il capitolo plebano

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il capitolo plebano
7) Plebana di S.Stefano: ritratto a olio su tela dell’arciprete Bettini (+ 1884),
dipinto di buona qualità attribuibile al pittore sondriese Caimi.
8) L’arciprete Pasini ritratto al centro di un gruppo di ragazzi e giovani parrocchiani
intorno al 1930.
9) L’ingresso ufficiale di don Giuseppe Dolci come arciprete (settembre 1958)
accompagnato dalla folla dei parrocchiani.
24. Giovanni Andrea Riella di Dosso, pieve di Gravedona (già
parroco di Montemezzo) 1772 + 1779
25. Giuseppe Bacciarelli fu Giuseppe di Gera (n. 1741), dottore
in diritto civile e canonico, ultimo eletto dai signori conti Giulini
in quanto patroni dell’arcipretura di Sorico 1779 + 1811 sepolto nella chiesa di san Miro
IL CAPITOLO PLEBANO
26. Pietro Antonio Prata Pizzala di Gera (n. 1775), già cappellano in loco, primo nominato previo esame dal vescovo di Como
1811 + 15 marzo 1822 sepolto nel camposanto di san Miro
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27. Amatore Baserga nato a Brunate da Antonio il 4 aprile
1787, ordinato sac. a Como il 4 giugno 1814, coadiutore a
Cermenate, poi parroco a Maslianico, investito dell’ arcipretura nel maggio ed entrato in possesso nel luglio 1822 + 20 giugno 1856 di broncopolmonite e sepolto il 23 detto nel camposanto di S. Miro
28. Luigi Bettini di Sondrio (nato 17 genn. 1812) investito nel
settembre 1856 - + 18 ottobre 1884, dopo infermità di alcuni
mesi; sepolto nel camposanto di S. Miro.
Domenico Cuttica, econ. spir. di Gera e Sorico, 1884 - 1886
29. Carlo Bolis da Rossino bergamasco (n. 22 apr. 1829), già
curato di Piantedo, 18 maggio 1886 + 16 agosto 1907 sepolto
nel camposanto di san Miro
30. Antonio Pasini fu Antonio di Prosto (nato 17 gen. 1875),
ordinato sac. a Como il 2 giugno 1902, parroco di
Sommarovina, promosso a Sorico maggio 1909, entrato in carica il 13 giugno 1909, uomo dinamico e promotore d’ iniziative,
seppe imporsi in paese senza rotture, + ivi 12 aprile 1958,
sepolto nel camposanto di Prosto
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31. Giuseppe Dolci di Chiavenna (n. Monza 4 mag. 1917), già
canonico di Domaso (‘41-’50) e prevosto di S. Giacomo in
Vallespluga (‘50-’58), d’animo sensibile e signorile, disposto
anche a un sacrificio personale per il bene della comunità, è
rimasto impresso nella memoria e nel cuore dei suoi parrocchiani, 1958 - 1994 (+ 28 dicembre 1998), sepolto nel camposanto nuovo di Sorico.
32. Roberto Vaccani di Lezzeno (n. 12 mar. 1951), già coadiutore di Camerlata (‘75-‘81) e parroco di Montemezzo con
Bugiallo (dal 1981) dal 1994 arciprete.
Rimase soltanto, accanto all’arciprete, il cappellano di
sant’Orsola, che dopo la rovina di quella chiesa ricevette l’ordine di celebrare la Messa festiva nella plebana di santo
Stefano. Nel 1784 il vescovo Mugiasca chiese al governo della
Lombardia austriaca e ottenne che venissero stipendiati o
congruati dei cappellani coadiutori per numerose parrocchie
nelle quali o non esisteva un beneficio coadiutorale oppure
esso era poco consistente: così a Sorico il cappellano coadiutore di Albonico ebbe la congrua di L. 400 annue dal
1784, mentre solo dal 1793, con analoga congrua, il cappellano festivo di sant’ Orsola divenne il coadiutore dell’ arciprete.
Deve essere avvenuto in questo periodo un bel pasticcio: il
vescovo a suo tempo aveva chiesto la congrua per il coadiutore
di Sorico in Albonico, ma poi qualcuno dirottò la somma sul
capoluogo, come risulta da vari documenti4.
Fin dal Duecento le prebende canonicali erano nove, oltre a
quella arcipretale, godute da chierici (di norma non sacerdoti)
che spesso ne assommavano altre e che ovviamente non potevano risiedere presso due o tre chiese diverse.
Del resto la residenza nella vecchia plebana di Olonio già alla
fine del Duecento era solo un ricordo: lo testimonia un documento semiufficiale, le Rationes decimarum degli anni 1295-98.
Il beneficio arcipretale e due benefici canonicali risultavano collocati a Traona, tre a Sorico, due a Cosio e due a Colico, secondo un criterio centrifugo, rivolto cioè ai punti estremi con chiese officiabili del territorio1.
Non sono specificati i titoli delle chiese direttamente o indirettamente officiate, ma è probabile che nel caso di Sorico tutte
e tre le chiese di san Vincenzo, san Salvatore e san Michele lo
fossero alternativamente.
Quando la sede plebana fu trasferita, prima di fatto (1444) e
poi di diritto (1453 - 1456) a san Salvatore della Calchera, si
pose il problema delle prebende canonicali e della residenza: le
prebende vennero ridotte a tre, in modo tale che le rendite giustificassero l’obbligo di residenza, che però non venne in pratica imposto a tutti e tre.
Di solito, fino all’ inizio del Seicento, solo uno dei tre canonici faceva residenza effettiva e coadiuvava l’ arciprete.
Nel 1555 il canonico prete Francesco Preboni milanese era
anche cappellano dei santi Marta, Sebastiano, Stefano e
Gregorio, cappellania eretta nella chiesa plebana.
Nel 1582 l’ arciprete deteneva un canonicato, un canonico
residente era anche curato di Montemezzo e un terzo canonico
era un certo signor Mantegazza milanese2.
Nel 1599 il canonico prete Giovanni Battista Casati era cappellano mercenario di sant’Orsola.
In clima controriformistico sembra che sia stato applicato
più rigorosamente l’obbligo, concedendo però ai canonici di
assumere altri incarichi (ad esempio, le parrocchie viciniori).
Poi però una prebenda fu soppressa dal vescovo Carafino nel
1630 in modo che due benefici risultanti fossero in grado di
mantenere due sacerdoti, ma non se ne fece nulla, e nella
seconda metà del Seicento non si parlò più della residenza dei
canonici se non come lamentevole ricordo (nel 1668 erano
ancora registrati come canonici i reverendi Cesare Sala e
Gasparo Salomone)3.
Ancora nell’Ottocento (fino alle leggi eversive del 1866-67)
il cappellano di Sorico riceveva l’emolumento annuo di lire 700
(300 dal Rettore del Seminario vescovile di Como e 400 dalla
Cassa di Finanza)5.
Cappellani coadiutori
Giovan Battista Sampietro 1756 - 1762
G. Antonio Minonzio 1763 cappellano Montani
Giov. Battista Omboni 1763 cappellano festivo
Bartolomeo Panizzera 1770 - 1780
Giov. Antonio Minonzio 1780 – 1784
Bartolomeo Panizzera jr. 1784 - 1786
Sebastiano Oreggia 1793 - 1796
Marco Angelo Perusconi 1797 - 1800
Pietro Prata Pizzala 1800 - 1810
Antonio Bassi 1818 - 1830 can. di Domaso
Giovan Battista Felolo 1830 - 1838/39
Francesco Citterio 1840 - 1853 e maestro di scuola comunale,
poi prevosto di Dubino.
Miro Morosini 1854 - 1855
Giuseppe Ferrario 1855 - 1861 e maestro di scuola comunale,
poi coadiutore di Colico.
Carlo Persini 1861 - 1870 cappellano di Gera ed economo spirituale della vacante cappellania coadiutorale di Sorico
Pietro Sala 1906 - 1910 ultimo coadiutore, poi parroco di
Zelbio.
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1) R. PERELLI CIPPO, La diocesi di Como e la decima del 1295 - 98, in Studi di storia medievale e di diplomatica, Milano 1976, vol. I, pp. 144 - 187 - 253.
2) ASDCo., Curia vescovile, Visite pastorali, cart. V, fasc. 2.
3) ASDCo., Curia vescovile, Visite pastorali, cart. LV, fasc. 2.
4) ASDCo, Curia, Parrocchie, Vicariato di Domaso, Albonico, fasc. 2.
5) ASDCo, Curia, Visite pastorali, cart. CCIV, fasc. 2.
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10) La plebana di S.Stefano nel suo aspetto attuale,
risultato di una serie d’inteventi durato mezzo millennio.
IL TRASFERIMENTO DELLA SEDE PLEBANA A SORICO
Nel luglio 1444 era stata effettuata una visita pastorale: per la
prima volta l’arciprete è definito “de Suricho”.
I canonici erano sette (l’arciprete deteneva un canonicato),
ma soltanto tre percepivano un compenso, abbastanza ridotto,
circa quattro ducati d’oro all’anno per ciascuno; l’arciprete
ricavava circa quattordici some di cereali (ma sicuramente
approssimava per difetto).
Aveva ottenuto l’arcipretura per nomina dell’ autorità apostolica; manteneva come cappellano prete Donato Turconi,
pagandogli il vitto e undici ducati d’oro all’anno.
Arciprete e cappellano erano gli unici sacerdoti effettivamente residenti e officianti nella nuova chiesa plebana; non vi conservavano l’ Eucaristia, ma c’era l’intenzione di farlo appena
possibile. Interrogato l’arciprete su dottrina e liturgia, rispose
bene, salvo che tralasciò qualche parola nella formula dell’
assoluzione sacramentale. Il cappellano invece non seppe
esporre bene le sette opere di misericordia9.
Già alla fine del Duecento la sede di Olonio risultava più un
titolo che una sede reale: ne fa fede la dislocazione dei membri
del collegio canonicale a Sorico, Traona, Cosio e Colico nelle
“Rationes decimarum”6, e poi tutta una serie di documenti che
mostrano arciprete e canonici impegnati sì nel territorio della
pieve ma in chiese realmente efficienti e in crescita7.
Si giunge al punto critico nel 1443: arciprete e canonici,
d’accordo con la comunità di Sorico, decidono di trasferirsi a
officiare in quel borgo, portando con sé titoli, benefici, privilegi
e possessi della precedente sede.
Come luogo evidentemente fu scelta la contrada di Calchera,
come più centrale nel territorio comunale e dove già esisteva
una chiesa antica dedicata al Ss. Salvatore.
Gli atti formali furono espletati nella curia vescovile di Como
il 13 giugno 1444, davanti al vicario generale Stefano de
Appiano, in forma di compromesso arbitrale affidato all’arciprete di Gravedona rev. Giacomo de Sabato: atto rogato dal
notaio Giovanni de Ghezzi8.
Già dal 1443 si era avviata la costruzione della nuova chiesa
arcipretale, inglobante in parte quella vecchia del Salvatore: alla
spesa partecipò anche il duca di Milano Filippo Maria Visconti
con l’offerta di 400 coronati (la concessione è registrata nell’atto sopra citato).
Sicuramente gran parte della fabbrica era agibile nel 1453,
quando venne fondata la cappella di san Bernardino e dei santi
Innocenti.
Infine la bolla di Papa Callisto III, datata 30 ottobre 1455,
sanziona definitivamente il passaggio della sede plebana a
Sorico, nella chiesa ormai terminata (almeno come opere
murarie) delegando al Vescovo comense l’applicazione pratica
delle disposizioni pontificie.
Questo avviene soltanto dopo un anno, con la lettera o decreto del 9 novembre 1456, a firma del Vescovo Antonio Pusterla e
stilato dal notaio della Curia vescovile, Francesco de Ripa figlio
di Baldassarre.
Nella prima parte del decreto è riprodotto il testo della bolla
pontificia da mettere in esecuzione; nella seconda si danno precise disposizioni per l’ ufficiatura della chiesa plebana e delle
chiese filiali e per la cura delle anime, secondo il costume dell’
epoca, naturalmente.
GIURISDIZIONE DELLA CHIESA PLEBANA
All’epoca del trasferimento ufficiale della sede plebana in
Sorico le erano sottoposte le comunità di Trezzone, Montemezzo
e Bugiallo, il quartiere di Gera, e poi quelle di Colico, Delebio
con Piantedo e con Rogolo, Cosio con Regoledo, Sacco, Rasura
e Pedesina, e Gerola, e tutte le chiese e le comunità della costiera dei Cecch da Monastero di Dubino sino a Mello.
Ma all’inizio del Cinquecento Cosio e Traona erano parrocchie pienamente autonome e matrici di varie altre parrocchie e
viceparrocchie: si perse addirittura il ricordo della dipendenza
plebana originaria.
Anche nel territorio rimasto a Sorico, nel 1480 Montemezzo
ottenne la sua autonomia parrocchiale, nel 1505 Piantedo, poi
nel 1582 Bugiallo e infine nell’87 Trezzone.
Nel 1482 Gera avviò una procedura legale di convalida della
sua autonomia quanto a sede di fonte battesimale rispetto alla
nuova sede plebana.
Quasi sicuramente il battistero esisteva già da parecchio
tempo nel san Vincenzo di Gera, forse sin da quando la chiesa
nel Duecento aveva acquisito un certo maggior peso come punto
di riferimento della popolazione situata ai margini del territorio
plebano, come le chiese di Colico, Cosio e Traona.
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6) R. PERELLI CIPPO, La diocesi di Como e la decima del 1295 - 98, Università degli studi di Milano, Milano 1976, vol. I, pp. 144, 187, 253. M. FATTARELLI, La sepolta
Olonio, cit, pp. 398 et alibi.
7) F. NINGUARDA, Atti della visita pastorale diocesana, vol. I, pp. 254 -255: qui è specificato che già nel 1443 era stata avviata la costruzione della chiesa, a spese del Comune
di Sorico e col contributo del Duca di Milano.
8) ASDCo, Curia, Visite pastorali, cart. XXIII, cc. 83 segg.; copia in APSorico, Documenti storici.
9) La visita pastorale di Gerardo Landriani alla diocesi di Como, a cura di E. Canobbio, Milano 2001, pp. 119 - 122.
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11) Archivio arcipretale di Sorico: manoscritto originale della nuova organizzazione
della Confraternita del Ss. Sacramento (aprile 1855).
Solo nel 1466 venne installato nella plebana di Sorico un
grande fonte battesimale marmoreo10, e logicamente da allora
non fu più tollerabile che le funzioni del sabato santo venissero
svolte in una chiesa subalterna (fatto poco consueto ma non
unico: anche nella città di Como le funzioni del sabato santo
venivano svolte dai canonici del Duomo nella collegiata di san
Fedele e nel suo battistero di san Giovanni).
Di qui l’inizio del campanilismo tra i due quartieri di Gera e
Sorico, sfociato nella divisione parrocchiale e poi anche comunale.
Nella seconda metà del Cinquecento Gera e Colico cominciarono a rivendicare sempre più completa autonomia dalla vecchia chiesa madre, che ottennero nel primo decennio del
Seicento, dopo una serie di vicissitudini giudiziarie che risultano agli atti11, anche per quanto riguardava i formali gesti di ossequio in occasione delle principali feste.
Colico versò come sanatoria alla plebana la somma di ducatoni 225 nel 1607, che l’arciprete e i sindaci (fabbriceri) della
chiesa concessero in prestito al Comune; la stessa somma versò
anche Gera nel 1611 e anche questa fu impiegata come la
prima12.
Verso la fine del Seicento anche i parroci di Bugiallo,
Montemezzo e Trezzone rifiutarono i vecchi obblighi simbolici
nei confronti della plebana e del suo arciprete, come la partecipazione ad alcune solennità liturgiche in ruolo subalterno di
diacono o suddiacono: cause, ricorsi e ordinanze si susseguirono nel corso di un secolo, senza che l’autorità vescovile osasse
decidere in un senso o nell’altro. Alla fine furono le stesse parti
a lasciare cadere praticamente la questione, pur mantenendo il
punto di diritto, verso la fine del Settecento.
Rimase sino all’Ottocento la cerimonia della consegna degli
Oli Santi e dell’Acqua Battesimale ai parroci dipendenti e al vicario di Albonico subito dopo il Sabato santo di ogni anno, cerimonia sino al 1812 registrata in apposito verbalino13.
neo non l’arciprete ma uno dei canonici, evidentemente ritenuto più affidabile dalle autorità curiali di Como.
Poi, a partire dal 1668, il vicariato di Sorico fu soppresso e
aggregato a quello nuovo di Domaso, che si era staccato dalla
pieve di Gravedona: così per circa cinquant’anni.
Poi di nuovo all’ arciprete di Sorico venne di nuovo assegnato il titolo di vicario foraneo, insieme con la conferma delle insegne plebane (rocchetto, mozzetta e baculo, cioè bastone pastorale minore), quando ormai l’autonomia delle singole parrocchie era pienamente affermata.
Il vicariato di Sorico venne ancora soppresso nella prima
metà dell’ Ottocento e ripristinato dal vescovo Macchi con
decreto del 1º gennaio 193814, con cinque parrocchie (altrettante ne aveva quello “concorrente” di Domaso), per morire
infine di morte naturale con la creazione dell’unica “Zona pastorale” delle Tre Pievi.
LE CONFRATERNITE
La più antica, come in molte parrocchie di questa sponda del
lago e di altre plaghe del territorio comense, era quella posta
sotto la protezione di santa Marta (come a Gera, Domaso,
Gravedona, Dongo, Musso, Menaggio, ecc.); alla fine del
Cinquecento non se ne conosceva più l’epoca dell’ istituzione.
Era retta da un priore, un vicepriore e due sindaci: la divisa era
un abito bianco di foggia monastica, che però veniva usato poco
nelle riunioni liturgiche.
Queste consistevano nell’assistenza alle funzioni parrocchiali, con la comunione nelle feste stabilite, nella celebrazione
dell’Ufficio della Madonna e nella partecipazione alle processioni15.
Nel 1599, in occasione della visita pastorale del vescovo
Filippo Archinti, fu canonicamente istituita la confraternita del
santissimo Sacramento, con la concessione delle indulgenze
rituali.
La confraternita del santissimo Rosario fu invece istituita con
breve apostolico il 27 dicembre 1608 dal delegato del priore del
convento domenicano di Como.
Sessanta anni dopo tutte le confraternite erano praticamente
estinte, causa la penuria di popolazione stabile, durata per
parecchi altri anni16.
Nel 1855 venne riformata la confraternita maschile del ss.mo
IL VICARIATO FORANEO DI SORICO
Nell’età controriformistica si sovrapponeva al vecchio istituto plebano quello del vicariato foraneo, più direttamente dipendente dall’ordinariato diocesano, quindi ritenuto più efficiente
per il controllo delle singole parrocchie e del clero.
A Sorico per svariati anni (1610 e seguenti) fu vicario fora-
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10) S. MONTI, La cattedrale di Como, vol. XI del “P S S C”, Como 1896, p. 60.
11) Pieve di Sorico, a cura di Mario Longatti, in “Archivio Storico della Diocesi di Como”, VI, Como 1995, pp. 189 - 191.
12) AP Sorico, fasc. n.n., “Receptarium iurium archipresbiteratus Surici”, ms. adespota, 1635.
13) ASDCo, Curia, Parrocchie, Vicariato di Domaso, Sorico, fasc. 12 (docc. dal 1699 al 1784). A P Sorico, registri, Stato delle anime dal 1770 al 1800, in calce.
14) Bollettino Ecclesiastico Ufficiale, Como 1938, a. XII, n. 1, pp. 5-7 e 15.
15) La pieve di Sorico, a cura di M. LONGATTI, in “Archivio Storico della Diocesi di Como”, vol. 6, Como 1995, pp. 147 segg.
16) ASDCo, Curia, Visite pastorali, cart. LV, fasc. 2.
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Sacramento della parrocchia plebana, come risulta da un dettagliato protocollo firmato o approvato da un gran numero di
uomini della parrocchia (più di 60)17.
Sopravvisse per più di cent’ anni.
Nella parrocchia di Bugiallo la confraternita del santissimo
Sacramento fu istituita nel corso della visita pastorale Archinti a
fine giugno 1599.
La scuola della Dottrina Cristiana fu istituita dal vescovo
Carafino nel 162718.
La confraternita femminile, dopo un lungo periodo d’irregolarità, fu di nuovo canonicamente eretta il 3 dicembre 1895 e
nel 1929 contava circa 100 consorelle; quella maschile del
Ss.mo Sacramento, continuata informalmente dopo la soppressione settecentesca, fu rifondata regolarmente il 28 aprile 1906,
con più di 30 fratelli che indossavano divisa bianca e mantellina
rossa19.
Ad Albonico dall‘inizio dell‘Ottocento vi era una confraternita maschile solo formalmente irregolare; alla sua istituzione
canonica si provvide evidentemente pochi anni più tardi.
La confraternita femminile alla fine del secolo risultava sotto
il patrocinio della B.V. del S.Rosario20.
Maffiola l’anno 1563 adi 19 d’agosto come per in strumento
rogato d’un quondam Michele Rippa notaro.
Item un altro legato de scuti 2 del carico non consta.
Tutti gli sudetti legati sono adempiuti dall’Arciprete fuori di
quello de lire 17 sol. 10, quale adempisce il canonico infrascritto.
3. L’altare et capella di s.to Bernardino ha di reddito de lire
50 imp.li l’anno dotato l’anno ---------- et è iuspatronato della
famiglia de Rippa d’essa terra, constando per la fundacione et
inscritione nel muro d’essa capella et le multiplicate presentazioni et elettroni etiam nuovamente fatte nella persona del
moderno Arciprete l’anno 1593 - è di carico d’una messa la settimana nella fondazione d’essa capella, ma per un acrescimento
fatto sino alla detta somma de lire 50, che prima era se non lire
11 nella fondazione d’un Pietro figlio di Finosio de Rippa con
carico di pregare per l’anime de tutti li defunti de quella casata,
come per il testamento suo rogato l’anno 1488 26 febbraro,
quale resta hora presso Aluiggi Rippa.
4. Item v’è un legato de lire 5 imp.li l’anno con carico di
celebrare alcune messe compartendo alcune all’altare maggiore
et alcune agli altari di san Salvatore et di santa Marta.
5. La fabbrica ha di reddito ogn’anno scuti 24 per il capitale
de scuti 400 con obligacione di mantenere l’oglio per illuminare il santissimo sacramento et con obligo per l’ annuo censo de
scuti 3 l’anno di fare dire un officio l’anno per l’anima d’un
quondam messer prete Stefano curato di santo Martino et canonico d’essa chiesa.
I LEGATI DI CULTO
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Stato al 1593 .
1. L’altare de santo Salvatore et della Madona non ha alcuno
reddito, fuorichè per causa d’un altro altare già di santo
Sebastiano unito a questo c’è un legato de libre 8 imperiali l’anno con carico di celebrare una messa la settimana lasciato
d’uno della famiglia de Conti.
2. L’altare de santa Marta ha diversi redditi, prima un legato
de capitale de libre 275 imperiali de reddito annuale de libre 17
soldi 10 - l’anno con carico di celebrare due messe la settimana lasciato alla detta capella d’un quondam Battista Cigala, come
per testamento rogato per Aluiggi Rippa notaro di Sorico.
Item un legato de un scudo l’anno con carico di fare cantare
la messa al detto altare ogni prima domenica d’ogni mese, di un
ser Mariolo de Santo Giuliano, come per instromento rogato dal
fu Andrea della Feria notaio di Sorico.
Item un legato di soldi 35 l’anno con carico d’ una messa il
mese lasciato d’un Battista Garzone.
Item un legato de lire 9 imp.li con carico d’una messa la settimana lasciato al curato d’essa chiesa d’una donna chiamata la
Stato al 177022.
1. Legato lasciato da Alessandro del Conte quondam Cesare
di Sorico di messe tre la settimana da celebrarsi in perpetuo
nella chiesa arcipretale di santo Stefano di Sorico, come da
testamento rogato da Martino Cantone notajo di Milano 18 gennajo 1605, ridotto a messe 120 nella Sinodo del 1633.
2. Legato lasciato da Gio. Battista Garzoni di Sorico di soldi
30 annuali sopra una pezza di terra vignata, campiva, prativa
detta “la vignazza” con obbligo di celebrare tante messe, come
da testamento rogato da Giacomo Riva notajo di Sorico l’anno
1547, 29 settembre.
3. Legato lasciato da Catterina de Longhi quondam Mariolo
di Sorico di Messe nº 10 annuali nella Collegiata di Sorico, come
da testamento rogato da Michele Riva di Sorico li 19 agosto
1563.
4. Legato lasciato da Maddalena Sebregondia di messe nº 6
_____________________________
17) AP Sorico, fasc. n.n.
18) ASDCo, Curia, Visite pastorali, cart XL, fasc. 3.
19) ASDCo, Curia, Visite pastorali, cart. CCXLIII, C, fasc. 3.
20) APSorico, fasc. n.n., Visita pastorale 1898.
21) ASDCo, Curia vescovile, Visite pastorali, c. XII (Ninguarda).
22) ASDCo, Curia, Visite pastorali, c. CLXXVII, fasc. 4 (Mugiasca).
annuali, come da testamento rogato dal signor Giorgio Giulino li
21 gennajo 1612.
5. Legato lasciato da Giuseppe del Conte quondam
Alessandro di messe n.º 104 annue da celebrarsi nella Collegiata
di Sorico o chiese figliali, come da instromento di vendita rogato dal signor Giacomo Francesco Sebregondio notajo di Como
nel giorno 20 gennajo 1741.
6. Legato lasciato da Giuseppe del Conte quondam
Alessandro di Sorico di messe nº 6 annue da celebrarsi nella
Capella sotterranea di S. Carlo nella Metropolitana di Milano,
come da instromento di vendita rogato dal signor Giacomo
Francesco Sebregondio notajo di Como nel giorno 20 gennajo
1741.
7. Legato lasciato da Giacomo Montano di Sorico di un livello di stara ventitrè castagne bianche che annualmente paga Giov.
Battista Andreoli quondam Giov. Battista e del fitto che ogni anno
si ricaverà sopra una certa peschiera a Dascio, col prodotto de’
quali assegni si dovranno celebrare tante messe ogni anno,
come dal di lui testamento sotto il giorno 14 agosto 1759 sigillato, ed aperto sotto il giorno 27 giugno 1767 dal signor
Giuseppe Felolo notajo di Domaso, appresso del quale rimane.
8. Legato nella chiesa di S. Miro de’ signori Stoppa di
Bellano, coll’obbligo della messa all’altare de’ santi Filippo e
Giacomo in tutte le feste degli apostoli ed una messa alla settimana, per cui sono assegnati tanti fondi, vigna, selva e bosco di
pertiche circa 38 esistenti nel commune di Sorico, dove si dice
a Duolo, come da suo testamento.
9. Abbazia di sant’Orsola: il presentaneo possessore don
Cristoforo Cassina di Como, fà celebrare la festiva messa nella
chiesa di santo Stefano o sue figliali, oltre le feriali che si celebrano nella chiesa di s. Gio. in Domaso filiale e dipendente da
quella di sant’Orsola, o dove dall’ordinario si fosse ordinato.
10. Legato lasciato dal fu signor Conte abbate don Giovanni
Giulini nell’ oratorio di Albonico di un capitale di lire 10 mille,
le quali trovansi di presente nelle mani del signor Conte Giorgio
e fratelli Giulini in Milano, che pagano annualmente lire 350 di
fitto all’anno delle quali si celebrano tante messe nell’oratorio
suddetto di Albonico dal Capellano che dall’Arciprete di Sorico
viene eletto, come da Testamento rogato dal signor Francesco
Eugenio Stampa notajo di Gravedona nel giorno 28 gennajo
1742.
celebrazione di Messe. Rogito Sessa notaio 12 gennaio 1790.
Juspatronato degli Eredi Stoppa, del m.r. Rettore del
Seminario di Como e della Deputazione di Sorico.
2) Legato fondato nel 1742, pubblicato nel 1760, dal fu
Abate don Giovanni Giulini legando L.10.000 per la celebrazione di altrettante Messe nella chiesa di Albonico dal Cappellano
ivi dimorante di nomina dell’ Arciprete.
3) Legato detto Montani con istrumento 12 febbraio 1752,
rogito don Eugenio Stampa, ed istrumento 29 febbraio detto
anno, rogito Felolo Giuseppe: sono diversi legati livellarii in stabili pagati da diversi portanti la somma di L.200, da celebrarsi
200 Messe.
4) Legato della Messa festiva pagato dal Seminario di Como
in Milanesi L. 300.
5) Legato di una Messa all’anno nel giorno 19 dicembre,
anniversario della fu Maddalena Roboè, con testamento orale 17
dicembre 1847, lasciando a questa la somma di Milanesi L.200
ed essa corrisponde L. 2 per l’adempimento di questo Legato
perpetuo.
Sorico, 26 gennaio 1882.
Luigi Bettini Arciprete Parroco.
PREVOSTI E COMMENDATARI DI S. ORSOLA
Praticamente è impossibile ricostruire la serie cronologica
dei superiori della casa religiosa di Sant’Orsola per i primi due
secoli di vita, e anche per il periodo seguente permangono molti
punti oscuri: soltanto a partire dalla metà del Quattrocento
diventano più numerosi i documenti e meno avari d’informazioni, proprio quando meno vivace era divenuta la vita della casa.
Fra’ Ospino Corvo 1337
fra’ Giovanni de Claro 1443 - 1453
fra’ Giorgio de Carnevarijs 1473
fra’ Tomasino de Rezonicho 1478 - 1522
fra’ Giorgio della Feria Caligari, già coadiutore 1523 - 1550
fra’ Ilario della Feria Caligari 1550 - 1571
(poi cappellano a Gera sino al 1593)
Alessandro Glorierio referendario apostolico, primo commendatario 1571 - 1574
Francesco Calderari domasino commendatario 1575 - 1590
Vincenzo de Orchi dottore IUD chierico comasco commendatario 1591 - 1595
Francesco de Orchi nipote del precedente chierico commendatario 1595 - 1646
Giov. Pietro de Orchi comasco nipote del precedente 1646 16...
Stato al 188223.
Legati eretti nella chiesa arcipretale plebana di Sorico.
1) Beneficio ecclesiastico eretto nella chiesa figliale di S.
Miro da Stoppa Andreolo 19 novembre 1340 sotto il titolo dei
Ss. Apostoli Giacomo e Filippo. Diversi fondi situati a Dolo
livellati per Milanesi L. 90 per la manutenzione dell’altare e
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23) AP Sorico, cart. “documenti antichi” busta sec. XIX, f. n.n.
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12) Archivio parrocchiale di Montemezzo e Bugiallo:
in un registro di battesimi di Bugiallo un parroco (verso il 1790)
esprime in questa caricatura il suo disagio
per i rapporti con i parrocchiani.
Chiavenna nella chiesa dei cappuccini. Morì a Milano nel 1656
nel convento di porta orientale ed ivi fu sepolto.
Francesco Giulini di Giorgio, n. 4 ottobre 1622, si laureò in
teologia a Milano nel 1646; divenne parroco di Dazio in bassa
Valtellina, dove morì nel 1694.
Carlo Maria Bianchi, nato a Malgrate il 19 aprile 1757 da
Domenico e da Lucia Caterina Montana “studente in Sorico non
tonsurato” nel 1794, chierico accolito nel 1797, ordinato suddiacono nella primavera 1800, diacono nell’autunno dello stesso anno e sacerdote nel dicembre, col titolo di cappellano coadiutore di Piantedo; ivi morì all’età di 60 anni il 10 marzo 1817,
per “febbre catarrale” e fu sepolto nel tumulo dei sacerdoti al
centro della chiesa parrocchiale, di cui era stato per alcuni anni
anche economo spirituale.
Virginio Piscen, n. Sorico 27-08-1924, ordinato 27-06-1948,
vicario di Capiago (’48 - 53), parroco di Madesimo (‘53 - ‘70);
dall’autunno di quest’ultimo anno quiescente prima al paese
natale e poi in Valduce. Sinchè la salute glielo permise collaborò
alla gestione dell’archivio storico diocesano, secondo la sua
inclinazione e le sue capacità. Ha lasciato molti quaderni con
trascrizioni di documenti antichi e con appunti su elementi di
storia locale, specie relativi al suo amato paese, con abbozzi
pieni di erudizione, d’intuizione e di amore per la sua terra.
Morto a Como dopo lunga sofferenza + 05.12.1999, fu
sepolto nella cappella centrale del camposanto di Sorico.
Rocco Paggi, n. a Dascio di Albonico 14 aprile 1940, ordinato 22 giugno 1965, vicario a Rovellasca (’65 - ’68), parroco
di Cino e di Mantello dal 1969.
Giuseppe Raviscioni, n. ad Albonico 12 febbraio 1955, ordinato 28 giugno 1980, vicario a Talamona (’80 - ’88), vicario a
Chiavenna (’88 - ’92), parroco di Somaggia (1992 - 99) e ora
di Dubino.
Ermanno Rasero, n. Bugiallo 1933, ordinato 1956, betarramita, attualmente in diocesi di Frascati.
Angelo Paino, n. Corenno Plinio 5-10-1931, ordinato 31-051958, betarramita, attualmente in diocesi di Milano.
Luigi Paggi, n. Sorico 26 luglio 1948, ordinato a Parma 28
settembre 1973, saveriano, missionario in Bangladesh da più di
trent’anni, premiato dal Comune di Sorico nel 2004 per il suo
impegno di missionario e di filantropo.
Gaspare de Orchi comasco fu n. h. Amanzio 1675 - 1696
Candido Cassina comasco commendatario 1706 - 1712
Cristoforo Cassina comasco commendatario. 1731 - 1773
Rettore del seminario vescovile di S. Caterina in Como 1775...
N.B. Da allora il beneficio rimase appannaggio del Rettore,
con l’onere del pagamento di un cappellano per la celebrazione
delle Messe nell’ Arcipretale di Santo Stefano.
PRETI RELIGIOSI E RELIGIOSE ORIUNDI DI SORICO E UNITI
Donato Caligari, vicario sostituto dell’ arciprete dal gennaio
1450, arciprete dal dicembre 1453 al 1477.
Giovanni Pellizzari, canonico residente dal 1453 al 1473
almeno.
Mariolo Caligari, canonico residente, rettore di S. Vincenzo e
dal 1º ottobre 1502 vicario sostituto dell’ arciprete di Sorico.
Vincenzo Caligari, canonico residente nel 1515.
Battista Riva, canonico residente dal 1548 al 1553 almeno
Giovanni Battista Casati, n. c. 1567, ordinato a Como 1590,
canonico di Sorico dal 1584 a dopo il 1600.
frate Sebastiano Casati, fu nobile sig. Enrico, dei Carmelitani
di Milano, nel 1588 (almeno tra febbraio e aprile residente in
casa paterna), eletto cappellano mercenario degli uomini di
Tremoledo per gli oratori di Albonico e Dascio.
Giovanni Abondio Montani, curato di Bugiallo dal 1614 al
1621 (morto a gennaio o inizio febbraio).
Giovanni Stefano Giulini di Giov. Angelo, n. c. 1586, dottore
in teologia, fu canonico di Sorico e dal 1611 parroco di
Trezzone. Morì quivi il 16 gennaio 1649.
Gerolamo Riva chierico nel 1618 e beneficiato in S. Miro
Giov. Stefano Preboni, figlio del notaio Anchise, chierico nel
1592-93-94.
Giovanni Pietro Casati, canonico, dal 1623 arciprete + 8
maggio 1635.
Alessandro Conti fu Giov. Antonio, arciprete dal 1635 al + 4
febbraio 1674.
Cesare fu Giov. Antonio Conti, n. c. 1615, vedovo, già prete
nel 1668 ed ancor vivo nel 1675.
Giov. Battista Conti fu nobile e medico Giov. Giacomo, nel
1660 parroco di Fusine, pieve di Berbenno.
Giov. Stefano Giulini di Giorgio, n. 5 aprile 1615, nel 1635
eletto alla cappellania dei ss. Giacomo e Filippo in san Miro; laureato in teologia, fu poi parroco di Dubino, ove rimase almeno
sino al 1650.
Giov. Battista Giulini di Giorgio, n. 22 ottobre 1619, si fece
cappuccino col nome di Zaccaria pronunciando i voti nella città
di Vigevano il 2 febbraio 1640; il giorno precedente aveva fatto
testamento a favore dello zio prete, del fratello prete e del fratello chierico. Il 1º febbraio 1647 disse la prima Messa a
Suore:
* suor Margherita Giulini di Giorgio, professa nel convento
benedettino - umiliato di S. Maria Maddalena di Gravedona l ’ 11
gennaio 1623, col nome di suor Angela Benedetta; morta il 28
aprile 1625.
* suor Onoria Faustina Giulini di Giorgio, n. 23 giugno 1634,
professa nel convento predetto di Gravedona nel 1652 e l’anno
dopo pronunciò i voti solenni.
* suor Trentina Mammertina Personeni, nata 12-10-1915,
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entrata a 18 anni nella congregazione delle suore Adoratrici, si
è perfezionata come infermiera e ha operato anche all’ ospedale di Gravedona e poi nella casa madre di Rivolta d’Adda. Si è
spenta il 7-10-2002.
* suor Martina Irene Traversi Montani, nata 23-10-1936,
sino a 18 anni è vissuta in località Poncetta lavorando come
sarta; a 20 anni è entrata a Como nella congregazione delle
suore di Maria Bambina e ha frequentato le scuole professionali d’infermiera e di caposala.
Ha lavorato nella clinica Capitanio di Milano; in seguito a
problemi di salute si è poi stabilita presso la comunità di Edolo
dove si occupava delle suore anziane e svolgeva un’intensa attività di volontariato fra le persone più bisognose. È morta il 5-102001 a Edolo dov’è stata seppellita.
* suor Ennia Colombini di Albonico-Dascio, entrata nel noviziato delle suore infermiere dell’Addolorata l’8 dicembre 1987;
ha fatto la vestizione il 15 settembre 1988 e la professione dei
voti alla stessa data del 1990; appartiene alla comunità del
Valduce di Como.
* suor Ada Rita Rasero, nata a Gravedona 15-04-1961, è vissuta fino all’età di 20 anni a Bugiallo con la famiglia, nella quale
ha ricevuto le basi di una fede cristiana semplice e forte.
Ha frequentato le scuole superiori presso le Canossiane di
Gravedona e poi ha conseguito la laurea in Scienze
dell’Educazione presso l’Università Cattolica di Milano.
Dopo alcune esperienze lavorative, ha conosciuto a Milano le
Figlie dell’ Oratorio, congregazione alla quale appartiene dal 7
novembre 1981, e nella quale svolge il suo apostolato secondo
la spiritualità e lo stile educativo di san Filippo Neri.
PARROCI DI BUGIALLO DAL 1582
La parrocchia fu eretta il 21 luglio 1582 per decisione del
vescovo di Como mons. G.A. Volpi, dopo una procedura piuttosto complessa e durata un anno24, con separazione dalla Matrice
di Sorico, ma con alcune condizioni: in primo luogo l’adeguamento della chiesa alla sua nuova funzione parrocchiale, poi la
costruzione di una casa decente per l’alloggio del futuro parroco, poi la dotazione garantita di non meno di 50 scudi d’oro
d’Italia per il mantenimento; inoltre il pagamento delle primizie
all’ Arciprete, secondo la convenzione del 1444; poi l’intervento
del futuro curato con la sua croce astile e con i parrocchiani alla
processione del Corpus Domini in Sorico; poi l’ intervento del
curato alle funzioni nella Plebana il Sabato Santo, nelle due feste
di santo Stefano (26 dicembre e 3 agosto)e nell’anniversario
della consacrazione, compresi i primi Vesperi delle vigilie; poi,
in caso di funerali a Bugiallo con invito a più sacerdoti, l’obbli-
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go di invitare l’Arciprete o un suo vicario, come pure d’invitare
l’uno o l’altro per la festa di san Giovanni e per la festa della consacrazione della chiesa, per la Messa cantata e una congrua
refezione; inoltre a consegnare il 3 di agosto d’ogni anni
all’Arciprete di Sorico un cero di due libbre di 12 oncie per libbra, in segno di ossequio.
Nel 1594 gli uomini di Bugiallo chiesero al Vescovo di essere esentati dalla vecchia decima, anche perché all’onere non
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24) AP Sorico, Cartella “Documenti antichi”, fasc. non num.
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