Analisi VOX delle votazioni federali dei 6 dicembre 1992

Transcript

Analisi VOX delle votazioni federali dei 6 dicembre 1992
Analisi delle votazioni federali
del 6 dicembre 1992
Hanspeter Kriesi, Claude Longchamp, Florence Passy, Pascal Sciarini
Risultato della votazione
Proposta federale sullo
Spazio Economico Europeo
Partecipazione
Si
No
1 762 872
49.7%
1 786 708
50.3%
78,3%
Istituto di ricerche
Ufficio di Berna, Hirschengraben 5
Casella postale 6323, 3011 Bern
Telefono 031 311 08 06, Telefax 031 311 08 19
[email protected]
Università
di Ginevra
Università di Ginevra, Dipartimento di Scienze Politiche
Facolltà di Scienze Economiche e Sociali
102, Boulevard Carl-Vogt, 1211 Ginevra 4, tel. 022 705 83 60
Febbraio 1993; Pubblicazione No 47
Analisi della votazione federali
del 6 dicembre 1992
Bilancio della votazione
La votazione del 6 dicembre 1992, riguardante l'adesione della Svizzera allo Spazio Economico Europeo, è
stato senza alcun dubbio il maggiore avvenimento politico dell'anno in Svizzera. Se seguiamo la storia della
democrazia diretta, anno rare le consultazioni popolari che si riferiscono ad una posta politica di questa
ampiezza, che involve molteplici aspetti della vita del cittadino: il suo ambiente economico, i suoi diritti sociali, i
suoi valori, ecc.. Questa votazione storica ha dato luogo ad un'intensa campagna precedente al voto. Non solo
i mass-media, ma anche l'insieme della classe politica superiore del Paese si sono ampiamente messi in moto
per informare, i primi, e divulgare, i secondi, le loro rispettive posizioni. Questo grande avvenimento nella vita
politica del Paese si è tradotto anche in una percentuale di partecipazione raramente raggiunta nella storia delle
votazioni popolari (78,3 percento).
Il progetto SEE era indiscutibilmente complesso e non aveva che un rapporto limitato con la vita quotidiana,
cosa che era allo stesso tempo un'occasione ed un pericolo: un'occasione, per il fatto che l'oggetto della
votazione non s'imponeva di per se stesso, ma poteva essere presentato, spiegato e discusso; un pericolo,
perché il limitato tempo a disposizione per foggiare la decisione ha provocato uno spostamento della
discussione dal contenuto del progetto al significato del voto. In particolare, il fatto che il voto si sia profilato
come una decisione di base in riguardo al rapporto tra la Svizzera e l'Europa ha facilitato certo l'unità della
Svizzera romanda. Con questo, questo fenomeno ha anche messo radicalmente in questione la cultura politica
delle regioni rurali tedesche, orientata verso il passato e di tipo campanilista.
All'origine delle discussioni, il potenziale per un «SI» allo SEE era indiscutibilmente presente. Durante i
sondaggi, una maggioranza assoluta dei cittadini e cittadine aventi l'intenzione di partecipare al voto si sono
pronunciati per un «SI» dopo la fuma dell'accordo SEE in maggio 1992, nonché durante e dopo la sessione
speciale delle camere federali. Le debolezze dei sostenitori dello SEE si sono manifestate soprattutto durante
l'estate, con la presa di coscienza delle conseguenze di un ingresso nello SEE per la democrazia diretta e dal
punto di vista sociale, e con la precoce offensiva degli oppositori, attraverso il lancio della parola d'ordine da
parte dell'UDC zurighese. Inoltre, i fautori hanno sbagliato in un modo incomprensibile l'inizio della campagna
precedente il voto. Da parte loro, gli avversari dello SEE hanno rafforzato il loro potenziale d'opposizione,
particolarmente per mezzo di una lunga volata finale e di una campagna d'inserzioni nella stampa condotta in
modo conseguente. Questa campagna d'inserzioni ha croato un contrappeso alla parte redazionale dei giornali
od ha rafforzato il lato emozionalo del dibattito, mettendo in rilievo dei temi come la perdita della sovranità,
l'immigrazione e la diminuzione dei salari.
Alla fine della campagna, la Svizzera era politicizzata in un modo raramente raggiunto nella sua storia moderna.
La democrazia dirotta ha rivelato il suo lato emotivo o la partecipazione al voto ha quasi raggiunto un livello
record. L'analisi ha mostrato che gli indecisi hanno in gran parte seguito le correnti di maggioranza del loro
territorio. Questo fenomeno ha favorito l'approvazione dell'adesione allo SEE in Svizzera romanda. In Svizzera
tedesca ha sigillato il rifiuto del popolo e dei Cantoni: i cittadini e cittadine che non era stato possibile
convincere hanno avuto la tendenza a propendere por il campo dei «NO».
L'analisi della partecipazione rivela che i «cittadini selettivi», quelli che prendono parte alle consultazioni
popolari solo in casi sporadici, si sono mossi in gran numero per questa votazione, così come quelli che
abitualmente si astengono dall'andare allo urne. Infatti, il 62 percento degli astensionisti abituali ed il 90
percento dei cittadini selettivi ha partecipato alla votazione sullo SEE. Queste percentuali di partecipazione per
queste categorie di cittadini sono eccezionalmente elevate in confronto alle altre votazioni. Inoltre, coloro che
si astengono abitualmente dal voto hanno manifestato, per questa evenienza, un comportamento di voto
distinto. Mentre i cittadini e le cittadine modello hanno sostenuto il progetto governativo, gli astensionisti
svizzeri tedeschi l'hanno respinto in massa, mentre gli astensionisti svizzeri romandi l'hanno, al contrario,
fortemente sostenuto. In altre parole, il soprappiù di partecipazione ha agito, come per gli indici, in sensi
opposti nella Svizzera tedesca od in quella romanda, rafforzando così la frattura linguistica.
Se tutto le categorie di cittadini si sono mosse in moto in massa per deporre lo loro schede nelle urne (la
percentuale più bassa è del 59 percento), le persone con formazione inferiore o gli operai hanno tuttavia
partecipato meno volentieri dogli individui muniti di diploma. Contrariamente alla loro abitudine, le persone che
dichiarano di non essere per niente interessate alla politica si sono messe in moto lo stesso in più del 66
percento dei casi. Abbiamo potuto mettere in rilevo che queste, come gli astensionisti, si sono opposte al
trattato, mentre i cittadini interessati alla politica sono stati favorevoli al progetto governativo. La
partecipazione eccezionale, sia degli astensionisti, che dei cittadini non interessati agli affari della città, ha quindi
agito a sfavore dell'accordo SEE. Malgrado ciò, se queste due categorie di cittadini si fossero astenute come
d'abitudine anche il 6 dicembre, i risultati del voto non sarebbero stati differenti.
Lo studio della competenza ha sottolineato anche la particolarità di questa votazione. Infatti, in comparazione
con le altre votazioni federali, la percentuale dei cittadini incompetenti o poco competenti è nettamente
inferiore alla media, malgrado che l'argomento sottoposto al voto popolare fosse estremamente complesso.
Questo risultato può essere compreso alla luce di tre elementi distinti. Prima di tutto, l'ampia campagna ha
offerto ai cittadini una abbondante informazione, che ha senza dubbio contribuito a migliorare la competenza di
questi ultimi. In secondo luogo, il discorso della destra popolare, incarnato dal personaggio di Christoph
Blocher, ha contribuito a ridurre la complessità dell'insieme, riportandolo sul terreno dei valori o della vita
quotidiana di ciascun cittadino e cittadina. Infine, oltre all'influsso del discorso popolare, i cittadini stessi hanno
avuto la tendenza a riportare il complesso dello SEE ad un livello più abbordabile.
Sia la nostra misura della competenza obiettiva (conoscenza della materia sottoposta al voto), che la misura
soggettiva (valutazione soggettiva del livello d'informazione dei cittadini in rapporto allo SEE), sottolineano la
grande partecipazione delle persone incompetenti e male informato. Ed ancora, abbiamo potuto mettere in
evidenza che quanto più le persone sono incompetenti o si considerano male informato su questo oggetto,
tanto più hanno la tendenza ad opporsi all'accordo SEE. Al contrario, più i cittadini sono competenti o bene
informati, più ampio è l'appoggio al progetto governativo. Tuttavia, se queste due categorie di cittadini, gli
incompetenti ed i cittadini male informati sullo SEE, si fossero astenuti al momento di questa consultazione, la
risposta popolare non sarebbe stata differente.
Le analisi che hanno seguito la votazione hanno messo l'accento sulle diverse fratturo che si sono manifestate al
momento di questa votazione, ma in modo particolare sulla frattura linguistica. Il nostro studio sottolinea
l'importanza di cinque fratture: «popolare» (che oppone i cittadini che hanno fiducia nel governo ai cittadini
diffidenti), linguistica, città/campagna, livello di formazione e sinistra/ destra. Così, le persone che accordano la
loro fiducia al governo, i romandi, i cittadini abitanti in città, quelli che godono di un livello di formazione
superiore e, per finire, le persone che si pongono politicamente a sinistra, sono stati largamente favorevoli allo
SEE. Di queste cinque fratture principali, due sono preponderanti por la spiegazione del voto: la frattura
«popolare» e la frattura linguistica. In una seconda fase dello studio del profilo dei votanti, abbiamo potuto
mettere in evidenza l'effetto accumulato di queste differenti fratture. Prima di tutto notiamo che la frattura
città/campagna a livello di voto è appariscente nelle due regioni linguistiche. Al contrario, la sfiducia ha avuto
un ruolo nettamente più forte presso i tedeschi. Infatti, i cittadini svizzeri tedeschi diffidenti verso le loro autorità
politiche hanno respinto largamente il progetto governativo, principalmente quelli che vivono in campagna. Al
contrario, la fiducia, sia presso i tedeschi, che presso i romandi, ha svolto un ruolo piuttosto favorevole per lo
SEE. Anche l'influenza del livello di formazione è stata importante, tranne che nelle città della Svizzera
romanda. Nell'ambiente rurale, i cittadini tedeschi con formazione inferiore hanno avuto tendenza a respingere
in massa l'adesione, mentre quelli che hanno un livello di formazione superiore in questa zona (campagna
Svizzera tedesca) l'anno sostenuta più volentieri. Altra constatazione: la frattura sinistra/destra ha avuto
anch'essa un ruolo notevole, ma più grande in campagna che in città.
Questa analisi dettagliata del profilo del voto ci ha permesso d'identificare il profilo politico e sociale del nucleo
degli avversari allo SEE. Si tratta soprattutto di persone che abitano in campagna tedesca fornito di un livello
di formazione modesto e che, se hanno una sensibilità politica, sono orientate politicamente al centro o a
destra. A questo gruppo si aggiungono tutti gli altri svizzeri tedeschi con orientamento politico verso il centro o
la destra che non hanno fiducia nel governo. In Svizzera tedesca esiste dunque un campo d'oppositori
«irriducibili» che è molto ampio, ma nondimeno più maggioritario nell'insieme dei Cantoni che hanno respinto
l'adesione allo SEE. Dotto questo, è possibile che questa categoria di cittadini non sia così inamovibile sulle
sue posizioni in riguardo allo SEE. Infatti, la fiducia accordata al governo è un fattore suscettibile di essere
influenzato da cambiamenti provenienti sia dal contesto economico e politico, sia dalla politica seguita dalle
autorità politiche, sia anche dalle campagne d'informazione, come ha potuto metterlo in evidenza la prima parte
del nostro studio.
L'analisi delle motivazioni fornite spontaneamente dagli oppositori e dai fautori dell'adesione SEE mostra che,
piuttosto di due valutazioni fredde e razionali dei costi e dei vantaggi dello SEE, sono due visioni della Svizzera
e del suo futuro che si sono contrastate il 6 dicembre. Lo motivazioni avanzate dai fautori dell'accordo SEE
per giustificare la loro approvazione s'imperniano principalmente intorno a due grandi tomi: da una parte dei
motivi di ordine culturale, come il rifiuto dell'isolamento e la volontà d'apertura verso la CE; dall'altra parte dei
motivi di ordine economico, suscitati dai vantaggi attesi dall'accesso alla Spazio Economico Europeo. Questi
motivi sono molto simili presso i fautori tedeschi e romandi.
Queste due categorie di motivi sono presenti anche presso gli oppositori, ma hanno evidentemente un effetto in
senso inverso. La prima categoria traduce un riflesso di tipo identificativo, nato dal timore di veder crollare una
certa concezione della Svizzera a causa dell'apertura verso l'Europa. Questo riflesso si manifesta con la paura
di una perdita di sovranità e con le critiche in riguardo all'assenza di vera codecisione nello SEE, la paura
dell'invasione degli stranieri, nonché smarrimento di fronte all'accelerazione del processo d'integrazione,
sentimenti alimentati dalla diffidenza nei confronti di una CE giudicata «non affidabile», o addirittura
«vacillante». I vantaggi economici del restare fuori, la paura della disoccupazione ed il costo giudicato troppo
alto dello SEE costituiscono il secondo gruppo di motivazioni degli avversari del trattato. Infine, una terza
categoria di oppositori ricorda semplicemente le lacune d'informazione e la mancanza di chiarezza del
Consiglio Federale come motivi di rifiuto. Se la decisione degli oppositori romandi è stata grandemente
influenzata dalla loro sfiducia nei riguardi della CE, i loro omologhi tedeschi hanno piuttosto motivato il loro
voto con la paura di una perdita d'indipendenza, con le ragioni economiche e con la paura della
disoccupazione e dell'invasione degli stranieri.
La lettura della percezione dei principali argomenti avanzati durante la campagna precedente il voto sullo SEE
rivela una forte polarizzazione tra i favorevoli e gli avversari allo SEE. Così, la maggioranza degli argomenti
favorevoli al «SI» è approvata dalla maggioranza dei favorevoli all'accordo, ma respinta altrettanto
categoricamente dagli oppositori. Per esempio, l'argomento secondo il quale «l'entrata nello SEE è vitale per
l'economia» è approvato dal 92 percento dei favorevoli allo SEE, ma respinto dallo 77 percento degli
avversari. Questa polarizzazione si manifesta ancora più chiaramente per gli argomenti del «NO». Così,
l'argomento secondo il quale «l'entrata nello SEE significa una perdita inaccettabile di sovranità» è approvato
dal 75 percento degli oppositori dello SEE, ma rifiutato dall'84 percento dei fautori. Secondo la nostra analisi,
questi due argomenti precitati sono quelli che hanno influenzato di più la decisione di sostenere o di respingere
l'accordo, ma anche altri argomenti hanno avuto un impatto significativo sul voto. Il problema fondamentale al
quale ci ha condotto la nostra analisi è il seguente: che cosa ha alla fine fatto decidere ad un cittadino e aduna
cittadina di scegliere un campo o l'altro? A nostro avviso, la risposta è nel fatto che gli avversari dello SEE
sono riusciti, nella loro campagna, a mettere in evidenza gli argomenti che erano meglio «in risonanza» con le
credenze ed i valori degli svizzeri e delle svizzere, altrimenti detti la loro identità. Nella parte conclusiva,
abbiamo mostrato che i cittadini e le cittadine svizzeri si dimostrano molto reticenti all'idea di un'adesione alla
CE. Soltanto un piccolo terzo dei votanti del 6 dicembre sarebbe disposto ad accettare una tale adesione; una
forte maggioranza vi si opporrebbe (59 percento di cui 42 percento «certamente»), mentre gli indecisi sono il
12 percento. Un terzo dei votanti che hanno approvato l'accordo SEE si pronuncerebbe contro l'adesione alla
CE. Questo risultato conferma l'arretramento dei favorevoli all'adesione alla CE, messo in evidenza dai
sondaggi dall'inizio dell'anno.
Così, un insegnamento fondamentale per il futuro dell'integrazione europea della Svizzera deriva dal successo
della campagna degli oppositori: se intendono colmare la fossa che oggi li separa dagli oppositori, i favorevoli
all'integrazione europea devono trovare, a loro volta, un sistema per legare in modo favorevole la causa che
difendono con le credenze degli svizzeri; in altre parole, devono mostrare che l'identità svizzera si può
accordare con un'apertura verso la CE, o addirittura essere rafforzata da questa apertura.