Print Current Page

Transcript

Print Current Page
Da Konrad Lorenz all’era delle
«dog company»
/ 06.03.2017
di Natascha Fioretti
Ho amato sin da subito l’oca Martina che seguiva Konrad Lorenz convinta fosse la sua mamma, così
come la taccola Cioc salvata al triste destino del negozio di animali e il cane Wolf I. E non so cosa
avrei dato per stare lì ad Altenberg in mezzo alla trentina di oche che ogni pomeriggio si radunavano
sulla terrazza con il nonno per l’ora del tè. Scene impagabili per chi come me ama gli animali,
animali in libertà, come diceva l’etologo austriaco, che potrebbero fuggire e invece rimangono
perché sono affezionati.
Ho sempre pensato, e poi ho imparato, quanto gli animali hanno da insegnarci nella vita di tutti i
giorni. Sanno essere gentili, rispettosi, dignitosi, sinceri, affettuosi e fedeli molto più di quanto non
lo siamo noi. Ma soprattutto, ci diceva Lorenz a metà del Novecento, sanno essere «così
meravigliosamente pigri: all’animale è assolutamente estranea la folle smania di lavoro dell’uomo
moderno, cui manca perfino il tempo di farsi una vera cultura. Anche le api e le formiche, queste
personificazioni della solerzia, trascorrono la maggior parte della giornata immerse in un dolce far
niente, solo che quelle ipocrite non si fanno vedere quando se ne stanno tranquillamente a casa, ma
solo quando sono al lavoro».
Chi conosce gli animali, chi fa del suo rapporto con loro una scelta di vita basata sul rispetto e la
responsabilità, sa che hanno il magico potere di ricordarci chi siamo, da dove veniamo e ci aiutano a
mettere a fuoco le priorità e le urgenze secondo una scala del benessere in sintonia con i cicli e i
tempi della natura. Penso in particolare ai cani, che insieme ai gatti, più di qualsiasi altro animale,
condividono le sorti dell’uomo moderno e, ai tempi dei social, contribuiscono ad ampliare il nostro
giro di conoscenze. Provate a camminare per la stessa strada della vostra città, prima con il cane e
poi senza, vedrete la differenza. Se hai un cane tutti si fermano eccitati ad accarezzarlo, ti chiedono
come si chiama, ti raccontano che anche loro ne hanno avuto uno, oppure lo vorrebbero ma non
hanno lo spazio... è come se ti conoscessero da sempre.
Gli amici a quattro zampe possono fare la differenza e anche il mondo digitale e connesso se ne è
reso conto. Forse vi stupirà sapere che la città più dog friendly del mondo, la start up city per
eccellenza in fatto di cani e servizi, è Tel Aviv con 25mila amici pelosi ufficialmente registrati e il più
alto rapporto di cani per abitanti (un animale ogni 17 persone). In fatto di applicazioni, invece, c’è
l’imbarazzo della scelta: Petfriendlyhotels aiuta a trovare le strutture che accettano animali
domestici, My Pet On App è un libretto sanitario digitale che vi permette di ricordare tutte le date
importanti per la salute del cane, My Dog Walk è l’app perfetta per cani a dieta e Dogalize permette
di videochiamare dei veterinari a qualsiasi ora. Chissà se il Premio Nobel per la medicina
apprezzerebbe, lui ci insegnava a comprendere gli animali attraverso un’osservazione attenta del
loro linguaggio, dei loro comportamenti ed espressioni ma, soprattutto, ci diceva che «la chiave della
comprensione dell’uomo passa attraverso la conoscenza degli animali».
Per questo mi ha fatto piacere scoprire che nella nostra epoca, in cui spazio e tempo si concentrano
sempre più, ci sono startup, spazi coworking e aziende che permettono di portare il cane in ufficio.
Google, per citarne una, si definisce una «dog company» perché il cane rappresenta la tenacia, la
fedeltà ed ha una naturale propensione al gioco. Idem per Amazon: «ci sono probabilmente tre
dozzine di persone che conosco soltanto grazie al mio cane» rivela Drew Herdener, senior public
relations manager. E sono solo alcuni degli esempi che ci mostrano quanto le culture aziendali stiano
cambiando ed evolvendo per creare luoghi di lavoro più umani, inclusivi e sereni. Ma, lavoro e
tecnologia a parte, vi dico che ci sono poche cose belle nella vita come le passeggiate mattutine nel
bosco insieme al mio cane.