Il colpo di calore
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Il colpo di calore
124_125 Vet.qxp 9-07-2008 11:13 Pagina 124 Natural Vet IL BENESSERE DEL CAVALLO Il colpo di calore Una patologia gravissima sempre in agguato nei mesi più caldi e che in alcuni casi può portare alla morte. Fortunatamente è facile da prevenire e le cure se somminstrate in modo tempestivo sono efficaci e risolutive Testo e foto del Dott. Stefano Morini* M Mi sembra doveroso, data la stagione torrida, parlare un pò del colpo di calore. Ogni volta che vedo cavalli in paddock senza ombra e, magari, senz’acqua (non stupitevi, è piuttosto frequente!) nella stagione estiva, rabbrividisco, pensando a quanto sia pericoloso l’insorgere di questa gravissima malattia. Nei cavalli è una patologia causata essenzialmente dall’esposizione al calore eccessivo, in situazioni di lavoro pesante o dalla stabulazione in locali chiusi e scarsamente ventilati. Se poi in scuderia aleggia quel meraviglioso profumo causato da urina e feci non tolte e da poca aria viziata ( ammoniaca + Co2 ), allora il cavallo non ha più scampo! Naturalmente la scarsità di acqua per l’abbeverata è un fattore che peggiora sintomi e prognosi. Direi che tra gli altri fattori aggravanti sono da considerare lo scarso stato di forma fisica dei cavalli e il loro trasporto in carri ferroviari o 124 van in giorni di caldo umido ; anche ricoverare in box caldi e con scarsa ventilazione animali che hanno fatto un lavoro pesante può determinare il colpo di calore. In effetti le manifestazioni cliniche di questa emergenza medica sono assolutamente gravi e allarmanti: aumento della frequenza respiratoria, debolezza, incespicamento e rifiuto di continuare il lavoro sono i primi segni e possono passare quasi inosservati. In scuderia spesso si osservano depressione alternata a inquietudine, scarso o nullo appetito. Anche questi sintomi possono trarre in inganno, ma se l’animale viene usato ancora oppure non viene rinfrescato adeguatamente dopo il lavoro insorgono velocemente gravi difficoltà respiratorie, convulsioni, collasso e coma. Altri sintomi ancora sono mucose congeste (color mattone), tachicardia ed evidente dilatazione dei vasi periferici. A volte questi sintomi possono far pensare ad una forma di indigestione oppure ad un utilizzo esagerato di cavalli poco allenati, ma ci sono due sintomi molto evidenti che danno la certezza della diagnosi e sono: una temperatura corporea molto alta (da 41°C a 43°C e oltre) e la secchezza della pelle. È certamente una malattia dal decorso breve, in quanto se i cavalli colpiti da colpo di calore vengono adeguatamente e rapidamente rinfrescati e trattati con cure adeguate e sopravvivono per qualche ora, in genere guariscono: se invece presentano accessi convulsivi muoiono in un’ora o due al massimo. Mi è capitato di assistere a qualche autopsia di animali morti in questo modo e ho riscontrato degenerazioni post mortem molto indicative: rigidità cadaverica e putrefazione si instaurano velocemente, il sangue non coagula e le vene superficiali sono molto dilatate, polmoni, cervello, fegato e reni presentano gravi degenerazioni. Brutta storia. Però, in questo mare di tristezze terrene, ci sono due buone notizie. La prima è che il colpo di calore si può prevenire efficacemente e con facilità, la seconda è che le cure, se utilizzate con tempestività, sono efficaci e risolutive. Allora, cosa fare in caso di colpo di calore, mentre qualcuno chiama in fretta il veterinario? Prima di tutto sistemate in qualche modo il cavallo all’ombra, dove ci sia un po’ di brezza. In caso contrario sistemate dei ventilatori intorno a lui. Bagnatelo tutto con acqua fresca e mettete del ghiaccio sulla nuca, la testa, le vertebre cervicali. Avvolgete nel ghiaccio anche i piedi per prevenire una eventuale podoflemmatite. Qualcuno ha suggerito in passato i clisteri di acqua fredda, ma sono decisamente discutibili per la 124_125 Vet.qxp 9-07-2008 11:13 Pagina 125 Un intervento tempestivo In caso di colpo di calore la prima cosa da fare è rinfrescare il cavallo con delle abbondanti spugnature di acqua e ghiaccio loro scarsa efficacia, mentre potrebbero essere molto dannosi per l’intestino, causando gravi coliche…Prima regola: non nuocere. Al suo arrivo il collega cercherà sicuramente di idratare velocemente il paziente con soluzioni saline e di somministrare di un analettico cardiocircolatorio. Ma, giusto per sfatare il mito della lentezza d’azione delle cure fitoterapiche, vorrei suggerire una cura d’emergenza a base di erbe. A parte la docciatura con acqua fredda, l’uso del ghiaccio e una doverosa reidratazione per endovena, senz’altro da eseguire, userei una miscela di sostanze a base di erbe, già esistente in commercio, da somministrare per bocca al cavallo e bagnerei con questo liquido anche la nuca e la fronte, massaggiando delicatamente, per velocizzare l’assorbimento anche per via locale. Questo rimedio fitoterapico contiene Aloe, Foglie di Cassia, Rabarbaro radice, Manna, Carlina radice, Canfora naturale, ecc. Dopo questo la ripresa è decisamente veloce, ma una volta superato il momento di crisi vorrei trattare il cavallo con appropriata terapia dedicata a depurare e tonificare gli organi interni, in particolare fegato e reni, eliminando tutti quei cataboliti organici che il colpo di calore ha fatto produrre all’organismo. In particolare uno specifico estratto alcoolico di Mais avrà la funzione di rigenerare le cellule danneggiate dalla fase congestizia e degenerativa della fase acuta. In ogni caso, un cavallo che si riprende da un colpo di calore, molto probabilmente non potrà riprendere il lavoro fino a che non sia terminato il periodo estivo, e non sarebbe simpatico fare delle prove per vedere se, dopo tutte le cure, forse sia di nuovo in grado di …produrre. Credetemi, non ne vale la pena. Allora, vista la drammaticità e la prognosi spesso infausta di questa patologia, non sarebbe meglio cercare di evitarla? Claro che si, direi. Quindi ecco le cose che servono ad un cavallo per non…morire di caldo: scuderie fresche e ventilate (se è il caso usare ven- tilatori a soffitto per muovere l’aria), acqua in abbondanza, fresca e pulita, sempre a disposizione, lavoro moderato e nei momenti più freschi della giornata (mattino presto e sera tardi), paddock con ombra e acqua a disposizione (meglio, se è possibile controllare i cavalli, lasciarli a prato di notte, con la razione di fieno, e tenerli in box ventilato di giorno, quando fa caldo, il che significa anche eliminare quasi il problema insetti), frequenti docciature preventive e….controlli, controlli e controlli : spiate i sintomi. D’altronde i ragazzi pelosi ci dicono chiaramente quando è troppo caldo per loro. Li avete mai visti quando infilano la testa dentro ai cespugli o sfruttano gli ultimi centimetri di ombra, magari stirando il collo fuori dal paddock, sfidando la corrente elettrica? Oppure arrabattarsi in mezzo a pozze fangose o infilare la testa nei contenitori dell’acqua? Una volta, conobbi un vecchi allevatore, che stravedeva per il suo cavallo, Alberto. Ne aveva solo uno perchè i tempi erano duri, ma era convinto che sarebbe diventato un campione e questo gli bastava. Aveva escogitato un sistema ingegnosissimo per rinfrescare il cavallo quando era in box : al soffitto aveva assicurato delle gomme usate per innaffiare il giardino, tutte bucherellate ad arte, in modo da far gocciolare l’acqua su Alberto, il campioncino, quando faceva troppo caldo. Funzionava magnificamente, anche troppo, magari, così quando il cavallo stava “affogando”, cominciava a nitrire e subito interveniva il suo padrone a staccare la corrente e fermare l’impianto. In paddock aveva predisposto tetti in legno per avere sempre ombra, anche se preferiva mettercelo alla notte. Quando gli chiesi come faceva a proteggersi dai ladri di cavalli, corse via con un’aria furbetta e ritornò cullando fra le braccia una vecchia doppietta che sicuramente aveva visto giorni migliori, ma sembrava molto pericolosa. “ Cost’a che l’è la me ragasola, la dorom megh e la ciapa ancòra un passerein a seint meter!” “Questa è la mia ragazzina, dorme con me e prende ancora un passerino a cento metri!”. A quel punto mi assicurai di avere la sua imperitura amicizia e lo lasciai dritto e fiero, in piedi, vicino ad Alberto. Ormai sapete come la penso : cavallo = amico fraterno, quindi non sarà mai abbastanza quanto farete per lui, quanto gli starete intorno cercando di farlo vivere nel modo più confortevole. La bilancia penderà sempre a suo favore. Sincerità, coraggio, fierezza, amore incondizionato verso l’uomo non possono che insegnarci quello che spesso a noi umani manca: LA RICONOSCENZA. Buone docce a tutti! * [email protected] www.naturvet.it 125