che strano chiamarsi federico ? scola racconta fellini
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che strano chiamarsi federico ? scola racconta fellini
Il Parere dell ingegnere CHE STRANO CHIAMARSI FEDERICO ? SCOLA RACCONTA FELLINI SCHEDA VALUTAZIONE FILM a cura di: Catello MASULLO TITOLO : CHE STRANO – SCOLA RACCONTA FELLINI REGIA : Ettore Scola SCENEGGIATURA: Ettore Scola, Paola Scola, Silvia Scola INTERPRETI PRINCIPALI : Sergio Rubini: madonnaro Vittorio Viviani: narratore Tommaso Lazotti: Fellini (giovane) Giacomo Lazotti: Scola (giovane) Emiliano De Martino: Maccari Fabio Morici: Mosca Andrea Salerno: Steno Sergio Pierattini: De Bellis Giovanni Candelari: nonno cieco Carlo De Ruggieri: De Torres Pietro Scola Di Mambro: Attalo Andrea Mautone: Metz Ernesto D'Argenio: Barbara Giulio Forges Davanzati: Scarpelli Michele Rosiello: Age Alberto Clemente: Enrico De Seta PRODUZIONE : PAYPERMOON, PALOMAR, ISTITUTO LUCE-CINECITTÀ, CON RAI CINEMA, CINECITTÀ STUDIOS, IN COLLABORAZIONE CON CUBOVISION DI TELECOM ITALIA ORIGINE : ITALIA DISTRIBUZIONE : BIM/ISTITUTO LUCE-CINECITTÀDURATA: 93’ SOGGETTO : BIOGRAFICO 70-esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia : 2013 Biografia di Federico Fellini … Premio Jaeger-Lecoultre Glory To The Filmmaker. Se vi aspettate un documentario, avete sbagliato film. Questo è un delizioso film di finzione. Dove le immagini di repertorio trovano uno spazio esiguo. Per quanto significativo e sublimemente artistico. Come nella bellissima carrellata finale di flash tratti dai film di Fellini, che seguono alla scena geniale in cui il Maestro, nella finzione, scappa dal suo funerale, beffando ancora tutti, inseguito dai carabinieri in alta uniforme che facevano la guardia al suo feretro. Il grande Ettore Scola realizza un film che è un alto omaggio e personale, affettuoso, ricordo del suo amico, collega, compagno di avventure giovanili, Federico Fellini. E’ come una lettera di addio o di arrivederci scritta all’amico amato. Scritta con il mezzo di comunicazione che meglio usavano entrambi. La magia del cinema. Scola alla fine degli anni 40 inizia a pubblicare bozzetti sul giornale umoristico "Marc'Aurelio", dove fece la conoscenza di Fellini, che ci lavorò prima di lui, facendosi notare per il suo sarcasmo pungente. Il giornale è una vera fucina di talenti. Collabora come "battutista" alla fabbrica di sceneggiature di Marcello Marchesi e Vittorio Metz. Esordisce alla regia nel 1964 con la commedia in costume "Se permettete parliamo di donne" con Vittorio Gassman, scritto insieme a Maccari. Seguono "Dramma della gelosia: tutti i particolari in cronaca" (1970) per cui Marcello Mastroianni vince una Palma d'oro a Cannes come migliore attore, "Trevico - Torino" (1973), "C'eravamo tanto amati" (1974) (Nastro d'argento e César per la miglior sceneggiatura e il Primo premio al Festival di Mosca), "Brutti, sporchi e cattivi" (1976), (Premio per la regia al Festival di Cannes), 1977 "Una Giornata Particolare" (David di Donatello per la miglior regia, Nastro d'argento per la miglior sceneggiatura, César come miglior film straniero, Golden Globe e Nomination all'Oscar per il miglior film straniero), "La Terrazza" (1980) (Nastro d'argento per la miglior sceneggiatura, Palma d'oro a Cannes a Carla Gravina, la Palma d'oro per la migliore sceneggiatura), "Passione d'Amore" (1981) (Nastro d'argento per la sceneggiatura), "Il Mondo Nuovo" (1982), (David di Donatello per la migliore sceneggiatura), nell'83 "Ballando Ballando" (David di Donatello per la miglior regia, Orso d'argento per la miglior regia a Berlino, tre César per miglior film, miglior regia e migliore sceneggiatura, Nomination all'Oscar come miglior film straniero), "La famiglia" del 1987 (tre David di Donatello per miglior film, migliore regia, migliore sceneggiatura, due Nastri d'argento per miglior regia e migliore sceneggiatura, Nomination all'Oscar come miglior film straniero), "Che ora è" (1989) (Marcello Mastroianni e Massimo Troisi ricevono il Premio per la migliore interpretazione maschile al Festival di Venezia), "Il romanzo di un giovane povero" (Premio come migliore attrice a Isabella Ferrari al Festival di Venezia), "La cena" (1998) (Nastro d'argento al complesso degli attori), 2000 "Concorrenza Sleale" , 2003 "Gente di Roma", e "Sergio Amidei. Ritratto di uno scrittore di cinema" . La maestria di Ettore Scola non è venuta meno in questo “Che strano Chiamarsi Federico”, che ha scritto a 6 mani con le figlie Paola e Silvia. In effetti è stato un film su commissione, per il ventennale della morte di Fellini. Ma questo non ha tolto nulla alla ispirazione. Gli è bastato affondare le mani nella memoria delle tante storie comuni. Delle tante avventure trascorse con il suo Federico. E poi fare affidamento al suo talento. Non ci poteva essere filmaker più adatto a questo ricordo. Appassionato. Struggente. Gioioso. Divertente. Da non perdere. FRASI DAL CINEMA : “Dottò questa gamba mi fa male. Delle fitte terribili. Che sarà? È l’età! E come si spiega che quest’altra gamba che ha la stessa età non mi fa male?”. (il comico di avanspettacolo recita le battute scritte da Fellini). “Il dottore dice al paziente : accidenti come tossisce bene! Ed il paziente : te credo, me so’ allenato tutta la notte!”. (il comico di avanspettacolo recita le battute scritte da Fellini). “Avevo fatto un disegno bellissimo… poi è venuto a piovere ed è venuto fuori un Pollock!”. (Il madonnaro Sergio Rubini a Fellini e Scola). “Si, ma il cinema è la settima arte. La settima! Vengono prima l’architettura, la musica, la pittura… e solo alla fine il cinema!”. (Il madonnaro Sergio Rubini a Fellini e Scola). VALUTAZIONE SINTETICA (in decimi) 7.5/8 Leggenda: CAPOLAVORO **** quattro stelle : equivalente in d 10 DA NON PERDERE *** tre stelle : equivalente in decimi : 8 EVITARE * una stella : equivalente in decimi : insufficiente : meno di 6 http://ilpareredellingegnere.altervista.org Realizzata con Joomla! Generata: 15 March, 2017, 14:41