Intervista a Gino Landi

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Intervista a Gino Landi
Intervista a Gino Landi
di Nicola Bassano
Gino Landi il cui vero nome è Luigi Gregori, nasce nel 1933 sul palcoscenico del “Dal
Verme” di Milano, teatro nel quale i suoi genitori si esibiscono in uno spettacolo
di varietà. Proprio a Milano inizia a studiare danza con Oreste Faraboni, ma ben
presto si accorge di preferire la composizione coreografica. Una sera del 1956, al
teatro Alcione di Milano, un suo lavoro, Bulli e Pupe con Fanfulla è notato da Ermino
Macario, che lo vuole come coreografo per il suo prossimo spettacolo. Inizia così
la sua avventura nel meraviglioso mondo della “grande rivista”, portando in scena
la commedia musicale “Non sparate alla cicogna” di Amendola e Maccari. Nel 1958
Landi entra in Rai. Il mezzo televisivo sembra offrire nuove possibilità grazie ad un
linguaggio ancora tutto da scoprire. Realizza le coreografie di trasmissioni di successo
diventando il coreografo più famoso e richiesto del panorama televisivo nazionale
ed internazionale. Al 1969 risale l’inizio del sodalizio con Garinei e Giovannini che
durerà quasi quarant’anni. Dal 1977 realizza per la Rai e per le nuove Tv commerciali
più di 70 programmi televisivi. Sin dagli anni 50 Landi collabora con i grandi registi
del cinema italiano. Oltre all’incontro con Federico Fellini, che risale al 1972 sul set
di “Roma”, vanno ricordate le collaborazioni con Elio Petri (“La decima vittima”),
Luigi Zampa, Paolo e Vittorio Taviani, Sergio Leone (C’era una volta in America), Paul
Mazurskj, Nanni Moretti. In questa breve intervista Gino Landi racconta l’esperienza
a fianco del Maestro sui set di “Roma” e di “Casanova”.
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In quale occasione avvenne il suo primo incontro con Federico Fellini?
Mi fu presentato dal suo costumista Danilo Donati, con il quale collaboravo in televisione.
Qual’era il rapporto di Fellini con la Musica e con la Danza e quale peso dava a queste
arti all’interno dei suoi film.
Era un rapporto molto interessante perché lui prima lavorava con la musica e poi, a seconda
dell’idea che aveva inseriva la danza. In Roma, per esempio, la presenza del varietà dell’epoca
era un’operazione considerevole ed io quel mondo lo conoscevo bene.
Quali erano le vostre modalità di lavoro?
Mi spiegava le sue idee mentre facevamo delle lunghe passeggiate a Cinecittà
La vostra prima collaborazione fu per il film Roma, che ricordi ha di quell’esperienza.
Qual’è stato il suo contributo per questa pellicola.
Mi sono interessato di tutte le sequenze di varietà e della celebre sfilata ecclesiastica
Si ricorda chi fu il suo aiuto per questo film?
Mirella Agujaro.
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Come era il rapporto di Fellini con i suoi collaboratori più stretti?
Era un rapporto amichevole, alla mano.
Molti dei collaboratori di Fellini ricordano i set del regista come dei baracconi pieni di
luci, colori, e suoni; delle oasi di creatività piene di vita. Lei che ricordi ha?
Esattamente quello che lei ha descritto.
Ci può raccontare qualche aneddoto divertente legato al film Roma?
Non ricordo nulla in particolare, perché ogni scena sembrava un caleidoscopio.
Ci fu veramente un rapporto difficile e contrastato tra Fellini e Sutherland?
Non c’era un grande affiatamento con Donald Sutherland, ma era lo scontro di due genialità.
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Che ricordo ha di Donald Sutherland?
Un ottimo attore, una persona squisita. Ricordo di essermi trovato notevolmente in
imbarazzo quando Federico mi chiese di mostrare a Sutherland come guardare, dal buco
della tenda, la “gigantessa”.
Ci può parlare del suo lavoro sul set di Casanova?
E’ stato un lavoro importante in quanto mi sono occupato di tutte le scene d’amore e degli
amplessi della suora; inoltre ho collaborato in molte altre sequenze non ultima quelle della
famosa “bambola”.
Sia in Roma che in Casanova le musiche sono di Nino Rota, qual’era il rapporto con
Fellini?
Tra Rota e Fellini c’era un’armonia idilliaca.
In tutte e due i film i set erano pieni di grandissimi professionisti del cinema e dello
spettacolo, Rota, Donati, Rotunno, che atmosfera si respirava sui set di Fellini?
Prima di tutto un’atmosfera di grande professionismo.
Per “La città delle donne” e “Ginger e Fred” le coreografie furono affidate
rispettivamente a Leonetta Bentivoglio e Tony Ventura; perché la sua collaborazione
con Fellini si interruppe?
Perché nel periodo in cui lui girò sia“La città delle donne”che“Ginger e Fred”io ero impegnato
a Milano con Canale 5.
In molte interviste Fellini ha ribadito il suo amore per Cinecittà. Lei come ricorda la
questa fabbrica dei sogni?
Considero Cinecittà una finestra aperta sul mondo della fantasia dove può accadere qualsiasi
cosa, non solo sogni.
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Questa esperienza al fianco del Maestro cosa le ha lasciato?
Sono veramente lieto di essere stato tra i suoi prescelti collaboratori.
Se dovesse ricordare con un immagine Fellini?
La magia con la quale ha trattato quella che considero un po’ anche la mia “bambola”.
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