Costruiamo Casa Ninna Mamma

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Costruiamo Casa Ninna Mamma
Costruiamo
Casa Ninna
Mamma
Il progetto Casa Ninna Mamma è finalizzato a realizzare strutture di accoglienza e cura per
mamme e bambini in Mozambico, per fronteggiare la grave emergenza sanitaria che sta vivendo
questo Paese a causa dell’HIV: moltissimi bambini non superano il primo anno di vita perché,
senza le cure necessarie, contraggono il virus durante la nascita.
Nelle aree più colpite, circa un quarto della popolazione è sieropositiva, ci sono 5 medici ogni
100.1 persone e la mortalità materno-infantile costituisce un serio problema.
Il 28% dei bambini, con un’età compresa tra 0 e 1 anno, non riceve nessun tipo di vaccinazione, 90
bambini su 1.000 non sopravvivono al primo anno di vita e 130 su 1.000 muoiono prima dei 5 anni
di età.
Ma, con strutture adeguate e una corretta profilassi, che deve essere eseguita nei mesi che
precedono, durante e dopo il parto, i bambini possono nascere sani.
Le Case Ninna Mamma sono strutture attrezzate, dove le donne in attesa vengono assistite e
sottoposte alle corrette terapie antiretrovirali.
Con la loro costruzione, ci poniamo l’obiettivo di migliorare le condizioni di salute e di controllo
delle malattie di madri e bambini in Mozambico, con la conseguente riduzione del tasso di
mortalità materno-infantile.
INDICE
-
Il contesto (pag.2)
L’intervento previsto (pag.3)
Elementi distintivi del
progetto (pag.12)
Il futuro del progetto (pag.13)
L’impegno di Antoniano per i
bambini (pag.13)
Antoniano onlus
via Guinizelli 3
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Cod. Fisc. e P. IVA 01098680372
tel. +39 051 3940220
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Il contesto
Il Mozambico è uno dei Paesi che ha il tasso di
mortalità più alto del continente africano,
soprattutto nelle zone rurali, dove si concentra
più dell’ 80% della popolazione e dove l’assistenza
prenatale è assolutamente insufficiente da un
punto di vista sia qualitativo che quantitativo.
Tra i fattori determinanti questo alto tasso di
mortalità, vi sono: una copertura sanitaria ancora
oggi inadeguata per insufficienza di personale
qualificato nelle unità sanitarie e per mancanza di
materiale, equipaggiamenti e mezzi di emergenza;
evidenti difficoltà di accesso alle unità sanitarie, a
causa delle enormi distanze; mancanza di
strutture capaci di accogliere le gestanti
nell’ultimo periodo della gravidanza ed infine le
condizioni di povertà assoluta in cui la
popolazione delle aree rurali si trova.
fig.1. Mappa del Mozambico. In rosso la provincia
di Xai Xai, dove verrà realizzato il progetto.
Nel corso degli anni, numerosi studi condotti nei Paesi in via di sviluppo hanno mostrato che,
intervenendo sulla sicurezza del parto e adeguando strutture e servizi offerti alle gestanti, si
riesce a ridurre significativamente il tasso di mortalità materno-infantile.
Proprio per questo motivo, il Governo Mozambicano ha deciso di concentrare le proprie forze
ed il proprio impegno nel raggiungimento di tale obiettivo, inserendo la lotta alla mortalità
materno-infantile tra le prime priorità del suo Piano di Sviluppo e Crescita 2010-2015.
Il Mozambico e in particolare la Provincia di Gaza, sono flagellati dai cambiamenti climatici
(continue alluvioni, infatti, si abbattono sul Sud del paese) e dall’HIV (nella provincia di Gaza si
registra il 25,1% di persone infettate da HIV con un’età compresa tra i 15 ed i 49 anni).
Nel 2000 la provincia di Gaza è stata colpita da una forte e devastante alluvione che ha
distrutto tutto, alla quale è seguita un’altra nel 2003. Tutte le strutture di accoglienza per
donne in gravidanza che erano state costruite dal Governo sono state così distrutte, perché
costituite da materiali tradizionali (paglia e fango) a causa dell’elevato prezzo del cemento.
Il sistema sanitario della Provincia di Gaza, già in gravi difficoltà prima dell’alluvione, si trova
oggi a fare i conti con un’eredità molto pesante: è in grado di coprire soltanto il 40% della
popolazione, a causa delle limitazioni nelle risorse umane, nelle attrezzature e nelle
infrastrutture. Di conseguenza, l'accesso alle cure materne, neonatali ed infantili risulta
fortemente limitato.
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L’intervento previsto
Grazie alla presenza costante dei nostri collaboratori sul territorio, siamo stati in grado di
raccogliere le esigenze delle popolazioni rurali e le richieste di collaborazione che ci sono state
fatte direttamente dal Governatore della Provincia di Gaza e dal Direttore Provinciale della
Sanità.
Il Governo ha deciso, infatti, che uno degli interventi più importanti nei prossimi anni è la
ricostruzione, nelle vicinanze delle unità sanitarie, di centri di accoglienza in cui le gravidanze
possano essere monitorate, riducendo i casi di complicazioni durante il parto e il post parto, in
cui si possano svolgere campagne di prevenzione alla trasmissione verticale dell’HIV da madre a
figlio, riducendo in questo modo il tasso di bambini affetti dal virus alla nascita.
Il progetto di costruzione di queste case è fortemente auspicato e voluto dalle istituzioni
governative, ma incontra enormi difficoltà di realizzazione a causa degli elevati costi.
È nato così il progetto Casa Ninna Mamma di Antoniano Onlus, un intervento che risponderà
alla richiesta d’aiuto che ci è stata fatta dal popolo mozambicano, sposando la politica di
intervento del Governo e cercando di coadiuvarne l’azione. Inizialmente nato per essere un
progetto di costruzione, con il trascorrere dei mesi e grazie al continuo monitoraggio dei nostri
collaboratori, ci siamo resi conto della necessità di sviluppare altre strategie di intervento, quali
formazione, sensibilizzazione e sicurezza alimentare.
fig.2. Uno dei poliambulatori accanto ai quali
saranno costruite le Case Ninna Mamma.
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Territoriod’intervento
Le Case Ninna Mamma saranno realizzate in Mozambico, nella Provincia di Gaza e più
precisamente in venti località distribuite tra il Distretto di Xai Xai e quello di Bilene. Si tratta di
località in cui le comunità, a causa dell’enorme estensione e della mancanza di infrastrutture,
trovano difficile l’accesso alle strutture sanitarie di riferimento.
fig.3. Posizione delle prime 10 Case Ninna Mamma. Alcune sono in fase di costruzione, altre ancora da realizzare.
Duratadelprogetto
3 anni.
Partnerdelprogetto
L’intervento è gestito in partnership con un’organizzazione della Società Civile Mozambicana,
Vanghano Va Infulene (AVVI ONG), operativa nel Distretto di Xai Xai dal 2001 e il Dipartimento
della Salute della Provincia di Gaza.
Obiettivospecifico
Migliorare l’accesso di madri e bambini della Provincia di Gaza ai servizi socio-sanitari di salute
materna, neonatale ed infantile (0- 5 anni).
Obiettivogenerale
Migliorare le condizioni di salute e controllo delle malattie di madri e bambini della Provincia di
Gaza e conseguente riduzione del tasso di mortalità materno-infantile.
Destinatari
Secondo le nostre stime, nell’arco di tre anni i destinatari diretti del progetto saranno circa
4.200 donne e 4.200 neonati.
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Strategie
Inizialmente Antoniano si era proposto di raggiungere il suddetto obiettivo attraverso una
strategia di costruzione, ma l’esperienza sul campo ci ha permesso di capire che la sola
edificazione non avrebbe portato i risultati attesi.
Nel corso di questo primo anno di progetto sono state realizzate delle riunioni a cui hanno
partecipato i numerosi stakeholder coinvolti nell’intervento: gestanti, personale sanitario,
autorità locali e provinciali, leader comunitari e religiosi, parteiras tradicionais, associazioni
femminili e rappresentanti delle comunità delle aree in cui verranno costruite le Case Ninna
Mamma. Durante questi incontri, sono state definite le attese che ciascuno di questi attori
nutre nei confronti delle Case Ninna Mamma, problemi e strategie che permetteranno di
promuovere comportamenti salutari e alcune questioni legate al buon funzionamento delle
case e la sostenibilità delle stesse. Sono emerse una serie di criticità che, se non accuratamente
analizzate e affrontate, avrebbero potuto inficiare la buona riuscita del progetto. Si tratta per lo
più di barriere culturali, spesso legate al tema spinoso della differenza di genere, problemi di
sostenibilità legata all’approvvigionamento alimentare, l’isolamento di alcune aree rurali e la
mancanza d’infrastrutture e di mezzi di trasporto, la necessità di consapevolizzare la
popolazione sull’importanza delle Case Ninna Mamma e comunicarne l’esistenza.
La costruzione delle Case Ninna Mamma, pur essendo di enorme importanza, non rappresenta
che una delle numerose strategie che necessarie per migliorare l’accesso delle gestanti alle
strutture sanitarie, riducendo la morbi-mortalità materna ed infantile. Antoniano ha quindi
deciso di identificare, oltre alla costruzione, altre possibili strategie d’intervento, con approccio
centrato sui diritti umani, sul genere e sull’interculturalità; ne sono state individuate tre: la
sicurezza alimentare delle utenti delle Case Ninna Mamma, la formazione di personale
qualificato (Capacity Building e Capacity Planning) e la sensibilizzazione delle gestanti e delle
comunità su alcuni temi legati alla maternità e al diritto alla salute.
Costruzione
Antoniano ha deciso, in tre anni, di realizzare 20 strutture di accoglienza e cura, le Case Ninna
Mamma: luoghi di attesa in cui le gravidanze possono essere monitorate, riducendo i casi di
complicazioni e morte durante il parto e favorendo la prevenzione della trasmissione verticale
madre-figlio del virus dell’HIV, facendo così diminuire il tasso di bambini affetti dal virus alla
nascita.
Le Case Ninna Mamma saranno realizzate nei pressi dei poliambulatori locali, per ospitare le
donne nell’ultimo periodo di gestazione e nel primo periodo post-parto, per un intervallo
temporale variabile, legato alle condizioni cliniche della donna e del neonato.
Ciascuna Casa avrà dai 4 a 6 posti letto e potrà ospitare una media di 70-80, fino ad arrivare a
100, donne ogni anno. Potranno accedere alle Case Ninna Mamma tutte le gestanti che vivono
in zone rurali di difficile accesso, donne che non hanno un appoggio famigliare e/o sociale,
gestanti a rischio di complicazioni ostetrico-ginecologiche e sieopositive per le quali è
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importante un monitoraggio costante negli ultimi mesi di gravidanza.
Queste strutture permetteranno di avvicinare le donne gravide alle unità sanitarie di maternità,
incrementando la vigilanza e il monitoraggio da parte del personale sanitario. Le Case Ninna
Mamma permetteranno di aumentare il numero di parti istituzionali e di preparare le donne a
parti cesarei, fortemente consigliati dall’OMS, perché capaci di ridurre in maniera significativa
la possibilità di trasmissione verticale. La maggior parte dei nuovi nati, infatti, in mancanza di
allattamento al seno, si infetta durante il passaggio attraverso il canale vaginale, al momento
del parto.
Fino ad ora la mancanza di queste strutture di accoglienza non aveva permesso una
prevenzione efficace della trasmissione verticale del virus: le gestanti, non avendo la possibilità
di essere ospitate ed accolte nelle strutture sanitarie, si recavano presso le maternità solo in
prossimità del parto, permettendo la somministrazione del farmaco antiretrovirale soltanto al
momento del travaglio. Si stima che l’utilizzo di ARV in profilassi in prossimità del parto possa
ridurre il rischio della trasmissione verticale di HIV circa del 50 % in una popolazione che allatta
al seno dopo parto spontaneo con follow-up esteso a 18 mesi di vita; se la profilassi è estesa
alle ultime 4 settimane di gravidanza, l'efficacia preventiva sale al 63%. Questi dati confermano
l’importanza di costruire le Case Ninna Mamma, luoghi protetti in cui le gestanti potranno
essere ospitate, non solo al momento del parto, ma nel corso dell’intera gravidanza ed in cui la
profilassi/terapia antiretrovirale potrà essere somministrata pre, intra e post-partum in modo
efficace.
All’interno di queste nuove strutture saranno presenti spazi in cui sviluppare campagne di
educazione e sensibilizzazione sui temi della maternità, della sicurezza alimentare,
dell’attenzione e cura neonatale, a cui potranno partecipare anche gli uomini e le famiglie
intere. Questa apertura alle famiglie e alle comunità darà maggiore sicurezza e fiducia alle
gestanti e permetterà di stabilire dei ponti culturali, tra il personale medico-infermieristico e le
utenti, che stimoleranno l’esercizio dei propri diritti alla salute da parte delle gestanti e il
miglioramento continuo del servizio.
Una volta costruite, le Case Ninna Mamma verranno consegnate al Dipartimento della Salute
della Provincia di Gaza, che, per garantirne il corretto funzionamento, ha suggerito di istituire
un Comitato di Gestione per ogni Casa. Si tratta di un organo di controllo costituito da alcuni
rappresentanti del personale sanitario, del governo locale, delle organizzazioni comunitarie, da
due parteiras tradicionais (le levatrici presenti nelle zone rurali) di cui una, a turno, sarà la
Responsabile del Comitato. Il Comitato di Gestione è responsabile della pianificazione,
gestione, organizzazione ed esecuzione delle azioni necessarie al corretto funzionamento della
Casa Ninna Mamma.
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SicurezzaAlimentare
Uno dei problemi maggiori è sicuramente la sostenibilità finanziaria legata
all’approvvigionamento alimentare, dovuta sia alla mancanza di fondi governativi a disposizione
della Sanità, sia alla progressiva riduzione della distribuzione alimentare da parte del WFP.
In passato, il Programma Mondiale dell’Alimentazione (WFP) forniva direttamente le derrate
alimentari ai Dipartimenti Provinciali della Salute che si occupavano della distribuzione locale,
alle unità sanitarie e alle maternità. Negli ultimi due anni, l’approvvigionamento alimentare si è
ridotto progressivamente e ad oggi le strutture ospedaliere ricevono soltanto soia e miglio, che
non sono certamente sufficienti a garantire una corretta alimentazione, in termini qualitativi e
quantitativi.
Durante la gravidanza è molto importante un’alimentazione bilanciata e nutriente, attenta
all’apporto proteico, vitaminico e salino. Nel primo trimestre di gravidanza è necessario
provvedere ad un’integrazione di acido folico per ridurre il rischio di spina bifida nel feto. Dal
secondo trimestre il fabbisogno proteico aumenta gradatamente, in quanto le proteine sono
fondamentali ai fini plastici, cioè di costruzione dei tessuti; la stessa esigenza si presenta sia per
i sali di calcio e fosforo, necessari alla formazione dello scheletro, sia per il ferro, indispensabile
nella formazione dei globuli rossi del sangue. Una somministrazione inadeguata provocherebbe
gravi carenze, soprattutto alla madre (decalcificazione, anemie). Il fabbisogno di vitamine
aumenta, specie di vitamina A, B e D; in particolare la vitamina A oggi è oggetto di interesse per
le sue attività immunoregolatrici. Sono ormai numerosi gli studi d’osservazione in Africa Subsahariana che hanno mostrato come la deficienza di vitamina A sia associata ad un aumentato
rischio di trasmissione verticale di HIV.
È evidente quanto fosse importante intervenire anche in tal senso, identificando una serie di
attività che permettessero di ovviare al problema dell’insicurezza alimentare. Sono state
analizzate, insieme al nostro partner locale Vanghano Va Infulene e al Dipartimento di Salute,
alcune alternative possibili. Perché le strategie potessero essere sostenibili nel lungo periodo,
era indispensabile che fossero produttive e generatrici di reddito, legate alle Case Ninna
Mamma, ma non direttamente dipendenti dal sistema sanitario.
Dopo un’accurata valutazione, abbiamo scelto di avviare delle attività di produzione agrozootecnica ed una cooperativa che si occupa di pescicoltura. Nello specifico, saranno create 6
cooperative agricole e 4 allevamenti di animali di piccola taglia (polli, conigli e galline ovaiole)
equamente distribuite sull’intera area in cui verranno costruite le Case Ninna Mamma ed una
cooperativa di pescicoltura nella città di Xai Xai. Ciascuna Cooperativa agro-zootecnica sarà
gestita da un gruppo di 10 soci provenienti dalla comunità che vive nelle zone limitrofi; di
questi, il 50% sarà rappresentato da pazienti affetti da HIV/AIDS. La cooperativa di pescicoltura
è già in fase di realizzazione, ha infatti ottenuto il finanziamento dell’Ambasciata degli Stati
Uniti. Il pesce verrà allevato in vasche; una parte di esso sarà poi venduta, un’altra donata alle
Case Ninna Mamma ed un’ultima, grazie alla collaborazione che siamo riusciti ad instaurare con
i servizi sociali, sarà consegnata alle famiglie con gravi problemi socio-economici, i cui capifamiglia sono bambini, rimasti orfani spesso a causa del virus dell’HIV. La realizzazione di queste
attività produttive ha un triplice obiettivo: garantire approvvigionamento alimentare alle Case
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Ninna Mamma (una parte dei prodotti sarà infatti donata alle strutture di accoglienza),
generare occupazione e reddito, migliorando le condizioni di vita delle comunità locali e
riducendo il numero degli uomini costretti ad emigrare in Sud Africa per mancanza di
opportunità occupazionali ed infine restituire dignità alle numerose persone affette da
HIV/AIDS ed alla loro capacità lavorativa.
Il coinvolgimento delle Comunità locali, sia nella gestione della Casa Ninna Mamma, sia in
quella di queste cooperative, è per tutti noi promotori del progetto di grande rilevanza, perché
consapevolizza la popolazione sull’importanza di queste strutture, sulla loro esistenza e sul loro
utilizzo. Nel momento in cui le comunità si sentiranno co-responsabili delle Case Ninna
Mamma, noi potremmo essere certi che della sostenibilità del progetto.
Formazione-CapacityBuilding&CapacityPlanning
Nell’identificazione della strategia Formazione, così come di quella Sensibilizzazione,
Antoniano ed i propri partner locali hanno tenuto fortemente conto dell’importanza che il tema
dell’interculturalità ha nell’ambito della salute. Adottare un approccio interculturale significa
lavorare sullo sviluppo di competenze necessarie a riconoscere le differenze culturali e sociali
come un'opportunità di dialogo, di scambio e di costruzione di legami di convivenza basata sulla
tolleranza per le diversità, l'equità, il rispetto reciproco e la cooperazione.
Rendere più appropriati culturalmente i servizi di cura materna è una strategia valida e
dimostrata, che promuove l'accesso del pubblico ai servizi sanitari e l'esercizio del loro diritto
alla salute; dare una veste interculturale ai servizi sanitari per la maternità significa costruire,
spesso anche insieme a leader comunitari e religiosi, dei servizi di qualità secondo le aspettative
delle utenti e delle loro famiglie e comunità di provenienza, nel rispetto delle loro credenze
locali.
Perché tutto questo sia possibile è necessario formare del personale comunitario qualificato. La
nostra scelta, nel caso specifico, è ricaduta su una figura molto influente e carismatica
all’interno delle comunità rurali: la parteira tradicional (la levatrice). La stessa Organizzazione
Mondiale della Salute1, basandosi su varie ricerche randomizzate e controllate, sottolinea i
vantaggi che derivano dall'accompagnamento continuo da parte di una levatrice.
Visto il ruolo centrale che la parteira tradicional riveste nelle società rurali ed il rispetto e la
fiducia che tutti i membri delle comunità nutrono nei suoi confronti, siano essi uomini o donne,
crediamo sia molto importante sostenere lo sviluppo delle competenze di queste levatrici,
affinché siano capaci di riconoscere segnali di pericolo, attraverso un monitoraggio continuo,
durante tutta la gravidanza. In caso di evidenti complicazioni ostetrico-ginecologiche, la
parteira tradicional si coordinerà con il personale sanitario della maternità più vicina o di
riferimento per compiere un ricovero urgente della gestante.
1
“Care in Normal Birth”
http://whqlibdoc.who.int/hq/1996/WHO_FRH_MSM_96.24.pdf
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Questa stretta collaborazione tra le parteiras tradicionais ed il personale sanitario permette un
apprendimento interculturale reciproco, che consente di sapere di più su alcune pratiche
tradizionali utili e sicure, che potrebbero essere inserite nei servizi sanitari, così come
influenzare positivamente le pratiche dannose al fine di diminuirle.
Perché questo sistema risulti organizzato e funzionante è necessario che la parteira tradicional,
venga adeguatamente formata in 4 principali aree:
•
Ostetricia e ginecologia, affinché possa vigilare e monitorare lo stato di salute della
donna gravida nel corso dell’intera gestazione, registrare alcuni parametri vitali in una
cartella clinica della paziente ed evidenziare eventuali fattori di rischio o complicazioni
che verranno prontamente comunicate al personale sanitario di riferimento.
•
Counseling psicologico, nel caso in cui si verifichi la perdita del bambino. Spesso si pensa
che in Africa non ci sia bisogno di assistenza psicologica, in realtà il nostro partner locale
Vanghano Va Infulene, che nella Provincia di Maputo si occupa prevalentemente di
benessere psicologico, ci ha spiegato che di anno in anno cresce il bisogno di un
appoggio psicologico a livello comunitario.
•
Amministrazione e gestione, indispensabile per riuscire a gestire al meglio la Casa Ninna
Mamma. Ogni Casa avrà un proprio Comitato di Gestione, come detto
precedentemente, in cui saranno presenti tutti gli attori coinvolti dal progetto, tra i
quali alcuni rappresentanti della comunità e due parteiras tradicionais, di cui una a
rotazione sarà Responsabile del Comitato. Sarà suo compito, quindi, programmare e
registrare tutti gli ingressi, preparare la cartella clinica delle partorienti, vigilarne lo stato
di salute ed informare i familiari su quanto sia importante visitarle periodicamente,
affinché si sentano accompagnate e sostenute ed anche i familiari possano essere
coinvolti in tutte le decisioni che riguardano la diagnosi, il trattamento e il tempo di
permanenza. Ci auguriamo tutto questo aiuti a sviluppare nelle famiglie e nelle
Comunità un senso di responsabilità nei confronti della gestante e renda più
consapevoli gli uomini sul ruolo che dovrebbero avere nella cura del neonato.
•
Utilizzo di un sistema tecnologico di archiviazione, si tratta di un progetto pilota che
verrà realizzato in collaborazione con una realtà locale, MAPUTO LIVING LAB, un gruppo
di ingegneri mozambicani che, aiutati da una Fondazione di Trento, cercano di utilizzare
e applicare le ICT ai progetti di cooperazione e sviluppo. Le ostetriche verranno
probabilmente dotate di uno smartphone e di un pannellino fotovoltaico. Nello
smartphone sarà presente una mobile application, che permetterà di registrare i
parametri vitali della paziente; questi ultimi verranno successivamente convogliati ad un
primo sistema di archiviazione presente nella Maternità di riferimento. I dati di tutte le
Maternità dotate di una Casa Ninna Mamma verranno convogliati e sistematizzati in
una banca dati presente nell’Ospedale Centrale di Xai Xai, in cui normalmente si
gestiscono le emergenze. Vorremmo che questo sistema informatico aiuti nella gestione
preventiva di complicazioni ostetrico-ginecologiche, indispensabili per ridurre
significativamente la mortalità materno-infantile.
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La parteira tradicional prima del parto farà 6 visite domiciliari di controllo durante una
gravidanza normale ed accompagnerà la gestante ad un controllo medico prima della 16°
settimana di gravidanza. Organizzerà e programmerà l’ingresso della gestante nella Casa Ninna
Mamma e si occuperà di monitorare il suo stato di salute durante il ricovero.
Dopo il parto ed il ritorno a casa, effettuerà visite a domicilio fino alla 10° settimana per
verificare lo stato di salute del neonato ed un controllo post-parto dopo 6 settimane dalla
nascita.
Sensibilizzazione
La sensibilizzazione è una strategia di fondamentale importanza per garantire il corretto
funzionamento delle Case Ninna Mamma. La sola e semplice edificazione di queste non ci
avrebbe garantito il loro effettivo utilizzo ed occupazione. Confrontandoci con il nostro partner
locale, con il Direttore del Dipartimento Provinciale della salute e l’Infermiera responsabile del
programma di riduzione della mortalità materno-infantile, abbiamo così messo a punto un
piano di sensibilizzazione che si basa su tre strategie diverse:
•
•
la comunicazione, il cui compito è la trasmissione delle informazioni;
la partecipazione, attraverso la quale poter ottenere apporti da parte delle comunità e
dei diversi attori sociali coinvolti nel progetto, come risposta all’informazione ricevuta
attraverso la comunicazione;
• l’educazione, che ha un’importante componente formativa, che dà un protagonismo
spiccato alla trasmissione di valori e al generare determinati comportamenti.
Per quanto riguarda la Comunicazione, abbiamo deciso di muoverci su tre livelli, attraverso tre
diverse metodologie comunicative: la Comunicazione Interpersonale, la Comunicazione
Comunitaria ed infine quella di massa. La Comunicazione Interpersonale sarà realizzata dalla
parteira tradicional, che si occuperà di sensibilizzare sull’importanza del parto istituzionale e
sull’esistenza di nuove Case Ninna Mamma, costruite con materiali convenzionali e adatte ad
un’accoglienza prolungata. La parteira tradicional, durante le sue visite domiciliari, avrà il
compito di promuovere l’uso di queste case, evidenziando i benefici non solo alla gestante, ma
all’intera famiglia e cercando di coinvolgere in particolare la figura maschile di riferimento nella
decisione del ricovero pre-parto. La Comunicazione Comunitaria verrà realizzata coinvolgendo i
leader comunitari ed i leader religiosi. Prima verranno sensibilizzati i leader, il cui compito
successivamente sarà educare le proprie comunità di riferimento. Verranno realizzate attività di
sensibilizzazione rivolte alle famiglie e la comunità in generale, per far conoscere la situazione
sanitaria locale delle donne e il diritto all’assistenza sanitaria di qualità per le donne in stato di
gravidanza, il diritto di accesso a tali cure sanitarie e la necessità di impegnarsi per rendere
sostenibili le Case Ninna Mamma, il tutto attraverso l’uso del Teatro dell’Oppresso e la
proiezione di video. La Comunicazione di massa, ovviamente, si avvarrà dei mass media locali.
Radio e televisioni a livello provinciale diffonderanno messaggi sulla salute materna e
promuoveranno l’uso corretto delle Case Ninna Mamma, così come sul nuovo ruolo di anello di
congiunzione tra comunità e sistema sanitario svolto dalla parteira tradicional.
La Partecipazione delle comunità e delle famiglie è assicurata dal loro coinvolgimento
all’interno del Comitato di Gestione delle Case Ninna Mamma e nelle attività agro-zootecniche,
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che assicureranno la sostenibilità delle case legata all’approvvigionamento alimentare. Il loro
contributo al sostegno della casa, li farà sentire parte del progetto e fautori dello stesso, non
semplici beneficiari.
L’Educazione sarà assicurata grazie alla disponibilità di spazi all’interno della Casa Ninna
Mamma, che permettono la realizzazione di attività educative riguardanti la nutrizione, la
preparazione della multimistura, le norme igienico-sanitarie, l’educazione sessuale e la
pianificazione famigliare, che noi promotori del progetto vorremmo cominciare a rivolgere alle
figure maschili, piuttosto che femminili.
Risultatiattesi
-
Nel breve termine: la costruzione delle 20
Case Ninna Mamma, così che circa 1400
donne all’anno possano usufruire di
servizi ostetrici e neonatali adeguati e la
formazione di 40 parteiras tradicionais,
promotrici del dialogo interculturale ed
anelli di congiunzione tra le comunità
rurali, il sistema sanitario e le Case Ninna
Mamma.
-
A medio termine: con la costruzione di
questi edifici, speriamo di migliorare
l’accesso di donne e bambini a servizi
socio-sanitari adeguati, incidendo
positivamente sul tasso di morbimortalità materno-infantile e di
incrementare la capillarità d’azione sul
territorio. Promuovere un senso di coresponsabilità sociale della famiglia e della
Comunità, questo l’obiettivo.
-
A lungo termine: determinare una
sostanziale riduzione della percentuale di
individui portatori di HIV/AIDS, con
conseguente aumento della densità della
popolazione e della forza lavoro in grado
fig. 4-5. La realizzazione della prima Casa Ninna Mamma
di garantire un’aumentata crescita economica,
nella località di Chissano e la Casa realizzata.
una maggiore protezione sociale, un aumento
dei livelli di alfabetizzazione della popolazione locale e dell’ indice di Sviluppo Umano.
Speriamo che ciascuna Casa Ninna Mamma possa convertirsi in un progetto di sviluppo sociale
comunitario, facendo diventare ogni maternità, dotata della propria Casa, un Centro di Sviluppo
di Competenze ed un modello di gestione partecipativa, avente come focus principali
l’attenzione alla persona, alla famiglia ed alla Comunità nel suo insieme.
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Elementi distintivi del progetto
Il progetto è realizzato in
stretta collaborazione con i
partner locali
Antoniano lavora stabilendo partnership continuative con
organizzazioni locali, che mantengono il polso delle necessità
espresse dalla popolazione, svolgono un monitoraggio continuo
rispetto alla realizzazione delle strutture e forniscono aggiornamenti
dettagliati.
Strutture permanenti
Le attuali strutture, costruite in paglia e fango a causa dell’altissimo
costo del cemento, vengono sistematicamente distrutte durante le
frequenti alluvioni che si verificano nel Paese. Le Case Ninna Mamma,
invece, saranno strutture permanenti e diventeranno una ricchezza
stabile a disposizione della comunità.
Supportiamo la strategia di
crescita del Paese e
rispondiamo alla richiesta di
aiuto delle comunità
La costruzione delle Case Ninna Mamma sposa le strategie di sviluppo
sanitario del Paese. Il Governo mozambicano ha inserito la lotta alla
mortalità materno-infantile tra le priorità del suo Piano di Sviluppo e
Crescita 2010-2015. Per arrivare a questo obiettivo, uno degli
interventi strategici è la costruzione nelle vicinanze delle unità
sanitarie di strutture di attesa, dove le gravidanze possano essere
monitorate, riducendo in questo modo il tasso di bambini affetti dal
virus alla nascita.
Dichiarazione di Isaias Ramiro
Manuel, Direttore del
Dipartimento della Salute della
provincia di Gaza, Mozambico
“Queste Case permettono di accogliere le donne prima del parto e
riducono la mortalità delle mamme e dei bimbi. Il Governo del
Mozambico ha elaborato una strategia che prevede la costruzione di
case di accoglienza e cura ed ha come obiettivo principale la riduzione
della mortalità materno-infantile. L’intervento di Antoniano è
benvenuto: la costruzione di queste case potrà facilitare l’accesso alla
maternità alle donne gravide che vivono nelle zone rurali, lontane dai
centri sanitari (…). La costruzione di queste case permetterà di ridurre
la distanza che le madri devono percorrere per raggiungere la
maternità, aumentare il numero di parti istituzionali e di conseguenza
contribuirà a ridurre la mortalità materno infantile.”
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Il futuro del progetto
La priorità del progetto è supportare le strategie del Governo Mozambicano, per rispondere
alla grave carenza di strutture sanitarie con la costruzione delle Case Ninna Mamma. Dopo la
fase di costruzione, le 20 Case Ninna Mamma entreranno a fare parte della rete dei
Poliambulatori esistenti e saranno gestite e mantenute dal Dipartimento Provinciale della
Salute della Provincia di Gaza. Il controllo ed il funzionamento corretto dei servizi forniti dalle
Case Ninna Mamma sarà assicurato dal Comitato di Gestione di cui ogni Casa sarà dotata e che
farà capo ad un Comitato Centrale del Dipartimento Provinciale della Salute, di cui farà parte
anche un rappresentante di Vanghano Va Infulene, nostro partner locale. Le Case Ninna
Mamma, insieme alle altre strategie che verranno realizzate, come Sicurezza Alimentare,
Formazione e Sensibilizzazione, sono un’occasione per promuovere l'azione intra e
intersettoriale, mobilitare una maggiore partecipazione sociale dei soggetti locali, condividere
delle responsabilità e dei ruoli tra la comunità organizzata, gli operatori sanitari, gli enti locali
ed altre istituzioni locali del settore pubblico o privato, sulla base della promozione della salute,
l'empowerment della comunità.
L’impegno di Antoniano per i bambini
Antoniano onlus è attivo nella cooperazione internazionale dal 1991.
In questi ventidue anni ha sostenuto oltre 100mila bambini in tutto il mondo, grazie alla
realizzazione di 12 scuole e 12 case famiglia, 7 centri sanitari, 7 centri diurni per grandi e
bambini e oltre 350 case per ospitare famiglie in difficoltà.
Ad oggi, il progetto ha toccato tutti e 5 i continenti, 19 Paesi e coinvolto oltre 20 organizzazioni
partner in tutto il mondo.
Antoniano, attraverso il mondo Zecchino d’Oro e il Piccolo Coro, sostiene da sempre i valori di
tutela dell’infanzia e della solidarietà. L’azione di Antoniano mira a sensibilizzare il pubblico e a
promuovere i diritti fondamentali dei bambini con progetti di sviluppo alimentare, sanitario e
scolastico in tutto il mondo.
Nel tempo, Antoniano si è posizionato a livello nazionale per la serietà con cui conduce i
progetti in Italia e all’estero.
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