federazione russa - Mercati a confronto

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federazione russa - Mercati a confronto
FEDERAZIONE RUSSA
Febbraio 2008
Informazioni Generali
Confini: La Federazione Russa si estende nell’Europa nord-orientale e su tutta l’Asia
settentrionale.
Superficie: 17.075.400 Km² (corrispondente al 75% circa del territorio dell’ex Unione
Sovietica)
Capitale: Mosca (10.102.000 abitanti)
Altre città principali: San Pietroburgo (4.669.000 ab.); Novosibirsk (1.426.000 ab.); Nizhny
Novgorod (1.311.000 ab.); Yekaterinburg (1.293.000 ab.)
1
Popolazione: 145,3 milioni di abitanti (censimento RosStat, ottobre 2002); la maggior parte
della popolazione è concentrata nella parte europea del Paese, corrispondente a circa metà
della superficie complessiva della Federazione Russa.
Lingua: La lingua ufficiale del Paese è il russo; tuttavia, la Costituzione federale riconosce alle
Repubbliche il diritto di utilizzare le proprie lingue accanto a quella ufficiale. Infatti esistono
numerosi gruppi linguistici: indo-europeo; ungro-finnico; turco-mongolo; gruppo caucasico. Le
lingue e i dialetti sono oltre 150, quelle insegnate nelle scuole sono 10. Per le attività
economico-commerciali viene utilizzato anche l’inglese.
Religioni: Cristiana (in prevalenza ortodossa) con minoranze musulmane, buddiste, ebraiche.
Moneta: L’unità monetaria è il Rublo (RUB). La media annuale di cambio nel 2006 è stata di
34,112 RUB per 1 Euro. La media mensile del tasso di cambio relativa a settembre 2007 è
stata di 35,1723 RUB per 1 Euro.
Sistema politico
La Federazione Russa è una Repubblica Federale di tipo parlamentare, basata sulla
Costituzione del 1993. Il Parlamento è composto dal Consiglio della Federazione (camera alta:
178 membri, due per ogni soggetto amministrativo) e dalla Duma di Stato (camera bassa: 450
membri eletti per un periodo di quattro anni). In seguito ad una modifica della legge elettorale,
alle elezioni del 2007 i membri della Duma sono stati eletti da liste di partiti a livello nazionale,
su base proporzionale. La Federazione russa è composta da 89 soggetti amministrativi
territoriali, molti dei quali riflettono le divisioni etniche. Le più vaste tra queste autonomie
etniche godono dello status di Repubbliche; altre sono invece distinte in Oblast, Krai o Okrug
(aree nazionali autonome). Attualmente si contano teoricamente 21 repubbliche, 49 oblast
“ordinari” ed 1 autonomo, 6 krai (territori), 10 okrugs (province autonome) e 2 città di rilievo
federale - Mosca e San Pietroburgo.
Il Capo della Federazione russa è il Presidente, che viene eletto ogni quattro anni per non più
di due mandati. Il Presidente nomina, con l’approvazione della Duma, il Primo ministro della
Federazione e su indicazioni di quest’ultimo, il Governo che è titolare del potere esecutivo.
Le ultime elezioni si sono svolte nel dicembre 2007 (parlamentari) e nel marzo 2004
(presidenziali); le prossime sono previste nel marzo 2008 (presidenziali) e nel dicembre 2011
(parlamentari).
Capo dello Stato: Vladimir Putin, rieletto nel marzo del 2004 ed in carica dal marzo del 2000
Primo Ministro: Viktor Zubkov
Partiti politici: Lo scenario dei partiti politici russi è oggi piuttosto fluido, riflettendo la
presenza di numerosi partiti e organizzazioni. I principali partiti politici sono: Russia Unita;
Partito Comunista della Federazione Russa (CPRF); Partito della Madrepatria (Rodina); Partito
Liberal-Democratico (LDPR); i partiti liberali Yabloko e Unione delle Forze di Destra (SPS),
attivi sebbene non abbiano ottenuto seggi in parlamento nelle elezioni del 2007.
Principali indicatori economici
Indicatore
PIL
PIL a prezzi correnti (miliardi di RUB)
PIL a prezzi correnti (miliardi di US$)
Tasso di crescita reale (%)
PIL pro-capite (US$)
Inflazione (%)
Tasso di disoccupazione (%)
Bilancia commerciale (miliardi di US$)
Esportazioni (Fob)
Importazioni (Fob)
2004
2005
2006
2007*
17.048
592
7,2
4.110
10,9
8,2
21.620
764
6,4
5.340
12,7
7,6
26.781
985
6,7
6.910
9,7
7,3
31.491
1.231
7,5
8.650
9,0ª
7,0
183,2
-97,4
243,6
-125,3
303,9
-164,7
354,0
-225,3
2
Saldo
85,8
118,3
139,2
128,8
Tasso di cambio Rub/US$ (media annuale)
28,8
28,3
27,2
25,6ª
Tasso di cambio Rub/€ (media annuale)
35,8
35,2
34,1
35,0
Debito estero (miliardi di US$)
196,8
229,1
251,1
343,5
Riserve internazionali (milioni di US$)
124.541
182.240
303.732
476.391ª
Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit: Country Report febbraio 2008 (*) stime EIU; (ª) valori attuali
Rischio paese
Nella classifica rischio-paese, aggiornata a novembre 2007, la SACE colloca la Federazione
Russa nella categoria OCSE n°3.
NESSUNA RESTRIZIONE
Congiuntura
Il vice-primo ministro Dmitry Medvedev dovrebbe succedere a Vladimir Putin, nella carica di
presidente, in seguito alle elezioni previste nel marzo 2008. A sua volta, Putin dovrebbe
ricevere l’incarico di primo ministro nel governo di Medvedev. L’eventualità che Putin
mantenga una prolungata e decisiva influenza politica, eclissando una presidenza
costituzionalmente investita di maggiori poteri, potrebbe tuttavia rivelarsi destabilizzante per il
paese.
Le relazioni russe con l’UE e gli Stati Uniti continueranno ad essere contraddistinte dalle
numerose divergenze presenti in diverse aree; tra queste il disagio russo manifestato nei
confronti dell’allargamento NATO e UE e la competizione per l’influenza nella Comunità di Stati
Indipendenti (CSI). Tuttavia gli impegni economici impongono oggi un’ampia cooperazione
reciproca.
La politica economica dovrebbe essere indirizzata nella realizzazione dei cosiddetti “progetti
prioritari nazionali”, rivolti a migliorare il tenore di vita attraverso un aumento di spesa
pubblica nei settori della salute, dell’istruzione e delle abitazioni, e ad accrescere il tasso di
natalità. Inoltre sono previste misure addizionali, come tagli alle tasse personali, volte a
sostenere la popolarità del nuovo presidente. Il governo dovrebbe inoltre continuare nella sua
politica di controllo statale su settori strategici dell’economia, quali l’energia e le risorse
minerarie. La proprietà statale dell’industria energetica è cresciuta dal 20% del 2000 al 50%
nel 2007. Nello stesso periodo, lo stato ha allargato il suo controllo nei settori bancario,
ingegneristico e metallurgico. Tuttavia l’impatto complessivo sull’economia è risultato
relativamente modesto: dal 2000 il contributo del settore privato alla formazione del PIL è
sceso dal 70% al 65%.
Nonostante gli elevati prezzi del petrolio, gli aumenti di spesa pubblica registrati nel campo del
welfare hanno ridimensionato al 3% del PIL le stime del surplus di bilancio per l’anno 2007, in
netta discesa rispetto al 7,4% del PIL registrato nel 2006. Dal 2008, il governo opererà sulla
base di un bilancio triennale. La trasparenza del bilancio dovrebbe trarre beneficio dalla
decisione di separare le entrate provenienti dal settore energetico dalle altre entrate. In base
al nuovo calcolo, le proiezioni governative indicano un deficit di bilancio pari al 6,6% del PIL
nel 2008, escluse le entrate del settore energetico, e del 5,4% del PIL nel 2009; incluse tali
entrate, le stime per il biennio si traducono rispettivamente in dei surplus dello 0,2% del PIL e
dello 0,5% del PIL. Tali surplus potrebbero risultare più ampi, in previsione di più elevati tassi
d’inflazione e prezzi del petrolio.
Nel 2007 il tasso di crescita del PIL stimato è pari al 7,5%. Con gli elevati prezzi energetici, la
forte crescita della domanda interna dovrebbe continuare a trainare l’espansione economica
nel 2008-09. Tuttavia diversi fattori, tra cui la performance non buona di settori industrialichiave – come quello dell’estrazione petrolifera – congiunta ad un aumento significativo della
domanda di importazioni, potrebbero precludere un’accelerazione della crescita. Il recente
apprezzamento del rublo ha di fatto eliminato i vantaggi competitivi derivati dalla svalutazione
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seguita alla crisi finanziaria del 1998. La lentezza con cui avvengono le riforme strutturali ed
istituzionali sembra d’intralcio alla crescita economica; in particolare la mancata riforma del
sistema finanziario impedisce un effettivo incanalamento dei risparmi nella direzione degli
investimenti produttivi. L’economia russa appare ancora oggi eccessivamente dipendente dai
prezzi del petrolio e vulnerabile nei confronti dell’apprezzamento reale della moneta. L’ingresso
della Russia nell’Organizzazione Mondiale per il Commercio (WTO) previsto nel 2008 o nel
2009, e le conseguenti pressioni verso una progressiva maggiore liberalizzazione dei mercati,
dovrebbero contribuire a migliorare sensibilmente il panorama economico interno. E’ previsto
infatti un maggior afflusso di Investimenti Diretti Esteri (IDE), attirati dalla ricchezza delle
risorse naturali russe, dallo sviluppo potenziale del mercato interno, dal basso costo della
forza-lavoro e dall’abbassamento delle barriere tariffarie. I progressi nelle riforme del sistema
legale per adeguarlo alle regole del WTO sono stati rapidi, ma i passi da fare sono ancora
molti. Per tali motivi il contributo degli IDE alla formazione del PIL a medio termine non
dovrebbe superare il 14%, ben al di sotto delle reali possibilità. Secondo le stime, le partite
correnti hanno registrato un surplus di 76,6 miliardi di US$ nel 2007, inferiore del 20% circa
rispetto a quello del 2006. Il valore dei beni esportati è cresciuto soltanto del 16%, rispetto
alla crescita del 37% registrata dal valore dei beni importati. Nonostante l’aumento dei prezzi
del petrolio, i volumi dell’export di energia sono cresciuti solo debolmente, mentre la crescita
sostenuta dei consumi e degli investimenti dovrebbe continuare a sostenere le importazioni. Di
conseguenza, il surplus della bilancia commerciale dovrebbe continuare a restringersi,
portando il surplus delle partite correnti al 2,6% del PIL nel 2009, rispetto al 10% del PIL
registrato nel 2006. L’estrema dipendenza della bilancia commerciale russa alla volatilità dei
mercati internazionali delle commodities continuerà a rappresentare una fonte di rischio,
nonostante l’istituzione di uno specifico Fondo di Stabilizzazione.
Prospettive future
Le elezioni presidenziali del marzo 2008 dovrebbero sancire la vittoria di Dmitry Medvedev,
quale successore di Vladimir Putin, che a sua volta verrebbe nominato primo ministro.
L’eventualità che Putin mantenga una prolungata e decisiva influenza politica, eclissando una
presidenza costituzionalmente investita di maggiori poteri, potrebbe rivelarsi destabilizzante
per il paese. La tendenza ad un crescente autoritarismo, che ha caratterizzato la gestione di
Putin, dovrebbe persistere nel periodo in esame. Nel lungo termine tale tendenza potrebbe
essere mitigata, e in ultima analisi rovesciata, dalle crescenti richieste della rampante middle
class russa di maggiori garanzie alla proprietà privata e ad un effettivo pluralismo politico.
Le relazioni russe con l’UE e gli Stati Uniti continueranno ad essere contraddistinte dalle
numerose divergenze presenti in diverse aree; tra queste il disagio russo manifestato nei
confronti dell’allargamento NATO e UE e la competizione per l’influenza nella Comunità di Stati
Indipendenti (CSI). Tuttavia gli impegni economici impongono oggi un’ampia cooperazione
reciproca. La politica economica continua ad inviare segnali contraddittori agli investitori sia
interni che esteri. Il governo dovrebbe continuare i suoi sforzi per mantenere il controllo sul
settore delle risorse naturali (in particolare petrolio e gas naturale), e nello stesso tempo
cercare di creare uno spazio maggiore per le forze di mercato in altri settori, soprattutto in
vista dell’ingresso della Russia nel WTO previsto nel 2008-09. Nel periodo elettorale, la politica
fiscale è apparsa espansiva. Secondo il bilancio triennale approvato per il 2008-10, il surplus
dovrebbe scomparire entro il 2009. La lentezza con cui avvengono le riforme strutturali ed
istituzionali intralcia la crescita economica; in particolare la mancata riforma del sistema
finanziario impedisce un effettivo incanalamento dei risparmi nella direzione degli investimenti
produttivi. I limiti alla capacità produttiva, l’evidente lentezza dei cambiamenti istituzionali e
l’impatto dell’apprezzamento del rublo dovrebbero condurre ad una decelerazione
dell’espansione economica. Il tasso di crescita del PIL continuerà tuttavia ad essere sostenuto
dagli elevati prezzi del petrolio e attestarsi su una media del 5% circa nel periodo 2008-12.
Nonostante la contrazione degli investimenti esteri, il miglioramento delle condizioni favorevoli
all’attività d’impresa ha portato ad un aumento delle entrate provenienti dagli investimenti
diretti esteri (IDE); tuttavia non dovrebbero superare il 14% del PIL prima del 2012, ben al di
sotto delle reali possibilità.
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Prospettive future
Tasso di crescita reale (%)
Inflazione (%)
Tasso di disoccupazione (%)
Bilancia Commerciale (miliardi di US$)
Esportazioni fob
Importazioni fob
Saldo commerciale
2008
2009
2010
2011
6,7
11,5
6,7
5,7
9,4
6,6
5,3
7,9
6,5
4,7
7,3
6,3
403,2
-286,2
117,0
425,1
-331,8
93,3
450,2
-387,3
62,8
482,9
-441,8
41,0
Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit-febbraio 2008
Settori produttivi
La transizione dal sistema di pianificazione centrale a quello di mercato, ha seriamente
destabilizzato l’economia russa e falsato l’attendibilità dei dati. La diffusione del fenomeno
dell’evasione fiscale ha determinato lo svilupparsi, nel settore privato, della produzione
cosiddetta “informale” che secondo alcune fonti costituisce oggi circa il 40% del PIL russo.
Recentemente l’istituto nazionale di statistica RosStat ha introdotto delle modifiche
metodologiche volte ad allineare le statistiche ufficiali con gli standard internazionali.
I settori dei servizi e dei beni di consumo, trascurabili durante il periodo sovietico, hanno
conosciuto un’imponente espansione negli anni ’90. Nel periodo 2000-05 i servizi
rappresentavano il 57% del PIL rispetto al 36% del 1990. Il settore industriale appare ancora
oggi fortemente orientato verso l’industria pesante, come risultato della precedente politica di
pianificazione economica. Secondo dati ufficiali, nel 2004 (ultimi dati RosStat disponibili) i
combustibili e l’energia rappresentavano circa il 17% della produzione industriale ed il settore
metallurgico (ferroso e non ferroso) il 19% circa. Con l’8% rappresentato dall’elettricità ed il
16% dagli alimentari, appare evidente che i prodotti manufatti (soprattutto Hi-tech) e i beni di
consumo costituiscono ancora una parte esigua dell’economia russa. Il sistema economico
russo è dominato da imprese di grosse dimensioni, mentre le piccole e medie imprese risultano
generalmente poco sviluppate (10-15% del PIL russo rispetto al 50% o più registrato
mediamente in altre economie di mercato).
Contributo dei diversi settori alla formazione del PIL (composizione %)
Settore
2006
Agricoltura
4,9
Industria
39,3
Servizi
55,8
Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit: Country Report febbraio 2008
Materie prime
La Federazione Russa, particolarmente ricca di risorse naturali, risulta tra i primi produttori ed
esportatori mondiali di una grande varietà di minerali. La Russia detiene quasi l’11% della
produzione petrolifera mondiale, un quarto delle riserve di gas naturale e un quinto della
produzione globale di nickel e cobalto. Il paese risulta inoltre tra i primi produttori di carbone,
ferro, metalli non ferrosi, oro, platino e diamanti. La produzione russa di minerali strategici è
stata spesso valorizzata dal dominio di una singola impresa. Nel settore diamantifero, il
gigante industriale Almazy Rossii-Sakha rappresenta circa un quarto della produzione
mondiale, e Norilsk Nickel circa un terzo della produzione mondiale di nickel ed il 40% della
produzione di platino. Alcuni dei principali depositi minerari sono localizzati nelle repubbliche e
regioni autonome: la gran parte dei giacimenti petroliferi della Siberia occidentale è localizzata
nel territorio della regione di Khantia Mansia, mentre i più importanti giacimenti di diamanti
sono localizzati nelle Repubblica autonoma della Jacuzia.
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Agricoltura
Il settore agricolo è stato a lungo trascurato. Sebbene la situazione sia meno critica rispetto a
quella del settore industriale, in seguito alla grave crisi recessiva che ha colpito il Paese
successivamente alla separazione delle Repubbliche Sovietiche, la produzione agricola è in
progressivo costante declino dal 1990, apportando un limitato contributo alla formazione del
PIL (il settore rappresenta in media circa il 5% del PIL complessivo). Ciò nonostante, il settore
continua a rappresentare uno dei settori portanti dell’economia russa, in particolare in termini
di occupazione. Molti problemi del settore agricolo sono fortemente legati al basso livello degli
investimenti, per cui le aziende sono spesso costrette ad attuare una politica al risparmio
riducendo l’utilizzo di fertilizzanti e antiparassitari. Altri problemi sono invece legati ad una
politica di privatizzazione delle fattorie che stenta a decollare, per cui i raccolti provengono per
lo più da fattorie di Stato. Tra i nuovi programmi di riforma portati avanti dal governo, vi è
l’introduzione del mercato fondiario come precondizione per la riforma agraria e lo sviluppo di
un sistema ipotecario. Infine, la carenza di molte infrastrutture, quali i sistemi di trasporto e di
distribuzione dei prodotti e le strutture di immagazzinamento, unita agli elevati costi dei
macchinari agricoli aggrava ulteriormente la situazione.
Dal punto di vista delle produzioni, l’estensione del territorio consente alla Federazione Russa
di disporre di quasi tutte le principali coltivazioni agricole (con l’esclusione, ovviamente, delle
sole colture subtropicali). Particolarmente rilevante la produzione di frumento, seguita da
quelle di orzo, patate, segale, avena, girasole e barbabietola da zucchero.
Rilevante è anche il patrimonio zootecnico della Russia. Il Paese è infatti uno dei principali
produttori mondiali di latte e carne, mentre in Siberia vengono allevate le renne e altri animali
da pelliccia.
Industria
La struttura industriale russa ha ereditato molto dal periodo sovietico, soprattutto in termini di
concentrazione e distribuzione regionale delle produzioni. Il 27% circa della produzione di
metalli ferrosi proviene infatti dalla regione degli Urali, mentre nelle regioni centrali prevale
l’industria meccanica e leggera. Dopo la separazione delle Repubbliche dell’ex Unione
Sovietica, la struttura industriale della Federazione Russa ha attraversato una fase di profonda
recessione, con un calo della produzione complessiva che è stata aggravata dalle turbolenze
economiche del 1998. E’ da segnalare che rilevanti disparità si sono finora registrate da un
settore all’altro: alcune industrie maggiormente orientate verso le esportazioni hanno risentito
meno duramente della crisi, laddove molte altre hanno subito, oltre le conseguenze della crisi,
anche la perdita della competitività rispetto alle importazioni e alle produzioni occidentali; tra
queste ultime, l’industria leggera (in particolare tessili, calzature e pelli), dei materiali da
costruzione e metalmeccanica sono quelle che hanno registrato le contrazioni più rilevanti nel
corso degli ultimi anni. All’inizio degli anni 2000, molti settori hanno cominciato a conoscere
una certa ripresa. In particolare, il settore dei combustibili continua a crescere in maniera
evidente, poiché gli alti tassi di investimento operati dal 1999 hanno cominciato a dare i loro
risultati in termini di efficienza, di guadagni e di nuova capacità produttiva.
Servizi
Il settore dei servizi è quello che ha subito le più importanti trasformazioni, registrando anche
le più forti crescite nel periodo di transizione. Tutto il settore è assistito dallo Stato. Il settore
bancario ha conosciuto un boom dal 1988, in seguito alla legge sulle cooperative, quando sono
nate le prime banche commerciali non statali. Nel 1994 in Russia esistevano più di 2.500
banche, anche come risultato di una scarsa regolamentazione in materia. La crisi finanziaria
dell’agosto 1998 ha consegnato il settore nel suo complesso alla bancarotta. La Banca Centrale
russa ha svolto un ruolo centrale nei mesi successivi alla crisi, consentendo alla maggior parte
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delle banche di sopravvivere; in effetti solo un numero ristretto di istituti finanziari è andato in
liquidazione. Nel 2004 in Russia esistevano circa 1.300 banche.
Il settore assicurativo rimane ancora scarsamente sviluppato.
Il commercio al dettaglio è stato uno dei settori ad essere privatizzato più rapidamente, in
quanto composto da unità relativamente piccole che non richiedevano un significativo
investimento di capitale. Rappresenta oggi uno dei settori maggiormente in crescita,
soprattutto grazie alla penetrazione delle marche occidentali; le dimensioni rimangono tuttavia
sostanzialmente ridotte. I supermercati ed i centri commerciali si sono sviluppati soprattutto
nelle grandi città, mentre il paese nel suo complesso risulta ancora insufficientemente servito
dai moderni outlets.
Infrastrutture
Gli ultimi dati ufficiali (RosStat) sottolineano una contrazione nel complesso delle infrastrutture
dedicate ai trasporti. Nel 1995 in Russia si contavano 940.000 km di strade, che si sono ridotti
a 897.000 km nel 2005. Tuttavia la qualità della rete stradale sembra migliorare
gradualmente, anche se rimane al di sotto degli standard occidentali. Restrizioni di peso sono
applicate su un terzo della rete stradale e la velocità media di percorribilità è generalmente
limitata a 40 km/h. Questa situazione è il risultato sia dell’incuria, che della oggettiva difficoltà
di costruire manti stradali sopra le distese di terreni inaspriti dal gelo. L’entità del trasporto su
strada, di conseguenza, è oggi anche meno di un terzo rispetto ai livelli del 1990, a causa non
solo delle infrastrutture stradali precarie, ma anche della crescente incidenza della pirateria
stradale. Il Paese non presenta grandi strade di collegamento, secondo gli standard occidentali,
solo il 12% circa delle infrastrutture stradali può infatti essere considerato adeguato - ma è
prevista una rete di strade per il collegamento di San Pietroburgo, Mosca, Minsk e Rostov. Il
governo è direttamente impegnato nei maggiori programmi di investimenti ma, sebbene il cofinanziamento dei progetti sia disponibile da parte della Banca Mondiale e della Banca Europea
per la Ricostruzione e lo Sviluppo, il reale miglioramento delle strade dovrà attendere fino a
quando le finanze pubbliche saranno sufficientemente capienti per sostenerne il peso, e fino a
quando verranno definite regole per la disciplina del coinvolgimento del settore privato nei
progetti di capitale. Gli autobus rappresentano un mezzo di trasporto grandemente diffuso per
i passeggeri, avendo anche superato, in alcuni anni, l’uso della ferrovia.
La rete ferroviaria - relativamente più sviluppata rispetto a quella dell’Europa Occidentale, con
0,52 km ogni mille abitanti contro una media di 0,41 km in Europa - misura complessivamente
149.000 chilometri, di cui 87.000 Km sono adibiti al trasporto comune e 62.000 Km dedicati a
servizio di specifiche industrie. Circa il 50% della rete di trasporto comune è elettrificato.
L’estensione della rete ferroviaria è legata alla particolare estensione geografica del paese che
determina la particolare diffusione del trasporto Intercity; essa presenta tuttavia uno
scartamento diverso rispetto a quello europeo. Misure di ammodernamento e ristrutturazione
dell’intera rete si rivelano necessarie a breve/medio termine. Nell’ambito dei programmi di
riforma sostenuti da Putin, vi è la ristrutturazione dei cosiddetti “grandi monopoli” che, in
particolare per quanto riguarda il trasporto ferroviario, prevede la separazione delle
infrastrutture ferroviarie dei binari dal materiale rotabile, e l’introduzione, di conseguenza,
della competizione nei servizi ferroviari. In linea con tali progetti, all’inizio del 2001 il governo
ha lanciato un programma di ristrutturazione della durata di tre anni che prevedeva la
trasformazione della Ferrovia Russa - ancora sotto il comando del relativo ministro come ai
tempi del Soviet - in una società in parte da privatizzare entro il 2010. L’industria ferroviaria
dà lavoro a circa 1,5 milioni di persone. Quanto, infine, ai trasporti urbani su rotaie, sei città
hanno una rete di trasporto metropolitano: Mosca, San Pietroburgo, Yekaterinburg, Nizhny
Novgorod, Novosibirsk e Samara. La rete fluviale è molto estesa ed è superiore in lunghezza a
quella dell’intera Europa Occidentale: il sistema di vie navigabili interne si estende per oltre
100.000 km ed i principali fiumi sono collegati fra di loro da un’imponente rete di canali
artificiali che consentono di collegare le più importanti città della Russia con i principali porti
marittimi situati ad Arkhangelsk, Murmansk e San Pietroburgo. Sebbene la Russia presenti un
certo numero di grandi fiumi, i più lunghi di questi scorrono nel territorio della Siberia, e
confluiscono verso l’Oceano Artico. L’orientamento nord-sud della maggior parte dei grandi
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fiumi limita peraltro le potenzialità di sviluppo del trasporto fluviale, poiché il trasporto di merci
tende invece ad essere predominato dalla direttrice est-ovest. Sufficientemente adeguato è nel
complesso il trasporto aereo con riferimento ai collegamenti internazionali. Più complessa la
situazione relativa ai trasferimenti interni, con difficoltà di collegamento e ritardi nei
collegamenti tra le principali città. Gli scali aerei più importanti sono a Mosca (Seremetevo,
Vukovo e Demededovo) e a San Pietroburgo.
Dal 1992 il trasporto aereo russo ha conosciuto un importante declino nel numero dei
passeggeri, anche se negli ultimi anni sembra esservi una lenta ripresa con 35 milioni di
passeggeri registrati nel 2005 (+4% rispetto al 2004). Tuttavia il sistema necessita di una
modernizzazione; nel 2000 circa il 50% della flotta civile russa aveva più di 15 anni ed il
processo di upgrading appare lento. La linea aerea nazionale, Aeroflot, ha perso il monopolio
nel 1990, ma i suoi 90 aeroplani rappresentano ancora il 50% circa del traffico passeggeri. Le
compagnie aeree russe sono entrate sempre di più in competizione con le compagnie straniere
operanti nel paese, le quali, secondo le stime, nel 2005 hanno incrementato il numero di
passeggeri del 12%. Nel 2006 è stata creata l’United Aircraft Building Corporation che riunisce
le maggiori compagnie aeree russe (Sukhoi, MiG, Ilyushin, Irkut, Yakovlev e Tupolev) con una
partecipazione statale del 55-60%, l’obiettivo è quello di produrre 120 aeromobili l’anno.
La Federazione Russa possiede 43 porti marini, tra cui i più importanti sono San Pietroburgo e
Kaliningrad sul Baltico, Novorossisk e Sochi sul Mar Nero, e Vladivostok, Nakhodka, Magadan e
Petropavlovsk sull’Oceano Pacifico. Lo sviluppo portuale al momento è condotto attraverso
piani di espansione aggressiva sostenuti da alcune major nazionali petrolifere. L’infrastruttura
di trasporto petrolifero russo stenta a tenere il passo con le esigenze delle società produttrici, a
causa delle scadenti condizioni generali dei trasporti. La Transneft, la compagnia di monopolio
a controllo statale degli oleodotti, sta portando avanti diversi progetti per migliorare la capacità
di esportazione del paese. Nel 2004 la capacità di esportazione petrolifera della Russia
ammontava a circa 4,2 milioni di barili al giorno, che venivano smistati attraverso i porti del
Mar Nero e attraverso il sistema di oleodotti di Druzhba. Alla fine del 2001 è stato aperto un
nuovo terminal petrolifero a Primorsk (vicino San Pietroburgo sul Golfo di Finlandia) quale
alternativa rispetto al terminal nel principale porto del Mar Nero di Novorossisk. Il terminal di
Primorsk era destinato a ridurre l’affidamento sulle rotte di esportazione del petrolio attraverso
gli stati del Baltico, ma è ora principalmente adoperato per le esportazioni aggiuntive di
greggio. La costruzione del secondo oleodotto a Primorsk costituisce parte del Sistema di
Oleodotti del Baltico (BPS), ideato per il trasporto del greggio siberiano a Primorsk e dunque
verso i mercati europei. Ulteriori piani di sviluppo riguardano anche Novorossisk, sul Mar Nero,
finalizzati ad aumentare la capacità del terminal in linea con le scoperte di significativi risorse
petrolifere e di gas nella regione del Caspio. In aggiunta, sono stati elaborati anche diversi
piani per la spedizione del greggio attraverso Murmansk e Verandey.
Il sistema di telecomunicazioni russo è stato destinatario di una larga parte degli investimenti
esteri, e sta conoscendo una rapida crescita. Nel 2005 la densità della telefonia fissa è
cresciuta del 21% con 29,5 linee ogni 100 abitanti. Mosca vanta anche la più alta densità di
linee fisse del paese: il 97% dei moscoviti ha infatti il telefono nelle proprie abitazioni, rispetto
al 43% nel resto del paese. La richiesta di connessioni è aumentata rapidamente e nel corso
degli anni ’90 il numero di telefoni fissi privati è aumentato del 50% circa; obiettivo del
governo è quello di raggiungere un risultato simile nel corso del prossimo decennio. La
frammentazione del settore, le politiche di prezzo che lasciano la maggior parte delle chiamate
locali esenti da tassazione, e la scarsa regolamentazione generale, hanno rallentato le
possibilità di investimenti. Anche la telefonia mobile ha conosciuto una rapida espansione: gli
abbonati sono passati da 10 milioni del 2000 a 36 milioni nel 2003 e a 120 milioni nel 2005. Gli
interessi degli investitori sono invece concentrati sulla privatizzazione della Svyazinvest, la
società statale di controllo della maggior parte dei segmenti del mercato russo delle
telecomunicazioni. Questa società detiene il controllo delle quote nelle 89 più grandi società di
comunicazione regionali del paese e nel monopolio della telefonia su lunghe distanze,
Rostelekom. La Svyazinvest detiene anche le quote maggiori nella rete telefonica cittadina di
Mosca e San Pietroburgo e in un numero di altre compagnie di telecomunicazioni. La
Svyazinvest ha anche guadagnato una quota sostanziale del mercato della telefonia cellulare,
rapidamente cresciuto, e delle compagnie che posseggono le infrastrutture per il cablaggio e la
radiodiffusione per la trasmissione dei segnali televisivi. La privatizzazione parziale della
Svyazinvest, che ha avuto luogo tra il 1996 ed il 1997, era finalizzata a favorire una più veloce
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espansione e modernizzazione del settore. Il governo intende ora effettuare una
ristrutturazione per procedere ad un’ulteriore privatizzazione, che dovrebbe portare alla
fusione di 76 sussidiarie regionali in sette società super-regionali. Infine, lo stato delle
infrastrutture di telecomunicazione è una delle ragioni del lento diffondersi dell’uso di Internet
in Russia. Uno scarso uso domestico del computer, le elevate tariffe per gli abbonamenti e il
sistema dei pagamenti, sono le altre cause che impediscono una più ampia diffusione di
Internet, oggi concentrata prevalentemente a Mosca e San Pietroburgo. Ciononostante, anche
nelle altre principali città russe, come Samara, Yekaterinburg, Novosibirsk, Krasnodar,
Vladivostok, Irkutsk e Nizhny Novgorod, si sta assistendo ad una rapida crescita dell’utilizzo di
Internet.
Nel settore dell’energia, con 350.000 impiegati e una produzione che copre il 5% del PIL della
Russia, la Gazprom è la più grande società del Paese. Essa controlla il 90% di tutti i giacimenti
di gas interessati da esplorazioni e circa due terzi delle riserve stimate di gas. La Gazprom
controlla anche la maggior parte della rete di gasdotti e parecchie società affiliate, come la
Sibur per la lavorazione, la Gazexport per l’esportazione verso l’Occidente e probabilmente la
Itera, una società per il commercio del gas rapidamente cresciuta sebbene i collegamenti tra le
due compagnie siano stati ripetutamente smentiti. La Gazprom vende circa un quarto del suo
prodotto all’Europa Occidentale, e considerato il vasto scarto tra il prezzo interno e quello
internazionale (90%), queste vendite contano per la gran parte dei suoi introiti. Il suo più
consistente compratore interno è il monopolio energetico UES. Il governo russo possiede il
38% del pacchetto azionario della Gazprom, mentre gli azionariati stranieri sono ufficialmente
limitati al 20% e sono ristretti alle azioni quotate internazionalmente, sebbene queste due
regole siano state spesso disattese. A ridefinizione dei vertici della Gazprom, è stato un altro
chiaro segno della volontà del governo di spingere verso le riforme. La Gazprom nel corso del
2004 è apparsa in lista per l’acquisto della Yuganskneftegaz (YNG), assorbendone il 60% della
produzione. In aggiunta, la proposta di fusione della Gazprom con la Rosneft, è un altro chiaro
segnale della volontà della presidenza di Putin di riacquistare il controllo statale del settore
petrolifero, che era stato perso con le privatizzazioni degli anni ’90. Il settore dell’energia
elettrica è dominato dalla United Energy Systems (UES) e da più di 70 compagnie elettriche
regionali – energos - che controllano la capacità locale di generazione di corrente e la
distribuzione a basso voltaggio. La UES possiede ampi pacchetti azionari nella maggior parte
delle energie e controlla direttamente circa il 40% delle centrali elettriche, 9 delle quali sono
centrali nucleari, così come la rete distributiva ad alto voltaggio e parti della rete a basso
voltaggio. Il governo russo possiede il 52% della UES, mentre gli stranieri probabilmente ne
controllano circa il 35%. Centrali termoelettriche, che principalmente funzionano a gas
naturale, contavano per i due terzi della produzione elettriche nel 1999 – il 19% erano
idroelettriche e il 14% impianti nucleari che andavano a bilanciare la produzione. Circa il 50%
degli impianti nucleari sono progettati secondo l’architettura RBMK impiegata nella centrale
ucraina di Chernobyl. La gran parte dell’industria energetica russa è obsoleta secondo gli
standard occidentali, secondo le stime, sarebbero necessari investimenti tra i 5 e i 10 miliardi
di US$ all’anno per almeno un decennio, mentre attualmente UES investe solo 1 miliardo di
US$ all’anno. I tentativi di ristrutturare il settore, al fine di migliorarne l’efficienza ed attrarre i
tanto necessari capitali, sono stati fermati dalle opposizioni interne alla UES e dalle
amministrazioni regionali, che hanno finora manipolato le tariffe sull’elettricità e le disposizioni
sui pagamenti in modo da portare avanti politiche industriali locali. Recentemente il governo ha
approvato un programma di ristrutturazione che prevede lo smantellamento della UES e
l’introduzione della competizione nel mercato dell’energia nell’arco di un periodo di otto-dieci
anni. Durante la prima fase, il settore sarà diviso in una società per la rete elettrica, che
conterrà la parte centrale della rete non regionale delle linee a basso voltaggio, in una
compagnia di gestione e in diverse unità regionali di generazione sulla base delle attuali
energos. Le tariffe continueranno ad essere fissate dallo Stato, sebbene ci potrebbe essere una
certa liberalizzazione dei prezzi nel mercato della vendita all’ingrosso. La seconda fase,
prevede un’operazione di swap nella quale lo stato scambierà le proprie azioni nelle società
regionali dell’energia, lasciando fuori le azioni degli investitori dalla società della rete elettrica.
Sarà anche istituito un mercato all’ingrosso dell’elettricità. La fase finale consisterà nella piena
separazione degli assetti di proprietà, con lo Stato che manterrà il pieno controllo sulla società
della rete (la UES) e le energos regionali che resteranno libere di competere e acquisire azioni
sul mercato insieme agli investimenti esteri.
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Turismo
Il comparto del turismo è limitato alle grandi città, in particolare Mosca e San Pietroburgo,
come ai tempi del regime comunista, e non dispone ancora di strutture adeguate. La
svalutazione del rublo ha reso la Russia negli ultimi anni una destinazione turistica più
abbordabile per gli stranieri, e dal 1999 le entrate derivanti dal turismo sono risultate in
graduale crescita. Le catene di alberghi Occidentali si sono insediate nelle grandi città, mentre
le strutture di fascia intermedia risultano ancora fatiscenti.
Privatizzazioni
Nell’autunno del 1992 è stato avviato un programma di privatizzazioni basato sull’emissione di
voucher, distribuiti a tutti i cittadini, convertibili in azioni; a tale metodo ha fatto seguito il
ricorso alla vendita diretta delle proprietà statali. Secondo le indicazioni del Governo, nel 1997
circa 20.000 imprese statali di grandi dimensioni e 120.000 imprese di dimensioni più ridotte
risultavano privatizzate (una cifra corrispondente al 75% del totale delle imprese
manifatturiere ed all’85% della produzione totale dell’industria manifatturiera). Nel complesso,
più dell’80% dei lavoratori del settore industriale risultava nel 1997 impiegato in imprese
interamente o parzialmente privatizzate. Nel 1998, a seguito delle turbolenze politiche e
finanziarie, il processo di privatizzazione ha subito un inevitabile rallentamento, mentre per il
1999 l’unica privatizzazione di un certo rilievo, progettata dal Governo, riguardava la vendita di
una piccola del pacchetto azionario di appartenenza statale della Gazprom (l’1,5% è stato
venduto a maggio del 1999), e della LUKoil. È stata ancora rimandata, invece, la
privatizzazione di un'ulteriore parte della holding telecomunicazioni Svyazinvest. Le
privatizzazioni restano al centro dei programmi presidenziali anche negli anni 2000, sebbene il
loro andamento sia ostacolato dalla presenza di radicati interessi precostituiti. Al processo di
privatizzazione dell’economia russa è previsto che possano partecipare anche gli stranieri. La
loro partecipazione non è soggetta a particolari limitazioni, fatta eccezione per alcuni settori
considerati strategici quali idrocarburi, miniere d’oro e di diamanti, produzioni belliche ad
elevato contenuto tecnologico, per i quali è necessaria l’autorizzazione da parte del Comitato
per gli investimenti esteri. Più lentamente procede la privatizzazione nel settore
dell’agricoltura: l’80% circa dei terreni agricoli continua ad essere di proprietà di grandi
aziende agricole sotto forma di proprietà collettiva ed il 10% circa è di proprietà dello Stato.
Nonostante la nascita - nel periodo compreso tra il 1991 ed il 1996 - di circa 281.000 aziende
agricole private, queste ultime rappresentano solo il 5% del terreno arabile nella Federazione
Russa.
Negli anni della riforma il numero di imprese di piccole e medie dimensioni - tradizionalmente
molto basso nell’Unione Sovietica, ove dominavano unità produttive di grandi dimensioni - è
cresciuto sensibilmente: dagli 1,2 milioni di imprese registrate alla fine del 1993 a circa 2,3
milioni di imprese alla fine del 1995 (ultimo dato disponibile); un numero tuttavia ancora
piuttosto limitato in base agli standard occidentali.
Il Governo russo ha approvato il piano di privatizzazioni per il biennio 2008/10: esso
coinvolgerà 573 imprese e frutterà allo Stato circa 12 miliardi di rubli (350 milioni di euro
circa). Tra le imprese coinvolte nel piano figurano 2 importanti aziende: la
ThechnoPromExport, che opera nel campo di impiantistica elettrica ed ha realizzato linee di
trasporto per 30.000 km e fornitura elettrica di 87.000 megawatt; la Kamaz primo produttore
di camion, trattori e autobus. Nella lista delle privatizzazioni figurano anche il Centro delle
Esposizioni di Mosca e gli studi cinematografici di San Pietroburgo.
Investimenti esteri
Gli atti normativi principali che disciplinano gli investimenti esteri in Russia sono rappresentati
dalla Legge sugli investimenti stranieri nella RSFSR (Russian Soviet Federative Socialist
Republic) approvata nel 1991 e dalla Legge sulle imprese e sulle attività commerciali.
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Sebbene la politica del Governo russo sia formalmente diretta ad incoraggiare l’investimento
straniero, il quadro di riferimento è in via di adeguamento agli standard internazionali, essendo
ancora presente un'elevata pressione fiscale. La nuova presidenza di Putin ha tuttavia già
evidenziato l’intenzione di semplificare e rendere più certi i processi di implementazione delle
attività imprenditoriali. A tal fine è anche stata prevista l’introduzione degli standard contabili
internazionali per le grandi e medie imprese. La legge del 1991 consente la costituzione di
società a capitale misto o interamente straniero, riconoscendo all’investitore straniero:
- parità di trattamento con gli investitori nazionali (trattamento nazionale);
- tutela contro eventuali nazionalizzazioni e confische (se non per giustificato motivo di
interesse nazionale e previo giusto indennizzo)
- possibilità di trasferire liberamente all’estero i profitti realizzati, salvo eventuali limitazioni
specifiche.
La normativa in materia di attività aperte all’investimento straniero, autorizzazioni e notifiche
degli investimenti da realizzare risulta alquanto complessa, oltre che spesso confusa e
contraddittoria. In linea di principio, l’investimento straniero deve essere registrato presso il
Ministero delle Finanze, presso il Registro delle società con investimenti stranieri del Ministero
delle Relazioni Economiche Estere, nonché presso le Autorità locali competenti (le varie
Camere di Registrazione). Un'approvazione preventiva è richiesta per investimenti nel settore
della difesa, dello sfruttamento delle risorse naturali e per tutti gli investimenti superiori a 50
milioni di rubli (prima della svalutazione) o nei quali la partecipazione straniera risulti superiore
al 50%. Ulteriori obblighi sono previsti per investimenti superiori ai 100 milioni di rubli (in tal
caso è necessaria l’approvazione del Consiglio dei Ministri, che può rilasciare l’autorizzazione
solo dopo aver consultato le Autorità regionali; i progetti di valore inferiore rientrano nella
giurisdizione dei Consigli dei Ministri delle Repubbliche federate in cui la società avrà sede).
Nel 1998 la Duma ha approvato alcuni emendamenti alla Legge sullo Sfruttamento dei
Giacimenti, prevedendo accordi di compartecipazione tra società e l’apertura di nuovi
giacimenti da parte di investitori stranieri. Nonostante la retorica ufficiale circa l’importanza
degli investimenti esteri, la Russia non detiene ancora una struttura legale funzionante per gli
accordi di partecipazione alla produzione (production sharing agreements - PSAs) che
dovrebbero, in particolare, permettere alle società straniere di investire nel settore locale
petrolifero e del gas; cosicché i progetti PSA già esistenti tendono ad essere gestiti in maniera
non univoca. Il miglioramento della struttura delle PSA potrebbe diventare presto una priorità,
dal momento che i prezzi petroliferi più bassi andranno probabilmente a ridurre l’ammontare
del capitale di investimento disponibile all’interno della Russia. In linea di principio, non sono
previsti particolari incentivi all’investimento straniero soggetto allo stesso trattamento fiscale
riservato agli investimenti domestici. Non sono previste particolari agevolazioni fiscali per le
società a capitale straniero ad eccezione di quelle riconosciute alle imprese locali. In
particolare, con il decreto n. 1004 del 23 maggio 1994 sono state estese alle imprese a
partecipazione straniera le agevolazioni previste per le imprese di piccole dimensioni; tali
agevolazioni si traducono in un`esenzione dall’imposta sul reddito societario per i primi due
anni di attività dell’impresa, accompagnata a una riduzione dell’aliquota nel terzo e nel quarto
anno di attività. Tali esenzioni sono applicabili a condizione che la joint venture preveda un
investimento iniziale non inferiore ai 10 milioni di US$, che sia stata registrata
successivamente al gennaio 1994 e che la partecipazione straniera al capitale dell’impresa non
sia inferiore al 30%. I beni importati quale contributo al capitale iniziale dell’impresa sono
inoltre esenti dal pagamento dei dazi doganali. La responsabilità per il coordinamento della
politica dello Stato per attrarre investimenti è stata affidata dal Governo al Ministero
dell’Economia e, sotto l’egida di quest’ultimo, al FIP-Centro di Promozione degli Investimenti
Esteri in Russia i cui obiettivi sono:
- incoraggiare gli investimenti esteri in Russia;
- studiare progetti di investimento e mettere in contatto potenziali partner;
- promuovere la Russia come Paese dove è conveniente investire capitali;
- promuovere l’adozione di leggi e regolamenti che favoriscono l’investimento straniero;
- offrire agli investitori stranieri servizi pre e post investimento;
- prestare assistenza e supporto alle regioni russe e alle loro agenzie di promozione per le
industrie locali.
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E’ da aggiungere che a marzo del 1999 l’allora Presidente Eltsin ha firmato una Legge
finalizzata al miglioramento della protezione dei beni e degli interessi in genere degli
investitori, stabilendo uno schema di compensazione a favore degli investitori colpiti da azioni
penali in mercati regolati. L’adozione del Nuovo Codice Fondiario ad ottobre del 2001 segna
una svolta importante verso lo sviluppo del mercato fondiario urbano e commerciale. Il nuovo
codice disciplina la proprietà e la vendita dei terreni non agricoli, definendo i principali tipi di
occupazione, e specificando le circostanze secondo le quali lo Stato o i municipi possono
rifiutare di garantire la proprietà a singoli o a società a scopo edificatorio. Il codice accorda agli
stranieri, nella maggior parte dei casi, gli stessi diritti dei residenti, fatta eccezione per alcune
regioni specifiche. Tuttavia, le sue direttive si possono applicare solo ad una ristretta
percentuale del territorio russo (2-5%), in realtà la priorità dei riformatori sembrerebbe ora
essere il passaggio di una legge sull’acquisto e la vendita dei terreni agricoli. Numerosi disegni
di legge in tal senso sono già stati predisposti, persino da parte dei tradizionali oppositori nei
confronti della riforma fondiaria, tanto da suggerire che ormai anche nella Duma di Stato va
avanzando l’idea della necessità di un cambiamento.
Nel 2005 gli investimenti diretti esteri (IDE) hanno totalizzato 13 miliardi di US$, un
incremento del 39% (da 9,4 miliardi di US$) rispetto all’anno precedente. Tuttavia la Russia
stenta a competere con i mercati emergenti come la Cina che ha totalizzato 60 miliardi di US$
di IDE nel 2005. Nel 2006 i partners tradizionali, tra cui l’India, Cipro, i Paesi Bassi, la
Germania, il Regno Unito, la Francia e il Lussemburgo, si sono confermati i principali paesi
investitori in Russia con l’84,7% del totale degli investimenti esteri.
Zone franche
Il Parlamento delle Federazione Russa ha approvato le prime decisioni sulle Zone franche nel
1990 (cosiddette Zone della libera imprenditorialità) con riferimento al territorio di San
Pietroburgo, alla città di Nakhodka (nei pressi di Vladivostock), alla regione di Kaliningrad,
all’isola di Sakhalin ed alle regioni di Altai, Kemerovo, Novgorod e Zelenograd. La legge sugli
investimenti stranieri del 1991 prevede la possibilità di creare sul territorio russo Zone
economiche franche dirette ad attrarre investimenti stranieri attraverso l’eliminazione o la
riduzione delle tariffe su importazioni ed esportazioni, dell’imposta sul valore aggiunto, del
peso fiscale sulle imprese etc. La mancanza di una normativa di riferimento a livello federale
ha tuttavia fortemente ridotto l’espansione di tali zone. La possibilità di costituire sul territorio
russo «Zone economiche franche» con una serie di agevolazioni economiche è stata
proclamata dalla Legge sugli investimenti stranieri in Russia, mentre nel 1996 è stata emanata
una nuova legge sulle Zone franche. Le regioni che godono di un trattamento preferenziale
sono di due tipi: free custom zones, la più importante delle quali è il distretto di Kaliningrad, e
off-shore zones, create per attrarre capitali esteri, la prima delle quali è stata costituita nella
Repubblica di Ingush.
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Normativa societaria
Il Codice Civile della Federazione Russa, adottato nel gennaio del 1995, aderisce alla
distinzione tra società (intesa come il soggetto che esercita l’attività economica) e impresa
(intesa quale complesso dei mezzi che ne permettono l’esercizio). Sulla base di tale
distinzione, il Codice Civile distingue le persone giuridiche in enti commerciali (lo scopo
principale dell’attività è il conseguimento di un utile) ed in enti non commerciali (senza fini di
lucro).
Oltre alle cooperative ed alle imprese statali, il cui peso è in progressivo calo sull’economia
russa, le forme societarie previste dal Codice Civile comprendono:
- le Società per azioni
- le Società a responsabilità limitata;
- le Società a responsabilità complementare o sussidiaria
Le società per azioni possono essere di tipo aperto (in tal caso è prevista la possibilità di
vendere liberamente i titoli azionari) o chiuso (l’eventuale vendita di titoli azionari è
subordinata alla preventiva autorizzazione da parte dei soci). Nelle SPA il capitale sociale,
suddiviso in azioni, non può essere inferiore ad un valore pari a mille volte il salario minimo
mensile previsto dalla normativa locale; il 50% del capitale sociale deve essere versato prima
della presentazione della domanda di registrazione e la parte rimanente entro un anno dalla
data di registrazione. Organi generali della Spa sono l’Assemblea Generale degli azionisti (cui
spetta, tra l’altro, la definizione degli indirizzi dell’attività finanziaria e commerciale
dell’azienda) ed il Consiglio Direttivo (obbligatorio per società con più di 50 soci). La Spa di tipo
chiuso è la forma generalmente più diffusa, essendo specificamente regolamentata dal Codice
Civile ed offrendo pertanto le maggiori garanzie. Nelle Società a Responsabilità Limitata il
capitale si suddivide in quote. La disciplina è sostanzialmente identica a quella della Spa, fatto
salvo per il capitale minimo richiesto, pari in questo caso a 100 volte il salario minimo mensile.
Tutte le imprese costituite in Russia devono essere registrate. Per la registrazione statale è
necessario presentare, tra l’altro, copia autenticata degli atti costitutivi e la documentazione
idonea a dimostrare l’avvenuto versamento del 50% del capitale dell’impresa.
Un nuovo codice sulla gestione societaria è stato messo in calendario per essere introdotto
entro il mese di febbraio 2002. L’adesione sarà volontaria, ma la Commissione Garante, il
principale organo a difesa del Codice, auspica che le società che ignoreranno le nuove regole
(incentrate sulla fornitura delle informazioni, sulla protezione degli azionisti, sulla
responsabilità gestionale, e così via) siano penalizzate attraverso la discesa del prezzo
azionario. Il governo sta anche predisponendo alcuni emendamenti alla legge sulle società per
azioni, volti a migliorare la trasparenza e gli standard contabili, così come la protezione verso
gli azionisti di minoranza.
Mercato del lavoro
La forza lavoro russa è generalmente competente e con un elevato livello di istruzione.
Tuttavia la transizione dal regime comunista ha portato ad un declino degli standard
dell’istruzione tecnica: ingegneria e professioni industriali, enfatizzate in Unione Sovietica,
hanno perso parte del loro prestigio. In generale, la ricerca di personale qualificato non
presenta particolari difficoltà in città come Mosca e San Pietroburgo, ma può rappresentare un
problema altrove.
Negli ultimi anni l’adesione ai sindacati è apparsa fortemente in declino, specialmente nei
settori del commercio al dettaglio, bancario, finanziario e nei servizi personali e per l’impresa.
Con la privatizzazione e il riassetto di numerose società, un numero rilevante di lavoratori si è
dissociato dai sindacati di categoria. La maggior parte dei sindacati sono oggi organizzati
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all’interno delle società (soprattutto nelle grandi industrie manifatturiere), e in seguito
amalgamati nelle confederazioni nazionali e regionali.
Il Codice del Lavoro russo stabilisce un minimo salariale mensile che viene fissato dal governo
e adeguato circa due volte all’anno. Attualmente i salari aumentano in media del 10% annuo e
sono sensibilmente inferiori nelle province rispetto a Mosca e San Pietroburgo. La media
mensile dei salari nominali in Russia nel luglio 2006 è stata di 11,218 RUR (419 US$).
La normale settimana lavorativa è di 40 ore; limiti orari inferiori vengono applicati a
determinate categorie: i bambini al di sotto dei 16 anni (24 ore), tra i 16 e i 18 anni e per
mansioni considerate pericolose (36 ore) e per gli invalidi (35 ore).
Il lavoro part-time è previsto soltanto in determinate circostanze specificate nel Codice del
Lavoro.
La cessazione di un impiego è rigidamente regolata dalla legge. Il licenziamento deve essere
motivato con una giusta causa e accompagnato da un’ampia documentazione.
Costi industriali
L’estensione geografica del paese permette di fornire dati sui costi industriali soltanto
indicativi.
TELECOMUNICAZIONI
Telefonate urbane: gratuite
Telefonate interurbane:
dalle 8.00 alle 18.00 5.000 Rubli al minuto
dalle 18.00 alle 8.00 2.500 Rubli al minuto
Interurbane (comunicazioni con l’Italia):
dalle 8.00 alle 18.00 circa 2US$ al minuto
dalle 18.00 alle 8.00 circa 1 US$ al minuto
Olio Combustibile pesante per uso industriale:
86.411,8 Rubli per tonnellata
Olio Combustibile leggero per uso industriale:
162.882,5 Rubli per 1000 litri
Gas naturale per uso industriale
(Rubli per 10E7 chilocalorie GCV): 58.875
Carburanti (in Rubli/litro):
Benzina Super: 314,30
Gasolio per trazione: 68,38
Energia elettrica (Rubli per Kwh):
52,4 (uso industriale)
11,9 (uso domestico)
Disciplina doganale
Il regime doganale della Federazione Russa è un regime sostanzialmente liberale: non esistono
in linea di principio barriere non tariffarie e l’applicazione di licenze è limitata ad alcune
categorie merceologiche. In particolare, si possono distinguere due categorie principali di beni:
1. Beni di libera circolazione, vale a dire tutti quei beni per i quali non è richiesta alcuna
approvazione da parte di organismi statali né sono sottoposti a un regime di licenza
2. Beni sottoposti a licenza (rilasciata in genere dal Ministero delle Relazioni Economiche con
l’Estero):
- armi sportive e da combattimento e articoli per l’autodifesa;
- esplosivi e attrezzature militari;
- materiali radioattivi e scarti e residui industriali;
14
-
metalli preziosi, leghe e pietre;
attrezzature e mezzi di protezione per gli impianti chimici.
L’esportazione di icone e di valuta, così come il consumo di alcolici sono sottoposti a severe
sanzioni amministrative e penali. In particolare l’esportazione di icone è soggetta alla
preventiva autorizzazione obbligatoria da parte del Ministero della Cultura, in assenza di
autorizzazione il bene è suscettibile di sequestro e l’interessato rischia l’arresto.
Gran parte dei prodotti industriali importati in Russia è soggetta a certificazione di conformità
rilasciata dall’Autorità statale Gosstandart (per l’Italia la SGS-Società Generale di Sorveglianza
è autorizzata a rilasciare certificati di conformità per tutte le merci che entrano in Russia).
Con riferimento ai diritti doganali, la tariffa doganale nella Federazione Russa segue la
nomenclatura del sistema armonizzato. In linea generale, la Russia sta attuando una politica di
riduzione dei dazi massimi per facilitare l’entrata del Paese nel WTO (World Trade
Organisation). Attualmente, l’applicazione dei dazi è diversificata in base al Paese di origine
della merce importata e specificamente:
- dazio normale, applicato ai Paesi ai quali viene riconosciuto il trattamento della Nazione più
favorita;
- dazio ridotto, applicato ai Paesi in via di sviluppo (riduzione del 50% del dazio normale);
- esenzione completa da dazi doganali per i paesi meno sviluppati;
- altri Paesi, per i quali il dazio doganale normale viene raddoppiato.
Ai Paesi dell’Unione Europea viene riconosciuto il trattamento della Nazione più favorita. Tale
accordo è entrato in vigore nel dicembre 1997 e rappresenta un importante passo sulla strada
dell’edificazione di rapporti commerciali più intensi tra le parti. In base all’accordo di
partenariato, la Russia si impegna a ridurre gradualmente i diritti doganali e in ogni caso a non
applicarne di discriminatori nei confronti delle imprese europee.
I dazi doganali in Russia hanno finora previsto aliquote variabili da 0 a 30%; tuttavia, alcune
merci sono sottoposte a dazi particolarmente elevati che possono arrivare anche al 100% del
valore della merce importata.
Oltre al pagamento dei dazi doganali, le importazioni sono soggette al pagamento di
un’imposta sul disbrigo delle pratiche doganali pari allo 0,15% del valore della merce
importata.
Infine, agli esportatori è richiesto di convertire in rubli il 50% delle loro entrate in valuta
pregiata. Agli importatori, invece, che hanno pagato anticipatamente le loro controparti
straniere è richiesto di effettuare un deposito addizionale in rubli presso la banca attraverso la
quale sono state eseguite le operazioni di importazione. I depositi sono poi rilasciati quando i
beni oltrepassano le dogane.
Gli investitori stranieri hanno a lungo lamentato la complessità del regime dei commerci esteri
come uno degli aspetti più negativi dell’ambiente d’affari russo. Il Governo, dal 2000, ha così
adottato un numero di risoluzioni volte a rendere l’amministrazione doganale più trasparente
ed efficiente. Sono stati anche semplificati i tassi tariffari, attualmente ridotti solo a quattro,
con aliquota massima ridotta da 30 a 20%, e sono state diminuite anche le classificazioni
tariffarie in modo da eliminare occasioni di corruzione.
L’implementazione di una consistente liberalizzazione commerciale resta tuttavia ancora
necessaria, se il Governo vorrà realmente rispettare gli impegni per il completamento delle
negoziazioni di accesso alla Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC).
Le spedizioni con destinazione Russia, devono essere accompagnate dai seguenti documenti:
- fattura commerciale, in cinque esemplari redatta in russo o inglese, che deve riportare la
nomenclatura del prodotto, le coordinate del destinatario e il numero del terminale
doganale;
- certificato di origine redatto sul formulario comunitario e vistato dalla Camera di commercio
competente;
- certificato di conformità alle norme russe (GOST-R) per l’importazione delle merci (prodotti
alimentari, prodotti chimici, beni di consumo, beni strumentali, compresi i campioni…)
suscettibili di arrecare un danno per la salute della popolazione o dell’ambiente. Il
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-
certificato è rilasciato da un organismo russo accreditato dalla Gostandard o da un
organismo straniero riconosciuto dal Gostandard.
lista dei colli fortemente raccomandata;
documenti di trasporto.
Sistema fiscale
Sebbene il sistema fiscale russo - articolato su due livelli principali, federale e locale - sia stato
modificato più volte dalla sua entrata in vigore nel 1992, esso costituisce uno dei principali
fattori disincentivanti per l’investimento straniero in termini di numero di imposte e pressione
fiscale complessiva. E’ stata tuttavia molto tempo in fase di elaborazione, e di discussione in
Parlamento, una riforma fiscale per l’introduzione di un Codice tributario, per la semplificazione
e l’alleggerimento del peso fiscale sulle imprese. Con la presidenza di Putin, la riforma fiscale,
considerata essenziale per la rivitalizzazione del Paese, ha infatti ripreso vigore. Dal 2001 la
riforma fiscale ha incluso le seguenti misure:
-
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Imposta sul valore aggiunto (IVA): l’imposta prevede un’aliquota base che dal 20% è stata
portata al 18% nel 2004, ed una aliquota ridotta pari al 10% per i prodotti alimentari e
farmaceutici; fra gli intenti del Governo vi è lo spostamento di una serie di prodotti dalla
fascia del 10% a quella standard.
Imposta sul reddito delle persone giuridiche: l’imposta massima sul reddito delle persone
giuridiche è stata portata dal 35% al 24%; per bilanciare tale drastico taglio, sono stati
aboliti contemporaneamente numerosi incentivi fiscali.
Imposta sul reddito delle persone fisiche: le precedenti tre fasce contributive sono state
sostituite con un’unica imposta del 13%. Per i non residenti l’imposta sul reddito sale al
30%.
Imposta sul patrimonio: aliquota stabilita dagli organi di Governo locale, con un minimo
dello 0,5% e un massimo del 2% sul valore patrimoniale netto indicato nei libri contabili
aziendali.
Diritti di accisa
In aggiunta ai dazi e all’imposta sul valore aggiunto alcune merci importate in Russia sono
soggette ad una tassa di accisa. Essa colpisce una quota abbastanza importante delle merci
importate che sono considerate di lusso, principalmente alcolici, bevande e automobili. Le
aliquote vanno dal 30% al 250% per taluni beni. Tra gli intenti del nuovo governo vi è
l’aumento di sei volte dei diritti di accisa sui carburanti ad alto numero di ottani, il raddoppio
dei diritti di accisa sul tabacco, l’aumento delle tasse sull’alcool e sulle automobili.
Tassa sulle procedure doganali: lo 0,15% del valore CIF delle importazioni.
Numerose imposte sociali sono state sostituite da una Tassa Sociale Unificata (UST). La
tassazione del settore petrolifero e delle piccole imprese è stata semplificata. Alcune esenzioni
sono accordate alle imprese operanti nei settori agricolo, educativo, culturale, religioso. Sono
considerati soggetti d’imposta anche le persone giuridiche straniere che esercitano attività in
Russia attraverso rappresentanze permanenti, limitatamente al loro patrimonio situato nella
Federazione. Numerose altre tasse possono gravare sulle imprese, in funzione della loro
localizzazione geografica, del settore d’attività, della loro struttura legale (ad esempio è
imposta una tassa sulle imprese che fanno uso del nome Russia).
Sistema creditizio e finanziario
Dopo l’ampio processo di liberalizzazione e apertura del sistema, il settore bancario è oggetto
dal 1996 di un processo di ristrutturazione che ha consentito, dopo l’espansione del periodo
della transizione economica, quando il numero di banche commerciali esistenti aveva raggiunto
le 2.600 unità, una drastica riduzione delle stesse quali conseguenze dell’accresciuta
competitività e dei nuovi vincoli imposti dalla Banca Centrale sulle banche commerciali
esistenti.
16
Delle circa 1.300 banche commerciali attualmente esistenti in Russia (dalle grandi agenzie di
Mosca e San Pietroburgo alle piccole banche regionali la cui attività è limitata al territorio
locale) 200 dominano il panorama bancario, con una percentuale prossima all’85% del
patrimonio bancario complessivo. Di queste, secondo una valutazione complessiva dei diversi
parametri e indicatori solo 30 o 40 offrono maggiori garanzie di affidabilità. Le principali
banche nel Paese sono rappresentate dall’Unexim Bank, dalla Mosbusinessbank, dalla Rossiskiy
Kredit e dalla Inkombank. Circa 800 banche hanno una licenza per le operazioni in valuta e
260 hanno una licenza di tipo generale. Il 18 maggio 1999 la Banca Centrale ha però revocato
12 licenze per bancarotta, a banche tra le quali Menatep, Unikombank, Unibest ed altre
istituzioni più piccole.
La Banca Centrale Russa è il principale organismo di regolamentazione del settore bancario,
con responsabilità di supervisione delle istituzioni finanziarie, di emissione delle licenze
operative e delle autorizzazioni per pagamenti in valuta forte. La Banca Centrale è inoltre
l’istituto di emissione e determina, in maniera indipendente dagli organi esecutivi dello Stato,
la politica monetaria e creditizia del Paese; la Banca è tuttavia responsabile dinanzi al
Parlamento.
Attualmente nel Paese sono operativi Uffici di Rappresentanza ufficiale di circa 70 banche
straniere; mentre una decina circa di banche straniere ha nel Paese vere e proprie filiali o
sussidiarie (Bank Austria, Credit Lyonnais, Credit Suisse, Chase Manhattan, Citibank, ING,
Dresdner Bank). Le principali banche italiane presenti nel Paese con una sede di
rappresentanza sono: Banca Intesa-Commerciale, BNL, Banca di Roma, Unicredito Italiano;
Istituto Bancario San Paolo di Torino, Monte dei Paschi Di Siena. Alcune banche italiane
incominciano inoltre ad avere partecipazioni in banche russe, come aveva fatto la Banca
Commerciale Italiana nella Moscow International Bank.
I mercati finanziari legali rappresentano un nuovo fenomeno in rapida crescita. Attualmente
esistono quattro mercati finanziari, distinti ma legati fra loro: il mercato degli scambi con
l’estero, il mercato monetario interbancario, il mercato delle obbligazioni governative ed il
mercato azionario. Ci sono circa 70 Borse valori autorizzate e circa 100 Borse merci con
dipartimenti di Borsa valori. E’ in aumento il volume delle trattazioni di obbligazioni
governative a scadenza differenziata, certificati aurei, obbligazioni a moneta forte, obbligazioni
azionarie e comunali, futures sull’andamento delle valute e del mercato azionario, azioni
bancarie e societarie insieme ad altri titoli.
Dopo tre anni di crescita boom (+257%), la Borsa russa ha perso 11 punti percentuali. A
questo fanno seguito l'inflazione galoppante (+9,8%) nel 2007) e i rialzi record delle materie
prime. Il mercato russo dei "bond" è. però, storicamente poco liquido e in questo momento è
soggetto a fluttuazioni di tassi a danno maggiore per i titoli a cedola fissa. Quanto ai
rendimenti, i titoli governativi offrono tra il 6 e l'8,5% (a seconda delle scadenze). Questo
tasso va però mediato con il rischio cambio: nell'ultimo anno, ad esempio, coloro che hanno
investito in valuta locale hanno subito perdite poiché il rublo ha perso 4 punti percentuali
contro l'euro. Lo stesso discorso vale per i titoli societari che, a parità di rating e al netto del
fattore valutario, sono meno redditizi di quelli nel resto d'Europa.
La crisi economica e finanziaria, esplosa nel 1998, ha inferto duri colpi al sistema bancario
russo, per cui il Governo ha proposto una ristrutturazione attivando linee di credito da parte
della Banca Centrale ad un numero limitato di banche commerciali che abbiano programmi
realistici di risanamento delle operazioni.
Alle banche commerciali è attualmente proibito effettuare operazioni in moneta estera, ad
eccezione degli acquisti per conto dei propri clienti o per transazioni inerenti ai debiti in moneta
estera. La moneta estera acquistata da parte o per conto degli importatori può rimanere sui
conti degli importatori stessi per un massimo di sette giorni, trascorsi i quali, se la valuta non è
stata utilizzata per pagare le importazioni deve essere rivenduta ad un riconosciuto tasso di
cambio.
Il sistema bancario resta al centro delle riforme del Paese, peraltro con un nuovo vigore già dal
2000, a seguito della nuova presidenza di Putin. E’ stato però solo all’inizio di dicembre 2001
che i ministeri delle finanze e dell’economia hanno finalmente raggiunto l’accordo con la Banca
Centrale Russa su un Piano di Riforma Bancaria, i cui elementi chiave sono:
- apertura del settore agli investimenti esteri, anche attraverso l’unificazione delle regole in
base alle quali le banche estere e quelle nazionali possono operare, e semplificazione delle
regole per l’acquisto da parte degli stranieri di azioni nelle banche russe;
17
-
-
innalzamento dei requisiti di capitale minimo a 5 milioni di Euro (molte banche già
soddisfano questo requisito);
introduzione degli standard di contabilità internazionale per tutte le banche, ma solo dal
2004 poiché molte banche commerciali mostravano ancora valori netti negativi in base agli
standard internazionali, così che il numero delle banche operative potrebbe drasticamente
ridursi;
organizzazione di uno schema per i depositi assicurativi ed eliminazione della speciale
posizione accordata alla Sberbank.
Principali trattati
Convenzione per evitare la doppia
imposizione
Accordo in materia di promozione e
reciproca protezione degli investimenti
Convenzione conclusa nell’aprile del 1996,
l’accordo è diretto a evitare la doppia
imposizione e a prevenire evasioni fiscali in
materia di imposte sul reddito
Accordo concluso nell’aprile 1996
Strumenti comunitari di cooperazione
La Federazione Russa è tra i Paesi terzi che partecipano alla politica europea di vicinato (ENPI
2007-2013). Il programma ENPI va a sostituire il programma MEDA e, in parte, il programma
TACIS.
Il regolamento (CE) n.1638/2006 del 24 ottobre 2006 adottato dal Parlamento Europeo e dal
Consiglio, istituisce uno strumento di vicinato e partenariato volto a fornire un’assistenza
comunitaria finalizzata alla creazione di una zona di prosperità e di buon vicinato tra l’Unione
Europea e i Paesi ed i territori destinatari del programma. L'assistenza comunitaria sarà
utilizzata a beneficio dei Paesi partner. Essa può altresì essere utilizzata a beneficio comune
degli Stati membri e dei Paesi partner e delle loro regioni, allo scopo di promuovere la
cooperazione transfrontaliera e transregionale.
L'assistenza comunitaria incentiverà il
consolidamento della cooperazione e la progressiva integrazione economica tra l'Unione
europea e i paesi partner e, in particolare, l'attuazione di accordi di partenariato e di
cooperazione, di accordi di associazione o di altri accordi presenti o futuri. Essa incoraggerà
altresì gli sforzi dei Paesi partner volti a promuovere il buon governo e un equo sviluppo sociale
ed economico.
a) L’assistenza comunitaria sarà utilizzata per sostenere misure nell'ambito dei seguenti
settori di cooperazione:
b) promozione del dialogo politico e della riforma in campo politico;
c) promozione del ravvicinamento delle legislazioni e delle regolamentazioni verso standard
più elevati in tutti i settori di pertinenza, in particolare per incoraggiare la progressiva
partecipazione dei paesi partner al mercato interno e l'intensificazione degli scambi;
d) consolidamento delle istituzioni e degli organismi nazionali preposti all'elaborazione e
all'attuazione effettiva delle politiche nei settori coperti dagli accordi di associazione, di
partenariato e di cooperazione, nonché da altri accordi multilaterali di cui la Comunità e/o i
suoi Stati membri e i paesi partner siano parti, finalizzati al raggiungimento degli obiettivi
definiti nel presente articolo;
e) promozione dello Stato di diritto e del buon governo, in particolare rafforzando l’efficienza
dell'amministrazione pubblica e l'imparzialità e l’efficienza del potere giudiziario, e sostegno
alla lotta contro la corruzione e le frodi;
f) promozione, sotto tutti gli aspetti, dello sviluppo sostenibile;
g) proseguimento degli sforzi per lo sviluppo regionale e locale, nelle zone rurali e urbane, allo
scopo di ridurre gli squilibri e migliorare la capacità di sviluppo regionale e locale;
h) promozione della protezione ambientale, della conservazione della natura e della gestione
sostenibile delle risorse naturali, tra cui le acque dolci e le risorse marine;
i) sostegno alle politiche volte alla riduzione della povertà, al fine di contribuire al
raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio dell'ONU;
18
j)
sostegno alle politiche volte a promuovere lo sviluppo sociale, l'inclusione sociale, la parità
tra i sessi, la non discriminazione, l'occupazione e la protezione sociale, inclusa la
protezione dei lavoratori migranti, il dialogo sociale e il rispetto dei diritti sindacali e delle
norme fondamentali in materia di lavoro, comprese quelle relative al lavoro infantile;
k) sostegno alle politiche a favore della salute, dell’istruzione e della formazione, incluse non
soltanto misure atte a combattere le più gravi forme di malattie trasmissibili e di malattie e
patologie non trasmissibili, ma anche a garantire l'accesso, da parte delle ragazze e delle
donne, ai servizi e all'educazione in materia sanitaria, comprese la salute riproduttiva e
infantile;
l) promozione e tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali, compresi i diritti delle
donne e dei bambini;
m) sostegno alla democratizzazione, anche mediante il rafforzamento del ruolo delle
organizzazioni della società civile e la promozione del pluralismo dei media, nonché
mediante il monitoraggio e l'assistenza in occasione delle elezioni;
n) sostegno allo sviluppo della società civile e delle organizzazioni non governative;
o) incentivi allo sviluppo dell'economia di mercato, comprese le misure volte a sostenere il
settore privato e lo sviluppo delle piccole e medie imprese, ad incoraggiare gli investimenti
e a promuovere gli scambi mondiali;
p) promozione della cooperazione nei settori dell'energia, delle telecomunicazioni e dei
trasporti, soprattutto per quanto riguarda le interconnessioni, le reti e il relativo
sfruttamento, miglioramento della sicurezza nel settore dei trasporti internazionali e dello
sfruttamento delle fonti di energia e promozione di fonti di energia rinnovabili,
dell'efficienza energetica e di trasporti non inquinanti;
q) sostegno ad azioni mirate ad una maggiore sicurezza alimentare per i cittadini,
segnatamente nel settore sanitario e fitosanitario;
r) gestione delle frontiere efficace e sicura;
s) sostegno al processo di riforma e rafforzamento delle capacità in materia di giustizia e
affari interni, comprese questioni quali il diritto d'asilo, la migrazione e la riammissione, e
le azioni volte a combattere e a prevenire il traffico di esseri umani nonché il terrorismo e
la criminalità organizzata, incluso il suo finanziamento, il riciclaggio del denaro e la frode
fiscale;
t) sostegno alla cooperazione amministrativa in vista del miglioramento della trasparenza e di
uno scambio più intenso di informazioni in materia fiscale, al fine di combattere la frode e
l’evasione;
u) promozione della partecipazione ad attività comunitarie nel settore della ricerca e
dell’innovazione;
v) promozione della cooperazione tra gli Stati membri e i paesi partner nel settore
dell’insegnamento superiore e della mobilità degli insegnanti, dei ricercatori e degli
studenti;
w) promozione del dialogo multiculturale, dei contatti tra i popoli e dei legami con le comunità
di immigrati che vivono negli Stati membri, della cooperazione tra le società civili, delle
istituzioni culturali nonché degli scambi tra i giovani;
x) sostegno alla cooperazione finalizzata a tutelare il patrimonio storico e culturale e a
promuoverne le potenzialità di sviluppo, anche attraverso il turismo;
y) sostegno alla partecipazione dei paesi partner ai programmi e alle agenzie della Comunità;
z) sostegno alla cooperazione transfrontaliera attraverso iniziative locali congiunte nell'intento
di promuovere lo sviluppo economico, sociale e ambientale sostenibile delle regioni
frontaliere e lo sviluppo territoriale integrato lungo le frontiere esterne della Comunità;
aa) promozione della cooperazione e dell'integrazione regionale e subregionale, comprendendo,
se del caso, i paesi che non hanno diritto all'assistenza comunitaria a norma del presente
regolamento;
bb) offerta di sostegno nelle situazioni susseguenti alle crisi, incluso il sostegno ai profughi e
agli sfollati, e assistenza alla preparazione a reagire di fronte alle catastrofi;
cc) promozione della comunicazione e degli scambi tra i partner per quanto riguarda le misure
e le attività finanziate nell’ambito dei programmi;
dd) risposta a sfide tematiche comuni nei settori di interesse reciproco e perseguimento di
qualsiasi altro obiettivo compatibile con il campo di applicazione del presente regolamento.
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Gli accordi di partenariato e di cooperazione, gli accordi di associazione e altri accordi presenti
o futuri che stabiliscono rapporti con i paesi partner, nonché le pertinenti comunicazioni della
Commissione e le conclusioni del Consiglio che individuano le linee guida delle politiche
dell’Unione europea nei confronti di questi stessi paesi formeranno il quadro generale delle
politiche ai fini della programmazione dell'assistenza comunitaria nell'ambito del presente
regolamento. I piani d’azione definiti di comune accordo o altri documenti equivalenti
costituiranno un elemento di riferimento essenziale per individuare le priorità dell’assistenza
comunitaria. Laddove tra l'Unione europea e i paesi partner non esistano suddetti accordi,
l’assistenza comunitaria potrà essere fornita qualora risulti utile per perseguire gli obiettivi
delle politiche dell'Unione europea. Essa sarà programmata in base a tali obiettivi.
Complementarità, partenariati e cofinanziamenti
L'assistenza comunitaria nell'ambito del presente regolamento sarà, di regola, complementare
o ausiliare alle corrispondenti strategie e misure nazionali, regionali o locali. L’assistenza
comunitaria prevista dal presente regolamento sarà stabilità, di regola, in un partenariato tra
la Commissione e i beneficiari. Il partenariato coinvolgerà, come opportuno, autorità nazionali,
regionali e locali, partner economici e sociali, la società civile nonché altri organismi
competenti. I paesi beneficiari provvederanno, come opportuno, a rendere partecipi i partner
interessati al livello territoriale idoneo, segnatamente su scala regionale e locale, nelle fasi di
preparazione, attuazione e monitoraggio dei programmi e dei
progetti. L’assistenza comunitaria sarà cofinanziata, di regola, dai paesi beneficiari tramite
fondi pubblici, contributi provenienti dai beneficiari o altre fonti. Si può derogare al requisito in
materia del cofinanziamento in casi debitamente giustificati e ove ciò sia necessario a
sostenere lo sviluppo della società civile e degli attori non statali per misure volte a
promuovere i diritti umani e libertà fondamentali, nonché a sostenere il processo di
democratizzazione.
Coerenza, compatibilità e coordinamento
I programmi e i progetti finanziati ai sensi del presente regolamento saranno coerenti con le
politiche dell'Unione europea. Essi saranno conformi agli accordi conclusi dalla Comunità e
dagli Stati membri con i paesi partner e rispetteranno gli impegni assunti dai medesimi in base
ad accordi multilaterali e convenzioni internazionali di cui sono parti, compresi impegni in
materia di diritti umani, democrazia e
buon governo. La Commissione e gli Stati membri garantiranno la coerenza tra l’assistenza
comunitaria fornita nell'ambito del presente regolamento e l’assistenza finanziaria fornita dalla
Comunità e dagli Stati membri tramite altri strumenti finanziari interni ed esterni, nonché dalla
Banca europea per gli investimenti (BEI). La Commissione e gli Stati membri garantiranno il
coordinamento dei rispettivi programmi di assistenza nell’intento di rendere maggiormente
efficace ed efficiente la fornitura degli aiuti conformemente agli orientamenti stabiliti per il
rafforzamento del coordinamento operativo nell'ambito dell'assistenza esterna e per
l'armonizzazione delle politiche e delle procedure. Il coordinamento comporterà consultazioni
regolari e scambi frequenti di informazioni rilevanti durante le diverse fasi del ciclo di
assistenza, soprattutto sul campo, ed assumerà un ruolo centrale nei processi di
programmazione degli Stati membri e della Comunità.
PROGRAMMAZIONE E ASSEGNAZIONE DEI FONDI
L’assistenza comunitaria viene attuata attraverso:
a) documenti di strategia nazionali, multinazionali e transfrontalieri e programmi indicativi
pluriennali, che riguardano:
- programmi nazionali o multinazionali che concernono l'assistenza a un paese partner o
trattano la cooperazione regionale e subregionale tra due o più paesi partner, nei quali
è possibile la partecipazione degli Stati membri;
- programmi di cooperazione transfrontaliera che concernono la cooperazione tra uno o
più Stati membri e uno o più paesi partner, da attuare nelle rispettive regioni confinanti
con la parte comune delle frontiere esterne della Comunità;
b) programmi operativi congiunti per la cooperazione transfrontaliera , programmi d’azione
annuali e misure speciali.
20
I programmi multinazionali possono includere misure di cooperazione transregionale. Ai fini del
presente regolamento, per cooperazione transregionale si intende la cooperazione tra gli Stati
membri e i paesi partner, volta ad affrontare sfide comuni, a loro comune vantaggio e posta in
essere ovunque sul territorio degli Stati membri e dei paesi partner.
Ai fini dei programmi nazionali o multinazionali saranno adottati dei documenti di strategia, i
quali copriranno un arco di tempo compatibile con le priorità individuate nel quadro delle
politiche e conterranno programmi indicativi pluriennali, inclusi i relativi stanziamenti e
obiettivi prioritari per ogni paese o regione.
Possono beneficiare di un finanziamento finalizzato all’attuazione dei programmi d’azione, dei
programmi congiunti di cooperazione transfrontaliera o delle misure speciali ai sensi del
presente regolamento:
a) i paesi e le regioni partner e relative istituzioni;
b) gli enti decentrati dei paesi partner quali regioni, dipartimenti, province e comuni;
c) gli organismi misti istituiti dai paesi e dalle regioni partner e dalla Comunità;
d) le organizzazioni internazionali, tra cui le organizzazioni regionali, le organizzazioni, i
servizi o le missioni che rientrano nel sistema delle Nazioni Unite, le istituzioni
finanziarie internazionali e le banche di sviluppo, nella misura in cui esse contribuiscano
agli obiettivi del regolamento sopra citato;
e) le istituzioni e gli organi della Comunità unicamente nel quadro dell’esecuzione delle
misure di sostegno;
f) le agenzie dell’Unione europea;
g) i seguenti enti e organismi degli Stati membri, dei paesi e delle regioni partner o di
qualsiasi altro Stato terzo, che ottemperino alle disposizioni in materia di accesso
all'assistenza esterna della Comunità, nella misura in cui essi contribuiscano agli
obiettivi del presente regolamento:
o enti pubblici o parastatali, amministrazioni o autorità locali e relativi consorzi;
o società, imprese e altre organizzazioni e operatori economici privati;
o istituzioni finanziarie dedite alla concessione, alla promozione e al finanziamento
degli investimenti privati nei paesi e nelle regioni partner;
o attori non statali ;
o persone fisiche;
o altri attori non statali (organizzazioni non governative; organizzazioni che
rappresentano minoranze nazionali e/o etniche; associazioni professionali e
gruppi d’iniziativa locali; cooperative, sindacati, organizzazioni rappresentative
degli attori economici e sociali; organizzazioni locali (comprese le reti) che
operano nel settore della cooperazione e dell’integrazione regionali decentrate;
associazioni di consumatori, associazioni di donne o di giovani, organizzazioni di
insegnamento, culturali, di ricerca e scientifiche; università; chiese e
associazioni o comunità religiose; mass media; associazioni transfrontaliere,
associazioni non governative e fondazioni indipendenti).
L’assistenza comunitaria può inoltre essere finalizzata:
a) al finanziamento di misure di assistenza tecnica e di misure amministrative mirate,
comprese quelle misure di cooperazione che implichino la partecipazione di esperti del
settore pubblico provenienti dagli Stati membri e dalle loro autorità regionali e locali
coinvolte nel programma;
b) al finanziamento di investimenti e di attività ad essi connesse;
c) alla contribuzione a beneficio della BEI o di altri intermediari finanziari, per il
finanziamento di prestiti, acquisizioni partecipative, fondi di garanzia o fondi di
investimento;
d) a programmi di sgravio del debito in casi eccezionali, nel quadro di un programma di
sgravio del debito concordato a livello internazionale;
e) a sostegni diretti al bilancio, settoriali o generali, qualora il paese partner dia prova di
sufficiente trasparenza, affidabilità ed efficacia nella gestione della spesa pubblica e ove
siano state poste in essere politiche settoriali o macroeconomiche ben formulate,
elaborate dal paese partner e approvate dai suoi principali donatori, incluse
eventualmente le istituzioni finanziarie internazionali;
f) a contributi in conto interesse, in particolare per i prestiti nel settore ambientale;
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g) alla sottoscrizione di assicurazioni contro i rischi non commerciali;
h) alla partecipazione a un fondo istituito dalla Comunità, dai suoi Stati membri, da
organizzazioni internazionali e regionali, da altri donatori o paesi partner;
i) alla partecipazione al capitale di istituzioni finanziarie internazionali o di banche di
sviluppo regionali;
j) al finanziamento dei costi necessari all'efficiente gestione e supervisione di progetti e
programmi da parte dei paesi che beneficiano dell’assistenza comunitaria;
k) al finanziamento di microprogetti;
l) a misure in materia di sicurezza alimentare.
Il finanziamento comunitario può inoltre coprire le spese relative alle azioni di
preparazione, monitoraggio, controllo, audit e valutazione, direttamente necessarie
all’attuazione del presente regolamento e al conseguimento dei relativi obiettivi,
segnatamente studi, riunioni, azioni di informazione, di sensibilizzazione, di pubblicazione e
formazione, incluse misure di formazione per i partner che consentano loro di partecipare
alle varie fasi del programma, spese afferenti alle reti informatiche finalizzate allo scambio
di informazioni, nonché qualsiasi altra spesa di assistenza tecnica o amministrativa a carico
della Commissione per la gestione del programma. Sono altresì comprese le spese di
supporto amministrativo sostenute dalle delegazioni della Commissione, necessarie per
assicurare la gestione delle azioni finanziate ai sensi del presente regolamento. Dette
misure di sostegno non sono necessariamente soggette ad una programmazione
pluriennale e possono essere pertanto finanziate al di fuori dei documenti di strategia e dei
programmi indicativi pluriennali. Il loro finanziamento può comunque rientrare anche
nell’ambito dei programmi indicativi pluriennali.
Le misure finanziate ai sensi del presente regolamento possono essere oggetto di un cofinanziamento, fra l'altro, da parte di:
- Stati membri, loro autorità regionali e locali e relativi enti pubblici e parastatali;
- paesi SEE, Svizzera e altri paesi donatori, in particolare i relativi enti pubblici e
parastatali;
- organizzazioni internazionali, tra cui quelle regionali, in particolare le istituzioni
finanziarie internazionali e regionali;
- società, imprese e altre organizzazioni e operatori economici privati, nonché altri attori
non statali;
- paesi e regioni partner beneficiari dei fondi.
I programmi di cooperazione transfrontaliera possono riguardare
tutte le seguenti regioni frontaliere:
- tutte le unità territoriali corrispondenti al livello NUTS 3 o equivalente, situate lungo le
frontiere terrestri tra Stati membri e paesi partner;
- tutte le unità territoriali corrispondenti al livello NUTS 3 o equivalente, situate lungo
bracci di mare di importanza significativa;
- tutte le unità territoriali costiere corrispondenti al livello NUTS 2 o equivalente, che si
affacciano su un bacino marino comune agli Stati membri e ai paesi partner.
Al fine di assicurare la continuazione della cooperazione esistente e in altri casi giustificabili,
alle unità territoriali confinanti può essere concesso di partecipare ai programmi di
cooperazione transfrontaliera alle condizioni stabilite nei documenti di strategia.
Paesi partner: Algeria; Armenia; Autorità palestinese della Cisgiordania e di Gaza; Azerbaigian;
Bielorussia; Egitto; Federazione russa; Giordania; Georgia; Israele; Libano; Libia; Marocco;
Moldova; Siria; Tunisia; Ucraina.
Progetti multilaterali
La Federazione Russa è membro dei principali organismi internazionali (Banca Mondiale, Banca
Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, Fondo Monetario Internazionale, IFC, Unido, etc.)
Tra gli organismi internazionali che operano nella Federazione Russa attraverso la concessione
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di aiuti e finanziamenti nel campo del project financing pubblico e privato si collocano la Banca
Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) e il gruppo della Banca Mondiale.
La Banca Mondiale, attraverso la IBRD - International Bank for Reconstruction and
Development - finanzia progetti e fornisce assistenza tecnica ai paesi in via di sviluppo (PVS).
I prestiti IBRD hanno in genere un periodo di garanzia di 5 anni, sono rimborsabili in un arco di
tempo compreso fra i 15 e i 20 anni e vengono accordati al governo o a entità pubbliche. Il
tasso di interesse richiesto dalla banca è calcolato sulla base del costo medio della raccolta,
fonte primaria di finanziamento delle operazioni di prestito. I prestiti IBRD si indirizzano
prevalentemente verso alcuni settori:
- programmi per lo sviluppo umano (istruzione, sanità, nutrizione, settore demografico,
settore sociale);
- protezione dell’ambiente;
- sviluppo del settore privato e del settore finanziario;
- sostegno alle riforme economiche.
Per l’assistenza ai paesi più poveri la Banca Mondiale opera attraverso l`IDA - International
Development Association - che rappresenta la maggior fonte finanziaria per i 78 paesi più
poveri del mondo, il cui reddito pro capite non supera gli 895 dollari USA (nel 1998). I crediti
IDA vengono concessi a condizioni molto vantaggiose: senza interessi , hanno una durata di 35
o 40 anni e un periodo di tolleranza di dieci anni. Obiettivi prioritari dell’assistenza finanziaria
IDA sono:
- i servizi sociali di base (nutrizione, sanità, istruzione primaria, risorse idriche,
ammortizzatori sociali di base);
- l’allargamento della base della crescita economica (sostegno alle riforme macroeconomiche
e strutturali, sostegno al settore privato: piccole-medie imprese e settore finanziario);
- il sostegno alla corretta amministrazione del settore pubblico;
- la protezione dell’ambiente, anche attraverso iniziative trasversali in settori quali lo
sviluppo rurale, urbano e dei trasporti.
L’IFC - International Finance Corporation - è un’istituzione del Gruppo Banca Mondiale, ma ha
una sua entità giuridica e finanziaria. Ruolo primario dell’IFC è promuovere lo sviluppo del
settore privato nei Paesi in via di sviluppo, a tal fine concede prestiti direttamente alle imprese
private, agisce come investitore diretto nel capitale di rischio e offre una vasta serie di servizi
di consulenza alle imprese private e ai governi.
L’IFC concentra la propria attività sui seguenti obiettivi:
- assistenza alle piccole e medie imprese, da attuarsi soprattutto attraverso intermediari
finanziari
- sviluppo dei mercati nazionali di capitale;
- privatizzazione e ristrutturazione delle imprese statali;
- sostegno agli investimenti privati nelle infrastrutture (in particolare telecomunicazioni e
settore energetico);
- maggiore equilibrio nella distribuzione regionale degli investimenti;
- potenziamento dei servizi di consulenza.
I principali prodotti offerti dall’IFC sono:
- prodotti finanziari (finanziamenti a lungo termine, partecipazioni azionarie, finanziamenti in
quasi capitale, servizi finanziari);
- mobilizzazione di risorse (cofinanziamenti, fondi di investimento, sottoscrizioni);
- servizi di consulenza (finanziari, settoriali, tecnico-legali, ricerca partner nei paesi in via di
sviluppo).
Le iniziative dell’IFC possono vedere coinvolte anche le imprese dei Paesi sviluppati come
partners in accordi di collaborazione imprenditoriale, joint-ventures o come fornitrici di beni e
servizi.
In Russia sono presenti un ufficio della Banca Mondiale ed un ufficio di rappresentanza della
Società Finanziaria Internazionale:
World Bank Office
Ms. Marina Vasilieva
Sadovaya-Kudrinskaya No- 3 - 123242 Mosca
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Telefono: (7 095) 745.70.00 - Fax: (7 501) 253.06.12
E-mail: [email protected]
IFC Office
2 Pushechnaya Street - Mosca 103012
Telefono: (7 095) 883.70.56, 755.88.18 - Fax: (7-501) 755 82 96
Per ulteriori informazioni consultare il sito Web della Banca Mondiale, in particolare la sezione
dedicata ai progetti a favore della Federazione russa.
La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (EBRD - European Bank for
Reconstruction and Development) è stata istituita nel 1991, a beneficio dei Paesi dell’Europa
Centrale ed Orientale e della Comunità degli Stati indipendenti. La EBRD conta attualmente 60
membri, 58 paesi e due istituzioni: la BEI – Banca Europea degli Investimenti e la
Commissione Europea.
Obiettivo primario della Banca è il sostegno al settore privato e in particolare alle piccole e
medie imprese. La EBRD opera sia direttamente, concedendo:
- finanziamenti di medio e lungo termine;
- partecipazioni azionarie e quasi-azionarie;
- sia indirettamente, per mezzo di intermediari finanziari, concedendo (linee di credito;
cofinanziamenti; partecipazioni azionarie e fondi di investimento; servizi per il commercio;
partecipazioni azionarie in banche).
Di norma, i prestiti EBRD vengono concessi ad un tasso di mercato, in genere il LIBOR, più un
margine, pari all’1% per i prestiti al settore pubblico, più alto e variabile in base alla rischiosità
dell’operazione per il settore privato. La durata dei prestiti è in genere di 5 o 10 anni con un
periodo di grazia.
Ufficio EBRD nella Federazione Russa
36, Bolshaya Molchanovka Street
Stroenie 1 - Moscow 121069
Tel. +7 095 787 1111 - Fax. +7 095 787 1122
Informazioni di viaggio
Prefissi internazionali:
00 7 prefisso per il Paese;
95 Mosca;
812 San Pietroburgo
Fuso orario: Tre ore avanti, rispetto al Meridiano di Greenwich, a Mosca e a San Pietroburgo;
dieci ore avanti a Vladivostok. Il paese è attraversato da 8 fusi orari diversi.
Documenti: Per l’ingresso nel paese è necessario il passaporto con almeno sei mesi di validità
ed il visto rilasciato dall’Ambasciata Russa a Roma, o presso i Consolati Generali. Si
raccomanda di non giungere in Russia sprovvisti di visto poiché "in loco" è praticamente
impossibile regolarizzare la propria posizione nei confronti delle Autorità locali, con
conseguente respinta alla frontiera e ritorno in Italia a proprie spese, previo pagamento di una
forte multa.
Settimana lavorativa
UFFICI: dal Lunedì al Venerdì dalle ore 9.00 alle ore 18.00;
BANCHE: dal Lunedì al Venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00
NEGOZI DI GENERI DI LARGO CONSUMO: dal Lunedì al Sabato dalle ore 10.00/11.00 alle ore
20.00/21.00;
GRANDI MAGAZZINI: dal Lunedì al Sabato dalle ore 8.00 alle ore 20.00
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Carte di credito: L’uso delle carte di credito quale mezzo di pagamento è in fase di diffusione
nel paese; attualmente le carte di credito sono accettate prevalentemente nei grandi alberghi e
nei negozi più costosi.
Principali festività
1 e 2 gennaio (Festività del Primo dell’Anno);
7 gennaio (Natale della Chiesa Ortodossa Russa);
14 gennaio (Capodanno Ortodosso);
23 febbraio (Festa dei difensori della Patria);
8 marzo (Festa Internazionale della Donna);
6 aprile (Venerdì Santo Ortodosso);
9 aprile (Lunedì di Pasqua Ortodossa);
1°maggio (Festa del Lavoro);
9 maggio (Anniversario della Vittoria nella Seconda Guerra Mondiale);
12 giugno (Festa dell’Indipendenza della Federazione Russa);
4 novembre (Festa dell’Unità del Popolo).
Principali indirizzi utili
Gli indirizzi ed i numeri di telefono riportati in questa sezione sono tratti da fonti ufficiali
italiane e/o da fonti ufficiali del Paese. E’ tuttavia possibile un certo margine di non
corrispondenza dovuto al lento aggiornamento delle fonti da parte delle diverse istituzioni ed al
frequente variare delle numerazioni telefoniche nei paesi di riferimento.
Genova – Consolato Generale
Console Generale: Nikolay Tavdumadze
Via Ghirardelli Pescetto, 16 – 16167 Genova
Tel. 010 3726047 - 010 3726304 – Fax 010 3741361
[email protected]
Yekaterinburg - Consolato Onorario
Console Onorario: Massimo Denti
Kirov Street, 28, GSP-715 620219 Yekaterinburg
Tel. (+73432) 427103 - Fax (+73432) 427108
[email protected]
Kaliningrad - Consolato Onorario
Console Onorario: Fiorenzo Sperotto
1, Ulitsa Geologicheskaya, Uff. 404 236006 Kaliningrad
Tel. (+74012) 219939 – Fax (+74012) 219939
[email protected]
Camera di commercio S. Pietroburgo
Governo della Regione di San Pietroburgo
Ufficio di Tblisi - Punto di corrispondenza coordinato da ICE Mosca
Ambasciata della Federazione Russa
Ambasciatore: S.E. Alexei Meshkov
Via Gaeta, 5 - 00144 Roma
Tel. 06 4941680/81/83 - Fax 06.491031
[email protected]
www.ambrussia.it
Milano - Consolato Generale
Console Generale: Alexander Nurizade
Via Sant'Aquilino,3 - 20148 Milano
Tel. 0248706041 0248705912 0240092113 - Fax 0240090741
[email protected]
http://users.iol.it/consolato.russo.mi
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Palermo - Consolato Generale
Console Generale: Alexander Gusev
Via Salvatore Meccio, 16/4 - 90100 Palermo
Tel. 091329379 - Fax 091329379
Roma - Sezione Consolare dell'Ambasciata
Capo della Sezione Consolare: Valery Lysunkin
Via Nomentana, 116 - 00161 Roma
Tel. 06 44235625 - 06 44234149 - Fax: 06 44234031
[email protected]
http://www.ambrussia.it/idxconsrom.html
Ambasciata d’Italia nella Federazione russa
Amb. S.E. Vittorio Claudio Surdo
Denezhny per. 5 - 121002 Mosca G-2
Tel. (+7495) 7969691 Fax (+7095) 2539289
[email protected]
www.ambmosca.esteri.it
San Pietroburgo - Consolato Generale
Console Generale: Massimo Drei
Tetralnaya Ploshad, 10 – 190068 San Pietroburgo
Tel. (+7812) 3123217 - Fax (+7812) 5715150
[email protected]
www.conssanpietroburgo.esteri.it
Camera di Commercio Italo-Russa
Presidente: Rosario Alessandrello
Segretario Generale: Nino Cossu
M.Znamensky per. 8/1 - 119019 Mosca
Tel: (+7 095) 9165560 - Fax (+7 095) 9165561
[email protected]
http://www.ccir.mosca.ru
Camera di Commercio di Mosca
Ul. Ilyinka, 6 103012 Mosca
Tel. (+7 95) 929 0120 - Fax (+7 95) 929 0364
[email protected]
http://www.rbcnet.ru
Camera di commercio S. Pietroburgo
Via Tchaikovskogo, 46,48 - San Pietroburgo
direttore: Michael Loubochin
tel: 007 812 27 34 773
I.C.E. Ekaterinburg – Punto di corrispondenza (dipende da ICE Mosca)
Competente per la zona degli Urali
Responsabile Sig.ra Valentina Kulikova
Ul. Studencheskaja, 3 - 620066 Ekaterinburg
Tel.:(+7 3432) 413733 - Fax: (+7 3432) 701933
[email protected]
http://www.ice.it/estero2/ekaterinburg/
I.C.E. Mosca - AMBASCIATA D'ITALIA – UFFICIO COMMERCIALE (ICE)
Responsabile: Roberto Pelo
Krasnopresnenskaja Naberejnaja, 12 - 123610 Mosca
Tel. (+7 495) 9670275-77-78 - Fax (+7 495) 9670274-79
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[email protected]
www.ice.it/estero2/mosca
I.C.E. Novosibirsk Ambasciata d’Italia Sezione Sviluppo Scambi
Responsabile: Roberto Pelo
Krasnij Prospekt, 29 - 63099 Novosibirsk
Tel.:(+7 3832) 220229 / 221272 - FAX: (+7 3832) 221305
[email protected]
http://www.ice.it/estero2/novosibirsk/
I.C.E. S.Pietroburgo - Rappresentanza c/o Consolato Generale d’Italia Sezione
Sviluppo Scambi (I.C.E.)
Responsabile: Adriano Massone
Teatralnaya Ploshad, 10 - 190125 S. Pietroburgo
Tel. (+7 812) 312 3216-3356 / 311 8396 - Linea satellitare (+7 505311437) - Fax (+7 812)
3148082
[email protected]
http://www.ice.it/estero2/sanpietroburgo
I.C.E. Vladivostok - Punto di corrispondenza - sede operativa
Svetlanskaia Ul, 115 Off 47
recapito postale: Pushkinskaja, 50 Kv 38
690001 Vladivostok
Tel. (+7 4232) 264075 / 260357 - Fax (+7 4232) 264075
[email protected]
www.ice.it/estero2/mosca/default3.htm
Ufficio di Tblisi - Punto di corrispondenza coordinato da ICE Mosca
Responsabile: Sig.ra Khatuna TSKHADADZE
CHITADZE 3/A - 380009 TBILISI - GEORGIA
Tel: (0095 32) 996749; Fax: (0095 32) 996749
[email protected]
http://www.ice.gov.it/estero2/tbilisi/
Rappresentanza Unione Europea a Mosca
Kadashevskaya Nab., 14/1 - 109017, Moscow.
Tel. (+7 095)7212000 - Fax (+7 095) 7212020
Capo aggiunto della delegazione: Vincent Piket
[email protected]
http://www.eur.ru
Ministero degli Affari Esteri
Smolenskaja-Sennaja PI 32/34 121002 Moscow
Tel. (+7 095) 2449271
: [email protected]
http://www.mid.ru
Ministero dell’Agricoltura
Orlikov per., 1/11 107139 Moscow
Tel. (+7 095) 207 8362 - Fax (+7 095) 207 8000
Ministero per le Relazioni Economiche Esterne
Smolenskaja-Sennaja PI 32/34 121002 Moscow
Tel. (+7 095) 2441046
Ministero per lo Sviluppo Economico e per il Commercio
Ul. 1°Tverskaja Yamaskaja 1/3 21002 Moscow
Tel. (+7 095) 251 1008 - Fax (+7 095) 2516965
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[email protected]
Organismi Internazionali
Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo
Bolshaja Molchonovka St. 36 Building 1 - 121069 Mosca
Tel. (+7 095) 787 1111 - Fax (+7 095) 787 1122
Banca Mondiale
Ul. Sadovaja-Kudrinskaja, 3 -123242 Mosca
Tel. (+7 095) 745 7000 - 956 2160 - 2530612 - Fax (+7 95) 956 2162 - 2548685
GIM (Associazione degli imprenditori italiani a Mosca, c/o ICE)
Krasnopresnenskaja nab.12 - 123610 Mosca
Uffici 1001-1003
Tel. (+7 95) 9670275 - Fax (+7 95) 9670276
IFC - International Finance Corporation
Ufficio di rappresentanza
7/5 Bolshaja Dmitrovka, Building 2 - 103009 Mosca
Tel. (+7 095) 755 8818 - Fax (+7 095) 755 8296
UNIDO - Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale
Ul. Kuusinea 21/b 125252 Moscow, Russia
Tel. (+7 95) 9430021 / 1987671 - Fax (+7 95) 9430018
[email protected]
Associazioni
Associazione Russa per lo Sviluppo delle Piccole e Medie Imprese
(RASME Russian Association for Development of Small Medium Enterprises
Bolotnaja 12/ 3 - 113035 Mosca
Tel./Fax (+7 095) 234 5389
Confederazione Russa degli Imprenditori
New Arbat, 21 Mosca
Tel. (+7 095) 291 9874 Fax (+7 095) 291 9901
Delcont International Business Contact Centre
113035 Moscow Staromonetniy per.,10, fl. 3
Phone (+7 095) 234 5388 - Fax (+7 095) 234 5373
[email protected]
Unione Russa Agroindustriale
B-139, 107139 Mosca
Tel. (+7 095) 207 8000 Fax (+7 095 ) 207 8362
Unione Russa degli Industriali e dei Datori di Lavoro
10/4, Staraya Square - 103070 Mosca
Tel (+7 095) 748 4141 Fax (+7 095 ) 748 4142
Unione Russa Agroindustriale
Principali Istituti Bancari locali
Central Bank
Ul.Neglinnaja,12 103016 Moscw
Tel. (+7 95) 921 3116 / 928 3201 / 9240321 - Fax (+7 95) 9216465
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International Investment Bank
Ul Mashy Poryvayeva 7 - 107078 Moscow
Tel. (+7 95) 9754008 - 975 2064 - Fax (+7 95) 975 2070 -9754008
Principali Istituti Bancari italiani
Banca di Roma
Mamonovskij per 4 office 8 - Mosca
Tel. (+7 095) 209 6625-6501 - Fax (+7 095) 200 0233
Banca Intesa-Commerciale
Barykovskij per 5-4 - Mosca
Tel. (+7 095) 796 9655-51-52 - Fax (+7 095) 796 9653-07
Banca Nazionale del Lavoro
Malyj Znamenskij per 8 str.1 - Mosca
Tel. (+7 095) 202 7657/ 2030328-095 - Fax (+7 095) 202 9983
Istituto Bancario San Paolo di Torino
Ul. Marksistskaja, 16 - Mosca
Tel. (+7 095) 232 6740 - Fax (+7 095) 232 6741
Monte dei Paschi di Siena
Krasnopresnenskaja Nab. 12 Office 1105 - Mosca
Tel. (+7 095) 9670475/6 - Fax (+7 095) 967 0477
Unicredito Italiano
Pokrovskij blvd 4/17, office 43 119285 Mosca
Tel. (+7 095) 937 7060-61 Fax (+7 095) 937 7064
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