Quando gli italiani erano intelligenti: il laboratorio di Buzzati

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Quando gli italiani erano intelligenti: il laboratorio di Buzzati
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Anno XXX - N. 9
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Settembre 2013
Disegno di Franco Matticchio
LIBRO DEL MESE: Diamond e la grande storia dell’umana diversità
Quando gli italiani erano intelligenti: il laboratorio di Buzzati-Traverso
Perché NAPOLITANO è un arbitro che fa goal
Andrea Casalegno e i pareri di lettura di Cesare CASES
www.lindiceonline.com
MENSILE D’INFORMAZIONE - POSTE ITALIANE s.p.a. - SPED. IN ABB. POST. D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Torino - ISSN 0393-3903
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Editoria
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Osservatorio sull’editoria, 8
Nella filiera del libro
Intervista a Giuseppe Laterza
S
tiamo ragionando con i piccoli e medi editori sugli effetti della crisi economica rispetto
al mercato librario, che in base ai
dati AIE (Associazione Editori
Italiani) registra un calo di quasi
il 9%. Come valutate questi dati
e in che misura voi li avvertite rispetto agli anni precedenti?
La crisi economica ha investito il mercato del libro in maniera improvvisa e con notevole intensità. Un calo del mercato di
questa scala mette a dura prova
la tenuta delle case editrici.
In quali termini avete compiuto delle scelte per farvi fronte?
Sono intervenute modifiche nei
vostri piani editoriali (titoli, collane, traduzioni, prezzi di copertina)?
La prima scelta immediata che
abbiamo fatto è quella di ridurre
il numero di novità previste per
P
iccoli aggiustamenti: Sellerio,
dopo avere tirato molti titoli
(una ventina) della collana “Il
contesto” secondo un progetto
grafico che pur restando selleriano se ne discostava malamente (la
carta della copertina, semilucida
e molto sensibile all’acido delle
dita, alle asperità delle unghie,
“moderna” in confronto alla vergata abituale e un po’ rigida, che
rendeva il formato, un po’ stretto
e lungo, scomodo da aprire; l’illustrazione, seppur sempre inscritta in un quadrato galleggiava senza cornice; il colore dei titoli in
vago accordo con il colore dell’illustrazione), ha fatto dei piccoli
cambiamenti ed è diventata una
collana elegante, equilibrata e
piacevole (la carta della copertina, non vergata, è uso mano, l’illustrazione ha ritrovato la sua tradizionale sottile cornice – come
per “la Memoria” in accordo con
il colore dei titoli –, il dorso è in
colore). Niente di straordinario,
ma piccoli aggiustamenti che dimostrano come i progetti grafici
siano fatti anche di gesti minuti.
Sono davvero interessanti, nei
quest’anno puntando soprattutto sui libri economici.
Avete operato dei cambiamenti organizzativi? Potete indicare
quanti sono i vostri dipendenti
fissi o a contratto temporaneo, e
se c’è stata una perdita di posti di
lavoro e/o un maggiore ricorso
all’esternalizzazione?
Stiamo lavorando al budget
del nuovo anno e nei prossimi
due-tre mesi metteremo a punto
anche i cambiamenti organizzativi necessari per far fronte al
mutato scenario di mercato.
Qual è, sulla base della vostra
dimensione aziendale e presenza sul mercato, il segmento più
critico della filiera (produzionedistribuzione-punti di vendita)?
Quale politica dei prezzi del libro auspicate: mantenere o
abrogare (come chiede l’Anti“Mini” di Dalai (il marchio più
mutevole della storia dell’editoria
italiana), una serie di ristampe di
romanzi rosa; il progetto grafico,
di Mara Scanavino, è molto semplice, divertente, molto visibile:
in brossura, di piccole dimensioni, carta lucida per la copertina:
delle campiture in colore pieno,
tagliate su fondo bianco panna da
cornici fatte di curve e controcurve, non barocche ma semmai anni cinquanta, come solo certi
specchi da boudoir hollywoodiano ebbero il coraggio di ospitare,
segnate, un po’ all’interno, da
una fila di vezzosi puntini color
dello sfondo, ospitano titolo e autore; a sinistra, in alto, grande,
una coccarda ospita l’indicazione
del prezzo, mai risolta in modo
così semplicemente elegante: rendere vezzosa l’indicazione del
prezzo è gesto d’altissima arte
grafica.
Mondadori approfitta della
pubblicazione del bel libro autobiografico di Agatha Christie Il
giro del mondo (con un apparato
iconografico ricco e molto interessante) per rieditare dieci suoi
trust) l’attuale legge che fissa un
tetto agli sconti?
Purtroppo la crisi riguarda
tutta la filiera. La mia opinione è
che in una situazione di grande
instabilità sia conveniente tenere
un riferimento certo nel prezzo
del libro, ponendo un freno (come fa l’attuale legge Levi) agli
sconti sui prezzi di copertina.
Quale ruolo gioca l’e-book
nel mercato attuale? Come affrontate le innovazioni legate all’editoria digitale?
Nel mercato italiano l’ebook
svolge un ruolo piuttosto marginale almeno dal punto di vista
economico. Laterza da qualche
tempo rende i propri libri disponibili anche in formato e-book
mentre stiamo cercando di capire come si può utilizzare questa
nuova tecnologia in maniera innovativa.
Quali interventi ritenete necessari per reagire alla crisi?
Avete delle proposte per interventi legislativi a tutela dell’editoria? Quali misure potrebbero
essere adottate?
Insieme ad alcuni colleghi editori, bibliotecari, insegnanti e librai riuniti nell’Associazione
Forum del libro abbiamo steso
una bozza di legge di iniziativa
popolare che nei prossimi mesi
discuteremo in diverse città a
partire da Vicenza, Milano e Napoli. Alla crisi del mercato librario è difficile rispondere con
provvedimenti congiunturali,
anche perché mi pare che in
questo momento non ci sarebbero le risorse necessarie. Piuttosto si tratta di impostare una
politica di medio lungo periodo
che rafforzi le biblioteche – soprattutto quelle scolastiche –
non solo attraverso fondi ma anche formando personale qualificato che sappia promuovere la
lettura. Da questo punto di vista
credo che possano svolgere un
ruolo positivo anche le associazioni dei lettori, come quella dei
“Presidi del libro” in Puglia che
da una decina di anni in diverse
città grandi e piccole anima incontri intorno al libro.
■
Appunti
di Federico
Novaro
titoli in una veste grafica sontuosa, pur comparendo negli
“Oscar”: Giacomo Callo art director, progetto grafico di Gianni
Camusso e illustrazioni (molto
belle, essenziali) di Samuel A.
Minick; copertina rigida telata in
nero notte, di una tela ruvida, da
valigia si direbbe; due, massimo
tre, colori per l’illustrazione, come incisa nella tela, pressata sulla
trama da lasciarvi un
solco; l’insieme evoca
vacanze dai tempi lunghi
e dai tanti bagagli. Mondadori ha già editato
Agatha Christie in decine e decine di modi e
stili. Questo progetto riesce a dire ancora qualcosa di nuovo e di
efficace. Sempre Mondadori, per
la sezione “Chrysalide” – “Libri
destinati agli amanti del fantasy,
del paranormal e delle atmosfere
dark, ma anche dei romanzi rea-
Doppio congedo
Il prossimo anno “L’Indice”
compirà trent’anni. Non tanti,
nemmeno pochi. Un misto di
volontariato culturale e impresa
editoriale che, come il noto calabrone, non si capisce come riesca a volare. Nel prossimo numero si spiegherà come intenda
continuare a farlo, avendo preso
la forma di una
nuova cooperativa. Perché questo
è in realtà il commiato di due persone – Tullio Pericoli e il sottoscritto – che
“L’Indice” hanno
accompagnato sin
dal primo numero
(ottobre 1984). Il
suo ideatore (fondatori fummo in
parecchi), che sono io, ebbe subito bisogno di un
realizzatore, naturalmente volontario, il migliore, Emanuele
Pirella, che con Enrico Maria
Radaelli concepì il progetto grafico. Un altro regalo, altrettanto
essenziale di Emanuele, che
continua a mancarci, fu l’incon-
listici e dei grandi classici. (…).
Autori affermati ed esordi folgoranti, sia italiani che stranieri,
successi commerciali e voci nuove. Per volare con l’immaginazione e trasformarsi pagina dopo
pagina”, la sezione rivolta alla fascia young adults dove Mondadori fa un po’ Giunti, ma sotto cui
mette anche un po’ di tutto, da
Zannoner a Levithan – ha aperto
la collana dei “Classici”. Art director Fernando Ambrosi, progetto grafico Anna Iacaccia.
Lo stile è quello iniziato
con la saga dei vampiri
di Twilight, usato come
grimaldello per proporre alla fascia young adults
libri che giacciono da
sempre in catalogo. L’operazione è simile a
quella fatta con forse
maggiore eleganza da
Giunti, molto criticata, come uno
svilimento imposto alle opere come alle lettrici e ai lettori. Qui ci
si limita a sottolineare che, forse
con rozzezza, i libri presentano
una serie composita di paratesti
che ancorano l’opera all’immagi-
tro con Tullio Pericoli che per
trent’anni, lo ripeto, è stato la
metà del cielo dell’ “Indice”,
buona parte della sua identità;
al punto che, quando qualcuno
dà segni di non conoscere la rivista, ancora oggi rispondo: “È
quella con la copertina di Pericoli!”. Ora una nuova squadra
prende il timone. Anche se i nostri cambiamenti temo richiamino gli slogan di
un certo partito:
“Progresso senza
avventure”, “La
DC ha vent’anni”
o trenta, non importa. Dopo essere stato prima
direttore e poi
presidente della
cooperativa per
tutti questi anni,
ora divento semplice frate di questo strano convento, come mi auguro continuerà
ad esserlo Tullio. Come avete visto è Franco Matticchio a prendere il suo posto in copertina. Fu
Tullio, a suo tempo, a presentarcelo. Garanzia di qualità.
GIAN GIACOMO MIGONE
nario contemporaneo, filmico,
televisivo, grafico, contribuendo
a una fruizione blandamente
dark dei testi, che può essere divertente.
Isbn si discosta per un momento dalle bizzarrie di successo che
l’hanno contraddistinta in questi
ultimi anni e Alice Beniero, responsabile di tutta la grafica del
marchio più hipster del panorama
italiano, ha progettato una copertina lieve e classica. In brossura,
sul piatto una cornice in colore,
interrotta in basso dalle barre e i
numeri del codice isbn che fungono da sempre anche da marchio per la casa editrice, leggermente più all’interno un filetto
nero; fondo bianco all’interno,
un’illustrazione iconica al centro,
a occupare all’incirca un terzo
dello spazio disponibile; più in
alto autore e titolo, separati da un
breve filetto; sotto una breve citazione del testo. La collana accoglie titoli che hanno molto venduto e che rappresentano bene
l’anima di Isbn, che sembra, a
discapito del nome, “Super Special”, provare a diventare adulta.
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SommariO
EDITORIA
2 Osservatorio sull’editoria 8, Nella filiera del libro.
Intervista a Giuseppe Laterza
Appunti, di Federico Novaro
VILLAGGIO GLOBALE
4 da Buenos Aires, Francoforte e Londra
SEGNALI
5 Il trend della letteratura araba tradotta,
di Elisabetta Bartuli
6
Ernst Bloch fra utopia, speranza e passione critica,
di Enrico Donaggio
7
La postura istituzionale di Napolitano,
di Gian Giacomo Migone
8
Giuseppe Pontiggia. Il ritratto dello scrittore
attraverso i libri recenti, di Michela Monferrini
9
Le frontiere della ricerca sul cervello,
di Aldo Fasolo
10
La vita e l’eredità intellettuale
di Claude Lévi-Strauss, di Martina Mengoni
11
Cinema e migrazioni del dopoguerra italiano,
di Michele Marangi
12
L’animalismo tra politica e morale,
di Leonardo Caffo
13
Albi illustrati per l’infanzia, di Sara Marconi
CHRISTOPHE PONCET La scelta di Lorenzo.
La primavera di Botticelli tra poesia e filosofia,
di Antonella Del Prete
EDITORIA
22 CESARE CASES Scegliendo e scartando. Pareri di
lettura e
LUCA BARANELLI E FRANCESCO CIAFALONI
Una stanza all’Einaudi, di Andrea Casalegno
23
ROBERTO CALASSO L’impronta dell’editore,
di Vladimiro Bottone
GIANNI SOFRI Del fare libri. Mezzo secolo
di Zanichelli, di Alfredo Nicotra
LETTERATURE
25 JONATHAN LETHEM L’estasi dell’influenza,
di Francesco Guglieri
JACEK DEHNEL Il quadro nero, di Alessandro Ajres
26
JOSEPH CONRAD Il caso e Suspense.
Un romanzo napoletano, di Franco Marenco
MADELEINE MILLER La canzone di Achille,
di Andrea Veglia
27
INGO SCHULZE Noi nella crisi, di Eva Banchelli
PHILIP ROTH I fatti. Autobiografia di un romanziere,
di Chiara Lombardi
RELIGIONI
32 SIMONE LUZZATTO Scritti politici e filosofici
di un ebreo scettico nella Venezia del Seicento,
di Cristiana Facchini
MASSIMILIANO DE VILLA Una Bibbia tedesca,
di Roberta Ascarelli
STORIA
33 BRUNO MAIDA La Shoah dei bambini,
di Antonio Gibelli
TERRENCE DES PRES Il sopravvivente,
di Sandra Reberschak
ROBERT S. C. GORDON Scolpitelo nei cuori.
L’Olocausto nella cultura italiana,
di Alberto Cavaglion
FONDAZIONE BOTTARI LATTES
34 FotograficaMente: Mostre, conversazioni,
letture e workshop attorno al rapporto
tra fotografia e narrazione
FONDAZIONE BOTTARI LATTES
28 DAVID FOSTER WALLACE Il re pallido,
di Manfredi Di Nardo
Le immagini di questo numero, sono tutte
di Franco Matticchio
DIRITTO
35 FABIO CIARAMELLI e UGO MARIA OLIVERI
Il fascino dell’obbedienza, di Vincenzo Rapone
GIANFRANCO MACRÌ, MARCO PARISI
e VALERIO TOZZI Diritto civile e religioni,
di Francesco Campobello
LIBRO DEL MESE
15 JARED DIAMOND Il mondo fino a ieri.
Che cosa possiamo imparare dalle società tradizionali?,
di Telmo Pievani e Guido Barbujani
INTERNAZIONALE
36 LORENZO TROMBETTA Siria. Dagli ottomani
agli Asad e oltre e SHADY HAMADI La felicità araba,
di Giuseppe Cassini
Babele: Pace, di Bruno Bongiovanni
PRIMO PIANO
16 FRANCESCO CASSATA L’Italia intelligente.
Adriano Buzzati-Traverso e il laboratorio
internazionale di genetica e biofisica,
di Gilberto Corbellini e Alberto Piazza
URBANISTICA
37 TOMASO MONTANARI Le pietre e il popolo,
NARRATORI ITALIANI
17 MICHELE MARI Di bestia in bestia,
di Antonio Calafati
BERNARDO SECCHI La città dei ricchi e la città
dei poveri, di Cristina Bianchetti
di Daniele Zito
SIMONE TORINO L’anno delle B,
di Giuliana Olivero
TERESA CIABATTI Il mio paradiso è deserto,
di Raffaella D’Elia
18
CINEMA
38 DANIELA ANGELUCCI Deleuze e i concetti
del cinema, di Andrea Laquidara
GIAN ENRICO RUSCONI Marlene e Leni. Seduzione,
cinema e politica, di Gianni Rondolino
GIOVANNI COCCO La caduta, di Andrea Tarabbia
STEFANO TASSINARI L’amore degli insorti,
di Girolamo De Michele
IPPOLITO NIEVO Lo studente,
di Silvia Contarini
QUADERNI
39 Recitar cantando, 57 di Elisabetta Fava
40 Effetto film: La grande bellezza, di Umberto Mosca
SAGGISTICA LETTERARIA
19 ROMANO LUPERINI L’uso della vita 1968,
di Massimo Raffaeli
SEBASTIANO MARTELLI e FRANCO VITELLI
(A CURA DI) Il guscio della chiocciola.
Studi su Leonardo Sinisgalli, di Marco Vitale
GIOVANNI FALASCHI (A CURA DI) Luigi Baldacci.
Un grande critico del Novecento,
di Gian Carlo Ferretti
PAGINA A CURA DEL PREMIO CALVINO
20 EUGENIO GIUDICI Piccole storie,
di Rocco Moliterni
ANTONIO G. BORTOLUZZI Vita e morte
della montagna, di Margherita Oggero
MUSICA
21 NICOLA MONTENZ L’armonia delle tenebre.
Musica e politica nella Germania nazista,
di Pier Paolo Portinaro
RICCIARDA BELGIOJOSO Note d’autore.
A tu per tu con i compositori d’oggi,
di Francesco Antonioni
Su e giù per le scale di Torino, di Michele Marangi
ARTE
29 ALESSANDRO DEL PUPPO Modernità e nazione,
di Federica Rovati
GIANFRANCO FIACCADORI,
ALESSANDRO MALINVERNI e CARLO MAMBRIANI
(A CURA DI) Guglielmo du Tillot,
di Liliana Barroero
ANNA DE FLORIANI e STEFANO MANAVELLA
(A CURA DI) Tommaso e Matteo Biazaci Da Busca,
di Edoardo Villata
SPECIALE ARTELIBRO 2013
30 Scuciture di testi ricamati e volumi antichi,
di Fabrio Minocchio
Dischi d’artista: musica per gli occhi, di Andrea Pagliardi
FILOSOFIA
31 MAURO DORATO Che cos’è il tempo?
e FRANCESCO ORILIA Filosofia del tempo,
di Giuliana Torrengo
SCHEDE
41 LETTERATURE
di Mariolina Bertini, Miriam Begliuomini,
Luca Scarlini e Anna Chiarloni
42
FUMETTI
di Simone Rastelli, Manuela Adreani,
Alice Giulia Urso, Andrea Pagliardi
e Chiara Bongiovanni
43
GIALLI
di Massimo Scotti, Franco Pezzini, Aldo Fasolo,
Fulvio Gianaria e Alberto Mittone
44
POESIA
di Enzo Rega, Giacomo Raccis, Serena Sartore,
Monica Bardi e Giuliana Ferreccio
45
STORIA
di Stefania Giraudo, Frédéric Ieva,
Dino Carpanetto, Danilo Breschi, Maurizio Griffo,
Daniela Saresella e Daniele Rocca
46
ARCHITETTURA
di Cristina Bianchetti
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da BUENOS AIRES
Francesca Ambrogetti
I venti personaggi dell’ultimo libro
della cilena Marcela Serrano, Dulce enemiga mia, sono molto diversi tra loro,
con un unico denominatore comune: il
fatto di essere donne. Alcune sono potenti, altre fragili; alcune giovani, altre
nell’età del tramonto; alcune avventuriere, altre pusillanimi; alcune intellettuali,
altre semplici e poco istruite. Altrettanto mutevoli, dai Balcani a Santiago del
Cile, passando dalla regione della Mancha nel cuore della Spagna, sono gli scenari dove si svolge la vita delle protagoniste di queste storie di amore, di sesso,
di amicizia, ma anche di paura, solitudine, sconforto, ipocrisia. Serrano riesce
ancora una volta a far viaggiare il lettore
attraverso l’anima e la psicologia di un
gruppo di donne coerenti nonostante le
loro contradizioni. Lo fa con grande
realismo ma anche con tanta poesia,
quanto basta per affascinare non solo le
sue fedeli seguaci ma pure tanti uomini,
che attraverso la sua letteratura scoprono la psicologia femminile e le circonvoluzioni della loro anima. “Le donne di
Marcela Serrano hanno la capacità di
cambiare pelle come serpenti liberandosi della schiavitù dei tempi passati”, affermò riguardo ai personaggi della scrittrice il grande Carlos Fuentes. Simile
come struttura al libro precedente, in
quest’ultima raccolta di racconti manca
il filo conduttore che legava le protagoniste di Diez Mujeres, tutte pazienti della stessa psichiatra. Ma il lettore non ne
sente la mancanza perché, anche se non
esplicito, comunque lo intuisce. Tradotti in varie lingue, tra i romanzi più noti
della scrittrice cilena, Nosotras che nos
habìamos amado tanto, il primo, dal
quale è stato tratto un testo teatrale, e
Antigua vida mia, portato al cinema con
successo da un noto regista argentino.
Come è capitato prima di lei a Isabel Allende, Serrano, non è stata inizialmente
accolta bene dalla critica del suo paese.
L’autrice si è ribellata contro questo atteggiamento che ha attribuito al tradizionale “machismo” della società cilena.
E ha detto dei critici: “Sono dei misogini che non sopportano il successo delle
donne”. Impegnata politicamente con il
socialismo, la scrittrice ha vissuto qualche anno, durante la dittatura militare,
come esule a Roma. L’anno scorso non
ha voluto far parte della delegazione ci-
A settembre si
a ottobre ritorna
VILLAGGIO GLOBALE
lena alla Fiera del libro di Guadalajara,
in Messico, perché contraria all’attuale
governo di destra del paese.
da FRANCOFORTE
Anna Castelli
Nella società contemporanea, accanto
ai diktat mediatici che impongono di apparire ed essere onnipresenti, alle richieste di produrre e sfruttare, c’è un altro,
insospettabile imperativo: be creative.
Inventa, plasma, produci senza sosta e in
fretta, e rimodella continuamente il tuo
spazio. Questo fenomeno, recentemente
studiato dal sociologo Andreas Reckwitz
(Die Erfindung der Kreativität. Zum Prozess gesellschaftlicher Ästhetisierung,
Suhrkamp, 2012), si situa spesso nelle
creative cities, in cui, più che altrove, gli
individui progettano, compongono, scrivono. Ma cosa succede quando qualcosa
va storto e il meccanismo si blocca? È
quello che ci viene raccontato nell’ultimo romanzo di
Eugen Ruge. Il
ritorna a scuola...
protagonista di Cabo de Gata (Rowohlt, 2013) è uno
scrittore in crisi
che decide (una
volta tanto una fuga!) di abbandonare l’élite creativa del quartiere
Prenzlauer Berg di
Berlino. Come già
Ruge, si lascia alle
spalle un pezzo di
vita nella Ddr, un
impiego in un importante istituto di
ricerca e un ingombrante padre
cattedratico. Per
ritrovare l’estro
perduto, il protagonista approda a
Cabo de Gata, in
Andalusia, dove
ciondola tra spiaggia e scrivania, tra i
L’Indice della Scuola
blocchi linguistici
dello spagnolo e le parole inceppate sulla carta. Riesce a inanellare una prima
frase (“Piccoli cani pezzati che sembrano tutti uguali”), ma non va oltre. Il destino sembrerebbe poter cambiare nel
momento in cui, improvvisamente, una
gatta si insinua nel suo ménage solitario,
fatto di caffè, penna e blocco degli appunti. Una gatta, stranamente somigliante alla madre morta, che si rivela essere
incinta, ma, smentendo ogni attesa, sparisce senza aver figliato. Dopo quattro
inconcludenti mesi, al protagonista non
resta che chiosare il suo soggiorno andaluso con la frase gridata da uno dei pescatori del villaggio: “Mucho trabajo,
poco pescado!”. Un fallimento completo? Non esattamente, in realtà questo è
solo il racconto di un passato povero e
siccitoso, ma ormai lontano: nel corso
del romanzo veniamo informati che il
narratore, venti anni dopo, in possesso
di iPhone e notebook, è in volo tra Stati
Uniti e Giappone, mentre un attore recita un suo lavoro in finlandese. Anche
Ruge, regista teatrale e traduttore, è oggi
uno scrittore affermato. Con il romanzo
In Zeiten des abnehmenden Lichts (Rowohlt, 2011), appassionante storia di
una famiglia dagli anni cinquanta al tramonto della Germania Est, si è guadagnato svariati premi. La crisi del protagonista di Cabo de Gata disegna forse la
crisi di Ruge come autore? Nell’ultima
pagina del libro, seppure tra parentesi e
in corpo minore, la sonora, fiera e quasi
gaia smentita: “Scritto tra il novembre
2011 e l’agosto 2012”, pochi mesi dopo
l’attribuzione del Deutscher Buchpreis.
avendo alcun indizio per risalire all’identità della madre di David, Simón decide
di ritrovarla. A Novilla tutti credono che
Simón sia il padre, o lo zio, o il nonno, del
bambino: “Non sono il padre, né il nonno, ma me ne prendo cura” risponde
l’uomo ai vari burocrati che dovrebbero
aiutarlo a sistemarsi nel nuovo mondo.
Un giorno, infine, durante una passeggiata, Simón vede una donna che gioca a tennis. Benché non la conosca, Simón decide
che sarà lei la madre di David. Titubante
sulle prime, Inés accetta il ruolo e presto,
si innamora perdutamente di David.
L’uomo e la donna affrontano la nuova vita che si spalanca per loro, decisi a guidare David tra gli ostacoli dell’esistenza ma
spesso, si accorgono di essere guidati da
lui. Il nuovo romanzo di J. M. Coetzee,
The Childhood of Jesus (Harvill Secker,
2013), sorprende il lettore dal principio
alla fine. In modo non insolito il romanzo
si presta a varie letture. C’è una lettura,
suggerita dal titolo stesso, di tipo evangelico: l’esistenza riscritta a misura di un
bambino prodigio, senza madre né padre
naturali, che rifiuta le regole della vita
convenzionale e, quando un compagno di
giochi lo schiaffeggia, offre l’altra guancia.
Ce n’è un’altra, di tipo politico: Novilla
come utopia socialista, basata sul lavoro
manuale, sul contenimento dei bisogni,
sul vegetarianismo. O, ancora, una di tipo
esistenzialista: Novilla come esperimento
filosofico, dove si mettono alla prova le
passioni e i bisogni umani: il desiderio
sessuale; il bisogno di sfamarsi e coprirsi;
il bisogno di un padre e una madre; il bisogno, per un uomo o una donna, di un
figlio. Ma ogni lettura non convince fino
in fondo: se David è un nuovo Gesù, è anche un bambino indolente che ama i cartoni animati. Non sappiamo mai con certezza se Novilla sia un’utopia politica o
un’opprimente burocrazia totalitaria dove ogni progetto si trasforma nella sua parodia (poiché le autorità sono contrarie al
commercio, il grano in eccesso viene stipato in enormi granai infestati dai ratti;
c’è un bordello lindo e controllato per chi
proprio non ne sa fare a meno, ma i futuri clienti devono prima sottoporsi a un
colloquio con una psicologa che li indirizza verso la prostituta più adatta); né scopriamo se la nuova abitudine a dominare
le passioni doni a Simón pace spirituale o
solo strisciante disperazione. Sopra il fluire sobrio del pensiero e delle limpide argomentazioni filosofiche (la dignità del lavoro, la vita dopo la morte, l’anima e il
corpo), il lettore ritrova la bellezza cristallina della prosa di Coetzee, e la sua perturbante enigmaticità, dono sempre più
prezioso in mezzo ai tanti romanzi contemporanei senza pieghe né mistero.
Refusario
da LONDRA
Simona Corso
Dopo avere attraversato l’oceano, un
uomo e un bambino arrivano in una nuova terra. Ricevono nomi nuovi, Simón e
David, e vengono addestrati in un campo
di accoglienza nel deserto. Appresi i rudimenti della nuova lingua, lo spagnolo,
vengono trasferiti a Novilla, dove li attende una vita nuova. Durante il viaggio il
bambino ha smarrito il foglietto su cui sono scritti i nomi dei suoi genitori. Pur non
Sul numero dell’“Indice” di luglio
• a pag. 3, nel sommario, una scheda di Luca Arnaudo è stata erroneamente attribuita a Roberto Barzanti.
• a pag. 42, nei titoli laterali, è stata per errore ripetuta la dicitura Gialli accanto a
quella Letterature
Ce ne scusiamo con i lettori, gli autori, i
recensori e gli editori.