dicembre 2016 - Confraternita della Misericordia in Bologna
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dicembre 2016 - Confraternita della Misericordia in Bologna
AB Dicembre 2016 Anno 4° n. 12 da L ‘ALTRA BOLOGNA Notizie, informazioni, riflessioni e proposte Foglio di documentazione e collegamento fra associazioni di volontariato cristiano Responsabile Paolo Mengoli Redazione: Marco Cevenini, Carlo Lesi, Raffaele Lungarella, Paolo Mengoli Strada Maggiore, 13 - 40126 – BOLOGNA tel. - fax 051 226310 e-mail <[email protected]> <www.confraternita.bologna.it> INDICE PER IL SANTO NATALE 2 TROVATO MORTO SUL BUS 25 3 “IL GRANDE FREDDO” PRIMA E DOPO IL NATALE 4 SERVE IL BILANCIO COSTI BENEFICI PER I SERVIZI AI SENZA FISSA DIMORA 5 CASE POPOLARI - TRAPPOLA DELLA POVERTA’ 7 DORMIRE PER STRADA AL FREDDO 9 UN TESTIMONE DEL VANGELO FRATEL ETTORE BOSCHINI 11 AMMALATI E DEFUNTI 12 E’ NATALE << …Stare con gli ultimi significa condividere la loro povertà. Aiutarli a crescere, rendendoli protagonisti del loro riscatto, non terminali delle nostre esuberanze caritative o destinatari inerti delle nostre strutture assistenziali... >> CON VISCERE DI MISERICORDIA (pag. 83) Edizioni messaggero di Padova + don Tonino Bello (1935 – 1993) SANTA MESSA DI NATALE DOMENICA 25 DICEMBRE 2016 Chiesa di San Nicolò degli Albari - via Oberdan-14, Ci ritroveremo alle ore 9:30 per celebrare la nascita del Salvatore GESU’ Presiederà l’Eucaristia mons. Stefano OTTANI Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Bologna Ricorderemo come di consuetudine nella prima domenica dell’anno 1 GENNAIO 2017 - ore 9:30 in San Nicolò degli Albari via Oberdan, 14 - BOLOGNA il Venerabile mons. GIUSEPPE BEDETTI (1799 - 1889) nel 128° anniversario della morte (4 gennaio 1889 ) Presiederà l’Eucaristia mons. Ernesto VECCHI Vescovo Ausiliare emerito di Bologna Il 1° gennaio ricorderemo come ogni anno anche: il Venerabile don Olinto MARELLA e don Paolo SERRA ZANETTI che hanno raccolto e continuato, seppur in modi diversi, l’eredità spirituale nel servizio ai più poveri di Bologna del Venerabile mons. Giuseppe BEDETTI. Mons. Giuseppe BEDETTI fu tra i fondatori a Bologna nel 1850 delle Conferenze di San Vincenzo de’ Paoli, fu guida materiale e spirituale di un gruppo di giovani cattolici bolognesi alle prime prove in campo sociale, impegnati nel servizio caritativo e di solidarietà verso persone e famiglie povere di Bologna. 2 TROVATO MORTO AL CAPOLINEA DEL BUS 25 Perché non aprire sale riscaldate in alcuni quartieri la notte ? Il 9 febbraio 1977 Antonio GALANTE di 36 anni fu trovato morto sui gradini dello stabile di via d’Azeglio, 47 a Bologna. Era stato dimesso da un ospedale cittadino il giorno 7 e non avendo trovato posto al Dormitorio comunale fu costretto in strada. Il fatto destò scalpore e incredulità. La San Vincenzo de’ Paoli, il Gruppo giovani di San Domenico guidati da Padre Michele CASALI, la Comunità del Braccano e l’Opera Marella informarono l’Arcivescovo il Card. Antonio POMA che volle celebrare una Messa in memoria di questa persona nella Basilica di San Domenico il 2 marzo successivo. Purtroppo altri uomini senza fissa dimora, e non pochi in questi anni, sono morti in solitudine nelle strade di Bologna per svariate ragioni. Ancora oggi sono numerose le persone prive di casa che passano la notte sui Bus per ripararsi dal freddo, collezionano pacchetti di contravvenzioni non avendo il biglietto. I controllori stilano con puntualità il verbale, ben sapendo che queste sanzioni non saranno mai pagarle. Altre si riparano la notte in dormitori di spontanei, riparandosi con cartoni, coperte o sacchi a pelo. La centralità di Bologna richiama sempre più persone italiane o immigrate nella città capoluogo di regione. I posti letto del piano freddo sono insufficienti, ne è la riprova la ressa che si forma ogni giorno presso l’Help Center della stazione di Bologna per ottenere l’assegnazione di un posto letto nelle strutture comunali. Sarebbe necessario che il Comune, davanti ad una situazione così drammatica, APPRONTASSE SALE RISCALDATE IN ALCUNI QUARTIERI per dare riparo la notte alle persone prive di casa che non trovano posto nelle strutture del piani freddo. 3 “IL GRANDE FREDDO” PRIMA E DOPO NATALE” Troppo spesso ci occupiamo dei senza fissa dimora quasi solamente a Natale o nei giorni dell’emergenza freddo. I poveri e gli indigenti sono frequentemente oggetto di: convegni, voluminosi progetti cartacei, riflessioni, che spesso, troppo spesso, non danno soluzioni concrete alle reali necessità di queste persone, ma forse, sono utili primariamente alle realtà che riflettono sui progetti d‘aiuto. I senza fissa dimora sono dei “nomadi” che portano con se tutto quello che hanno. La loro casa sta in una valigia, su un carrello di supermercato,…. vivono un’esperienza che li “segna profondamente”, li ferisce a volte anche in modo permanente. La “strada per molti diventa la loro casa”. L’impossibilità di trovare una occupazione, di curarsi adeguatamente, di mantenere un’igiene minima, li porta spesso alla disperazione e all’abbandono. Riposano la notte dove capita, per alcuni non lavarsi diventa un’abitudine “obbligata dalle circostanze”. Non pochi finiscono per rifugiarsi nell’alcol, lasciandosi andare “diventano barboni”, un’umanità alla deriva. Alla povertà materiale di profondo disagio sociale si aggiungono depressioni spesso irreversibili. Alcuni riescono a non cadere in depressione ed a farsene una ragione, acquisendo una grande capacità d’adattamento per poter sopravvivere. Sono conoscitori di: luoghi nei quali non vengono scacciati, spazi di aggregazione, centri di assistenza, luoghi nei quali fare colletta. Si sentono costantemente rifiutati esclusi e scacciati da questa “società”. Chi ha la responsabilità politica di organizzare l’aiuto per queste persone dovrebbe costantemente monitorare che l’aiuto programmato e pagato dall’ente pubblico fosse valutato nei risultati, affinché non succeda che coloro che organizzano e si propongono per l’aiuto siano i primi (e a volte gli unici) a beneficiare del cosiddetto progetto pagato dall‘ente pubblico. Troppo spesso ci si occupa dei senza casa quasi solamente a Natale o nei giorni dell’emergenza freddo. In questi frangenti queste persone sono messe momentaneamente al centro, e sentono con piacere un po’ di calore umano. Ma prima e dopo il Natale “il grande freddo”, e tutto rientra nella normalità. Senza parlare del “deserto nei periodi estivi” dove troppo spesso la città è chiusa per ferie. 4 ESSENZIALE IL BILANCIO “COSTI BENEFICI” PER I SERVIZI RIVOLTI AI SENZA FISSA DIMORA Chi ha la responsabilità politica di organizzare l’aiuto per queste persone deve costantemente monitorare che l’aiuto programmato e pagato dall’ente pubblico sia valutato nei risultati, affinché non succeda che coloro che organizzano l’aiuto siano i primi (e a volte gli unici) a beneficiare del cosiddetto progetto pagato dall‘Ente pubblico. Il complesso dei SERVIZI RIVOLTI AGLI ADULTI in situazioni di disagio (persone dai 18 ai 65 anni ) necessita del BILANCIO COSTI BENEFICI per valutarne e controllarne la QUALITÀ e l’EFFICIENZA. La QUALITÀ dei servizi si può verificare tenendo conto di quante persone en in quanto tempo riescono a sortire dalla situazione di emarginazione in cui si trovano. Mentre l’EFFICIENZA dei servizi risulta dal rapporto fra QUANTITÀ dei servizi erogati e il loro COSTO. Nel numero di novembre 2016 de l’ALTRA BOLOGNA, si sono elencati i vari SERVIZI RIVOLTI AGLI ADULTI in situazioni di disagio. Questi servizi sono organizzati da ASP-Città di Bologna che ha incaricato cooperative o associazioni. Il Comune di Bologna nel 2015 per il complesso di questi servizi ha speso 2.149.516 di EURO. RIASSUMIAMO I SERVIZI RIVOLTI AI SENZA FISSA DIMORA SERVIZI DI PROSSIMITA’ - SERVIZIO MOBILE DI SOSTEGNO - CITTÀ INVISIBILI - UNITÀ DI STRADA - HELP CENTER - SERVIZIO SOCIALE BASSA SOGLIE Nel 2015 questi servizi sono costati € 92.111 € 85.332 € 97.790 € 38.727 € 320.752 € 634.712 5 STRUTTURE DI PRIMA ACCOGLIENZA CASA WILLY ed ex CUCINE ROSTOM gestione Comunale 47 POSTI LETTO 40 POSTI LETTO 104 POSTI LETTO 28 POSTI LETTO BELTRAME RIFUGIO NOTTURNO DELLA SOLIDARIETÀ MADRE TERESA DI CALCUTTA 19 POSTI LETTO MASSIMO ZACCARELLI 20 POSTI LETTO Nel 2015 i 218 posti letto sono costati € 225.738 -- € 497.792 € 161.890 € 110.191 € 11.190 € 1.006.801 N.B. I costi dei 40 posti letto di ROSTOM non sono conteggiati in questo totale. LABORATORI DI COMUNITA’ - E-20 - Happy Center Bo - ABBA (Abbastanza) - AREA 15 - Sportello di intermediazione linguistico culturale di ascolto orientamento e informazione Nel 2015 questi servizi sono costati € 130.975 € 136.677 € 88.941 € 45.444 € 105.959 € 507.996 L’AZIENDA PUBBLICA DI SERVIZI ALLA PERSONA - ASP ha tre Soci di riferimento: COMUNE di BOLOGNA CITTÀ METROPOLITANA FONDAZIONE CARISBO 97%, 2% 1% che costituiscono l’ASSEMBLEA DEI SOCI. Nello Statuto all’Art. 12 è specificato che l’ASSEMBLEA DEI SOCI di ASP, è l’organo di INDIRIZZO, VIGILANZA e CONTROLLO dell’Azienda che deve gestire un ingente PATRIMONIO IMMOBILIARE; e la quasi totalità dei SERVIZI SOCIALI del Comune di Bologna . Per verificare la QUALITA’ e l’EFFICIENZA dei servizi, è essenziale effettuare il BILANCIO “COSTI BENEFICI”. 6 TRAPPOLA DELLA POVERTÀ AUMENTA IL RISCHIO PER GLI ASSEGNATARI ACER ABBASSANDO IL LIVELLO DI REDDITO PER L’USCITA DALLE CASE POPOLARI La Conferenza della Città Metropolitana di Bologna ha approvato la delibera per applicare i nuovi requisiti regionali per l’accesso e la permanenza nelle case popolari e le modalità per il calcolo e l’applicazione dei canoni. Poiché i nuovi requisiti sono più selettivi dei precedenti, suscitarono, quando furono approvati, la protesta dei sindacati degli inquilini, che tra gli assegnatari delle case popolari e tra quelli che sperano di diventarlo, hanno molti aderenti (perplessità su qualche aspetto della nuova normativa furono manifestate anche sul numero 8/2015 di l’ALTRA BOLOGNA). La delibera della conferenza metropolitana, contenente i dettagli per l’imminente applicazione (1 gennaio 2017) della nuova metodologia per il calcolo dei canoni, ha riportato i sindacati degli inquilini sul piede di guerra. Oltre a contestare le modalità di determinazione degli affitti, essi ritengono sbagliato anche la definizione dei nuovi livelli della condizione economica, che non devono essere superati, da chi abita già in una casa popolare, per non perdere il diritto a continuare ad abitarla. Secondo i sindacati sono 1.000 e non 500 (come sostengono i Comuni) le famiglie che dovrebbero lasciare la casa a seguito dell’applicazione dei nuovi livelli di reddito. Senza trascurare l’importanza dei numeri (sui quali, però, non dovrebbe essere difficile arrivare a una quantificazione obiettiva), può essere rilevante una valutazione a priori delle decisioni assunte dalla Regione E-R con riguardo ai redditi di permanenza nell’alloggio. Il punto principale del contendere, tra sindacati inquilini e autorità pubbliche, è l’abbassamento del valore massimo dell’ISEE (che sintetizza la situazione economica di un nucleo familiare, tenuto conto anche del numero dei suoi componenti). Limitatamente a questo indicatore, le precedenti norme prevedevano che: a) per concorrere all’assegnazione di una casa popolare un nucleo familiare non dovesse superare 17.154 euro (questo livello di ISEE corrisponde ad un reddito lordo di 35.000 euro per una famiglia di 3 persone senza conti in banca e senza patrimoni); b) che si decadeva dall’assegnazione se si superava 34.380 euro (per la famiglia di riferimento 70.000 euro circa). 7 Le nuove norme hanno lasciato invariato il limite di accesso e portato a 24.016 euro (49.000 euro per la famiglia di 3 persone) quello oltre il quale si perde il diritto alla casa. In sostanza, finora prima di ricevere lo sfratto la condizione economica del nucleo famigliare poteva migliorare del 100% rispetto al livello che non doveva essere superato per ottenere l’assegnazione; con le nuove regole questa percentuale è del 40%. Considerando la famiglia di tre persone presa a riferimento, questo significa che con un reddito lordo, al momento del bando, di 35 mila euro, d’ora in avanti si decade dall’assegnazione se esso aumenta di 14 mila euro (contro i 35.000 precedenti). Questa forte riduzione della distanza tra il reddito di decadenza e il reddito di accesso, consentirà di aumentare la rotazione degli inquilini nelle case popolari (che è la ragione, oltre a quella relativa all’equità, alla base di tale riduzione), ma rischia anche di far crescere il numero degli assegnatari catturato dalla cosiddetta trappola della povertà, che li disincentiva dal migliorare la loro condizione economica per non perdere i benefici delle politiche abitative pubbliche. Nel caso specifico, se un aumento relativamente modesto del reddito netto fa rischiare di perdere il vantaggio della differenza (che può essere rilevante) tra un canone di mercato e quello che si paga in una casa popolare, si riduce fortemente l’interesse a darsi da fare per migliorare la propria condizione economica (oppure aumenta la convenienza a far uscire dal nucleo familiare un figlio che inizia a lavorare). Una riflessione, su questo particolare aspetto della problematica, non sarebbe, forse, superflua. Raffaele LUNGARELLA 8 DORMIRE PER STRADA AL FREDDO L’altro giorno al Biavati sono venute due persone perché non stavano bene e la loro compagnia erano borse e trolley. Entrambi raffreddati, cercavano di tirare la visita per le lunghe. Mi hanno detto che, uscendo dall’ambulatorio, sarebbero andati a dormire per strada, perché non avevano un tetto sotto cui riposare. Non ho chiesto se era per scelta o perché non entrati in una qualche graduatoria. Ho anche pensato che, uscendo di lì, me ne sarei andato a casa al caldo, loro invece sarebbero rimasti al freddo per strada. Ammetto che mi sono sentito in difficoltà. Se non venissi frainteso da chi legge, direi che queste persone sono dotate di fantasia e conoscono bene l’arte di arrangiarsi: il bisogno aguzza l’ingegno. Le persone senza fissa dimora dormono ovunque e con modalità diverse: nei “classici” cartoni o sacchi a pelo sotto un portico o riparati da una colonna, davanti ad una chiesa, in stazione, nelle carrozze dei treni trovandosi al mattino in una città diversa da quella della sera, in fondo ai bus che girano di notte accumulando pacchi di multe inevase per l’impossibilità economica di pagarle, nei pronto soccorsi degli ospedali dove stazionano a lungo diventando di casa ed esperti delle modalità per abbreviare la snervante fila di attesa dei pazienti e dei parenti. Un tempo c’erano anche gli affezionati che dormivano sotto i portici di San Luca. Le istituzioni con il 1° di dicembre hanno dato il via al piano freddo aumentando il numero di posti letto. Complessivamente quest’anno sono disponibili 278 posti ovvero 40 in più dell’anno scorso, suddivisi in 12 strutture sparse per la città. L’accesso non è diretto, ma mediato dal Servizio Help Center h. 14.30 – 18.30 presso la Stazione Centrale delle Ferrovie dello Stato Piazzale Est dove spesso si radunano tante persone senza fissa dimora che entrano in tensione fra di loro o con l’ufficio stesso. Anche il Servizio di unità di Strada ed il Servizio mobile sono impegnati con possibili invii diretti, qualora incontrino situazioni in difficoltà. Purtroppo all’interno delle strutture vige la regola della rotazione: l’invio ordinario viene effettuato per 15 notti con eventuale successivo rinnovo da parte di chi invia attraverso un apposito foglio. Dopo due noti di assenza la persona perde il diritto del posto letto. Oltre all’accoglienza notturna sarà garantito un riparo diurno ( h 10-18) presso il Beltrame ad accesso libero e diretto presso la sala multifunzionale. E’ anche prevista un’ammissione per le 9 situazioni di emergenza riscontrate dalle forze dell’ordine o dal pronto soccorso tramite il servizio di Pronto Intervento Sociale ( Pris) che potrà usufruire di posti dedicati, che si vanno ad aggiungere a quelli stabilizzati. Nonostante l’impegno delle istituzioni, a cui vanno aggiunti i servizi offerti dal variegato mondo del volontariato ( distribuzione di coperte, sacchi a pelo, bevande calde e generi di conforto, qualche posto letto), sembra che non basti tanta impetuosa è la marea di persone che cercano un posto notturno al caldo. Ai senza fissa dimora si stanno aggiungendo i numerosi immigrati di colore che di giorno vediamo girare nulla facenti per la città incappucciati per il freddo a cui non sono abituati. Sarebbe meglio che venissero impegnati in qualche attività, altrimenti droga, spaccio, criminalità e prostituzione sono squali pronti ad accoglierli. Diciamo la verità: tutti, dico tutti siamo impreparati nei confronti di questa nuova dirompente realtà – possiamo anche dire “ nuova società “ - che si sta facendo strada nel tessuto sociale cittadino stabilizzato ( sclerotizzato ? ) da decenni sulle sue posizioni e strutture di rendita “ egoistiche”. Se si possiede un minimo di sensibilità umana, incontrare di giorno una persona senza fissa dimora o un immigrato o comunque chi tende la mano per un aiuto e di notte imbattersi in un corpo umano avvoltolato alla meno peggio in un cartone deve mettere in crisi le nostre sicurezze, le nostre certezze agiate su cui abbiamo costruito la vita. Quanto meno chiedersi – senza giudicare – perché quella persona vive in condizioni di vita estremamente disagiate e numerosi altri – fra cui chi scrive – no. Destino ? fato ? errori umani? Chi non ne fa ! La sua storia ci interroga: in qualunque modo diamogli una risposta. Carlo LESI 10 FRATEL ETTORE BOSCHINI Seppe interpretare in modo moderno il carisma di SAN CAMILLO DE LELLIS (1928 – 2004) L’indimenticabile fra Michele Casali O.P. il 22 novembre 1983 invitò ai ”MARTEDÌ DI SAN DOMENICO” Fratel Ettore Boschini religioso, “figlio” di San Camillo de’ LELLIS che intrattenne i convenuti quella sera sul tema “I poveri sono ancora tra noi”. Fratel Ettore fece una toccante riflessione sulla vita randagia dei senza casa. Era la testimonianza di chi aveva scelto di stare con “loro e dalla loro parte”. Conoscemmo quella sera un testimone autentico del Vangelo. Fratel Ettore entrò nell’aula dell’incontro reggendo una statua della MADONNA, accompagnato da Michele Casali. Il pubblico rimase ammutolito. La Madonna era la sua carte di identità. A Milano, capitale produttiva d’Italia, quando c’era da soccorrere, intervenire, dare sollievo alle sofferenze, difendere i diritti di sopravvivenza dei senza casa, Fratel Ettore non si fermava davanti a nulla. Senza clamori, in anni di rinunce e sofferenze, seppe provvedere tempestivamente ad alcune tra le urgenze più drammatiche del capoluogo lombardo. Diede accoglienza a barboni e persone allo sbando che si concentravano nei pressi della Stazione Centrale di Milano. Inventò un primo rifugio per loro, dove li accolse assieme agli immigrati che già in quegli anni arrivavano nel capoluogo lombardo, donando amicizia, parole di incoraggiamento e aiuto materiale. Si spese per i tossicodipendenti, i malati mentali e gli anziani privi di assistenza. Milano oggi deve tanto a questo Servo di Dio, per il quale si è aperta la causa di beatificazione. Egli seppe interpretare in modo moderno il carisma di San Camillo De Lellis. Con la forza della misericordia di Dio, Fratel Ettore suscitò grande attenzione quella sera, qui nella nostra grassa e sazia Bologna, mostrò lo scandalo dell’amore evangelico totale e senza condizioni. A molti quella sera venne alla mente la testimonianza del Prof. don Olinto Marella che rinunciando all’insegnamento di greco e latino nei licei Minghetti e Galvani di Bologna, a partire dal secondo dopoguerra, fece la scelta radicale di vivere povero con i poveri al loro servizio. 11 DOMENICA Ogni domenica nella Chiesa di San Nicolò degli Albari - via Oberdan-14, padre Gabriele Digani direttore dell’Opera Marella, alle 9:30 celebra la Santa Messa. Un’esperienza di fede e di amore che raduna attorno all’altare persone povere prive di alloggio, nello spirito: dei Venerabili don Olinto MARELLA, don Giuseppe BEDETTI, e di don Paolo SERRA ZANETTI, che spesero la loro vita al servizio dei più poveri di Bologna. Nel corso della Messa vengono ricordati i defunti, ed i tanti ammalati che appartengono a questa “famiglia” del popolo di Dio. * ** AMMALATI Nelle Messe di DICEMBRE preghiamo il Signore per la salute di: MARIO, padre GABRIELE, Giuseppe, Aristide, Emilio, Franco, Giovanni, Maria Luisa, Maria Pia LUTTI Domenica 20 novembre 2016 abbiamo ricordato al Signore le persone amiche defunte nel 2016 nell’Eucaristia delle 9,30 celebrata da fra Gabriele Digani direttore dell’Opera Marella nella Chiesa di San Nicolò degli Albari via Oberdan,14. GIUSEPPE ASTEGGIANO, ALDINA BALBONI, ANNAMARIA CAMPAGNA, BRUNO CAVRETTI, ANNA CAZZOLI, VESCOVO BENITO COCCHI, SARA FIESSE, DON ALBERTO GRITTI, DIANA LANCELLOTTI, VIRGINIANGELO MARABINI, DON MARCO MARTONI, ORLANDO MAZZONI, AUGUSTO PALMONARI SOFIA SENNI, ELISABETTA TODDE, Domenica 4 dicembre 2016 abbiamo ricordato al Signore nell’Eucaristia delle 9,30 celebrata da fra Gabriele Digani direttore dell’Opera Marella nella Chiesa di San Nicolò degli Albari via Oberdan,14. Eugenio GOVONI Eugenio, caro amico di molti di noi e figlio del confratello Aristide, é andato alla Casa del Padre, in obbedienza alla misteriosa volontà di Colui che tutto governa con amore per il nostro bene. Tutti i soci della Confraternita della Misericordia partecipano al dolore di Aristide, della moglie Maura e delle figlie. Domenica 4 dicembre 2016 la nostra comunità ricorderà EUGENIO al Signore della Vita, nel corso dell’Eucaristia delle 9:30 , celebrata da fra Gabriele Digani nella Chiesa di San Nicolò degli Albari via Oberdan,14. LA PERSONA SENZA FISSA DIMORA di 51 anni trovato morto accovacciato sui sedili del BUS 25 venerdì 2 dicembre al capolinea Tper in via Due Madonne. 12