a puerta cerrada - Emilia Romagna Teatro
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a puerta cerrada - Emilia Romagna Teatro
A PUERTA CERRADA da Jean-Paul Sartre regia e scene Serge Nicolaï assistente alla creazione Olivia Corsini con Maday Mendez, Josefina Pieres, Franz David Toro, Daniel Cabot musiche originali Jean-Jacques Lemêtre produzione Serge Nicolaï in collaborazione con Timbre4 spettacolo in lingua spagnola con sovratitoli spettacolo fuori abbonamento con prenotazione obbligatoria Pubblico. Il Teatro di Casalecchio di Reno, Casalecchio di Reno: 24 e 25 maggio 2013, ore 21.00 La violenza, l’humor, la disperazione e la rivolta attraversano questo spettacolo di una semplicità diabolica e dalla meccanica implacabile. Tre personaggi si trovano, dopo la morte, nella stessa stanza: si tratta di Garcin, giornalista, Inès, impiegata alle poste ed Estelle, una donna ricca e mondana. JeanPaul Sartre descrive “il suo inferno”: i protagonisti si interrogano sulla dannazione, nascondono le loro miserie, si giustificano per ciò che di sbagliato hanno fatto in vita, fanno di tutto per non cadere e morire, loro che sono già morti. Lo sguardo dell’altro, in questo testo che intende parlare di libertà, diventa una sorta di coscienza parossistica e ansiogena, simile a quella, secondo la lettura di Serge Nicolaï, a cui è sottoposta l’umanità contemporanea. Timbre 4 e il Théâtre du Soleil, un incontro Claudio Tolcachir, direttore del Teatro Timbre 4 di Buenos Aires,e Sarge Nicolaï, attore del Théâtre du Soleil alla Cartoucherie de Vincennes si sono conosciuti a Parigi nel corso di una tournée di Timbre 4 in Europa nel 2009. “Il mio desiderio di mettere in scena Huis Clos è nato prima di tutto da un incontro: l’incontro di un attore con altri attori. Ormai diversi anni fa, incontrai la compagnia Timbre 4 e il loro regista Claudio Tolcachir a Parigi. Fui immediatamente sedotto dalla vivacità e dalla verità della loro recitazione che non vedevo su una scena europea da molto tempo. Fra di noi è nata un’amicizia. Il mio desiderio di lavorare con loro è diventato quindi una necessità. Dovevamo trovare un modo per condividere i nostri universi d’attore. Dopo aver tenuto degli stage formativi da loro, Timbre 4 mi ha Emilia Romagna Teatro Fondazione – Teatro Stabile Pubblico Regionale, Sede Legale: Teatro Storchi, Largo Garibaldi 15, 41124 Modena. Sede Organizzativa: Via Ganaceto, 129 ‐ 41121, Modena Centralino: Tel. 059 2136011, Biglietteria:. 059 2136021, e‐mail: [email protected] C.F. e P.IVA 01989060361 invitato per una residenza di qualche mese finalizzata ad allestire uno spettacolo nel loro spazio.” Serge Nicolaï “Niente di meglio per arricchire uno spazio teatrale come quello di Timbre 4 che accogliere un componente del Théâtre du Soleil e poter condividere nuove forme, nuovi sguardi e scenari differenti. Creare uno scambio con la compagnia di Ariane Mnouchkine è quasi un sogno per noi. Finalmente, la prima tappa di questo incontro si è concretizzata nel settembre 2011 con uno stage diretto da Serge Nicolaï nello spazio di Timbre 4, centrato sul testo Huis Clos di Jean-Paul Sartre. L’ispirazione di tutti ha portato alla necessità di una seconda tappa: mettere in scena lo spettacolo. Serge ha preso la chiave del teatro, ha scelto il suo gruppo di lavoro dalla compagnia Timbre 4 e ha dato vita allo spettacolo nel teatro argentino.” Claudio Tolcachir Note di regia Quando Timbre 4, compagnia di Teatro indipendente argentina, mi ha proposto di allestire uno spettacolo nel proprio spazio di residenza a Buenos Aires, ho subito pensato a Huis Clos. Questo testo mi ha colpito molto nel profondo, come un caro amico lasciato da parte in tutti gli anni di studi teatrali, resuscitato poi nel momento in cui mi è stato chiesto di curare una regia con attori nuovi. Senza dubbio è chiaro fin dall’inizio che questi attori hanno un rapporto con la recitazione di una libertà enorme, un rapporto di grande curiosità verso la pratica teatrale, un’apertura tale da attingere a diversi riferimenti; il testo mi è parso quindi un supporto ideale, che coinvolge immediatamente il loro modo d’essere, i loro corpi e la loro identità di attori. Inoltre, la scrittura di Sartre e il ritmo sostenuto del testo danno ai performer una rara gamma di possibilità di recitazione, una versatilità unica. Il mio desiderio di lavorare con attori argentini viene da lì: la ricerca di una verità nel recitare in una forma non classica, che risponda al loro desiderio di modernità. Essi esprimono infatti con entusiasmo una reale voglia di teatro “nuovo”, eco del loro desiderio di progresso all’interno di una società intontita da anni di politica nera. Sento in loro una necessità di esistere, di essere presenti, di sorgere nel mondo. La loro rapidità e vivacità. La voglia di fare! Fin dall’inizio delle prove, mi sono permesso di eliminare dal testo alcuni elementi accessori descritti nelle didascalie e che non fanno altro che “appesantire” il testo di dettagli. Inoltre, certe allusioni o giochi di parole di Sartre non trovano alcuna pertinenza nella lingua spagnola. Un “adattamento” era quindi necessario per evitare vuoti di senso pressoché impossibili da interpretare. In questa arena in cui i protagonisti si scagliano l’uno contro l’altro, ci sono tre sedie, una porta chiusa (che conferma l’impossibilità a fuggire), quattro attori. È tutto. Non volevo vedere nient’altro che gli attori che vivono, ma che vivono senza comodità, Emilia Romagna Teatro Fondazione – Teatro Stabile Pubblico Regionale, Sede Legale: Teatro Storchi, Largo Garibaldi 15, 41124 Modena. Sede Organizzativa: Via Ganaceto, 129 ‐ 41121, Modena Centralino: Tel. 059 2136011, Biglietteria:. 059 2136021, e‐mail: [email protected] C.F. e P.IVA 01989060361 senza grucce, ho tolto ogni elemento di mobilio. Nel nostro “metodo”, se si può parlare di metodo al Théâtre du Soleil, lavoriamo fin dalle prime prove con la musica. È il battito del nostro cuore, la piccola musica interiore che ci anima. Ho quindi invitato il compositore e musicista Jean-Jacques Lemêtre ad accompagnarmi in questo lavoro, lui che orchestra così meravigliosamente ogni mio passo d’attore da quindici anni al Théâtre du Soleil. Le musiche che ha composto sono pulsioni, echi, sogni, reminescenze. In Huis Clos, i personaggi sono irrimediabilmente imprigionati ognuno alla propria forca, si agitano disperatamente per non cadere e morire, mentre in realtà sono già morti. Sappiamo fin dall’inizio che niente cambierà, sappiamo che non c’è nessuna via d’uscita, siamo all’inferno e dall’inferno non si esce. Tutto è fissato, come colato nel bronzo, così come i personaggi: loro cambieranno, niente si smuoverà. È uno spettacolo senza sviluppo morale. Non dimentichiamo che questo testo ha visto la luce alla fine dell’anno 1943, in piena occupazione nazista. Le grandi retate erano già conosciute ai parigini, i francesi partigiani creano la Milizia, è l’anno del servizio al lavoro obbligatorio, della prima riunione a Parigi del Consiglio Nazionale della Resistenza sotto la presidenza di Jean Moulin, che sarà assassinato qualche mese dopo, è l’anno delle Forze Francesi Interne, l’anno in cui Pétain accetta tutte le condizioni dei tedeschi: La libertà è schernita, calpestata dall’occupazione. Come avrei agito, io? Cosa avrei potuto fare? Questo solleva molte domande, ma anche mettere in scena Huis Clos oggi, cosa vuol dire? Vuol dire parlare della nostra società, della perdita di fiducia tra le persone, parlare di egoismo. Parlare della paura, dell’impegno politico, di resistenza, di sopravvivenza. Dobbiamo perdere speranza nella natura umana? O al contrario, ci uniamo alla resistenza? Come è possibile arrivare a sbranarsi nei momenti in cui dovremmo essere solidali? Perché non prendiamo esempio dalla storia? Nel nostro lavoro sull’essere umano e la sua stupidità narcisistica, abbiamo quindi tentato, con gli attori, di addentrarci a fondo nei meandri più neri dell’anima, così da estrapolare dal testo di Sartre tutta la sua essenza. Senza questa essenza, Huis Clos sarebbe riducibile ad un testo di repertorio, di cui rimarrebbe soltanto la polvere, un testo che solitamente si qualifica come “vecchiotto”. È un teatro di conflitto, in cui ciascun personaggio ha una propria ragione d’essere e in cui tutti i mezzi sono allora buoni per raggiungere il proprio obiettivo e “sopravvivere”. Il linguaggio che usa il nostro corpo è quello del non detto, del sotto-testo. Abbiamo cercato, con Olivia Corsini (attrice del Théâtre du Soleil) di ridurlo alla più semplice espressione. Nessun gesto deve risultare inutile, rimane solo ciò che è assolutamente necessario, senza che valga la pena di fabbricare del falso. Abbiamo lavorato sull’immobilità, con tutte le sfumature e le semi sfumature che implicano le azioni. Un attore in scena compie troppi gesti, nel momento in cui deve colmare la sua impossibilità di apparire reale, pretendendo di essere “naturale”. Questi attori sono Emilia Romagna Teatro Fondazione – Teatro Stabile Pubblico Regionale, Sede Legale: Teatro Storchi, Largo Garibaldi 15, 41124 Modena. Sede Organizzativa: Via Ganaceto, 129 ‐ 41121, Modena Centralino: Tel. 059 2136011, Biglietteria:. 059 2136021, e‐mail: [email protected] C.F. e P.IVA 01989060361 espressivi grazie alla sincerità. Non devono fare altro che vivere in questa scatola chiusa e aspettare. La coesistenza di tre personaggi, in cui ognuno si trova davanti ai propri demoni, dovendo assumere contemporaneamente il punto di vista degli altri. Questo sguardo terribile non può che essere accusatore, ridicolo, cattivo, giudicatore. Ma soprattutto succede che tutti e tre ne diventano dipendenti, perché sono imprigionati in uno spazio senza specchi, in cui la sola immagine che hanno di sé stessi, è attraverso lo sguardo degli altri! Nella visione dell’inferno proposta da Sartre non c’è bisogno di carnefici o guardiani, dato che ogni personaggio lo diventa per gli altri, ma soprattutto, per lui stesso. I tre personaggi del dramma ne fanno l’amara esperienza, ognuno ossessionato dalla propria storia, ognuno in posizione di vittima sotto lo sguardo degli altri, ognuno condannato per l’eternità a subire il peso dello sguardo e della presenza degli altri senza via di scampo. Sono inseparabili e totalmente interdipendenti. E questo è per sempre. Viviamo in una società in cui lo sguardo dell’altro sulla nostra vita assume un senso parossistico. I protagonisti di Huis Clos si sono uccisi tutti e tre (in modi diversi), così da potersi salvare dallo sguardo degli altri. È l’uomo stesso ad essere responsabile delle proprie azioni e del proprio destino, l’esistenza stessa e la conseguente permanenza dell’inferno è un richiamo alla responsabilità con cui dobbiamo usare la nostra libertà. Sergei Nicolaï Emilia Romagna Teatro Fondazione – Teatro Stabile Pubblico Regionale, Sede Legale: Teatro Storchi, Largo Garibaldi 15, 41124 Modena. Sede Organizzativa: Via Ganaceto, 129 ‐ 41121, Modena Centralino: Tel. 059 2136011, Biglietteria:. 059 2136021, e‐mail: [email protected] C.F. e P.IVA 01989060361