dicembre 2016 - Confraternita della Misericordia in Bologna

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dicembre 2016 - Confraternita della Misericordia in Bologna
AB
Dicembre 2016
Anno 4° n. 12
da L ‘ALTRA BOLOGNA
Notizie, informazioni, riflessioni e proposte
Foglio di documentazione e collegamento fra associazioni di volontariato cristiano
Responsabile Paolo Mengoli
Redazione: Marco Cevenini, Carlo Lesi, Raffaele Lungarella, Paolo Mengoli
Strada Maggiore, 13 - 40126 – BOLOGNA tel. - fax 051 226310
e-mail <[email protected]> <www.confraternita.bologna.it>
INDICE
PER IL SANTO NATALE
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TROVATO MORTO SUL BUS 25
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“IL GRANDE FREDDO” PRIMA E DOPO IL NATALE
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SERVE IL BILANCIO COSTI BENEFICI
PER I SERVIZI AI SENZA FISSA DIMORA
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CASE POPOLARI - TRAPPOLA DELLA POVERTA’
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DORMIRE PER STRADA AL FREDDO
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UN TESTIMONE DEL VANGELO
FRATEL ETTORE BOSCHINI
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AMMALATI E DEFUNTI
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E’ NATALE
<< …Stare con gli ultimi significa condividere la loro povertà. Aiutarli a
crescere, rendendoli protagonisti del loro riscatto, non terminali delle
nostre esuberanze caritative o destinatari inerti delle nostre strutture
assistenziali... >>
CON VISCERE DI MISERICORDIA
(pag. 83)
Edizioni messaggero di Padova
+ don Tonino Bello (1935 – 1993)
SANTA MESSA DI NATALE
DOMENICA 25 DICEMBRE 2016
Chiesa di San Nicolò degli Albari - via Oberdan-14,
Ci ritroveremo alle ore 9:30
per celebrare la nascita del Salvatore
GESU’
Presiederà l’Eucaristia
mons. Stefano OTTANI
Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Bologna
Ricorderemo come di consuetudine nella prima domenica dell’anno
1 GENNAIO 2017 - ore 9:30 in
San Nicolò degli Albari via Oberdan, 14 - BOLOGNA
il
Venerabile mons. GIUSEPPE BEDETTI
(1799 - 1889)
nel 128° anniversario della morte (4 gennaio 1889 )
Presiederà l’Eucaristia
mons. Ernesto VECCHI
Vescovo Ausiliare emerito di Bologna
Il 1° gennaio ricorderemo come ogni anno anche:
il Venerabile don Olinto MARELLA e don Paolo SERRA ZANETTI
che hanno raccolto e continuato, seppur in modi diversi, l’eredità spirituale nel servizio ai
più poveri di Bologna del Venerabile mons. Giuseppe BEDETTI.
Mons. Giuseppe BEDETTI fu tra i fondatori a Bologna nel 1850 delle Conferenze di San
Vincenzo de’ Paoli, fu guida materiale e spirituale di un gruppo di giovani cattolici bolognesi alle prime prove in campo sociale, impegnati nel servizio caritativo e di solidarietà
verso persone e famiglie povere di Bologna.
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TROVATO MORTO AL CAPOLINEA DEL BUS 25
Perché non aprire sale riscaldate in alcuni quartieri la notte ?
Il 9 febbraio 1977 Antonio GALANTE di 36 anni fu trovato morto sui gradini dello
stabile di via d’Azeglio, 47 a Bologna. Era stato dimesso da un ospedale cittadino il
giorno 7 e non avendo trovato posto al Dormitorio comunale fu costretto in strada.
Il fatto destò scalpore e incredulità. La San Vincenzo de’ Paoli, il Gruppo giovani di
San Domenico guidati da Padre Michele CASALI, la Comunità del Braccano e l’Opera
Marella informarono l’Arcivescovo il Card. Antonio POMA che volle celebrare una
Messa in memoria di questa persona nella Basilica di San Domenico il 2 marzo
successivo.
Purtroppo altri uomini senza fissa dimora, e non pochi in questi anni, sono morti
in solitudine nelle strade di Bologna per svariate ragioni.
Ancora oggi sono numerose le persone prive di casa che passano la notte sui Bus per
ripararsi dal freddo, collezionano pacchetti di contravvenzioni non avendo il biglietto. I
controllori stilano con puntualità il verbale, ben sapendo che queste sanzioni non
saranno mai pagarle. Altre si riparano la notte in dormitori di spontanei, riparandosi
con cartoni, coperte o sacchi a pelo.
La centralità di Bologna richiama sempre più persone italiane o immigrate nella
città capoluogo di regione.
I posti letto del piano freddo sono insufficienti, ne è la riprova la ressa che si forma
ogni giorno presso l’Help Center della stazione di Bologna per ottenere l’assegnazione
di un posto letto nelle strutture comunali.
Sarebbe necessario che il Comune, davanti ad una situazione così
drammatica, APPRONTASSE
SALE
RISCALDATE
IN ALCUNI
QUARTIERI per dare riparo la notte alle persone prive di casa che
non trovano posto nelle strutture del piani freddo.
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“IL GRANDE FREDDO” PRIMA E DOPO NATALE”
Troppo spesso ci occupiamo dei senza fissa dimora
quasi solamente a Natale o nei giorni dell’emergenza freddo.
I poveri e gli indigenti sono frequentemente oggetto di: convegni, voluminosi progetti
cartacei, riflessioni, che spesso, troppo spesso, non danno soluzioni concrete alle reali
necessità di queste persone, ma forse, sono utili primariamente alle realtà che riflettono
sui progetti d‘aiuto.
I senza fissa dimora sono dei “nomadi” che portano con se tutto quello che hanno. La
loro casa sta in una valigia, su un carrello di supermercato,…. vivono un’esperienza che
li “segna profondamente”, li ferisce a volte anche in modo permanente.
La “strada per molti diventa la loro casa”. L’impossibilità di trovare una occupazione, di
curarsi adeguatamente, di mantenere un’igiene minima, li porta spesso alla
disperazione e all’abbandono. Riposano la notte dove capita, per alcuni non lavarsi
diventa un’abitudine “obbligata dalle circostanze”. Non pochi finiscono per rifugiarsi
nell’alcol, lasciandosi andare “diventano barboni”, un’umanità alla deriva. Alla povertà
materiale di profondo disagio sociale si aggiungono depressioni spesso irreversibili.
Alcuni riescono a non cadere in depressione ed a farsene una ragione, acquisendo una
grande capacità d’adattamento per poter sopravvivere. Sono conoscitori di: luoghi nei
quali non vengono scacciati, spazi di aggregazione, centri di assistenza, luoghi nei quali
fare colletta. Si sentono costantemente rifiutati esclusi e scacciati da questa “società”.
Chi ha la responsabilità politica di organizzare l’aiuto per queste persone dovrebbe
costantemente monitorare che l’aiuto programmato e pagato dall’ente pubblico fosse
valutato nei risultati, affinché non succeda che coloro che organizzano e si propongono
per l’aiuto siano i primi (e a volte gli unici) a beneficiare del cosiddetto progetto pagato
dall‘ente pubblico. Troppo spesso ci si occupa dei senza casa quasi solamente a
Natale o nei giorni dell’emergenza freddo. In questi frangenti queste persone sono
messe momentaneamente al centro, e sentono con piacere un po’ di calore umano.
Ma prima e dopo il Natale “il grande freddo”, e tutto rientra nella normalità. Senza
parlare del “deserto nei periodi estivi” dove troppo spesso la città è chiusa per ferie.
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ESSENZIALE IL BILANCIO “COSTI BENEFICI”
PER I SERVIZI RIVOLTI AI SENZA FISSA DIMORA
Chi ha la responsabilità politica di organizzare l’aiuto per queste persone
deve costantemente monitorare che l’aiuto programmato e pagato
dall’ente pubblico sia valutato nei risultati, affinché non succeda che
coloro che organizzano l’aiuto siano i primi
(e a volte gli unici) a
beneficiare del cosiddetto progetto pagato dall‘Ente pubblico.
Il complesso dei SERVIZI RIVOLTI AGLI ADULTI in situazioni di disagio
(persone dai 18 ai 65 anni ) necessita del BILANCIO COSTI BENEFICI per
valutarne e controllarne la QUALITÀ e l’EFFICIENZA.
La QUALITÀ dei servizi si può verificare tenendo conto di
quante persone en in quanto tempo riescono a sortire dalla
situazione di emarginazione in cui si trovano.
Mentre l’EFFICIENZA dei servizi risulta dal rapporto fra
QUANTITÀ dei servizi erogati e il loro COSTO.
Nel numero di novembre 2016 de l’ALTRA BOLOGNA, si sono elencati i
vari SERVIZI RIVOLTI AGLI ADULTI in situazioni di disagio.
Questi servizi sono organizzati da ASP-Città di Bologna che ha incaricato
cooperative o associazioni.
Il Comune di Bologna nel 2015 per il complesso di questi servizi ha speso
2.149.516 di EURO.
RIASSUMIAMO I SERVIZI RIVOLTI
AI SENZA FISSA DIMORA
SERVIZI DI PROSSIMITA’
- SERVIZIO MOBILE DI SOSTEGNO
- CITTÀ INVISIBILI
- UNITÀ DI STRADA
- HELP CENTER
- SERVIZIO SOCIALE BASSA SOGLIE
Nel 2015 questi servizi sono costati
€ 92.111
€ 85.332
€ 97.790
€ 38.727
€ 320.752
€ 634.712
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STRUTTURE DI PRIMA ACCOGLIENZA
CASA WILLY ed ex CUCINE
ROSTOM gestione Comunale
47 POSTI LETTO
40 POSTI LETTO
104 POSTI LETTO
28 POSTI LETTO
BELTRAME
RIFUGIO NOTTURNO
DELLA SOLIDARIETÀ
MADRE TERESA DI CALCUTTA 19 POSTI LETTO
MASSIMO ZACCARELLI
20 POSTI LETTO
Nel 2015 i 218 posti letto sono costati
€ 225.738
-- € 497.792
€ 161.890
€ 110.191
€ 11.190
€ 1.006.801
N.B. I costi dei 40 posti letto di ROSTOM non sono conteggiati in questo totale.
LABORATORI DI COMUNITA’
- E-20
- Happy Center Bo
- ABBA (Abbastanza)
- AREA 15
- Sportello di intermediazione linguistico
culturale di ascolto orientamento e informazione
Nel 2015 questi servizi sono costati
€ 130.975
€ 136.677
€ 88.941
€ 45.444
€ 105.959
€ 507.996
L’AZIENDA PUBBLICA DI SERVIZI ALLA PERSONA - ASP
ha tre Soci di riferimento:
COMUNE di BOLOGNA
CITTÀ METROPOLITANA
FONDAZIONE CARISBO
97%,
2%
1%
che costituiscono l’ASSEMBLEA DEI SOCI.
Nello Statuto all’Art. 12 è specificato che
l’ASSEMBLEA DEI SOCI di ASP,
è l’organo di INDIRIZZO, VIGILANZA e CONTROLLO
dell’Azienda che deve gestire
un ingente PATRIMONIO IMMOBILIARE;
e la quasi totalità dei SERVIZI SOCIALI del Comune di Bologna .
Per verificare la QUALITA’ e l’EFFICIENZA dei servizi, è
essenziale effettuare il BILANCIO “COSTI BENEFICI”.
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TRAPPOLA DELLA POVERTÀ
AUMENTA IL RISCHIO PER GLI ASSEGNATARI ACER ABBASSANDO IL
LIVELLO DI REDDITO PER L’USCITA DALLE CASE POPOLARI
La Conferenza della Città Metropolitana di Bologna ha approvato la delibera per
applicare i nuovi requisiti regionali per l’accesso e la permanenza nelle case
popolari e le modalità per il calcolo e l’applicazione dei canoni. Poiché i nuovi
requisiti sono più selettivi dei precedenti, suscitarono, quando furono approvati,
la protesta dei sindacati degli inquilini, che tra gli assegnatari delle case popolari
e tra quelli che sperano di diventarlo, hanno molti aderenti (perplessità su
qualche aspetto della nuova normativa furono manifestate anche sul numero
8/2015 di l’ALTRA BOLOGNA). La delibera della conferenza metropolitana,
contenente i dettagli per l’imminente applicazione (1 gennaio 2017) della nuova
metodologia per il calcolo dei canoni, ha riportato i sindacati degli inquilini sul
piede di guerra. Oltre a contestare le modalità di determinazione degli affitti, essi
ritengono sbagliato anche la definizione dei nuovi livelli della condizione
economica, che non devono essere superati, da chi abita già in una casa
popolare, per non perdere il diritto a continuare ad abitarla. Secondo i sindacati
sono 1.000 e non 500 (come sostengono i Comuni) le famiglie che dovrebbero
lasciare la casa a seguito dell’applicazione dei nuovi livelli di reddito.
Senza trascurare l’importanza dei numeri (sui quali, però, non dovrebbe essere
difficile arrivare a una quantificazione obiettiva), può essere rilevante una
valutazione a priori delle decisioni assunte dalla Regione E-R con riguardo ai redditi
di permanenza nell’alloggio. Il punto principale del contendere, tra sindacati inquilini
e autorità pubbliche, è l’abbassamento del valore massimo dell’ISEE (che sintetizza
la situazione economica di un nucleo familiare, tenuto conto anche del numero dei
suoi componenti). Limitatamente a questo indicatore, le precedenti norme
prevedevano che: a) per concorrere all’assegnazione di una casa popolare un
nucleo familiare non dovesse superare 17.154 euro (questo livello di ISEE
corrisponde ad un reddito lordo di 35.000 euro per una famiglia di 3 persone senza
conti in banca e senza patrimoni); b) che si decadeva dall’assegnazione se si
superava 34.380 euro (per la famiglia di riferimento 70.000 euro circa).
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Le nuove norme hanno lasciato invariato il limite di accesso e portato a 24.016 euro
(49.000 euro per la famiglia di 3 persone) quello oltre il quale si perde il diritto alla
casa. In sostanza, finora prima di ricevere lo sfratto la condizione economica del
nucleo famigliare poteva migliorare del 100% rispetto al livello che non doveva
essere superato per ottenere l’assegnazione; con le nuove regole questa
percentuale è del 40%. Considerando la famiglia di tre persone presa a riferimento,
questo significa che con un reddito lordo, al momento del bando, di 35 mila euro,
d’ora in avanti si decade dall’assegnazione se esso aumenta di 14 mila euro (contro
i 35.000 precedenti).
Questa forte riduzione della distanza tra il reddito di decadenza e il reddito di
accesso, consentirà di aumentare la rotazione degli inquilini nelle case popolari
(che è la ragione, oltre a quella relativa all’equità, alla base di tale riduzione), ma
rischia anche di far crescere il numero degli assegnatari catturato dalla
cosiddetta trappola della povertà, che li disincentiva dal migliorare la loro
condizione economica per non perdere i benefici delle politiche abitative pubbliche.
Nel caso specifico, se un aumento relativamente modesto del reddito netto fa
rischiare di perdere il vantaggio della differenza (che può essere rilevante) tra un
canone di mercato e quello che si paga in una casa popolare, si riduce fortemente
l’interesse a darsi da fare per migliorare la propria condizione economica (oppure
aumenta la convenienza a far uscire dal nucleo familiare un figlio che inizia a
lavorare).
Una riflessione, su questo particolare aspetto della problematica, non sarebbe,
forse, superflua.
Raffaele LUNGARELLA
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DORMIRE PER STRADA AL FREDDO
L’altro giorno al Biavati sono venute due persone perché non stavano bene e
la loro compagnia erano borse e trolley. Entrambi raffreddati, cercavano di
tirare la visita per le lunghe. Mi hanno detto che, uscendo dall’ambulatorio,
sarebbero andati a dormire per strada, perché non avevano un tetto sotto cui
riposare. Non ho chiesto se era per scelta o perché non entrati in una qualche
graduatoria. Ho anche pensato che, uscendo di lì, me ne sarei andato a casa
al caldo, loro invece sarebbero rimasti al freddo per strada. Ammetto che mi
sono sentito in difficoltà. Se non venissi frainteso da chi legge, direi che queste
persone sono dotate di fantasia e conoscono bene l’arte di arrangiarsi: il
bisogno aguzza l’ingegno. Le persone senza fissa dimora dormono ovunque e
con modalità diverse: nei “classici” cartoni o sacchi a pelo sotto un portico o
riparati da una colonna, davanti ad una chiesa, in stazione, nelle carrozze dei
treni trovandosi al mattino in una città diversa da quella della sera, in fondo ai
bus che girano di notte accumulando pacchi di multe inevase per
l’impossibilità economica di pagarle, nei pronto soccorsi degli ospedali dove
stazionano a lungo diventando di casa ed esperti delle modalità per
abbreviare la snervante fila di attesa dei pazienti e dei parenti. Un tempo
c’erano anche gli affezionati che dormivano sotto i portici di San Luca. Le
istituzioni con il 1° di dicembre hanno dato il via al piano freddo aumentando il
numero di posti letto. Complessivamente quest’anno sono disponibili 278 posti
ovvero 40 in più dell’anno scorso, suddivisi in 12 strutture sparse per la città.
L’accesso non è diretto, ma mediato dal Servizio Help Center h. 14.30 – 18.30
presso la Stazione Centrale delle Ferrovie dello Stato Piazzale Est dove
spesso si radunano tante persone senza fissa dimora che entrano in tensione
fra di loro o con l’ufficio stesso. Anche il Servizio di unità di Strada ed il
Servizio mobile sono impegnati con possibili invii diretti, qualora incontrino
situazioni in difficoltà.
Purtroppo all’interno delle strutture vige la regola della rotazione: l’invio
ordinario viene effettuato per 15 notti con eventuale successivo rinnovo da
parte di chi invia attraverso un apposito foglio. Dopo due noti di assenza la
persona perde il diritto del posto letto. Oltre all’accoglienza notturna sarà
garantito un riparo diurno ( h 10-18) presso il Beltrame ad accesso libero e
diretto presso la sala multifunzionale. E’ anche prevista un’ammissione per le
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situazioni di emergenza riscontrate dalle forze dell’ordine o dal pronto
soccorso tramite il servizio di Pronto Intervento Sociale ( Pris) che potrà
usufruire di posti dedicati, che si vanno ad aggiungere a quelli stabilizzati.
Nonostante l’impegno delle istituzioni, a cui vanno aggiunti i servizi offerti dal
variegato mondo del volontariato ( distribuzione di coperte, sacchi a pelo,
bevande calde e generi di conforto, qualche posto letto), sembra che non basti
tanta impetuosa è la marea di persone che cercano un posto notturno al
caldo. Ai senza fissa dimora si stanno aggiungendo i numerosi immigrati di
colore che di giorno vediamo girare nulla facenti per la città incappucciati per il
freddo a cui non sono abituati. Sarebbe meglio che venissero impegnati in
qualche attività, altrimenti droga, spaccio, criminalità e prostituzione sono
squali pronti ad accoglierli. Diciamo la verità: tutti, dico tutti siamo impreparati
nei confronti di questa nuova dirompente realtà – possiamo anche dire “ nuova
società “ - che si sta facendo strada nel tessuto sociale cittadino stabilizzato
( sclerotizzato ? ) da decenni sulle sue posizioni e strutture di rendita
“ egoistiche”. Se si possiede un minimo di sensibilità umana, incontrare di
giorno una persona senza fissa dimora o un immigrato o comunque chi tende
la mano per un aiuto e di notte imbattersi in un corpo umano avvoltolato alla
meno peggio in un cartone deve mettere in crisi le nostre sicurezze, le nostre
certezze agiate su cui abbiamo costruito la vita. Quanto meno chiedersi –
senza giudicare – perché quella persona vive in condizioni di vita
estremamente disagiate e numerosi altri – fra cui chi scrive – no. Destino ?
fato ? errori umani? Chi non ne fa ! La sua storia ci interroga: in qualunque
modo diamogli una risposta.
Carlo LESI
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FRATEL ETTORE BOSCHINI
Seppe interpretare in modo moderno il carisma di SAN CAMILLO DE LELLIS
(1928 – 2004)
L’indimenticabile fra Michele Casali O.P. il 22 novembre 1983 invitò ai ”MARTEDÌ DI
SAN DOMENICO” Fratel Ettore Boschini religioso, “figlio” di San Camillo de’ LELLIS
che intrattenne i convenuti quella sera sul tema “I poveri sono ancora tra noi”. Fratel
Ettore fece una toccante riflessione sulla vita randagia dei senza casa. Era la testimonianza di chi aveva scelto di stare con “loro e dalla loro parte”. Conoscemmo quella
sera un testimone autentico del Vangelo. Fratel Ettore entrò nell’aula dell’incontro reggendo una statua della MADONNA, accompagnato da Michele Casali. Il pubblico rimase ammutolito. La Madonna era la sua carte di identità.
A Milano, capitale produttiva d’Italia, quando c’era da soccorrere, intervenire, dare
sollievo alle sofferenze, difendere i diritti di sopravvivenza dei senza casa, Fratel
Ettore non si fermava davanti a nulla. Senza clamori, in anni di rinunce e sofferenze,
seppe provvedere tempestivamente ad alcune tra le urgenze più drammatiche del
capoluogo lombardo. Diede accoglienza a barboni e persone allo sbando che si
concentravano nei pressi della Stazione Centrale di Milano. Inventò un primo rifugio
per loro, dove li accolse assieme agli immigrati che già in quegli anni arrivavano nel
capoluogo lombardo, donando amicizia, parole di incoraggiamento e aiuto materiale.
Si spese per i tossicodipendenti, i malati mentali e gli anziani privi di assistenza.
Milano oggi deve tanto a questo Servo di Dio, per il quale si è aperta la causa di
beatificazione. Egli seppe interpretare in modo moderno il carisma di San Camillo De
Lellis.
Con la forza della misericordia di Dio, Fratel Ettore suscitò grande attenzione quella
sera, qui nella nostra grassa e sazia Bologna, mostrò lo scandalo dell’amore
evangelico totale e senza condizioni.
A molti quella sera venne alla mente la testimonianza del Prof. don Olinto Marella
che rinunciando all’insegnamento di greco e latino nei licei Minghetti e Galvani di
Bologna, a partire dal secondo dopoguerra, fece la scelta radicale di vivere povero con
i poveri al loro servizio.
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DOMENICA
Ogni domenica nella Chiesa di San Nicolò degli Albari - via Oberdan-14, padre
Gabriele Digani direttore dell’Opera Marella, alle 9:30 celebra la Santa Messa.
Un’esperienza di fede e di amore che raduna attorno all’altare persone povere
prive di alloggio, nello spirito:
dei Venerabili don Olinto MARELLA, don Giuseppe BEDETTI,
e di don Paolo SERRA ZANETTI,
che spesero la loro vita al servizio dei più poveri di Bologna.
Nel corso della Messa vengono ricordati i defunti, ed i tanti ammalati che
appartengono a questa “famiglia” del popolo di Dio.
* **
AMMALATI
Nelle Messe di DICEMBRE preghiamo il Signore per la salute di:
MARIO, padre GABRIELE, Giuseppe, Aristide, Emilio,
Franco, Giovanni, Maria Luisa, Maria Pia
LUTTI
Domenica 20 novembre 2016 abbiamo ricordato al Signore le persone amiche
defunte nel 2016 nell’Eucaristia delle 9,30 celebrata da fra Gabriele Digani
direttore dell’Opera Marella nella Chiesa di San Nicolò degli Albari via
Oberdan,14.
GIUSEPPE ASTEGGIANO, ALDINA BALBONI, ANNAMARIA CAMPAGNA, BRUNO
CAVRETTI, ANNA CAZZOLI, VESCOVO BENITO COCCHI, SARA FIESSE,
DON ALBERTO GRITTI, DIANA LANCELLOTTI, VIRGINIANGELO MARABINI,
DON MARCO MARTONI, ORLANDO MAZZONI, AUGUSTO PALMONARI SOFIA SENNI,
ELISABETTA TODDE,
Domenica
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dicembre
2016
abbiamo
ricordato
al
Signore
nell’Eucaristia delle 9,30 celebrata da fra Gabriele Digani direttore dell’Opera
Marella nella Chiesa di San Nicolò degli Albari via Oberdan,14.
Eugenio GOVONI
Eugenio, caro amico di molti di noi e figlio del confratello Aristide, é andato alla Casa
del Padre, in obbedienza alla misteriosa volontà di Colui che tutto governa con amore
per il nostro bene. Tutti i soci della Confraternita della Misericordia partecipano al
dolore di Aristide, della moglie Maura e delle figlie. Domenica 4 dicembre 2016 la
nostra comunità ricorderà EUGENIO al Signore della Vita, nel corso dell’Eucaristia
delle 9:30 , celebrata da fra Gabriele Digani nella Chiesa di San Nicolò degli Albari via
Oberdan,14.
LA PERSONA SENZA FISSA DIMORA di 51 anni trovato morto accovacciato sui
sedili del BUS 25 venerdì 2 dicembre al capolinea Tper in via Due Madonne.
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