volte invece in cui i lavori
venivano eseguito dalla ditta
legalmente incaricata, la Alkantara
2001, si utilizzavano mezzi e personali
della Aimeri. In questa vicenda, c'è pure
l'inerzia di alcune amministrazioni, su
tutte quelle di Mascali e Giarre che
omettevano i regolari controlli,
rivolgendosi, nei casi in cui si
riscontravano delle irregolarità,
direttamente a Roberto Russo, tecnico
dell'Aimeri e come detto esponente di
spicco del clan dei Cintorino.
GLI ALTRI CAPI D'ACCUSA. Non solo
rifiuti ma anche alterazione e detenzione
illecita di armi da fuoco e il traffico di
sostanze di stupefacenti. Entrambe le
attività erano capeggiate dallo stesso
Russo e da un altro esponente del clan,
Salvatore Tancona. Per conto dei due
operava, come gli investigatori hanno
documentato nelle intercettazioni, una
fitta rete di pusher. A condurre i
Carabinieri di Fiumefreddo di Sicilia, al
gruppo di spacciatori, l'arresto di Santo
Cristaldi, a cui vennero trovate 7100
pasticche di ecstasy destinate al fiorente
mercato della movida dell'alto Jonio e di
Taormina.
PRECEDENTI
Il primo blitz dell’8 maggio
Dopo venti arresti, 31 mezzi erano andati in fumo
CATANIA. Era l'8 maggio 2012, quando la Sezione Criminalità Organizzata della squadra mobile di Catania, arrestava Pippo Garozzo “pippu u maritatu”. Con lui, altre 19 persone tra cui proprio Roberto Russo, ritenuto il vero collettore tra il clan, le aziende e l'Ato
Joniambiente. Proprio dopo il blitz, a sole 24 ore, 31 autocompattatori della Aimeri Ambiente andavano in fumo. L'autoparco dove erano parcheggiati rientrava nella diretta competenza di Russo. Tra gli
arrestati dell'operazione “Nuova Ionia” ci sono anche diversi “colletti bianchi”. Roberto Palumbo, fratello del vicesindaco di Paternò
Carmelo Palumbo ed ex consigliere dei Democratici di Sinistra. Nel
vortice sono finiti pure Rosario Tropea, assessore ai lavori pubblici a Mascali, Bruno Cardillo, dirigente comunale e responsabile del
servizio lavori pubblici. Con loro la Procura aveva addirittura chiesto
l'arresto di Filippo Monforte, sindaco del centrodestra di Mascali.
Nel dispositivo si legge come il primo cittadino “avrebbe accettato da
Roberto Russo la promessa di assunzione, con varie modalità, di
soggetti dai medesimi segnalati, costituente utilità non patrimoniale
idonea a consolidare la rispettiva posizione politica”. Nonostante il
gip Marina Rizza non abbia accolto la richiesta d'arresto, ha puntato l'attenzione su unʼintercettazione in cui Monforte discuteva con
Russo: “E poi ci su ... quattru amici c'hannu a travagghiari, o voi o
non voi..”. Il sindaco ha però riferito come “sono stato in giunta poi
ho appreso dell'esistenza di un'operazione della Dia sui rifiuti”. “Sino a questo momento non mi è stato notificato alcun atto. Ho sempre agito con la massima correttezza e trasparenza in ogni settore
e non ho mai avuto a che fare con il mondo dei rifiuti”. L'Aimeri Ambiente invece ha dichiarato “la più totale estraneità rispetto alla vicenda, considerandosi con tutta evidenza parte lesa ed annunciando la propria costituzione in giudizio come parte civile”. L'azienda
precisa che “le persone colpite dai provvedimenti giudiziari sono dipendenti ed ex dipendenti con mansioni di secondo piano”. (D.D.L.)
pagina 23
Roberto Russo
Sicilia
11 GENNAIO 2013
centonove
SAN PIERO PATTI. Da cinque piloti a prima scuderia automobilistica della Sicilia
Rally, la volata della Sgb
Nata sui Nebrodi, in sette anni ha raccolto130 iscritti provenienti da tutta l’isola.
Il direttore sportivo Mauro Gulino: «La buona gestione è il nostro segreto. E ora puntiamo sui giovani»
DI ROSSANA FRANZONE
SAN PIERO PATTI. «Chi lo avrebbe mai
immaginato che una piccola realtà con
appena cinque piloti sarebbe diventata
nel 2012 una delle più importanti
scuderie automobilistiche siciliane».
Mauro Gulino sintetizza così la storia
della Sgb Rallye. Lui è il direttore
sportivo, il padre Giuseppe il presidente.
Alternandosi sul palco hanno parlato
della loro scuderia il giorno della
premiazione del campionato sociale. Il
23 dicembre. Davanti ad una platea di
piloti e navigatori siciliani. «La Sgb Rallye
non è un team - precisa Giuseppe
Gulino - ma una famiglia. Una famiglia
un poʼ allargata sì, ma pur sempre una
famiglia dove ogni suo componente ha
uguale importanza». Eʼ proprio questo
Sotto,
Giuseppe Di Giorgio
e Cono Sinagra.
Nella foto in basso,
Pietro Mazza
e Francesco
Picarella durante
il Rally Fabaria 2012
(foto Siciliarally.com).
Accanto lʼassistenza
della Sgb Rallye
pagina 24
uno dei motivi che ha portato al successo
la Sgb nata il 2 giugno 2005 a San Piero
Patti, piccolo comune nebroideo. Nasce
come associazione sportiva e nel 2009
diventa Scuderia Automobilistica,
ottenendo il riconoscimento da parte
della Csai e del Coni. E soprattutto nasce
grazie alla passione di cinque piloti:
Giuseppe, Agostino, Mauro, Alessandro
e Carmelo. Adesso la Sgb Rallye
raccoglie 130 iscritti. Piloti e navigatori
provenienti da tutta la Sicilia. Tra loro
anche due donne pilota: Jessica Biondo
e Loredana Lo Dico. E per il 2013 il
numero è destinato ad aumentare.
Ultimo importante acquisto della scuderia
sarà il pilota Eros Doria. Classe 1984, già
messosi in evidenza con le moto da
cross, dal 2012 ha deciso di cimentarsi
anche con le quattro ruote. «La buona
gestione - continua Mauro Gulino - è il
nostro segreto. Noi siamo in grado di
offrire ai nostri sportivi qualsiasi tipo di
servizio e assistenza. I fondatori siamo
stati tutti piloti e prima di creare la Sgb
Rallye abbiamo avuto esperienze
negative. Nessuno in Sicilia, e
soprattutto nella nostra zona, era in
grado di assisterci al meglio durante tutta
la stagione agonistica. Cose che noi
adesso facciamo». La scuderia è
centonove
Sicilia
11 GENNAIO 2013
Un momento della premiazione che si è svolta a dicembre (foto A. Denaro)
composta da meccanici, carrozzieri,
piloti, navigatori e professionisti. Tutti con
anni di esperienza alle spalle. Quello che
offre va dal supporto tecnico e sportivo al
servizio tempi in gara. Lʼequipaggio
riceve in tempo reale via sms sul proprio
cellulare i tempi dei loro diretti avversari,
un servizio che permette una migliore
gestione della gara. Ma non solo. Anche
agevolazioni su noleggio vetture,
gestione immagine e comunicati stampa
personalizzati. La Sgb dispone anche di
un proprio parco macchine che mette a
disposizione a prezzi agevolati.
E i numeri conquistati parlano chiaro: 88
podi di categoria, raggiungendo dal 2009
al 2013 il record di centoundici vittorie di
categoria e 8 vittorie assolute. Numeri
che sono stati elencati nel corso della
premiazione svoltasi lo scorso dicembre.
Nel corso della manifestazione il trofeo è
andato al vincitore della stagione
agonistica 2012 Salvatore Bellini di
Montalbano Elicona seguito in classifica
da Stefano Calleia e Franco Alibrando.
Alla fine sono stati premiati i primi tre
classificati di ogni categoria. Per quella
femminile la vittoria è andata alla
navigatrice Valentina Russo mentre per
il miglior equipaggio il riconoscimento è
andato alla coppia Ivan Germanà e
Carmelo Perna. Ampio spazio della
manifestazione è stata dedicata
alla premiazione del Junior
Team, formatosi nel 2010 a
conclusione del “Progetto
Giovani” della
scuderia. Ad
essere premiato
come miglior
giovane è
stato Matteo
Salpietro
seguito da
Giovanni
Biondo e
da Enrico
Falsetti.
Numero Verde 800 090509
pagina 25
Sono stati consegnati
riconoscimenti speciali
come il premio “miglior
esordiente” a Tindaro
Falsetti e il premio “pilota
più spettacolare” a
Salvatore Calabrò. Premio
speciale al giovanissimo
Giuseppe Di Giorgio e al
suo navigatore Cono
Sinagra. Sono stati vincitori
del “Trofeo Renault Twingo”
e del campionato siciliano di
categoria.
«I giovani - continua Mauro
Gulino - sono il nostro punto
di forza. Non a caso
abbiamo creato il progetto
“Con i giovani per i giovani”.
E per il 2013 in cantiere ci
sono nuove iniziative rivolte
soprattutto ai giovanissimi». Intanto si
parte con la prima novità: il sito internet
con la sua nuova veste grafica. «Sarà
online - conclude Mauro - il 15 gennaio.
Con tantissime innovazioni». Prima fra
tutte quelle che riguardano i piloti, ognuno
di loro avrà una propria pagina. E poi ci
saranno le news, la rassegna stampa e
tutte le informazione per le iscrizioni e il
noleggio auto.
Sicilia
11 GENNAIO 2013
pagina 26
centonove
centonove
Sicilia
11 GENNAIO 2013
PETTINEO. Riprendono le lezioni dopo la sospensione delle maestre
L’asilo dei misteri
La procura di Mistretta, sulla scorta di video e testimonianze dei genitori, indaga
sul personale della struttura scolastica. Le telecamere inserite durante il voto amministrativo
DI
GIUSEPPE CUVA
PETTINEO. Dietro le vetrate dellʼedificio
moderno, nel cuore di Pettineo, piccolo
borgo medievale di 2 mila abitanti, si
intravedono bambini sorridenti. Una
musica giunge fino alla strada. Stanno
cantando. Nulla di strano se si
considera che si tratta di un asilo. Ma
secondo lʼindagine della procura di
Mistretta dietro quella porta cʼera spazio
solo per paura, pianti, percosse. Ha
riaperto i battenti dopo la pausa
natalizia la struttura scolastica di
Pettineo al centro di uno scandalo che
ha coinvolto tre maestre e una
collaboratrice scolastica. I carabinieri lo
scorso 21 dicembre hanno notificato
quattro provvedimenti cautelari emessi
del Gip del tribunale di Mistretta nei loro
confronti in quanto ritenute responsabili
a vario titolo di “reiterati maltrattamenti
nei confronti degli alunni della scuola
materna di Pettineo”. Accuse tutte da
confermare. Ma ormai il terremoto ha
scosso la comunità nebroidea. Le
quattro donne, tutte della zona e di età
compresa tra i 59 ed i 62 anni, sono
state sospese per due mesi.
Lʼattività dʼindagine era iniziata nel
maggio 2012, si dice in piena campagna
elettorale pettinese, quando una serie di
testimonianze raccolte allʼinterno delle
mura scolastiche in ordine ad alcuni
episodi sospetti, portarono i militari e la
Procura della Repubblica, ad installare
diverse telecamere, approfittando
anche del fatto che lʼistituto era sede di
seggi elettorali durante le votazioni,
nascoste allʼinterno delle aule dellʼasilo
di Pettineo, in modo da monitorare nel
dettaglio eventuali abusi commessi dal
personale scolastico nei confronti degli
alunni, tutti compresi tra i 3 ed i 5 anni di
età.
Lʼattività investigativa è andata avanti
per mesi, anche a cavallo tra il termine
dello scorso anno scolastico e lʼinizio di
quello in corso, e avrebbe accertato
come tutti i docenti allʼepoca in servizio
allʼistituto, coadiuvati dallʼunica
collaboratrice scolastica presente,
«ponessero in atto metodi educativi
chiaramente vessatori e talvolta
addirittura violenti nei confronti delle
vittime in età infantile». A suffragare le
accuse sarebbero le videoriprese.
Strattoni, schiaffi o calci dati dalle
insegnanti al fine di mantenere lʼordine
allʼinterno delle classi. I bambini secondo quanto riferito dai carabinieri venivano quotidianamente lasciati soli
allʼinterno delle aule didattiche, dove,
talvolta, giocando tra loro in assenza di
alcun controllo, si procuravano lesioni
anche evidenti, mentre il personale
scolastico invece si intratteneva nei
corridoi dellʼistituto con atteggiamenti
chiaramente disinteressati a quanto
accadeva nelle aule.
Al monitoraggio video, però, i carabinieri
di Mistretta e Pettineo hanno raccolto
diverse testimonianze da parte di alcuni
genitori i cui figli risultavano subire
quotidianamente i “discutibili metodi
educativi” esercitati allʼinterno
dellʼistituto. Secondo i genitori i bambini
da tempo manifestavano insofferenza
verso la scuola e timore e frequentare le
lezioni, «verosimilmente in ragione delle
violenze fisiche e psicologiche cui erano
sottoposti».
Al Gip del Tribunale di Mistretta,
dunque, sulla scorta del quadro
riportato nei verbali, non gli è rimasto
altro da fare che emettere i
provvedimenti cautelari nei confronti
Pettineo è un comune
di 2000 abitanti
sui Nebrodi.
La notizia ha diviso
la comunità
tra “giustizialisti”
e coloro che
difendono a spada
tratta le maestre.
Nessuno ha voluto
rilasciare
dichiarazioni
sulla vicenda. Una
delle maestre
è vicina alla pensione
ed ha cresciuto
generazioni di
giovani.
LA SCHEDA
Segnali da non sottovalutare
Come si fa a capire se un minore è oggetto di maltrattamenti fisici o abusi? Lʼargomento è delicato e prendere un abbaglio o confondere una robusta sculacciata con unʼaggressione è facile. Gli indicatori di maltrattamento sono però codificati. Gli indicatori fisici sono bruciature, lividi di forme particolari determinati da oggetti contundenti, diffusione sproporzionata di lievi ferite cutanee che appaiono in diverse fasi di guarigione, lussazioni o fratture sotto i due anni di età,
segni di schiaffi. Poi ci sono gli indicatori psicologici come
la reattività esagerata dei bambino, con improvvise esplosioni d'ira; la presenza di un bambino passivo, sottomesso,
scarsamente presente, comportamento assillante, iperattivo con richieste irrealistiche, attaccamento indiscriminato a
tutti gli estranei e resistenza a tornare a casa, ma sottomissione immediata per timore della reazione degli adulti.
pagina 27
delle maestre e della collaboratrice
scolastica (la cui posizione sarebbe più
defilata) per il reato di maltrattamenti,
con lʼaggravante di «aver commesso il
fatto abusando della propria autorità in
qualità di insegnanti/collaboratrici
scolastiche». Il provvedimento
giudiziario è stato notificato anche alla
direzione scolastica dellʼistituto
comprensivo di Tusa, da cui il personale
dipende, per lʼadozione dei
provvedimenti di competenza in via
amministrativa.
Oggi Pettineo si divide tra
colpevolisti e chi invece difende a
spada tratta le maestre dando
piena solidarietà alle stesse, come
uomini e donne maturi, che sono
passati per lʼasilo di Pettineo e che
difendono senza se e senza ma le
docenti dicendo chiaramente che
sono state delle ottime educatrici,
e che le accuse mosse sembrano
insensate visto che fino a dicembre
nessuno aveva mai ha dubitato
della professionalità delle maestre,
che in tutti questi anni hanno visto
passare dal nido pettinese tutti
quei bambini che oggi sono anche
padri e madri di famiglia.
Intanto al tribunale di Mistretta gli
avvocati studiano le carte
nellʼattesa della chiusura delle
indagini visto che gli atti ancora
non sono accessibili, ma un dato è
certo: le tre maestre e la
collaboratrice scolastica sono state
sostituite presso lʼistituto da altre
insegnanti e i bambini stanno
andando regolarmente a scuola
cercando di ritornare alla vita di
tutti i giorni come sta cercando di
fare tutte Pettineo.
Qui Scuola
11 GENNAIO 2013
centonove
MESSINA. UN DOCENTE RACCONTA “COME IN UN SOGNO” LA DECISIONE DI FAR LEZIONE ANCHE IL VENERDÌ SANTO PER RECUPERARE I GIORNI DELL’OCCUPAZIONE
Un tiranno “illuminato” a scuola
DI FELICE IRRERA
MESSINA. Da quando sono andato in
pensione, sogno spesso la scuola. Lʼaltra
notte mi è sembrato di essere allʼinterno
di una scuola messinese di recente
costruzione e grazie alla mia esperienza
ho capito subito che era in corso
unʼoccupazione.
Mi pareva di scorgere il dispetto di un
dirigente scolastico investito anche
questʼanno da questo fenomeno nel suo
Istituto: era un Liceo (ma ormai lo sono
tutti), forse, ma non potrei giurarlo, di
Scienze sociali. “Voi - diceva (ma non
riuscivo a distinguerne il sesso, anche
perché in sogno indossava uno strano
grembiule), rivolto/a ai ragazzi che
giustamente protestavano di fronte alle
nefandezze di una Pubblica Istruzione
sempre meno pubblica – state
commettendo un reato: interruzione di
pubblico servizio. Chiamerò la Digos!”.
Guardavo i ragazzi (che non mi
vedevano), che dicevano tra loro di
sapere che la Digos aveva ordini precisi
di non intervenire se non per intrusioni
esterne o gravi reati, e perciò non si
scomponevano affatto. Poco dopo, infatti,
arrivavano due 007, che bofonchiavano
di essere stufi per le continue inutili
chiamate sol perché il Dirigente voleva
esercitare la sua autorità intimidendo gli
allievi. Dovendo pur fare qualcosa, se ne
andavano dopo essersi limitati ai soliti
ammonimenti di prammatica: “Non fate
danni, non fate entrare nessuno, non fate
troppo fracasso”, ecc. ecc.
Ma il delitto era alle porte. Scomparivano
misteriosamente dal bar interno della
scuola ben quattro pacchi di patatine e il
dirigente, cogliendo subito la gravità del
fatto, minacciava nuovamente il Comitato
degli studenti di denunciare tutti per furto,
nonostante il medesimo si dichiarasse
subito pronto, con una colletta di qualche
euro, a riparare il danno, e lo stesso
gestore del bar minimizzasse il fatto.
“Insomma, si è commesso un reato. Se
non terminate subito lʼoccupazione, vi
denuncio tutti!”. Questa volta la minaccia
risultava efficace: i ragazzi tornavano a
casa. Ma dopo aver un poʼ riflettuto
intessendo conciliaboli, a bassa voce tra
le pareti della scuola, a voce altissima ed
esasperata fuori. Ed ecco convocato un
Collegio che doveva prendere misure per
il recupero dei giorni di lezione perduti.
Partì da un ascaro la proposta di
recuperare tre giorni durante le vacanze
di Pasqua: il venerdì e il sabato santo e il
successivo martedì! Si andò alle
votazioni, che avvenivano per appello
nominale, in modo che il dirigente
potesse cerchiare di rosso i nomi dei
contrari. Che persero con un piccolo
scarto. Il/la dirigente ora sorrideva,
perché la sua scuola sarebbe stata lʼunica
in Italia i cui docenti sarebbero andati in
aula in quei giorni, festivi per tutti gli altri
colleghi. Che importa se lʼavrebbero
trovata vuota perché i ragazzi non si
sarebbero certo fatti vedere? E
riprendendo in mano le “Regole
dellʼazione sodale” del Gran Maestro
Giuliano Di Bernardo e ripensando al suo
punto di riferimento, che era la figura del
“Tiranno illuminato”, pensava tra sé alla
possibilità, prima o poi, di far indossare
anche ai suoi docenti il grembiulino.
Quando mi sono svegliato ho pensato
che fortunatamente era solo un sogno e
che dirigenti così non esistono nella
realtà.
sullʼazione del/della Capo/a dʼIstituto,
decidevano, dopo aver consultato un
manuale di diritto, che un ricatto è
peggiore di unʼoccupazione e
lʼindomani…rioccupavano!
Lo smacco era grosso e lʼinflessibile
Dirigente non poteva che amaramente
abbozzare. Nemmeno la Digos poteva
aiutarlo/a, quando al termine
dellʼoccupazione, di nuovo chiamata per
verificare “i danni” trovava aule pulite e
corridoi splendenti ad opera dei ragazzi.
Certo, non aveva mancato di denunziarli
e certamente la giustizia avrebbe fatto il
suo corso, ma intanto…
La sua rabbia era tanta e, svanita la
possibilità immediata di sfogarsi sugli
alunni, trovò più tardi modo di
manifestarsi sui docenti che, da sempre,
in parte subivano quellʼautoritarismo per
paura di ritorsioni, in parte si opponevano
LE RAGIONI DELLA PROTESTA
Dal Bisazza al Maurolico, tutti contro i tagli
MESSINA. I primi ad occupare, negli ultimi giorni di novembre 2012, furono i
licei classici “Maurolico” e “La Farina”, seguiti a ruota dalla maggior parte degli istituti scolastici della città, dal “Bisazza” al “Basile”, passando per il Nautico “Carlo Duilio”e per gli scientifici “Archimede” e “Seguenza”.
A fomentare il malcontento degli studenti, che hanno “preso possesso” delle scuole per circa due settimane, i tagli governativi nel campo dellʼistruzione e quelli esercitati attraverso la spending review, la condizione strutturale
dei plessi cittadini e soprattutto il Ddl “ex-Aprea” (poi bloccato in Senato),
che «in un paragrafo - spiegarono i rappresentanti dʼistituto del Liceo Archimede durante i giorni di agitazione - prevede esplicitamente l’inserimento dei
privati nella scuola pubblica e la trasformazione di quest’ultima in una fondazione».
Gli ultimi a “disoccupare” la propria scuola furono gli studenti del liceo scientifico-linguistico Bisazza, che “liberarono” il plesso di viale Annunziata solo
il 13 di dicembre.
ISTRUZIONE PER L’USO di Andrea Smith
Cessazioni dal servizio,
domanda entro il 25 gennaio
PRIMA DELLA fine del 2012, il MIUR ha pubblicato le
disposizioni sulle cessazioni dal servizio e sulle
iscrizioni degli alunni. Nel rispetto delle scadenze
previste, la prima rubrica del 2013 è dedicata alla
cessazione dal servizio, oggetto del D.M. 97/12 e della
C.M. 98/12. La scadenza per la presentazione della
domanda di cessazione e di mantenimento in servizio è
stata fissata a venerdì 25 gennaio 2013 (il 28 febbraio
per i dirigenti scolastici). La domanda, compresa quella
con contestuale richiesta di part-time, deve essere
inoltrata via web attraverso “Istanze on line” e deve
contenere la dichiarazione della volontà di voler
cessare comunque o di permanere in servizio nel caso
fosse accertata la mancanza dei requisiti;
detta informazione verrà data dagli uffici
territoriali o dalle scuole se lʼassunzione in
ruolo è avvenuta dopo il 2000. Eʼ
opportuno, pertanto, tenersi aggiornati
sullo stato dellʼaccertamento dei requisiti
affinché si eviti il pensionamento senza diritto
allʼaccesso allʼassegno pensionistico. E da questʼanno
anche la domanda di accesso al trattamento
pensionistico e di liquidazione deve essere prodotta nei
confronti dellʼINPS-INPDAP on line, con le seguenti
possibili modalità: on line, tramite contact center
integrato o attraverso lʼassistenza gratuita di un
Patronato. Può andare in pensione chi ha maturato i
requisiti al 31/12/2011, prima della riforma Fornero: 36
anni di contributi congiunti ad almeno 60 anni di età
anagrafica; 35 di contributi congiunti ad almeno 61 anni
di età anagrafica. Per raggiungere la “quota 96” si
pagina 28
possono sommare ulteriori frazioni di età e
contribuzione (es. 60 anni e 4 mesi di età, 35 anni e 8
mesi di contribuzione). Resta valido il diritto per
anzianità per raggiungimento di 40 anni di contributi o
per vecchiaia al raggiungimento di 65 anni di età per gli
uomini e 61 anni per le donne. Inoltre, per le donne
resta in vigore fino al 31/12/2015 la norma che
consente lʼaccesso alla pensione con 57 anni di età
anagrafica e 35 di anzianità contributiva, requisiti
posseduti entro il 31/12/2012, optando per il calcolo
contributivo. Diversamente, con le nuove regole si
sposta la pensione di vecchiaia a 66 anni e tre mesi
compiuti entro il 31 agosto 2013 o, a domanda, entro il
31 dicembre 2013 per coloro che hanno unʼanzianità
contributiva di almeno 20 anni. La pensione anticipata si
potrà conseguire, a domanda, con 41 anni e 5 mesi di
contribuzioni, per le donne, e 42 e 5 mesi per, gli
uomini, da possedere al 31 dicembre 2013.
Economia
11 GENNAIO 2013
TASSE&TRIBUTI. Si stima il 33% in meno per le casse regionali
Riscossione, crollano le Entrate
A mordere è soprattutto la crisi che investe famiglie e imprese. La società
chiude con una perdita operativa di venti milioni. Che ora bisogna ricapitalizzare
PALERMO. Ancora un anno nero per
Serit, la società che riscuote i tributi in
Sicilia che ha preso il nome di
Riscossione spa. Su un montante
riscosso che si attesta sui 750 milioni
annui, la flessione che registra
Riscossione Sicilia spa si aggira
secondo le ultime stime attorno al 33%.
Un dato provocato dalla crisi che ha
investito interi settori produttivi dellʼIsola,
ancora allʼesame della società e che si
aggiunge a una perdita operativa
stimata intorno ai venti milioni di euro.
Una situazione a rischio, commentano
allʼassessorato al Bilancio , che
chiamerà la Regione a ricapitalizzare la
società.
Partecipata da Agenzie delle Entrate al
10% e dalla Regione al 90%, la società
guidata da Benedetta Cannata,
funzionaria distaccata dalʼassessorato al
Bilancio, 750 dipendenti impegnati nelle
nove province, ha finora operato in un
regime di quasi monopolio. Ma a
rendere nebuloso il futuro ora è lʼentrata
in vigore del decreto di liberalizzazione
sulla riscossione dei rifiuti, previsto dal
Patto di Stabilità. Dal primo luglio 2013
per i comuni sarà infatti obbligatoria la
gara di evidenza pubblica per riscuotere
i tributi. Alcune città metropolitane, come
Catania, hanno però deciso di
precorrere i tempi. Per la riscossione
delle tasse comunali, la città etnea infatti
ha deciso di affidarsi alla Engeeniring,
gruppo informatico quotato in borsa:
Imu, Ici, occupazione di suolo pubblico,
insegne pubblicitarie. Stesso percorso
Giovanni Foti
centonove
ha deciso di seguire la capitale: Palermo
ha incaricato la società partecipata Sispi
di curare la riscossione delle tasse.
Stazionaria invece la situazione a
Messina, dove segna il passo la nascita
di Zanclea, la società mista pensata per
la riscossione dei tributi rimasta in fasce.
Il gruppo Maggioli ha infatti rinunciato
alle attività dopo cinque anni di
gestazione della società.
Cʼè grande fermento, invece, sul fronte
dei Comuni. Se AnciSicilia ancora si
interroga sul tema, se fare tutto da sola o
aggregarsi a una società speciliazzata
nel settore, Anci nazionale che opera già
in regime di network in molti altri servizi,
ha allo studio una società operativa con
Equitalia e Postetributi, per la gestione
del servizio in “house”. Una vera e
propria rivoluzione allʼorizzonte, che
investe le politiche di Riscossione Sicilia.
I “competitor” della società regionale oggi
non si mostrano agguerriti: a parte la
piccola “Infotirrena” che opera nella
Sicilia occidentale, i grandi gruppi come
Maggioli si mostrano cauti nelle politiche
di espansione e non risultano nuove
iscrizioni allʼalbo delle agenzie
autorizzate dal ministero delle Finanze
alle attività di riscossione dei ruoli. Sono
ancora tanti i comuni, come
Roccalumera in provincia di Messina,
che si leccano le ferite dopo la disastrosa
gestione di TributiItlia, la società
dichiarata fallita che non girave agli enti
locali le tsasse riscosse per loro conto.
“Eʼ un momento di grande difficoltà
economica-rileva preoccupato il
vicepresidente di Riscossione, Giovanni
Foti, già sindaco di SantʼAlessio Siculoe i cittadini stanno ricorrendo
massicciamente alla rateizzazione delle
imposte prevista dalla legge”. Su 750
milioni di somme da riscuotere sono
quasi la metà quelle che risultano essere
rateizzazte, soprattutto le imposte come
lʼIrap, la tassa regionale sulle attività
produttive, in capo alle aziende. Per fare
fronte alla crisi, Riscossione ha già
avviato una politica di esodo per i
dipendenti in età pensionabile e uno
screening attento sugli sportelli: otto di
questi ritenuti improduttivi sono stati
chiusi. La perdita di bilancio di venti
milioni stimata per il 2012 che si
aggiunge ai 20 del 2011, intacca infatti i
fondi di riserva straordinaria dellʼimpresa
che dovrà chiamare la Regione a
ricapitalizzare.
R.C.
L’INCHIESTA
Banca Nuova in famiglia
L’indagini sul direttore Maiolini va
a Catania. La mappa delle assunzioni
CATANIA. Non sarà la Procura di Caltanissetta ma quella di
Catania ad occuparsi dell’imbarazzante caso di Francesco
Maiolini, 51 anni, presidente dell’Irfis, nominato da Raffaele
Lombardo, indagato per usura e riciclaccio in qualità di direttore
generale di Banca Nuova, l’istituto di credito di Gianni Zonin,
divenuto tesoriere dell’Ars, che ha conosciuto una crescita
galoppante negli ultimi dieci anni. Il motivo? Lo ha comunicato da
Caltanissetta il procuratore Sergio Lari, dopo avere sentito per
cinque ore a verbale il procuratore di Palermo Francesco
Messineo, reo di avere passato notizie “riservate” a Maiolini,
secondo il dettagliato esposto presentato dal Pm Antonio Ingroia.
Caltanissetta, procura delegata ad indagare sui giudici del
distretto giudiziario di Palermo, non può occuparsi del caso
Maiolini, perché il capo, Sergio Lari, è i n buoni rapporti con il
manager di Banca Nuova: anche lui figurava tra gli invitati al
matrimonio del manager romano a Salina, con la 37enne
palermitana Valeria Aiello, titolare della Key 75, azienda di
comunicazione già al centro di alcune indagini. Insieme al
procuratore Lari si segnalavano anche l’ex procuratore aggiunto
di Palermo Ignazio De Francisci, così come il presidente del
Senato Renato Schifani e il presidente della Regione, Raffaele
Lombardo, in un imbarazzante valzer tra politica e magistratura,
che hanno disegnato la mappa delle assunzioni nell’istituto
vicentino, ora al vaglio del procuratore capo di Catania, Salvi.
L’elenco al vaglio della Procura è lungo. Tra gli assunti della
Banca, secondo una ricostruzione di Panorama, non risulta solo
Francesco Messineo, figlio del procuratore capo di Palermo, che
prestava servizio a Prestinuova, finanziaria di Banca Nuova, già
guidata dal fratello Antonio dell’ex assessore regionale Udc,
pagina 29
Andrea Piraneo, ora dimessosi, ma una lunga schiera di “figli,
nipoti e mogli di…”. Come Serena Cammarata, figlia dell’ex
sindaco di Palermo, Diego; Marika Lo Porto, secondogenita dell’ex
presidente dell’Ars, Guido Lo Porto; Annalisa Vizzini, nipote del
senatore Carlo Vizzini; Vanessa Grimaldi, figlia dell’onorevole in
forza a Grande Sud, Ugo. Tra le promotrici finanziarie della banca
risulta in servizio la signora Saveria Grosso, moglie dell’ex
presidente della Regione Raffaele Lombardo, dimessasi il 15
giugno 2012, un mese dopo che il marito nominasse Francesco
Maiolini presidente dell’Irfis. Ma l’elenco di parenti eccellenti sul
quale spulciano i magistrati etnei risulta molto lungo: incaricata
per le pubbliche relazioni risulta Germana Cupido, moglie
dell’avvocato generale dello Stato, Ignazio De Francisci; addetta
alla direzione crediti, Margherita Milone, nuora di Leonardo
Guarnotta, presidente del Tribunale di Palermo. Tra i dipendenti
figurano anche Fabio Marino, figlio dell’ex prefetto di Messina poi
assessore di Lombardo Giosuè Marino e Gaia Morvillo, figlia di
Alfredo Morvillo, in forza al Tribunale di Termini Imerese.
Economia
11 GENNAIO 2013
centonove
AGRICOLTURA. I giovani tornano ai lavori primari
Tutti giù per Terra
Chi vende liquori a tutto il mondo, chi fa business raccogliendo lumache. Ecco
la Sicilia che cresce, facendo un salto indietro. Da Roccalumera a S. Agata Militello
MESSINA. Toto Cotugno ci aveva visto lontano a
Sanremo 1995. Perché nellʼera del web 2.0 e della
crisi dello spread, i giovani siciliani, istruiti e laureati,
stanno tornando ad investire sulla propria terra.
Il cambiamento è latente: secondo il 6° Censimento
Generale dellʼAgricoltura in Sicilia, presentato lo
scorso 17 dicembre a Palermo, tra il 2000 e il 2010 è
cresciuta lʼincidenza delle classi dʼetà più giovani tra i
conduttori di imprese agricole e zootecniche. In
particolare, gli imprenditori agricoli con meno di 34
anni sono passati da 5,4 al 6,6 per cento del totale.
Un dato che è già di per sé significativo ad indicare
lo “svecchiamento” dellʼagricoltura siciliana, e che
va letto insieme ad altri due: la progressiva
concentrazione dei terreni in un numero
sensibilmente ridotto di aziende (dalle circa 349mila
imprese agricole del 2000 si è passati alle 220mila
del 2010) e la maggiore percentuale di laureati tra i
Giovanni Forte e Calogero Pistone allevano lumache
conduttori (dal 3,5% al 6,2%, a livello nazionale). I
casi non mancano di giovani contadini ai tempi di
facebook. Due giovani santagatesi Giovanni Forti,
32 anni e Calogero Pistone di 29, entrambi ex
militari hanno deciso di puntare sulle lumache. In
contrada Ligneddu, allʼinterno del Parco dei
Nebrodi, i due giovani hanno infatti acquistato un
appezzamento di terreno di 5 mila metri quadrati
per adibirlo a lʼelicicoltura. «La scelta di avviare
questa attività – dichiara Giovanni – nasce dopo
due anni di ricerche su cosa sarebbe stato
opportuno vendere avendo un limitato budget a
disposizione». Percorso lungo ma ragionato quello
dei due giovani che in mezzo a tante sfide da
affrontare hanno deciso di investire con
lʼentusiasmo proprio della loro età: «Dopo essermi
diplomato – continua Giovanni - sono stato in
marina per due anni e dopo il congedo ho capito
che non era quella la mia strada. Poi mi sono iscritto
allʼuniversità in Biologia Marina ma ho compreso
che volevo fare altro nella vita. Quindi ho capito che
NOMINE
Calanna all’Esa, Calabrese all’Istituto Vite e Vini
PALERMO. Rivoluzioni nel mondo dellʼagricoltura siciliana. AllʼEsa, ente di sviluppo
agricolo, Gaetano Cimò è stato sostituito da
Francesco Calanna, ex deputato regionale
del Partito democratico ed attuale responsabile del Gal Nebrodi Plus. Calanna, di Capo
dʼOrlando, non è riuscito a conquistare uno
scranno allʼArs ma ha beneficiato della vicinanza al gruppo Lumia che intende sfruttare
le sue competenze. Per lʼIstituto Vite e Vino,
dove lʼex governatore Lombardo aveva piazzato Marcello Caruso, lʼassessore allʼAgricoltura ha puntato su un volto noto della tv:
il dietologo siracusano Giorgio Calabrese.
pagina 30
Calanna
Calabrese
centonove
Economia
11 GENNAIO 2013
mi sarei sentito più soddisfatto se fossi riuscito a
realizzare unʼattività in proprio. Magari a contatto
con la terra». Anche Calogero è un ex militare
avendo trascorso tre anni nellʼesercito, a
conclusione dei quali ha ripreso a lavorare insieme
al padre nella sua officina. Ora i due hanno già molti
clienti che cominciano ad apprezzare il loro
prodotto. «La scelta di produrre lumache è arrivata
dopo unʼattenta ricerca di qualcosa di esclusivo e,
allo stesso tempo, apprezzato - dichiara Giovanni Con le nostre indagini, infatti, arrivavamo sempre
alla conclusione che solo il settore agricolo avrebbe
potuto soddisfare le nostre aspettative e le richieste
di una larga fascia di clientela. A distanza di un
anno, da quando abbiamo cominciato lʼelicicoltura,
ci pervengono richieste di acquisti di chiocciole da
parte di clienti che prediligono questo piatto sia
perché ha un alto valore nutritivo, essendo molto
ricco di proteine, e sia perché, oltre ad essere
buoni, sono poveri di grassi. Purtroppo, ancora oggi
nei menù dei ristoranti questa pietanza non è
prevista, ma spero che presto venga inserita anche
perché si tratta di un piatto molto saporito».
Stanchi di una vita da precari, dopo anni di studio,
quattro giovani laureati di Roccalumera anche
deciso, invece, di puntare sui liquori e prodotti
agricoli. Si sono uniti in cooperativa e vanno
allʼavanscoperta dei prodotti freschi a km zero delle
aziende locali per poi rivenderli a domicilio.
Unʼattività che in poco tempo arriva a fruttare un bel
gruzzoletto, tale da permettere di acquistare un
liquorificio artigianale a Roccalumera. E oggi sono
riusciti a creare una rete di distribuzione dei prodotti
agricoli, diventando punto di riferimento dei sapori
autentici e genuini come quelli di una volta.
Carmelo Briguglio, laureato in Economia Aziendale,
specializzato nellʼexport di prodotti freschi
allʼestero; Emanuela Russo, laureata in relazioni
internazionali marketing e comunicazione dellʼagro
– alimentare; Orazio De Francesco, laureato in
Scienze Politiche e Giuseppe Piccolo, studente di
Economia aziendale, hanno appena festeggiato il
primo anno di vita dalla nascita della piccola
azienda, imbottigliando già migliaia di liquori col
marchio di qualità: “Nisinatura”. Lʼetichetta dei 4
giovani trentenni in pochi mesi si è ritagliata anche
uno spazio in mercati europei e non solo. A
testimoniarlo la prima partecipazione allʼ”Artigiano
in fiera” di Milano, dove sono state vendute in soli
tre giorni oltre 2 mila bottiglie. Quattro amici che da
Fiumedinisi prima e Roccalumera dopo, hanno
preso per la gola soprattutto la Germania e la Cina,
riscuotendo un apprezzabile riconoscimento. La
ricetta? Il perfetto equilibrio di gusto, tradizione e
genuinità. «Nisinatura è la nostra piccola creatura
che custodiamo con tanta passione – spiega
Emanuela, sgranando gli occhi – ogni prodotto,
ogni aroma, rappresenta lʼidentità di un luogo, ma
anche la nostra. Tutto è iniziato un poco per gioco –
racconta - dalla volontà di creare una rete di
distribuzione dei prodotti agricoli coltivati
direttamente da Giuseppe Piccolo nella sua
azienda agricola a Fiumedinisi. E il 4 luglio del
IN BREVE
DISTRIBUZIONE GIORNALI
Toscano sas - edicole
Incontro sulle tariffe
MESSINA. Un incontro tra Toscano
Sas, azienda leader nella distribuzione
dei giornali in provincia di Messina e un
gruppo di edicole “non esclusive”. Eʼ
in programma venerdì 11 per definire le
modalità di contribuzione da parte del
punto vendita. Allʼorigine della vertenza, la richiesta di sei euro al giorno
avanzata dalla Toscano, per sopperire
ai crescenti costi di “portatura” che in
presenza della crisi che ha investito lʼeditoria rendono il conto economico
sempre più difficoltoso.
VERTENZE
Orazio De Francesco prepara liquori
IN CIFRE
Secondo
il 6° Censimento
Generale
dellʼAgricoltura
in Sicilia tra il 2000
e il 2010 è cresciuta
lʼincidenza delle
classi dʼetà più giovani tra i conduttori
di imprese agricole
e zootecniche.
In particolare,
gli imprenditori con
meno di 34 anni
sono passati da 5,4
al 6,6 per cento del
totale. Da registare
ancher la maggiore
percentuale di laureati tra i conduttori
(dal 3,5% al 6,2%,
a livello nazionale).
A favorire la tendenza i fondi europei
messi a disposizione
dal Psr Sicilia 2007 2013 che con
la misura 112
ha agevolato
lʼinserimento
nella sola provincia
di Messina di 250
giovani con 4
milioni di euro.
2011, istituiamo la Sooc. Coop. Nisinatura, con lo
slogan: “La tua spesa quotidiana…direttamente
sulla tua tavola”, con consegna a domicilio di
ortaggi, frutta di stagione, olio extravergine di oliva,
uova, polli ruspanti e conserve varie. Attività che
continuiamo a svolgere anche attraverso il web
(www.nisinaturadistribuzione.com) con decine di
prenotazioni al giorno della spesa». Pochi mesi
dopo investono tutti i loro risparmi per acquistare un
liquorificio artigianale a Roccalumera, il 18
dicembre del 2011 lʼinaugurazione. E oggi la
Nisinatura è diventata il frutto dellʼinnovazione
coniugata alla tradizione. Un marchio di qualità e
genuinità, 100% siciliano. Un liquorificio che vanta
ben 25 gusti diversi tra liquori e creme
aromatizzate. Punte di diamante sono il verdicello,
prodotto dai limoni verdelli tipici della zona jonica ed
il fenicello, creato dai semi e dallo stelo del
finocchietto selvatico. Ma non ultimo i babbaini al
verdello. «Secondo un primo bilancio - dice con
orgoglio Orazio De Francesco - con la “Nisinatura”
abbiamo ottenuto diverse soddisfazioni e
riconoscimenti nelle varie manifestazioni alle quali
abbiamo partecipato e possiamo dire di aver
raggiunto un primo obiettivo. Noi ci occupiamo
personalmente di tutto. Dalla ricerca dei prodotti
freschi, fino al loro imbottigliamento, secondo
tradizione, nel rispetto di quei sapori e profumi tipici
del territorio. E proprio il territorio è stata la nostra
più grande soddisfazione, nessuno ha mai cercato il
posto fisso, tuttʼaltro – chiarisce Orazio. La natura,
lʼambiente e i prodotti agro alimentari sono il vero
futuro delle nuove generazioni. Semplicemente la
qualità della vita in tutti i sensi. Basta crederci».
Pamela Arena
Giuseppe Pistone
Triscele, solidarietà in musica
dai teatri occupati
MESSINA. I lavoratori del Vittorio Emanuele continuano l'occupazione del teatro per protesta contro il mancato pagamento degli stipendi da circa due mesi. Gli orchestrali si sono esibiti anche
gratuitamente in segno di solidarietà
con gli ex 41 lavoratori della Triscele che
davanti alla sede hanno organizzato
una manifestazione. All'iniziativa anche
gli attivisti che da sabato 15 dicembre
hanno riaperto ed occupato il Teatro in
Fiera, ribattezzandolo Pinelli.
INCONTRI
Tasse e Imprese, al Vittorio Emanuele
si parla di “Patto fiscale per Messina”
MESSINA. “Patto Fiscale per Messina
(di tasse si muore e le imprese chiudono)”. Si parlerà di questo oggi, venerdì 11 gennaio, durante lʼincontro
in programma al Teatro Vittorio Emanuele di Messina. Al dibattito, organizzato dal movimento civico “Tutti
Pazzi per Messina” interverranno
Alessandro Dagnino (avvocato tributarista), Davide Giacalone (giornalista), Giuseppe Midili (assessore del
Comune di Milazzo) e Santi Trovato
Presidente dellʼordine degli ingegneri. Moderatore Angelo Villari.
CLASS ACTION
Crisi windjet, 5000 passeggeri
chiedono il risarcimento all’Enac
ZOOM
Tra i campi col businessplan
L’assessore provinciale Cusumano
avverte: «Amare la natura non basta»
“Oggi investire in agricoltura significa lanciarsi in una vera
e propria attività imprenditoriale. Eʼ necessario avere
qualifiche e specializzazioni, non solo per sapersi
piazzare sul mercato, ma anche per affrontare le diverse
problematiche di natura fiscale e finanziaria. Da qui la
maggiore presenza di giovani preparati”. A parlare è
lʼassessore provinciale allʼAgricoltura, Maria Rosaria
Cusumano. A favorire la tendenza il Psr Sicilia 20072013, con i suoi incentivi, ha favorito chi non ha paura di
“sporcarsi le mani”: in particolare la Misura 112, con i suoi
finanziamenti a giovani neo-agricoltori, ha consentito “un
reinsediamento di molti ragazzi, che spesso hanno
ampliato e modernizzato le vecchie aziende di famiglia”,
spiega Salvina Tinghino, funzionaria del Soat di
Francavilla di Sicilia. “Soprattutto nella zona
dellʼAlcantara, in molti stanno puntando sul turismo
rurale, oltre che sulla produzione; diversi poi coloro che
tentano la strada del biologico, che, tuttavia, ha costi
elevati e non viene ancora premiato dal mercato per
come merita”. Lʼoccupazione giovanile nel comparto
agricolo, a Messina, mostra un trend decisamente
positivo”, continua Maria Rosaria Cusumano. “In
provincia, grazie alla Misura 112 del Piano di Sviluppo
Rurale, sono stati investiti circa 4 milioni di euro: quasi
250 giovani hanno aperto imprese agricole negli ultimi
due anni, investendo soprattutto in serre, agriturismi,
impianti di frutteti. Siamo stati secondi soltanto ad
Enna”, conclude Cusumano.
Valentina Costa
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Cusumano
CATANIA. LʼEnac (ente nazionale per
lʼaviazione civile) conosceva le condizioni precarie di Windjet, compagnia aerea catanese che ha chiuso i
battenti in estate. Per questo, contro
lʼente è stata proposta una “class actione” per un maxirisarcimento civile
da cinque milioni e mezzo di euro a
causa dei disagi patiti dagli utenti che
hanno scelto di volare con Windjet e
invece sono rimasti a terra. 5.527 cittadini residenti in tutta Italia si sono
infatti rivolti, attraverso l'Associazione dei consumatori, al Tar del Lazio
chiedendo il rimborso di mille euro
ciascuno.
Economia
11 GENNAIO 2013
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centonove
centonove
Economia
11 GENNAIO 2013
IMPRESE AL FEMMINILE. Tessuti e ricami con i vecchi telai del’700
La tela di Maria
Il progetto nato a San Marco d’Alunzio si muove nel mercato artigianale
del luxury con canali in tutto il mondo, dalla Russia agli Usa. La storia
DI MARIA TIZIANA SIDOTI
SAN MARCO DʼALUNZIO.
“Una nuova economia che
corre sul mercato non a colpi
di clic del mouse. Ma che,
partendo dal passato, sa
coniugare il verbo al presente
e al futuro. E nel ritmo secco
e regolare del pedale del
telaio crea come un'armonia
in musica tra fili d'ordito e
trama. È quello che propone
Mariella Cutrì. E lo fa dal
1999. Da quando a San
Marco d'Alunzio, nel
messinese, ha deciso di
reinventarsi, lei insegnante,
imprenditrice, con "La Tela di
Penelope" per conservare
l'antica tradizione della
tessitura e del ricamo. Che
oggi si muove nel mercato artigianale del
luxury con canali in tutto il mondo, dagli
U.S.A. alla Russia, ed un export sempre
più forte, partendo dal centro nebroideo sul
Monte Castro tra il Rosmarino e il Platanà.
DA 30 MILIONI DI LIRE. «L'idea è nata,
quando mia madre vide un bando
ministeriale sull'imprenditoria femminile in
collaborazione con Formater, ente della
Camera di Commercio di Milano, e gli enti
assessoriali siciliani: ebbe 30 milioni di lire
in parte a fondo perduto, in parte da
rimborsare nel cosiddetto prestito d'onore,
la possibilità d'investire con poco
capitale», racconta Antonio Arcodia,
figlio della Cutrì, per 3 anni amministratore
dell'azienda. Per 1 anno la Cutrì frequenta
il corso di formazione imprenditoriale del
bando, e cattura i segreti della lavorazione
nella scuola "L'Antico Telaio", fondata
nell'ambito del suo progetto. «All'inizio la
scuola era a casa di 2 signore
sull'ottantina, lì erano gli antichi telai: ci
andarono 12-14 giovani, uomini e donne.
Queste ultime sono le nostre tessitrici. Tra
i ragazzi Rosario Motta, appassionato di
moda: ora è uno stilista e collabora con
In alto
Mariella Cutrì.
A lato,
un vecchio
telaio.
In basso
un ricamo
noi. È interessante come alcuni, pur non
intrapredendo il mestiere di tessitore,
hanno utilizzato questa formazione, oltre al
fatto che anche uomini si sono avvicinati
ad un'attività, tipicamente femminile»,
riprende il giovane Arcodia. Che ricorda:
«Mia madre lasciò l'insegnamento per
dedicarsi ai 4 figli. Poi, quando capì che,
abbastanza grandi, potevamo crescere,
aiutandoci l'un con l'altro, si è reinventata
ma non più nel settore pubblico. Aveva
visto questa tecnica e decise, lei calabrese
ma d'adozione messinese, sposata con un
siciliano, di mettere in risalto la cultura del
posto».
DALLO START UP ALL'EXPORT. Così è
seguita da tutor per il suo business plan
ma anche nella fase di lancio. Dopo 1
anno lo start up: nasce "La Tela di
Penelope", l'azienda. Che produce raffinati
complementi d'arredo con pregiati tessuti,
dalla tela di lino all'occhiddu, dai pedi i lana
alla colorata pezzara, creati a mano nei
laboratori della Cutrì ma con telai in legno
del XVII secolo, recuperati in vecchie case
siciliane, dov'eran inutilizzati. Prodotti di
sapiente lavoro di ore secondo le tecniche
delle 2 maestre, uniche nel '99 a San
Marco d'Alunzio a tessere su quei telai,
come Penelope, d'immersione nella liscìa
d'acqua e cenere bollita, posa, risciacquo,
asciugatura al sole e battitura, rifiniti poi
dall'antico ricamo del XIV secolo dello
sfilato siciliano o dal pizzo
macramè, tombolo ed
uncinetto, e trasformati in
creazioni eleganti, da
lenzuola a paralumi a tappeti.
Il tutto, certificato dall'Istituto
per la Tutela dei Produttori
Italiani, 100% made in Italy,
con materiali e processi
naturali tipici. Sopra il
laboratorio c'è un b&b, dove i
turisti possono provare
l'antico telaio. «Poi c'è stata la
fase commerciale: farci
conoscere con fiere a Milano,
in Sudafrica, negli U.S.A.,
insieme all'Assessorato
all'Attività Produttive
regionale. Come azienda
abbiamo sviluppato nostre
mission commerciali con
canali di distribuzione anche
in Russia. Per i primi anni il
mercato era nazionale, negli
ultimi 5 c'è stata
un'internazionalizzazione ed
ora l'export ha un peso
maggiore: in quest'ultimo
anno la crisi si è sentita, noi
siamo nel settore del lusso
nell'arredamento e l'immobiliare è in
difficoltà in Italia ma teniamo bene, perchè
c'è una grande richiesta dell'eccellenza
all'estero. Per 1 anno abbiamo aperto uno
showroom a Milano in centro: un punto più
vicino per i buyer internazionali. Qui
abbiamo collaborato ad una sfilata-sposa
con Marella Ferrera ed un altro siciliano,
Izzo gioielli. La Cutrì fa economia, pur
rimanendo nell'ambito della famiglia e
della tradizione, aperta a creare crescita,
portando ad un respiro nuovo anche con
giovani designer», conclude Arcodia.
LEGALMENT E
CONSORZIO PER LE AUTOSTRADE SICILIANE
CONTRADA SCOPPO - 98122 MESSINA (TEL. 090.37111)
ESITO DI GARA
“Fornitura di biglietti magnetici e scontrini di pedaggio del Consorzio per le Autostrade Siciliane". Importo complessivo a base d'asta: Euro 1.009.710,90 – Cod. CIG
4556482FE1.
Bando pubblicato su G.U.R.I. n. 120 del 15.10.2012 e su G.U.U.E. del 4.10.2012.
Procedura aperta art.55 D.Lgs 163/2006. Criterio di aggiudicazione:prezzo più basso.
Imprese partecipanti:2; esclusa 1. Aggiudicazione definitiva:ETA.RO. S.p.A. di Roma;
ribasso: 7,0%. Avviso inviato alla Commissione il 10.12.2012. Organo di ricorso TAR
di Catania.
IL DIRIGENTE
Arch. Letterio Frisone
CONSORZI
Showroom “Uni.Co” a Palermo
SAN MARCO DʼALUNZIO. L'azienda di Mariella Cutrì fa parte di UNI.CO Siculo, consorzio d'artigiani, architetti e designer. Che dal 7 dicembre ha uno
showroom a Palermo. «L'idea è nata ad una fiera a Milano ad Ivana Genova,
responsabile di Pakà design e direttore del consorzio, per combattere la crisi insieme, perchè l'unione fa la forza: creare piccoli punti vendita in Sicilia
non con prodotti mono-marca ma dei brand del consorzio (oltre alla Cutrì e a
Pakà, Ceramica Rossa di Gioacchino Autovino, di Terra e di Fuoco di Lavinia
Sposito, Pivvicci di Giuseppe Rogato, e Tam di Anna Giglia e Maurizio Crocilla, ndr) per ammortizzare i costi e un rischio minore. Una cosa bella, perchè tutti artigianali, siciliani e fatti a mano», spiega Antonio Arcodia, figlio della Cutrì.
(M.T.S.)
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centonove
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
PUBBLICA GLI AVVISI ED ESITI DI GARA
D’APPALTO SU CENTONOVE
PER CONTATTARE LA REDAZIONE CHIAMA I SEGUENTI NUMERI:
090.9430208 - 9430206 FAX 090.9430210 - 090.9430211
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Economia
11 GENNAIO 2013
PROTESTE. I cittadini di Pace del Mela insorgono contro i lavori di Terna
UOMINI&BUSINESS
Sul traliccio contro l’elettrodotto
PACE DEL MELA. Cittadini,
associazioni e comitati hanno
deciso di arrampicarsi su un
traliccio dell'alta tensione ormai
in disuso nel quartiere di Passo
Vela a Pace del Mela come
protesta contro la realizzazione
dell'elettrodotto di Terna
Sorgente Rizziconi che per i
residenti potrebbe provocare
problemi ambientali e di salute. Il
presidente del comitato di
cittadini 'Pacesi per la vita'
Angela Bianchetti inoltre ha
deciso di salire sul traliccio a
un'altezza di circa 15 metri.
"Ormai non abbiamo più nulla da
perdere – dice- siamo stanchi ed
esasperati ma decisi e
determinati. L'obiettivo della
protesta è ottenere la
sospensione dei lavori almeno
all'interno dell'area ad elevato
rischio di crisi ambientale con un
decreto ufficiale affinché Terna
per 30 giorni abbandoni il nostro
territorio".
In un territorio ad alta
concentrazione industriale, le
giunte comunali di San Filippo del
Mela, Pace del Mela, San Pier
Niceto, Condrò, Torregrotta,
Valdina, Spadafora, Rometta e
Villafranca Tirrena hanno firmato
un protocollo dʼintesa, allʼinizio
Il nuovo contratto a tempo determinato a “Acasuale”
IL CONTRATTO DI LAVORO a tempo determinato è stato tra quelli più “ritoccati” dalla recente Riforma Fornero (L. 92/2012). Si è trattato per lo più di interventi restrittivi, tuttavia, in controtendenza, è arrivata la liberalizzazione del primo contratto a termine, inteso come una sorta di maxiperiodo di prova del lavoratore finalizzato ad una miglior verifica delle attitudini e delle capacità professionali del lavoratore in relazione allo specifico inserimento nel contesto lavorativo. Dunque ogni volta che le aziende si troveranno a stipulare il primo contratto a tempo determinato con un determinato lavoratore, non è più richiesta lʼindicazione nel contratto della motivazione, tra quelle ammesse ex L. 368/2001.
Quando il legislatore parla di “primo” contratto si riferisce allʼintera vita lavorativa del soggetto da assumere, indipendentemente dalla mansione svolta, con riferimento a rapporti di subordinato intercorsi tra le stesse parti, con esclusione soltanto dei
rapporti di collaborazione e i rapporti di apprendistato o tirocinio con un lavoratore.
Permangono in ogni caso, lʼobbligo della forma
scritta e del rispetto dei divieti ex L. 368/2001 (sostituzione di lavoratore in sciopero, licenziamenti
collettivi, cig, omessa valutazione rischi). Unʼaltra peculiarità è costituita dalla durata che non può superare i 12 mesi e non è assolutamente prorogabile, nemmeno se di durata inferiore, in quanto il periodo di 12 mesi non costituisce una
"franchigia" - o comunque un periodo in qualche modo frazionabile. Resta ferma
tuttavia la facoltà di stipulare di un successivo contratto a termine con indicazione delle relative motivazioni.
In ogni caso la contrattazione collettiva potrà stabilire potrà decidere che il contratto a tempo determinato, nel limite quantitativo del 6% dei lavoratori in forza,
non debba essere sorretto dal “causalone” nei casi in cui l'assunzione avvenga
nell'ambito di un processo organizzativo determinato da:
- avvio di una nuova attività, lancio di un prodotto o di un servizio innovativo, implementazione di un rilevante cambiamento tecnologico, fase supplementare di
un significativo progetto di ricerca e sviluppo, rinnovo o proroga di una commessa consistente.
Anche a questi contratti, essendo a termine, verrà applicata dal prossimo mese
di gennaio la maggiorazione contributiva del 1,40%.
EDILI CGIL
Giuseppe Guarcello segretario
PALERMO. È stato eletto nel corso del
comitato direttivo della Fillea Cgil di Palermo Giuseppe Guarcello, che entra
così a far parte della segreteria provinciale del sindacato degli edili della Cgil.
Guarcello, 40 anni, già segretario della
Cgil di Cefalù, avrà la delega all'organizzazione e alla responsabilità del territorio Termini-Cefalù-Madonie.
del 2007, per autorizzare la società
Terna, ad aprire il cantiere.
In una nota Terna Rete Italia dice
che i lavori di realizzazione
dell'elettrodotto a 380 kV SorgenteRizziconi "proseguiranno
regolarmente secondo quanto
previsto dal progetto approvato con
decreto dal Ministero dello Sviluppo
Economico e dell'intesa rilasciata
dalla Regione Siciliana". Terna
Rete Italia, conferma comunque,
come già fatto in ogni altra
occasione, la propria "disponibilità
a garantire, anche con l'impiego di
propri mezzi e personale, il pieno
accesso ai cantieri e a tutta la
documentazione progettuale
necessaria alle attività di verifica da
parte degli ispettori incaricati dalla
Regione Siciliana". La nuova
autostrada dellʼenergia tra la Sicilia
e la Calabria, lunga in tutto 105
km, in alcuni punti correrà parallela
ad un altro tracciato già esistente. I
pali monostelo, alti 80 metri,
saranno collocati anche a Passo
Vela, quartiere di Pace del Mela
tristemente ricordato per lʼalto
numero di decessi per tumori.
Secondo uno studio condotto dal
professor Cecconi,
dellʼuniversità di Palermo, i campi
elettromagnetici sarebbero
cancerogeni.
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
centonove
PARCO DEI SICANI
Mariella Busetta nuovo direttore
PALERMO. Il Parco dei Sicani ha un
nuovo direttore. Non è più Gioacchino Marsala, farmacista di Sciacca e
candidato sindaco nelle ultime elezioni, a guidare con il commissario Alberto Pulizzi la quinta riserva naturale della Sicilia. A rivestire la stessa carica è stata chiamata Mariella Busetta, dirigente dell'assessorato al Territorio.
COLDIRETTI PALERMO
Chiarelli ancora presidente
PALERMO. Alessandro Chiarelli è
stato confermato presidente della Federazione Coldiretti di Palermo. Chiarelli che è anche presidente regionale
è stato eletto all'unanimità dall'assemblea.
VERTENZE
Sicilia Limoni licenzia
ventisei dipendenti
MESSINA. L'azienda
"Sicilia Limoni" di
Messina, che si occupa di
trasformazione di agrumi,
ha licenziato 26
dipendenti. I lavoratori,
che hanno ricevuto la
lettera dall'azienda,
hanno protestato davanti
ai cancelli dello
stabilimento. Alla base
del drastico
provvedimento, la crisi di
vendite. "E' vero spiegano i dipendenti che nell'ultimo anno c'é
stato un lieve calo: il 2012
si è chiuso con un
bilancio in calo di 50 mila
euro rispetto al 2011 in
meno, ma si tratta di
un'azienda che fattura 3,8
milioni di euro l'anno". I
dipendenti sospettano
che la società voglia
smantellare l'impianto
messinese per spostare la
produzione all'estero. La
prossima settimana ci
sarà un incontro di
sindacati e dipendenti
con l'amministratore
delegato della "Sicilia
Limoni".
pagina 34
CONSUMATORI
Addio ai debiti
LA LEGGE di stabilità, approvata a fine dicembre 2012
, interviene sulla riscossione dei crediti da parte
dellʼesattoria introducendo significative novità per i
consumatori. Secondo la norma, decorsi sei mesi dalla
data di entrata in vigore della legge (01 gennaio 2013), i
crediti di importo fino a duemila euro, comprensivo di
capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e
sanzioni, iscritti in ruoli resi esecutivi fino al 31 dicembre
1999, sono automaticamente annullati. Eʼ stato stabilito
anche che il contribuente, entro 90 giorni dalla notifica, da
parte del concessionario per la riscossione, del primo atto
di riscossione utile o di un atto della procedura cautelare o
esecutiva, possa presentare al concessionario per la
riscossione una dichiarazione, con la quale venga
documentato che gli atti emessi dall'ente creditore prima
della formazione del ruolo, ovvero la successiva cartella
di pagamento o l'avviso per i quali si procede, sono stati
interessati da prescrizione o decadenza del diritto di
credito sotteso, intervenuta in data antecedente a quella
in cui il ruolo è reso esecutivo, da un provvedimento di
sgravio emesso dall'ente creditore, da una sospensione
amministrativa comunque concessa dall'ente creditore,
da una sospensione giudiziale, da una sentenza che
abbia annullato in tutto o in parte la pretesa dell'ente
creditore, da un pagamento effettuato o da qualsiasi altra
causa di non esigibilità del credito sotteso. In presenza di
detta dichiarazione lʼagente della riscossione è tenuto a
sospendere ogni ulteriore iniziativa finalizzata alla
riscossione delle somme iscritte a ruolo limitatamente alle
partite relative agli atti indicati dal debitore. Trascorso
inutilmente il termine di 220 giorni dalla data di
presentazione della dichiarazione del debitore, le
posizioni di debito sono annullate di diritto.
Francesco Suria
Adiconsum Messina
centonove
GIOVANNI PASCOLI,
IL PERFEZIONISTA
Al convegno di Messina, le nuove
scoperte di Vincenzo Fera
PAGINA 36
poster
11 GENNAIO 2013
NEBRODI, NEL SEGNO
DELL’ANTICA DEMENNA
Un consorzio per valorizzare
gli antichi luoghi di fede
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MURALES DI UMANITA VARIA
L’INTERVISTA. PARLA IL REGISTA SASÀ NERI DOPO IL FLASHMOD DI TAORMINA
«Io, trascinato
dagli esoscheletri»
A marzo la perfomance che “fagocita”
il pubblico. «Non ci dormo più la notte.
E’ una avventura che genera idee»
In basso Sasà Neri
e due momenti
del flashmob
a Taormina
MESSINA. Dei sette iniziali in scena
sono rimasti in due: Alessandra
Borgosano e Gianluca Minissale.
Cʼerano anche loro quando, nel giugno
2011, prendeva il via il format teatrale
“esoscheletri”, inventato da Sasà Neri.
Oggi i cinque che nel frattempo hanno
scelto altre strade, e tra questi anche
qualcuno planato nelle accademie
nazionali, sono stati sostituiti da unʼaltra
ventina di performers. Ognuno in una
fase diversa della costruzione del
proprio ruolo. E qualcuno, per esempio
William Caruso e Alice Ingegneri, già da
annoverare a diritto tra i più compiuti. Il
fatto è che gli artisti della Luna Obliqua
stanno confezionando a mano ognuno il
proprio “esoscheletro”. Tanto da
inorgoglire e spiazzare lo stesso Neri.
Che, confessa, non ci dorme la notte e
non sa come andrà a finire
questʼavventura, o, meglio, preferisce
“non fare programmi rigidi, perché ogni
volta che gli ʻesoscheletriʼ danno vita a
qualcosa mi suggeriscono nuove idee,
nuove possibilità, che mi trascinano con
sé”. E infatti, non per spararla grossa,
ma gli “esoscheletri” sono diventati adulti
e sono diventati maschere vere e
proprie. Così come le intendevano gli
antichi. Caratteri eterni e definiti, che
sanno sempre cosa fare e cosa dire,
come muoversi e come commuovere, e,
per questo, ogni volta riscrivono il
copione sul pentagramma dettato dagli
umori del pubblico, un poʼ commedia
dellʼarte e un poʼ eroi a fumetti, ma più
sfaccettati, più multiformi, più
tridimensionali. Più colorati, verrebbe da
dire, non fosse che il loro bianco&nero è
ormai una sorta di insegna, una cifra
stilistica, il refrain dei loro interventi.
Come in un branco di animali
particolarmente organizzati e sociali,
vedi per esempio i lupi o, appunto, gli
esseri umani, ci sono infatti relazioni che
legano gli “esos” diversamente da quelle
che legano i loro interpreti nella vita
quotidiana. Non a caso il flashmob a
Taormina, il 5 gennaio al calar delle
tenebre in piazza belvedere, si intitolava
“Il contatto”. E non a caso di tutte le
emozioni con cui gli “esoscheletri” hanno
plasmato il pomeriggio taorminese
rimangono particolarmente impresse le
sei figure casuali del finale di coreografia
firmata Pucci Romeo: sei figure nate
dallʼobbligo per i figuranti di mantenersi
lʼuno agganciato allʼaltro, qualunque
cosa fosse successa, tenendosi per
mano o dandosi spallate, suggerendo un
bacio o mimando una lotta; sei figure
che chiunque, tra gli spettatori, avrebbe
giurato essere frutto di lunghi studi e
innumerevoli prove e non, come invece
era, pura e semplice improvvisazione.
La stagione dellʼEsostheatre, intanto, è
già fissata. Anzi, è già iniziata. Oltre alla
data di Taormina, prima cʼè stato il
flashmob del 18 ottobre 2012 in piazza
Duomo a Messina, intitolato “Il distacco”,
poi “Il Drago. The black rock comedy”
dato al Savio il 12 dicembre, e ancora il
30 novembre una performance di tre ore
in mezzo al pubblico del Premio Orione,
durante la cerimonia di consegna del
premio a Sasà Neri, e addirittura cinque
ore di recitazione continua per
lʼinaugurazione di Scala Maggiore lʼ8
dicembre. In arrivo le altre due date,
sempre al teatro Savio. Quella finale, il
14 giugno, sarà intitolata “Mater Matris”
e rappresenta la ripresa di uno
spettacolo scritto dallo stesso Neri,
cucitura di figure materne atipiche che
verrà completamente rivisitata e
modificata. Solo che prima, il 15 marzo,
sarà la volta de “Il figlio dellʼuomo”, una
specie di triplo salto mortale teatrale.
Niente illuminazione, niente service,
niente scene, nessun copione (ma un
mix di brani, dal Vangelo a Capareza).
Soprattutto niente platea. Il pubblico
sarà completamente fagocitato dallo
spettacolo.
Si tratta di aspettare la primavera,
insomma. Ma nel frattempo lʼaltra faccia
della Luna Obliqua sarà in scena. Con il
musical “Gli aristomiao” dedicato ai più
piccoli (24 gennaio mattina, al Savio, nel
cartellone per le scuole). Ma questa è
unʼaltra storia. Raccontata però sempre
dagli stessi artisti. Che, giusto per non
smentire la loro anima camaleontica,
qua sono esattamente il contrario degli
esoscheletri. Vedere, e ascoltare, per
credere.
OCCORRE SAPERE
Un lampo che cambia lo spettacolo
FLASH MOB (dall'inglese flash: lampo, inteso come cosa rapida, improvvisa, e
mob: folla) è un termine coniato nel 2003 per indicare una riunione, che si dissolve nel giro di poco tempo, di un gruppo di persone in uno spazio pubblico,
con la finalità comune di mettere in pratica un'azione insolita. Il raduno viene generalmente organizzato via internet (email, social networks) o telefonia cellulare. Le regole dell'azione possono essere illustrate ai partecipanti pochi minuti
prima che questa abbia luogo o possono essere diffuse con un anticipo tale da
consentire ai partecipanti di prepararsi adeguatamente.Generalmente la finalità
dei flash mob è di intrattenimento o spettacolo; il termine non è usato per eventi e performance organizzate a fini politici, commerciali, di lucro o di protesta.
Tuttavia, in alcuni casi la tecnica del flash mob è stata utilizzata per motivazioni
pubblicitarie o politiche, ad esempio per organizzare una protesta lampo come
nel caso di Firenze in cui si è svolta una lettura collettiva, contro la legge 133,
del nono articolo della Costituzione.
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11 GENNAIO 2013
posteranniversari
centonove
ANNIVERSARI. Al convegno di Messina le nuove scoperte di Vincenzo Fera
Pascoli, il perfezionista
Molti Carmina da rivedere dopo il ritrovamento dei nuovi documenti nell’archivio di Haarlem in Olanda.
Ecco le acquisizioni che aprono uno squarcio sulla personalità del poeta. Sempre pronto a modificare...
DI FELICE IRRERA
MESSINA. Molti Carmina
da riscrivere e nuovi
dettagli sulla personalità
di un grande letterato che
soggiornò a lungo a
Messina. Stiamo
parlando di Giovanni
Pascoli. Dal 3 al 5
dicembre scorso, al
termine dellʼanno del
centenario della morte
del poeta di San Mauro, il
Dipartimento di Civiltà
antiche e moderne
dell'Università di Messina
ha promosso un
Convegno sul tema
“Pascoli e le vie della
tradizione”, durante il
quale hanno relazionato
importanti studiosi della
poesia pascoliana,
apportando nuove
acquisizioni alla
conoscenza di un poeta
che, comʼè noto,
soggiornò alcuni anni a
Messina: doveroso,
quindi, assieme alla
cittadinanza onoraria alla
memoria decisa dal Consiglio comunale
in settembre, il tributo culturale e
scientifico che si è voluto rendere a chi ha
onorato la città e lʼUniversità di Messina
col suo insegnamento. Per far meglio
comprendere lʼimportanza dellʼevento e
alcune nuove acquisizioni che ne sono
nate abbiamo rivolto alcune domande al
prof. Vincenzo Fera, ordinario di
Letteratura del Rinascimento e noto
filologo, al quale recentemente anche Il
Sole-24 ore ha dedicato un articolo dal
titolo “Il Certamen ritrovato”.
Vincenzo fera
Una lettera di Giovanni Pascoli al segretario dellʼHoeufftianum.
Nella foto in alto il poeta che soggiornò a lungo a Messina e al quale è stato dedicato
il convegno che si è svolto allʼUniversità
Come nasce lʼinteressamento per
Pascoli, che sembra un poʼ al di fuori
dei suoi abituali interessi?
Il mio interesse per Pascoli non era mai
stato finora di tipo professionale, ma
questo poeta è da sempre presente nel
mio orizzonte. Quando ero al ginnasio i
gesuiti mi proibirono di leggerlo nella
biblioteca del seminario, ma naturalmente
ciò finì per acuire la mia curiosità e mi
spinse a rintracciare in vario modo i
volumi delle sue poesie italiane. Mi restò
invece sostanzialmente estraneo Pascoli
latino, a cui mi accostai solo quando mi
iscrissi a Lettere, a Messina, e cominciai
a frequentare Giuseppe Morabito.
Proprio lʼincontro con Morabito costituisce
lʼantefatto di questa ricerca. Mi parlava
continuamente di Amsterdam e del
Certamen Hoeufftianum, dove anche lui
aveva conquistato medaglie dʼoro e
moltissime magnae laudes, e mi
mostrava gli opuscoli dellʼaccademia
olandese con i poemetti del Pascoli
premiati. Mi si aprirono scenari nuovi.
Vuole indicare qualcuna delle novità
emerse dalla ricerca personale e da
quella dei suoi collaboratori?
In occasione del Convegno che
lʼUniversità di Messina ha voluto dedicare
al poeta romagnolo, mi si sono riproposti
interrogativi che mi portavo dentro da
tanti anni. Tutta la ricerca su Pascoli
latino si è finora svolta in quel giardino
delle meraviglie che è lʼarchivio di casa
Pascoli a Castelvecchio, nessuno aveva
mai pensato di estendere le indagini
direttamente sul territorio olandese, dove
Pascoli aveva inviato decine di carmi e
instaurato innumerevoli rapporti. Nella
fase organizzativa del Convegno avevo
proposto a un illustre studioso straniero di
occuparsi di ʻPascoli e Amsterdamʼ, ma la
risposta fu che ad Amsterdam di Pascoli
non era rimasto nulla. Non mi rassegnai
e in agosto scrissi a un dottore di ricerca
dellʼateneo messinese di nazionalità
olandese, Xavier Van Binnebeke,
chiedendogli di controllare se negli archivi
qualcosa fosse riconducibile a Pascoli. La
risposta fu positiva: si accertò che le filze
del Certamen sono conservate
nellʼarchivio di Haarlem. Col procedere
dellʼindagine, dopo un mio soggiorno in
Olanda, abbiamo constatato che i
ritrovamenti rivoluzionano gli studi su
Pascoli latino. Sono venuti alla luce nuovi
poemetti, redazioni nuove di carmi già
noti: di uno, Leucothoe, ho pubblicato
lʼeditio princeps in una plaquette in
occasione del Convegno. Abbiamo
recuperato molti nuovi autografi di
OPUSCOLI
Sulla vergine sedotta da Apollo
IN OCCASIONE del Convegno “Pascoli e le vie della tradizione”,
tenutosi in dicembre a Messina, è stato pubblicato, a cura di Vincenzo Fera, un delizioso opuscolo pascoliano, “Leucothoe” (la
vergine sedotta da Apollo), tratto da un manoscritto del Noord
Hollands Archief di Haarlem, rinvenuto nel corso di una ricerca
delle tracce di Pascoli in Olanda condotta da Fera con uno studioso di paleografia umanistica, Xavier van Binnebeke. Adesso, il fascicoletto pascoliano di Amsterdam, di cui erano prima conosciuti solo alcuni spezzoni presenti a Castelvecchio, non ritenuti pregevoli sul piano tematico
e artistico, da Adolfo Gandiglio, ma editi e annotati da Alfonso Traina, si offre allʼattenzione degli studiosi preceduto dai distici dedicatori al poeta di San Mauro
dello stesso curatore, che ne dà, a fianco del testo pascoliano, la traduzione.
F.I.
pagina 36
centonove
Pascoli e delle sorelle che spesso
trascrivevano per lui, sono riemerse le
bustine dove lʼautore scriveva il suo nome
perché fossero aperte in caso di vittoria
(alcune riconducono a Messina). Ora si
tratta di ricostruire con pienezza di
documentazione la storia del testo dei
molti poemetti presentati al concorso, si
tratta di approntare una nuova edizione
dopo quella curata da Adolfo Gandiglio
nel 1930. Compito di Binnebeke è stato
quello di descrivere accuratamente tutto il
fondo Hoeufftiano, mentre Daniela Gionta
ha provveduto a mettere ordine nella
frastagliata varietà di scritture che sia ad
Haarlem sia a Castelvecchio crea
ostacoli nella ricerca. Paola de Capua e
Caterina Malta si sono proiettate in
direzione dellʼinterpretazione dei carmi
latini, su cui la nuova scoperta
inevitabilmente influisce.
Quali vie nuove possono aprire queste
novità nel campo degli studi pascoliani?
Troppo recente è la scoperta per
rispondere esaustivamente alla
domanda. A parte il recupero di nuove
redazioni e di cospicue trafile di varianti
dʼautore, è sicuro che i nuovi ritrovamenti
consentono di far luce sui documenti
conservati a Castelvecchio, per i quali
forniscono precise chiavi ermeneutiche.
Ad Haarlem si conservano anche diverse
lettere di Pascoli ai giudici, che saranno
presto edite ed illustrate. Una mette a
fuoco un particolare biografico. Dalla città
dello stretto il 15 aprile 1900 Pascoli
scrive al segretario generale
dellʼAccademia: pur avendone avuto
comunicazione, la medaglia dʼoro tardava
ad arrivare (si doveva trattare del premio
ottenuto per Sosii fratres bibliopolae).
Cʼè da aggiungere che proprio nellʼambito
del Convegno dedicato a Pascoli e le vie
della tradizione e sulla spinta di questa
nuova globale considerazione dei carmi
latini, ha avuto inizio anche unʼopera di
revisione di autografi pascoliani finora
pubblicati in modo approssimativo: è
quanto ha fatto Maria Cannatà con le
traduzioni di Pindaro, Simonide e
Bacchilide, alcune delle quali del tutto
ignote. Da Messina dunque parte la
proposta per una nuova sistemazione dei
materiali che collegano Pascoli alla
tradizione classica. Cʼè anche da dire che
nel convegno si sono levate voci
innovative per gli studi danteschi e per gli
aspetti ideologici dellʼultimo Pascoli.
Unʼintera giornata del Convegno si è
svolta nel ricordo del grande latinista,
calabrese di nascita e messinese
dʼadozione, Giuseppe Morabito. Vuole
spiegarcene i motivi?
La ragione è implicita in quanto dicevo
allʼinizio. Ma non credo si tratti di un fatto
esclusivamente personale. Morabito
aveva nei confronti di Pascoli un
atteggiamento controverso, da un lato
una grande attrazione, dallʼaltro una
cauta diffidenza per il suo latino, giudicato
troppo moderno. Questo atteggiamento
gli derivava dal suo maestro Alfredo
Bartoli, che concorse con Pascoli ad
Amsterdam, con minore fortuna. Lʼamore
per Pascoli induceva Morabito a far
tradurre in classe ogni anno un poemetto
latino, avvenimento che avrà contribuito a
far avvicinare al poeta romagnolo molte
generazioni di giovani messinesi. A quasi
quindici anni dalla morte lʼumanista
Morabito continua a rappresentare per
tutti noi il collegamento più forte e
autentico con la tradizione classica.
posteranniversari
11 GENNAIO 2013
Il poeta con il cane Gulì in un suo disegno autografo.
A sinistra cartolina caricaturale
con Giovanni Pascoli e Gabriele DʼAnnunzio.
Nella foto in basso la copertina del volumetto
di Giovanni Molonia che ha curato anche la mostra
dedicata al poeta di San Mauro
EVENTI. Una mostra e un volumetto curati da Molonia per chiudere l’anno pascoliano
Non solo poesia, ridiamoci sù
MESSINA. Parallelamente al
Convegno pascoliano, è stata anche
approntata in città la mostra dal titolo
“Pascoli e Messina”, promossa
dallʼAssessorato alle Politiche
Culturali, dalla Biblioteca della
Provincia Regionale di Messina
(recentemente intitolata proprio al
poeta) e dalla Biblioteca del Gabinetto
di Lettura, che nella prima settimana di
dicembre ha offerto, al Palazzo della
Provincia, la possibilità ad esperti ed
appassionati della sua opera di
ammirare il patrimonio letterario (una
cinquantina di volumi) messo a
disposizione nellʼoccasione dal
Dipartimento di Civiltà antiche e
moderne dellʼUniversità, dalla
Biblioteca Regionale Universitaria “G.
Longo” e dalla Biblioteca Comunale “T.
Cannizzaro”.
Lʼesposizione di rari volumi, lettere ed
album fotografici, frutto della sinergia
tra diverse Biblioteche ha consentito
anche la pubblicazione, a cura di
Giovanni Molonia e con il patrocinio
della Provincia, di un delizioso
volumetto che consentirà di mantenere
viva la memoria dellʼevento. In una
veste grafica raffinata ed elegante,
unʼottantina dʼimmagini di varie
dimensioni presentano in ritratti
fotografici oltre al poeta, da solo
(splendido quello di Ledru Mauro
fornito dallʼArchivio e Museo di Casa
Pascoli), con la sorella Mariù o con
amici sulla spiaggia di Maregrosso,
anche lʼamato cagnolino Gulì e il suo
probabile amore messinese Giovanna
Pia Marcianti; e poi ancora le foto del
deputato di Messina Giovanni Noè, di
un comizio elettorale di fine secolo a
Messina e tante altre, molte delle quali
mai viste in città. La certosina
pazienza del curatore ha messo
insieme poi i frontespizi di tante
pagina 37
pubblicazioni del poeta e di critici
(come Manara Valgimigli, ritratto
anche in una simpatica fotografia con
dei gatti) che della sua poesia si sono
occupati o gli articoli di chi lo ha
ricordato su tanti giornali (come Pietro
Longo sul “Gingillino” del 30 dicembre
1935). Non mancano (tutti oggi a
Castelvecchio) un disegno autografo
di Giovannino con Gulì; un disegno
caricaturale dello stesso Pascoli
raffigurante Giovanni Sgroi, il portinaio
della casa abitata dal poeta e dalla
sorella a Messina, da loro
chiamato affettuosamente
“Polifemo”; e una cartolina
(anchʼessa caricaturale) con
Pascoli e DʼAnnunzio inviata
da Messina nel 1903 da
Antonio Restori.
Insomma, tutto questo
materiale, pazientemente
ricomposto dal curatore e
accompagnato da brevi ma
esaurienti spiegazioni, assieme
ad una serie di fotografie sulla
Messina del tempo, consente
al lettore, anche non
specialista, di farsi unʼidea del
soggiorno messinese del
Pascoli ad un secolo dalla
scomparsa.
F.I.
11 GENNAIO 2013
posterarcheologia
centonove
SCOPERTE. Nuovi ritrovamenti a poca distanza dall’altipiano megalitico dell’Argimusco
Quei reperti Camuni di Montalbano
Simili alle incisioni della Val Grosina e della Val Canonica, i “guerrieri” scolpiti nella roccia sono
una ulteriore testimonianza della cultura preistorica del comprensorio. Ricco di altari e megaliti
MONTALBANO ELICONA. Si trovano a
poca distanza dal sito megalitico dellʼArgimusco, nei pressi di Montalbano Elicona, e rappresentano una importantissima
ed inedita testimonianza della cultura
preistorica nel comprensorio abaceninotindaritano.
Due guerrieri scolpiti nella roccia, simili a
quelli “camuni” della Val Grosina e della
Val Camonica, la cui recente scoperta potrebbe aprire nuovi scenari sulla cultura e
la storia di un territorio ricco di tradizione
e leggenda che ha ancora tanti misteri da
svelare.
INCISIONI RUPESTRI. «Su segnalazione del dottore veterinario Giuseppe Pantano - racconta lo scopritore dei reperti, lo
storico locale Giuseppe Todaro - qualche anno addietro ebbi modo di vedere
strani segni sulla rupe di contrada San
Giuseppe a Montalbano. Fin dal primo
momento sospettai di cosa si trattasse,
difatti tornai più volte sul sito per farmi
unʼidea più precisa. Solo durante lo scorso ottobre, però, con i raggi radenti del
tramonto e grazie alla maestria del mio
amico Giacomo Toro, vidi ciò che non
avrei mai creduto di vedere: delle incisioni, raffiguranti dei guerrieri che duellano,
simili a quelle della Val Grosina e della
Val Camonica. I Camuni a Montalbano, i
Camuni sui Nebrodi. Incredibile, ma vero.
Semmai ce ne fosse bisogno, tali ritrovamenti dimostrano che la ricerca sul territorio è ancora agli inizi. Un mondo perduto tende ad affiorare e riserva continuamente piacevoli sorprese».
DALLE ALPI AI NEBRODI. Ubicato nelle
vicinanze di Montalbano Elicona, il sito di
San Giuseppe comprende la rocca omonima dove, secondo la tradizione popolare, il santo lasciò sulla pietra la sua impronta pedata. La rupe si presenta abbastanza istoriata, con croci a Tau e piccole
coppelle che raggruppate riproducono le
costellazioni celesti e appunto i due guerrieri che duellano.
Ma cosa ci fa una forma artistica tipica
dellʼarco alpino sui monti Nebrodi? Quan-
A sinistra i guerrieri
scolpiti nella roccia
in contrada
San Giuseppe a poca
distanza dal sito
megalitico
dellʼArgimusco.
Sopra lʼaltare
preistorico
di Contrada Vignarazzi. Nella pagina accanto lo storico locale
Giuseppe Todaro
do è stata incisa? «Tutto il territorio dei
Nebrodi, e nello specifico il comprensorio
abacenino-tindaritano, - spiega Todaro è ricchissimo di testimonianze preistoriche, protostoriche e classiche. Purtroppo,
per ragioni varie, è rimasto fuori dalla ricerca storica ed archeologica. La sua posizione strategica, lungo gli assi viari che
collegano il mar Tirreno con le valli dellʼAlcantara e del Simeto, non ha aiutato
queste contrade. Eserciti ed orde affamate hanno attraversato da sempre il territorio, distruggendo e depredando quanto
lʼuomo nel corso dei secoli aveva costruito con pazienza».
MEGALITI, ARE E CULTI. Con migliaia
di visitatori che si recano da un ventennio
a Montalbano per ammirarne i megaliti, il
complesso rupestre dellʼArgimosco è ormai universalmente conosciuto. Ma nel
comprensorio abacenino-tindaritano il
megalitismo non si ferma solo qui, dato
che tutto il territorio circostante è interessato a questo fenomeno, come spiega
Todaro: «Pippo Abramo, un carissimo
amico, che con me condivide la passione
per la ricerca sul territorio, ha ritrovato in
contrada Vignarazzi di San Cono un altare preistorico utilizzato come osservatorio
lunisolare. Ha riscoperto ripari sotto roccia, coppelle, gocciolatoi, canalette, palmenti, piccole piramidi, nicchie, croci greche e latine. Cosa ancora più importante
ha condiviso con me e gli amici Giacomo
Toro e Salvatore Squadrito i suoi ritrovamenti. Adesso, grazie alla disponibilità
e alla strumentazione di Giacomo stiamo
allestendo un archivio fotografico frutto
della ricognizione del territorio».
SAN CIPIRELLO
U Campanaru
Pietra del mistero
Calendario astronomico preistorico o tomba?
Le ipotesi sulla pietra forata dell’Arcivocalotto
U Campanaru di monte Arcivocalotto
SAN CIPIRELLO. Escursione nelle
campagne che circondano il monte
Arcivocalotto, dove sorge un megalite
forato detto U campanaru. A organizzarlo, il
gruppo archeologico Valle dello Jato in
collaborazione con il Comune e la rivista
Archeologia viva, per assistere al sorgere
del sole durante il solstizio d' inverno,
pagina 38
quando i raggi attraverseranno il grosso
anello del diametro di circa 2 metri scavato
nella pietra arenaria. Secondo alcuni
studiosi si tratta di un calendario
astronomico dell' Età del bronzo. Le finalità
rituali sarebbero confermate anche da un'
ulteriore scoperta fatta sul monte
Arcivocalotto alcuni mesi fa: il ritrovamento
di un grosso masso su cui sono incise
scene sacre. L' autore dello scoperta,
Aberto Scuderi, avanza pure un' altra
suggestiva ipotesi: I massi forati erano due.
L' altro si trovava su Cozzo Perciata e
misurava il solstizio d' estate. Ma non tutta
la comunità archeologica è concorde. Per
Sebastiano Tusa e Stefano Vassallo il
campanaro è una tomba di epoca tardoromana.
centonove
posterarcheologia
11 GENNAIO 2013
Il monastero di San Filippo di Fragalà, centro spirituale del territorio demennita
CONFERENZE. A Longi si fa il punto sulle ricerche alla Rocche del Crasto
Nel segno dell’antica Demenna
Un consorzio per promuovere gli antichi luoghi di fede patrimonio dell’area
dei Mondi Nebrodi che va da San Marco a Frazzanò. Le prospettive
DI ANTONIO MATASSO*
Lʼara di Vignarazzi consta di una sorta
di piramide a gradini, alta tre metri circa,
orientata ai quattro punti cardinali e a vista con lʼArgimusco, mentre un altro altare megalitico è stato rinvenuto in contrada Rocca Pizzicata di Roccella Valdemone, sul versante settentrionale dellʼAlcantara, non molto distante dallʼaltipiano megalitico. «Ovunque emerge
uno sperone roccioso - prosegue Giuseppe Todaro - possono affiorare ripari,
coppelle, incisioni, vaschette cubiche,
grotticelle, palmenti, edicole, nicchie,
croci greche e latine. Non mancano
nemmeno alcune epigrafi dallʼoscuro significato, come quelle di San Cono, di
Basicò e di Piano Cella a Montalbano.
Tutti questi reperti, inclusi i trapezi incisi
sulle rocce di contrada Pagugliermo, o
anche i quadrati e i rettangoli, i cilindri e
i triangoli equilateri di contrada Losi,
non sono forse la testimonianza più vera di un culto preistorico, un chiaro riferimento alla Grande-Madre? Il cerchio
non è forse la rappresentazione dellʼuniverso? Il triangolo al suo centro non
simboleggia la divinità? Le croci latine e
le lettere I. C. - Gesù Cristo - rimandano
al periodo greco-bizantino, difatti pare
che si usassero già intorno al IV sec.
D.C. Le conclusioni - si congeda Todaro
- sono ovvie. La cultura dei Nebrodi, secondo studi attendibili, risale a 15.000
anni fa. E il recente ritrovamento dei
“guerrieri” non fa che confermare lʼantichissimo, e ancora da esplorare, patrimonio archeologico del circondario».
LONGI. Lʼarea dei monti Nebrodi
ricompresa nel territorio dellʼantica
Demenna, oggi riferibile ai comuni di San
Marco dʼAlunzio, Alcara Li Fusi, Longi e
Frazzanò, rappresenta uno dei più
interessanti circuiti religiosi, storici e
artistici della provincia di Messina,
ancorché poco valorizzato. Una zona che
è stata permeata dalla diuturna presenza
del monachesimo bizantino, ispirato alle
Regole di San Basilio di Cesarea.
La recente conferenza promossa al
castello di Longi dal Centro studi
“Castrum Longum”, presieduto da
Gaetano Zingales, sul tema “Stato
dellʼarte della ricerca archeologica e
storica, sulle Rocche del Crasto, in
riferimento al territorio dei demenniti ed
allʼantica città siculo-bizantina di
Demenna”, ha avuto il merito, tra i tanti, di
porre il problema del lancio di una
campagna di scavi archeologici nellʼarea,
per valorizzare compiutamente il
potenziale dei quattro centri coinvolti. Alla
base di questa iniziativa, credo debba
essere immaginata unʼesperienza
associativa tra i comuni di riferimento,
allo scopo di valorizzarne i punti di
attrazione e riscoprirne il passato grecobizantino, ma anche di promuoverli
presso i mercati turistici (e del turismo
religioso, in particolare) nazionali e
internazionali. Ciò consentirebbe anche
di ottimizzare le eccezionali risorse
culturali e naturalistiche dei comuni
partecipanti, favorendo lo sviluppo
economico, la crescita sociale e culturale
delle comunità, attraverso il
miglioramento dellʼofferta turistica
integrata in un territorio purtroppo
marginale.
Si tratta di un progetto ambizioso, ma
possibile, in cui possono confluire le
energie di tanti appassionati della storia,
delle tradizioni religiose e dellʼarte di un
territorio in cui San Cono Navacita da
Naso, San Silvestro da Troina e San
Lorenzo da Frazzanò prolungarono
unʼillustre tradizione monastica ben oltre
le vicissitudini del mondo ad Est di
Costantinopoli.
La riscoperta di antichi luoghi della fede,
come il monastero di San Filippo di
Fragalà, centro spirituale del territorio
demennita, ci fornisce unʼulteriore riprova
di come nei Nebrodi sia possibile trovare
un patrimonio bizantino di tutto rispetto,
da far invidia alla stessa Grecia,
similmente a quanto si può rilevare
rispetto alle vestigia elleniche di tutta la
Sicilia.
Serve dunque unʼiniziativa di
associazione promossa dai comuni ed
aperta alle formazioni sociali ed alle
cooperative operanti nel territorio e nei
settori dellʼarte, della cultura,
Rocche del Castro ad Alcara Li Fusi
pagina 39
dellʼarcheologia, del turismo,
dellʼenogastronomia, della musica e della
socialità, allo scopo di organizzare vari
itinerari religiosi, storici e artistici nel
territorio nebroideo, che abbiano come
filo conduttore i grandi luoghi del sentire
religioso siculo-bizantino e quali punti di
attrazione i comuni, da promuovere
presso i mercati turistici nazionali e
internazionali. Occorre offrire ai Nebrodi
uno strumento di scoperta e fruizione del
territorio, con riferimento particolare alle
sue strutture dʼeccellenza, individuate
nellʼambito della valorizzazione religiosa
e culturale, della ricettività e della
produzione artigianale ed enogastronomica tradizionale.
La presenza bizantina ha influito
significativamente nellʼarea nebroidea, a
partire finanche dal paesaggio: se nel
resto della Sicilia lʼinsediamento umano
si è concentrato in pochi importanti centri
agricoli, nel distretto di Demenna, il cui
fulcro era nei Nebrodi e che
ricomprendeva lʼintera attuale provincia di
Messina, sono presenti invece una
miriade di piccoli comuni disseminati sul
territorio, secondo il modello della “chora”
bizantina a popolazione sparsa,
riscontrabile anche nellʼentroterra
calabrese.
Quellʼepoca, in cui i Nebrodi fiorivano di
santi e letterati di lingua greca, merita di
essere riscoperta. Come sosteneva il
grande storico olandese Johan Huizinga,
la storia è la forma della spirito in cui una
civiltà si rende conto del suo passato:
unʼidea di sviluppo del territorio non può
che presupporre una battaglia culturale
che consenta ai centri eredi di Demenna
di riappropriarsi della propria identità, con
le amministrazioni comunali in prima fila.
* Fondazione Nuovo Mezzogiorno
[email protected]
posterlibri
11 GENNAIO 2013
centonove
NOVITA’. La storia della musica dagli anni Quaranta ai giorni nostri nel capoluogo
APPUNTAMENTI
Com’era rock Palermo
Piazzese, Costa e Barbieri
Re del noir a Spazio Cultura
La ricerca del giornalista Daniele Sabatucci regala uno spaccato della vita musicale
e culturale degli ultimi sessant’anni. Partendo dal vinile e dalle discoteche
DI PIETRO SCAGLIONE
PALERMO. La storia del pop e
del rock a Palermo, dagli anni
Quaranta ai nostri giorni, è
raccontata - con passione e
dovizia di particolari - dal
giornalista Daniele Sabatucci.
Il volume “Palermo ai tempi del
vinile” (pubblicato dalla casa
editrice Dario Flaccovio) offre
uno spaccato di vita musicale e
culturale degli ultimi 60 anni: dai
night alle discoteche, dal pop
allʼhardcore, dal rock al punk, dal
folk al rap, dai dischi in vinile alla
musica elettronica.
Il saggio di Sabatucci, invece,
non si occupa né della musica
classica né delle canzoni
neomelodiche né del jazz, salvo
nel caso in cui tali generi
abbiano avuto commistioni con il pop.
Durante la sua ricerca, lʼautore ha
intervistato testimoni e protagonisti, ha
consultato gli archivi giornalistici e
fotografici, si è recato nelle biblioteche, ha
visitato i negozi di dischi e i mercati
dellʼusato, alla ricerca di notizie,
informazioni e curiosità.
“Il risultato – scrive il critico musicale Gigi
Razete nella prefazione – è un
affresco straordinariamente
vivido, affascinante e unico. Una
storia emozionante e avvincente
per chi lʼha vissuta e
decisamente preziosa per chi,
non essendoci allora, la vuole
conoscere oggi”.
Sabatucci rievoca personaggi
leggendari come Giuni Russo, la
celebre cantante palermitana
trascinata dal successo di
“Unʼestate al mare” e scomparsa
prematuramente. In quegli anni
A CURA DI CARMELO CELONA
altri cantanti siciliani conquistarono la
scena nazionale, come ad esempio i
componenti del gruppo “Nico e i Gabbiani”,
guidati da uno studente di Sciacca
residente a Palermo.
A distanza di decenni dai successi di Giuni
Russo e di “Nico e i Gabbiani”, la Rai ospitò
le performance di un gruppo emergente
palermitano come i Sei Ottavi, giunti alla
ribalta nazionale durante
una delle prime edizioni
della trasmissione X Factor.
Una strada tentata anche
dai fratelli Cirrone, divenuti
celebri con il nome di Apple
Scruff e con il repertorio dei
Beatles.
Nel libro ampio spazio è
dedicato anche ad eventi
straordinari della storia
musicale italiana, come, ad
esempio, il Festival
“Palermo Pop 70”, che,
LACERTI DI LETTURE
Il potere silenzioso
QUEL PROFESSIONISMO del sorriso, beffardo, crudele,
ricercatore di complicità, che rapina le coscienze.
“La prima cosa che colpisce è il sorriso. Il suo anziché
essere un sorriso, rassicurante, splendente, radioso, è
un sorriso di complicità, ammiccante: decisamente
colpevole. Questo sorriso esprimeva anche un altro
messaggio, essenziale quasi sacro in Italia: sorridendo
furbescamente, voleva far sapere a tutti che egli era
furbo. Era anche un sorriso mendico: mendicava
compassione alla sua manifesta colpevolezza.” Non
sempre ciò che viene dopo è progresso. “Non era offesa al
suo buon gusto che gli procurava il miserabile mondo
del progresso, del benessere, della libertà sessuale,
delle riforme; non era neanche solo nostalgia del
passato, era un vero e proprio senso di tragedia.” Il
allʼinizio degli anni Settanta, richiamò in
città numerosi cantanti e fans provenienti
da ogni parte del mondo. Al Festival condotto da Paolo Villaggio e Paolo
Pitagora - partecipò, tra gli altri, anche la
diva Aretha Franklin.
In quellʼoccasione, lʼesibizione del
cantastorie catanese Franco Trincale fu
interrotta – tra le vibranti proteste del
pubblico – dallʼallora vicequestore Allotta,
infuriato per le ballate riguardanti
lʼanarchico Pinelli, il presidente americano
Nixon e la guerra in Vietnam.
“Per la scarsa abitudine palermitana ad
accogliere grandi star internazionali della
musica con relativi atteggiamenti, capricci e
provocazioni, la rassegna assunse sin
dallʼinizio, nei giornali dellʼepoca, contorni
folkloristici, anche per comportamenti ben
più innocui – ma inusuali per quei tempi –
come il semplice sedersi sullʼerba da parte
degli spettatori”, racconta Sabatucci.
Parallela allʼevoluzione musicale, si narra
anche lʼevoluzione dei costumi e degli stili
giovanili, con lʼavvento di gruppi alternativi,
dai punk agli hippy, dai metallari ai
capelloni. Il volume si conclude con le
nuove tendenze in ambito di musica dance
e con lʼavvento dei rave party.
LA CLASSIFICA
PALERMO. Primo appuntamento dellʼanno sabato 12 gennaio alle 17.30 a
Spazio Cultura con tre scrittori d'eccezione che animeranno un incontro
sul romanzo giallo che ha come "protagonista" Palermo. Il biologo Santo
Piasseze, che dopo l'esordio con il suo
primo romanzo, "Delitti di via MedinaSidonia" ha continuato con grande
successo con la "Doppia vita di M.
Laurent" "Il soffio della valanga" tutti
mpubblicati da Sellerio Editore; il giornalista Gian Mauro Costa, che con
"Yesterday" "Il libro di legno" "Festa
di Piazza" editi sempre da Sellerio Editore, ha creato un nuovo stile del giallo; il marketer pentito Carlo Barbieri,
che ha pubblicato proprio in questi
mesi con Todaro editore "La pietra al
collo" riscuotendo un grande consenso di pubblico. Romanzi ambientati a Palermo dove si muovono personaggi ormai come il biologo Lorenzo La Marca, il commissario Vittorio
Spotorno, il radiotecnico Enzo Baiamonte e il commissario Francesco
Mancuso. L'evento è stato organizzato da Anna e Simonetta Balistreri cultrici del genere letterario e dall'urbanista Marina Marino che modererà l'incontro. Per l'occasione verrà allestita
una mostra fotografica di Aldo Belvedere, immagini di Palermo ispirate
proprio dai romanzi dei tre scrittori.
di Felice Irrera
Domenico Cacopardo
Agrò e il Maresciallo La Ronda - Marsilio
Il sostituto procuratore Italo Agrò, capelli e occhi scuri, fisico asciutto e buona forchetta,
in questo libro è ancora studente e residente a Sant' Alessio. Si troverà invischiato nell'
indagine di un omicidio ma la narrazione darà ampio sfogo anche un binario parallelo
ovvero la sua storia d' amore con la bella Irene Mangiacola.
Follett - L' inverno del mondo. The cenE. L. James - Cinquanta sfumature
tury trilogy. Vol. 2 - Mondadori
di rosso - Mondadori
1Ken
4
E. L. James - Cinquanta sfumature
Paolo e Rossella Simoncelli - Il no- Mondadori
Sic - Rizzoli
2E.di grigio
5stro
L. James - Cinquanta sfumature
Carmine Abate - La collina del vento
3di nero - Mondadori
6- Mondadori
wuz.it
frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore
potere si nutre di egoismo, ignoranza, privilegi e ingiustizie;
la rivoluzione del bisogno di giustizia, equità, solidarietà e
conoscenza.
“Il fascismo è lʼideologia dei potenti, la rivoluzione
comunista è lʼideologia degli impotenti.” Dei vecchi
dovremmo imparare a leggere le loro vite dalle loro facce
rassegnate, da quegli sguardi concreti di chi non ha tempo
da perdere e ha molto da dare. “I vecchi, la certezza che li
aveva attesi nella vita, lʼhanno perduta, ma, seduti ai
tavoli delle osterie o sulle panchine dei giardinetti,
sanno di avere comunque passato una vita: una vita
unica e insostituibile. I loro visi hanno lʼimpenetrabilità
delle statue. Nulla di loro è sconsacrato. Vanno verso la
fine, ma non svelano il segreto di ciò che sentono. ” Lo
scudo critico: unʼarma di difesa dal banale e dal becero, che
si acquista dai libri. “La cultura è soprattutto spirito
critico e razionalità.” Il pragmatismo: maschera prosaica
dellʼegoismo, si afferma sempre sugli ideali dei giusti e degli
pagina 40
onesti e conquista il potere. “Il potere è sempre, come si
dice in Italia, machiavellico: cioè realistico. Esso
esclude dalla sua prassi tutto ciò che possa venir
conosciuto attraverso visioni.” Stanno nel grigiore e nella
mediocrità pur di vivere evitando i rischi di una marcata
identità. “Quella massa di gente senza il minimo
prestigio fisico, anzi fisicamente penosa e disgustosa.
Erano dei piccoli borghesi senza destino, messi ai
margini della storia del mondo, nel momento stesso in
cui venivano omologati a tutti gli altri.”
Il familismo amorale è un cancro che aggredisce silente la
democrazia, invadendo irreparabilmente tutti i tessuti della
stato civile. “Lavora ai vertici di uno dei principali Enti
dello stato italiano, fa parte del «potere silenzioso» ma
non per questo meno potente, anzi!, proviene da una
famiglia ricca, perbene, religiosa.”
Lacerti tratti da: “Petrolio ” - 1975
Pier Paolo Pasolini
posterlibri
centonove
11 GENNAIO 2013
SAGGI. Edito da Laterza “Il diritto di avere diritti” del giurista Stefano Rodotà
La Globalizzazionepossibile
Un saggio sui diritti fondamentali ai tempi di internet, epoca che ha tradito
le promesse di eguaglianza. Ma resta l’appello contro ogni forma di totalitarismo
DI LUIGI FERLAZZO NATOLI
MESSINA. Chi salverà lʼumanità dalla
nuova incarnazione del capitalismo nella
cosiddetta globalizzazione dellʼeconomia?
Lʼavvento di Internet ha fatto decollare
rapidamente lʼeconomia finanziaria,
marginalizzando lʼeconomia reale basata
sulla produzione di beni e servizi, e
immergendoci nellʼera della
globalizzazione che arricchisce sempre
più i Paesi più ricchi rendendo sempre più
poveri i Paesi poveri, nonché scatenando
nel mondo la più grande crisi economica di
tutti i tempi, portando recessione e miseria
e talvolta la fame a soggetti prima
appartenenti ai ceti medi benestanti.
Stefano Rodotà, professore emerito di
Diritto civile dellʼUniversità di Roma La
Sapienza, affronta questi problemi con il
suo saggio davvero attuale intitolato “Il
diritto di avere diritti” (Editori Laterza,
pp.433, euro 20). Lʼinsigne giurista è uno
dei maestri della scienza giuridica
civilistica; è stato uno degli autori della
Carta dei diritti fondamentali dellʼUnione
europea; è stato Garante della Privacy,
nonché è tuttora editorialista prestigioso di
Repubblica. La sua bibliografia va dagli
innumerevoli testi civilistici a quelli di
bioetica.
Parafrasando nel titolo di questo libro un
concetto di Hannah Arendt, la quale ha
scritto nel ʼ51 (ne “Le origini del
totalitarismo”) che “il diritto di avere diritti, o
il diritto di ogni individuo ad appartenere
allʼumanità, dovrebbe essere garantito
dallʼumanità stessa”, Rodotà risponde
allʼinterrogativo che io ho posto allʼinizio
alla mia recensione sostenendo che sarà
lʼattuazione dei diritti fondamentali degli
uomini che scioglierà le generazioni future
dalla dittatura dellʼeconomia globalizzata e
quindi concretamente del mercato globale
senza regole che mira appunto con
Stefano Rodotà
lʼarbitrio a ridurre in schiavitù i lavoratori.
“E allora – afferma Rodotà sin dal Prologo
– in un tempo che ha voluto celebrare la
fine delle ideologie (e sul quale invece
pesa da decenni lʼideologia del mercato
come unica salvezza)…in un tempo in cui
la promessa novecentesca
dellʼeguaglianza si è scomposta nel
dilagare delle diseguaglianze…in questo
tempo tanto mutato torna forte lʼappello ai
diritti fondamentali…e così fa scoprire
appunto un mondo nuovo e appare come
la vera, grande drammatica narrazione
comune del nostro presente. Il «diritto di
avere diritti» connota la dimensione stessa
dellʼumano e della sua dignità, rimane
saldo presidio contro ogni forma di
totalitarismo”, derivante – preciserei
ulteriormente – dallʼutilizzo della tecno
scienza da parte dellʼeconomia
globalizzata, in mano a grandi holding
bancarie che condizionano il mercato
finanziario globale privo di regole e privo o
esente della necessaria tassazione.
Insomma, per Rodotà ci salveranno le
regole giuridiche come “consolidamento di
spazi di libertà e di opportunità…e che
così diventano pure un riferimento, un
fondamento anzi, di cui lʼazione politica si
può grandemente giovare”.
Non gli economisti ci salveranno, dunque
– aggiungerei – dalla crisi economica, figlia
della ricerca delle grandi ricchezze, bensì
“un nuovo costituzionalismo, che porta in
primo piano la materialità delle situazioni e
dei bisogni, che individua nuove forme dei
legami tra le persone e le proietta su una
scala diversa da quelle che abbiamo finora
conosciute”.
In sintesi Rodotà auspica il rispetto della
persona e dei suoi diritti fondamentali e
segnatamente la «globalizzazione
attraverso i diritti, non attraverso i
mercati». E per capire meglio il pensiero
viene precisato, infatti, che bisogna
strumentalizzare la «rivoluzione di
Internet», sottraendola allʼuso attualmente
distorto e mirante alla disuguaglianza tra le
persone, e seguire le indicazioni verso
nuove vie di un «costituzionalismo globale
possibile».
Per concludere direi che quanto
auspicato da Stefano Rodotà può
realizzarsi solo attraverso dirigenti politici
(Capi di Sato, premier etc.) posti alla guida
delle istituzioni pubbliche, ispirati da quei
valori che per esempio nel nostro Paese
sono stati posti a base della
promulgazione della nostra Carta
costituzionale. Uomini politici, dunque, che
antepongono la tutela del bene comune o,
per dirla con Rodotà, dei diritti
fondamentali della persona, al
perseguimento dei propri interessi
economici, miranti alla realizzazione di
immense ricchezze a costo di pervenire al
default del loro Paese e, comunque, alla
mercificazione dei lavoratori.
MESSINA
I fratelli Grimm e le fiabe secondo Simonelli
MESSINA. In occasione del bicentenario dellʼuscita della prima edizione del volume
delle fiabe dei fratelli Grimm (1812), lʼAssociazione culturale Terremoti di carta,
organizza un incontro con il giornalista Saverio Simonelli, che presenterà il suo
lavoro di recente pubblicazione Nel paese delle fiabe. Lʼappuntamento si terrà,
venerdì 11 gennaio alle 18.30, nei locali della Beta Academy, in Viale San Martino
(alle spalle della cartoleria Prinzi). Il volume di Simonelli è un libro di
viaggio simbolico, emozionale, geografico e storico alla riscoperta
dei luoghi da cui hanno tratto origine le fiabe dei Grimm. In una
mescolanza di storia e fantasia, il giornalista racconta le tradizioni
che hanno ispirato i due fratelli e importanti filologi, le evoluzioni e le
stratificazioni progressive dei testi che essi hanno consegnato ai
lettori, adulti e bambini, di tutto il mondo e di tutti i tempi. Gottinga,
Francoforte, Brema, Asfeld o la Foresta nera: questi i luoghi in cui si
incontrano storia e mistero regalando allʼuniformante modernità un
pizzico di incanto.
MESSINA
La Perla dei Divi
Presentazione del libro di Ninni Panzera
ed esposizione al Foyer del Vittorio
MESSINA. Eʼ stata il 10 gennaio nel Foyer del Teatro Vittorio
Emanuele la mostra di materiali cinematografici originali de “Il
cinema sopra Taormina”. Dopo unʼanteprima la scorsa estate
a Taormina, sono esposti per la prima volta tutti i rarissimi
manifesti e gli altri documenti che compongono la curiosa e
inedita esposizione, che consente di vedere come il cinema
abbia “utilizzato” la Perla dello Jonio, compresi alcuni
manifesti di film stranieri degli anni cinquanta: uno spaccato
significativo di come gli stranieri vedessero Taormina e più in
generale la Sicilia. Lʼinaugurazione della mostra è stata
preceduta dalla presentazione del libro di Ninni Panzera “Il
cinema sopra Taormina”, recentemente premiato alla 34°
edizione dellʼEfebo dʼOro di Agrigento come “Libro di cinema
dellʼanno 2012”. Il curatore ha conversato con Franco Cicero,
Mario Bolognari e Nino Genovese, autori di saggi contenuti
nel volume. Nel corso della serata anche altri interventi:
Claudio Faranda, produttore e interprete del film “Lʼaltro
piatto della bilancia”; Antonio Prestifilippo parlerà di “Carne
inquieta”, un raro film diretto dal padre Silvestro. In questa
occasione sarà anche presentato un emozionante film di
montaggio curato da Fabio Schifilliti che racconta per
immagini le sequenze più suggestive dei film girati a
Taormina. Sarà possibile visitare la mostra fino al 30
gennaio. Nei prossimi mesi il libro sarà presentato in altre
città, prima di concludersi, a fine maggio, a Parigi e
Strasburgo “Il cinema sopra Taormina”, che nelle librerie sta
riscuotendo un buon successo di vendite, è edito da La
Zattera dellʼArte ed è pubblicato anche nella versione inglese
con il titolo “The Stars of Taormina”.
pagina 41
Virna Lisi a Taormina
11 GENNAIO 2013
posterpremi
centonove
PALERMO. L’ente di ricerca privato riconosciuto dal ministero di “Interesse Storico Particolarmente Importante”
Officina studi medievali, prova a dire Ispi
Il presidente Sandro Musco festeggia il traguardo mettendo a segno una nuoiva acquisizione: l’archivio
personale dello studioso e docente Francesco Giunta intestato alla memoria di Maria Rita Lo Forte
DI GIOVANNA PARRINO
PALERMO. Per un ente di ricerca
privato, non vi è modo migliore di
chiudere un anno intenso di lavori, studi e
fatiche editoriali, festeggiando un
riconoscimento da parte del Ministero per
i Beni culturali. Questo avviene alla
famiglia dellʼOfficina di Studi Medievali
con la cerimonia di presentazione al
pubblico, avvenuta lo scorso 21
dicembre, del suo Archivio Documentale,
riconosciuto con recente Decreto dal
Ministero per i Beni culturali, di Interesse
Storico Particolarmente Importante. “Oggi
è un giorno di festa – afferma Sandro
Musco, presidente dellʼOfficina –
particolarmente importante. Festeggiamo
un traguardo ricordando due amici e
colleghi e lo facciamo nel miglior modo
possibile, raccogliendo e salvaguardando
le loro carte e le loro fatiche
professionali”. Ed è proprio sul filo del
ricordo e della memoria che la cerimonia
di inaugurazione dellʼArchivio storico si è
svolta nellʼaula magna dellʼOfficina,
gremita di docenti universitari, giovani
ricercatori, studiosi e collaboratori.
LʼArchivio accoglie, per donazione degli
eredi, lʼArchivio personale del compianto
prof. Francesco Giunta, prestigioso
studioso e docente di Storia Medievale
allʼUniversità di Palermo per quasi un
quarantennio ed è intestato alla memoria
di Maria Rita Lo Forte Scirpo allieva di
Giunta, per decenni preziosa
collaboratrice dellʼOfficina di Studi
Medievali ed impegnata docente e
studiosa di Storia Medievale allʼUniversità
di Palermo. La memoria e il ricordo lʼha
fatta da protagonista anche nella scelta di
conservazione dellʼArchivio. Da oltre un
ventennio lʼOfficina si distingue come
lʼunico ente presente in tutto il meridione
per la formazione nel settore della
conservazione, della gestione e della
fruizione del patrimonio librario e
archivistico. Organizza di concerto con
università ed enti di ricerca nazionali ed
internazionali corsi di formazione nel
settore biblioteconomico e si pone come
riconosciuta e attestata sede di master
universitari. Nel corso delle lezioni i
saperi del libro vengono tutti affrontati e
sviscerati, da docenti e professionisti del
settore. Si passa dalle nozioni alla
pratica, mediante veri e propri laboratori e
tirocini nelle aziende più importanti del
palermitano e dellʼintera regione siciliana.
Si tratta di biblioteche e archivi pubblici e
privati, alcuni in stato di abbandono per le
scarse risorse e le miopi vedute
connesse ad investimenti in cultura da
parte della politica, nonostante si
pongano come luoghi della memoria e
della cultura siciliana di rilevante pregio,
importanza e prestigio. I giovani allievi
vengono condotti dai docenti
Alcuni documenti dell’Officina Studi medievali. In basso Sandro Musco durante la cerimonia di intitolazione dell’Archivio
nellʼacquisizione dei metodi digitali e
innovativi e dai maestri artigiani del libro
nellʼacquisizione delle tecniche di
restauro e conservazione tradizionali. In
un tempo in cui il digitale prende il
sopravvento annullando cumuli di carta,
faldoni, odori e saperi legati allʼinchiostro
e alla colla, giovani e meno giovani
continuano a formarsi e a tramandare la
tradizione e la cultura artigianale, in
unʼottica di continuità e di reale occasione
professionale. Non si tratta di un
controsenso o di utopia. DallʼOfficina di
Studi Medievali giunge lʼinvito a
riappropriarsi di linguaggi e codici
tradizionali per riuscire a cogliere le
risorse e le tante opportunità dei beni
culturali di Sicilia. Proprio per il suo
Archivio storico lʼOfficina ha
commissionato la costruzione delle
scatole per la conservazione delle carte
ad una giovane formatasi durante la
prima edizione del master universitario
sui saperi del libro, le rilegature ad una
storica bottega artigiana di Palermo e la
realizzazione della targa al maestro
Vincenzo Bongiorno, amanuense
contemporaneo, che nel suo laboratorio
lavora la pergamena, realizza gli
inchiostri secondo ricette tradizionali e
decora i suoi prodotti con delle vere e
proprie miniature. Ecco innescarsi un
meccanismo positivo, che potrebbe, nella
nostra regione, ripetersi chissà quante
volte ed avviare processi di occupazione
giovanile estremamente interessanti. I
giovani formati ci sono e i luoghi della
memoria e della storia come le
biblioteche e gli archivi, da
salvaguardare, valorizzare, rigenerare,
recuperare, rendere fruibili, abbondano e
gridano giustizia. “È in questo modo che
noi intendiamo promuovere la legalità:
attraverso la salvaguardia della cultura e
dei luoghi che la esprimono con lʼauspicio
di innescare reali meccanismi lavorativi –
afferma Sandro Musco”.
Un pomeriggio davvero intenso e ricco di
emozione e progettualità. Hanno preso la
pagina 42
parola, tra gli altri, Maurizio Carta Delegato alle politiche culturali
dellʼUniversità degli Studi di Palermo,
Salvatore Fodale - Ordinario di Storia
Medievale alla Facoltà di Lettere e
Filosofia dellʼUniversità di Palermo,
Sergio Gelardi - Dirigente Generale
dellʼAssessorato Regionale Beni culturali
e Identità siciliana, Mario Giacomarra preside della Facoltà di Lettere e Filosofia
dellʼUniversità di Palermo, Aldo Sparti già Soprintendente della Soprintendenza
Archivistica per la Sicilia.
centonove
postermostre
11 GENNAIO 2013
MESSINA. All’Orientale Sicula incisioni e oli del maestro
Togo, cuore di Sicilia
Tra arance e limoni, naviga con l’animo di un fanciullo nell’azzurro Mar Jonio.
Ricomponendo magicamente le varie tonalità di rosso e verde. Delle sue radici
DI GIGI GIACOBBE
MESSINA. Anche se nato
a Milano ha il cuore nella
sua terra di Sicilia, in quel
puntale a picco sul mare
di Briga Marina che
riproduce da sempre nelle
sue tele e nelle sue
incisioni. Sto parlando di
Enzo Migneco, in arte
Togo, che ricordo da
ragazzino in una protesta,
credo per la mancanza di
spazi espositivi, assieme
ad altri artisti di Messina
(Occhipinti, Celi, Samperi,
credo pure Santoro,
Cannistraci ed altri) in
quel pezzo di Via
Garibaldi allʼincrocio con
Via Cesare Battisti, dove
a cavallo degli anni ʼ50 e
ʼ60 sorgeva il Bar Nettuno
dai colori bianco-celesti,
con le sue sedie di tela
(tipo quelle dei registi)
situate sul marciapiedi –
Enzo Migneco, in arte Togo
dove adesso cʼè la
Salumeria Nucita - e la
che questo nostro artista, nato nel 1937, naviga
protesta si concretizzava attaccando sugli alberi
nellʼazzurro Mar Jonio col cuore dʼun fanciullo, in
della strada i propri disegni e le proprie opere. Poi
grado ancora di emozionarsi come colui che
Togo si è trasferito definitivamente a Milano,
zappettando nei campi incolti raccoglie fasci di
facendo capolino a Messina e chiaramente nella
ginestre o afferra dagli alberi arance, limoni e
sua Briga Marina, che riproduce nei suoi dipinti
limoncelli o come chi avendo la mente rivolta ad
quasi come una coazione a ripetere o in modo
una gioia di vivere matissiana ricompone
gioiosamente ossessivo, per utilizzare un
magicamente le varie tonalità dei rossi e dei verdi,
ossimoro a lui caro. La mostra di oli e incisioni
segnando armoniose e precise campiture, quasi
adesso allʼOrientalesicula (visitabile sino al 19
geometrizzate, come è dato da vedere dallʼalto
gennaio) attestano ancora una volta la sua felice
nelle nostre campagne siciliane. La mostra in
visione pittorica, definita negli anni, realistica alla
questione è affascinante e il visitatore è come
Guttuso, impressionista alla maniera di Cezanne
accolto da uno scoppiettio di colori che abbagliano
o espressionistica con riferimento a Nolde.
e ipnotizzano e in cui predominano tante
Osservazioni che possono starci tutte e che
gradazione di gialli, di arancio e di blu-marine.
rispecchiano la sua personalità. Aggiungerei solo
MESSINA
Sassu ancora in mostra
Prorogata l’esposizione al Sagittario
sui cento anni di un grande artista
MESSINA. Cʼè ancora tempo per vedere la mostraevento organizzata dalla Galleria Il Sagittario di via
XXIV Maggio a Messina. La mostra, che doveva
chiudere il 5 gennaio, è stata prorogata per lʼaffluenza
di appassionati. Nel centenario della nascita di Aligi
Sassu, la galleria propone infatti un vasto repertorio
delle sue opere. Si passano in rassegna i soggetti più
esplorati dalla pittura di Sassu: le figure femminili,
dalle mitologiche Diana e Leda alle “Amiche” del
1981, ma soprattutto cavalli come nel “Cavaliere e Centauro” del 1988 e “Il Manto
Rosso” del 1981.
Pastore di cavalli
(35x45 olio su tela)
pagina 43
CENTENARI
Guttuso, il valore delle idee
Si chiusono le celebrazioni a Roma
DI CARLA SFAMENI
ROMA. Si conclude con una
grande mostra al Complesso
del Vittoriano lʼanno di
celebrazioni dedicate al
centenario della nascita di
Renato Guttuso (“Guttuso.
1912-2012”- fino al 10 febbraio
2013). È un omaggio dovuto e
sentito ad uno dei protagonisti
della cultura del Novecento da
parte della città che il pittore
siciliano scelse per trascorrere
gran parte della sua vita e
della sua esperienza creativa.
Più di cento opere provenienti
da Musei e collezioni italiane e
straniere permettono di
seguire un complesso
percorso artistico che, con
esiti diversi, testimonia
sempre un coerente ed
ininterrotto impegno sociale:
“Se io potessi, per
unʼattenzione del Padreterno,
scegliere un momento nella
storia ed un mestiere,
sceglierei questo tempo ed il
mestiere di pittore”. Così
scriveva infatti lʼartista che ha
saputo raccontare nei suoi
quadri le lotte sociali, le
condizioni dei contadini e degli
operai siciliani, la politica, la
guerra. Tra i quadri in mostra
spicca la famosa Crocifissione
(nella foto in alto un
particolare), del 1941,
condannata dalla Chiesa per
aver mostrato il corpo nudo
della Maddalena, ma efficace
come poche opere al mondo
per denunciare lʼorrore di chi
viene perseguitato ed ucciso
per le proprie idee. Guttuso
infatti ha voluto rappresentare
essenzialmente “una tragedia
di oggi, il giusto perseguitato è
cosa che soprattutto oggi ci
riguarda”. A testimoniare
questo impegno sociale e
autenticamente “politico” sono
i numerosi quadri legati ai
problemi sociali o alla brutalità
della guerra e della violenza,
come “Occupazione delle
terre” o “Fucilazione in
campagna”, ispirata a “Le
fucilazioni del 3 Maggio” di
Francisco Goya. Di grande
impatto emotivo sul visitatore,
poi, la “Solfatara”, con il suo
intreccio di corpi e fatica, e la
“Vucciria”, vivace spaccato del
famoso mercato di Palermo,
per ragioni diverse permeate
di intenso realismo. La mostra
rivela in maniera efficace gli
intensi legami che lʼartista
seppe intrecciare con gli
intellettuali più importanti della
sua epoca, da scrittori come
Moravia e Sciascia, ma anche
Pasolini e Neruda, a scultori
come Moore e Manzù, a registi
come Visconti e De Sica, ma
anche politici, musicisti e
soprattutto pittori. Tra questi
spicca indiscutibilmente la
figura di Picasso, spesso
richiamata nelle sue opere. Lo
studio di Guttuso a Roma fa da
raccordo fra tante esperienze
culturali e diventa un punto di
riferimento per molti
intellettuali dellʼepoca. Tra le
opere dellʼimpegno e della
politica, presenti
nellʼesposizione, da citare
sicuramente “La discussione”,
che bene restituisce
lʼatmosfera degli anni
Sessanta e la grande tela dei
“Funerali di Togliatti”. La
produzione dellʼartista tocca
anche altri temi, primo fra tutti
quello dellʼamore. Ma il vero fil
rouge che lega tutta lʼopera di
Guttuso è la Sicilia, presente
quasi ovunque non solo nelle
raffigurazioni realistiche di
contadini e pescatori, ma
soprattutto attraverso lʼuso dei
colori, i toni caldi e accesi
dellʼinterno, o i tanti blu della
costa.
posterweekend
11 GENNAIO 2013
come... dove... quando...
venerdi' 11 gennaio
MESSINA. Sogno di
una notte di mezza
estate. Con Leo
Gullotta e Mimmo
Mignemi.
Teatro Vittorio
Emanuele - ore 21
MESSINA. Duo in
Jazz. Con Salvatore
Donato al piano e
Giovanni Castriciano
al contrabbasso.
MUSICA
Scala Maggiore Jazz
Club - ore 22
MESSINA. Les Spritz
in concerto. Teatro
Pinelli - ore 23
MESSINA. Happy
Fuck'n'roll Year. Live
dei Silver Bullets
17 Re - Galleria
Vittorio Emanuele - ore
22.30
MESSINA. Marco
sabato 12 gennaio
Parente. Live del
cantautore
napoletano, per la
rassegna Living
Room. Bottega Rapa
Nui (Via Monsignor
Grano 3) ore 22
TORREGROTTA.
Live della band
messinese
Ennefattoriale al
Rockerilla Pub - ore 22
Natale: le più cantate
NEL PERIODO NATALIZIO è quasi impossibile non
ascoltare almeno una volta “Tu scendi dalle stelle” o
“Astro del Ciel”. Cʼè poi chi si dedica coscientemente
ad abbuffate festivo-musicali, andando a sentire cori polifonici e concerti gospel. Anche dalle nostre parti, in tal senso, le occasioni sono state numerose e alcune anche di qualità. Ma, limitandoci allʼambito pop, quali sono i titoli delle canzoni di Natale più amate e
più ascoltate? È la domanda che si sono fatte le due associazioni
PRS for Music e PPL, che, in Gran Bretagna, hanno stilato una lista
dei primi dieci titoli di canzoni di Natale, sulla base delle vendite nei
negozi, airplay in radio, passaggi in televisione, performance e musica dal vivo. Mariah Carey con la canzone “All I Want For Christmas Is You” incisa nel 1994, è stata nominata la canzone più ascoltata di Natale degli ultimi dieci anni. Dopo di lei The Pogues and Kirsty MacColl con la canzone “Fairytale of New York'”. Al terzo posto
“Merry Christmas Everybody” di Slade, mentre “Stop The Cavalry”,
cantata da Jona Lewie, è al quarto posto.
di Marco Olivieri
L’offerta di Tornatore
NON HA LA profondità filosofica di “Una pura formalità”, né risulta avvincente come il diseguale ma coinvolgente “La sconosciuta”. Tuttavia, “La migliore offerta”, il nuovo film di Giuseppe Tornatore, è un thriller che dimostra
quanta abilità e forza suggestiva ci siano nel suo cinema quando si
dedica al mistero e alle sue implicazioni narrative. La storia dellʼalgido e raffinatissimo esperto dʼarte Virgil Oldman (lʼottimo Geoffrey
Rush), destinato a perdere ogni difesa a causa delle conseguenze
dellʼamore, emoziona e convince grazie alla direzione ispirata e alla fotografia (fredda e inquietante al punto giusto) di Fabio Zamarion. Cast internazionale (da ricordare Donald Sutherland), colonna sonora dellʼimmancabile Morricone e ambienti nordici, funzionali allʼintrigo, si sposano bene. Nellʼepilogo, regia e musiche celebrano troppo se stesse, ma complessivamente il film funziona.
“La migliore offerta” alla sala Apollo 5 e nelle multisale Iris
e Uci Cinemas di Messina
Jam. Improvvisazioni
musicali al Teatro Pinelli ore 15
MESSINA. Quartetto della
Scala. A cura delle ass.
Accademia Filarmonica e
Vincenzo Bellini. Al
Palacultura Antonello - ore
18
BARCELLONA. Eugenio
Bennato e Lassatilabballari
ParcoMuseo Jalari - ore 22
17.30
MESSINA. Armonico
Ensemble. A cura della
Filarmonica Laudamo.
Palacultura Antonello
ore 18
MESSINA. Giovanni
Renzo in concerto.
Teatro Pinelli ore 22.30
BARCELLONA. 'L'ha
fatto una signora', di Maria
Ermolli De Flavis.
DI PAOLO RANDAZZO
CATANIA. Cʼè tra noi, in Sicilia, a
Catania, un pezzo del più gloriso
teatro nazionale. Ci parla, ci
ascolta, ascolta le voci più
profonde del nostro tempo,
continua ad amare e ad
emozionarsi, recita, scrive, scopre
testi inediti, insegna i segreti della
scena e soprattutto è attento ai
giovani del suo teatro “del
Canovaccio”, dove lavora e crea
ancora. Parliamo di Piero
Sammataro, lʼattore di tradizione
più prestigioso che, pur nativo di
Cremona, vive a Catania.
Sammataro è attivo ormai da anni
sulla scena siciliana e appena
qualche giorno fa ha celebrato i
gjhklghjk
cinquantʼanni della sua
formidabile carriera teatrale alla
Sala Chaplin di Catania. Lo abbiamo incontrato.
Maestro, ha provato a individuare un senso
complessivo a questa sua così importante
esperienza artistica?
«È stata una straordinaria avventura umana e
artistica, ho avuto in sorte di vivere quello che,
senza dubbio, può esser considerato il momento
migliore del teatro italiano: ho incontrato grandissimi
testi e lavorato con maestri di livello ineguagliabile:
penso a Gianni Santuccio, Tino Carraro, Renzo
Ricci, Orazio Costa, Giorgio De Lullo e ancora
Luchino Visconti e Giorgio Strehler. Maestri che
sapevano sviscerare i testi e sapevano incarnare e
comunicare i segreti più impervi dellʼ arte teatrale. A
testimoniare questa grandezza siamo ormai rimasti
in tutto tre o quattro in Italia. Ma vorrei dire anche
qualcosa che va oltre lʼesperienza artistica: quello
legato a questi grandi nomi, e a coloro che con questi
maestri hanno avuto il privilegio di lavorare, non è
stato solo un sogno dʼarte, ma anche un sogno
politico: una specie di grande ed entusiasmante corsa
alla ricerca dellʼoro di una cultura teatrale, raffinata ed
insieme diffusa e popolare, che però non ha dato gli
esiti che abbiamo sognato».
Qual è, o quali sono, gli spettacoli che considera più
importanti nel contesto della sua carriera dʼattore?
«“I sei personaggi in cerca dʼautore” del ʻ64, della
compagnia dei giovani diretta da De Lullo; dieci anni
dopo, nel ʼ74, “il giardino dei ciliegi” di Cechov diretto
da Strehler, credo lʼ esperienza massima per un
attore; e infine le tante messinscena de “il diario di un
pazzo”, un testo amatissimo di Gogol che ho
interpretato e diretto nei contesti più disparati.
La personalità artistica che lʼha segnato?
teatro
“Mi scappa da ridere”, Hunziker ricomincia da tre
Agave Spettacoli.
L'appuntamento è
fissato al teatro
Metropolitan il prossimo
29 gennaio alle 21:30.
Ritmo incalzante per
uno spettacolo "leggero"
dove la conduttrice di
MESSINA. Addio alle
scene (o forse no). di e
con Giuseppe Luciani, per
la rassegna "Cocci aguzzi
di bottiglia - Percorsi
teatrali ravvicinati".
Bottega Rapa Nui - ore 21
MESSINA. Sogno di una
notte di mezza estate.
Con Leo Gullotta e
Mimmo Mignemi.Teatro
Vittorio Emanuele - ore
Se cinquant’anni vi sembran pochi
debutti
CATANIA. Michelle
Hunziker debutta con la
terza stagione del suo
show "Mi scappa da
ridere". Dopo la prima al
teatro Manzoni di
Monza, il 10 gennaio, la
showgirl svizzera
resterà tre giorni nella
città lombarda e dopo si
trasferirà in Sicilia.
Prima tappa a Palermo
al teatro al Massimo
dove per dieci giorni dal
17 al 27 gennaio. Poi
sarà il momento di
Catania. La contagiosa
risata di Michelle
Hunziker sbarcherà
nella città etnea grazie
ad un'iniziativa della
domenica 13 gennaio
INTERVISTA. A tu per tu con l’attore Piero Sammataro
di Cesare Natoli
NUOVEVISIONI
MESSINA. Sogno di una
notte di mezza estate. Con
Leo Gullotta e Mimmo
Mignemi.Teatro Vittorio
Emanuele - ore 21
MESSINA. Vincenza e
Cuncittina. Con la
compagnia messinese "I
giovani del Pirandello".
Teatro Stabile Zancle (Viale
Principe Umberto) ore 21.
MESSINA. Pinelli Street
centonove
Striscia La Notizia si
racconta, cantando e
ballando, con quel suo
modo simpatico e
informale che l'ha fatta
amare dal pubblico. Sul
palco con lei anche sei
ballerine (tra le quali la
siciliana Giovanna
D'Angi), con coreografie
di Bill Goodson e
musiche di Leonardo De
Amicis, una piccola
orchestra e il supporto
di una tecnologia
video molto complessa
dove l'attrice interagisce
con il Mago Forest, suo
"compagno di scena
virtuale", una sorta di
Grillo Parlante per
Michelle. 'Mi
scappa da ridere'
è stato scritto dalla
Hunziker con Riccardo
Cassini, Francesco
Freyrie, Piero
Guerrera e Giampiero
Solari, che è anche
regista dello
spettacolo.
cartelloni
Il paraninfo al Musco di Catania Bellini, lirica nel segno di Verdi
CATANIA. Nel nuovo
cartellone dello Stabile
etneo - intitolato dal
direttore Giuseppe
Dipasquale “Lʼarte della
commedia” in dialettica
correlazione al tempo
della crisi - non poteva
mancare un classico del
teatro comico siciliano. La
scelta è caduta su un
testo di culto: “Il paraninfo”
di Luigi Capuana, pietra
miliare della
drammaturgia in
vernacolo. Appuntamento
al teatro Musco dallʼ11
gennaio al 10 febbraio. La
produzione dello Stabile
riprende quella realizzata
nel febbraio 2003
pagina 44
puntando sulla qualità di
allestitori e interpreti.
Regia e adattamento
sono di Francesco
Randazzo. Nel ruolo del
titolo un beniamino del
pubblico, Angelo Tosto,
affiancato da un folto cast:
Vitalba Andrea,
Alessandra Barbagallo,
Filippo Brazzaventre,
Cosimo Coltraro, Egle
Doria, Camillo Mascolino,
Margherita Mignemi,
Rosario Minardi, Sergio
Seminara, Olivia
Spigarelli, Riccardo Maria
Tarci, Aldo Toscano,
Luana Toscano. Al
pianoforte lo stesso Nino
Lombardo.
CATANIA. La stagione
lirica 2013 del teatro
Bellini di Catania parte nel
segno dell'anno verdiano.
L'apertura è affidata, il
prossimo 19 gennaio, a
'Un ballo in maschera', di
Giuseppe Verdi che
mancava dal capoluogo
etneo da otto anni e che il
Bellini affida alla
bacchetta di un grande
della lirica qual è José
Cura, che da qualche
tempo affianca alla sua
luminosa carriera di
tenore anche quella di
direttore d'orchestra, alla
sapiente regia di Luca
Verdone, alle voci del
soprano Dimitra
Theodossiou e del tenore
Marcello Giordani.
L'opera resterà in scena
per sette recite, fino al 30
gennaio. Il Bellini ha già
cominciato a ricordare i
duecento anni dalla
nascita di Giuseppe Verdi
lo scorso mese, mettendo
in scena La Traviata
quale ultimo titolo della
Stagione 2012, e lo farà
ancora nell'ottobre
prossimo con Stiffelio,
opera finora mai andata in
scena a Catania. Nel
foyer del teatro, dal 19 al
30 gennaio, sarà inoltre
allestita una mostra
dedicata proprio a Verdi e
alle sue opere.
posterweekend
centonove
lunedì 14 gennaio
Associazione Cattafi
Barcellona. Ore 18, presso
l'Oratorio Salesiano Teatro 'Vittorio Curro'
BARCELLONA. 'A clinica
di scattiati' per la rassegna
teatrale 'Piccoli Spazi',
dell'Associazione Vivi Don
Bosco. Ore 18.30, presso
l'Istituto Figlie di Maria
Ausiliatrice
PALERMO. 'Ridere è una
cosa seria', dello scrittore
umorista Antonio Di
Stefano. Teatro Lelio ore 21
PALERMO. Roberto
Brusca Trio feat. Dario
Deidda & Giuseppe Urso.
Con Roberto Brusca
(piano), Dario Deidda
(basso el.), Giuseppe Urso
(batteria). Sala Paul Motian
(Via Mariano Stabile, 179)
ore 10.30
PALERMO.
Enrico Rava
Quartet.
Nell'ambito
dell'81^ Stagione
concertistica
organizzata
dall'Associazione
Amici della
Musica. Con
Enrico Rava
(tromba),
«Sicuramente Giorgio Strehler, il più grande
narratore di favole che il teatro italiano abbia mai
conosciuto. Di lui, oltre alla sua incredibile capacità di
lettura dei testi e di direzione degli attori, ricordo
soprattutto la capacità di costruire scene che
cambiavano magicamente e guidavano gli attori e il
pubblico veramente dovunque».
Come veda la situazione attuale del teatro
italiano?
«Il nostro teatro nazionale è oggettivamente in una
fase di grande decadenza. Ci sono pochissime
persone che sanno scrivere per il teatro e questo
accade perché le energie artistiche si sono rivolte
altrove: al cinema prima, poi alla televisione. In Sicilia
poi siamo quasi a un livello “filodrammatico” e in
questo giudizio comprendo ovviamente anche
lʼattività degli Stabili. La situazione è spesso
condizionata negativamente da qualche ideuzza
politico-sociale a cui ci si aggrappa quasi fosse una
lampada di Aladino, ma che finisce ben presto col
mostrare tutta la sua povertà, se non proprio, sterilità
artistica. E considero devastante poi la pretesa di
avere soldi e finanziamenti pubblici senza dimostrare
alcuna voglia di lavorare generosamente e
duramente per il teatro».
Una delle coordinate del suo lavoro di
insegnante di teatro e di regista è stata
lʼattenzione ai giovani.
«Io credo che i giovani abbiano sempre, quasi
costituzionalmente direi, voglia di sentire delle storie
e che se cʼè una cosa che occorre insegnare loro (è
quello che faccio oggi al Teatro del Canovaccio) è
che le storie che si costruiscono e si vedono al teatro
sono sempre frutto di un lavoro collettivo, di un duro
lavoro collettivo. Il teatro si fa insieme e si fa
amandosi. Se si considera in questa prospettiva,
gran parte delle cose che si vedono sulla scena
nazionale purtroppo si fa fatica a chiamarla “teatro” e
dimostra una assoluta povertà artistica».
Quali sono i suoi prossimi progetti artistici?
«Sto lavorando a una riscrittura del “Giardino dei
ciliegi” che debutterà in aprile al Canovaccio, ma con
unʼambientazione nostra, un bellissimo uliveto, poi
sicuramente un “Rosario” di De Roberto e ancora
una cosa a cui tengo moltissimo: un atto unico e
inedito di Luigi Capuana, “Ammatula”, scritto nel più
puro e straordinario dialetto di Catania».
musica
Bennato e LassatiAbbalari a Mirto
CAPO DʼORLANDO. Registra
immediatamente il tutto esaurito
la nuova proposta musicale
dellʼAssociazione Cross Road
Club di Capo dʼOrlando, che
vede impegnati Eugenio
Bennato, fondatore negli anni
Settanta la Nuova Compagnia
di Canto Popolare, il primo e più
importante gruppo di ricerca
etnica e revival della
musica popolare
dell'Italia del Sud.
Bennato sarà
domenica 13
gennaio alpub La
Dispensa di Mirto
accompagnato dai I
LassatilAbballari
formazione siciliana
nata nel 2006 a
seguito dellʼincontro tra Michele
Piccione e Benedetto Basile.
Diversi sono stati i musicisti che
nel corso degli anni hanno
gravitato attorno ai
LassatilAbballari, fino ad
arrivare alla formazione odierna
composta da Michele Piccione,
Benedetto Basile, Barbara
Crescimanno, Paolo De
Leonibus e Ciccio
Piras. Il progetto
LassatilAbballari”, si
prefigge di spingere
il proprio pubblico al
movimento, al ballo,
allo sfogo delle
proprie naturali
pulsioni attraverso
precisi schemi
culturali.
Gianluca Petrella
(trombone),
Giovanni Giudi
(pianoforte),
Gabriele
Evangelista
(contrabbasso),
Fabrizio Sferra
(percussioni).Tea
tro Politeama
Garibaldi alle ore
21.15
mercoledi' 16 gennaio
MESSINA. Otello
con Massimo
Dapporto e
Maurizio
Donadoni.
Teatro Vittorio
Emanuele
ore 21
PACE DEL
MELA.
Grisù, Giuseppe
e Maria. Da un
testo di Giovanni
Clemente.
Auditorium
comunale ore 21
PATTI. Puccini
d'arte e d'amore
di e con Giorgio
Albertazzi.
Teatro
Beniamino
Joppolo - ore
21.15
TEATRO
11 GENNAIO 2013
giovedi' 17 gennaio
MESSINA. Otello con
Massimo Dapporto e
Maurizio Donadoni.
Teatro Vittorio
Emanuele
ore 21
MESSINA. Un palco
all'Opera. Alessandro
Crosta (flauto), Nadia
Testa (pianoforte) per i
Concerti dell'Ateneo
Messinese.
Aula Magna
dell'Università - ore 21
MESSINA. Gulliver Trio.
Musica Kosher con la
band messinese. Scala
Maggiore Jazz Club ore 21.30
MESSINA.
Stazionesonora. Per la
stagione Galleria in
Musica. Galleria
Provinciale d'Arte
Moderna e
Contemporanea
ore 17
MESSINA. In direzione
ostinata e contraria. Il
Sacro, proiezioni video,
mostra fotografica,
tributo musicale,
illustrazioni grafiche,
teatro e pittura.
Centro Multiculturale
Officina - ore 21.30
DE GUSTIBUS di Massimo Lanza
Da Piero “Il Salumaio”
Shakespeare secondo Gullotta
“Sogno di una notte di mezza estate”
inaugura la stagione del Vittorio
MESSINA. Eʼ la commedia dei grandi sentimenti in cui
sʼintrecciano amori e passioni, litigi e ricongiungimenti,
divertimenti, beffe e incantamenti giostrati da elfi, fate e
spiritelli, in cui i sogni si mischiano alla realtà e dove le
trame si concludono felicemente come è nei desideri
degli spettatori. Stiamo parlando del “Sogno dʼuna notte di mezza estate” di Shakespeare che ha inaugurato
avantieri sera, con la regia di Fabio Grossi, la nuova stagione del Vittorio Emanuele. A proporre lo spettacolo è
la compagnia di Leo Gullotta, lui stesso nei panni di Bottom, il cortigiano-tessitore che assieme ai suoi amici artigiani decide di rappresentare “Piramo e Tisbe”, una
tragedia che somiglia al “Romeo e Giulietta” provata a
lungo in un bosco fatato, giusto per onorare le nozze
di Teseo, duca di Atene, con Ippolita, regina delle Amazzoni. Intanto in quella selva incantata si ritrova la giovane coppia di Lisandro ed Ermia che si amano e che
stanno fuggendo da Atene perché il padre di lei vorrebbe darla in sposa a Demetrio che intanto insegue i
due, inseguito a sua volta da Elena che lo ama alla follia. Nel frattempo Oberon, il re delle fate, e Puck, il folletto al suo servizio, si divertono alle spalle dei quattro
giovani innamorati e di Titania (sposa di Oberon), intrecciando tra loro nuove passioni e nuove magie. I litigi, gli equivoci e gli intrighi, si scioglieranno quando Oberon deciderà di dare un taglio a tutti i suoi scherzi e quando Teseo rintracciando le due coppie di giovani approverà le unioni secondo i loro sentimenti. «Il "Sogno" - dice Gullotta - è un'opera multiforme, carica di segni, complessa. Grossi e io abbiamo pensato che la pièce proponga al pubblico quattro livelli di riflessione che interagiscono: il Potere, rappresentato da Teseo; la Realtà
con Bottom e il suo mondo di operai, emigrati, rozzi e
buzzurri ma concreti, semplici e felicemente creativi; il
Demoniaco con Puck, le fate, i sortilegi, che si presenta con le immagini fetish e che rappresenta l'inconscio,
l'irrazionale, le pulsioni sotterranee all'agire dell'uomo;
infine l'Amore, la sua follia e i suoi inganni con le due
coppie di innamorati che vengono messe alla prova prima di riconciliarsi».Traduzione e adattamento sono firmati dallo stesso Grossi e da Simonetta Traversetti,
scene e costumi di Luigi Perego, musiche originali di
Germano Mazzocchetti, coreografie di Monica Codena, luci di Franco Buzzanca. Gullotta è affiancato da
Mimmo Mignemi e da altri ventuno attori.
Gigi Giacobbe
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ARCHIVIATO IL 2012, che ha visto un preoccupante aumento delle chiusure per cessata attività di tanti esercizi commerciali, anche con una gloriosa e lunga storia alle spalle, iniziamo il nuovo anno segnalandovi invece lʼapertura di una
bella salumeria a Messina. I gourmet locali Piero lo conoscono da tempo, per un paio di decenni ha lavorato fianco a
fianco allo zio Franco, nella storica salumeria Doddis di via
Garibaldi, che ha chiuso i battenti per una serie di legate alla morte del titolare. Da qualche mese Piero ha invece aperto una salumeria tutta sua a due passi dal suo vecchio posto
di lavoro, in via San Liberale. Attento selezionatore di formaggi e salumi Piero ha davvero una vasta ed intelligente
scelta di prodotti che abbraccia tutta la penisola. Per citarne
qualcuno possiamo iniziare dalle mozzarelle di bufala campane al pecorino di Pienza, dal Bastardo del Grappa al pecorino di fossa di Sogliano, dalla Fontina originale allʼUbriaco veronese, buona anche la selezione di formaggi siciliani
e non manca comunque anche qualche ottimo formaggio
francese. Lo stesso discorso vale per i salumi, una scelta vasta che tocca quasi tutte le regioni dʼItalia e comprende tra
lʼaltro varie tipologie di Bresaola, Salame Felino, Capocollo,
Speck e tanto ma tanto altro ancora. Ovviamente non mancano le delicatessen da ogni parte dʼItalia e del mondo, dai
wusterl tedeschi al salmone scozzese, dallo yogurt greco al
tonno e alla bottarga trapanese. Fornito anche il reparto pasta con pasta fresca, anche ripiena come tortelli e ravioli, e
pasta secca artigianale e tanti altri prodotti da fare la felicità
dei gourmet più ricercati come biscotti artigianali, conserve,
olio, spezie. Per chi ama anche il vino cʼè persino una piccola ma ben fatta selezione di etichette siciliane e dal resto dʼItalia.
Piero il Salumaio – Via San Liberale 6/D – Messina
SICILIA DA ASSAGGIARE!
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PRIMO PIATTO dal sapore veramente unico sfruttando il frutto particolare che è la carruba.
Dose per un kg. di impasto: 800 gr. farina di grano duro,
200 gr. farina di polpa di carruba, 10 uova, un pizzico di sale.Versare la farina a fontana sulla spianatoia; mettere al
centro l'uovo e il sale e lavorare l'impasto.
Lavorare la pasta fino a ottenere una sfoglia sottile. Lasciatela asciugare q.b. e ricavarne nel modo consueto delle tagliatelle. Per il condimento: 300 gr. bottarga di muggine, 2 spicchi d'aglio, olio extra vergine dʼoliva minuta (presidio slow food), prezzemolo, buccia dʼarancia o limone
grattugiato, 1/2 bicchiere di vino bianco secco.
Soffriggere l'aglio e la bottarga (gr. 250) nell'olio d'oliva; aggiungere il vino bianco e lasciare evaporare.
Versare la pasta precedentemente cotta e scolata, lasciare insaporire, prima di servire spolverizzare il tutto con prezzemolo tritato, buccia d'arancia e bottarga finemente grattugiate.
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11 GENNAIO 2013
MESSINADRASTICA di Fabio Amato
Messina città
dell’anno
MESSINA. La Comunità
Economica Europea ci ha premiato. Ha voluto premiare Messina come città dell'Anno, ed di conseguenza premiare anche tutti i nostri concittadini. La premiazione si è
svolta la notte del 31 Dicembre u.s. nella zona di Maregrosso, finalmente bonificata.
Ma l'avette visto il nostro Water- Front? E'
proprio uguale al peggior water, delle peggiori latrine del mondo. Durante la premiazione, dato che i messinesi hanno effettuato la raccolta differenziata in maniera indiferrenziata, cioè buttando senza ritegno e
criterio di tutto e di più, ci hanno fornito, regalandoli, dei contenitori per i vestiti, che come potete ben vedere, sono già stracolmi
di vestiti e scarpe. Ed infatti è un modo nuovo di vendere. Tutto gratis, si va vicino ai
contenitori e si sceglie quello che si vuole.
Abbiamo creato i nuovi out-let dell'abbigliamento.Tutto offerto dal Comune di Messina che cosi facendo risparmia sui costi di
distribuzione, che uniti agli altri risparmi effettuati sulla manutenzione delle strade,
sulla bonifica del verde, sui trasporti pubblici, sugli asili comunali, sui centri sociali
per gli anziani, riuscirà alla fine del 2013 a
pareggiare il bilancio. Alta politica Economica! Il momento più emozionante, comunque, della notte di Capodanno, è stato
quando tutti i cittadini Messinesi si sono ritrovati a Piazza Duomo per brindare all' Anno Nuovo .
I cittadini , avevano l'obbligo di portare la
spazzatura, raccolta dopo il cenone, ed allo scoccare della Mezzanotte, tirare ognuno in aria il proprio sacchetto di spazzatura, cercando di colpire le statue del Duomo
e le Fontane circostanti , chi poi e' riuscito
a colpire il Leone, diventerà Sindaco di Messina. Purtroppo non abbiamo avuto un solo vincitore, perchè ben 10 cittadini hanno
colpito il Leone, facendolo fra l'altro cadere
sulla Piazza Duomo, e quindi si dovrà ricorrere al ballotaggio, al quale però vogliono partecipare anche quelli che hanno colpito Dina e Clarenza e la Chiesa di Montalto e quindi stanno iniziando ad esserci i primi ricorsi. Comunque, in conclusione, il
Duomo di Messina è tutto distrutto e sommerso dalla spazzatura e noi siamo ancora senza Sindaco. Buon anno a tutti.
ECOLOGIA E AMBIENTE
posterlettere&...
ATTUALITA’ di Francesco Palazzo
centonove
HERITAGE di Sergio Bertolami
Se il prete aspetta un figlio
Pochi ascoltano il canto
degli uccelli
CHE NE PENSEREBBE quel bimbo nato nella stalla più famosa dell'universo,
del suo quasi coetaneo che verrà chiamato al mondo in conseguenza
dell'unione tra un ministro della chiesa e la sua compagna di vita? Forse
capirebbe. Visto che lui viene dentro la storia in una situazione molto più unica
che rara. Sa che la vita segue percorsi tortuosi e la salvezza può anche venire
da un bue e da un asinello che fanno da scaldino. Il vertice della diocesi di
Trapani, invece, non ha avuto dubbi. Ha definito dolorosa, anche se onesta (ma
pare l'onestà di chi confessa pubblicamente un crimine), la scelta di un prete di
seguire la sua donna che attende un figlio.
Ma può essere mai doloroso l'amore per una compagna e per il frutto a venire di
tale sentimento? Si è aggiunto che il presbiterio e la chiesa locale vivono con
grande sofferenza e lacerazione quanto accaduto. Ma per quale motivo
dovrebbe sentirsi ferita una comunità che registra una scelta d'amore di un suo
membro? Non è forse lo stesso bambino, nato simbolicamente il 24 notte in tutte
le chiese del mondo, a porre l'amore come primo comandamento? Il punto è che
in ambito cattolico si vive sempre con grande imbarazzo quanto accade nelle
camere da letto. Sia che vengano frequentate da laici sia, a maggior ragione,
che siano visitate dai chierici. I pastori di anime intendono porsi da guida per le
vite dei fedeli, ma non appena si trovano a vivere un normalissimo sentimento
all'interno del loro mondo, vanno in tilt. Non sarebbe stato del tutto umano, da
parte della chiesa, anziché definire in termini luttuosi l'evento, declinarlo con
gioia, nella certezza, e nella speranza, che due persone hanno intrapreso una
strada di condivisione scegliendo di costruire una famiglia? Anzi, il giubilo
doveva essere ancora più grande proprio perché la famiglia, composta da un
uomo, una donna e dalla prole, viene additata dal cattolicesimo come il
parametro più perfetto di una società ordinata. Su questa storia, troppo si è
detto dell'uomo, pochissimo della donna, quasi un dettaglio la sua esistenza,
niente del nascituro.
Tuttavia, proprio su una vita che esordisce la cristianità ha fondato il suo essere
più profondo e la sua giustificazione storica più certa. Una contraddizione troppo
stridente. Eppure, come dice il prologo del vangelo di Giovanni, il verbo si fece
carne. Ma una cosa è la teoria, un'altra la pratica. Se il presbitero avesse
rinunciato all'abito talare per fare l'ingegnere, il politico, il medico, il
commercialista, o qualsiasi altra cosa che fosse stata mille miglia lontana dal
corpo di una femmina e dal frutto che porta in grembo, non sarebbe diventato il
caso che abbiamo letto sugli organi d'informazione. Quindi il nocciolo della
vicenda non è che una persona ha scelto una vocazione anziché un'altra, ciò
avrebbe meritato soltanto qualche riga in cronaca. Ma che c'entrino in maniera
diretta i versanti sessuale e procreativo. E' questo che crea scandalo agli occhi
degli uomini di chiesa. Uomini. Perché se il ponte di comando ecclesiastico
fosse composto anche da donne, si sarebbe reagito in maniera diversa di fronte
ad un affetto che si consolida. Ciononostante, la scala gerarchica della diocesi
di Trapani, i preti che la compongono e i fedeli che si sentono turbati, proprio in
relazione al Natale appena trascorso, che altrimenti è davvero vuoto
formalismo, hanno la possibilità di modificare il loro stato d'animo in relazione a
quanto accaduto al loro compagno di fede. Non è una tragedia né una
vergogna, non un trauma, né un dramma. Pensateci. Nel trionfo dell'amore che
avete festeggiato nella famiglia che a Betlemme ha accolto un pargolo, ci sta
tutta la storia, che quindi è di gioia, non di mestizia, di questo vostro confratello.
E sin troppo facile venerare la notte e il giorno di Natale colui che, già si sa, è
diventato Dio. Più difficile sarebbe stato entrare in quella stalla, più di duemila
anni fa, e riconoscere, oltre le apparenze, il miracolo del divino che è nella vita.
Avere fede, al netto di tutti i dogmatismi, forse significa solo questo.
MESSINA. Lʼultimo numero di Kalós tuona contro i
tanti paradossi della gestione dei Beni culturali siciliani: incassi modesti, incapacità di programmazione e via dicendo sugli insoluti problemi dellʼassessorato regionale. La rivista palermitana sciorina
dati su visitatori ed entrate, così come
emergono dalla recente tabella (2011)
sulla fruizione turistica nellʼisola. Aree e
collezioni prestigiose non riescono a rendere in un anno neppure quanto ricava
mensilmente un negozietto di paese. Si
stringe il cuore. Eppure cʼè un tesoro inestimabile, trasformato nellʼultimo quarantennio da bene elitario a risorsa culturale
disponibile per tutti. Una ricchezza che si
unisce allʼunicità del paesaggio naturale
e alla piacevolezza del buon vivere, tanto
che gli stranieri parlano di “italian way of
life”. Riuscire ad associare queste attrattive è ancora un obiettivo economico non
del tutto a fuoco per innescare “valore aggiunto”. Cʼè chi sostiene che il lancio passi dai Musei. Ne prendo uno come esempio: il Museo regionale di storia naturale a
Palazzo D'Aumale sul lungomare di Terrasini. Quanti lo conoscono? Questa
struttura multidisciplinare è articolata in
tre sezioni: Archeologica, Etnoantropologica, Naturalistica. Nei trascorsi giorni festivi, una mostra ha richiamato in qualche
modo al pubblico le finalità istituzionali: “I
suoni della natura dal canto degli uccelli
alle melodie”, con «lʼobiettivo di farli conoscere, attraverso lʼostensione di alcuni
esemplari delle raccolte ornitologiche museali e lʼascolto del canto di alcune specie
di uccelli». Visitando gli spazi espositivi,
chiunque può continuare ad ascoltare in
ogni momento dellʼanno il gorgheggiare
dellʼusignolo o della capinera. Eppure nel
2011 il Museo ha avuto solo 8.000 visitatori e incassato appena 5.000 euro, il 28%
in meno rispetto allʼanno precedente. Iniziative e pubblicazioni non mancano, ma
coinvolgono soprattutto hinterland e
scuole (non paganti). Di turisti fuori stagione neanche lʼombra e in estate sun &
beach fanno da padroni.
[email protected]
di Anna Giordano
Grazie Silvio Beltrandi
CʼE UN MONDO PULITO, nascosto, lontano dai clamori,
silenzioso e laborioso, fatto di donne e di uomini che
dedicano il proprio tempo, la propria energia, entusiasmo
per qualcosa che renderebbe questo mondo decisamente
migliore se tutti li aiutassero. Sono tanti, ma sono celati
dal chiacchiericcio dei più che grida invece per difendere i
propri torti o per avere vantaggi ad personam,
dimenticandosi che siamo nonostante tutto, parte di
comunità più ampie. Ho conosciuto persone che dedicano
la loro vita a ciò in cui credono, che sia una lotta per i diritti
dei più deboli, che sia per chi subisce soprusi ovunque,
anche se forti ma non in questo sistema umano deviato.
Per chi ha fame e non ha cibo, per chi non vota e non
parla e viene massacrato nella sua vita che non
contemplava la cattiveria umana, aberrazione
dellʼevoluzione. Ho avuto lʼonore di
conoscere un partigiano, Silvio Beltrandi,
insieme a tanti componenti
dellʼAssociazione Nazionale Partigiani
dʼItalia di Ventimiglia, che da tre anni
premia persone che lottano, la chiamano
resistenza. Silvio Beltrandi è diventato
partigiano a 14 anni. Mi ha regalato un libro di Giorgio
Bocca sui partigiani dʼItalia, in un contesto in cui,
confesso, mi commuovo ascoltando e percependo un
calore umano che avevo dimenticato esistere se non da
pochi. Mi rendo conto, dopo 32 anni a lottare per
lʼambiente, per come posso e fin dove posso, che in fondo
è una nuova resistenza, diversa in mille modi da quella di
Silvio e tanti altri cui dobbiamo la democrazia e la libertà,
ma è resistenza. Ai soprusi, al dilagare dellʼillegalità in
ogni sua forma, al tentativo palese od occulto di fermare
lʼonda della passione che diventa gigantesca quando si
pagina 46
accompagna allʼindignazione. Allo sbeffeggio e
indifferenza, quella che a volte è più deleteria di chi
compie un danno alla collettività, che sia la distruzione del
futuro, o il furto del presente, irrispettosi di un passato che
ha visto persone lottare perché fossimo degni cittadini di
un paese libero e civile. A chi mi ha detto che non avrebbe
votato ho risposto che tutti dobbiamo farlo, anche solo per
rispetto di chi ha perso la vita perché potessimo farlo,
sempre. Un grazie di cuore a tutti coloro, donne e uomini
di ogni età, che ogni giorno fanno resistenza contro il
dilagare dellʼorda egoista che strappa i diritti di tutti
trasformandoli in doveri – del resto del mondo -. verso di
loro, sotto rinuncia ad un vivere civile e ricco di un futuro
degno e non già ipotecato oggi. Diceva Seneca che
possiede ancora speranza chi riesce ad indignarsi. Vedo
poca indignazione e troppa assuefazione e questo isola
chi ancora possiede speranza. Indigniamoci, perché chi
verrà dopo di noi, abbia un futuro.
poster...commenti
centonove
11 GENNAIO 2013
ALFABETO MINIMO di Giovanni Merenda
ELIODORO
Montalcini, ci mancherà
Disoccupazione, presidi fissi e itineranti
B COME BUFALA
Finale con bufala per la
movimentata apparizione di Silvio
Berlusconi allʼ”Arena” di
Domenica in, presentata da
Massimo Giletti. A tempo
scaduto, Berlusconi ha voluto
giocare lʼultima carta, affermando
che il governo Monti ha tolto
“2.500 euro a famiglia”. Quindi,
ha spiegato, “alla famiglia di un
operaio che guadagna 1.250 euro
al mese ha tolto due mensilità per
spese in più”.
Tutto vero? Solo allʼapparenza.
Per prima cosa, i 2.500 euro
rappresentano lʼimpatto medio
della manovra, che dunque è
minore per i redditi più bassi,
come quelli di un operaio. Ma
questo è il meno: la cifra è
spalmata non su uno ma su tre
anni, nel periodo 2012-2014,
dettaglio decisivo che Berlusconi
ha omesso. Ma se agli effetti
economici della manovra Monti
(62 miliardi) aggiungiamo anche
quelli esplicati dalle due manovre
dʼestate redatte nel 2011 dal
Governo Berlusconi, lʼ effetto
complessivo, nel periodo 20112014, sale a addirittura a 208
miliardi di euro.
Se la matematica non è
unʼopinione, alle famiglie italiane
Berlusconi è costato più di Monti.
C come Casaleggio
Casaleggio dichiara in una
intervista: “Grillo è come Gesù, il
suo messaggio diventerà virale.”
O questo è diventato pazzo o sa
qualcosa che noi non sappiamo e
si prepara come primo pontefice
di una nuova religione.
Vogliamo comunque ricordargli
che Gesù Cristo per fondare una
nuova religione si fece
crocifiggere. Non chiediamo tanto
a Grillo, ma potremmo almeno
sputargli in un occhio tutti noi che
di certo non lo amiamo?
C come commissione
d'inchiesta
Il Cavaliere arriva ad annunciare
una commissione d'inchiesta nei
confronti del governo tecnico, nel
caso di vittoria elettorale, sulle
vicende che hanno portato alle
sue dimissioni. Vi rendete conto,
proprio lui che nel 2010 a
dicembre ha comprato i deputati
per avere la fiducia dopo l'uscita
di fini dal PdL!
E come evasione
L'antennista che per 10 minuti di
lavoro ti rapina 120 euro antenna
da 30 euro compresa, l'idraulico
da 170 euro per 2 ore di lavoro
senza pezzi di ricambio, quello
della caldaia che ti cambia in 5
Rita Levi Montalcini
minuti la scheda e oltre quella ti fa
pagare 50 euro per aver mosso il
culo per venire con ritardo di due
giorni fino a casa tua e abita pure
a 5 minuti di strada.
Il tutto sempre senza ricevuta
fiscale. Sono loro la gran parte
dell'evasione che ha messo l'Italia
nella cacca. Per loro niente crisi e
benvenuto l'euro, quello che
prima costava mille lire, con l'euro
per questi signori ha subito preso
il prezzo di un euro cioè duemila
lire.
E sicuramente gli evasori (e sono
milioni) sono lo zoccolo duro del
Berlusca.
Se per l'evasione fiscale ci fosse la
galera, magari in flagranza di
reato, io ti pago tu non mi dai la
ricevuta, io chiamo la finanza,
sicuramente o noi, che le tasse le
paghiamo, pagheremmo di meno.
Lo vogliamo capire che la miseria
che avanza è come una guerra? E
allora ci vogliono leggi da guerra.
G come grazia
Napolitano su richiesta del ministro
della Giustizia, signora Severino,
ha accolto la richiesta di grazia per
Sallusti presentata dall'onorevole
La Russa commutando la pena, gli
arresti domiciliari, in una multa.
Il tutto in un tempo record.
Brutto episodio, la giustizia non è
uguale per tutti.
G come Grillo
Grillo ha finalmente trovato i
campioni della falsa
informazione:"Chiudiamo il TG 3".
Berlusconi sarebbe senz'altro
d'accordo.
L come Lapo
Per Lapo Elkann, maxi furto in
Uruguay.
Rubati alla fidanzata gioielli per 3,5
milioniL'imprenditore era ospite di
una villa di proprietà di Paola
Marzotto con la 32enne kazaka
Goga Ashkenazi. Al suo arrivo la
donna avrebbe messo i preziosi in
una cassaforte, che è stata aperta.
Subito una colletta per questi idioti
che viaggiano portandosi dietro 3,5
milioni di gioielli.
R come Rita Levi-Montalcini
Una grande donna che ci
mancherà.
Non mancherà alla destra
berlusconiana che l'ha
ripetutamente insultata perché
faceva il suo dovere votando al
Senato e nemmeno a Grillo che sul
suo blog l'ha chiamata “vecchia
puttana”.
Ma a noi italiani puliti, che siamo la
maggioranza, ci mancherà molto.
Le sia lieve il suo meritato riposo.
ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano
Botti, si può morire anche di paura
MESSINA. Si è già scritto in merito ai potenziali effetti
dei botti di Capodanno. Adesso è il caso di sottolineare
anche le reali ed effettive conseguenze scatenate
dalle detonazioni che hanno reso lʼultima notte dellʼanno
più allegra per gli uomini. Solo per loro, che, per di più,
come ogni anno non ne sono usciti neanche tutti illesi.
Chi è causa del suo mal… Ma ad aver pagato un prezzo
altissimo senza avere alcuna responsabilità è stato
ancora una volta il mondo animale. A Pisa sono stati
ritrovati i resti di un gatto e di un topo, mutilati quasi
sicuramente da unʼesplosione. E la stessa sorte è
toccata a tanti altri esemplari, rimasti vittime di roghi,
investiti dai petardi, fatti esplodere con botti legati alla
coda o infilati nellʼano. Molti sono divenuti il bersaglio di
fuochi artificiali o colpi di arma da fuoco. A questi vanno
aggiunti quelli stroncati dalla paura e
morti di crepacuore o rimasti coinvolti in
incidenti letali dopo essere corsi via in
preda al panico. Numerosissime sono
state infatti le segnalazioni di fughe di
cani e gatti, scappati per lo spavento. A
Macerata un cane è stato recuperato dopo giorni di
agonia nelle profondità di un condotto idrico, dove si era
rifugiato per il terrore degli scoppi. Un cavallo è stato
riportato sulla terraferma dalle acque dellʼAniene: vi era
precipitato dopo la fuga dal maneggio a causa del
frastuono. Fatti molto gravi e poco onore alla razza
umana. Tirando le somme, pare che il bilancio sia stato
meno pesante rispetto agli anni passati. Tuttavia, anche
in questo inizio 2013 è stato versato un non trascurabile
tributo di sangue: ci sono state delle morti e, nonostante
qualche segnale positivo, nessuno può negare che
siano state morti di troppo.
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CATANIA. Siamo all'assalto ai
forni, o quasi. Nei giorni scorsi i
dipendenti dell'Aligrup hanno
fatto la spesa in un centro
commerciale senza pagare. Da
diversi mesi attendono uno
stipendio che forse non
arriverà mai. "L'importo degli
scontrini potete trattenerlo dalla
busta-paga", hanno detto. Ma
questo non è altro che l'ultimo
nei loro blitz, a Catania e
dintorni. Un gruppo di loro,
invece, attua un presidio fisso
davanti al Tribunale, almeno
fino a giorno 13 quando ci
sarà un'importante udienza dal
giudice fallimentare.
I dipendenti delle cooperative
socio-assistenziale, invece,
ormai hanno trasferito la loro
residenza in paizza Università,
a pochi metri dal Municipio.
Non ricevono gli stipendi da
almeno sei-sette mesi
perchè il Comune è in ritardo
con i pagamenti. Ormai le
tende sono le loro prime case e
i tavolini del bar il salotto
all'aperto.
150 PAROLE DA PALERMO
2013 (e seguenti): istruzioni per l’uso
ARCHIVIATA LA BURIANA mediatica della fine del mondo targata Maya, ci toccherà fare i conti col nuovo anno. Che tutti
noi, come il venditore di almanacchi di leopardiana memoria,
speriamo sia buono, anzi migliore del precedente. Ma, anche
senza il genio di Leopardi, al di là delle incognite variamente
distribuite nelle nostre vite individuali, la speranza che il futuro sia migliore del passato può risultare purtroppo una pericolosa illusione. Come efficace antidoto a una nuova ondata millenarista nonché a uno sguardo ingenuamente ottimista sul futuro prossimo, consiglio a tutti la lettura del saggio
Arriva la fine del mondo (e ancora non sai cosa mettere) del
conterraneo Roberto Alajmo. In esso lʼautore, con il consueto stile sardonico e grottesco, ci offre un ampio repertorio delle possibili geo-catastrofi in arrivo. Invitandoci comunque a
sbracciarci per porre riparo, in tempo utile, a imminenti disastri di cui noi umani, ahimè, saremmo gli unici responsabili.
Maria DʼAsaro
ANTIBUDDACI di Dino Calderone
A proposito di “avvertimenti”
MESSINA. Nella seconda metà del 500, lo scrittore Scipio
Di Castro scrisse un libro dal titolo “Avvertimenti a Marco
Antonio Colonna quando andò vicerè in Sicilia” che
conteneva pernetranti riflessioni sul carattere dei siciliani.
Di Castro era siciliano, forse messinese, e con questo
testo forniva alcuni orientamenti, quasi una guida, agli
amministratori che si sarebbero avvicendati in Sicilia. Tra
le tante cose che si possono leggere a proposito dei
siciliani: “la loro natura è fatta di due estremi: sono
sommamente timidi e sommanente temerari. Timidi
quando trattano i loro affari, poiché sono molto attaccati ai
propri interessi e per portarli a buon fine si trasformano
come tanti Protei, si sottomettono a chiunque puo
agevolarli e diventano a tal punto servili che sembrano
appunto nati per servire. Ma sono d'incredibile temerità
quando maneggiano la cosa pubblica, e allora agiscono in
tutt'altro modo...E prima aveva avvertito: la Sicilia è stata
fatale a tutti i suoi governanti; e la maggior parte di essi ha
lasciato sepolta in quel Regno la reputazione in modo tale
che nemmeno nella posterità ha potuto mai più risorgere”
(il brano è tratto da “La corda pazza” di Sciascia) Quanto
c'è di attuale in queste riflessioni? Molto, moltissimo, ma il
presidente Crocetta non ha bisogno di particolari
“Avvertimenti ”, non solo perchè è siciliano e conosce il
carattere dei suoi conterranei, ma soprattutto perchè è
stato amministratore e ha maturato esperienze dirette di
grande importanza.
[email protected]
La nuova Opel è Adam
Funky, elegante e sportiva. La nuova Opel
Adam punta ad entrare nel cuore delle
giovani generazioni e la Mads Auto di
Milazzo la promuove con un evento
vetrina, presso la sede di Contrada
Masseria a San Filippo del Mela, in
programma sabato 26 gennaio alle 18,00.
Gianni Sajia condurrà lʼelezione di Miss
Opel Adam, con i riflettori proprio sul
nuovo gioiellino dellʼampia gamma offerta
dalla celebre casa automobilistica. Di cui
Mads Auto è sinonimo da oltre un
trentennio. “Cerchiamo di offrire sempre il
meglio alla nostra clientela sin dal 1967afferma il titolare Salvatore De Pasquale –
grazie anche alla completezza dei servizi
che forniamo, che vanno dallʼofficina alla
lattoneria, al pronto servizio pneumatici,
fino al servizio di elettrauto ed elettronica”.
De Pasquale, conosciuto anche per la sua
passione per lo sport ed in particolare per i
motori (infatti ha gareggiato a buoni livelli
con i go kart e vari prototipi fino allʼ84 fino
ad essere riconosciuto tra i big al Sud
Italia) con la sua ferrea volontà è stato il
fondatore dell'azienda MADS, che riserva
inoltre unʼampia scelta per tutti coloro che
sono interessati ad un autoveicolo usato o
aziendale.
Ma lʼattenzione di fine gennaio è tutta
riservata alla nuova Adam, auto definita
dagli slogan aziendali “dal carattere
deciso, con dei colori esclusivi. Con Adam,
sei tu a decidere lo stile della tua auto.
Così, la tua Adam diventerà una leggenda
Il titolare Salvatore De Pasquale, al centro, con il gruppo dell’amministrazione
in tutta la città. Grazie a tre differenti
interpretazioni del suo design, questa mini
urban car può essere la sportiva slam, la
funky jam o la raffinata glam. Slam, jam o
glam, quando sarai a bordo di una di
queste tre Adam, nessuno riuscirà a
toglierti gli occhi di dosso. La
combinazione dei colori di carrozzeria,
cerchi e finiture le danno un carattere
audace e gli interni non sono da meno: più
colori, più stile, più personalità. Con Adam,
hai una lista di combinazioni praticamente
illimitata. La scelta è tua, crea la tua Adam
esattamente come la desideri. Scopri
lʼeccezionale tecnologia intellilink, un
sistema completo, ma anche facilissimo
da gestire, compatibile sia con android sia
Il gruppo officina della Mads Auto
con appel ios, per adattarsi al tuo stile in
un attimo. Avrai la tua musica, le tue foto, i
tuoi video e le mappe che ti guideranno sul
touch screen lcd a colori da 7 pollici.
Con Adam, anche il parcheggio diventa
facile. Questa incredibile urban car è
capace non solo di rilevare uno spazio
adeguato a lei, ma anche di sterzare
automaticamente per entrarci. Tutto per
renderti la vita più facile. Premi il pulsante
city e sterzare diventa ancora più comodo,
per i parcheggi e le manovre in città. Adam
non è diversa solo nellʼaspetto. In questa
piccola urban car si concentrano le più
avanzate tecnologie per unʼeccezionale
esperienza di guida. Assistenza al
parcheggio, servoassistenza variabile e
controllo del clima sono solo le prime,
irrinunciabili funzioni che troverai a bordo.
Tre efficienti motori a benzina con cambio
manuale a cinque marce, tutti disponibili
con tecnologia ecoflex e start/stop, per
contenere consumi ed emissioni. Il telaio
irrigidito e i supporti del motore
contribuiscono a isolare lʼauto da qualsiasi
sollecitazione, rendendo la guida
estremamente confortevole e attenta ai
consumi. Con Adam puoi davvero tutto”.
informazione pubblicitaria
SPECIALE AUTO. Presentazione-evento alla Mads di San Filippo del Mela