Dove c`è paura non si cresce e non si edifica…

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Dove c`è paura non si cresce e non si edifica…
Dove c’è paura non si cresce e non si edifica…
Ho sempre pensato che la biblica condanna della donna come madre e sposa - „Moltiplicherò i tuoi
dolori e le tue gravidanze, con dolori partorirai figli’ (Gen.3) - non riguarda soltanto la maternità
come dato biologico, ma tutto il percorso della crescita e della formazione del cucciolo d‟uomo.
La maternità (e la paternità) diventa una missione, un valore costitutivo, un‟assunzione di
responsabilità che può essere risorsa o problema, fonte di gioia e di sofferenza; protagonista di
questo percorso non è mai solo la donna (o l‟uomo): risorsa o problema, lo è anche il bambino.
Attivare in sinergia un percorso di crescita con gli opportuni strumenti è presupposto di un buon
esito per la vita.
Bisogna fare casa. Fare casa vuol dire costruire un luogo dove non c‟è paura, dove mi sento difeso,
posso permettermi di essere come sono, conosco le persone e sono conosciuto, imparo a
camminare, mi fido. Dove c‟è paura non si cresce e non si edifica.
Quanto alla comunità per mamme “Luna Stellata”, che accoglie giovani madri (con i loro figli),
donne che hanno avuto un passato traumatico e di sofferenza, non è uno strumento terapeutico, non
è soltanto un luogo protetto: è uno stile di vita, un modo di lavorare, di condividere obiettivi,
strumenti pedagogici, un modo di mettersi in gioco tutti: familiari, operatori della struttura,
operatori dei servizi…un luogo che riunisce, e non separa. La “comunità” può essere casa se
rimane sempre cantiere, non un rifugio; un luogo aperto ai volontari, ad altre mamme e papà, a
famiglie a loro volta aperte, a una città che accoglie, non isola, non emargina, mette al centro i
bambini, non esaudendo tutti i loro desideri ma accogliendoli e insegnando loro a realizzarli.
Concludo con una preghiera di Madre Teresa, che vorrei fosse la preghiera di ogni persona che si
prende a cuore i poveri e i bambini: “Pregate per poterli conoscere, questa conoscenza vi
condurrà ad amarli e servirli. Industriatevi di trovare i poveri dapprima in casa vostra e tra i vostri
vicini e solo dopo nel mondo intorno a voi. Per essere capaci di amare, dovete credere e per essere
capaci di credere dovete pregare. Il frutto della preghiera è la fede e il frutto della fede è l’amore,
il frutto dell’amore è il servizio”.
Questo vale anche per chi non ha la mia fede. “Chi accoglie un bambino, accoglie me”. L‟ha detto
Gesù. Per tutti.
don Giorgio Bosini
(dalla prolusione al convegno nazionale “Bambini, madri e vulnerabilità emotiva”, organizzato
dall‟associazione La Ricerca – Piacenza 30 ottobre 2009)