I due Soli tramontarono dietro le dune di Tatooine

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I due Soli tramontarono dietro le dune di Tatooine
StaR warS
CARPE DIEM
di Valeria Priore
Gli eventi narrati in questo volume si svolgono alla fine dei fatti di Revenge
of the Sith.
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Star Wars – Carpe Diem è una fan-fiction pubblicata originariamente su
EFP (http://www.egoio.net/efp/index.php) e successivamente ospitata anche
dal progetto Ultimate Star Wars Saga, di cui ne diviene parte.
Il progetto Ultimate Star Wars Saga è reperibile sul sito internet
http://ultimatestarwars.altervista.org.
Questa fan-fiction è un prodotto amatoriale non a scopo di lucro.
Star Wars è copyright della Lucasfilm Ltd.
Star Wars – Carpe Diem è copyright di Valeria Priore.
Il progetto Ultimate Star Wars Saga è copyright di Francesco Vacca.
I due Soli tramontarono dietro le dune di Tatooine,
annegando tra la sabbia color porpora debolmente
illuminata dagli ultimi raggi di quella che era stata un’altra
monotona giornata.
Il calore caratteristico del giorno cominciava a scemare,
lasciando una particolare e sempre piacevole freschezza
serale, che preannunciava al contrario, un rigido freddo
notturno.
Nell’aria regnava il Silenzio, come cruda dimostrazione dei
calamitosi eventi susseguitisi in un lasso di tempo che non
lasciava spazio alla riflessione.
Un Silenzio quasi innaturale, di quelli che si possono
ascoltare, di quelli che se si pone attenzione li si può udire
sussurrare.
E proprio quel così rumoroso Silenzio spadroneggiava su
quella terra priva di nome e padrone, insinuandosi tra i muri
delle case, oscurando la vita al suo passaggio. Come un
Flagello.
Tutti tacevano, i bambini dormivano, le altalene dei parchi
giochi cigolavano mosse da un leggero vento. Si udivano
distintamente le lancette degli orologi, che aritmicamente
scandivano il Tempo con atroce pesantezza, e il loro
ticchettio si alternava con il suono di passi felpati che
affondavano nella sabbia.
Una figura incappucciata avanzava con fatica ed evidente
disagio attraverso le dune sabbiose; era avvolta in un
mantello scuro, che nascondeva volto e mani.
Si dirigeva verso una piccola casupola persa nella vastità di
quell’oceano di sabbia. La luce che ne filtrava attraverso le
piccole finestre illuminava, di un biancore incerto, anche
poco intorno a sé.
Così come la nera figura avanzava sempre più, così due
altre forme comparvero sulla scena. Uscirono entrambe dal
piccolo edificio, con una certa fretta. Si bloccarono, come in
attesa, poi una di esse, pareva una donna, prese a
camminare in direzione dell’incappucciato.
I loro piedi sprofondavano nella sabbia, rendendo le loro
camminate piuttosto grottesche.
Qualche istante di fiato sospeso, in attesa che accadesse
qualcosa, e poi di nuovo tornava un minimo di lucidità,
allontanando dai pensieri tutte le teorie che affollano la
mente quando si è preoccupati, ma non si sa di cosa.
La donna rallentò per fermarsi nuovamente a pochi passi
dall’altro, che invece, continuò a camminare sempre più
vicino.
Si fermò.
Per qualche istante il Silenzio attorno sembrò alzare il
volume del suo tono, facendosi sentire più rumoroso, quasi
battagliero.
La prima figura levò lentamente un braccio coperto, facendo
scivolare il proprio cappuccio oltre la testa, sulle spalle.
Lineamenti disperati si univano tracciando il volto di un
uomo il cui nome era conosciuto nei più remoti angoli di
quella Galassia che aveva combattuto la dura Guerra dei
Cloni.
Obi-Wan Kenobi tornò con gesto prudente a stringere ciò
che aveva tra le braccia.
Contemporaneamente i suoi occhi celesti come i cieli di
Naboo si posarono su quel piccolo fagottino che era avvolto
insieme a lui nel saio.
Beru Lars, l’altra spettatrice di quell’inusuale scenario, si
sporse in avanti, sostando sulla punta dei piedi, e con una
delicata mano, spostò il saio tra le braccia dell’uomo,
impreparata per vedere che, tra una morbida copertina
bianca, un neonato dormiva profondamente.
Mentre tracce di confusione le apparvero sul giovane volto,
alzò lo sguardo su Obi-Wan che la fissava con compassione,
e sorrise.
“Luke” sussurrò piano Obi-Wan, come a non voler
rompere la magia del momento.
Beru lo fissò per un attimo incerta, ma il suo volto delicato
si addolcì quando l’uomo continuò.
“Luke Skywalker”.
La donna rimase un momento assorta, chiedendosi per
quale motivo un estraneo si presentasse alla sua porta con
un neonato tra le braccia che portava quel cognome a lei
così vicino.
“Perché i suoi genitori non ci sono più” rispose lui
dolcemente, come a leggerle le preoccupazioni scritte a
chiare lettere nella sua mente.
L’uomo abbassò lo sguardo, sopraffatto da un’ondata di
tristezza. Beru lo guardò, mentre il suo cuore si struggeva
per cercare di comprendere quale forza misteriosa e
superiore potesse lasciar accadere cose tanto disperate.
Il volto del giovane Maestro Jedi era contorto in una smorfia
di sofferenza mentre dagli occhi chiusi e stretti, lacrime di
puro dolore gli inumidivano le lunghe ciglia e le gote rosee.
Quasi involontariamente, Obi-Wan strinse di più a sé il
piccolo Luke, come a volerne sentire il più stretto contatto.
“Siete la sua unica speranza, come lui è la nostra…”
mormorò a capo chino, quasi in un gesto di sottomissione a
quel destino che non aveva avuto la forza di cambiare e di
evitare.
Beru sospirò addolorata, facendo scorrere gli occhi sulle due
figure davanti a sé. Cosa poteva essere accaduto per far sì
che tanto dolore giungesse fino a loro, sperduti nel deserto
di Tatooine?
La risposta non tardò ad arrivare.
“La situazione è precipitata velocemente, ed era come
sentirsi affondare nelle sabbie mobili… Non c’era modo di
evitare.. trovarsi in mezzo a due fuochi e non avere una,
una sola possibilità di cambiare le cose…”.
Beru ascoltò con attenzione, cercando di capire di cosa
l’uomo stesse parlando. Intanto un muto soffio di vento
smussò una duna di sabbia poco lontana da loro.
“Affido Luke a voi, brava gente, perché sono sicuro che
saprete crescerlo e istruirlo secondo morale e non fallire nel
compito come ho fallito io…” Obi-Wan sospirò, “Anakin
Skywalker non esiste più, così come Padmé Amidala, sua
madre. E’ incredibile quanto ci si sente invincibili quando
tutto funziona, e poi si viene puniti per la propria
prepotenza nell’averlo pensato. L’Arroganza dei Jedi è stata
pagata ad un prezzo altissimo… il Volere della Forza…”.
Obi-Wan posò il suo sguardo lucido sulla piccola figura.
“Non ha colpa” disse, più a se stesso, che alla donna che
gli era di fronte. “Non ha colpa... vi prego di non credere
che lui possa essere come suo padre solo perché è suo
figlio. Io so, so che è diverso. Lui ci salverà…”.
“Io…” cominciò Beru, non riuscendo più a tacere, “Io non
so chi tu sia, né da dove venga, ma mi fido di te. Non so
quali motivi ti abbiano portato fin qui, e forse non voglio
essere messa al corrente di ciò che è accaduto nella
Galassia… ma credo fortemente che ognuno di noi abbia un
ruolo preciso e stabilito in questa vita, e se il mio destino è
legato al futuro della creatura che hai in braccio, lo
accetterò… felice”.
Obi-Wan, che non avevo spostato lo sguardo da Luke
mentre Beru parlava, alzò gli occhi per incontrare quelli
della donna, improvvisamente lucidi e compassionevoli.
“E’ necessario che voi sappiate. E’ la vostra vita che può
essere messa in gioco se accettate. E il minimo che io
possa fare, è essere franco, anche se per il bene di tutti
forse dovrei mentire, affinché prendiate il bambino.. La
nostra Repubblica, il Senato Galattico non esistono più”.
Beru rimase in attesa, dopotutto la Repubblica non esisteva
laggiù, ma la sua curiosità rimase appesa a quella voce così
flebile da essere appena udita.
“La situazione è crollata. Un Impero è sorto laddove noi
cercavamo Democrazia. Il Male ha vinto, e si è portato
dietro tutto ciò che avevamo. Crescete questo bambino,
come fosse vostro figlio. E’ di Anakin… come vorrei che
potesse vederlo…” terminò, la sua voce si spense in gola.
Con quelle ultime parole, Obi-Wan porse delicatamente il
piccolo fagotto alla donna, la quale lo accolse tra le braccia
con gentilezza, mentre un sorriso le si dipingeva sul volto.
I due rimasero qualche istante immobili.
Beru cullava la piccola meraviglia e Obi-Wan rimase a
fissarla affascinato.
Cercando di trovare un contegno, il Maestro Jedi risollevò il
cappuccio sul volto, e abbassando lo sguardo, nascose le
mani all’interno del saio, pronto per andare.
Non fece in tempo a voltarsi, che avvertì una leggerissima
stretta che lo tratteneva delicatamente.
Si voltò, ma vide che entrambe le mani della donna erano
occupate per mantenere il bambino; si accorse con grande
stupore che proprio Luke, quasi inconsciamente, aveva
stretto una piccola manina attorno ad un lembo di stoffa del
suo saio, trattenendolo nella sua debole presa.
Obi-Wan non poté trattenere un sorriso, che gli fece
splendere quegli occhi da così tanto tempo tristi.
Con un leggero tocco della sua mano, riuscì a sfilare la
stoffa da sotto le dita del bimbo, e a rimettere il braccio
minuto al sicuro, sulla piccola pancia.
Prima di andare, si abbassò sul neonato, e baciò
timidamente la piccola fronte, facendo attenzione alla
propria barba sulla pelle delicata.
Per l’ultima volta guardò Beru negli occhi, facendo un
piccolo cenno di assenso, contraccambiato da un sorriso
rassicurante.
Fece un ammicco anche in direzione di Owen Lars, rimasto
in attesa su una piccola duna stagliata verso l’orizzonte.
A quel punto seppe che il momento di andare era davvero
giunto.
Sospirò, poi prese a camminare, ripercorrendo lo stesso
tragitto dell’andata al contrario.
L’Esilio lo attendeva… e anche un lungo addestramento.
Mentre marciava faticosamente, con il passo impedito dalla
sabbia sotto i suoi piedi, avvertì come un dolce peso sulla
spalla destra. Come se ci fosse una mano consolatoria.
Mentre una lacrima si riaffacciava sul suo viso, corrotto dal
dolore e dalla solitudine che lacerava il suo cuore, un
leggero venticello gli sfiorò le orecchie, come un timido
sussurro.
Il Dolore che porti nel cuore sarà solo fonte di altra
sofferenza ,caro Padawan. Lascia il passato alle spalle,
anche se è difficile… lascia ciò che è stato a quei giorni
lontani, senza il tormento di pensare a cosa sarebbe potuto
essere se fosse accaduto diversamente.
Io ti insegnerò le più segrete vie della Forza Vivente, come
ascoltare il Vento, come rendere il Tempo vita, come
sopravvivere anche quando sembra che tutto scompaia.
Poni attenzione al Presente.
Non struggerti per un Passato che non ritornerà e che non
può essere cambiato...
Con me, il Passato non sarà più fonte di Dolore, ma quei
momenti si tramuteranno in quegli stessi ricordi che credevi
di aver perduto.
Ricorda, poni
Momento.
Cogli l’Attimo.
attenzione
al
Presente,
concentrati
Obi-Wan si bloccò.
Il vento scemò, fino a far calare una muta quiete.
sul
Forse l’aveva solo immaginato.
No, non era stato frutto della sua fantasia.
Era stato reale.
“Qui-Gon”.
Con un timido sorriso sulle labbra si riavviò, pronto per
affrontare un lungo cammino, pronto per affrontare quel
nuovo sentimento che nel suo cuore stava prevalendo sul
dolore.
Mentre tutto nella Galassia si rabbuiava, mentre le stelle si
spegnevano e i soli tramontavano, ecco nascere l’alba di un
nuovo giorno. Ecco nascere una Nuova Speranza, per tutti.