l`avvocato d`affari
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l`avvocato d`affari
L'AVVOCATO D'AFFARI E' appagante essere un professionista internazionale. Rispondere "Hello" alle telefonate mentre mi sistemo l'auricolare e mi roteo sulla sedia, pigiando sulla tastiera mentre converso (non scrivo nulla di particolare, cose come: fjcwpohv oppure conapmcèa, tanto per far sentire dall'altro capo del telefono che ferve l'attività) e con l'occhio dire alla segretaria che può andare e ne riparliamo dopo. Ne è passato di tempo dalle prime imbarazzate telefonate che sostenevo, alzando al massimo il volume del telefono e calcandomelo all'orecchio, mentre tenevo un dito premuto sull'antitrago dell'altro padiglione auricolare in modo da poter captare questo incomprensibile idioma che era il legal english. Poi col tempo ho capito trattarsi sempre della stessa solfa, delle stesse frasi trite, dell'aria fritta che gonfia i polmoni del professionista serio. Nulla di realmente complicato, nulla di così importante. Ho appena sentito Paul, legale interno di un'importante società inglese, per alcuni aggiornamenti sul contratto cui sto lavorando, un ordinario share sale and purchase agreement, volgarmente detto contratto di compravendita di azioni. Ma volgarmente, per cui va chiamato share sale and purchase agreement o, al limite, espièi (SPA). - "Hello", ho risposto, con navigato ottimismo, riconoscendo all'istante il lungo numero britannico sul display. - ... - "Speaking" - .... - "Fine, thanks Paul. And you?" - ... - "Ah ah ah" - ... - "Yes" - ... - "Yes" - ... - "Yeah" - ... - "Mmm" - ... - "But..." - ... - "Ok, ok" - ... - "That's perfect" - ... - "Ok" - ... - "Bye Paul, bye..." Ho riposto l'auricolare incrociando lo sguardo del mio compagno di stanza: "Che voleva?". "Capito un cazzo". MA TU, DI PRECISO, CHE LAVORO FAI? Mi chiedono: "che lavoro fai?". Rispondo: "l'avvocato d'affari". Un buon 30% si storce in una smorfia di disapprovazione, ravvisando nella mia affermazione una boria altezzosa e fuori luogo. L'altro 70% dilata leggermente le pupille e si sporge meglio come a voler analizzare a fondo quest'uomo che sembra tanto normale alla vista ed invece - l'avreste detto? - è un avvocato-d-affari. Eppure, la verità è che io non voglio né disgustare né compiacere. E' solo che, dopo anni, ho capito che quella è la formula migliore con cui rispondere alla sopradetta domanda, per due semplici motivi. In primo luogo poiché a replicare semplicemente "avvocato", si deve accettare un prosieguo della conversazione impostata sul seguente registro: - "Mio zio ha un garage che non usa da dieci anni e teme che...." - "No, devi scusarmi, non sono ferrato in diritto condominiale." - "Ah... Comunque mia sorella ha ricevuto da mia nonna lo stabile di Rogoredo mentre io..." - "No, scusa, non conosco il diritto ereditario." - "Mmm... la mia ex-moglie...". - "Neanche matrimoniale." - "Ho fatto un incidente..." - "Niente infortunistica." - "Ho un credito..." - "Nessuna ingiunzione di pagamento". - "Multa." - "Chiedo perdono." - "..." - "..." - "Beh, scusa se te lo dico, ma non sai davvero fare un cazzo". E si allontana scuotendo il capo. Tendo a rimanerci male. "Avvocato d'affari" mi risparmia tutto questo, pone l'interlocutore con le spalle al muro, costretto a un rapido esame di coscienza che esclude che abbia da pormi quesiti che possano competere ad un rango come il mio. Gli affari. Anzi, la maggior parte delle volte si sentono dei vermi. Vorrebbero ritirare la domanda e scappare lontano. E così ci si ritrova a parlare del tempo. La seconda - e più importante - ragione per la sopradetta risposta è che ho bisogno di una formula abbastanza vuota che mi consenta di uscirne a testa alta, perché io, sfortunatamente, non so davvero fare un cazzo. Avvocato d'affari. Si penserà: ecco un altro che gioca alla falsa umiltà, allo sventurato auto-commiserarsi, alla antiquata psicologia al contrario. Niente di più sbagliato. Semplicemente una onesta presa di coscienza Il mio lavoro è molto semplice nella sua incredibile complessità. Una società, che solitamente si presenta come "leader del settore" (ma non hanno mai cura di specificare quale), bussa alla nostra porta nella persona di un uomo solitamente molto brutto e molto stronzo. Dice: devo comprare/vendere/fare questa operazione perché voglio guadagnare tantissimi soldi e tu, avvocato [detto tra i denti, in equilibrio sul filo sottile che unisce l'indifferenza al disgusto], devi assistermi in ogni adempimento da qui ad allora perché io devo andare in barca con Marina, una universitaria che ho appena conosciuto e che a te non ti cagherebbe di striscio anche se hai 20 anni meno di me. "Ok", rispondiamo noi, sgargianti, con negli occhi il sedere di Marina. Salutiamo dopo avere sinceramente riso a quattro o cinque battute molto stupide e deprimenti e torniamo nelle nostre stanze. Qui avviene il miracolo: si accede al Santo Server. Digitando le mai tanto celebrate Parole-Chiave, ecco spuntare dalla massa loro: i Beati Precedenti. I Beati Precedenti sono i documenti predisposti in un tempo lontano da qualcuno oggi probabilmente ricordato nelle omelie di novembre e ritoccati negli anni con l'aggiunta di una parolina qui, di una clausoletta là, di un titoletto in fondo. Immaginate un pittore che nel suo magazzino conserva migliaia di tele di tutti i tipi: uomini rossi ma calvi, donne col naso grosso, visi sottili e allungati, facce tonde, ecc. Ogni volta che si presenta qualcuno desideroso di fissare la propria immagine su tela, non fa che tirare fuori la più somigliante e passare giorno e notte a modificare un tratto dell'sopracciglio o un pelo nel naso, secondo le incomprensibili e mai corrette indicazioni del cliente. Così è per noi, che riceviamo in dote documenti di ogni tipo, buyer-oriented oppure seller-oriented, sottoposti a legge italiana o inglese o tedesca (neanche questo ci ferma più), lunghi decine e decine di pagine o brevi e semplici, ecc. Ed eccoci lì ad operare e ri-operare su clausole riscritte e ritoccate centinaia di volte, da noi e da altri, alla ricerca della clausola perfetta o, più semplicemente, di una giustificazione a parcelle milionarie. Con il Beato Precedente in mano, si comincia a lavorare con finissimo ragionamento tecnico-giuridico: Trova "Società X" - Sostituisci con "Società Y" - Sostituisci tutto. Ed ecco che già un buon 50% del lavoro è stato fatto. E allora perché passare le notti in studio? Perché il pelo liscio nella narice destra aggiunto su consiglio del cliente non piace a controparte, che preferisce un pelo riccio. 3 conference call e due notti di lavoro duro portano al risultato: nessun intervento sul naso ma due peli nelle orecchie.